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Antichrista
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Questa è una storia di adolescenza, puntuta e crudele. Questa è la storia di Blanche, raccontata da lei stessa.
Blanche, la ragazza che vuole nascondersi, facendo dei suoi complessi un rifugio sicuro, incontra Christa ovvero l’esatto opposto: la ragazza estroversa, disinibita, che si finge amica per accaparrarsi tutto l’amore possibile, catturare tutto il consenso in circolazione, essere la prima, l’adorata. Essere adorabile è perciò la sua strategia.
Christa si insinua nella vita di Blanche occupando ben presto tutto lo spazio, fisico e affettivo. Diventerà, nell’intimo confabulare tra sé e sé della ragazza, l’Antichrista, ovvero l’iperbolica concentrazione del male: egoismo, narcisismo, invidia, menzogna.
“Adesso scoprivo che l’amore era per Antichrista un fenomeno puramente riflessivo: una freccia che partiva da sé in direzione di sé. L’arcata più piccola del mondo. Si poteva vivere a una portata così minuscola?”
La storia è, come spesso per Nothomb, portata all’eccesso e al parossismo, ovvero ai limiti della credibilità. Ma non è questo che importa. Importa la parola che suggestiona e ferisce, che apre delle crepe, che induce a colmare dei vuoti o a viverli. La parola perturbante.
La storia non si conclude come ci ci aspetta, sebbene la protagonista-vittima abbia infine, come speriamo, la sua vendetta sulla carnefice. Una vendetta incruenta, guidata dalle parole di un’eroina tragica: “‘Sono di quelli che amano e non di quelli che odiano’, dichiara l’Antigone di Sofocle. Niente di più bello è mai stato detto”.
Giustizia sembra fatta, dunque.
Eppure...
Blanche, la ragazza che vuole nascondersi, facendo dei suoi complessi un rifugio sicuro, incontra Christa ovvero l’esatto opposto: la ragazza estroversa, disinibita, che si finge amica per accaparrarsi tutto l’amore possibile, catturare tutto il consenso in circolazione, essere la prima, l’adorata. Essere adorabile è perciò la sua strategia.
Christa si insinua nella vita di Blanche occupando ben presto tutto lo spazio, fisico e affettivo. Diventerà, nell’intimo confabulare tra sé e sé della ragazza, l’Antichrista, ovvero l’iperbolica concentrazione del male: egoismo, narcisismo, invidia, menzogna.
“Adesso scoprivo che l’amore era per Antichrista un fenomeno puramente riflessivo: una freccia che partiva da sé in direzione di sé. L’arcata più piccola del mondo. Si poteva vivere a una portata così minuscola?”
La storia è, come spesso per Nothomb, portata all’eccesso e al parossismo, ovvero ai limiti della credibilità. Ma non è questo che importa. Importa la parola che suggestiona e ferisce, che apre delle crepe, che induce a colmare dei vuoti o a viverli. La parola perturbante.
La storia non si conclude come ci ci aspetta, sebbene la protagonista-vittima abbia infine, come speriamo, la sua vendetta sulla carnefice. Una vendetta incruenta, guidata dalle parole di un’eroina tragica: “‘Sono di quelli che amano e non di quelli che odiano’, dichiara l’Antigone di Sofocle. Niente di più bello è mai stato detto”.
Giustizia sembra fatta, dunque.
Eppure...
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Antichrista.
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Reading Progress
March 30, 2018
– Shelved
Started Reading
April 1, 2018
–
Finished Reading
Comments Showing 1-4 of 4 (4 new)
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message 1:
by
Dagio_maya
(new)
Apr 01, 2018 09:17PM
Vuoi dire che dopo la delusione di "Acido solforico" potrei riaprire il capitolo Nothomb?
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Nothomb divide: o si ama o si odia, pare. Perché è veramente sui generis. Dagio, se proprio vuoi riprovarci io ti consiglierei i libri autobiografici: Metafisica dei tubi, Sabotaggio d’amore, Stupore e tremori, in questo ordine. Questi mi hanno conquistato e mi hanno fatto capire il personaggio. Se avessi letto altro, prima, sarei rimasta decisamente perplessa...