Nome d'arte di Israel Moshe Blauschild, attore francese. Comincia la sua carriera negli anni ’20 in teatro e cabaret per poi passare al cinema dagli anni ’30, fornendo ottime prove, in particolare in due film di J. Duvivier, Le Golem (Il golem, 1935) e Il bandito della Casbah (1937), in cui scolpisce un vigoroso ruolo da meticcio/antagonista che diverrà il suo cavallo di battaglia in molte delle oltre cento pellicole successive. Fra gli altri, è l’ebreo Rosenthal in fuga con il luogotenente Maréchal/J. Gabin in La grande illusione (1937) e il mondano marchese de La Chesnaye in La regola del gioco (1939) entrambi film-culto di J. Renoir. Allo scoppio della seconda guerra mondiale ripara negli Stati Uniti per sfuggire alle persecuzioni antisemite dei nazisti nella Francia occupata e ha subito modo di prestare la propria maschera di ormai consumato caratterista a celebri produzioni hollywoodiane come Casablanca (1942) di M. Curtiz e Acque del sud (1944) di H. Hawks. Diretto sempre dai più prestigiosi registi, negli anni successivi compare fra l’altro in Gli uomini preferiscono le bionde (1953) e Sabrina (1954) entrambi di B. Wilder, e in Il sole sorgerà ancora (1957) di H. King. Nel corso dell’ultimo decennio della sua carriera si dedica soprattutto al cinema francese, in particolare con B. Tavernier (Che la festa cominci..., 1975) e R. Feret (La prima comunione, 1977).