EN 13849-1 e EN 62061
EN 13849-1 e EN 62061
EN 13849-1 e EN 62061
Gianfranco Ceresini
Gianfranco Ceresini
www.elektro.it
Aprile 2011
ISO 13849-1
IEC 62061
Non contemplata
Limitata ad architetture
designate (vedere Nota 1) e
fino a PL = e
Tutte le architetture
e fino a SIL 3
Limitata ad architetture
designate (vedere Nota 1) e
fino a PL = d
Tutte le architetture
e fino a SIL 3
A in combinazione con B
Limitata ad architetture
designate (vedere Nota 1) e
fino a PL = e
X
(vedere Nota 3)
C in combinazione con B
Limitata ad architetture
designate (vedere Nota 1) e
fino a PL = d
Tutte le architetture
e fino a SIL 3
C in combinazione con A, o C in
combinazione con A e B
X
(vedere Nota 2)
X
(vedere Nota 3)
X indica che questa voce trattata nella norma indicata nellintestazione di colonna
NOTA 1: Le architetture designate sono definite nellAllegato B della EN ISO 13849-1 per fornire un approccio semplificato alla
quantificazione dei livelli di prestazione
NOTA 2: Per lelettronica complessa: Utilizzare architetture designate in conformit alla EN ISO 13849-1 fino a PL = d o qualsiasi
architettura conforme alla IEC 62061
NOTA 3: Per la tecnologia non elettrica, utilizzare come sottosistemi parti conformi alla EN ISO 13849-1
Anzi per i casi nei quali lelettronica complessa e/o con architettura complessa
che non ricade in una di quelle valide per lapplicazione della Norma EN ISO
13849-1, lunica norma applicabile diventa la EN 62061.
I
sottosistemi
saranno a loro volta
composti
da
componenti elettrici
interconnessi fra di
loro.
I
componenti
elettrici
sono
denominati
elementi
del
sottosistema
Il SIL il livello che deve essere assegnato allo SRECS per specificare i
requisiti di sicurezza delle funzioni di controllo relative alla sicurezza, dove il
livello 3 di sicurezza ha il livello elevato di sicurezza e il livello 1 di sicurezza
ha il pi basso
Maggiore il SIL e minore la probabilit che lo SRECS non esegua la
funzione di sicurezza richiesta. E un parametro che viene espresso in
probabilit media di un guasto pericoloso nellintervallo di unora.
Sono previsti 3 livelli, da SIL1 fino a SIL3 al crescere del rischio, ed ognuno
di essi identifica un ambito numerico di probabilit di guasto pericoloso per
ora.
Livello di Integrit della
Sicurezza (SIL)
nessuna corrispondenza
SILr (Safety Integrity Level required) rappresenta il livello di resistenza ai guasti che il circuito deve
raggiungere in relazione al rischio specifico da coprire. Gli aspetti da valutare, secondo la norma EN 62061
sono quattro:
la probabilit del verificarsi di un evento pericoloso (in pi rispetto alla EN ISO 13849-1) W
T1 (Lifetime)
= S + D
T2 1 volta / h
A+B
< 35
10% (0,1)
35 65
5% (0,05)
65 85
2% (0,02)
85 100
1% (0,01)
10
Punti
25
38
Valutazione / analisi
2
18
Competenza / formazione
18
Punteggio totale
< 35
10% (0,1)
35 65
5% (0,05)
65 85
2% (0,02)
85 100
1% (0,01)
SFF =
+
+
S
DD
D
11
DC =
DD
Dtotal
Esempio 1: il tasso dei guasti non pericolosi uguale al tasso dei guasti
pericolosi (d = s) e nessun guasto pericoloso viene rilevato dalle funzioni
diagnostiche. Essendo DD = 0, si ha quindi che DC = 0% mentre SFF = 50%.
12
Esempio 2: il tasso dei guasti non pericolosi uguale al tasso dei guasti
pericolosi (d = s) ma ora la met dei guasti pericolosi viene rilevata dalle
funzioni diagnostiche. Essendo DD = DU, si ha quindi che DC = 50% mentre
SFF = 75%.
Esempio 3: il tasso dei guasti non pericolosi uguale al tasso dei guasti
pericolosi (d = s) ma ora il 45% dei guasti pericolosi viene rilevata dalle
funzioni diagnostiche. Essendo DU pari ad un decimo dei guasti totali, si ha
quindi che DC = 90% mentre SFF = 95%.
13
14
Contattore:
15
PFHDssA = DssA 1h
Singolo canale
Questa architettura tale per cui un singolo guasto di qualsiasi elemento del
sottosistema non causa una perdita della SRCF. Pertanto, dovrebbe verificarsi un
guasto pericoloso in pi di un elemento prima che si verifichi un guasto alla SRCF
PFHDssB = DssB 1h
Doppio canale senza monitoraggio
16
PFHDssC = DssC 1h
Singolo canale con monitoraggio
17
Il livello di integrit della sicurezza pi elevato che pu essere richiesto per una
SRCF limitato dalla tolleranza allavaria dellhardware e dalle frazioni di guasto
in sicurezza dei sottosistemi che svolgono tale SRCF
Frazione di guasto in
sicurezza (SFF)
< 60 %
Non permesso
(Nota 3)
SIL1
SIL2
60 % - < 90 %
SIL1
SIL2
SIL3
90 % - < 99 %
SIL2
SIL3
SIL3 (Nota 2)
99 %
SIL3
SIL3 (nota 2)
SIL3 (Nota 2)
Nota 1 - Una tolleranza N allavaria dellhardware indica che N+1 avarie possono causare una perdita della
funzione di controllo relativa alla sicurezza.
Nota 2 - Un SILCL 4 non considerato nella norma EN 62061. Per il SIL 4 vedere la IEC 61508-1.
Nota 3 Esiste la seguente eccezione: per un sottosistema con una tolleranza allavaria dellhardware pari a
zero e nel quale le esclusioni delle avarie sono state applicate ad avarie suscettibili di portare a un guasto
pericoloso, il SILCL dovuto ai vincoli dellarchitettura di tale sottosistema vincolato a un massimo di SIL2
18
Quando uno dei sottosistemi conforme a EN ISO 13849-1 questa tabella permette
di definire il SIL massimo ottenibile, e conoscere i corrispondenti HFT e SFF
Categoria
Tolleranza allavaria
dellhardware
(HFT)
Frazione di guasto in
sicurezza
(SFF)
< 60 %
60 % - < 90 %
SIL1
< 60 %
SIL1
Nota 1
60 % - < 90 %
SIL2
>1
60 % - < 90 %
SIL3 (Nota 3)
> 90 %
SIL3 (Nota 4)
Nota 1 - I casi per le Categorie 1 e 2 dove la SFF < 60 % sono considerati non rilevanti nellambito della ISO 13849-1, e i sottosistemi progettati in
conformit alla ISO 13849-1 realizzano in pratica una SFF superiore al 60 %.
Nota - 2 Il caso per la Categoria 2 dove la SFF > 90 % si ritiene non realizzato dalle prescrizioni di progettazione della ISO 13849-1.
Nota - 3 La copertura diagnostica ritenuta inferiore a 90 % per i sottosistemi della Categoria 4 nei quali si considera una tolleranza maggiore di quella
allavaria singola dellhardware (cio avarie accumulate).
Nota - 4 La Categoria 4 prescrive una SFF superiore a 90 % ma inferiore a 99 % quando si considera la tolleranza allavaria singola dellhardware.
Nota - 5 La Categoria B in conformit alla ISO 13849-1 non considerata sufficiente al raggiungimento di SIL1
Quando uno dei sottosistemi conforme a EN ISO 13849-1 questa tabella permette
di definire i valori di soglia di PFH, e conoscere i corrispondenti HFT e DC
Tolleranza allavaria
dellhardware
(HFT)
Copertura diagnostica
(DC)
Categoria
Si ritiene che i sottosistemi con la categoria dichiarata
abbiano le caratteristiche indicate di seguito
0%
60 % - 90 %
10-6
60 % - 90 %
2 x 10-7
>1
60 % - 90 %
3 x 10-8
> 90 %
3 x 10-8
paragrafo seguente)
Nota 1 - Il valore di soglia PFHD una funzione del MTTF del sottosistema (derivato dal costruttore del sottosistema o dai manuali dei dati dei
componenti relativi), del tempo del ciclo di prova/verifica, come indicato nella specifica delle prescrizioni di sicurezza (tale informazione richiesta inoltre
per la validazione del sottosistema in conformit con 3.5 della ISO 13849-2), e della copertura diagnostica, come indicato nella presente tabella (questi
valori si basano sulle prescrizioni delle categorie descritte nella ISO 13849-1).
Nota - 2 La Categoria B secondo la ISO 13849-1 non pu essere considerata sufficiente a raggiungere SIL 1.
19
20
Conseguenze
Gravit (Se)
21
Frequenza dellesposizione
1h
Da > 1 h a 1 giorno
> 1 anno
Probabilit (Pr)
Molto alta
Probabile
Possibile
Scarsa
Trascurabile
22
Probabilit (Pr)
Molto alta
Probabile
Possibile
Scarsa
Trascurabile
Impossibile
Scarsa
Probabile
Questo parametro pu essere stimato tenendo conto degli aspetti dei progetti della macchina e
dellapplicazione prevista che possono contribuire a limitare o evitare il danno derivante da un
pericolo, ad esempio:
insorgenza improvvisa, ad alta o bassa velocit, dellevento pericoloso;
possibilit spaziale di sottrarsi al pericolo;
natura del componente o del sistema, per esempio un coltello generalmente affilato, un tubo
in una latteria generalmente caldo, lelettricit generalmente pericolosa per sua natura, ma
invisibile; e
possibilit di riconoscere un pericolo, per esempio un rischio elettrico: una sbarra di rame non
cambia aspetto se in tensione o no; per accorgersene necessario uno strumento per
stabilire se unapparecchiatura elettrica energizzata o no; le condizioni ambientali, per
esempio, elevati livelli di rumore, possono impedire a una persona di sentire lavviamento di
una macchina.
23
24
Progettazione 5 - Verifica
In questa fase si verifica che il SIL ottenuto sia uguale o superiore al SIL
assegnato (SILr richiesto) stabilito dalla valutazione del rischio al passo 2.
Se la verifica positiva il progetto prosegue alla fase successiva, mentre se
negativa bisogna riprogettare il circuito (ripartendo dal punto 3) cambiando
architettura o cambiando i componenti con altri aventi migliori caratteristiche
25
26
27
I rischi associati ai pericoli individuati non sono accettabili e quindi sono da ridurre
mediante dispositivi di protezione gestiti da sistemi di sicurezza
Il posizionamento dei dispositivi di protezione viene stabilito, in base alla norma
EN 13855, in funzione della velocit di avvicinamento del corpo umano, oltre che
del tempo di arresto degli organi pericolosi e del tempo di risposta del segnale di
rilevamento e della catena elettrica/elettronica che attiva larresto degli organi
pericolosi.
Lestensione della zona si supponga di almeno 2 m dalle zone pericolose protette
attraverso lutilizzo di tappeti sensibili a protezione della zona limitrofa a ciascun
robot e la parte di nastro da essi servita
SRCF2: Se una persona si avvicina alla zona DZ2 del robot B o al nastro della
macchina, il robot B ed il nastro si devono arrestare
Per realizzare le funzioni di sicurezza a controllo delle zone pericolose DZ1 e DZ2 si
sceglie un sistema costituito da due gruppi di tappeti sensibili (uno per la zona A e
laltro per la zona B) completi della propria elettronica di controllo che fornisce come
segnali di sicurezza due contatti elettromeccanici che sono inviati allingresso di un
configuratore (o un PLC) per applicazioni di sicurezza il quale a sua volta produce
segnali di uscita che:
28
Non essendoci norme di tipo C per questo tipo di macchina, occorre determinare il
SIL attraverso lallegato A della norma EN 62061
La classe Cl = Fr + Pr + Av = 10
29
Ciascuno dei due contattori che a loro volta fanno parte del sottosistema SS3
sono elementi del sottosistema SS3 che rispettivamente sono identificati con
SSE3.l ed SSE3.2
30
SS1 ===> tappeto sensibile con elettronica dedicata: PFHD tappeto = 4 x10-7 (SIL 2)
SS4 ===> Variatore di velocit movimento nastro: PFHD var. = 1,5 x10-8 (SIL 3)
SS3 ===> Sistema di contattori per arresto robot A: da calcolare con analisi
Occorre determinare se il sottosistema SS3 in grado di arrivare per come viene realizzato al SILcl 2 ed
a tale scopo possibile utilizzare la tabella 5 della Norma EN 62061 nella quale in base alla tolleranza
allavaria dellhardware HFT e alla frazione del guasto in sicurezza SFF possibile stabilire subito se il
sottosistema che si deve costruire sar in grado di raggiungere il SIL necessario per lapplicazione
specifica
Il parametro HFT rappresenta il numero di guasti che il sottosistema pu avere senza che questi
comportino la perdita della funzione di sicurezza e nel caso specifico dei due contattori utilizzati per il
sottosistema SS3 tale valore HFT=1 in quanto se un contattore si guasta in modo pericoloso
(tipicamente si incolla) latro permette ancora di arrestare il robot
Per poter utilizzare il sottosistema SS3 nella SRCF1, per ottenere almeno SILcl = 2 con HFT = 1
necessario che il sottosistema SS3 abbia almeno una SFF superiore al 60%.
Frazione di
guasto in
sicurezza
(SFF)
< 60 %
Non permesso
SIL1
SIL2
60 % - < 90 %
SIL1
SIL2
SIL3
90 % - < 99 %
SIL2
SIL3
SIL3
99 %
SIL3
SIL3
SIL3
31
D =
1
MTTF
=
D
1
= 1, 54 10 81 / h
7386 anni 8760 h / anno
Poich stato assunto che i guasti pericolosi siano il 50% dei guasti totali, risulta
che
S = D = 1, 54 10 81 / h
Dalla norma IEC 61508-2 nellallegato A tabella A.2 si determina che la tecnica del
controllo dellincollaggio dei contatti di contattori con contatti legati porta ad avere
una copertura diagnostica DC=99%
SFF =
+
+
S
DD
= 0,993
32
Resta ora solo il calcolo del tasso di guasti pericolosi del sottosistema SS3.
Poich un sottosistema tipo D rispetto a quelli previsti nella Norma EN
62061, il calcolo del valore del tasso di guasto pericoloso si calcola con la
formula del sottosistema tipo D
{[
DssD = (1 ) 2 De 2 2 DC T2 / 2 + De 2 (1 DC ) T1} + De
PFHDssD = DssD 1h
I dati che ancora mancano sono T1 (che si assume pari a 20 anni), T2 (che
vale 1 ora perch ad ogni accesso alla zona pericolosa si effettua la prova
diagnostica per verificare il buon funzionamento del sottosistema SS3) e
che determinabile in base alle indicazioni dellallegato F della Norma EN
62061.
Voce
Ing. Gianfranco
Riferime Ceresini
Punteg
nto
gio
Separazione/segregazione
I cavi di segnale dello SRECS per i singoli canali percorrono vie separate dagli altri canali in tutte le posizioni, oppure sono sufficientemente schermati?
1a
SI
Quando vengono utilizzate informazioni di codifica/decodifica, sono sufficienti al rilevamento degli errori di trasmissione dei segnali?
1b
SI
10
I cavi di segnale dello SRECS e i cavi elettrici di potenza sono separati in tutte le posizioni, oppure sono sufficientemente schermati ?
SI
Se elementi del sottosistema possono contribuire a un CCF, sono forniti come dispositivi fisicamente separati in involucri autonomi ?
NO
Diversit/ridondanza
Il sottosistema usa tecnologie elettriche diverse, per esempio, una elettronica o elettronica programmabile e laltra con un rel elettromeccanico ?
NO
Il sottosistema usa elementi che utilizzano principi fisici diversi (es., sensori a una porta di protezione che utilizzano tecniche meccaniche e magnetiche)
?
NO
10
Il sottosistema usa elementi con differenze temporali nelle operazioni funzionali e/o nelle modalit di guasto ?
NO
10
NO
10
SI
Sono stati esaminati i risultati delle modalit di guasto e lanalisi degli effetti per stabilire fonti di guasti per cause comuni, e sono state eliminate
mediante la progettazione le fonti di guasti per cause comuni predeterminate ?
SI
10
SI
11
SI
Gli elementi del sottosistema tendono a funzionare sempre nel campo delle temperature, umidit, corrosione, polvere, vibrazione, ecc., nel quale sono
stati provati senza luso di controlli ambientali esterni ?
12
SI
Il sottosistema immune alle influenze negative delle interferenze elettromagnetiche fino ai limiti specificati nellAllegato E compresi ?
13
SI
Complessit/progetto/applicazione
evitata linterconnessione tra canali del sottosistema con leccezione di quella utilizzata per scopi diagnostici ?
Valutazione/analisi
Competenza/formazione
I progettisti del sottosistema comprendono le cause e le conseguenze dei guasti per cause comuni ?
Controllo ambientale
33
SS1 ==> tappeto sensibile con elettronica dedicata: PFHD tappeto = 4 x10-7 (SIL 2)
SS4 ==> Variatore di velocit movimento nastro: PFHD var. = 1,5 x10-8 (SIL 3)
SS3 ==> Sistema di contattori per arresto robot A: PFHD cont. = 7,7 x10-10 (SIL 3)
PFHD SRECS1= PFHD tappeto + PFHD conf.+ PFHD var+ PFHD cont.+ Pte = 4 x10-7
+ 2 x10-8 + 1,5 x10-8 + 7,70 x10-10 + 0 = 4,357 x10-7 => SIL 2 pari a quello
richiesto: il controllo idoneo la funzione di sicurezza richiesta
Nel caso specifico Pte= 0 in quanto i sottosistemi dello SRECS non sono collegati tra
loro mediante comunicazioni di tipo digitale.
34
In una macchina pulitrice metalli la zona interna di pulitura con liquido accessibile
attraverso uno sportello; allinterno dello sportello si trova un ugello che spruzza il
liquido di pulizia sul metallo ad una velocit impostabile agendo con un variatore di
velocit che a sua volta cambia la velocit della pompa che spruzza il liquido sul
metallo.
Lobiettivo controllare la zona di pulizia (che si identifica con DZ1) in modo che
durante le fasi di produzione e le altre fasi di macchina (ad es. manutenzione) le
persone che vi accedono non subiscano danno
35
Si identifica come zona pericolosa la parte interna allo sportello della zona
pulizia metalli della macchina denominata zona DZ1
Alla zona pericolosa DZ1 sono associati possibili danni originati dal pericolo di
schizzi di fluidi con conseguenza di possibile irritazione al volto e tronco con
potenziale danno reversibile
I danni associati ai pericoli sopra individuati non sono accettabili e quindi sono da
ridurre mediante dispositivi di protezione
36
SRF1: allapertura dello sportello la pompa del fluido entro la zona DZ1 si deve
arrestare e non deve avviarsi quando lo sportello aperto
Non essendoci norme di tipo C per questo tipo di macchina, occorre determinare il
SIL attraverso lallegato A della norma EN 62061
La classe Cl = Fr + Pr + Av = 11
37
38
SS1 => interruttore magnetico per applicazioni di sicurezza: PFHD sensore = 8 x10-7 (SIL 2)
SS3 => Funzione Power removal variatore di velocit: PFHD var. = 1,5 x10-8 (SIL 3)
39
Risulta che il PFHD dellintero sistema di controllo relativo alla sicurezza SRESC1 :
PFHD SRECS1= PFHD sensore + PFHD elettronica+ PFHD var+ Pte = 8 x10-7 + 2,5
x10-7 + 1,5 x10-8 + 0 = 1,065 x 10-6 => SIL 1 pari a quello richiesto: il controllo
idoneo la funzione di sicurezza richiesta
Nel caso specifico Pte= 0 in quanto i sottosistemi dello SRECS non sono collegati tra
loro mediante comunicazioni di tipo digitale.
40
41
Vengono scelti questi prodotti. La durata del ciclo nellesempio di 450 secondi, il ciclo di azionamento
C di 8 manovre allora: la protezione verr quindi aperta 8 volte allora (test diagnostico T2)
42
Il SIL raggiunto dal sottosistema non dipende solamente dai componenti ma anche
dallarchitettura scelta. Nellesempio sceglieremo architetture B per le uscite a
contattore e D per i finecorsa.
In questa architettura il modulo logico di sicurezza esegue lautodiagnostica e
verifica anche i finecorsa. Vi sono tre sottosistemi per i quali determinare il SILCL
(SIL Claim Limits):
SS1: due finecorsa in un sottosistema con architettura di tipo D (ridondante);
SS2 di sicurezza: un modulo logico SILCL 3 (scelto in base ai dati, incluso il PFHD, ,
forniti dal costruttore);
SS3: due contattori utilizzati in associazione con unarchitettura tipo B (ridondante
senza feedback)
43
PFHDssB = DssB 1h
44
45
46
47
48
49
Identificati i blocchi funzionali si procede quindi alla identificazione dei sottosistemi che
realizzeranno i blocchi funzionali individuando una possibile configurazione elettrica.
50
Per ogni sottosistema si calcola la probabilit di guasti (casuali) pericolosi allora PFHD.
51
52
PFHDssB = DssB 1h
Per i dispositivi elettromeccanici come le elettrovalvole, il loro tasso di guasto De1 = De2 si
determina utilizzando il valore B10 e il numero di cicli di funzionamento C dellapplicazione:
= 0,1
C
B10
In questo caso ricaviamo da una tabella dellappendice C della norma EN 13849-1 che il B10d di una
elettrovalvola di 20000000 di cicli poich B10d stimato pari a due volte B10 (ipotesi del 50%
di guasti pericolosi), abbiamo che B10 pari a 10000000 di cicli. C si assume pari a 60 /h. Il
tempo di vita delle elettrovalvole si assume pari a 20 anni. Ne risulta che:
PFHDssBelettrovalvole = 9 109
53
Esempio Architettura A
In una architettura semplice come questa (singolo canale A) si calcola che la Probabilit di Guasti Pericolosi per ora
(PFH) :
PFH = tot = s + k
Esempio Architettura A
k = 1,0010-6
s = 5,1010-7
SIL 1
Ora devo fare il controllo sullarchitettura
54
s
=4
d
SFF =
s
+ DC
d
=
s
+ 1
d
4 +
0
= 0,80
4 + 1
s 35
=
= 0,53
d 65
SFF =
s
+ DC
0,53 + 0
d
=
s
+ 1
0,53 + 1
d
= 0,34
55
Vincolo architetturale
Per via del singolo dispositivo, sia per I che per O abbiamo HFT = 0
Contattore
SFF = 34,6 %
Dispositivo
interblocco
SFF = 80 %
SILCL = SIL 1
Esempio architettura D
Feedback loop
56
Esempio architettura D
Risultato ?
SIL 2
PFHd = 1,1610-7
Feedback loop
T1
T2
DC
MTTF
1/h
(%/100)
anni
giorni
(%/100)
S1
S2
228
100
5,01E-07 1,142E-06
0,05
20,00
0,168
0,99
0,99
PFHd = 4,210-8
SIL 3
PFHd = 2,2610-8
T1
T2
DC
MTTF
1/h
(%/100)
anni
giorni
(%/100)
S1
S2
114
114
1E-06 1,001E-06
0,05
20,00
0,168
0,99
0,99
PFHd = 5,1710-8
Vincolo architetturale
Per via dei dispositivi ridondanti, sia per I che per O abbiamo
HFT = 1
57
Risultato ?
Feedback loop
SIL 2
PFHd = 2,0510-7
T1
T2
DC
MTTF
1/h
(%/100)
anni
giorni
(%/100)
S1
S2
228
100
5,01E-07 1,142E-06
0,05
20,00
0,168
0,00
0,00
SIL 3
PFHd = 2,2610-8
PFHd = 1,3110-7
T1
T2
DC
MTTF
1/h
(%/100)
anni
giorni
(%/100)
S1
S2
114
114
1E-06 1,001E-06
0,05
20,00
0,168
0,99
0,99
PFHd = 5,1710-8
s
=4
d
SFF =
s
+ DC
d
=
s
+ 1
d
4 +
0
= 0,80
4 + 1
58
Vincolo architetturale
Esempio architettura D
Elettrovalvola
monitorata
Risultato ?
SIL 3
PFHd = 7,4410-8
Elettrovalvola normale
T1
T2
DC
MTTF
1/h
(%/100)
anni
giorni
(%/100)
S1
S2
228
100
5,01E-07 1,142E-06
0,05
20,00
0,168
0,99
0,99
PFHd = 4,210-8
SIL 3
PFHd = 2,2610-8
T1
T2
DC
MTTF
1/h
(%/100)
anni
giorni
(%/100)
S1
S2
2000
400
5,71E-08 2,854E-07
0,05
20,00
0,168
0,99
0,00
PFHd = 9,8610-9
59
s 70
=
= 2,33
d 30
= 0,74
Vincolo architetturale
Per via dei dispositivi ridondanti, sia per I che per O
abbiamo HFT = 1
Elettrovalvole
SFF = 74 %
SILCL = SIL 2
60
http://www.dguv.de/ifa/en/pra/softwa/sistema/index.jsp
Pascal SW della ditta Pilz: il software a pagamento, ma in anche lingua
italiana e permette lanalisi sia con la norma EN 13849-1 che con la norma EN
62061
http://www.pilz.it/products/software/tools/f/pascal/index.it.jsp
61