Frase celebre de I promessi sposi.Ecco,anche al giorno d’oggi può capitare di sentire sta frase. Capita quando una coppia si sposa soprattutto per volere dei genitori. A volte la futura sposa è così felice di sposarsi che quel giorno lì preferirebbe farsi impiantare otto denti senza anestesia, o farsi fare una rettoscopia. E’ così entusiasta di questo evento che il suo vestito probabilmente sarà nero e il mazzolino sarà fatto di crisantemi. Nel frattempo il futuro marito si tocca un attimo.Non si sa mai.
Ci sono donne che se esterni la tua contentezza dicendo “Ti sposi? Ma è bellissimo!”(come faccio io del resto) loro ti sputano in un occhio. Probabilmente è l’ansia da prestazione, perché mettere su un matrimonio non è mica facile. Già scegliere la data insieme è un lavoro faticoso, che a volte ti fa divorziare prima di sposarti.
Ci sono coppie che scelgono la data in base al fatto che quel giorno Giove entrerà in Venere (e ‘beata lei’ aggiungo io), in base al fatto che quel giorno 15 anni prima si erano giurati eterno amore, in base al fatto che quel giorno ricorda loro una passeggiata in riva al mare, una cena a lume di candela, il primo bacio, il primo regalo, la prima lite, il primo schiaffo, la prima carie, o la prima cistite. Per quanto mi riguarda avevo solo due date da scegliere, nelle quali la chiesa era libera, e che andava bene per i ‘nostri’ tempi, in quanto la casa in estate (quando si sposano tutti) non era ancora pronta.
Ah! Che bei tempi. Come ero elettrizzata! Invece a volte parlando con amiche che sono prossime a essere impalmate, non avverto questa contentezza. Una in particolare alla parola matrimonio viene afflitta dall’orticaria, le manca l’aria, ha un attacco d’asma, in poche parole è allergica. Allergia al proprio matrimonio, pensate bene. Strana sindrome, da far suicidare perfino Alessandro Meluzzi per le mancate conoscenze scientifiche.
E’anche vero che c’è parecchio da fare. Di seguito l’elenco standard da seguire. Più o meno.
LA DATA:
Già mi sono espressa prima, ma in questi anni ho conosciuto coppie veramente coraggiose e a nulla è valso il discorso da prima elementare dei parenti “Né di Venere, né di Marte, non si sposa e non si parte”, la risposta più bella è stata: “A noi non ce ne fotte un cazzo, e facendo due conti mi sa che non solo ci sposiamo di Martedì, ma partiamo per il viaggio di nozze pure il Venerdì”
Quando si dice avere le palle.
LA LOCATION:
Scusate ma devo stare al passo con i tempi e non potevo dire ‘ristorante’, quindi d’ora in poi parleremo di lochescion, e non di un volgare e trapassato ristorante.
Quello che in genere fa scegliere a una coppia di sposi la location, è senz’altro il gusto personale. C’è chi ama il locale raffinato, chi l’agriturismo in campagna, chi il ristorante fuori porta così tanto alla mano. Comunque sia, nel giro di tre o quattro settimane la coppia decide.Nei miei anni di invitata, ( non di damigella perché ovviamente mi manca il fisico) ho raccolto le seguenti dichiarazioni di amici e parenti prossimi alle nozze.
“Lo faccio da me, affitto una stanza, un po’ di cibo, un po’ di vino, un maialino arrosto e il karaoke”
Perfetto. Benvenuti alla Sagra della Porchetta. Fossi in voi apparecchierei anche con le tovaglie a quadri rossi e bianchi e organizzerei una bella gara di rutti. E finirei tutti ‘mbriachi a cantare le canzoni di Gigi D’Alessio.
“Io affitto una stanza, ma mi affido ad un Catering, anche se non mi fido, perché non so come lavorano,non so che cosa mi fanno mangiare”
Perfetto. Mettiamogli Jessica Fletcher alle calcagna. Col fiuto della signora in giallo, chissà quante cose scopriremo. Se poi vuoi fare un matrimonio indimenticabile, con lei ci riesci di sicuro, perché tanto un morto ci scappa di sicuro. Anzi lancerei sul mercato una nuova tendenza. Con lo slogan “Porta pure le cozze alle mie nozze”, inviterei gli ospiti a portarsi da casa il panierino, il cestino o il tegamino di acciaio inox e provvedere da soli al pranzo nuziale.
“C’abbiamo ripensato. Il catering costa troppo”
Prevedibile, ma la decisione mi pare un filino avventata. Solo perché un cameriere ti costa quanto il fedele servitore del Sultano del Brunei?
Solo perché le stoviglie te le fanno pagare come se fossero tuffate nell’oro e tempestate di diamanti?
Solo perché le dieci tovaglie bianche che ti serviranno, te le fanno pagare come se fossero state prelevate direttamente da un baule di Versailles e appartenute a Luigi XVI?
“Noi vogliamo fare il pranzo al ristorante. Ma non lo voglio troppo lontano, troppo vicino, troppo antico, troppo moderno, che ci sia posto fuori ma soprattutto dentro, in riva a un lago, ma dentro a un bosco, in cima a un monte, ma in centro città,grande ma non dispersivo, intimo ma non piccolo. Se non lo trovo così, non mi sposo!”
Ecco. Prevedo per voi una vita da single.
L’ABITO:
Io qui ho dato il meglio di me e la mia mamma è diventata matta a confezionarlo. Me lo sono disegnato e mammina mia me l’ha cucito manco fosse una topina armata di ago e filo nella soffitta di Cenerentola. Nel corso degli anni ho visto vestiti splendidi e altri…un po’ meno. Ho visto, devo dire, anche dei colori inusuali per dei vestiti da sposa. Che poi il vestito si deve adattare anche alla tua personalità. Se sei un tipo allegro, perché non un abito sul giallo canarino?Chessò. Se sei un tipo malinconico ti vedrei bene con un bel tubino nero, con scialle annesso. Per la buona riuscita della scenografia ti consiglierei di inoltrarti in chiesa con una Station Wegon scura,con un bel cuscino, al massimo una ghirlanda.Ecco sì.Lo sposo può attendere in chiesa, magari in piedi. Eviterei di farlo sdraiare su una cassa in faggio, per il semplice motivo che la scena sarebbe troppo forte per alcuni invitati non più giovani. Agli ospiti suggerirei l’abito scuro e invece di lanciare il riso pregherei di sgranare il rosario, recitando un’ Ave Maria. In fin dei conti il proverbio ‘Il matrimonio è la tomba dell’amore’ non l’ho mica inventato io.
LA CHIESA:
e non meno importante, il parroco. In genere viene scelta la chiesa più suggestiva del circondario, non quella dove gli sposi sono stati battezzati, comunicati e cresimati. No, viene scelta una chiesa magari inoltrata in un bosco.Magari un po’ lontana dalla frenesia della città,per pochi intimi, con gli uccellini che cinguettano e che sollevano il velo alla sposa. Gli sposi (appoggiati dalla nostra regione che offre splendide chiesette in collina) in questo caso non pensano al rovescio della medaglia. Ovvero:
-gli invitati saranno circa 200 con un’ età media che si avvicina pericolosamente a quella di Rita Levi Montalcini. La vedo dura che riescano ad arrampicarsi sugli scalini di quella splendida chiesettina antica in cima al colle. A quell’età il femore ha la friabilità di un grissino. Faccio per dirlo.
-Anche se siamo nel 2010 non tutti hanno il navigatore e rischieranno di perdere gli invitati tra le colline toscane. E poi, parliamoci chiaro: vedere la nonna Alberta o il prozio Guglielmo pascolare tra una dozzina di pecore, o scappare da un cinghiale imbelvito con l’abito da cerimonia, non è che sia proprio comodo. Metti che inciampano e ce li ritroviamo a valle senza passare dal via.
IL PARROCO: spesso è una figura rassicurante. O è il prete che ti ha, diciamo, cresciuto spiritualmente, (e quindi sa tutti i tuoi più intimi segreti, come ad esempio quando ti scaccolavi nel confessionale e attaccavi le caccole alla tenda di velluto), o è un prete giovane a te sconosciuto che ti ricorda vagamente Padre Ralph,( ma tu non essendo Maggie, levati questi pensieri hard dalla testa n.d.r.)A volte prima di avere un incontro col parroco per decidere il tutto, passa un tempo interminabile. A volte è più facile che tu abbia l’apparizione della Madonna, che riuscire a parlare con lui. Anche perché è quello che ti dà la risposta definitiva per partire con tutta la programmazione del film (che hai nella tua testa)
IL CORSO PRE-MATRIMONIALE
Croce e delizia della coppia in questione. C’è chi lo affronta come un cammino per confrontarsi, prendere consapevolezza di un passo così importante, avere una ‘visione’ più completa del fatidico passo. C’è chi invece non è molto entusiasta di questa cosa. Ho conosciuto persone che hanno avuto un attacco isterico con punte di autolesionismo, tipo rinchiudersi le dita nella portiera della macchina.Perché è molto più allettante passare tre ore al Pronto Soccorso che affrontare questa tappa. Io e Andrea lo abbiamo fatto un po’ alternativo. Nel senso che il nostro parroco ci faceva mettere tutti in cerchio con i nostri nomi attaccati al collo scritti con l’uniposca e ci diceva “Parlate, confrontatevi, dite perché siete arrivati fino a qui. Dite com’è iniziata la vostra conoscenza con la chiesa. Simona, dica lei, prego”
“Sì…emh…Le ho mai raccontato di quando a tre anni, in chiesa, ho preso in pieno col triciclo il cero di Padre Pio?”
IL MUNICIPIO
Chi si sposa in municipio salta a piè pari i punti sopra elencati, ma non per questo è meno tribolante. Quando ha sposato mia cugina, in Municipio in centro, abbiamo preso tutti la multa per:
aver parcheggiato in sosta vietata
aver trafficato in zona ZTL
A nulla sono valsi permessi e permessini. Poi il sindaco a volte è simpatico come Sgarbi e contento di essere lì come io son contenta di essere dal dentista per un’estrazione. Però la cerimonia è più veloce, un bell’applauso e poi tutti a magnà. Qualsiasi scelta abbiate fatto o farete (chiesa o Municipio) va benissimo, purché sia una scelta dettata da quello che sentite dentro e non dalla moda del momento e non da “In chiesa le foto vengono più belle” ;-)
IL FOTOGRAFO:
Il fotografo spesso ce lo facciamo consigliare da parenti e amici,vero? E spesso rimane un’incognita. A meno che le foto non te le faccia tuo cugino. E verranno bene le prime perché dopo il secondo bicchiere di vino non sembrano foto, ma quadri astratti dipinti da un non vedente. L’album ti costerà quanto una Punto, ma vuoi mettere vederti immortalata nel tuo giorno più bello?
Con quel sorriso fresco e soprattutto spontaneo? Con la faccia di tua suocera che compare in TUTTE le foto, come a ricordarti ‘Io ci sono, sappilo’? Quell’album che a parte il primo mese, poi giacerà per anni nel terzo cassetto del comò perché oltre a essere comodo da spostare e gestire come una damigiana, ti rivedi sì felice (e lo sei ancora), sì radiosa (e ringraziando Dio lo sei ancora), sì convinta di quel passo (e graziesignoregrazie lo sei ancora), ma ti rivedi giovane, magra e senza rughe (e no, cazzo, che non lo sei ancora). Chiudi d’un botto l’album e questa volta lo chiudi a chiave in cassaforte.
LE BOMBONIERE:
Ci sono donne che sposano, secondo me, solo per quello. Per regalare una bomboniera di vetro di Murano o ricamata a mano col chiacchierino fatto dalla nonna. Non c’è niente di male. Però ci sono donne che ne farebbero volentieri a meno, che non vedono proprio la necessità di fare ‘sta cosa “Voglio delle bomboniere semplici che costino poco” è la frase che va per la maggiore, ma ho dovuto frenare una volta un’amica dicendo “No amica mia, non si può considerare ‘bomboniera’ mezzo confetto incartato nella stagnola.E poi almeno 5 confetti ce li vogliamo mettere?
“Devo proprio?Non bastano 3? Per risparmiare ci metto quelli scaduti, tanto chi vuoi che li mangi i confetti?”
“Tua madre. Andiamo avanti. Il foglietto? Lo vogliamo stampare come si deve?”
“Il foglietto?Ma io lo scrivo su un A4 e ce lo ficco dentro!”
“Il piattino per i confetti?”
“Perché, se li metto su due veli non va bene?Anzi un velo, senza scatola, 5 confetti sono troppi, facciamo 4, anzi 3, magari 2,meglio 1, ora guardo.”
Quindi se vi va bene, quando portate il vostro regalo alla sposa, vi verrà adagiato un confetto sulla lingua a mo’ di comunione. Quella è la vostra bomboniera.
Detto questo, io mi risposerei altre cento, mille volte. Ho vissuto il tutto con la pazzia che mi contraddistingue e la spensieratezza che fa parte di me.
Sarei curiosa di sapere che data avete scelto e perché. E chi non è sposato mi piacerebbe sapere che cosa vorreste fare.
Per esempio a me sarebbe piaciuto sposarmi all’aperto come nei film americani,
col prete che mi aspetta sotto l’arco di rose bianche, io che arrivo col vestito che si muove al vento e la coroncina di fiori in capo. Andrea che mi aspetta sulla destra emozionato e dei bambini che corrono nel prato. La colonna sonora che parte all’arrivo delle damigelle d’onore con un mazzolino di fiori di campo in mano, il mare in lontananza che si infrange sulla scogliera, il grido dei gabbiani sopra le nostre teste che fa compagnia al mio avanzare cadenzato e felice….
SPLASH!!!
Cacata di gabbiano sulla testa. Perché tanto così sarebbe finita. Lo so.
Allora ho fatto bene a fare come ho fatto.