
Un esempio è il romanzo Hagen di Tronje dove nell’epopea di Sigfrido il protagonista
diviene Hagen ribaltando la canonica percezione della storia, la saga dei
Nibelunghi viene cosi “vista” da un’altra angolazione.
Inizialmente ottiene un enorme successo nei paesi in
lingua tedesca e in Scandinavia – dov'è paragonato a Stephen King - in seguito le traduzioni in lingua inglese gli
permettono di varcare la soglia europea fino a sbarcare in Asia dove ottiene
numerosi riconoscimenti, è poco conosciuto in Italia limitato dalla carenza di
traduzioni di molti suoi romanzi.
Passato inosservato nel nostro paese, Midgard dà uno spaccato del “mito”
Norreno uscendo però, come è consuetudine dell'autore, dalla storia tradizionale che
viene a contatto con il contemporaneo.

Visita il Walhalla, il grandioso palazzo degli eroi
dove ci si prepara per l’ultima grande battaglia, il Ragnarok.
Si trova ad affrontare i giganti del fuoco, i demoni
degli inferi, schierato al fianco di Thor e dell’infimo ed enigmatico Loky
attende nel gelo dell’ultimo inverno la venuta dell’ultimo fatale scontro in un
mondo che non è il suo.
Altri personaggi entreranno in scena (non voglio
svelare troppi dettagli) ma è su di lui che grava la decisione più importante, il
giovane diventa l’unico in grado di decidere il futuro, di decidere la sorte
del mondo degli umani (Midgard) e quello degli Dei (Asgard).
Un fantasy che scava in profondità nell’animo di
tutti i protagonisti fino alla sorprendente rivelazione finale.
(Nell'immagine in alto: Yggdrasil, la mappa del mondo "Norreno". In basso: Wolgfang Hohlbein)