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mercoledì 25 novembre 2015

GLI AGNOLOTTI LI FACEVA MEGLIO MIA NONNA




Mai avrei pensato di passare un pomeriggio a fare agnolotti. Insieme a tutta la pasta ripiena erano stati catalogati tra i "ma chi me lo fa fare", ovvero tra quelle preparazioni che non rientrano nei miei gusti di donna pigrissima. Se c'è chi lo può fare molto bene per me, perchè  mai mi ci devo mettere? Questo ho sempre pensato di tutti quei piatti che richiedono tanto tempo nella preparazione. Questo penso ancora, ma c'è un piccolo problema. C'è una sfida che si insinua strisciando nella mia pigrizia e che quasi ogni mese mi fa affrontare per la prima volta dei capitoli della cucina che avevo deciso di lasciare ai futuri concorrenti di Masterchef.

Così. per star dietro al folle gruppo dell'emmetichallenge, ho deciso che dopo essermi cimentata col disosso del pollo, avrei anche affrontato la pasta ripiena.

La mia storia è scandita dalle paste ripiene.

Torino, tavolo di formica giallo, una rotella in mano e la nonna che, la sua mano nella mia, tagliava insieme a me gli agnolotti per il pranzo di Natale.

Milano, tinello di casa dei miei e mia mamma che ci porta in tavola i ravioli comprati nel pastificio artigianale vicino a casa.

Pianello Val Tidone, i compleanni della nonna dell'allora fidanzato (ora marito) fatti di trattorie, lunghe tavolate di parenti e ciotole piene di caramelle piacentine condite con fiumi di burro e salvia profumata

Ferrara, il lavoro lontano da casa del marito ha avuto i suoi vantaggi. Come non dimenticare i cappellacci di zucca conditi col ragù assaporati  nei tanti ristoranti frequentati durante la trasferta ferrarese?

Posada, ancora tavolate, ancora pasta ripiena. Questa volta si tratta di amici, tanti bambini e culurgiones come se piovesse. Pomodoro e basilico fresco e tanto tanto pecorino.

E quindi con cosa cimentarmi? Con ciò che mi definisce di più, con la mia storia più profonda. Con gli agnolotti della nonna. Non avendo ricetta, non ricordando nulla se non il tavolo di formica, ho cercato nei miei libri di cucina piemontese e ci ho provato.



AGNOLOTTI PIEMONTESI AL SUGO D'ARROSTO

e profumo di tartufo  bianco

Dosi per un sacco di agnolotti.... non saprei dirvi quanti
Ingredienti


Per la pasta


500 g di farina 00
4 uova
un cucchiaio di olio
acqua se necessario

Per il ripieno


250 g di sottopaletta di vitello (o arrosto della vena)
250 g di coscia di maiale
olio extravergine d'oliva
burro
rosmarino
alloro
un cuore di porro (variante mia, ci vorrebbe dell'aglio)
un bicchiere di vino bianco
brodo di manzo (io l'ho preparato con un bel pezzo di biancostato di scottona, carota, sedano, cipolla)


un uovo
50 g di parmigiano grattugiato
250 g di spinaci lessati (gli agnolotti langaroli vogliono la verdura, come la ricetta di fotocibiamo, quelli di Torino e provincia no, io ho preferito seguire la prima versione, anche se la tradizione vuole la scarola)
un pizzico di noce moscata
un cucchiaino di sale aromatizzato al tartufo bianco

PROCEDIMENTO


Preparate prima di tutto l'arrosto e il brodo
In un tegame scaldate tre o quattro cucchiai di olio e una noce di burro. Tritate il porro e soffriggete insieme agli aromi. Asciugate la carne e fatela rosolare a fuoco vivace in tutti i lati. Bagnate con un bicchiere di vino bianco e fate sfumare.
Abbassate la fiamma, coprite il tegame e fate cuocere a fuoco molto basso per tre ore circa, bagnando se necessario con il brodo. Fate raffreddare e tritate l'arrosto insieme agli spinaci

In una ciotola unite il trito di arrosto e spinaci, l'uovo, il parmigiano, la noce moscata e il sale. Impastate bene con le mani.

Mentre l'arrosto cuoce, preparate la pasta. Setacciate la farina e sistemate nel centro le uova e il cucchiaio di olio.
Impastate e aggiungete l'acqua se necessario. Quando avrete un impasto liscio e omogeneo, avvolgetelo in una pellicola e mettetelo a riposare in frigorifero per almeno mezz'ora

Dopo il riposo tirate la sfoglia. Sistemate dei mucchietti di impasto sulla sfoglia e copriteli con altra. Premete e tagliate con una rotella.

Mettete gli agnolotti a riposare per un paio d'ore in un luogo fresco.



Per cuocere gli agnolotti potete procedere in due modi: con la cottura in acqua salata o con cottura nel brodo.
Io ho deciso che era meglio l'acqua anche perchè per i soliti impegni dell'ultimo minuto mi hanno costretta a congelare il brodo.



Cuocete gli agnolotti in acqua salata per  qualche minuto. Nel frattempo passate il sugo d'arrosto al setaccio, fatelo restringere un po' ed eventualmente aggiungete un paio di cucchiaini di fecola di patate per addensare
Io ho aggiunto anche un goccio di concentrato di pomodoro.

Scolate gli agnolotti, irrorateli con il sugo di arrosto e aspettate il giudizio del marito :)



CONSIDERAZIONI



  1. un vero lavoraccio.... la mia nonna era davvero una donna paziente, ne ho la prova
  2. devo sistemare gli ingredienti della sfoglia, la ricetta che avevo non mi ha convinta a pieno anche perchè la pasta non era facile da lavorare
  3. diciamo che sono ben lontana dall'ottenere una sfoglia uniformemente sottile e per questo i miei agnolotti sono rimasti molto spessi ai bordi 
  4. è sempre bello mettersi alla prova, ma ... gli agnolotti li faceva meglio la mia nonna 




PS

non ne potevo più di fare agnolotti... e quindi con il ripieno avanzato ho fatto una sorta di mini bacon bomb o polpettone svuotafrigo. Cotto non sul bbq ma in padella, è stato molto apprezzato dal marito


giovedì 31 gennaio 2013

Liberiamo una ricetta: paccheri ricotta e pomodoro

 



18.30 di un pomeriggio nebbioso. Esco dalla riunione e mi infilo in farmacia. Di fianco c'è un piccolo supermercato. "Cosa preparo per cena"? Il solito dubbio di tutte le mamme-mogli.... Entro a cercare ispirazione. Vago per qualche minuto senza alcuna meta e senza idee per la testa. Poi lo sguardo si posa sul banco della gastronomia. Una fetta di cremosissima ricotta mi manda messaggi....

19.10: esco dal super. In testa una ricetta che non facevo da tempo. Lo so, non piacerà ad Anna che non ama la ricotta. In compenso Giacomo se ne farà fuori due piatti. E io e il marito avremo il nostro momento di amarcord...

20.05: il marito chiama, sta tornando. "Cosa si mangia?" La domanda usuale, quella che viene subito dopo il "com'è andata oggi". A volte, dipende dalla fame, viene prima ;). "Oggi un revival, pasta pomodoro e ricotta, ti va bene?" "Benissimo!! Belli i revival!"

Lo so, da una che ha un blog di ricette vi aspettereste di più. Soprattutto quando anche le mamme che di solito non si mettono ai fornelli danno il massimo per #liberericette.  
Ma questa per me non è una ricetta qualsiasi. Si porta dentro i primi giorni da sposati, quando si usciva la mattina di casa col buio e si tornava e non era necessario alzare le tapparelle. Quando prima di andare a dormire preparavo la moka sul fornello e arrivavo alle otto di sera con un marito abituato a mangiare bene (dopo anni di mamma super cuoca) e parecchio affamato. I primi mesi di vita insieme, quelli in cui si impara tutto, anche a far da mangiare. 

lunedì 28 gennaio 2013

PICI E ANATRA, PRENDERSI IL PROPRIO TEMPO




Ci sono ricette, quelle della settimana, che nascono in massimo 40 minuti. Ci sono piatti che hanno bisogno del week end, di un sabato mattina senza impegni o di una domenica con messa programmata in serata. I piatti dell'MTC rientrano in questa seconda categoria. Sempre. Perchè solitamente non sono tra quelli che abitualmente cucino. E poi è rilassante e gratificante ogni tanto misurarsi con qualcosa di nuovo. I pici, ad esempio, chi aveva mai provato a tirarli?

venerdì 25 gennaio 2013

MARITO, COZZE E SPAGHETTI

spaghetti, cozze e datterini


Il marito è uno che mangia. Di tutto. Solo non fategli trovare una pasta con i carciofi: gli fareste un dispetto, è l'unica verdura che detesta fino alla nausea. Se tutto è apprezzato, ci sono alimenti per cui nutre una viscerale passione. Due fra tutti ? La maionese e le cozze, ve l'ho già raccontato-
Le cozze sono amate in tutte le varianti: dall'impepata a quelle con il bacon preparate per il capodanno british-hobbit, dalle gratinate alle ripiene fino ad arrivare alla pasta. Un piatto di pasta con le cozze lo riconcilia anche con la giornata più nera al lavoro.

venerdì 22 giugno 2012

LA PASTA DI UNA CALDA SERA D'ESTATE



Giugno, finisce la scuola, termina l'intensa vita pomeridiana dei figli. Inizia l'oratorio feriale: mattina-pranzo a casa-pomeriggio. Attività, tornei, piscina, gioconi, canti e balli e la gita. 250 "bambini" tra elementari e medie più un centinaio di bellissimi ragazzini delle superiori che fanno gli animatori. Nonne pronte a nutrire i bimbi che non possono tornare a casa, mamme che si inventano lavoretti e attività da fare la mattina sotto il tendone. Io ho detto di sì un anno e da allora le tre settimane di giugno sono impegnate così. Quest'anno si costruiscono elmi spade, scudi, cavalli. Per la festa finale è prevista una battaglia!
La mattina in oratorio, un viavai rigorosamente in bicicletta (che bello poter abbandonare la macchina), il pomeriggio a scrivere e sistemare casa. La sera arriva il marito e vorrebbe poter mangiare qualcosa di decente. Come al solito si apre il frigorifero e ci si ispira....
Zucchine del contadino, pomodorini secchi, mozzarella, erbette aromatiche direttamente dal giardino, un'acciuga che piace sempre e un formato di pasta che non mi fa impazzire, ma era in dispensa e non si butta via nulla!

martedì 15 maggio 2012

VERDE PRIMAVERA



Non si può dire di no ad un bauletto pieno di asparagi, soprattutto se scontati. Tre su quattro li abbiamo sempre amati, ora anche il quarto, il maschietto, comincia ad apprezzarli, complice la cremina con l'uovo sodo d'accompagnamento (che avevo preparato e fotografato, ma in un bel pasticcio dei miei si sono cancellate un sacco di foto ...). Sarà per la prossima volta!

lunedì 19 marzo 2012

Bottarga e pecorino, pasta sfiziosa e rapida nr 2



Strano week end quello passato. Il sabato trascorso con un marito al lavoro, un figlio con la solita partita di calcio, una figlia all'ennesima festa di compleanno (e non rientrava più... a tredici anni fanno già tardi la sera? Bisogna correre ai ripari!) Nessuna acrobazia in cucina, un po' di ordine in casa e un paio d'ore di giardinaggio con una bella vescica al pollice come conseguenza. Se voglio continuare a potare la lunga siepe di gelsomino che è rimasta bruciata dal gelo di questo inverno devo procurarmi delle cesoie nuove...

venerdì 17 febbraio 2012

CUCINA VINTAGE? CHIAMIAMOLA COSì...



Vi capita mai di preparare per cena un piatto che vi fa un po' vergognare di essere food blogger?  Fermo restando che non sono poi così sicura di esserlo, a me capita spesso. Dalla banale pasta al pomodoro preparata per i miei figli a qualche junk food stile wurstel e pureè... Il problema è che i figli apprezzano anche solo la pasta con la panna  e questa è una vera tentazione alla mia pigrizia :).
Cosa preparare per cena è sempre un dilemma.

lunedì 23 gennaio 2012

LE TAGLIATELLE: c'è sempre una prima volta



Questo è il bello dell'MT Challenge. Uno pensa da tempo di provare a fare un piatto e rimanda, rimanda, rimanda. Poi salta fuori la sfida. Non si può più rimandare. E' successo per i bignè del profiterole, succede anche questo mese con la pasta fresca. Le tagliatelle. Mai fatte a casa. L'unico approccio è stato alla scuola di pesce che ho fatto la primavera scorsa.

mercoledì 5 ottobre 2011

VERDURE, ORECCHIETTE E AMICI ASPIRANTI CUOCHI



Vacanze (ancora, sì... questo clima estivo aiuta!). Il mare insieme agli amici significa serate a mangiare tutti insieme, i tavoli da giardino uniti nel prato e il lampione della strada come unica, romantica luce. In spiaggia si pensa a cosa preparare e ci si divide i compiti.

martedì 22 febbraio 2011

SCAMPETTI E LINGUINE: IN BIANCO O AL POMODORO?



E' ancora freddo, conviene andare al mercato quando tutti stanno già pensando a sbaraccare. Già, perché i fratelli pescivendoli un po' di sconto te lo fanno. Soprattutto se è rimasto poco sul banco. Ti rifilano tutto quello che è avanzato e te lo mettono a meno del prezzo iniziale. Bisogna far solo attenzione a non farsi infilare nel sacchetto tutto il banco, sennò  si rischia di far fuori il budget di spesa alimentare di una mese. Loro lo sanno, al massimo spendo 30 euro. E l'altro giorno mi sono portata a casa un chilo abbondante di scampetti, una certa quantità di enormi calamari, entrambi mediterranei e un paio di chili di alici.

giovedì 11 novembre 2010

ANCORA ZUCCHINE, ANCORA CREMA



Ho provato anche io l'ebbrezza del cesto del contadino. In casa mia la salsa di pomodoro arriva una volta l'anno ai primi di novembre, un bancale che sfama diverse famiglie direttamente dalla Puglia e da una comune agricola che fin dagli anni '70 coltiva biologico. I tempi cambiano e per poter aggiungere qualche entrata che di questi tempi male non fa, i più giovani dell'azienda hanno pensato alle cassette di ortaggi a domicilio. E siccome il carico di salsa era già programmato, insieme ai barattoli ci siamo portati a casa anche una bella cassetta di pomodorini, zucchine, finocchi, cime di rapa.

mercoledì 29 settembre 2010

PASTA SFIZIOSA E RAPIDA, E' POSSIBILE?


Lo confesso, quando arrivo alle sette e mezza di sera che sto ancora stirando, in cucina c'è una tovaglia di quadernoni, matite, libri, fogli, diari dei figli, e bisogna pur mettere in tavola qualcosa in tempi rapidi perché i figli non vadano a letto a orari improponibili, spesso e volentieri il menù dei piccoli risulta un po' monotono. Una bella pasta al pomodoro, al quale aggiungere a crudo un po' di crema di olive nere, verdure e formaggi, frutta e la cena è sistemata.
Si, certo, quella dei piccoli.... ma il marito? Per il marito c'è tempo, il rientro tardivo ha i suoi vantaggi, ma chi ha voglia alle dieci di imbarcarsi in virtuosismi gastronomici? In questi casi ci vuole un po' di fantasia e qualche salva-cena sfizioso che non manca quasi mai in dispensa .

mercoledì 14 luglio 2010

ZUCCHINE IN CREMA, E TUTTI LE MANGIANO





Corre il tempo, è più di una settimana che sono approdata sui monti della Valle di Susa e ancora non ho aggiornato il blog. Ma le nostre giornate passano tra corsi di tennis, gite tra i monti e divertimenti vari.
La cucina è in mano alla padrona di casa (mia madre), e solo nel week end, quando il marito (animale da mare) obtorto collo ci raggiunge, allora ci gustiamo qualcosa di sfizioso.

Avrei da raccontarvi di tome d'alpegggio, di caprini erborinati, di mocette di cervo e soprattutto di meravigliosi dolci di un amico pasticcere, che mi ha promesso che un giorno o l'altro mi farà entrare nel suo regno e mi insegnerà a fare i macaron con la farina di nocciole, come li fa lui.

martedì 29 giugno 2010

LATITANZA, PREPARATIVI E MOSCARDINI


No, non sono ancora partita! Ma in questo periodo tra mattinate e pomeriggi impegnati in creazioni di draghi, stendardi, leoni e tempeste (non sono impazzita, ho aiutato nelle attività dell'oratorio feriale dei miei bimbi), casa che va a rotoli, cesto della roba da stirare che rischia di soccombere sotto il peso della biancheria, il tempo per scaricare le ultime foto fatte e mettermi a pensare a cosa scrivere proprio non l'ho avuto.

giovedì 20 maggio 2010

Tonno o astice?


Se devo spendere più o meno 30 euro al chilo per il tonno fresco o per un astice, chiaramente preferisco il secondo... vuoi mettere un bel piatto di linguine o, adesso che arriva il caldo (forse) una bella catalana? Ma quando al supermercato il tonno è scontato, ne faccio scorta e surgelo.
Così, quando non so cosa cucinare e ho voglia di pesce, mi basta tirare fuori dal freezer il trancio e... no, a casa mia niente sushi! Il tonno finisce sempre o sulla piastra come secondo o, ed è il caso di questa ricetta, come condimento di un bel po' di pasta!

martedì 18 maggio 2010

Torino mordi e fuggi e pasta con asparagi mordi e gusta



E' stato un week end intenso e pieno, di emozioni, di allegra compagnia, di cose belle viste e godute e di stanchezza. Ma ne valeva la pena. Cominciamo dall'inizio: sabato mattina niente relax, sveglia all'ora in cui si va a scuola e partenza per Torino. Da mesi avevamo prenotato la visita alla Sacra Sindone per noi e un gruppetto di amici. Arriviamo trafelati, siamo in perenne ritardo e ci mettiamo il cuore in pace: una coda infinita che lentamente avanza ci aspetta. Ma siamo in compagnia, si chiacchera e i bimbi giocano.

lunedì 3 maggio 2010

Mercoledì pesce


"Domani dovrei tornare un po' prima, compri il pesce e mi aspetti?" Una volta era la prassi, il mercoledì, giorno di mercato, andavo a comprare il pesce e la sera, anzichè mangiare coi bimbi, li mettevo a letto e preparavo per due. Il mercoledì-pesce era la nostra serata: in due intorno al tavolo, bottiglia di vino bianco, buon cibo e tante chiacchere. Niente televisione a far da sfondo alla cofana di pasta mangiata sul divano. Ma un conto era attendere fino alle 21.30, un altro è mettersi a tavola intorno alle undici, come spesso capita da un po' di tempo a questa parte.

Questa volta il marito dice che torna un po' prima, posso farcela, lo aspetto. Porto i bimbi a scuola e poco dopo le otto sono già al mercato. I fratelli siciliani stanno ancora sistemando il banco, ma vedo già dei gamberi, rosa tenue, non molto grandi, "pescati nel mediterraneo". Sono freschissimi, li puoi mangiare crudi, mi dice il più vecchio e intanto se ne prende uno e se lo ingolla.
Li compro, farci colazione non è la mia aspirazione, non credo neanche che li mangerò crudi, ma per una pasta possono andare benissimo. Giro per gli altri banchi e trovo gli asparagini, quelli sottili che mi piacciono molto. Fragole, le prime nespole per Anna e posso soddisfatta andarmene a casa per fare colazione come si deve (sono tradizionalista, caffè e biscotti). La sera preparerò

LE LINGUINE GAMBERETTI, ASPARAGINI E ZAFFERANO.
Dosi per tre o per un marito che mangia per due e una moglie che apprezza

330 grammi di linguine
mezzo mazzo di asparagini

mezzo scalogno
700 gr di gamberi del mediterraneo
media misura
mezzo bicchiere abbondante di vino bianco
fior di sale
olio extravergine d'oliva

pepe
erbette provenzali

una bustina di zafferano


Prendete gli asparagi e tagliate il fondo, la parte più legnosa. Lavateli delicatamente, uno a uno sotto l'acqua corrente, metteteli possibilmente in piedi in una pentola con un po' d'acqua (l'acqua deve arrivare poco sotto la metà del gambo). Coprite con un coperchio e portate a bollore.


Nel frattempo sotto l'acqua corrente pulite i gamberi, togliete le teste, sgusciateli ed eventualmente eliminate con un coltello appuntito il filetto nero. Io tengo sempre le teste e le metto nell'acqua per la cottura della pasta. Così danno sapore alla pasta.


Quando gli asparagi sono morbidi, ma ancora verde brillante, scolateli e teneteli da parte. Potrete utilizzare l'acqua di cottura (che è ricca di sali minerali), aggiungetene dell'altra e mettetela sul fuoco, insieme alle teste di gambero.
In una casseruola mettete 2 cucchiai di olio, il mezzo scalogno tritato e fate soffriggere delicatamente.

A olio caldo aggiungete i gamberi, mescolate e fate cuocere per qualche istante. aggiungere il vino bianco, fate sfumare e andare coperti per un minuto. Spegnete.

Quando l'acqua bolle, buttate la pasta. Tagliate gli asparagi a tocchetti e uniteli ai gamberi. Sciogliete lo zafferano in un bicchiere di acqua calda e versatelo nella padella. A fine cottura, rimettete la padella sul fuoco (basso), rimescolate, scolate al dente e fate saltare. Unite le erbette provenzali, un pizzico di fior di sale e una grattata di pepe.


Una bottiglia di Cala Silente, un po' di carasau da sgranocchiare, una giornata da condividere e la mattina successiva si può raccontare in ufficio la cena, tanto per far venire un po' di invidia ai colleghi!

giovedì 15 aprile 2010

Ricette svuota-frigo e salva-cena, ideali per mariti affamati


Capita che si passi la giornata tra minimo indispensabile perchè la casa sia decente, attività dei figli, post per Blogmamma e ricerche, per ora infruttuose, di case in Sardegna per l'allegra combriccola di amici (sono l'agenzia viaggi della compagnia, ma quest'anno non ho più tanta voglia...).
Capita che la spesa in una giornata così non venga contemplata. E che il tempo e la voglia per impostare qualcosa di particolare o dalla preparazione un po' lunga non ci siano.
Capita che i figli siano invitati all'ultimo a casa di vicini a cenare e che invece il marito chiami alla solita ora, intorno alle nove, asserendo di non aver pranzato ( ma come fa a resistere per così tanto tempo senza mangiare???) e di avere una fame da sbranarsi un tavolo.
Capita (anche spesso). E adesso che faccio?
Semplice, basta mettere su una pentola con abbondante acqua e nel frattempo aprire il frigo.
Perchè là si trovano sicuramente, magari nascosti dietro mille barattoli di salse-olive-patè-marmellate, avvolti nella carta stagnola, residui non identificati in attesa ormai rassegnata di essere utilizzati. E allora, ultimo sforzo di fantasia spiccia, ecco uno di quei sughini svuota frigo,

AMATRICIANA ERETICA, OVVERO PENNE POMODORINI, MOZZARELLA E PANCETTA
solita dose per due o, come nel mio caso, per un marito affamato

Mezzo cestino di pomodori ciliegino, un po' duri e croccanti

50 grammi di pancetta (lo so, per l'amatriciana ci vuole il guanciale, ma questa è eretica!), la mia è affumicata, altoatesina

mozzarella di bufala quanto basta o quanta ve ne è rimasta in frigo

olio extravergine d'oliva

passata di pomodoro

erbette aromatiche, che non guastano mai, in attesa che cresca il basilico.

Mentre l'acqua bolle, tagliare a fettine sottili la pancetta, versare in una padella coi bordi alti in cui poi far saltare la pasta un paio di cucchiai di olio. A olio caldo, unire la pancetta e lasciar sfrigolare finché non sia diventata croccante, toglierla dalla pentola, tenerla da parte.
Lavare e tagliare i pomodori, farli saltare nel condimento della pancetta, avendo cura di non cuocerli troppo (mi piace che rimangano un po' duretti), aggiungere due o tre cucchiaiate di passata di pomodoro, far cuocere ancora un po' e spegnere.
Quando la pasta è pronta, riaccendere la padella col sugo, versarvi la pasta scolata, mescolare e far saltare per un minuto. Spegnere nuovamente e aggiungere la mozzarella preventivamente tagliata o ridotta a straccetti. Mescolare e versare un una zuppiera. Prima di servire, sistemare qua e là sulla pasta le chips di pancetta. Terminare, volendo, con una spolverata di erbette provenzali e una grattata di pepe.

Il marito, per fortuna, nel frattempo non ha addentato il tavolo, anzi, ha anche pazientato quei trenta secondi in cui ho rapidamente immortalato la pasta (foto scarsa, mi scuserete) e con una bella birra fresca si è gustato finalmente la sua cena.

lunedì 22 febbraio 2010

Al posto dei monti... Puglia e Basilicata!

Vacanze di Carnevale, quando tutta Italia inizia la Quaresima, a Milano si raggiunge il clou del Carnevale, con relativi giorni a casa da scuola.
Solitamente ne approfitto per passare qualche giorno in montagna. Sole, neve, cieli limpidi, sci, pasticceria. O anche freddo, scarponi gocciolanti, mettiti calzamaglia-calze-dolcevita-maglione-tuta-guanti-hai preso le mascherine?-e il sottocasco?.
E code agli impianti, al bar per i panini, al bagno dove si pattina con gli scarponi ai piedi, in pasticceria per accaparrarti l'ultimo krapfen che l'orario dello sforno è quasi terminato...
Gioie e dolori della montagna. Il marito vede solo i dolori e già ai tempi dell'università partiva con fiaschetta di grappa nel taschino della giacca, due piste e si chiudeva in rifugio con gli amici a consolarsi con polenta e capriolo.
Beh, quest'anno, non avrei avuto la compagnia (e l'aiuto) dei miei, il marito aveva il sabato lavorativo, inizialmente le previsioni non erano il massimo, ho deciso di rimandare i giorni in montagna a marzo, quando è un po' più caldo, che quest'inverno di freddo ne ho preso abbastanza.
Quindi week end tranquillo, senza impegni, salvo una partita di Giacomo in casa, senza amici del sabato sera, col marito a lavorare. E con un gran sole (uffa!) .
L'deale per fare un po' di pulizie in casa (col bel tempo lavoro meglio) e per dilettarsi in cucina. Il week end giusto per mettere mano alla ricetta per partecipare al contest di Paoletta e di Angela, manca poco e io sono sempre quella dell'ultimo minuto!

Era un po' che ci pensavo, mia suocera è pugliese, bastava attingere dalla sua esperienza.
Quando, da fidanzata, frequentavo la casa dei miei suoceri, mi capitava spesso di arrivare e sorprendere in cucina mia suocera in chiacchere con la sua vicina, una pugliese, l'altra emiliana. La chiacchera andava, ma le mani lavoravano: asse di legno sul tavolo e gesto automatici, che neanche avevano bisogno dell'attenzione degli occhi. Ne uscivano a volte orecchiette, altre cavatelli, altre fusilli al ferretto, altre ancora tagliatelle e tagliolini. Sono sempre rimasta affascinata da questo lavorare così naturale, chiacchere e cucina, mani che impastano e creano e condivisione.
Ora i miei suoceri hanno cambiato casa, ma i vicini sono rimasti gli stessi. Stesse chiacchere, magari mentre si fa una torta o si cucina il risotto, ma la pasta fresca, almeno per mia suocera, non si fa più, problemi alle mani non lo permettono, ora le orecchiette si comprano.
Ecco cosa avrei potuto preparare, una pasta fresca fatta con le mie mani e la mie inesperienza condita con qualche prodotto pugliese e lucano
Detto fatto, ma nel frattempo (io e la mia incapacità di organizzarmi!) i suoceri sono partiti... niente scuola di cucina!
Non mi sono arresa, uno sguardo in rete ed ecco i

CAVATELLINI AL GRANO ARSO* CON SUGO DI LUCANICA PICCANTE E RICOTTA SQUANDA**.

Per la pasta:

300 g semola
100 g farina di grano arso
acqua qb

per il sugo:

due cucchiai d'olio evo
un cipollotto
15 fette di lucanica piccante ( o più)
mezza bottiglia di salsa di pomodoro (pugliese)
una spruzzata di vino rosso
due cucchiaini di ricotta squanda

Setacciare in una ciotola le due farine, fare una fontana e versare l'acqua un po' per volta. Versare e mescolare, finchè non si ottenga un panetto uniforme di pasta elastica ma non molle.
Mettere a riposare in frigorifero per una mezz'ora. Successivamente suddividere la pasta in tante parti, arrotolarle su una spianatoia infarinata con la semola e formare dei serpentelli di un cm di spessore. Tagliarli in tanti cubetti di un cm. Prendere il cubetto, affondarvi e contemporaneamente strisciare il pollice con un movimento rapido da sinistra a destra. Porre la pasta su un vassoio e spolverizzarla con la semola, di modo che non si attacchi.

Mettere a bollire una pentola d'acqua, nel frattempo, soffriggere dolcemente olio e cipollotto tritato finemente. Tagliare le fette di salsiccia (3 mm di spessore) a pezzettini, unirle al soffritto, bagnare con una spruzzata di vino rosso e far evaporare, unire la passata di pomodoro, portare a bollore, abbassare la fiamma e far andare.
Quando l'acqua bolle, aggiungere sale e buttare i cavatelli (ho unito un cucchiaio di olio per evitare che si incollassero), attendere che salgano in superficie e cuocere ancora per 3 minuti (i miei sono venuti un po' grossi, quindi tempi sono relativi...), scolare, versare nella padella dove cuoce il sugo e rimescolare. Aggiungere un cucchiaino di ricotta squanda, rimenscolare nuovamente finchè la ricotta non si sia legata.

Come primo esperimento non è stato niente male, l'affumicato del grano arso era un pò coperto dai due sapori forti di salsiccia e ricotta, ma anche i bimbi hanno apprezzato. Ha accompagnato il piatto un rosato fresco come il Calafuria Rosato.

* un tempo, dopo la bruciatura delle sterpaglie in seguito alla raccolta del grano, venivano raccolte le spighe e con questo grano bruciato si ricavava una farina che spesso veniva barattata con quella bianca. Per saperne di più vi rimando qui

** la ricotta squanda o ricotta forte si ricava da ricotta di pecora conservata in recipienti di terracotta chiusi e rimescolata quotidianamente finchè non diventa leggermente acida. E' molto saporita e piccante, viene spesso utilizzata per farcire i panzerotti (che ne dici Paoletta?) e si conserva a lungo in frigo in barattoli di vetro, coperta da olio.







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