Firenze: la mia prima maratona
Ecco il mio resoconto dopo u n mese esatto dalla Firenze Marathon 2008. Beh mettiamola così ora posso essere meno emotivo anche se i ricordi sono limpidi e le sensazioni fresche. Non voglio fare una relazione tecnica della corsa, né voglio fare una cronistoria della giornata: voglio solo proporre il mio racconto libero.
Firenze, la mia prima prova sulla distanza epica dei 42 e rotti, mi ha messo davanti ad una sfida vera con me stesso. Ho scelto materiali, scarpe, abbigliamento, tecnica di allenamento, strategia di gara... ora si fanno i conti. Non avrei potuto sbagliare, sotto quel traguardo in pazza Santa Croce ci sarei passato ad ogni costo.
Può sembrare strano o irriverente ma in realtà correre la Maratona di Firenze è stato più facile di quanto mi aspettassi. Mi ero preparato psicologicamente a scontrarmi con quel famoso muro che invece non è arrivato, ero pronto ad affrontare le gambe che non avrebbero voluto sentirne di girare, ero pronto a sopportare anche una dura prova fisica di intensa fatica, ero pronto anche all'eventualità che la mia brutta tendinite si facesse risentire. Nulla.
Ho corso bene, con grande regolarità su un ritmo che mi avrebbe accompagnato verso le 4 ore e mezza. Da subito sono riuscito ad ottenere una grande concentrazione e riuscivo ad ascoltare tutti i piccoli messaggi che il mio corpo mi trasmetteva. Via così.. i chilometri passavano uno dietro l'altro ed io correvo quasi allienato: guardavo la mia falcata regolare, controllavo la postura, qualche volta il cronometro. Ero determinato ma anche molto tranquillo sulle mie possibilità anche se terminare una maratona dopo solo un anno di corsa era sicuramente un po' un azzardo.
Passavo accanto all'Arno e mi sovvenivano ricordi di allenamenti sul quel percorso che costeggia il mio amato fiume Mincio. Accadeva spesso che di prima mattina mentre mi allenavo sulla riva del fiume qualche oca in perfetta fila indiana mi si affiancasse volando a filo d'acqua; le ali stavano là, aperte, tese: meraviglia ogni volta.
La vista di qualche corridore che camminava e che arrancava mi faceva tornare alla mente le enormi sofferenze patite durante i primi lunghissimi in piena estate. Tutta la maratona è stata un continuo flashback di episodi, situazioni vissute per la sua preparazione. E in effetti è così: la Maratona stessa è la sintesi di una stagione di duri allenamenti, correrla preparati può sembrare perfino abbastanza semplice ma arrivare preparati è davvero durissima.
Corro, corro, corro, mi sembra di non fermarmi mai. E penso anche al motivo che mi ha spinto ad essere lì e mentre cominciavo ad entrare nel centro storico di Firenze, un improvvisa fortissima emozione. La sensazione di star facendo qualcosa di straordinario in un contesto dove l'arte regna e la mano di Dio è evidente.
Penso che sto correndo per sentirmi libero, per incontrare quell'indescrivibile sensazione che si prova tra la fatica e il piacere. Sto correndo per i miei piccoli.. all'arrivo erano là pazientemente ad aspettarmi. E quando mi hanno messo la medaglia al collo... "il mio papà ha vinto!! Il mio papà ha vinto!!". Ho impegato quanche giorno per spiegare alle maestre d'asilo e alla mamme dei loro amichetti che in realtà non ero arrivato primo alla maratona di Firenze, ma che importa.. per loro era come se avessi vinto realmente.
Sto correndo per i miei amici che, come per le partite dei mondiali, si erano ritrovati davanti a Rai3 ed internet con pop-corn, birra e papatine per vedere la telecronaca e seguirmi ad ogni passaggio.. Corro e mi sembra di sentirli..
Sto correndo per i tanti nuovi amici che la corsa mi ha permesso di conoscere. Lungo il percorso incontro anche super tifosi come Daniele e Cristiano che mi gruda: "Vai Claudio mancano solo 800m, corriiiiiii!!!!!!!!!!"
Taglio davvero il traguardo dopo uno sprint finale: 4:27:20. Vedo subito Donata che, pazientemente per sedici lunghissime settimane, ha sopportato i miei allenamenti: lei è felice perchè lo sono io e senza dire nulla si unisce al mio pianto liberatorio. Ce l'ho fatta Donata, ho corso anche per te.
La Maratona mi ha insegnato a non correre contro me stesso ma a correre per me stesso: mi ha insegnato disciplina, costanza e perseveranza, determinazione, sopportazione, forza mentale prima che fisica.
Ora questo piccolo blog, che è servito ad accompagnarmi in questa avventura lunga più di un anno, ha finito il suo grande compito. Ora cercherò nuovi obiettivi e nuovi modi per raggiungerli.
Sono felicissimo e voglio gridare a tutti davvero GRAZIE!!!