Parte Seconda Cap.5 I PIANETI Nel Tema Natale

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CAP.5 I PIANETI NEL TEMA NATALE

PIANETI E SIMBOLI

Finora ci siamo attenuti al Sole e alla Luna, prima prendendo


in considerazione il loro incontro celeste del Novilunio, poi
considerando l'incrocio delle orbite che forma l'asse dei Nodi
Lunari; conosciamo, così, sia quello che può velare il vero
scopo spirituale della vita, sia le linee del percorso com-
plessivo seguito dall'entità che si reincarna. A questo punto
della nostra indagine manca la connessione che la vita di oggi
intrattiene con la vita che immediatamente la precede. Non
sfuggirà, infatti, l'importanza di tale esistenza perchè è
proprio nel suo momento finale che ha avuto luogo la decisione
di ritornare in vita, decisione che ha prodotto come conse-
guenza l'individuo di oggi.
Nel percorso evolutivo dell'anima, le varie personalità si
succedono come detentrici temporanee delle sue possibilità di
progresso spirituale; ognuna di esse influisce secondo proprie
intenzioni, paure e resistenze sulla decisione dell'anima di
passare ad altri stati di esistenza o di reincarnarsi; in tal
caso concorrendo alle caratteristiche della personalità cui
cedere la guida del percorso evolutivo.
Con il suo specifico modo di servire l'anima la personalità
della vita precedente ha lasciato in eredità alla personalità
di oggi le componenti che sulla decisione dell'anima hanno
maggiormente pesato e che costituiscono il movente karmico
della vita presente.
Per questa fase della nostra indagine lasceremo il Sole e la
Luna e ci rivolgeremo ai fattori celesti che specificatamente
rappresentano le varie componenti della personalità: i piane-
ti. Questi sono simboli di organizzazioni interne e di dinami-
che di comportamento che raggiungono tutti i livelli della
relazione fra l'individuo e il mondo.
Da questo punto la trattazione richiede ai lettori il possesso
di una, anche minima, preparazione astrologica; o, almeno, di
avere a disposizione il proprio tema natale perfettamente re-
datto perchè in esso si dovranno individuare, secondo il cri-
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terio tecnico che esporremo, il pianeta (o eventualmente più


di uno) che rappresenta il movente karmico della vita presen-
te.
Arriveremo all'individuazione di questo pianeta e alla sua in-
terpretazione nel prossimo capitolo, poichè prima riteniamo di
facilitare la comprensione puntualizzando il simbolismo di
ogni pianeta.
I pianeti del tema natale corrispondono ai cinque corpi cele-
sti visibili ad occhio nudo, noti fin dalle remote origini
dell'astrologia, e ai tre pianeti transaturniani, scoperti in-
vece negli ultimi secoli con l'ausilio dei mezzi sempre più
potenti con i quali si conduce lo studio della volta celeste.
Oggetto dell'interpretazione astrologica non è la massa fisica
dei pianeti, ma il loro movimento lungo la fascia dello Zodia-
co. Ognuno di essi riveste in astrologia un significato simbo-
lico costituitosi aggregando progressivamente all'intuizione
iniziale nuovi contenuti, quanto più grande si è fatta e si fa
la conoscenza della dimensione psicologica dell'uomo, quanto
più complesse, articolate e multiformi diventano le condizioni
della vita.
Il significato dei pianeti formulato dagli astrologi antichi è
presente come nucleo del simbolismo moderno, ma da solo non
permetterebbe di descrivere i complessi meccanismi psichici
come ci sono oggi noti. Nel passato, prima che Freud deducesse
l'esistenza dell'Inconscio, solo un ristretto numero di arti-
sti e mistici ha intuito ed esplorato le fonti nascoste delle
motivazioni umane; l'interpretazione astrologica era pertanto
circoscritta alla sfera di esperienza di cui l'individuo era
cosciente. La mancata conoscenza dei recessi più profondi del-
la psiche è una delle cause che per secoli, anche alle menti
più illuminate, ha fatto intendere gli astri come entità do-
tate di energie e, quindi, del potere di dominare la persona-
lità dell'uomo. Una simile concezione implicava una grave li-
mitazione della libera volontà e giustifica l'ostilità e il
discredito di cui è stata oggetto l'Astrologia, ma oggi non ha
più ragione d'essere perchè il collegamento fra i pianeti e
l'uomo non viene inteso come una diffusione di energia che
procede dalle loro masse, ma viene concepito sotto forma di
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una corrispondenza puramente simbolica.


Pertanto, per l'Astrologia contemporanea gli astri del tema
natale non influenzano in alcuna misura né il corpo né l'ani-
ma; rivestono, però, una funzione illustrativa di incalcolabi-
le utilità perchè sul loro movimento l'essere umano ha proiet-
tato via via quanto di più profondo ha trovato in se stesso.

I TRE PIANETI DEL DESIDERIO

I tre pianeti più prossimi alla Terra rappresentano le esigen-


ze immediate che la cui soddisfazione costituisce per l'indi-
viduo il piacere di vivere; sono, quindi, atti a simboleggiare
le dinamiche del desiderio.

Mercurio
Questo pianeta è collegato ai desideri dell'intelletto, gover-
na, cioè, tutto quanto è funzionale a risvegliare la curiosi-
tà, attivare la mente, creare i collegamenti con l'esterno che
si realizzano attraverso l'avvicinamento fisico, l'osservazio-
ne e la comunicazione scritta e verbale. Ma le incursioni mer-
curiane avvengono anche nell'interiorità, a somiglianza del-
l'attività di Hermes, ossia l'equivalente di Mercurio nella
mitologia greca, che infaticabilmente recapitava messaggi dal-
l'Olimpo all'Ade, mettendo in collegamento il mondo superiore
dei viventi con quello sotterraneo delle Anime o, altrimenti
detto, delle Ombre.
Rappresenta quella disponibilità dell'intelletto a frugare fra
le ombre che permette all'umanità di interrogarsi sull'origine
dei suoi comportamenti e sulla dimensione occulta che precede
e segue la vita.

Venere
Venere illustra i desideri dell'Io-sessuato, ovvero dell'Io
che si riconosce come un essere avente caratteristiche di
"donna" o di "uomo" e che, per effetto di questa appartenenza
ad un sesso, si dispone dialetticamente con l'altro. Quindi è
il simbolo della più o meno forte, ma sempre esistente, ten-
denza alla seduzione; rappresenta l'immagine migliore che di
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sè si vuole proiettare verso l'altro sesso per ottenerne l'at-


tenzione e per suscitarne il desiderio.
Per estensione designa anche le caratteristiche attrattive
che, dal punto di vista dell'individuo, devono possedere le
persone, gli oggetti, i luoghi e le idee per suscitare i suoi
desideri di conquista. Venere è, pertanto, anche un'indicazio-
ne delle propensioni alla vita sociale, perchè i processi di
relazione si basano su giudizi di gradimento.
Per quanto attiene specificatamente alla vita sentimentale, si
deve tener conto, però, che la sovranità venusiana è limitata
entro i confini della dialettica erotica; quando la relazione
affettiva affronta un livello di impegno profondo e durevole
dove sono impliciti i sacrifici e la capacità di amore incon-
dizionato, rientra nella sfera simbolica dominata dalla Luna.
Possiamo dire che Venere conquista un trono, ma la Luna fonda
un regno, perchè la prima individua la persona desiderabile e
dalla quale si vuole essere desiderati, ma la seconda avanza
complesse esigenze di sicurezza emotiva che vanno al di là del
piacere erotico. In altre parole: la Luna suggella i patti
sentimentali che durano tutta la vita, mentre Venere tesse gli
amori che si ricordano per tutta la vita.

Marte
Questo pianeta illustra il desiderio di agire. Un'azione cor-
rettamente intrapresa ha come movente gli ordini impartiti da
Mercurio e da Venere; quindi, allorché Marte riconosce la su-
periorità valutativa di Mercurio e di Venere, le azioni intra-
prese, comunque si concludano, rimandano all'intelligenza e ai
sentimenti esperienze atte ad accrescere la conoscenza di sè e
il dominio del proprio percorso esistenziale.
Invece, ogni volta che Marte, ossia il desiderio di agire e
dare concrete dimostrazioni di sè, viene vissuto come autoaf-
fermazione fine a se stessa, l'individuo va incontro ad espe-
rienze spiacevoli; a circostanze in cui provoca a se stesso e
agli altri dei pericoli fisici o materiali.
Pertanto, senza dare valutazioni di tipo morale, che mai il
tema natale permette di formulare, si può ritenere che quando
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Marte è in buon aspetto natale con Mercurio o con Venere,


l'individuo abbia la capacità di condursi con criteri di op-
portunità e di attuare tattiche appropriate per portare a com-
pimento i traguardi che si è dato.
Sotto Marte non si raccolgono soltanto le molteplici azioni
autoaffermative, ma anche le risposte difensive che l'indivi-
duo dà ai pericoli improvvisi e imprevedibili della vita. In
tutte queste evenienze Marte non è più soggetto all'autorità
di Mercurio e Venere perchè entra in gioco il rapporto con la
dimensione più profonda e sconosciuta dell'essere; contano
allora i suoi aspetti con i pianeti invisibili che questa di-
mensione governano e di cui parleremo più oltre.

LA COPPIA "FILOSOFICA" GIOVE E SATURNO


Giove e Saturno sono pianeti distanti dalla Terra, ma ancora
osservabili ad occhio nudo; al di là, senza l'ausilio di altri
mezzi di supporto, non è possibile scrutare. Questo fa' di
loro il simbolo dell'estensione massima cui possono giungere
le facoltà puramente razionali e coscienti dell'Io; nell'in-
terpretazione del tema natale informano sui cardini della fi-
losofia di vita dell'individuo, sui suoi orientamenti etici,
sul significato generale dato all'esistenza.
Giove e Saturno sono due simboli essenzialmente antitetici,
poichè, in affinità col processo alchemico "solve e coagula",
Giove rappresenta la funzione che scioglie le rigidità, i pre-
concetti, le abitudini nel rispondere alla vita, mentre Satur-
no rappresenta la coagulazione delle esperienza vissute che
scarta i valori transitori e fissa quelli fondamentali.
La voce gioviana interiore è simile a quella di un padre (o
dio) che incoraggia con un rassicurante "puoi farcela", mentre
la voce saturniana è quella di un'autorità severa che ammoni-
sce: "preparati o non ce la farai".
Abitualmente si tende a vivere avendo maggiore sintonia con
Giove durante la gioventù e con Saturno durante la maturità,
mentre per il buon andamento psicologico è necessaria una com-
presenza e una cooperazione dei due principi. La loro dialet-
tica è forse più spontanea se nel tema natale i due pianeti
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sono in aspetto fra loro, ma è comunque necessario perseguire


l'obiettivo che nessuno dei due simboli soverchi interamente
la voce dell'altro per governare incontrastato lunghi periodi
di vita. Quando ciò si verifica, viene il momento in cui la
psiche reclama un bilanciamento, attraverso amare crisi satur-
niane per ridare agli obiettivi di vita una consistenza dila-
pidata dalle euforie gioviane, o attraverso la necessità di
gioviane somministrazioni di agio, avventura, progetti di
espansione per ridare gioia all'esistenza ingrigita dal rigore
di un Saturno incontrastato.
Pertanto, sia pure in misura diversa a seconda dei tempi e
delle circostanze, si deve restare aperti tanto alla possibi-
lità di venir sorpresi dalla fortuna (Giove) quanto consape-
voli del fatto di non poterla pretendere e di dover cercare
con personale impegno i risultati voluti (Saturno).
Nell' interpretare Giove nel tema natale si può anche ricorda-
re che esso informa sulla parte di sè che l'individuo deve
scoprire per sentirsi fiero di se stesso; il che può signifi-
care tanto un 'ampliamento della visione di sè quanto una con-
fortevole correzione di convinzioni irrealistiche circa le
proprie capacità. Nell'interpretare Saturno va ricordato, in-
vece, che esso rappresenta la parte della personalità che deve
essere riscattata dalla paura; una paura appresa con l'educa-
zione o per effetto degli eventi vissuti, che mantiene l'indi-
viduo in una dimensione convenzionale; oppure irreale, se egli
cerca di esorcizzare la paura con dogmi e illusioni. Affran-
cata dalla paura questa parte di sè diventa la più resistente
nelle difficoltà e la più forte nell'elaborare le esperienze
di dolore. Comprendere il proprio Saturno natale significa
dare al proprio Io confini nitidi, adeguati alle proprie vere
capacità.

I TRE PIANETI "INVISIBILI"


Al di là dell'orbita di Saturno, per quanto si è potuto accer-
tare fino ad ora, il sistema solare consta di altri tre piane-
ti: Urano, Nettuno e Plutone. Ogni volta che viene scoperto un
nuovo pianeta, l'ambiente astronomico dà corso alla scelta del
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nome e, secondo una tradizione consolidata, essa avviene nel-


l'ambito della mitologia greco-latina, al variegato mondo
astrologico, invece, compete definirne il simbolismo. La pras-
si consiste nell'assimilare il nuovo pianeta all'epoca storica
in cui viene individuata la sua esistenza. Ossia il pianeta
viene considerato in analogia con le condizioni globali e le
atmosfere del tempo in cui viene scoperto; gli eventi, le ten-
denze sociali e culturali caratterizzanti il periodo diventano
il nucleo centrale di tutti i significati che progressivamente
la pratica astrologica gli conferirà.
Urano, scoperto nel 1781 a ridosso della Rivoluzione francese,
è diventato un simbolo innovatore e rivoluzionario. Nettuno,
scoperto nel 1846 nel periodo culturale del Romanticismo e
mentre si inauguravano le mode occultiste e spiritiste, diven-
ne il simbolo delle facoltà telepatiche, nonché dell'imbroglio
e della confusione. Infine Plutone, scoperto nel terzo decen-
nio di questo secolo, in epoca di regimi totalitari, di perse-
cuzioni razziali e di diffusione della psicoanalisi, è diven-
tato il simbolo dell'occulto e della tirannia totalitaria.
Successivamente, al simbolismo si applicano le varianti, le
aggiunte, le più sottili implicazioni che progressivamente
permettono di dare una più profonda chiave interpretativa,
meno legata ai "fatti" e più attenta alle dinamiche psichiche
interne.
E' del tutto plausibile, perciò, che su questi tre nuovi pia-
neti l'astrologia abbia ancora molto da comprendere, ma per
definirne modernamente il simbolismo, la prima nozione di cui
tener conto è l'invisibilità, che allude a componenti psicolo-
giche non direttamente note alla coscienza.
Secondariamente, si deve tener conto della lentezza del loro
moto che li fa sostare per anni nel medesimo segno e accomuna-
re intere generazioni di nativi. Questo li rende simboli di
componenti psicologiche che si manifestano più lentamente e
che non riguardano strettamente il vissuto constatabile; di
componenti generiche che, secondo il segno zodiacale, diventa-
no tipiche di una generazione. Essi simboleggiano, pertanto,
esigenze funzionali della psiche alle quali i pianeti più ve-
loci - appartenenti all'Io- danno espressione più articolata e
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più personale.
La lentezza del loro moto è tale che Plutone e Nettuno compio-
no un giro dello zodiaco rispettivamente in 248 e 164 anni,
Urano, invece, compie il giro dello zodiaco in 84 anni; i
transiti verso le posizioni del tema natale sono, per questa
lentezza, rari e prolungati, cosicché essi si manifestano come
radicali cambiamenti della personalità del nativo.
Tutto quanto esposto finora offre lo spunto per qualche ri-
flessione sul loro "domicilio", perchè è entrato nell'uso at-
tribuire loro la signoria su di un segno zodiacale, sostituen-
do il governatore tradizionale: Saturno per l'Acquario, sosti-
tuito da Urano, Giove per i Pesci, sostituito da Nettuno e
Marte per lo Scorpione, sostituito da Plutone.
Stabilire il domicilio di un pianeta significa, di fatto, sta-
bilire fra il segno e il pianeta una identità simbolica. Que-
sto meccanismo faceva parte dello schema di esaltazioni, cadu-
te, esili, domicili e peregrinità dei pianeti, stabilito dagli
astrologi antichi allo scopo di fissare mnemonicamente il gra-
do di affinità dei pianeti e dei segni, affinità che la moder-
na astrologia psicologica ha possibilità di stabilire senza
schematismi, tenendo in considerazione l'intera struttura del-
lo zodiaco e l'intero tema natale i.
Inoltre, lo schema antico comprendeva i pianeti allora cono-
sciuti perchè visibili e rapidi nel movimento, cosicché non
venivano creati squilibri fra i segni; per esempio, la dispa-
rità fra il Cancro, domicilio della Luna, visitato dal gover-
natore ogni 28 giorni e l'Acquario, domicilio di Saturno, vi-
sitato dal suo governatore ogni 28 anni, pur ampia non è tale
da impedire che nella durata ipotetica della vita umana Satur-
no ritorni nel suo domicilio più di una volta. Domiciliando in
un segno un pianeta lento, invece, si crea l'anomalia di un
settore zodiacale che nel corso della vita umana non riceverà
mai il transito del proprio governatore.ii
In ragione di queste considerazioni e della particolarità del
loro simbolismo, considerare i pianeti lenti come governatori
di un segno zodiacale ci sembra un fattore di immobilizzo del-
la dinamica simbolica del segno stesso e di squilibrio dello
zodiaco. A meno che, fidando nella futura scoperta di altri
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pianeti, non si stabilisca per tutti i segni l'interessante


criterio di una doppia signoria che veda ognuno di essi gover-
nato da un pianeta intrasaturniano e da uno extrasaturniano,
come nella griglia logica proposta da tempo da Lisa Morpurgoiii
che rielabora tutto lo schema dei domicili, esaltazioni e ca-
dute dell'antichità.
Nella nostra, non isolata, astensione dal domiciliare i piane-
ti lenti ci conforta la loro ancora recente scoperta che non
permette la certezza di averne intuito ed esaurientemente de-
lineato il simbolismo; la convinzione che Plutone sia affine
alla passionalità dello Scorpione, Nettuno simile alla va-
ghezza dei Pesci e Urano in sintonia con il lato possibilista
dell' Acquario potrebbe rivelare che finora è stata compresa
solo una sfumatura di una loro più ampia gamma simbolica.
Comprendere un nuovo pianeta equivale per l'uomo comprendere
più profondamente l'uomo; è consigliabile, quindi, lasciare la
riflessione aperta a nuovi orizzonti.

Urano
Urano rappresenta l'impulso a deviare dalle norme precedente-
mente accettate; è il bisogno di riconoscere se stessi come
portatori di principi e di verità, di esprimere il proprio
modo di essere, di pensare, di inventarsi la vita.
Nei periodi in cui l'individuo è coinvolto dalla trasformazio-
ne uraniana, si attivano forze interiori che gli rendono in-
sopportabile ciò che limita la libertà d'espressione. Inte-
riormente si frantumano le inibizioni e l'inerzia che fa cir-
colare in modo ripetitivo la creatività; esteriormente un ca-
taclisma sembra investire le strutture rigide, cosicché l'in-
dividuo deve dar corso ad una ricostruzione della sua vita.
Per vivere positivamente Urano non si devono soffocare le in-
tuizioni né censurare la disaffezione per i vecchi modi di
essere; la mente, però, deve assecondare ciò che emerge senza
sovraccarichi emotivi per poter governare l'urgenza che preme
per dar corso a cambiamenti concreti. Essendo Urano un simbolo
principalmente mentale, spesso al nativo è sufficiente cambia-
re la visione che ha delle situazioni perchè queste automati-
camente si rivelino meno frustranti e costrittive; avviare
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distruzioni nelle strutture della propria vita prima di aver


imboccato la definitiva direzione mentale potrebbe risultare
sbagliato o inefficace a produrre novità reali e positive.
La parola-chiave di Urano è l'incoerenza costruttiva. Ogni
atto che voglia essere veramente creativo ha infatti in sè il
carattere di discontinuità con il passato; ma questa incoeren-
za va distinta dall'incoerenza dettata dall'emotività, che è
lunare, circoscritta alla sfera degli umori e poco motivata
dalle idee.
Su tutti i processi uraniani deve vegliare Mercurio con la cu-
riosità, i quesiti, i ragionamenti e l'elaborazione di nuovi
indirizzi razionali; vivere il proprio Urano natale diventa
allora un viaggio ermetico, fra eventi esterni e dimensione
interiore, che allarga gli orizzonti intellettuali. Dall'ac-
quisito nuovo livello intellettuale si possono avviare le ne-
cessarie ristrutturazioni dell'esistenza concreta.

Nettuno
Nettuno è il simbolo dell'influenza esercitata dal collettivo
sull'individuo, dalla società sul cittadino, dai coetanei sul
ragazzo singolo, dal complesso delle figure dell'inconscio
sull'Io: configura, cioè, una dialettica fra un ente più
grande, potente anche se non necessariamente minaccioso, mul-
tiforme ed un ente più piccolo e vulnerabile.
Tutto il circostante ambientale, sociale, storico è come un
calderone ribollente nel quale l'individuo viene plasmato. Se
il nativo si abbandona eccessivamente al Nettuno interiore, il
processo di formazione in dialettica con l'ambiente può diven-
tare come un fuoco che dissecca la personalità spogliandola
dei suoi elementi più spirituali e fiduciosi; oppure può ri-
sultare un processo vetrificante che rende l'individuo
friabile negli urti della vita e "trasparente", perchè senza
contatto con le sue profondità delle quali non accoglie più
messaggi.
Questi rischi possono essere forti perchè il significato chia-
ve di Nettuno è il "bisogno di resa" che induce il nativo a
sottomettersi alle pressioni che avverte invincibili. Ma il
bisogno di resa ha un'altra funzione formativa: quando la par-
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te nettuniana di sè si risveglia, aspira ad una resa consape-


vole e volontaria nei confronti di un valore spirituale.
Il bisogno di resa si esprime allora come desiderio di dedi-
zione, di sacrificio delle proprie specificità per un ideale
più elevato e può riconfluire nel collettivo assorbendo ideo-
logie umanitarie, compassionevoli, soccorritrici.
E' possibile, per chi conduce abbastanza a lungo e a fondo il
processo nettuniano di ricerca del valore ultimo e assoluto,
che la resa definitiva avvenga solo nei confronti del divino.
In definitiva, Nettuno, per essere ben vissuto richiede al-
l'individuo di liberarsi dai condizionamenti subiti e trovare
un valore spirituale che sia risposta all'ansia, umana prima
ancora che personale, di avere al di sopra dell'Io un valore
in cui credere senza riserve e dal quale farsi ispirare.
Urano si serve delle idee, Nettuno dei sentimenti, ma anche
con Nettuno è necessario fare una distinzione rispetto ai sen-
timenti lunari che hanno origine nella condizione singola e
inseguono la sicurezza; i sentimenti nettuniani nascono da
esigenze proprie dell'umanità e non si appagano della sicurez-
za personale.
Sono favorevoli anche gli aspetti natali di Nettuno con Satur-
no, perchè quest'ultimo traccia i limiti razionali che evitano
all'individuo di incorrere nell'autodistruzione e distingue il
sacrificio spiritualmente connotato dalla tendenza dissoluto-
ria di un Io debole.
Servendosi dei sentimenti, Nettuno porta spesso crisi trasfor-
mative che hanno come primo terreno di manifestazione la vita
affettiva; essendo Venere rappresentativa dei desideri del-
l'Io-sessuato, i primi moventi che ampliano la visione del
mondo sono un uomo o una donna amati perchè incarnano qualità
ideali e il cui amore sembra aprire le porte di una città ma-
gica. Venere deve offrire criteri di orientamento identifican-
do ciò che è buono o bello, gratificante o desiderabile per se
stessi, affinché in mezzo alle nebbie del sentimentalismo si
possa avere come faro un'immagine di quello che si cerca per
non vagare in un esaltante o disperante labirinto di emozioni
dietro una sempre sfuggente anima gemella. Tanti amori delu-
denti per i quali molte persone accusano il karma, sono sem-
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plicemente gli esiti di una funzione nettuniana non adeguata-


mente sviluppata, cosicché esse cercano figure irreali perchè
non riescono ad individuare un loro modello ideale per rico-
noscerlo nella vita concreta.

Plutone
Questo lontano pianeta rappresenta la Natura dentro di noi, la
forza della vita che si rigenera attraverso le crisi che scuo-
tono l'individuo fino alle radici e lo portano a scoprire che
la morte è già compresa nel suo essere nato e vivente. Accet-
tando la presenza costitutiva della morte all'interno della
vita, l'individuo apprende a fronteggiarla e a rinascere dalle
sue crisi esistenziali; riconosce cioè l'incessante mutamento
della vita seguendo il quale la morte del corpo non appare
più, forzatamente, la morte di tutto, ma un'altra fase di tra-
sformazione. Quanto più è consapevolmente compresa l'inevita-
bilità della morte, tanto più Plutone diventa un fattore di
sopravvivenza collegandosi a Marte e alla sua azione difensi-
va; ogni volta che si risponde per "istinto" ad un pericolo
fisico incombente è in azione la coppia Marte-Plutone, i cui
aspetti nel tema possono suggerire quanta tenacia l'individuo
mette nel restare aggrappato alla vita, quindi anche le capa-
cità di reazione nelle varie crisi esistenziali.
L'argomento della sofferenza, e di come essa venga elaborata,
ha molto a che fare con Plutone; se non la si accetta come una
normale espressione del vivere e la si imputa al destino, a
dio, alla società, ai genitori, ai partner o ad altro ancora,
si attua un'esteriorizzazione sterile di Plutone, che equivale
ad un riconoscimento di impotenza. Questo può portare a nutri-
re rancori, ad assumere comportamenti autoritari e vendicativi
e inibire le capacità di trasformarsi e sopravvivere. Chi ac-
consente, invece, alla dimensione tragica trova un senso al
dolore e interiorizza i valori di Plutone accrescendo le capa-
cità di sopravvivenza.
Oltre che a Marte, Plutone è collegabile al simbolismo di Sa-
turno per la comune spinta alla sopravvivenza, ma quest'ultimo
la favorisce per effetto della cautela personale, della forza
orientativa che emerge dall'esperienza vissuta e capita; Plu-
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tone è, invece, un bisogno di sopravvivenza in dialettica col


senso di morte, è una dinamica interna alla condizione di es-
seri umani che emergono dalla Natura.
L'interpretazione del tema natale deve tener conto che le cri-
si plutoniane sono esigenze di trasformazione per sconfiggere
il decadimento della personalità; sono stagioni di esperienze
in dimensioni esistenziali di cui l'individuo non aveva cogni-
zione o dalle quali si era tenuto lontano. Più si ha l'illu-
sione di essere soltanto la propria mente cosciente, e pertan-
to di poter distinguere una volta per tutte ciò che "non" si
è, più le crisi plutoniane porteranno a contatto con l'ignoto
in se stessi. Attraverso una mancanza di controllo sugli even-
ti, queste crisi dimostreranno che si può sentire e agire
esattamente secondo quelle modalità che la coscienza stigma-
tizza, censura, rifiuta; si arriva, così, a intravedere la
propria Ombra, un'istanza psichica che consiste in una specie
di contro-io, avente spesso gli stessi lineamenti dei propri
"nemici" o di ciò che massimamente si considera "altro" da sè.
Queste crisi insegnano che nella Natura nulla può essere
escluso, ma soltanto capito, disciplinato e trasformato.

ANCORA SUI TRE "INVISIBILI"


Urano, Nettuno e Plutone hanno, complessivamente il ruolo di
liberare dalle convinzioni sulla vita che vengono inizialmente
costruite attraverso Giove e Saturno. Fino a questa coppia di
pianeti arriva l'intelletto razionale e permette all'Io di
svilupparsi in una personalità equilibrata, efficiente e rea-
lizzata. Se la vita si svolgesse come un gioco degli scacchi,
basterebbe apprendere le regole per fare le proprie mosse en-
tro il ben noto perimetro della scacchiera e l'Io non avrebbe
sorprese. Invece, la Psicologia insegna, la vita è costruita
dal Sè, quell'ente interno e inconoscibile che sta fra i pro-
cessi consci e inconsci, fra noi e gli altri, fra noi e l'uni-
verso. La vita dell'uomo non ha quindi confini razionali e di
questo ci si rende conto quando si attivano i pianeti invisi-
bili che sono simboli della dimensione ignota all'Io che ognu-
no porta in se stesso. La loro attivazione è resa riconoscibi-
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le dall'interrogarsi sui valori stabiliti da Giove e Saturno,


sulle disfatte che tali valori hanno subito nella propria vi-
ta, o sulle vittorie che, dopo il conseguimento, progressiva-
mente hanno perso di significato.
Il messaggio dei pianeti del trascendente incita ad ampliare
la coscienza oltre i limiti autoimposti o comunque accettati.
Per aver accesso alla nuova dimensione psichica, l'Io dispone
del mondo onirico e degli stati di meditazione profonda; at-
traverso l'analisi dei sogni e la pratica della meditazione si
può entrare in contatto con quello che sembra avere le carat-
teristiche di un progetto, di una realizzazione cui il Sè ten-
de, incurante del disagio causato alle fragili costruzioni
della personalità. Tutto questo ricorda il "demone" del rac-
conto di Platone, compagno e guardiano della vita che l'anima
si è scelta.
Se, come era convinzione tanto diffusa nell'antichità, tutte
le anime derivano da una unica Anima universale, attraverso
questo progetto interiore, sconosciuto ai singoli Ego, l'uma-
nità nel suo complesso si evolve in una dimensione cosmica,
che è inconoscibile, ed in una dimensione terrestre che consi-
ste negli eventi della storia e nelle idee, nelle scoperte e
nelle invenzioni della cultura. Ognuno è strumento del proget-
to globale dell'umanità e accettare le pur scomode intromis-
sioni della dimensione profonda e inconscia è necessario per
non porsi fuori del progetto evolutivo globale. Quindi anche
del progetto evolutivo della propria anima.

CHIRONE, ULTIMA SCOPERTA


Chirone è un corpo celeste non ancora del tutto famigliare ai
cultori italiani di astrologia, ma la pratica interpretativa
dimostra che è rilevante e vogliamo includerlo nella nostra
trattazione, cominciando col ricapitolare le circostanze della
sua scoperta e le caratteristiche astronomiche. Rimandiamo i
lettori che non ne conoscono la posizione zodiacale nel giorno
della nascita alla Tabella E delle posizioni di Chirone nei
segni dal 1930 al 2000.
Il 1 novembre del 1977 Charles Kowal, dell'osservatorio di
Pasadena, rilevò in una sequenza fotografica del cielo la pre-
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senza di un ignoto corpo celeste presso l'orbita di Saturnoiv.


Prima di diventare Chirone, esso provvisoriamente venne deno-
minato "oggetto Kowal"v e classificato, nonostante le piccole
dimensioni, come pianeta in ragione della sua posizione troppo
lontana dalla fascia degli asteroidi, situata fra Marte e Gio-
ve. Gli studi successivi rivelarono che Chirone compie un giro
completo dello zodiaco in 50 anni, che si trova abitualmente
fra Urano e Saturno (nella cui orbita saltuariamente si inse-
risce) e che il piano orbitale è fortemente inclinato e, per-
tanto, comporta soste molto diseguali nei vari segni dello
Zodiaco.
Più accurate osservazioni successive accertarono che sulla sua
superficie avviene un'attività di tipo cometario; pertanto,
allo stato attuale, Chirone viene classificato come cometa,
anche se, a differenza delle altre che semplicemente attraver-
sano il sistema solare, ruota regolarmente intorno al Sole.
Il mito cui fa riferimento Chirone non è fra i più noti, ma è
fra i più interessanti; narra di una rara passione del miso-
gino dio Saturno per una ninfa e del loro incontro furtivo
realizzato sotto sembianze equine. Rea, moglie del dio, sor-
prese l'amplesso dei due amanti che sciogliendosi frettolosa-
mente concepirono una creatura ibrida, per metà uomo e per
metà cavallo. Pur essendo un centauro, Chirone era estraneo
alla famiglia rozza e brutale dei mostruosi Centauri del mito
che narra del primo assassinio perpetrato fra consanguinei;
divenne cultore e maestro di tutte le arti e sfere del sapere,
nonché maestro di etica per gli uomini cui insegnò la pratica
delle leggi, l'inviolabilità del giuramento, e la venerazione
degli dei.
Fra i suoi discepoli Ercole era destinato a giocare un ruolo
cruciale: una freccia intrisa nel velenoso sangue dell'Idra
accidentalmente gli sfuggì andando a ferire il maestro ad un
ginocchio. Il veleno era senza antidoti e la ferita non sareb-
be mai guarita, condannando il centauro, di natura immortale,
alla prospettiva di una eterna, quanto ingiusta, sofferenza.
Chirone allora invocò la morte e la ottenne da Zeus, che lo
destinò agli Inferi in sostituzione di Prometeo.
Riportato nell'astrologia questo mito viene a coprire un vuoto
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nella spiegazione del dolore. La simbologia di Saturno è quel-


la della responsabilità personale, delle conseguenze con cui
la vita fa pagare gli errori commessi, in affinità con il mito
che racconta la cacciata del dio dal cielo in punizione della
sua snaturata paternità che gli faceva divorare i figli. Nella
storia di Chirone, invece, c'è una sventura non spiegabile con
il suo comportamento, ma soltanto con la concatenazione acci-
dentale degli eventi; la storia chironiana sta, pertanto, a
significare che per quanto l'individuo migliori, nell'intel-
letto, nell'arte, nella spiritualità, nella sapienza esoteri-
ca, non potrà mai dirsi al sicuro dai meccanismi che producono
circostanze imprevedibili ed ingovernabili.
Questo mito illustra che l'uomo nel corso del suo processo di
comprensione del mondo ha individuato un'altra dinamica accan-
to a tutte quelle che già gli erano note: la Natura, che segue
leggi prevedibili, la volontà degli dei, che possono essere
ammansiti dai sacrifici e dalle preghiere, e il Fato, che è
conosciuto e rispettato anche dagli dei. La nuova dinamica che
irrompe nella consapevolezza umana è quella del caso, che com-
bina gli eventi senza logica, senza volontà punitiva, senza
mete prefissate; si può definire Chirone come il simbolo di un
meccanismo non teleologico, ossia privo di ogni preventiva
intenzione di realizzare un determinato fine. Nonostante narri
una vicenda di sofferenza, non è la sofferenza, comune nella
storia di altri dei-pianeti, il dato nuovo che il mito porta
nell'astrologia, bensì l'imponderabile che, in questa vicenda,
dà piena manifestazione di sè.
Possiamo, quindi, collegare Chirone all'imponderabile per ri-
cordare che la condizione umana è, in definitiva, incerta e
che, pur tentando di governarla con saggezza, sono impliciti
dei meccanismi casuali che possono scombinare i fini previsti
ed auspicati.
Nel mondo astrologico internazionale, un pò sotto l'influsso
del mito del sapiente Centauro, un pò per l'epoca della sco-
perta concomitante alla diffusione delle idee della New Age,
Chirone ha ricevuto vari appellativi: il Maestro, la Ricerca
(sottintendendo quella del più alto compito esistenziale),
nonché la definizione, bellissima, di "Guaritore ferito" con-
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fermata dalle ricerche che lo rivelano in posizione dominante


nei temi di persone impegnate in attività terapeutiche: medi-
ci, omeopati, erboristi, chiropratici, psicoterapeuti, nonché
astrologi dediti ad un'astrologia umanistica che propone una
via autoformativa.
Nel trarre deduzioni dal segno e dalla casa del tema natale in
cui esso si trova (per nascita o per transito) si deve tenere
presente che Chirone può effettivamente accompagnare una forma
di "ferita" di cui nessuno è responsabile: né chi la riceve né
chi la provoca. Questa "innocenza" di colui che viene colpito
è, prima, da accertare con una severa analisi del comportamen-
to tenuto. Poi, il nativo deve disporsi a superare gli umani
criteri di giustizia per accettare il mistero, l'imprevedibi-
lità dei fatti, l'imponderabile. Inoltre, in questo simbolo è
implicito anche un certo grado di disponibilità all'autosacri-
ficio, estraneo al vittimismo redentore di stampo nettuniano,
che consiste nell'accettazione dei risvolti negativi che pos-
sono insorgere nel corso del dispiegamento del proprio sapere;
lo suggerisce la constatazione che, nella vita di coloro che
si occupano di curare gli altri, incombe il rischio di venir
travolti dalle loro difficoltà o di contrarre le loro malat-
tie.
Studiando la posizione natale di Chirone è consigliabile os-
servarne gli aspetti, perchè non è improbabile che il pianeta
con cui esso è legato simboleggi la qualità per cui il nativo
è più conosciuto e stimato, probabilmente anche quella mag-
giormente coltivata.
Ci sono state, naturalmente, delle supposizioni sul "domici-
lio" da dare a Chirone: dal suggerimento banale del Sagitta-
rio, perchè rappresentato iconograficamente da un centauro,
alla proposta della Vergine, segno associato alla salute, vi-
sta l'importanza che Chirone ha temi natali dei terapisti.
Rappresentando l'"imponderabile", però, Chirone si adatta ad
ogni segno zodiacale. Ogni segno, infatti, in quanto fase par-
ticolare dell'esperienza umana, e non globalità, può andare
incontro ad evenienze imprevedibili ed ingovernabili.
Per concludere, in dimensione più generale, Chirone sembra
configurarsi come un simbolo al passo con i tempi; l'uomo ha
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raggiunto oggi un tale livello di conoscenze e di capacità di


influire su di sè e sulla Terra che rende sempre più necessa-
rio comprendere che non esiste la certezza di governare nel
modo auspicato il patrimonio di scoperte e di tecniche accumu-
lato. L'imponderabile è una forza di cui tener sempre maggior
conto ai massimi livelli decisionali della scienza e del go-
verno del mondo perchè esiste nei meccanismi cosmici un tasso
inevitabile di imprevedibilità .
i
. Si ricorda che anticamente il tema natale era spesso costituito
da un semplice elenco di pianeti; anche le figure in forma quadrata
successivamente adottate non permettevano di cogliere facilmente i
rapporti fra i pianeti e l'equilibrio fra interi settori della carta
del cielo che, invece, il grafico a ruota oggi comunemente
utilizzato permette di evidenziare, facilitando e arricchendo la
sottigliezza interpretativa e superando la necessità di
classificazioni schematiche.
ii
. Lo Scorpione riceve solo ogni due secoli e mezzo il transito del
suo "governatore (invece dei due anni occorrenti a Marte che lo
governa tradizionalmente), l'Acquario riceve ogni 84 anni Urano
(invece che dei 28 occorrenti a Saturno) e il segno dei Pesci riceve
ogni secolo e mezzo Nettuno (invece dei 12 anni occorrenti a Giove).
iii
. Introduzione all'Astrologia, L.Morpurgo, Longanesi
iv
. E'stato in seguito scoperto che Chirone era stato già fotografato
fin dall'inizio del secolo, ma che era passato inosservato.
v
. O e K sono le lettere che compongono il suo simbolo grafico ...

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