Torino è uno dei miei luoghi del cuore.
Uno di quei luoghi che da bambina erano tanto familiari quanto amati. La grande casa dei nonni in piazza Statuto, quella piena di quadri, di materiali e colori con cui creare, di cose nuove da scoprire. La casa dal parquet scricchiolante e dal bagno col mosaico, la casa degli archi al posto delle porte e dell'atelier di pittura sotto il tetto.
La piazza, i tram che sferragliavano, la passeggiata in via Garibaldi, l'aperitivo col nonno in piazza san Carlo, Luigi, il gastronomo dal quale andavo con la nonna a prendere i patè e che salutava ossequioso le madamin, il droghiere che vendeva le pastiglie Leone e le gelatine di frutta, il bonet e i cannoncini alla crema. Il frigorifero Fiat e gli immancabili gianduiotti nella credenza del tinello, quello sotto il ritratto di donna di Mosè Bianchi. Ho dei ricordi bellissimi dei week end passati a Torino.
Poi i nonni se ne sono andati, noi siamo cresciute e la grande casa è rimasto un bellissimo ricordo.
C'è ancora, e ogni tanto sogno di poterci portare figli e marito, perchè possano immaginare anche loro i miei giorni da bambina immersa nella fantasia. Rimarrà, forse, un sogno. Ora che all'improvviso se n'è andato anche il mio papà e che lo zio Camillo non è particolarmente in forma non so più quando e come riuscirò a tornare in quella casa.
Ma a Torino sono tornata spesso. E l'ho sempre trovata bellissima e affascinante. Quella città che attraversavo da bambina e che mi sembrava tanto triste quanto grigia, è finalmente rifiorita. E non ha nulla da invidiare alle sue cugine francesi.
Così durante le vacanze di Natale, avendo rinunciato per vari motivi a un giretto a Lione, abbiamo deciso di fare due giorni proprio a Torino. A, testuali parole di mio marito, mangiare bene e vedere cose belle.
Una notte, ma in un albergo d'atmosfera.Una cena in un ristorante tipico e un po' parisienne, tanti giri tra le vie illuminate dalle Luci d'artista e qualche museo. Due giorni intensi, pieni di bellezza, che sono piaciuti anche ai figli adolescenti.
Non ho fatto tante foto, non ho neanche portato la reflex e mi sono goduta tutto.
Cosa ho visto?
Il palazzo Reale: lo avevo visto da bambina. Ho attraversato le sale piene di stucchi, di oro e di decori ricordandomi di quando, con gli occhi da bimba, le ammiravo fantasticando di essere una principessa.
Il museo del Risorgimento: visto da bambina, ora è tutto diverso. Molto ben studiato, pieno di spunti di approfondimento, ricchissimo e moderno nell'impostazione. I figli si sono scaricati l'App e lo hanno apprezzato anche loro. Notevole e da non perdere il primo parlamento italiano che si trova nel palazzo Carignano, all'interno del museo.
Il museo del cinema, con salita alla Mole Antonelliana: vale da solo il viaggio a Torino. Meglio prenotare online i biglietti, se si vuole salire sulla mole. Il rischio di fare ore di coda è alto, soprattutto nei week end e nei giorni di festa. Noi siamo riusciti a trovare biglietti per una salita dopo il tramonto e la vista di Torino dall'alto, tutta illuminata è davvero affascinante.
Raccontare il museo del Cinema non è facile, è un museo vivo, adatto a tutti. Divertente, coinvolgente. Dalla storia del cinematografo alle mostre tematiche, dalla collezione dei poster alla pura ambientazione del museo, che si fonde benissimo con la struttura particolare della Mole, tutto è da farti rimanere a bocca aperta.
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Dove abbiamo dormito e dove abbiamo mangiato
NH Collection Piazza Carlina: in centro, nella piazza Carlina, situato in un palazzo del XVII secolo, il Regio Albergo di Virtù. Sobrio ed elegante, lo stile che piace a me. La mattina, al risveglio, guardare la piazza animarsi mi ha fatto tornare indietro di qualche anno, ai miei risvegli nella mansarda di piazza Statuto.
Ristorante Consorzio: a Torino c'è l'imbarazzo della scelta per quanto riguarda l'offerta gastronomica. Quando il marito mi ha chiesto di scegliere il ristorante per la cena, non è stato facile decidere. Dalle ricerche sul web, però, un nome continuava a tornare e a incuriosirmi.
Quello del Consorzio. L'idea di un ristorante voluto per stare bene, in cui la ricerca della materia prima fosse fondamentale, un ristorante fondato da un appassionato di vini e uno di formaggi mi ispirava, si avvicinava molto a quell'idea di ristorante che piace a me. E così è stato. Un ambiente elegantemente informale, dove tutto vuole sembrare senza pretese e invece è il frutto di un'attenta ricerca. Lume di candela (o meglio, lume di una lampada che avrei portato a casa volentieri) e un menù che ti fa venire voglia di prendere tutto. Un luogo dove tornare, fosse solo per il risotto Bergese.
Food for Mood: per pranzo qualcosa di più semplice e veloce, ma non banale. Abbiamo trovato questo locale per caso durante una passeggiata per le vie del centro. La particolarità? L'uso della salsiccia di Bra come ingrediente di panini e crostoni. Il mood americano fatto di hamburger, di patatine fritte e di coleslaw è declinato in versione piemontese. Ottimo per la pausa pranzo. Un localino piccolo e familiare da tenere presente per le prossime gite.
Avrei molto alto da dire, le emozioni, i ricordi, il blu del cielo e i palazzi illuminati, il becerin, la bellezza di stare insieme noi quattro, figli adolescenti compresi. Ma per essere il primo post dopo tanto, tanto tempo, direi che è meglio che chiuda qui.
Ciao Torino, torneremo presto.
Avrei molto alto da dire, le emozioni, i ricordi, il blu del cielo e i palazzi illuminati, il becerin, la bellezza di stare insieme noi quattro, figli adolescenti compresi. Ma per essere il primo post dopo tanto, tanto tempo, direi che è meglio che chiuda qui.
Ciao Torino, torneremo presto.
Grazie mille! :)
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