giovedì 29 aprile 2010

ALLA FIERA DELL' EST




Ieri siamo stati alla fiera, ve l’avevo detto no? Andrea è stato puntuale e noi sull’attenti come i soldatini lo aspettavamo sulla porta. Vista la bellissima giornata decidiamo di andarci a piedi (sì, è vicino casa), e visto che era un caldo che si schiattava, decido di comprarmi un gelato sulla via.

“Chi vuole un gelato? Io me lo prendo!”

Alice si mette una mano sulla pancia come per dire “Ho già mangiato tre fusilli al pomodoro, mi dispiace sono piena, dovresti saperlo” e Andrea mi fa “Per me no, grazie.”

Entro in gelateria e chiedo “Allora…due coni con tre gusti…” Avete letto bene. No, non ho sbagliato, ho chiesto proprio due coni, e sapete perché? E’ bastato contare fino a..quattro?Sì quattro, che Andrea mi era dietro “C’ho ripensato, lo prendo anch’io!” Come lo conosco bene! Anche vostro marito fa così?

Fatto sta che ci incamminiamo sotto il sole cocente con il gelato che, se non ci affrettiamo a mangiarlo, lo seminiamo stile Pollicino tutto sul marciapiede.

Alice (che nel frattempo aveva digerito mezzo fusillo) ci chiede con due occhioni così il fondo del cono, quella parte più croccante e buona, quella dove rimane il gelato tutto strutto, e come sempre babbo e mamma cedono alla bambina ‘sta delizia. Anche i vostri figli fanno così?

Adesso, sazi e rimpinzati come tacchini a Natale, siamo pronti per entrare nel vivo della fiera.

Ma che bellooooo!!! (lasciatemi fare un po’ di scena. In realtà ci sono le stesse medesime cose che c’erano un anno fa, l’anno prima, e l’anno prima ancora, ma voi non lo dovreste sapere, quindi fate finta di nulla. Dicevo…) Occhebbelloooo!!!

A noi piace molto questa fiera, perché ci son tutte cose per la campagna, per il giardino, gli animali da cortile, gli animali da compagnia, insomma tutta roba che mi piacerebbe prendere.

“Amò, compriamo questo? Guarda che bello!”

“Simo a cosa ti serve un trattore?”

Bhè….a pensarci bene a niente, però secondo me ci farei figura là sopra…

“Amò, allora prendiamo dieci metri di questa. Secondo me ci serve!”

“Dieci metri di staccionata? Abbiamo già la siepe, ‘ndo la metti la staccionata?”

“Mmh….sinceramente pensavo di legarci il cavallo”

“Simo-non-abbiamo-un-cavallo”

“Appunto!Compriamolo!Il criceto non va più di moda!”

Dio, come mi piacerebbe avere un ranch! E’ la vita per me! Tra mandrie di vacche e mucchi di letame! Sarei nel mio. Il mio cowboy che torna al tramonto e mi trova alla fontana a prendere l’acqua con la caraffa….Io che mi asciugo la fronte con il dorso della mano mentre un ricciolo scivola al vento….lui che smonta da cavallo e con grandi falcate è al mio fianco, mi prende il ricciolo tra le sue dita e me lo adagia dietro l’orecchio “Donna, è pronta la cena?”

“Sì, Andrew (perché inglesizzato è più bello) T’ho fatto un bue muschiato in salmì”

Non sarebbe bellissimo?

Lui adesso fa il ganzo con la Kidman, ma la sera, io toglierei i panni da Laura Ingols e mi farei trovare al Saloon e qui non c’è Nicole che tenga. Voglio dire, cosa mi manca?

Comunque dopo aver visto i cavalli per davvero, la mia idea si è rafforzata. E’ ovvio che ho un’idea un po’ romantica del cavallo e a tenerlo per davvero non saprei nemmeno da che parte cominciare, ma è così bello,non trovate?

La donna che sussurrava ai cavalli. Io. Meraviglioso. Andrea sostiene che se io sussurrassi ai cavalli ci sarebbe un suicidio di massa equino che supererebbe di gran lunga quello dei lemmings.

Dopo aver girovagato senza meta tra banchetti di porchetta, banchetti di oggetti peruviani (peruviani?), e banchetti tedeschi (c’erano i nostri amici di qui!) siamo approdati di nuovo davanti al recinto di un cavallo. Secondo voi eravamo soli? Manco per la cippa lippa. Sembrava che il nostro Furia cacasse monete d’oro da quanto la gente ci stava accalcata.

“Mamma guarda che bello!”

“Davvero! Thò, dagli da mangiare” ho preso un po’ di erbetta e ho aiutato Alice a dar da mangiare al cavallo. Intorno a noi un bambino che avrà sì e no tre anni si avvicina pericolosamente al recinto.

Suo padre, è sì al recinto, ma sta parlando al cellulare. In poche parole manco lo caca di striscio.

Signore? Il suo bambino è quasi dentro il recinto.

Niente. Mentre con un occhio sto attenta alla mia, butto l’altro al piccolo che impavido si avvicina alla bestia. Il cavallo si sporge.

Signore? Il cavallo sta sniffando suo figlio.

Nada. Lui continua a chiaccherare al telefono come nulla fosse.

Signore? Il cavallo sta facendo pelo e contro pelo a suo figlio.

Macchè.

Signore? Suo figlio sta subendo un bagno di saliva che manco Anita Ekberg nella fontana di Trevi.

Nulla. Il cavallo si sta leccando il bambino come un cono gelato. Io sinceramente ero un filino in apprensione e non ho fatto in tempo quando è successo l’inevitabile. Il cucciolo d’uomo ha preso un po’ di erbetta e l’ha data all’amico suo. L’amico suo l’erba ha preferito fumarsela e s’è magnato il dito del bambino. Un morso da paura. Il bambino a cominciato a strillare e solo a quel punto il babbo si è destato, ha chiuso la comunicazione e ha detto “Ma cosa vuoi che sia…”

Il dito del bambino sembrava un pavesino carbonizzato. Magari qualcosa è.

Visto che dargli da mangiare può risultare pericoloso, ho proposto ad Alice “Vuoi salirci?”

Insomma io ho molta fiducia in mia figlia e già me la immaginavo scavalcare il recinto in sella a un purosangue e scappare vestita da sposa come Julia Roberts. Forse mi lascio troppo condizionare dai films.

Invece ha fatto un po’ di dressage, ha fatto qualche giro su un cavallo che sembrava avesse problemi di prostata e fosse prossimo alla pensione, ma per noi è stata bravissima. E la luce che aveva negli occhi, impagabile. E’stato proprio un bel pomeriggio.


Meno bello è stato il tanfo di letame intorno a noi, ma si sa, se è una fiera di campagna non è che l’aria può profumare al fior di loto, no?

Però che atmosfera!Proprio da far west!

Piesse: stavolta son stata brava.

Ho evitato di dire parolacce.

Ho evitato di fare figurette.

Ho evitato di prendere una cacata in pieno, quando non mi sono accorta che la mucca aveva alzato la coda proprio alle mie spalle.

Con ieri avevo già dato, grazie.

mercoledì 28 aprile 2010

PACCO, DOPPIOPACCO E CONTROPACCOTTO






Oggi parliamo di pacchi, manco fossimo ad Affari tuoi. Una persona una volta mi ha proposto "Fai una raccolta!E' facile!" Questa persona non sapeva che io ho dei seri problemi a fare pure quella differenziata, figuriamoci una di segreti. Ma...
CE L'HO FATTA!!
Abbiamo il vincitore de I Segreti di Pulcinella!!
Ebbene sì. Dopo aver consultato i vostri voti in diretta (qui sul blog) e in differita (via e-mail) sono arrivata alla conclusione che c'è un vincitore assoluto e tre a pari merito (sì, vabbè, ho fatto anche ambarabà ciccì e coccò, moltiplicato per due, diviso per tre e sim sala bim), ma ce l'ho fatta. Ovvio che non è stato semplice. Immaginatemi a fare i conti come un commmercialista. Ho dovuto comprare anche un pallottoliere, fate voi.
Pronti?Rullo di tamburi...
DE UINNER IS...
Pica!!! (Sì, lo so ora voi direte ' Bhè è l'amica sua...', ma IO NON HO votato e se l'avete votata voi vuol dire solo una cosa: che è pazza. E in quanto pazza fa schiantà!)
le tre a pari merito sono...
Rullo di...vabbè, rullo...
Sary
Miriam
e Pagnottella (te pareva? E' come il prezzemolo. Sta da tutte le parti e un giorno temo di ritrovarmela pure in casa).Vi adoro tutte!
Io non avrei saputo scegliere, credetemi. Era troppo difficile. Tutti i vostri segreti erano straordinari, e sono pure contenta matta di questo bellissimo quartetto Cetra.GRAZIE infinite a tutti di aver partecipato!!( il prossimo che se ne esce con un discorso simile, rischia la decapitazione che nemmeno Maria Antonietta)
PLIN PLON! Si avverte la gentile clientela citata qua sopra di inviare il proprio indirizzo di casa alla direzione per il ritiro dei premi della raccolta.
Congratulazioni e complimenti alle vincitrici!
(E ora fuori due euro a testa per una confezione di moment dal momento che dal mal di testa che mi è venuto,ho fatto fuori la scorta, grazie)
E questo è il pacco.

Non solo manderò pacchi a destra e a manca, ma ne ricevo anche. Come mi aveva avvertito Federica, ero in attesa di un pacco. Il premio che ho vinto da lei per aver partecipato al concorso per il suo centesimo post.
Giusto ieri stavo tranquillamente lavorando al piccì (leggasi cazzeggiare su Facebook), e mentre fuori scoppia un temporale che nemmeno a Gennaio, suona il campanello.
"Orpolà! Chi è?"
"Un pacco per lei!"
Sììììììììì!!! E' arrivatooooo!!! Il mio pacco!! Avrei adorato vedermi scendere le scale a rotta di collo, fare giusto quelle tre, quattro rampe in preda all'euforia e la contentezza che Pollyanna che ha vinto all'Enalotto, in confronto è una sciacquetta che sta tornando da un funerale. Come nei film, con la musica allegra di sottfondo che accompagna ogni mio scalino...
Invece sto al pianterreno. Cioè, non è uguale, proprio no. Ero tentata di far aspettare il postino, salire l'unica rampa che c'è e gettarmi nelle sue braccia gridando "Grazie! Oh Grazie!! Non sa da quanto lo aspettavo!" Avete presente quei film, no? Dove la giovane donna aspetta la lettera del fidanzato...
Ho capito che ora ci sono gli sms, FB, e gli mms ma un po' di immaginazione perdio! Insomma..dicevamo? Ah sì, niente, non ho fatto le scale ma la mia contentezza non è scemata e mi son diretta al portone tutta contenta " E' Federica! E' Federica! E' Federica!"
"No, sono Alberto"
"Ma non lei! Il pacco!"
Il ragazzo guarda il pacco "Sì, è da parte di una certa Federica. Firmi qui"
"E' fragile?"
"Non lo so"
"E chi dovrebbe saperlo?"
"Bhè..."
"Mah!"
"Prego?"
"Che c'è? Devo pagare?"
"Mannò!"
"E allora arrivederci!"
Ritorno in casa saltellando "Trallallero trallallà..!!Cazzooooooooooo!!!!!!!"
Mi è caduto. Mi è caduto il pacco. Pregando e sperando che dentro non ci fosse un vaso minchia, ...ming, un bicchiere di cristallo di Boemia, un piatto di vetro di murano o il Santo Graal, mi sono accinta ad aprirlo delicatamente e dentro c'era 'sto pappiè di roba:
un putpurrì dentro una scatola (sicuramente fatta a mano da lei!) e intrufolandomi dentro come un criceto affamato ho trovato un altro pacchettino con dentro una saponetta (sicuramente fatta a mano!Stica!).
Cioè...credo sia una saponetta...a meno che non sia un mattone profumato...no è una saponetta.
Nel giro di dieci secondi profumavo tutta che sembravo la primavera fatta persona. Un profumino che non vi dico. Ho apprezzato troppo questo regalo e quindi GRAZIE DI CUORE Federica. Troppo bellino!
E questo è il doppiopacco.

Ma oggi le sorprese non sono finite. Stamattina mentre ero fuori a fare giardinaggio, mi chiama Andrea.
"Simo, oggi esco subito dopo pranzo, così portiamo Alice alla fiera"
"Occhebbello!"
"Infatti, è una bella giornata, lei voleva vedere gli animali , salire sul cavallo, e te volevi comprare i gerani, no?"
"Occhebbello!"
"Simo, ma mi prendi per i fondelli?"
"No"
"Stai dicendo solo 'Occhebbello!"
"Ma perché sono in giardino e questo mi porta fortuna!"
"In che senso?"
"Ho appena pestato una merda"
E questo è il contropaccotto.

lunedì 26 aprile 2010

SARANNO FAMOSI (ma anche no)




Avete presente il detto 'Tale madre tale figlia'? Mica è sempre vero. E io c'ho le prove. Prendete me e Alice per esempio. Da quando vado in palestra a tentare di fare aerobica, ho avuto la conferma che:

il mio senso del ritmo è pari a zero, mentre lei riesce a fare un belletto anche sulle note di un semplice schioccar di dita.

io sono più rigida di un tronco di legno e lei snodata e morbida come un invertebrato.

sono coordinata e veloce come un bradipo che si è fatto una pista, mentre lei in quattro e quattr'otto impara una coreografia senza battere ciglio.

E pensare che io da piccola volevo fare la ballerina. Voi no?

Un giorno in particolare ho avuto questa conferma, quando la piccola di casa si è esibita a teatro nel saggio di danza di fine anno scolastico.

Quella sera,quando arriviamo a teatro son già tutta emozionata. Una fiumana di gente che manco la prima alla Scala.Io con il tono di voce di chi dice fiera “Sono la madre della sposa!!” ho ripetuto più volte “Sono la mamma di Alice!!” E’ ovvio che non importava una mazza a nessuno della mia esclamazione.

Andrea mi ha mormorato “Amore, non ti far riconoscere subito, siamo in un teatro” e vi dico che eravamo sempre FUORI. I bambini erano entrati un’ora e mezzo prima per la prova finale. Aprono il portone e io e Andrea per niente di fretta (Bolt ci fa ‘na pippa) ci siamo messi in coda. E’ stato un po’ un casino perché, per festeggiare e fare di questo giorno un giorno importante,mi son portata dietro dei palloncini,uno striscione,dei coriandoli per il finale, una bottiglia d’acqua,la cipria per il naso e il rossetto per il restauro all’ultimo minuto.Ma la cosa più importante(la macchina fotografica) ce l’aveva Andrea.
“Amò mi raccomando, fai le foto”
“Non incominciare”
“Ma le sai fare?”
“Ti ricordo che sono stato il fotografo ufficiale del matrimonio di tua zia”
“E ma qui è diverso!Mica stanno in posa i bambini! Qui ballano e si agitano!Bisogna saper fare quelle in movimento!”
“Se riesci te a farla mossa fotografando un albero, riuscirò senz’altro io a farla statica ai bambini che ballano”

Non fa una piega.
Mentre siamo lì che parliamo fitti fitti, una signora, una sorta di Luciana Turina in rosso,si infila in mezzo a noi blaterando “Ma perché siamo fermi? Ma perché non ci fanno entrare? Ma perché siamo in ritardo?....”
Ma perché non va affanculo?Giusto un attimo. Siamo tutti in coda,santiddio!!La signora intanto spinge e manca poco mi fa rifinire dietro il tendone di velluto. Ora gliene dico quattro “Senta...!!”

Andrea socchiude gli occhi “Simo”

“Ennò!Niente Simo!Signora?” nel frattempo sono impigliata nella tenda e la signora con una mossa di bacino degna della Laurito anni ’80 mi dà il colpo di grazia e mi allontana ancora di più. Ora m’ha proprio rotto. “Ma allora!Ecchediamine!” Prima che possa saltare al collo della signora, Andrea mi interrompe “Prego signora…vada…non c’è fretta però”
La red bull pare non sentire e
visto che eravamo fermi e immobili davanti alla porta,ha pensato bene di piazzarsi proprio nel mezzo tra me e Andrea.
“Amoreeee!?!?!! Iu-uuuuuuu!!!Sono quaaa!!!!Amoreeee!!?!?!!” lo capirà adesso?
Mi ha risposto l’eco di mio marito “….tai zitta…itta….itta…ta…a….”
Visto che la signora non si muoveva ed io non avevo voglia di circumnavigarla senza le pagaie, ho provato a convincerla “Mi scusi…eh? Ma…potrebbe…ma insomma…”
Lei mi guarda “Problemi?”
Ce l’avrà lei i problemi se non si sposta.Oddio, forse a guardarla bene, i problemi ce li avrei io se lei si arrabbiasse.
“Devo raggiungere mio marito.” Ho detto con tono austero alla signorina Rottermaier.
Quest’ultimo mi è corso in aiuto. “Signora? Sa cosa dice un vecchio proverbio? Tra moglie e marito non mettere il dito. Lei signora ci si è messa tutta intera” Ha sfoderato un sorriso smagliante e ammaliatore “ Se vuole scusarci, la pregherai di trovare spazio altrove,prego si accomodi da quella parte…” l’ha presa per un gomito e garbatamente l’ha messa un po’ più in là. La signora, tra l’incredulo e il lusingato si è spostata a piccoli passi.
Ma chi ho sposato???Sa sempre il fatto suo, non perde mai la calma, sa risolvere tutto!
“UI AR DE CEMPIONNNN!!!!GRANDEEEE!!!!”
“Chetati, che ce n’è anche per te”
Come non detto.
Finalmente riusciamo a sederci a modino. Svelta come una lepre mi sono accaparrata la quarta fila centrale. EVVAI!!
Evvai una cippa. Ho preso un posto di merda. Dopo, proprio davanti a noi, hanno preso posto il maestro di musica e la maestra di ballo, carina e tonica come una Schweppes. Secondo voi stanno seduti? Manco per sogno. Il maestro, che aveva una capigliatura così folta che da sola faceva provincia, ha cominciato a smanettare. Mi aspettavo di sentirgli dire “Thè infrè fa buono qui e fa buono qui”. Comunque lui dev’essere buono davvero e anche parecchio generoso visto che ha regalato alla maestra di danza uno strumento, che lei ha deciso di mettersi sul didietro. Infatti non aveva un culo, bensì un mandolino. Naturalmente i bambini durante il balletto pendevano dalle sue labbra, invece ai babbi seduti dietro, in quel momento non pendeva proprio niente.

“Oh!!”
“Eh??”
“Ma chi stai a guardà?”
“I bimbi, no?”
“Ma sei sicuro?”
“Ti dico di sì!”
“E allora dimmi come si chiama la seconda bambina a sinistra”
“Chiapp…Chiara!”
“Ma lo vedi che non guardi i bambini? Che stai a guardà? Le chiappe della maestra?”
“Ma no…”
Alzo la mano “SCUSIII?????”
“Stai giù!!!”
“E ma non può mica dimenarsi così! Ma le fai le foto?”
“COME NO!!!!”
“Oh! Ma ai bimbi!!”
“Certo, ai bimbi…”
Finalmente arriva il momento del balletto con il gruppo di Alice ed è stato strepitoso. Musica tutta araba e coreografia (che mi costa un sacco dirlo) straordinaria. Miss Culo a Mandolino ha fatto proprio un bel lavoro. Alice è bravissima, sembra sia nata e cresciuta a Dubai, tanto dimena le anche. In certi momenti, lei e le compagne hanno fatto roteare la testa e girare su se stesse e sculettare e battere i piedi. Sembravano dodici impasticcate. Ma dodici impasticcate bellissime.
“ A SHAKIRA DE NOATTRIIII!!!!!!!! BELLA DE MAMMAAAAAA!!!”
“Simo controllati…”
“EVVAII!!!E’ MIA FIGLIAAAA!!!!ALICEEEE!!!!!”
Un uomo davanti a me sbotta “Guardi che sono tutti figli nostri!”
“I restanti 22? Complimenti a lei e signora!!! VAI ALICEEEEE!!!MA CHI C’HO??CARLA FRACCI???”
Cazzo c’entra Carla Fracci? Mica è danza classica, poi Carla Fracci è vecchia.
“A HEATHER PARISIIIII!!!!FACCI SOGNA’!!!!”

Meravigliosa. Tutta sua madr...no. Forse no.

Mi sono emozionata, ho riso, ho pianto, e sì lo so, sono rincoglionita.Non mi sono bastati due pacchetti di fazzolettini, ho dato la via ai palloncini, ho buttato i coriandoli,e inavvertitamente rovesciato l’acqua. Un casino che la metà basta e avanza.

Che bella serata però. Siamo andati a cena fuori, pagandola con il ricavato della vendita del book che Andrea ha fatto alla maestra di danza. “ Il MANDOLINO E’ MIO E ME LO GESTISCO IO” è andato a ruba.

Tra meno di un mese, il saggio di quest’anno.

Andrea ha già cominciato a somministrarmi il Valium. Pensava non lo vedessi mentre metteva le goccine nel mio piatto di minestrone.

Non saprò ballare, ma mica sono orca.

Scusate, ORBA.

(….’ste letterine del cazzo della tastiera son troppo piccole…)

sabato 24 aprile 2010

INCONTRI RAVVICINATI DEL TERZO TIPO


Una cosa che mi ha sempre incuriosito è come si sono conosciute le persone. Soprattutto le coppie. Ricordo di essermi fatta raccontare un miliardo di volte dai miei poveri nonni, come si sono conosciuti e come è nato il loro amore. Devo dire che nonno e nonna non hanno avuto un granchè fantasia, manco un filmetto ci verrebbe fuori. Nonna andava tutti i giorni al pozzo a prendere l’acqua e nonno che un giorno passava di lì la vide e rimase folgorato dalla sua bellezza. (Io sono sua nipote, vorrei ricordarvelo).

Mi par di vederlo il mio giovane nonnetto che si toglie il cappello e mormora “Buonasera signorina”.

Ben presto quel ‘prendere l’acqua al pozzo’ e il ‘passo di qui per caso’ diventò un appuntamento tacito. Ovvio che nonno al “Buonasera signorina” ogni sera aggiungeva una frase fino a che nonna non ha accettato di vederlo anche lontano dal pozzo. Ecchediamine. Allora si vedevano nei campi.

E allora era meglio il pozzo. E’ più romantico, almeno. Mi viene in mente la scena di Biancaneve che canta a faccia in giù in compagnia di mezza dozzina di colombe…e mi immagino nonno che le fa la serenata col cappellino con la piuma. Che tempi!

Capitasse ora, la donna direbbe “Se tu non te ne fossi accorto, ho dimestichezza con gli uccelli, e non sono un’ornitologa”

Babbo e mamma invece si sono conosciuti in galera.

Scusate, balera. Era la fine del ’60 e qui mi immagino babbo col ricciolo alla Little Tony che mi canta un cuore matto vedendo la mì mamma entrare in sala. Dio come vorrei esserci stata! Che poi, prima, era tutto più romantico. Per esempio mamma mi dice che capì che a babbo interessava, perché lui quella sera mise la giacca sulla sedia di mamma. Fu il segno che lui voleva stare a quel tavolino, che aveva scelto quella sedia apposta perché era la sedia di mamma e non di un’altra sciacquetta. Poi le ha chiesto di ballare e mentre erano lì l’una accanto all’altro sulle note de La spada nel cuore, le ha proposto di vedersi da soli. Ahh!! Che romantico!

Capitasse ora, non solo non ti abbracci ma ti avvinghi, ma non fai in tempo manco a sentire la fine della canzone che il Lui ti ha già steso nella Ipsilon dieci del fratello.

Due miei amici invece (e qui parlo di tempi un po’ più recenti) si sono conosciuti a una festa di un amico in comune. Lei manco l’ha cacato di striscio, mentre lui l’ha puntata col raggio laser già dal primo minuto. Le ha fatto una radiografia degna di un ortopedico. Lei lo ha fatto sudare un po’, ma alla fine, tipo dopo un mese (mica cotica) è riuscito a strapparle un appuntamento.

Capitasse ora, dopo due minuti, e il tempo di dire “Ciao sono Ernesto”, riuscirebbe a strapparle le mutande. Se lei non se l’è già tolte da sola.

Un’altra coppia avrebbe potuto fare il remake di Sapore di mare. Si sono conosciuti da ragazzini nello stabilimento balneare dove le rispettive famiglie prenotavano la cabina. Dai primi di giugno son riusciti a stare vicino-vicino e darsi un bacetto a settembre. Settembre! E sapete perché il bacetto? Perché la stagione era finita. No, dico. Quattro mesi per corteggiarsi, per spiarsi da sotto l’ombrellone, per dedicargli (nella tua testa ovviamente) questa canzone al jukebox. Quella malinconia che ti prende a settembre perché sai che devono passare mesi prima che tu lo riveda.Ahh! Che pathos!

Capitasse ora,non siamo nemmeno alla fine di giugno che, la ragazza in questione, te la ritrovi a fare la lap dance al bastone dell’ombrellone mentre ti guarda mangiando con avidità un calippo all’arancia.

Per quanto mi riguarda, la mia love story è fin troppo lunga da raccontare (poi magari un giorno ve la racconto) ma vi dico solo che il primo incontro tra Andrea (con una flemma e un self control da far invidia a un lord inglese) e me (portatrice sana di tre neuroni, di cui due perennemente in sciopero) ve la posso riassumere semplicemente con questa scena:



Io e Andrea.Paro paro.
Quasi quasi chiedo i diritti.

venerdì 23 aprile 2010

RINCO E BASTONATA


Nella vita a volte capita che la realtà superi di gran lunga la fantasia.

Capita anche che una donna senta sua figlia ridere a crepapelle.

Capita anche che la stessa donna senta suo marito avere degli spasmi incontrollati di ridarella, e vederlo poi dopo scuotere la testa tra il divertito e il rassegnato.

Il suddetto marito a volte prende anche delle iniziative “Questo è da scrivere sul blog!Ah ah ah!!!”

“Sai che non mi crederebbero?Poi mi dicono ‘tutte a te’”

“Hai ragione. E’ troppo una scena da cartone animato di serie B”

Allora la donna vuol fare un esperimento. Perché è coraggiosa, perché pensa “Cazzo, mica solo a me può capitare una cosa del genere”, perché pensa “Ditemi che è tutto okkay”.

E decide di raccontarlo ai suoi amici del blog, i quali faranno di tutto per consolarla e dirle ‘Non sei sola, magari sei rinco, ma non sei sola’

Al rallentatore ecco la scena:

Simo si dirige in dispensa a prendere un sacchetto. Con molta delicatezza (leggi ‘strattonando’ che manco quando prende la peggiore nemica per i capelli) agguanta una busta dal dispenser dell’Ikea (quello bucherellato che avrete sicuramente anche voi) e la tira via. Nel suo gesto così fine, urta una bottiglia da un litro e mezzo intonsa che è riposta sulla mensola più alta. La bottiglia, prendendo forza e velocità, precipita inesorabilmente verso terra. Ma prima di toccare il suolo si imbatte sulla parte finale dello spazzolone per lo straccio. Lo spazzolone bascula pericolosamente in avanti imitando un rastrello e…

SDENG!!!!

Simo presa in piena fronte dal bastone.

Una tranvata che non vi dico. Ho visto le stelle e tutto il firmamento.

Manco Hanna e Barbera, in tanti anni di onorata carriera, sono mai riusciti a far fare a Tom una scena del genere. Il mio Jerry nel frattempo era piegato in due, mentre io, con la mano sull’occhio destro, cercavo di capire se ero sempre viva.

Oggi sembra che abbia un contenitore della sorpresina degli ovetti kinder incastonato nell’arcata sopraccigliare.

Non chiedetemi come sia potuto accadere.

Ma piuttosto consolatemi.

E tanto.

mercoledì 21 aprile 2010

QUESTO MATRIMONIO NON S'HA DA FARE





Frase celebre de I promessi sposi.Ecco,anche al giorno d’oggi può capitare di sentire sta frase. Capita quando una coppia si sposa soprattutto per volere dei genitori. A volte la futura sposa è così felice di sposarsi che quel giorno lì preferirebbe farsi impiantare otto denti senza anestesia, o farsi fare una rettoscopia. E’ così entusiasta di questo evento che il suo vestito probabilmente sarà nero e il mazzolino sarà fatto di crisantemi. Nel frattempo il futuro marito si tocca un attimo.Non si sa mai.

Ci sono donne che se esterni la tua contentezza dicendo “Ti sposi? Ma è bellissimo!”(come faccio io del resto) loro ti sputano in un occhio. Probabilmente è l’ansia da prestazione, perché mettere su un matrimonio non è mica facile. Già scegliere la data insieme è un lavoro faticoso, che a volte ti fa divorziare prima di sposarti.

Ci sono coppie che scelgono la data in base al fatto che quel giorno Giove entrerà in Venere (e ‘beata lei’ aggiungo io), in base al fatto che quel giorno 15 anni prima si erano giurati eterno amore, in base al fatto che quel giorno ricorda loro una passeggiata in riva al mare, una cena a lume di candela, il primo bacio, il primo regalo, la prima lite, il primo schiaffo, la prima carie, o la prima cistite. Per quanto mi riguarda avevo solo due date da scegliere, nelle quali la chiesa era libera, e che andava bene per i ‘nostri’ tempi, in quanto la casa in estate (quando si sposano tutti) non era ancora pronta.

Ah! Che bei tempi. Come ero elettrizzata! Invece a volte parlando con amiche che sono prossime a essere impalmate, non avverto questa contentezza. Una in particolare alla parola matrimonio viene afflitta dall’orticaria, le manca l’aria, ha un attacco d’asma, in poche parole è allergica. Allergia al proprio matrimonio, pensate bene. Strana sindrome, da far suicidare perfino Alessandro Meluzzi per le mancate conoscenze scientifiche.

E’anche vero che c’è parecchio da fare. Di seguito l’elenco standard da seguire. Più o meno.

LA DATA:

Già mi sono espressa prima, ma in questi anni ho conosciuto coppie veramente coraggiose e a nulla è valso il discorso da prima elementare dei parenti “Né di Venere, né di Marte, non si sposa e non si parte”, la risposta più bella è stata: “A noi non ce ne fotte un cazzo, e facendo due conti mi sa che non solo ci sposiamo di Martedì, ma partiamo per il viaggio di nozze pure il Venerdì”

Quando si dice avere le palle.

LA LOCATION:

Scusate ma devo stare al passo con i tempi e non potevo dire ‘ristorante’, quindi d’ora in poi parleremo di lochescion, e non di un volgare e trapassato ristorante.

Quello che in genere fa scegliere a una coppia di sposi la location, è senz’altro il gusto personale. C’è chi ama il locale raffinato, chi l’agriturismo in campagna, chi il ristorante fuori porta così tanto alla mano. Comunque sia, nel giro di tre o quattro settimane la coppia decide.Nei miei anni di invitata, ( non di damigella perché ovviamente mi manca il fisico) ho raccolto le seguenti dichiarazioni di amici e parenti prossimi alle nozze.

“Lo faccio da me, affitto una stanza, un po’ di cibo, un po’ di vino, un maialino arrosto e il karaoke”

Perfetto. Benvenuti alla Sagra della Porchetta. Fossi in voi apparecchierei anche con le tovaglie a quadri rossi e bianchi e organizzerei una bella gara di rutti. E finirei tutti ‘mbriachi a cantare le canzoni di Gigi D’Alessio.

“Io affitto una stanza, ma mi affido ad un Catering, anche se non mi fido, perché non so come lavorano,non so che cosa mi fanno mangiare”

Perfetto. Mettiamogli Jessica Fletcher alle calcagna. Col fiuto della signora in giallo, chissà quante cose scopriremo. Se poi vuoi fare un matrimonio indimenticabile, con lei ci riesci di sicuro, perché tanto un morto ci scappa di sicuro. Anzi lancerei sul mercato una nuova tendenza. Con lo slogan “Porta pure le cozze alle mie nozze”, inviterei gli ospiti a portarsi da casa il panierino, il cestino o il tegamino di acciaio inox e provvedere da soli al pranzo nuziale.

“C’abbiamo ripensato. Il catering costa troppo”

Prevedibile, ma la decisione mi pare un filino avventata. Solo perché un cameriere ti costa quanto il fedele servitore del Sultano del Brunei?

Solo perché le stoviglie te le fanno pagare come se fossero tuffate nell’oro e tempestate di diamanti?

Solo perché le dieci tovaglie bianche che ti serviranno, te le fanno pagare come se fossero state prelevate direttamente da un baule di Versailles e appartenute a Luigi XVI?

“Noi vogliamo fare il pranzo al ristorante. Ma non lo voglio troppo lontano, troppo vicino, troppo antico, troppo moderno, che ci sia posto fuori ma soprattutto dentro, in riva a un lago, ma dentro a un bosco, in cima a un monte, ma in centro città,grande ma non dispersivo, intimo ma non piccolo. Se non lo trovo così, non mi sposo!”

Ecco. Prevedo per voi una vita da single.

L’ABITO:

Io qui ho dato il meglio di me e la mia mamma è diventata matta a confezionarlo. Me lo sono disegnato e mammina mia me l’ha cucito manco fosse una topina armata di ago e filo nella soffitta di Cenerentola. Nel corso degli anni ho visto vestiti splendidi e altri…un po’ meno. Ho visto, devo dire, anche dei colori inusuali per dei vestiti da sposa. Che poi il vestito si deve adattare anche alla tua personalità. Se sei un tipo allegro, perché non un abito sul giallo canarino?Chessò. Se sei un tipo malinconico ti vedrei bene con un bel tubino nero, con scialle annesso. Per la buona riuscita della scenografia ti consiglierei di inoltrarti in chiesa con una Station Wegon scura,con un bel cuscino, al massimo una ghirlanda.Ecco sì.Lo sposo può attendere in chiesa, magari in piedi. Eviterei di farlo sdraiare su una cassa in faggio, per il semplice motivo che la scena sarebbe troppo forte per alcuni invitati non più giovani. Agli ospiti suggerirei l’abito scuro e invece di lanciare il riso pregherei di sgranare il rosario, recitando un’ Ave Maria. In fin dei conti il proverbio ‘Il matrimonio è la tomba dell’amore’ non l’ho mica inventato io.

LA CHIESA:

e non meno importante, il parroco. In genere viene scelta la chiesa più suggestiva del circondario, non quella dove gli sposi sono stati battezzati, comunicati e cresimati. No, viene scelta una chiesa magari inoltrata in un bosco.Magari un po’ lontana dalla frenesia della città,per pochi intimi, con gli uccellini che cinguettano e che sollevano il velo alla sposa. Gli sposi (appoggiati dalla nostra regione che offre splendide chiesette in collina) in questo caso non pensano al rovescio della medaglia. Ovvero:

-gli invitati saranno circa 200 con un’ età media che si avvicina pericolosamente a quella di Rita Levi Montalcini. La vedo dura che riescano ad arrampicarsi sugli scalini di quella splendida chiesettina antica in cima al colle. A quell’età il femore ha la friabilità di un grissino. Faccio per dirlo.

-Anche se siamo nel 2010 non tutti hanno il navigatore e rischieranno di perdere gli invitati tra le colline toscane. E poi, parliamoci chiaro: vedere la nonna Alberta o il prozio Guglielmo pascolare tra una dozzina di pecore, o scappare da un cinghiale imbelvito con l’abito da cerimonia, non è che sia proprio comodo. Metti che inciampano e ce li ritroviamo a valle senza passare dal via.

IL PARROCO: spesso è una figura rassicurante. O è il prete che ti ha, diciamo, cresciuto spiritualmente, (e quindi sa tutti i tuoi più intimi segreti, come ad esempio quando ti scaccolavi nel confessionale e attaccavi le caccole alla tenda di velluto), o è un prete giovane a te sconosciuto che ti ricorda vagamente Padre Ralph,( ma tu non essendo Maggie, levati questi pensieri hard dalla testa n.d.r.)A volte prima di avere un incontro col parroco per decidere il tutto, passa un tempo interminabile. A volte è più facile che tu abbia l’apparizione della Madonna, che riuscire a parlare con lui. Anche perché è quello che ti dà la risposta definitiva per partire con tutta la programmazione del film (che hai nella tua testa)

IL CORSO PRE-MATRIMONIALE

Croce e delizia della coppia in questione. C’è chi lo affronta come un cammino per confrontarsi, prendere consapevolezza di un passo così importante, avere una ‘visione’ più completa del fatidico passo. C’è chi invece non è molto entusiasta di questa cosa. Ho conosciuto persone che hanno avuto un attacco isterico con punte di autolesionismo, tipo rinchiudersi le dita nella portiera della macchina.Perché è molto più allettante passare tre ore al Pronto Soccorso che affrontare questa tappa. Io e Andrea lo abbiamo fatto un po’ alternativo. Nel senso che il nostro parroco ci faceva mettere tutti in cerchio con i nostri nomi attaccati al collo scritti con l’uniposca e ci diceva “Parlate, confrontatevi, dite perché siete arrivati fino a qui. Dite com’è iniziata la vostra conoscenza con la chiesa. Simona, dica lei, prego”

“Sì…emh…Le ho mai raccontato di quando a tre anni, in chiesa, ho preso in pieno col triciclo il cero di Padre Pio?”

IL MUNICIPIO

Chi si sposa in municipio salta a piè pari i punti sopra elencati, ma non per questo è meno tribolante. Quando ha sposato mia cugina, in Municipio in centro, abbiamo preso tutti la multa per:

aver parcheggiato in sosta vietata

aver trafficato in zona ZTL

A nulla sono valsi permessi e permessini. Poi il sindaco a volte è simpatico come Sgarbi e contento di essere lì come io son contenta di essere dal dentista per un’estrazione. Però la cerimonia è più veloce, un bell’applauso e poi tutti a magnà. Qualsiasi scelta abbiate fatto o farete (chiesa o Municipio) va benissimo, purché sia una scelta dettata da quello che sentite dentro e non dalla moda del momento e non da “In chiesa le foto vengono più belle” ;-)

IL FOTOGRAFO:

Il fotografo spesso ce lo facciamo consigliare da parenti e amici,vero? E spesso rimane un’incognita. A meno che le foto non te le faccia tuo cugino. E verranno bene le prime perché dopo il secondo bicchiere di vino non sembrano foto, ma quadri astratti dipinti da un non vedente. L’album ti costerà quanto una Punto, ma vuoi mettere vederti immortalata nel tuo giorno più bello?

Con quel sorriso fresco e soprattutto spontaneo? Con la faccia di tua suocera che compare in TUTTE le foto, come a ricordarti ‘Io ci sono, sappilo’? Quell’album che a parte il primo mese, poi giacerà per anni nel terzo cassetto del comò perché oltre a essere comodo da spostare e gestire come una damigiana, ti rivedi sì felice (e lo sei ancora), sì radiosa (e ringraziando Dio lo sei ancora), sì convinta di quel passo (e graziesignoregrazie lo sei ancora), ma ti rivedi giovane, magra e senza rughe (e no, cazzo, che non lo sei ancora). Chiudi d’un botto l’album e questa volta lo chiudi a chiave in cassaforte.

LE BOMBONIERE:

Ci sono donne che sposano, secondo me, solo per quello. Per regalare una bomboniera di vetro di Murano o ricamata a mano col chiacchierino fatto dalla nonna. Non c’è niente di male. Però ci sono donne che ne farebbero volentieri a meno, che non vedono proprio la necessità di fare ‘sta cosa “Voglio delle bomboniere semplici che costino poco” è la frase che va per la maggiore, ma ho dovuto frenare una volta un’amica dicendo “No amica mia, non si può considerare ‘bomboniera’ mezzo confetto incartato nella stagnola.E poi almeno 5 confetti ce li vogliamo mettere?

“Devo proprio?Non bastano 3? Per risparmiare ci metto quelli scaduti, tanto chi vuoi che li mangi i confetti?”

“Tua madre. Andiamo avanti. Il foglietto? Lo vogliamo stampare come si deve?”

“Il foglietto?Ma io lo scrivo su un A4 e ce lo ficco dentro!”

“Il piattino per i confetti?”

“Perché, se li metto su due veli non va bene?Anzi un velo, senza scatola, 5 confetti sono troppi, facciamo 4, anzi 3, magari 2,meglio 1, ora guardo.”

Quindi se vi va bene, quando portate il vostro regalo alla sposa, vi verrà adagiato un confetto sulla lingua a mo’ di comunione. Quella è la vostra bomboniera.

Detto questo, io mi risposerei altre cento, mille volte. Ho vissuto il tutto con la pazzia che mi contraddistingue e la spensieratezza che fa parte di me.

Sarei curiosa di sapere che data avete scelto e perché. E chi non è sposato mi piacerebbe sapere che cosa vorreste fare.

Per esempio a me sarebbe piaciuto sposarmi all’aperto come nei film americani,

col prete che mi aspetta sotto l’arco di rose bianche, io che arrivo col vestito che si muove al vento e la coroncina di fiori in capo. Andrea che mi aspetta sulla destra emozionato e dei bambini che corrono nel prato. La colonna sonora che parte all’arrivo delle damigelle d’onore con un mazzolino di fiori di campo in mano, il mare in lontananza che si infrange sulla scogliera, il grido dei gabbiani sopra le nostre teste che fa compagnia al mio avanzare cadenzato e felice….

SPLASH!!!

Cacata di gabbiano sulla testa. Perché tanto così sarebbe finita. Lo so.

Allora ho fatto bene a fare come ho fatto.

domenica 18 aprile 2010

SPIDER WOMAN (ve pareva?)

Sapete che stamattina facendo giardinaggio ho avuto paura? Ma parecchia anche.

Ho avuto paura di essere stata di nuovo punta da un insetto. Probabilmente la maggior parte di voi se la cava con un po’ di ghiaccio. Ma io? Non è mica così facile, per me. Questo è quello che è successo la scorsa estate e quello che ho temuto si fosse di nuovo verificato stamattina.

Luglio 2009

Un venerdì sera vengo punta da una zanzara. E fin qui niente di strano.Milioni di persone vengono punte da zanzare, no?

Sabato mattina mi accorgo che il ponfo è largo e grosso come un taralluccio del Mulino Bianco, però non mi fa male. E fin qui niente di strano, ma già comincio ad avere pensieri un po’ forti “Stronza di una zanzarina!!Quanto cazzo di sangue mi hai succhiato?”

Sabato sera il ponfo è grande come una Camilla alla carota del Mulino Bianco e allora ci faccio un po’ di ghiaccio. “Domani passerà…”

Domenica mattina il ponfo è grande come la crostata alle albicocche del Mulino Bianco. Mi guardo il braccio che è tutto rosso e mi fa pure parecchio male.E fin qui…E’ MOLTO STRANO.

Dove va, secondo voi, una con un braccio così? Al mare, ovvio. E’ luglio, è un caldo che si schiatta, e io, a parte il braccio che sembra quello di Giuliano Ferrara, sto benissimo. Ma passerà!Che vuoi che sia!Basta non muoverlo, sennò mi fa male, ma è una sciocchezza.

Il mio consorte, che oltre a essere premuroso, è anche intelligente, mi dice “Non penso sia il caso di andare al mare. Guarda che braccio, non va per niente bene”

“Mannò! Vieni, prendi la borsa frigo e andiamo!Tzè!Non permetterò a una zanzarina di rovinarmi la domenica”

“Prima passiamo di farmacia. Fatti dare almeno una pomata, Simo”

Mi lascio convincere, anche perché guida lui, e mi scarica davanti all’unica farmacia aperta di domenica.

“Buongiorno. Mi dà una pomatina per questa cosa?” dico con nonchalance, poggiandomi al bancone di tre quarti come Lilli Gruber.

“Oh mio Dio! Che gli è successo?”

“Una zanzara”

“Una zanzara? Guardi io mi farei vedere da un medico”

“Mannò…”

“Io non le posso dare assolutamente niente senza prima aver consultato un medico. Dia retta, vada al pronto soccorso”

“Per una puntura di insetto??Mannò! Ha idea che ora potrei farci al pronto soccorso di domenica?”

“Non è un bel braccio”

Se mi dice anche che non ho le tette e le gambe storte, salto il bancone e le riempio le narici di Aulin.

“Vada almeno dalla guardia medica”

La farmacista ha una faccia che non mi piace, guarda il mio braccio e fa le smorfie. Mmh…sì, forse è un po’,parecchio, molto, orrendamente gonfio, però insomma…non sarà grave, no?E poi non mi fa nemmeno tanto male…cioè…forse un po’, un po’ tanto, molto, cazzo mi sta facendo un male cane ma io…insomma è una puntura di una zanzara (chissà quale),non è mica il morso di un giaguaro!

Ecco. Però a questo punto devo andare dalla guardia medica. Perderò del tempo, lo so. E riderà di me, lo so. Una che va a farsi visitare per una punturina…

Arrivo dalla guardia medica (che di domenica mattina aveva voglia di vedermi come ne ho io di stirare 25 camicie) e entrando esclamo “Buongiorno, mi dica che non sono l’unica che viene punta da queste stronz…straordinarie zanzare che chissà da dove vengono” e aggiungo anche “Ah ah!”

Risatina super disinvolta.La dottoressa, per niente sconvolta dalla mia straordinaria simpatia, mi guarda il braccio,lo tasta e fa “Eh no, purtroppo non solo lei viene punta così”

Che faccia fa? E’ orribile.

“Emh…Ma posso io avere una reazione così strana…?”

“Certo, perché lei non è stata punta da una zanzara”

“Come no? Non era un calabrone, l’avrei visto e manco una vespa, guardi gliel’assicuro…”

“L’ha punta un ragno”

“EEEEEEEEHHHHHHH??????UN RAGNOOOOOOO!!??!!??!!!?????!!!!!!!!”

OMMIODDIOOOO!!!!

La dottoressa mi guarda come se niente fosse. “Non lo sapeva? Pungono anche i ragni, e spesso. E spesso danno queste reazioni allergiche”

Un ragno? Un ra-gno.

Sono sconvolta e ora mi fa schifo pure il mio braccio.

Cerco almeno di apparire intelligente “Ma guardi, me ne sarei accorta”

“Se se ne accorgeva, lo avrebbe evitato o comunque allontanato”

Non fa una piega.

“E ora?” Oddio, già mi vedo aprire i palmi delle mani e sparare ragnatele. Ecco a voi: SPIDER WOMAN!!! Ma si può?

“Mi faccia vedere se il siero è già entrato nei canali linfatici”

Il siero? Canali linfatici? Sta scherzando?

Mi gira il braccio e mi accorgo con orrore che ho una striscia rossa che dall’ascella mi scende fino al gomito. Son sicura che ora mi dice “Donna bianca, trentasei anni, rinco, dobbiamo amputarle l’arto sinistro, la stiamo perdendo, la stiamo perdendo….!!!!”

“Quando è stata punta?”mi chiede guardandomi con un’espressione del tipo “Quando pensava di farsi visitare? Quando la sua casa sarebbe diventata un’enorme ragnatela?”

“Ve..r..dì”

“Prego?”

“Vabbè venerdì. SERA, però. Ma non pensavo…è grave?”

Ecco, lo so, ora mi dice che il veleno mi sta per arrivare al cuore (visto che è il braccio sinistro), e che mi piglierà un infarto, anzi no mi arriva prima al cervello e incomincio a fare discorsi sminchiati.Oddio, allora mi sa che è già da mo’ che mi ci è arrivato. Mi amputeranno il braccio, ah ma meno male è il sinistro, vabbè posso sempre scrivere e mangiare di destro, no? Uffi, però devo cambiare posto alla fede nuziale. Come ci sta la fede a destra? Mmhh…non male…e poi guidare? Vabbè mi daranno una macchinina elettrica come quella di Topolino, ma mi conviene già inoltrare la richiesta.

“Per la patente?”

“Come dice?”

“………..?..................”

“Cinque giorni di antibiotico, impacchi di ghiaccio e pomata al cortisone tre volte al giorno”

Mi ha liquidato in tre secondi netti perché c’era già un’altra persona dietro me che aspettava di essere visitata. Sicuramente punta dall’Ape Maia.

Invece, bensì stamattina sia stata punta da nonsochecosa, ora sto bene e non c’ho manco un pallino.

Il primo che mi chiama Toparagno, rischia grosso, io ve lo dico ;-)

Mi faccio oibò da sola.

Qui e Qui i link per votare I segreti di Pulcinella.

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