Storia della Chiesa in Puglia

Il saggio presenta la ricostruzione della storia di una delle chiese barocche più belle della città di Foggia, la chiesa del Purgatorio, oggi chiesa della Misericordia, attraverso l'analisi di alcuni documenti d'archivio. Interessante è anche la documentazione sulla macchina dell'altare marmoreo, e dell'organo settecentesco di Fabrizio Cimino di scuola napoletana.
[qui allegata è una bozza di stampa!]

La Venerabile Confraternita del SS. Rosario (1639) è il più antico Sodalizio esistente nella città di Terlizzi; sin dalla sua istituzione ha profuso particolare zelo per il culto della Regina del SS. Rosario che la stessa Città, con solenne voto pubblico, ha proclamato in perpetuum propria «Signora, Patrona, Avvocata, Protettrice e Mediatrice». In quest’anno che ricorre il 380° anniversario di fondazione, la Confraternita del SS. Rosario ha sentito la necessità di ripercorrere la propria storia con un’iniziativa editoriale che testimoniasse il profondo amore verso la Regina delle Vittorie; ha voluto realizzare uno strumento che fosse la sintesi dei percorsi seguiti in tanti secoli con il Rosario e per il Rosario. Gli aspetti religiosi, sociali, economici, artistici che hanno interessato nel tempo il Sodalizio trovano in questo libro la loro precisa connotazione, anche grazie al supporto di inedita documentazione archivistica e fotografica.

La vivace attenzione al fenomeno santuariale, riservata nel corso degli ultimi anni da numerosi studiosi appartenenti a differenti aree disciplinari, ha accresciuto l'interesse per le origini, la storia, l'arte, le peculiarità e le funzioni degli innumerevoli santuari cristiani tuttora esistenti, come pure di quelli sottoposti a trasformazione, oppure occultati, se non del tutto scomparsi.

In questo essay abbiamo analizzato, focalizzandoci sul confronto con edifici coevi, sia gli elementi architettonici che quelli pittorico decorativi che caratterizzano la chiesa di San Pietro ad Otranto. La chiesa rappresenta uno dei rarissimi esempi, ancora integri, di edifici sacri che incarnano la commistione tra l'arte latina meridionale e quella greco-bizantina che aiuta a decifrare il complesso patrimonio artistico del mezzogiorno italiano.

Don Mauro Giuseppe Salvemini «era un borbonico sincero e incrollabile. Uomo di limitato spirito, di nessuna coltura, ma saldissimo carattere morale. Nel 1860 fu uno dei tre del paese [Molfetta], che ebbe il coraggio di votare no al plebiscito: e fu preso a pietre: in compenso mio padre […] votò tre volte per il sì; e nel 1866 […] scappò di casa e se ne andò coi garibaldini. Mio zio [don Mauro] considerava Francesco II un santo. E ne aspettò a lungo il ritorno» 1 .

Con la lettera pastorale del 25 gennaio 2005 Mons. Luigi Martella annunciava alla Chiesa di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi la ricorrenza del IX centenario della nascita di S. Corrado, Patrono della diocesi e della città di Molfetta. L'annuncio si accompagnava ad un'accorata e intensa meditazione sul tema della santità, per un'occasione giudicata straordinaria «perché cara -scrive il Vescovo -ci è l'esperienza di questo giovane santo, così lontano nel tempo, ma così vicino per l'attualità del suo messaggio» 1 .

Una delle prospettive di ricerca emerse durante i lavori del seminario di studio per una "Storia delle diocesi pugliesi" -svoltosi a Molfetta, presso l'Istituto Teologico Pugliese, nei mesi di gennaio-marzo 2007 -ha indicato la storia comparata delle diocesi pugliesi come un settore da coltivare con maggiore intensità 1 . L'esigenza di questo particolare sviluppo storiografico sulle Chiese presenti in Puglia riguarda le diocesi pienamente unificate, nel 1986, per volontà di Giovanni Paolo II, in seguito alla revisione degli accordi concordatari con la Repubblica Italiana. Per buona parte delle diocesi si è trattato soltanto di una ratifica di carattere giuridico, mentre per altre la piena unificazione ha dato vita a nuove realtà ecclesiali 2 . Entrambi i casi, comunque, suggeriscono l'approfondimento delle

1. La bibliografia sui pellegrinaggi è vastissima, perciò si rinvia a quella compresa in R. Lavarini, Il pellegrinaggio cristiano dalle sue origini al turismo religioso del XX secolo, Genova 1997, pp. 707-29; L'Europa dei pellegrini, a cura di L. Vaccaro, Milano 2004; Le vie di Dio. Storia dei pellegrinaggi cristiani dalle origini al Medioevo, a cura di J. Chélini -H. Branthomme, Milano 2004, pp. 169-76; Le vie di Dio. Storia dei pellegrinaggi cristiani dalla fine del Medioevo al XX secolo, a cura di J. Chélini -H. Branthomme, Milano 2006, pp. 204-10. Sono ancora utili i lavori di R. Stopani, La via Francigena. Una strada europea nell'Italia del Medioevo, Firenze 1995 2 ; Id., Le vie di pellegrinaggio del Medioevo. Gli itinerari per Roma, Gerusalemme, Compostella, Firenze 1995; si veda anche F. Cardini -R. Salvarani -M. Piccirillo, Verso Gerusalemme. Pellegrini, santuari, crociati tra X e XV secolo, Gorle 2000; e per gli itinerari pugliesi percorsi dai pellegrini si vedano gli studi (e le indicazioni bibliografiche) di P. Dalena, Le vie di pellegrinaggio medievale nel Mezzogiorno italiano, in L'uomo in pellegrinaggio, Atti del Convegno di studi, San Marco Argentano (Il passaggio dei pellegrini diretti o di ritorno dalla Terra Santa attraverso la Puglia viene ricordato nei testi odeporici a partire dal IV secolo 1 . L'anonimo pellegrino di Bordeaux compì il suo viaggio di ritorno da Gerusalemme nel 334; attraversò l'Adriatico partendo da Valona e sbarcò nel porto di Otranto. Di lì percorse la Traiana Calabra per giungere a Brindisi e proseguì lungo la Traiana, verso Benevento, toccando Bari e Canosa 2 .

L'iniziativa intrapresa dall'Associazione Italiana dei Professori di Storia della Chiesa di pubblicare un Dizionario delle diocesi italiane -avviatasi nel 2004 e tuttora in fieri 1 -è stata salutata dal suo presidente Luigi Mezzadri come un ulteriore elemento di crescita del prestigio acquisito in oltre trent'anni di attività del sodalizio. Essa -continuava Mezzadri -costituisce una felice occasione per far compiere un salto di qualità al lavoro «un po' passivo di soci recettivi, interessati all'aggiornamento, in quello più attivo di soci costruttori» 2 , ed inoltre, rappresenta il concreto apporto dell'Associazione al Progetto culturale in cui è impegnata da alcuni anni la Chiesa italiana. Tuttavia, il presidente lasciava intendere l'auspicio che nuovi ed ulteriori contributi, dal medesimo tenore scientifico, giungano ad integrare, sviluppare ed arricchire il progetto dell'Associazione.

The ad limina reports represent a source which helps illumine, at least in part, the history of the individual Churches and, in spite of these reports’ inherent shortcomings, assume particular significance in the research on the titular dioceses, which are sometimes lacking in important archival resources. The Church of Minervino Murge was created an episcopal seat in the 11th century with the coming of the Normans in southern Italy, but was suppressed in 1818 following the Concordat of Terracina, as happened with other dioceses in the South. Although that church was merged with the diocese of Andria, it was transformed into a titular diocese, without being deprived of the status of an ecclesiastical urban community. To trace the profile of this ancient Apulian Church in modern times, it was felt necessary to study of its seventeenth-century bishops’ ad limina reports, the first of their kind covering a whole century. Within the context of what has already been done, this exercise provided fresh insights
into the territorial, demographic, and social fields, as well as into their strictly ecclesial and religious sphere. Significant is the evidence they offer in relation to the pastoral work performed by resident prelates, offering a more accurate and deeper understanding of the religious life of a small diocese and of a poor population, whose daily existence was strongly conditioned by their work in the fields.

L'Antologia, dall'accattivante titolo, In viaggio per le terre dell'Arcangelo, edita nel 1991, si apre con due brani, tardivi rispetto alle origini del pellegrinaggio a Monte Sant'Angelo, e tuttavia di estremo interesse perché spiegano le ragioni della sua lunga durata 1 . Fa da apertura l'Itinerario di Anselmo e Giovanni Adorno, scritto probabilmente nel 1470 2 . I due pellegrini, di Bruges, di ritorno da Terrasanta fecero tappa al Gargano, santuario che così presentano: «si entra scendendo 64 scalini [...] il coro di questa chiesa è una caverna naturale [...] spicca l'altare maggiore costruito e consacrato da san Michele. Un altro si trova sul lato sinistro, nel luogo in cui san Michele si mostrò a san Lorenzo, vescovo di Siponto. Dietro l'altare si trova una fonte la cui acqua è guaritrice di diverse malattie [...] ogni anno numerosi pellegrini lo visitano perché è ritenuto predestinato e sacro e capace della remissione della pena e della colpa di ogni peccato. San Michele disse infatti al beato Lorenzo, indicando quel luogo: "dove si aprono i sassi, lì si rimettono i peccati"» 3 .

Agli inizi degli anni Novanta venne pubblicato dalla «Rivista di Scienze Religiose» dell'Istituto Teologico Pugliese uno studio di Emanuele Boaga, dedicato all'indagine storiografica sulle diocesi italiane 1 . Boaga ricostruiva sinteticamente la storia delle Chiese disseminate lungo la penisola e sulle isole maggiori, partendo dalla prima metà del I secolo per giungere al riordinamento e alla ristrutturazione delle diocesi, disposti nel 1986 dalla Congregazione per i Vescovi 2 . La * LUIGI MICHELE DE PALMA, Professore ordinario di Storia della Chiesa nell'ISSR di Bari. Il testo sviluppa l'intervento al convegno "La Chiesa Madre di Minervino: storia e arte di una antica Cattedrale" (Minervino 19-20 settembre 2008). Ringrazio gli organizzatori per aver consentito l'anticipata pubblicazione del contributo, che comunque sarà compreso nel volume degli atti. 1 E. BOAGA, Per la ricerca storica e archivistica sulle diocesi italiane, «Rivista di Scienze Religiose», VII (1993), p. 107-153. Per quanto concerne i temi, gli argomenti e i problemi storiografici relativi alla storia diocesana si veda G. RUMI, Introduzione al problema storiografico della "storia diocesana", «Chiesa e società. Appunti per una storia delle diocesi lombarde», a cura di A. CAPRIOLI -A. RIMOLDI -L. VACCARO, Brescia 1986, p. 29-38. 2 Sul provvedimento adottato dal dicastero romano si rinvia agli studi di G. BRUNETTA, La revisione delle diocesi in Italia, «Aggiornamenti Sociali», XVIII , p. 201-211; ID., Odegitria, XV (2008), p. 207-236 208 LUIGI MICHELE DE PALMA

L'indagine riguardante i preti delle Chiese di Puglia vissuti nel Novecento ha consentito di far luce su altre insigni figure del clero di questa regione, in particolare di quello incardinato nell'arcidiocesi di Trani -Barletta -Bisceglie e Nazareth.

La visita apostolica di Giovanni Lottini 365 storici nell'acquisizione di maggiori conoscenze e competenze in riferimento alla storia delle Chiese locali per procedere -soprattutto per le epoche più lontane -almeno sul piano della comparazione 7 . E secondo questa prospettiva d'indagine non si può fare a meno di conoscere meglio la letteratura storiografica di ciascuna delle antiche diocesi e proseguire nella ricerca e nell'esame delle fonti.

Un codice di fattura trecentesca, utilizzato ancora fino alla metà del '600, è la Matricula maioris ecclesie Rubensis 1 . Il manoscritto, accanto al Quaternus della confraternita dell'episcopio di Giovinazzo (XIV sec.), studiato e trascritto dal Garufi nel 1911 2 , costituisce forse il secondo esempio di obituario prodotto da una silloge canonicale in ambito pugliese nel '300. Si tratta di un codice pergamenaceo integralmente restaurato che non presenta alcuna segnatura, né fa parte attualmente * FRANCESCO FICCO, Dottore in Lettere classiche, Molfetta.

Semestrale-Ufficiale per gli atti di Curia per la Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi Supplemento Redazionale-Spedizione in abb. post. Legge 662/96, art. 2, comma 20/c-Fil. di Bari Abbonamento annuale: Euro 28,00 Settimanale-Euro 45,00 Settimanale + Documentazione

LUIGI MICHELE DE PALMA 428 dotte, specialmente in Italia, sono state contrassegnate dai limiti locali congiunti alle visite effettuate, o ai casi ad esse correlate, e sono rimaste sempre condizionate dalla reperibilità della documentazione nota.

The documentation relating to the apostolic visitation ordered by Pius X to Italian dioceses and seminaries (1903-1914) is a significant source for understanding the conditions of the local Churches and their components in the society of the early twentieth century. The pope wanted to be aware of them in the perspective of an initiative of ecclesial reform and re-christianization of the country. The records of the visits, moreover, provide useful information on the local Churches, formulated by external observers, and at the same time represent diagnoses and propose therapies. The essay continues the investigation previously undertaken on the Churches of Apulia and dwells in particular on the bishops of Taranto, Oria and Castellaneta, as well as on the consequences of the visits made with their effects on the episcopate.

Felice Canelli nacque a San Severo, paese della provincia foggiana, il 14 ottobre 1880 in una famiglia povera. Orfano di padre dal 1886, entrò in seminario nel 1892 e fu ordinato presbitero il 6 giugno 1903. Visse il suo sacerdozio alla scuola della “Rerum novarum” di papa Leone XIII, impegnandosi a favore delle classi più povere della sua contemporaneità, segnata da un’evidente contrapposizione sociale. Guidato dalla spiritualità francescana e vincenziana, dal 1905 si legò al carisma salesiano, prodigandosi per l’associazionismo ecclesiale che diffuse fra gli operai come fra i giovani. Fu rettore della chiesa di Sant’Antonio Abate dal 1909 al 1927, cappellano militare dal 1916 al 1919, segretario locale del Partito Popolare Italiano di don Luigi Sturzo e dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia, nonché promotore dello scoutismo. Dal 1° maggio 1927 fu parroco della chiesa di Croce Santa: incarico che lo impegnò fino al giorno della sua morte, sopraggiunta il 23 novembre 1977. Il 22 maggio 2021, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto che riconosce l’eroicità delle sue virtù.

Partendo da un'approfondita messa a punto dell'ultimo anno di vita e di attività pastorale del vescovo-frate dalmata, il saggio cerca di far emergere i caratteri propri della prima devozione locale e ricostruisce le probabili ragioni della mancata canonizzazione del Kažotić, considerandole nel più ampio panorama dei culti "minori" del Mezzogiorno regnicolo.

Attraverso l'edizione della relatio ad limina  presentata alla Sacra Congregazione del Concilio nel 1688 dal vescovo di Giovinazzo Agnello Alfieri, si offre una panoramica sullo stato della Chiesa di Terlizzi, dipendente dall'Ordinario di Giovinazzo in quel periodo.

Gli Anni Cinquanta registrarono, in Italia, un prismatico concetto di “ricostruzione”. A metà Novecento, l’azione di riqualificazione strutturale del Paese, messa in atto dal governo democristiano - che nel meridione assunse i tratti della Riforma Agraria e della Cassa per il Mezzogiorno - per far fronte alle gravi conseguenze del secondo conflitto mondiale - premessa ineludibile per il boom economico dei successivi Anni Sessanta - registrò la coeva e armonizzata scelta di indirizzi ecclesiali improntati all’unità d’azione che, seppure meno evidenti rispetto al rifacimento identificativo della nazione, si rivelarono altrettanto importanti e profondi. Se, terminato il conflitto, in occasione della ripresa della vita democratica, l’“intesa” tra Chiesa e Democrazia Cristiana aveva permesso, nel 1948, l’affermazione del partito dei cattolici a scapito delle sinistre, il decennio successivo, pur continuando a registrare il perpetuarsi della sintonia tra scelte politiche e indirizzi pastorali, ampliò il campo d’azione, affiancando alla ricostruzione del Paese la promozione sociale dell’individuo.

Il Saggio di Michele Lacriola si inscrive a giusto titolo in una feconda e ormai risalente stagione di studi sulla storia della Puglia in età moderna e contemporanea che ha innovato profondamente la storiografia di impianto prevalentemente etico-politico e si è dedicata alla storia economico-sociale della Regione. Già noto per alcuni precedenti lavori, tra cui si ricordano almeno quelli sulle insorgenze e il brigantaggio nel Regno di Napoli nel triennio giacobino e sulla marina militare nel Regno delle due Sicilie, il Lacriola affronta, in queste pagine, una ricostruzione a tutto tondo dell’economia pugliese ottocentesca, con particolare attenzione alla città di Bari e alla sua provincia, sforzandosi di offrire un’interpretazione complessiva sia del dinamismo dell’economia regionale sia delle trasformazioni del paesaggio agrario e dei rapporti economico-giuridici in esso operanti.

La rivista «Chiesa e Storia» segue le procedure internazionali della blind peer review. Il contenuto di «Chiesa e Storia» è indicizzato (completamente o parzialmente) o fatto oggetto di abstracts analitici nel seguente strumento di ricerca: Progetto Riviste online (a cura di F. Testaferri, Italia). La rivista è presente in Ebsco Publishing. 5 Sommario 11 Luigi Michele de Palma, Editoriale.

Storia degli altari della Madonna Addolorata e della Natività di Gesù, presenti nella Parrocchia San Giovanni Battista di Parabita, e delle rispettive tele, oggi non più lì custodite.


Pubblicato in data 27/12/2018 presso Fondazione Terra d'Otranto