Adolescenza Quotes

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“Credevo di aver fatto la migliore delle mosse e invece fu un errore madornale. Rievocavo l’accaduto dell’estate precedente e la solidarietà maschile di Mattia, senza neppure immaginare che con le ragazze era tutto diverso. Le ragazze non sono creature di cui ci si possa fidare.”
Sara Zelda Mazzini, Nichi arriva con il buio

Fabio Volo
“Nell'arco della vita puoi incontrare un sacco di persone e di qualcuno diventare veramente amico. Ma chi ha passato con te il periodo dell'adolescenza conserva un posto speciale. Forse più ancora dei compagni dell'infanzia.”
Fabio Volo, È una vita che ti aspetto

Éric-Emmanuel Schmitt
“Capisco che l'adolescenza venga definita l'età ingrata. E' dura. Ma alla fine, a vent'anni suonati, le cose si aggiustano.”
Éric-Emmanuel Schmitt, Oscar et la dame rose

John Irving
“«Cosa vorresti sapere su te stesso, di preciso?» mi chiese ad un certo punto.
«Mi domando perché mi capitino di continuo queste improvvise, inspiegabili…cotte» gli risposi.
«Oh, le cotte. Tra un po’ ne avrai molte di più, vedrai» disse Richard in tono incoraggiante. «Alla tua età le cotte sono assolutamente normali…perfino divertenti!»
«A volte però le prendo per le persone sbagliate» provai a spiegargli.
«Non esistono persone sbagliate per cui prendersi una cotta, Bill» mi rassicurò, «Non si può scegliere di innamorarsi di qualcuno piuttosto che di qualcun altro.»
«Oh!» esclamai. A tredici anni, quell’informazione mi fece pensare che le cotte fossero più pericolose di quanto avessi creduto.
È buffo che solo sei anni più tardi, durante quel viaggio in Europa con Tom, iniziato così male a Bruges, l’eventualità di potermi innamorare mi sembrasse improbabile, perfino impossibile. Quell’estate avevo solo diciannove anni, ma ero già deciso a non innamorarmi mai più.”
John Irving, In One Person

John Irving
“«È un buon segno piangere per un romanzo» mi assicurò Miss Frost.
«Un buon segno?»
«Significa che hai più cuore della maggior parte dei tuoi coetanei.»”
John Irving, In One Person

Edward Carey
“Mi pantalonai.
Me li infilai, come se stessi amputandomi le gambe.
Adesso, mi dissi, per te tutto il mondo sarà in flanella grigia.
L’avevo indossata, ne avevo fatto un sacco per chiuderci dentro l’infanzia. Come mi sentivo? Superiore? Vecchio? Saggio? Più pesante? Più forte? Mi trovavo eretto e diretto e di bell’aspetto, lusingato e favorevolmente impressionato?
No, per niente.”
Edward Carey, Heap House

Giulia Caminito
“Quanto più lo ripeti – ti amo – più si consuma, è cera che scende a gocce e smoccola, sporca a terra.”
Giulia Caminito, L'acqua del lago non è mai dolce

Giulia Caminito
“Faccio una piroetta e torno dentro, non mi farò rovinare la serata, ho preso i voti che meritavo, ho un ragazzo ricco, ho un’estate
davanti, e per chi ha la mia età, l’estate è come la messa, la chiesa, la riva del fiume a fine nuotata, la boccata d’aria dopo un viaggio a finestrini chiusi, è il paese che si veste a festa.”
Giulia Caminito, L'acqua del lago non è mai dolce

Carlos Liscano
“Da adolescente aspiravo all’infinito. Non lo sapevo, non me lo formulavo così, ma si trattava di questo. Non ho fatto altro che pagare, per tale aspirazione, ciò che la vita mi ha richiesto. Ed è giusto che si paghi per un’illusione così smisurata, per le ansie senza limiti. Solo molto più tardi scoprirò che l’infinito è soltanto la ricerca dell’infinito. E che le mie furono sempre piccole ansie d’infinito.”
Carlos Liscano, Lo scrittore e l'altro

“Ed è bene che tu pianga, la tua è l’età migliore per farlo.”
Luca Bianchini, Ti seguo ogni notte

“L'età delle medie è la peggiore che ci sia. Si è stronzi come adolescenti e immaturi come bambini.”
Marco Erba, Fra me e te

Susanna Tamaro
“Mi ero sempre chiesta che cos’è l’amore, ma mai che cos’è la vita. Veniamo al mondo e siamo l’inno stesso della precarietà. Basta un virus appena un po’ arrogante, un colpo leggero sulla nuca per farci scivolare subito dall’altra parte.
Siamo un inno alla precarietà e un invito al male, a compierlo vicendevolmente gli uni sugli altri. Un invito che abbiamo accolto dal primo giorno in cui il mondo è stato creato. L’abbiamo accolto per obbedienza, per passione, per pigrizia, per distrazione. Ti uccido per vivere. Ti uccido per possedere. Ti uccido per liberarmi di te. Ti uccido perché amo il potere. Ti uccido perché non vali niente. Ti uccido perché voglio vendicarmi. Ti uccido perché uccidere mi dà piacere. Ti uccido perché mi dai fastidio. Ti uccido perché mi ricordi che anch’io posso essere ucciso.
Ogni cosa nel mondo ha il suo opposto. Il nord e il sud. L’alto e il basso. Il freddo e il caldo. Il maschio e la femmina. La luce e il buio. Il bene e il male. Ma allora, se davvero è così, perché è possibile dire: «Ti uccido» e non è possibile dire: «Ti restituisco la vita?». La vita è nata prima dell’uomo e nessun uomo è in grado, con la sua sola volontà, di creare la vita. «Muori!» possiamo gridare, ma non «Vivi!». Perché? Cosa si nasconde dietro questo mistero?”
Susanna Tamaro, Answer Me

Simona Sparaco
“Certi graffi, soprattutto nell'adolescenza, quando si vive tutto in modo amplificato, sono come maschiature a fuoco.”
Simona Sparaco, Equazione di un amore

Jennifer Niven
“E’ come se dentro me ci fosse una creatura incazzata che scalpita per uscire. Sono anni che mi cresce dentro e ormai occupa tutto lo spazio, mi preme sui polmoni, sul petto, sulla gola. Io faccio di tutto per ricacciarla indietro. Non voglio farla uscire. Non posso farla uscire”.
"Raccontami di un giorno perfetto”
Jennifer Niven

Giulia Caminito
“Farò come quelli che arrivano vicini al traguardo e poi cadono, sarò la perdente del fotofinish, il cavallo che corre e s’azzoppa alla curva conclusiva, il fantino sgroppato, il calciatore che sbaglia il rigore, la medaglia di legno. Si perde per poco, si perde per emozione, per distrazione, per umanità.”
Giulia Caminito, L'acqua del lago non è mai dolce

Giulia Caminito
“Che passo ha la gente ricca se non quello dei bardi e dei cavalieri, dei soldati.”
Giulia Caminito, L'acqua del lago non è mai dolce

Giulia Caminito
“Ciò che ci raccontiamo galleggia, ripetiamo spesso gli stessi argomenti, le lezioni private che lui prende in inglese, se vince o perde a calcetto, se va o non va allo stadio col padre, se io ho pensato a lui, e certo – dico – ci ho pensato molto, ripeto molto ogni volta che chiede quanto, perché più di molto non so quantificare, cosa c’è dopo molto, moltissimo? Infinito? L’universo? Ti ho pensato l’universo, gli comunico strappandomi le pellicine dagli angoli delle unghie.
Con lui non tocco le corde ruvide della mia vita casalinga, non pongo questioni d’esistenza o domande scomode, mi muovo rapida negli elenchi degli oggetti che lui ha ma io no, e quasi mi sembra di possederli con lui, perché quel sottile legame, ufficioso e boschivo, potrebbe essere segno di partecipazione, seguendo il principio dei vasi comunicanti a un certo punto la sua opulenza trasborderà e sarò io a raccoglierla, il vaso piccolo e in basso che guarda in alto a bocca aperta.”
Giulia Caminito, L'acqua del lago non è mai dolce

Giulia Caminito
“Da questa nuova posizione, da questo minuscolo gradino, io mi sento sollevata, dall’alto sono felice di stabilire distanze e monitorare che vengano riconosciute le differenze.
Va bene che affondino gli altri, che vengano attribuite colpe inventive e immaginarie, l’importante è che io resti e galleggi, che io affiori in superficie.”
Giulia Caminito, L'acqua del lago non è mai dolce

Giulia Caminito
“Potremmo chiamare Orso e sentire che fanno, ha aggiunto, e io le ho risposto che non vediamo Orso da mesi, quell’amicizia – estiva, sincera, reale – è finita come solo ciò che è vero sa finire, siamo distanti adesso, per un motivo o per l’altro, senza discussioni o strappi precisi, ci siamo allontanati.”
Giulia Caminito, L'acqua del lago non è mai dolce

Giulia Caminito
“Io, Agata e Carlotta sedute sulla panchina della stazione, la foto scattata con una macchinetta usa e getta, e così sembriamo noi: utilizzate e buttate via, stropicciate, consumate, pronte al riciclo.
Ci sono almeno due persone morte là dentro e una sono io, penso, la mia controfigura dodicenne che odia le sue orecchie, detesta fare il bagno in piscina ed è perseguitata da un ragazzino dai capelli ricci, quella a cui ancora devono tagliare le corde della racchetta, quella che ancora deve diventare maligna, per lei provo pena e ribrezzo, da lei mi separano viaggi interstellari, vagabondaggi da qui a Saturno.”
Giulia Caminito, L'acqua del lago non è mai dolce

Giulia Caminito
“Ora è distante e malefica, mi pungola il suo sguardo, quelle moine che all’improvviso mi danno malanno, sono io la prima a ritrarmi e a interporre antipatie, proprio quando la nostra amicizia è in pericolo e qualcuno di più seducente di me la sta per irretire, io non so farmi piacevole, non so camuffarmi da santa protettrice, ma sputo fiamme e alzo muraglia.”
Giulia Caminito, L'acqua del lago non è mai dolce

Giulia Caminito
“Io voglio essere felice, voglio essere felice, fatemi essere dannatamente felice, mi sento di gridare, ma non ci riesco e li faccio uscire dalla stanza, metto il vestito rosso e le scarpe che sono troppo strette sulla punta del piede destro, non c’è nulla in cui nascondersi, niente che copra la mia disgrazia.”
Giulia Caminito, L'acqua del lago non è mai dolce

Giulia Caminito
“Iris ha gli occhi lucidi mentre mi elenca i motivi per cui mi vuole bene, ha compilato una lista – in basso a destra – dice che sono intelligente, affidabile, fedele e coraggiosa.
Proprio l’ultima parola mi colpisce come sputo sulla fronte, rende il nostro legame nullo, le mie confessioni silenzi. Io non voglio essere nessuna di queste cose, non voglio aggettivi per me, non voglio lacrime, non voglio feste o cartelloni: le mie parentesi quadre sono vuote, non ho radici latine, sanscrite, francesi, non ho prefissi o suffissi, sono una definizione mancata.”
Giulia Caminito, L'acqua del lago non è mai dolce

Giulia Caminito
“Io non so fare quello che fanno loro, non seduco, non ammalio, non riesco a propormi, mai l’ho saputo fare, le guardo danzare, sorridersi e bere, loro mi invitano più volte a raggiungerle, sei una di noi vogliono simulare, sei opportuna e benvoluta, ma io vedo menzogna in quegli sguardi, perché non c’è mai stato un luogo per me, un mio stare al posto adatto.
[...]
Sento intanto un cappio al collo, lo spazio aperto di quel giardino, l’aria fresca e umida che sale dall’acqua del lago, il sibilo delle onde piccole che sciabordano mi dà claustrofobia, mi vedo in una scatola di latta, senza buchi per respirare, appiattita sotto una pressa da cantiere.”
Giulia Caminito, L'acqua del lago non è mai dolce

Franz Werfel
“aveva già raggiunto quel limite di età, al di là del quale l'uomo in divenire deve affermarsi non solo contro i propri umori, ma anche contro una gigantesca chimera del mondo, che gli fa sentire ad ogni minuto, soffocandolo, la nullità del suo lo appena desto.”
Franz Werfel, I quaranta giorni del Mussa Dagh: Volume II

Alessandro D'Avenia
“Questa generazione di adolescenti è più rapida delle precedenti, entra in contatto con molto più mondo in molto meno tempo, conosce più cose della mia, ma ha anche un punto debole: ha meno criteri di decodifica dei messaggi, non sa da dove si prenda il mondo, indossa la realtà spesso al contrario, come una maglietta in cui non si distingue il davanti dal dietro, l'esterno dall'interno. Trova la soluzione a furia di provare e riprovare, se non si scoraggia prima. Abbiamo dato loro tutto per godere la vita, ma non abbiamo dato loro una ragione per viverla. Abbiamo scambiato la felicità con il benessere, i sogni con i costumi.”
Alessandro D'Avenia, L'arte di essere fragili: Come Leopardi può salvarti la vita