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Le donne al Parlamento
Le donne al Parlamento
Le donne al Parlamento
E-book80 pagine35 minuti

Le donne al Parlamento

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Info su questo ebook

"Le donne al Parlamento" è una commedia di Aristofane andata in scena per la prima volta ad Atene nel 391 a.C.

Aristofane (Atene, 450 a.C. circa – 385 a.C. circa), è stato un commediografo greco antico, uno dei principali esponenti della Commedia antica (l’Archaia) insieme a Cratino ed Eupoli, nonché l'unico di cui ci siano pervenute alcune opere complete (undici).

Traduzione a cura di Ettore Romagnoli.
 
LinguaItaliano
EditorePasserino
Data di uscita23 set 2017
ISBN9788893453295
Le donne al Parlamento

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    Anteprima del libro

    Le donne al Parlamento - Aristofane

    Aristofane

    Le donne al Parlamento

    The sky is the limit

    ISBN: 9788893453295

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice

    PERSONAGGI DELLA COMMEDIA:

    PRASSAGORA

    DONNA A

    DONNA B

    DONNA C

    DONNE, che formano il Coro

    SBIRCIAPAPPA

    VICINO, di Sbirciapappa

    Un ENTUSIASTA

    Uno SCETTICO

    Un'ARALDA

    Una RAGAZZA

    VECCHIA A

    Un GIOVANOTTO

    VECCHIA B

    VECCHIA C

    FANTESCA, di Sbirciapappa

    PROLOGO

    Due case separate da un viottolo: quella a destra è di Sbirciapappa

    e di sua moglie. È notte, e, a mano a mano, durante la prima scena,

    spunta l'alba.

    PRASSAGORA (Esce di casa, con una lampada accesa, che appende

    in alto all'angolo della sua casa, verso la párodos destra.

    E poi, si rivolge a lei, e l'apostrofa):

    Della tornita lampa occhio fulgente,

    ora che appesa e bene in vista sei,

    la tua sorte esporremo e i tuoi natali.

    Poi che da figulino impeto espressa

    col volubile disco, un rutilante

    sole hai nel becco, dà con la tua fiamma

    il convenuto segno. In te soltanto

    fiducia abbiamo, e con ragion; ché pure

    quando proviamo afrodisiache pose

    nelle stanzucce nostre, e tu ne assisti;

    né dai suoi Lari alcuno esclude mai

    la tua pupilla, vigile dei corpi

    agl'intrecci lascivi; e sola brilli

    nei penetrali delle cosce arcani,

    e il pel florido v'ardi. E quando l'arche

    di pomi colme e del licor di Bacco

    saccheggiamo, ne assisti; e non spettegoli

    quanto con noi facesti, al vicinato.

    Conoscerai pertanto anche i disegni

    d'oggi, tramati dalle mie compagne

    nelle Scire. Ma non ne vedo una,

    di quelle che dovrebbero esser qui!

    E già spunta l'aurora; e noi, per dirla

    con Mischiazuffe, ve ne ricordate?,

    occupare dobbiam ben altri seggi,

    e in guisa tal seder che non ci scoprano.

    Che sarà? Non si sono appiccicate

    le barbe che dicemmo? O non pervennero

    a rubare i mantelli dei mariti?

    (Dalla párodos destra sbucano alcune donne,

    una delle quali con un lume in mano)

    Ma vedo un lume che s'avanza... Fammi

    trarre in disparte, che non fosse un uomo!

    DONNA A:

    Andiamo, è ora! Adesso adesso, mentre

    ci s'avviava, risuonò il secondo

    chicchirichí del gallo.

    PRASSAGORA:

    E per attendervi,

    occhio tutta la notte io non ho chiuso!

    Fammi chiamare, qui, questa vicina,

    ora! Gratto alla porta! Suo marito

    non se ne deve accorgere!

    DONNA B (Uscendo):

    T'ho udita

    che grattavi con l'unghie. Non dormivo

    mica. Stava calzandomi. Amor mio,

    mio marito - lo sai, che sono moglie

    d'uno di Salamina - non ha fatto

    che vogar tutta la notte fra le coltri;

    e appena adesso, l'ho potuto prendere,

    il suo mantello!

    DONNA A:

    Vedo Liberata

    che viene qui... con Caralode... e Onesta!

    PRASSAGORA:

    Vi sbrigate? Dolcetta ha fatto voto

    che l'ultima a venire pagherà

    tre boccali di vino ed un quartuccio

    di ceci.

    DONNA A:

    Oh, non la vedi, che sgambetta

    con le scarpe da uomo, Melassína,

    la moglie di Puccetto!

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