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La ciociara
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Dagio_maya 's review
bookshelves: 2020-buoni-propositi, italiana, classica, 5-stelle, non-dimentico
Feb 20, 2020
bookshelves: 2020-buoni-propositi, italiana, classica, 5-stelle, non-dimentico
Fessi e furbi...
Solitamente non mi piace parlare di film in un commento ad un libro; un accenno mi sembra sufficiente.
Ci sono casi, tuttavia, dove libro e versione cinematografica hanno subito una tale fusione da rendere impossibile parlare di uno senza pensare all’altro.
“La Ciociara” deve innegabilmente molta della sua fama al film che ne è stato tratto e, in particolar modo, solo a pronunciare questo titolo, automaticamente si pensa ad un volto, ossia quello di Sofia Loren.
Sceneggiato da Zavattini e diretto da De Sica, il film valse - meritatamente- alla Loren un Oscar, un David ed un Donatello per l’interpretazione della protagonista Cesira.
Ruolo rifiutato – ahimè- da Anna Magnani che, sinceramente, leggendo il romanzo avrei trovato assolutamente calzante.
La sceneggiatura, rimaneggia quindi il personaggio di Cesira, ringiovanendola.
Il film uscì nelle sale, nel 1960; tre anni dopo la pubblicazione del romanzo (1957) la cui stesura fu intermittente.
Lo scenario – umano e naturale- di questa storia è autobiografico in quanto Moravia riferisce molto della sua personale esperienza di sfollato in cui visse (dal settembre 1943 al 21 maggio 1944), assieme alla moglie Elsa Morante, in una capanna di Sant'Agata (ne “La Ciociara” la ribattezza Sant'Eufemia) in Ciociaria.
Questo vissuto è trasferito in un grande carattere femminile: Cesira, una donna di grande temperamento che, nata e cresciuta proprio in Ciociaria, si ritrova sposa a Roma a soli sedici anni. Un matrimonio difficile che trova soddisfazione prima esclusivamente nell’essere proprietaria di un appartamento e di un negozio e poi anche dell’essere madre dell'angelica figlia Rosetta.
Cesira è dunque una tra le tante persone che vivono la propria vita indifferenti a governi ed accadimenti estranei al proprio seminato.
”li mortacci loro, 'sti figli di mignotte, si scannino tra di loro finché vogliono ma io non voglio sentirli, che ce ne importa a noi della loro guerra?... loro se le fanno tra di loro senza chiedere il parere alla povera gente che deve andarci e allora noialtri, che siamo la povera gente, siamo giustificati a non occuparcene”
Una donna del popolo che dovrà mettersi di fronte alla realtà forzatamente quando gli eventi bellici minacciano sempre più la città di Roma.
Comincia così un viaggio in Ciociaria che, dopo alcune traversie, approda nell’immaginaria località di Sant'Eufemia dove trovano alloggio in una stalla .
La stretta convivenza con altri sfollati fa emergere la mentalità gretta, l’ipocrisia e la mitomania.
Le voci dello sbarco alleato si diffondono assieme alla certezza che con loro arriverà la ricchezza per tutto.
Il tempo passa però e quello che avrebbe dovuto essere un riparo per poche settimane si prolunga per nove mesi in cui la speranza si affievolisce sempre più e di pari passo cresce a dismisura la fame.
Lo scenario di montagna è descritto in modo affettuoso ed è facile intuire come lo scrittore nella sua esperienza si sia aggrappato molto all'emozione per il paesaggio come balsamo per una situazione sempre più intollerabile.
Questi particolari non emergono dal film così come la particolare condizione in cui la guerra pone gli accenti diversi: quello a cui solitamente non si bada acquista un’importanza fondamentale; quello che solitamente si dà per scontato ha un valore differente. Mangiare, dormire, lavarsi....
(view spoiler)
Un romanzo in cui emerge fortemente come in un mondo fatto di fessi e di furbi, la particolare condizione della guerra porti anche a galla gli animi meschini.
Una filosofia secondo la quale, non solo ognuno pensa per sé ma fa uscire allo scoperto desideri brutali di sopraffazione:
” E a questo punto voglio dire che la guerra è una gran prova; e che gli uomini bisognerebbe vederli in guerra e non in pace; non quando ci sono le leggi e il rispetto degli altri e il timor di Dio; ma quando tutte queste cose non ci sono più e ciascuno agisce secondo la propria vera natura, senza freni e senza riguardi.”
Mi piacerebbe proprio che il meritato successo del film riconosca il giusto tributo a questo romanzo di Moravia che, come lui stesso disse, si può definire ” un addio definitivo al mito nazionalpopolare”
” Così non c'era pietà, né commozione, né simpatia umana; un uomo moriva e gli altri uomini se ne infischiavano, ciascuno per i suoi motivi personali. Era, insomma, la guerra, come diceva Concetta, e questa guerra temevo, adesso, che si sarebbe prolungata nelle nostre anime molto dopo che la guerra vera fosse finita.”["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>
Solitamente non mi piace parlare di film in un commento ad un libro; un accenno mi sembra sufficiente.
Ci sono casi, tuttavia, dove libro e versione cinematografica hanno subito una tale fusione da rendere impossibile parlare di uno senza pensare all’altro.
“La Ciociara” deve innegabilmente molta della sua fama al film che ne è stato tratto e, in particolar modo, solo a pronunciare questo titolo, automaticamente si pensa ad un volto, ossia quello di Sofia Loren.
Sceneggiato da Zavattini e diretto da De Sica, il film valse - meritatamente- alla Loren un Oscar, un David ed un Donatello per l’interpretazione della protagonista Cesira.
Ruolo rifiutato – ahimè- da Anna Magnani che, sinceramente, leggendo il romanzo avrei trovato assolutamente calzante.
La sceneggiatura, rimaneggia quindi il personaggio di Cesira, ringiovanendola.
Il film uscì nelle sale, nel 1960; tre anni dopo la pubblicazione del romanzo (1957) la cui stesura fu intermittente.
Lo scenario – umano e naturale- di questa storia è autobiografico in quanto Moravia riferisce molto della sua personale esperienza di sfollato in cui visse (dal settembre 1943 al 21 maggio 1944), assieme alla moglie Elsa Morante, in una capanna di Sant'Agata (ne “La Ciociara” la ribattezza Sant'Eufemia) in Ciociaria.
Questo vissuto è trasferito in un grande carattere femminile: Cesira, una donna di grande temperamento che, nata e cresciuta proprio in Ciociaria, si ritrova sposa a Roma a soli sedici anni. Un matrimonio difficile che trova soddisfazione prima esclusivamente nell’essere proprietaria di un appartamento e di un negozio e poi anche dell’essere madre dell'angelica figlia Rosetta.
Cesira è dunque una tra le tante persone che vivono la propria vita indifferenti a governi ed accadimenti estranei al proprio seminato.
”li mortacci loro, 'sti figli di mignotte, si scannino tra di loro finché vogliono ma io non voglio sentirli, che ce ne importa a noi della loro guerra?... loro se le fanno tra di loro senza chiedere il parere alla povera gente che deve andarci e allora noialtri, che siamo la povera gente, siamo giustificati a non occuparcene”
Una donna del popolo che dovrà mettersi di fronte alla realtà forzatamente quando gli eventi bellici minacciano sempre più la città di Roma.
Comincia così un viaggio in Ciociaria che, dopo alcune traversie, approda nell’immaginaria località di Sant'Eufemia dove trovano alloggio in una stalla .
La stretta convivenza con altri sfollati fa emergere la mentalità gretta, l’ipocrisia e la mitomania.
Le voci dello sbarco alleato si diffondono assieme alla certezza che con loro arriverà la ricchezza per tutto.
Il tempo passa però e quello che avrebbe dovuto essere un riparo per poche settimane si prolunga per nove mesi in cui la speranza si affievolisce sempre più e di pari passo cresce a dismisura la fame.
Lo scenario di montagna è descritto in modo affettuoso ed è facile intuire come lo scrittore nella sua esperienza si sia aggrappato molto all'emozione per il paesaggio come balsamo per una situazione sempre più intollerabile.
Questi particolari non emergono dal film così come la particolare condizione in cui la guerra pone gli accenti diversi: quello a cui solitamente non si bada acquista un’importanza fondamentale; quello che solitamente si dà per scontato ha un valore differente. Mangiare, dormire, lavarsi....
(view spoiler)
Un romanzo in cui emerge fortemente come in un mondo fatto di fessi e di furbi, la particolare condizione della guerra porti anche a galla gli animi meschini.
Una filosofia secondo la quale, non solo ognuno pensa per sé ma fa uscire allo scoperto desideri brutali di sopraffazione:
” E a questo punto voglio dire che la guerra è una gran prova; e che gli uomini bisognerebbe vederli in guerra e non in pace; non quando ci sono le leggi e il rispetto degli altri e il timor di Dio; ma quando tutte queste cose non ci sono più e ciascuno agisce secondo la propria vera natura, senza freni e senza riguardi.”
Mi piacerebbe proprio che il meritato successo del film riconosca il giusto tributo a questo romanzo di Moravia che, come lui stesso disse, si può definire ” un addio definitivo al mito nazionalpopolare”
” Così non c'era pietà, né commozione, né simpatia umana; un uomo moriva e gli altri uomini se ne infischiavano, ciascuno per i suoi motivi personali. Era, insomma, la guerra, come diceva Concetta, e questa guerra temevo, adesso, che si sarebbe prolungata nelle nostre anime molto dopo che la guerra vera fosse finita.”["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>
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La ciociara.
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Reading Progress
October 27, 2018
– Shelved as:
to-read
October 27, 2018
– Shelved
January 5, 2020
– Shelved as:
2020-buoni-propositi
February 15, 2020
–
Started Reading
February 17, 2020
–
45.0%
February 18, 2020
–
62.0%
February 20, 2020
– Shelved as:
italiana
February 20, 2020
– Shelved as:
classica
February 20, 2020
– Shelved as:
5-stelle
February 20, 2020
– Shelved as:
non-dimentico
February 20, 2020
–
Finished Reading
Comments Showing 1-3 of 3 (3 new)
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message 1:
by
Emilio
(new)
-
rated it 4 stars
Feb 22, 2020 03:06AM
Bella presentazione. Ovviamente si tratta di un libro importante e decisamente bello.
reply
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flag
E che presentazione ! Complimenti ! Sinceramente non l’ho mai preso dallo scaffale dove l’avevo messo, fiduciosa che prima o poi.... Il film - bellissimo con la Loren in uno dei suoi più bei ruoli - era stato un pugno nello stomaco e così non ho ancora trovato il momento ; grazie Dagio, leggere il tuo commento - bellissimo- forse farà arrivare “ quel momento “ .
Emilio wrote: "Bella presentazione. Ovviamente si tratta di un libro importante e decisamente bello."
Direi proprio di sì!
:-))
Agnes wrote: "E che presentazione ! Complimenti ! Sinceramente non l’ho mai preso dallo scaffale dove l’avevo messo, fiduciosa che prima o poi.... Il film - bellissimo con la Loren in uno dei suoi più bei ruoli ..."
Grazie Agnes!
Non esitare!
La versione cinematografica è molto coinvolgente ed è stata. giustamente. apprezzata.
Nel libro, a mio avviso, risaltano altri aspetti molto importanti e, credo, che dovrebbe essere rivalutato per il suo valore oggettivo
:-)))
(Tiralo giù dallo scaffale! Non merita la polvere)
Direi proprio di sì!
:-))
Agnes wrote: "E che presentazione ! Complimenti ! Sinceramente non l’ho mai preso dallo scaffale dove l’avevo messo, fiduciosa che prima o poi.... Il film - bellissimo con la Loren in uno dei suoi più bei ruoli ..."
Grazie Agnes!
Non esitare!
La versione cinematografica è molto coinvolgente ed è stata. giustamente. apprezzata.
Nel libro, a mio avviso, risaltano altri aspetti molto importanti e, credo, che dovrebbe essere rivalutato per il suo valore oggettivo
:-)))
(Tiralo giù dallo scaffale! Non merita la polvere)