Papers by Francesco Maria Liborio
Cremona. Rassegna della Camera di Commercio, 1984
Il fenomeno carnevalesco generale e nella sua incarnazione urbana a Cremona, dalle origini antich... more Il fenomeno carnevalesco generale e nella sua incarnazione urbana a Cremona, dalle origini antiche e medievali fino alle manifestazioni pubbliche e al progressivo impoverimento nella cultura più recente
Indici relativi al Catalogo degli spettacoli raprresentati in provincia di Cremona dal 1546 al 19... more Indici relativi al Catalogo degli spettacoli raprresentati in provincia di Cremona dal 1546 al 1900. Libretti di opere e balli, Titoli di opere, operette, balli, drammi e commedie, compositori e interpreti, allestitori e persone legate alle rappresentazioni, con in fine bibliografia di riferimento.
Catalogo delle rappresentazioni teatrali in musica e in prosa andate in scena nei teatri della pr... more Catalogo delle rappresentazioni teatrali in musica e in prosa andate in scena nei teatri della provincia di Cremona (Cremona, Crema, Casalmaggiore, Soresina e altri) dalle origini del teatro moderno nel XVI secolo, con la Commedia dell'Arte e le Compagnie di Comici, fino alla fine del XIX secolo, quando cambiano radicalmente le forme organizzative dello spettacolo
Indice delle opere, dei balletti, degli esecutori e collaboratori degli spettacoli e indice gener... more Indice delle opere, dei balletti, degli esecutori e collaboratori degli spettacoli e indice generale dei nomi presenti nel catalogo dei libretti d'opera nelle collezioni della Biblioteca Statale di Cremona
Teatro Comunale Amilcare Pochielli, 1984
Analisi degli aspetti teorici e storici significativi nella drammaturgia e soprattutto nello spet... more Analisi degli aspetti teorici e storici significativi nella drammaturgia e soprattutto nello spettacolo europeo e occidentale nel Novecento prima della fine delle avanguardie
Editrice Turris, 1994
Catalogo con indici delle rappresentazioni teatrali, musicali e coreografiche, ma anche in prosa,... more Catalogo con indici delle rappresentazioni teatrali, musicali e coreografiche, ma anche in prosa, andate in scena nel teatro di Cremona (chiamato Teatro Nazari, poi della Nobile Associazione, della Concordia e infine dedicato ad Amilcare Ponchielli) dalla sua costruzione settecentesca alla ricostruzione neoclassica tuttora attiva, e fino alla fine del XIX secolo.
Books by Francesco Maria Liborio
Libri d'artista e opere calcografiche di Enrico Della Torre consegnate alla Biblioteca Statale di... more Libri d'artista e opere calcografiche di Enrico Della Torre consegnate alla Biblioteca Statale di Cremona
Il Teatro Ponchielli, 1995
L'evoluzione dell'edificio teatrale La storia dell'architettura teatrale italiana costituisce, si... more L'evoluzione dell'edificio teatrale La storia dell'architettura teatrale italiana costituisce, sia sul piano teorico che su quello pratico e più specificamente costruttivo, una parte consistente della storia dell'architettura teatrale tout court, tanto che qualcuno ha potuto identificare in essa la radice, in epoca rinascimentale e non solo, di tutta la disciplina, e pubblicare un volume dal significativo titolo Les origines italiennes de l'architecture théatrale. L'evolution des formes en Italie de la Renaissance à la fin du XVII.e siècle. La storia architettonica del maggior teatro cremonese si inserisce da protagonista, ancorché marginale, magari, di questa storia, in due momenti assai cruciali: il passaggio dalle forme tardobarocche del teatro pubblico, e per un pubblico pagante, nelle capitali come Venezia, Roma, Torino e Milano, alle sale da spettacolo diffuse anche al di fuori delle capitali e nei centri per tanti versi minori, tradizionalmente identificate nell'operatività frenetica della intera famiglia di architetti Galli da Bibiena, posta cronologicamente, in Italia, tra gli anni Trenta e i Settanta del Settecento. Il principale teatro eretto a Cremona si inserisce, nel 1747, proprio in un momento centrale e cruciale di questo percorso, quando ancora gli esempi bibieneschi erano pochi e non notissimi, pur avendo ormai, almeno fra gli addetti ai lavori, dato luogo ad una qualche "maniera" riconosciuta e apprezzata. Quando il primo edeificio teatrale ebbe fatto il suo tempo e si mostrò obsoleto sia sul piano formale ed estetico che su quello funzionale, un incendio che si direbbe provvidenziale, se non doloso come si sospettò che fosse quello di Milano, diede occasione di ricostruire il teatro secondo moduli e modelli ancora una volta innovativi: l'esempio della Scala diventato canonico e normativo nella nostra percezione storica, era nei primi anni dell'Ottocento ancora discretamente unico, ed era stato costruito, nel 1778, riprendendo sì il modello del Teatro Regio di Torino, ma con soluzioni affatto originali, e scelte formali non ancora consolidate, ed anzi nel bel mezzo di discussioni e polemiche anche feroci sulla tradizione bibienesca, ancora in auge, e con un impianto neoclassico del tutto nuovo nella sua coerenza. L'esempio di Piermarini si diffuse non senza difficoltà, ed al momento della costruzione del secondo teatro cremonese l'architetto Canonica era tutt'altro che l'indiscusso capofila dell'architettura teatrale neoclassica che diventerà di lì a poco. Ancora una volta il teatro cremonese anticipa i modi che poi saranno diffusi, imitati e verranno definiti insuperabili dai contemporanei ed ancora per un lungo periodo, fino almeno al nostro secolo, nel quale peraltro e significativamente queste strutture sono ancora attive e funzionali. La marginalità culturale di cui Cremona soffre, e della quale viene così spesso accusata dai suoi stessi abitanti, viene almeno in questo caso contraddetta da scelte coraggiose, informate e innovative, delle quali le va dato atto, senza spocchia né trionfalismi sciovinistici, ma senza neppure masochistici e frustranti autolesionismi.
Drafts by Francesco Maria Liborio
Storia degli spettacoli nei teatri della città di Crema dal XVII al XIX secolo, con catalogo e in... more Storia degli spettacoli nei teatri della città di Crema dal XVII al XIX secolo, con catalogo e indici
Libretti d'opera della Biblioteca Statale di Cremona, 2021
Un libretto d'opera è prima di tutto un oggetto d'uso, appunto un piccolo libro che accompagnava ... more Un libretto d'opera è prima di tutto un oggetto d'uso, appunto un piccolo libro che accompagnava gli spettatori di un determinato evento teatrale e musicale ambientato in uno dei tanti teatri storici che fioriro-no in Italia a partire dai primissimi esempi veneziani e delle altre capitali dell'ancora irriconosciuta nazione italiana. L'oggetto in sé minuscolo e relativamente povero, non certo oggetto, di norma, di particolari attenzioni tipografiche ed estetiche esteriori, aveva il compito di rendere intelleggibile e meglio fruibile, per coloro che lo desideravano, un evento culturale e di intrattenimento di grande complessità, che si vale-va dell'apporto di componenti di notevole valore artistico, a partire dalla composizione musicale, realizzata da cantanti-attori e dai musicisti di un'intera orchestra, i quali agivano in una scenografia più o meno illusi-va e spettacolare, ma comunque dovuta ad artisti figurativi di nome e di vaglia, realizzata da maestranze qualificate ed esperte, che si occupavano anche delle complesse movimentazioni e degli eventuali effetti scenici particolari. Il libretto presenta solo, in prima istanza, il pretesto drammaturgico di questa comples-sa operazione artistica e culturale, della quale le altre parti, visuali e soprattutto musicali sono certo più significative e appariscenti, tanto che il testo letterario si rivela largamente subalterno e al servizio del pro-getto generale 1. Tanto più che l'intero evento si caratterizza per la propria irrecuperabilità, si tratta infatti di un evento effimero che si manifesta solo in presenza degli spettatori per un numero limitato di occasioni e poi scompare per sempre, lasciando solo tracce e repertii libretti, come i testi drammaturgici, sono fra i più frequenti e riconosciuti-che non possono essere considerati se non parti minori dell'evento. La caratteristica è comune e tipica dello spettacolo e del teatro, nelle sue varie articolazioni, ma è condivisa con la musica, la cui esecuzione è l'unico proprium, e la cui trascrizione è propriamente sedimento e traccia. In tempi recenti le forme tecnologiche di registrazione e riproduzione dell'immagine e del suono ci farebbero pensare ad una mutata realtà, capace di strappare all'effimero una parvenza di definitività che tende all'immortalità-e immortalare è infatti e non a caso il termine che associamo a queste attività a partire dalla fotografia e dal suo significato etimologico di scrittura con la luce-rendendoci l'illusione di assistere all'evento stesso sconfiggendo la sua irriducibile irriproducibilità. C'è naturalmente del vero, almeno in prima istanza e apparentemente, tanto che interi apparati industriali e commerciali sono quotidianamente attivi per lo sfruttamento commerciale, ma anche per la diffusione, la fruizioni e poi l'archiviazione e la conservazione dei materiali prodotti allo scopo; e tuttavia una corretta interpretazione del fenomeno non può non riconoscere solo all'evento originario e irrecuperabile il ruolo di opera d'arte, di kunstwerk-e nel caso dello spettacolo dal vivo magari di gesamtkunstwerk-che la mediazione tecnologica inevitabilmente altera e manipola in modo inaccettabile per quanto ridotto. Ciò non toglie che questi materiali, e in particolare i libretti d'opera, legati come sono ad una precisa e limitata epifania dello spettacolo, costituiscano una preziosa documentazione dell'evento, delle sue caratteristiche e dei protagonisti che hanno partecipato alla sua messa in scena, sulla quale è sempre possibile, con gli strumenti della ricerca e della documentazione storica e critica, argomentare e cercare prospettive e analisi in grado di ricostruire e interpretare l'evento nel contesto suo proprio. Non sempre, al suo primo apparire nella seconda metà del XVII secolo, il libretto d'opera riporta informazioni sugli interpreti ed i responsabili dello spettacolo, persino il drammaturgo e il compositore, come è possibile verificare nelle prime descrizioni del catalogo 2 , ma l'uso diventa invece costante nel secolo successivo e via via sempre più completo, arrivando ad elencare scrupolosamente personaggi e interreti, autori del testo letterario e della partitura musicale, scenografi, costumisti ed altri collaboratori materiali come i responsabili dell'illuminazione e della gestione dell'apparato scenico, e poi i coreografi e i ballerini che accompagnavano lo spettacolo negli intervalli fra gli atti, e ancora il direttore e i componenti dell'orchestra. Questa ricca messe di informazioni permette quindi di documentare con precisione l'articolazione degli spettacoli, e nel tempo di verificare l'evoluzione quantitativa e qualitativa delle componenti e dei contributi: basta confrontare una descrizione settecentesca con un libretto della Scala degli anni d'oro dell'Ottocento, il primo contenuto in poche righe mentre il secondo occupa quasi un'intera pagina del nostro catalogo e svariate pagine iniziali del libretto. Ai libretti veri e propri, quelli legati alle opere in musica, si aggiungono una corposa serie di libretti dedicati ai balli accompagnatori, contenenti in genere i protagonisti, gli interpreti, e, non sempre, il corpo di ballo, con una descrizione sintetica della vicenda che veniva rappresentata senza parole in forma coreutica, come ancora accade, con trame anche noevolmente complesse e spesso ricavate a loro volta da opere in musica di successo.
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