La danza della collana
()
Info su questo ebook
Grazia Deledda
Grazia Deledda was born in 1871 in Nuoro, Sardinia. The street has been renamed after her, via Grazia Deledda. She finished her formal education at 11. She published her first short story when she was 16 & her first novel, Stella D'Oriente in 1890 in a Sardinian newspaper when she was 19. Leaves Nuoro for the first time in 1899 and settles in Cagliari, the principal city of Sardinia where she meets the civil servant Palmiro Madesani who she marries in 1900 and they move to Rome. Grazia Deledda establishes an international reputation as a novelist& wins the Nobel Prize for Literature in 1926.
Leggi altro di Grazia Deledda
Il fanciullo nascosto (Novelle) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniChiaroscuro (Novelle) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'ombra del passato. Romanzo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAnnalena Bilsini Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniNell'azzurro - Chiaroscuro: Racconti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl fanciullo nascosto: Racconti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDopo il divorzio Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl nonno – Sigillo d’amore: Racconti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl paese del vento Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'ombra del passato Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl cedro del Libano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Correlato a La danza della collana
Ebook correlati
La danza della collana Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa fuga in Egitto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniColombi e sparvieri Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUna notte alla locanda: André Ermite. Un investigatore nel Medioevo., #1 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe rive della Bormida nel 1794 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCuore infermo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa vigna sul mare Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTigre Reale Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa gran rivale Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAnnalena Bilsini Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl segreto dell'uomo solitario - Il paese del vento Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFiabe abruzzesi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Varmo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe favole del Bardo Opsìc - IV - Il Tradimento Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa conquista di Roma Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPasquale Paoli; ossia, la rotta di Ponte Nuovo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa piccola Dorrit Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI racconti delle fate: Le fiabe di Carlo Collodi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUn castello per il conte: Harmony History Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl mandante: La prima indagine del "Becchino" Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl giardino all’italiana Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl nostro padrone Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe rive della Bormida nel 1974 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl segreto dell'Anticristo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSciogli la treccia, Maria Maddalena Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe storie del castello di Trezza Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe Pietre di Talarana- Il Cacciatore di Pietre Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTutte le Novelle Valutazione: 4 su 5 stelle4/5
Narrativa generale per voi
Il maestro e Margherita Valutazione: 4 su 5 stelle4/5La coscienza di Zeno Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Ragazze di città Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniConfessioni di uno psicopatico Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Tutti i racconti, le poesie e «Gordon Pym» Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Il libro dell'inquietudine Valutazione: 4 su 5 stelle4/5I capolavori Valutazione: 4 su 5 stelle4/5I fratelli Karamazov Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTutti i racconti del mistero, dell'incubo e del terrore Valutazione: 3 su 5 stelle3/5La Divina Commedia: edizione annotata Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Suor Monika. Il romanzo proibito Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni1984 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa casa sull'abisso Valutazione: 3 su 5 stelle3/5La vendetta delle Muse Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniChi cerca trova Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCuore di tenebra e altri racconti d'avventura Valutazione: 4 su 5 stelle4/5L'uso creativo dell'immaginazione (tradotto) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa restituzione della geometria pitagorica Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Castello Valutazione: 4 su 5 stelle4/5La luna e i falò Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAl Paradiso delle Signore Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Faust Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniNovelle Ukraine Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAlice nel paese delle meraviglie e Attraverso lo specchio Valutazione: 4 su 5 stelle4/5L'immoralista Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'isola misteriosa Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTutto Sherlock Holmes Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Un Una giornata di nebbia a Milano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRitratto di un Angelo Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Novella degli scacchi - Paura - Lettera di una sconosciuta Valutazione: 5 su 5 stelle5/5
Recensioni su La danza della collana
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
La danza della collana - Grazia Deledda
www.latorre-editore.it
La corteccia dell'inverno si screpola: vene rosse fra il nero delle nuvole e sfumature verdi sulla terra scura annunziano il ritorno della buona stagione. Verso il tramonto la luna nuova appare sull'occidente schiarito, come una barca che dopo un viaggio fortunoso rientra felicemente in porto; e il suo chiarore glauco si riflette sul verde cupo degli allori laggiù negli avanzi dei parchi invasi dalla marea delle nuove costruzioni.
Su questo sfondo di orizzonte si delinea la città nuova, coi suoi palazzi bianchi, le terrazze aeree festonate di panni tesi ad asciugare; con qualche cipresso nero che ravviva intorno a sé il colore liquido del cielo: e da questa montagna di costruzioni, che dà all'aria umidiccia un sapore di calce e di ragia, scendono i fiumi delle strade ancora non terminate; fiumi di selci arginati dai marciapiedi di granito, che solcano i prati ancora nudi e vanno a perdersi fra i canneti e le ginepraie della campagna.
Un uomo, sceso anche lui dalla città lungo queste strade, s'è fermato appunto al principio di un prato, dove finiscono le case di un quartiere nuovo, e osserva l'ultimo dei villini, alquanto distaccato dagli altri e che pure non ha l'aria di esser costruito di recente.
È un villino a due piani: non ha giardino, solo un ampio terreno a fianco, cinto di un reticolato di ferro: sulla facciata grigia granulosa le persiane verdi sono chiuse: pure chiuso il portoncino lucido di coppale rifugiato sull'alto di due scalini di marmo, e le cui grosse borchie d'ottone e la targhetta ovale col nome del proprietario brillano come d'oro.
Solo al piano superiore una finestra è aperta e la tenda bianca che a tratti vi si agita pare voglia incoraggiare l'uomo ad attraversare il fiume di breccia della strada.
Egli attraversa, ma esita prima di salire gli scalini del portoncino, quasi si tratti di inerpicarsi su una montagna: i suoi occhi sono abbastanza acuti per leggere il nome inciso sulla targhetta di ottone: «Maria Baldi» e poiché è proprio questa Maria Baldi che egli cerca, si fa di nuovo coraggio per salire e tendere il dito onde premere il bottone del campanello.
Poi esita di nuovo e guarda il portoncino come si guarda un viso sconosciuto. Le borchie d'ottone gli sembrano davvero due strani occhi; e a loro volta lo fissano riflettendo grottescamente il suo viso che là dentro pare quello di un mulatto ubriaco.
È un viso ridicolo che tuttavia gli fa paura. Ma egli reagisce: una sfida misteriosa corre subito fra lui e lo spirito folletto ch'è dentro le borchie a guardia della casa tutta chiusa. Tu non suonerai, uomo, tu non puoi suonare, tu sai il perché.
Egli toccò il bottone freddo del campanello, ma senza poter premere: aveva l'impressione che un filo interiore gli tirasse la mano indietro: sentì però un passo nell'interno della casa, un passo che si avvicinava alla porta, come se qualcuno dentro avesse spiato e venisse ad aprire: e suonò.
E allo spalancarsi della porta sentì il sangue affluirgli al viso per un impeto quasi selvaggio di gioia, tanto che la donna che aveva aperto ne fu investita di riflesso: ed entrambi parvero trasalire, come due che si conoscono e da molto tempo non si rivedono.
La donna era vestita per uscire: il mantello rossiccio con ricami dorati sulle falde simili ad ali ripiegate, e il berrettino di velluto nero con due uncini di piuma, le davano un aspetto di farfalla.
- Lei è la signorina Baldi? - domandò l'uomo con voce chiara.
Ella accennò appena di sì, con uno sbattere di palpebre timido e diffidente.
Rassicurato, egli disse:
- Non vorrei incomodarla perché vedo che sta per uscire; si tratta del suo terreno qui accanto, per un probabile acquisto.
Questa notizia la intimidì maggiormente, e scompose il suo viso fine e bruno rischiarato dai luminosi occhi glauchi che per l'ombra delle lunghe ciglia e delle sopracciglia unite ricordavano i laghi in mezzo ai boschi.
- Chi le ha detto che il terreno si vende? - domandò come si trattasse di una calunnia.
Egli rispose sullo stesso tono, quasi per giustificarsi:
- Un'agenzia, signorina: ho qui il suo indirizzo, e la pianta del quartiere. Ma sono anche informato che lei non ha per adesso intenzione di vendere: ed ha ragione: i prezzi salgono di giorno in giorno. Tuttavia l'offerta sarebbe vantaggiosa molto. Non è proprio possibile trattare?
- Mi dispiace, no: almeno per adesso.
Ella però parlava sempre un po' incerta: ed egli insisté:
- Lei mi permetterà almeno di lasciarle il mio indirizzo e pregarla di ricordarsi di me nel caso si decidesse a vendere.
Ella prese esitando e come solo per buona creanza il biglietto che egli le porgeva: lo guardò, sollevò gli occhi rassicurati: poiché, protetto e illuminato da una piccola corona, aveva veduto un bel nome:
Conte Giovanni Delys
Un conte è sempre, agli occhi di una donna, qualche cosa di più di un uomo comune: e colui che portava questo titolo dimostrava di meritarlo, per la sua figura alta e diritta, e la corretta eleganza del vestire; e sopratutto si degnava di guardare con molto interesse la proprietaria del terreno perché questa non se ne dovesse sentire lusingata. Tanto più che lei sapeva l'altissimo prezzo del terreno. Ma questo pensiero appunto le oscurò di nuovo gli occhi e la spinse fuor della porta che tirò dietro di sé.
L'uomo si sente respinto: resiste però, fermo sulla sua posizione.
- La cessione del terreno, scusi ancora questa domanda, dipende esclusivamente da lei?
- Non da me solamente, è questo, - ella risponde, d'un tratto sicura e quasi dura: - o sì, dipende da me, se voglio; ancora non ho deciso perché ho intenzione di fabbricarci io.
Questa notizia parve quasi rallegrare l'uomo: i suoi vivi occhi neri, che non cessavano di fissare la donna, si volsero a guardare il terreno.
- La posizione è magnifica, e avendone i mezzi è un vero peccato non fabbricarci subito: ma più peccato ancora è che non possa fabbricarci io, - aggiunse sorridendo.
Aveva un sorriso beffardo e melanconico, che ringiovaniva di colpo il suo viso glabro alquanto lungo e scavato, ma lasciava vedere troppo i denti forti eppure già alcuni ricoperti d'oro.
Anche questo sorriso piacque alla donna: quella bocca grande, cattiva e triste, le destò un senso di desiderio: e subito ella parve interessarsi alquanto ai casi di lui; scese uno scalino e con la mano nuda indicò uno spazio ancora libero di costruzioni.
- Vede, lì è tutto ancora da vendere, e a buone condizioni. Sono terreni di una cooperativa, che s'incarica pure di costruire.
Egli seguiva la mano di lei con uno sguardo tenace come un bacio.
- Lo so, lo so: ma era il suo terreno che io volevo.
Ella fece un gesto vago, come per dire «se dipendesse solo da me la contenterei», poi risalì lo scalino e si volse per chiudere la porta.
Egli non se ne andava: quando ella si rivolse per salutarlo lo vide così scavato e rattristato in viso che provò quasi un senso di pietà: le parve ch'egli volesse chiederle ancora qualche cosa, forse di accompagnarla, di non lasciarlo solo al limite della città misteriosa che in quella giornata di solitudine - era un sabato e gli operai non lavoravano - sembrava fatta di rovine.
Egli però si ricompose subito, salutò e lasciò ch'ella se ne andasse.
Ella se ne andava col suo passo silenzioso ed agile, sicura sui tacchi altissimi delle scarpette lucide che riflettevano il colore dorato delle calze trasparenti: e pareva fosse la carne dura delle sue gambe sottili a risplendere attraverso quel velo. Il mantello e il vestito corto svolazzavano assieme, lievemente, con un movimento di piacere e di scherzo, felici di andarsene in giro; e tutta l'armoniosa figura di lei, sullo sfondo di quelle grandi strade nuove che non finivano neppure all'orizzonte e parevano fatte per lei, per condurla nel mondo, si moveva con un passo di danza, sull'arco fra il tacco e la punta delle scarpette luminose.
L'uomo la seguiva, alquanto di lontano, e senza volerlo camminava anche lui lieve, quasi cercando di non far rumore perché lei non se ne avvedesse; ma sentiva ch'ella sapeva bene di questo inseguimento e se ne compiaceva, e che, lui volendo, non sarebbe più andata dove intendeva andare prima d'incontrarlo, ma in qualche luogo dove incontrarsi ancora: poiché la proprietaria di terreni e l'uomo che vuole tentare una speculazione erano scomparsi, e rimanevano solo la donna che cammina lieta di sé e della sua bellezza nelle vie del mondo, e il maschio che la insegue.
La strada si allargava; dilagò in una piazza donde parve sfuggire da tutte le parti in altre strade felici di ville, di giardini, di sfondi d'azzurro e d'argento; proseguì, più in là affogata da grandi palazzi e pur tuttavia ancora deserta, ancora tutta dell'uomo e della donna: già però nello sfondo s'intravedeva uno scorrere e incrociarsi di veicoli, un movimento di folla; e si sentiva lo stridere e il rombare della città viva.
La donna affrettava il passo, come se qualcuno laggiù la chiamasse e l'attendesse: e l'uomo s'affrettò anche lui, spinto da un primo senso di gelosia, o dall'istinto del cacciatore che vede la preda perdersi e salvarsi nella macchia. In cima alla strada ella svoltò seguendo sempre il marciapiede a sinistra, ed egli fece a tempo a raggiungerla con lo sguardo. E gli parve che tra la folla grigia il colore del mantello di lei spandesse come una calda raggiera che arrivava fino a lui; e che, per l'andatura volante, ella scivolasse sui pattini, volteggiando intorno alle persone che le impedivano il cammino, e facendosi largo col solo suo avanzarsi.
Solo la vide esitare un attimo davanti a un grande portone, quasi dovesse entrarci, o perché lì era diretta, o per sfuggire all'uomo che la inseguiva; allora ebbe un istintivo movimento di corsa, ma ella era già di là dal portone, più rapida ancora, come avesse sentito l'impercettibile ansia di lui e lo eccitasse maggiormente a raggiungerla.
Ed ecco