Dopo il Covid, le macerie (o quasi). Che quest'anno la
Mostra del Cinema di Venezia sarebbe stata molto diversa dal solito lo si sapeva: senza i film americani, senza l'apporto di
Netflix, senza le grandi produzioni (ancora tutte ferme), era ovvio aspettarsi un programma ridimensionato. Questa consapevolezza però non ci rallegra: la selezione ufficiale presentata oggi in conferenza stampa da
Alberto Barbera sa tanto di "vorrei ma non posso": un cartellone che abbraccia il cinema "indie" non per scelta ma per necessità, che magari piacerà ai cinefili duri e puri, quelli che godono come ricci a vedere in concorso
Kiyoshi Kurosawa (no, non è parente del grande
Akira), ma che certo non invoglierà nè i media nè gli appassionati a fare rotta sul Lido. Per certi versi mi ricorda un po' i vecchi Festival di Sanremo degli anni '70, quando le case discografiche erano in rotta con la Rai e sul palco dell'Ariston si esibivano emeriti carneadi...