Governare l’evoluzione di un sistema urbano.
Il sito UNESCO di Crespi d’Adda
Maria Paola Borgarino, Paolo Gasparoli, Anna Teresa Ronchi, Matteo Scaltritti,
Dipartimento ABC, Politecnico di Milano, Italia
Abstract. Il villaggio operaio di Crespi d’Adda, iscritto nella World Heritage List UNESCO dal 1995, è costituito da un grande complesso industriale di circa 90.000
mq, dismesso nel 2004 e da un centinaio di edifici residenziali, un tempo destinati
ai lavoratori dello stabilimento. Il tema del governo delle trasformazioni di un sistema urbano “vivo” come quello di Crespi d’Adda, con indubbie valenze di carattere
storico e documentale è uno dei più incerti e controversi ma, al contempo, urgenti
e necessari. La natura complessa del sito e i delicati equilibri tra i suoi elementi
costitutivi impongono di considerare la salvaguardia dei valori e la tensione verso
il cambiamento non come parti di un conflitto inconciliabile, ma come esigenze diverse, che devono essere integrate all’interno di una coerente strategia di gestione.
Tale strategia, delineata dal Piano di Gestione, vede uno dei suoi punti salienti nella
ricerca sperimentale e normativa sul tema dell’adeguamento delle strutture edilizie
residenziali.
Parole chiave: Gestione, Sistema urbano, Patrimonio industriale, Crespi d’Adda
Il villaggio industriale di Crespi
d’Adda, realizzato alla fine del
XIX secolo per volere della famiglia di cotonieri Crespi, è situato tra
Milano e Bergamo alla confluenza dei fiumi Adda e Brembo. L’insediamento, che comprende un imponente stabilimento produttivo,
un centinaio di residenze e i principali servizi sociali e ricreativi,
costituisce un’originale declinazione della tipologia delle company
town ove il riferimento ai coevi modelli anglosassoni si mescola con
le influenze della tradizione lombarda, in una coesistenza a tratti
ambigua di tradizione e innovazione.
Il layout urbano ha una struttura ordinata e bipartita: l’asse viario
principale divide la zona destinata alle residenze operaie dal maestoso opificio, costruito a più riprese accanto alla riva dell’Adda. L’architettura del villaggio dà forma a un ideale totalizzante che unisce
vita e lavoro. Il comparto residenziale è organizzato per lotti regolari, con una disposizione mista, a scacchiera e radiale, che segue
l’orografia del sito. La gerarchia dei tipi edilizi utilizzati comprende
residenze plurifamiliari, case operaie e villette destinate ad impiegati
Note storiche
Managing the evolution
of a urban system.
The UNESCO site
of Crespi d’Adda
52
56
Abstract. The workers’ village of Crespi d’Adda, registered in the UNESCO
World Heritage List in 1995, consists
of a large industrial complex of approximately 90,000 square metres, abandoned in 2004 and made up of around
a hundred residential buildings which
were once inhabited by local workers.
The management of the transformation
of a “living” urban system of unquestionable historical and documental value, like
Crespi d’Adda, is a challenging issue,
highly uncertain and controversial but,
at the same time, absolutely urgent and
necessary. The complexity of the site
and the delicate balance between its
constitutive elements means we have to
consider the protection of the values and
the tension towards change not as parts
of irreconcilable conflict, but as different
needs which must be integrated within a
coherent management tool. One of the
SAGGI E
PUNTI DI VISTA/
ESSAYS AND
POINTS OF VIEW
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e dirigenti. Il sistema edificato si completa con le case del medico
e del parroco e la dimora della famiglia Crespi, un vero e proprio
castello simbolo delle ambizioni della “aristocrazia del lavoro” che si
andava affermando alla fine del secolo XIX.
La costruzione del villaggio inizia nel 1878 e prosegue fino al 1927,
parallelamente all’ampliamento della fabbrica e al consolidamento
della presenza dell’azienda sui mercati internazionali. L’avvento del
fascismo segna l’inizio di una fase difficile per i Crespi che, con la
crisi del 1929, sono costretti a cedere lo stabilimento, lasciando incompiuto il progetto urbano. A partire dagli anni Trenta, l’azienda
conosce una lunga serie di passaggi di proprietà. La produzione, seppure avviata a un progressivo declino, prosegue, mentre alla metà
degli anni Settanta le residenze vengono cedute ai privati.
Con quella decisione si indebolisce il legame fra la fabbrica e il villaggio e termina una lunga fase in cui la gestione e la manutenzione delle case era stata condotta da un unico proprietario con criteri
uniformi. Le abitazioni vengono frazionate, si introducono nuovi
materiali, nuovi serramenti e nuovi impianti in risposta alle mutate esigenze di comfort e di uso degli spazi interni; i lotti privati, un
tempo trattati a verde e ad orti, sono progressivamente saturati da
costruzioni accessorie e rimesse per automobili.
Negli anni Novanta, l’Amministrazione Comunale presenta una
candidatura1 per l’iscrizione alla WHL dell’UNESCO, che in quegli
anni si stava aprendo alla cosiddetta “archeologia industriale”.
Il villaggio viene iscritto nel 1995, per l’eccezionale (ma già problematico) permanere di una continuità fra la struttura produttiva e
la residenza, come testimonia il rapporto redatto da ICOMOS nel
1995: «Crespi d’Adda is an outstanding example of the 19th and early
20th century phenomenon of the “Company town” in Europe and
North America, which was an expression of the prevailing philosomain points of this strategy, outlined in
the Management Plan, is the experimental and normative research on the redevelopment of residential buildings.
Keywords: Management, Urban system,
Industrial heritage, Crespi d’Adda
Historical notes
The industrial village Crespi d’Adda,
built at the end of the 19th century for
the the family-owned textile manufacturer Crespi , is located between Milan and Bergamo where the Adda and
Brembo rivers meet. The settlement,
which includes an impressive factory,
around a hundred residential buildings and all main social and recreational services, is an original variation
of the company town, where the reference to contemporary Anglo Saxon
models blends with the influences of
the Lombard tradition in a sometimes
ISSN online: 2239-0243 | © 2016 Firenze University Press | http://www.fupress.com/techne
DOI: 10.13128/Techne-19334
ambiguous coexistence of tradition
and innovation.
The urban layout is ordered and divided into two parts: the main road
divides the workers’ residential area
from the enormous plant, built over
time next to the banks of the Adda
River. The architecture of the village
has a totalising aspect that unites work
and life. The residential area is organised into regular lots, with mixed layouts, arranged in regular rows and in a
radial format, which follows the orography of the site itself. The hierarchy
of the types of building includes multifamily dwellings, workers’ houses and
villas for the employees and managers.
The complex is completed with homes
for the doctor and the priest and the
Crespi family residence, a castle symbolising the ambitions of the “aristocracy of work” that marked the end of
the 19th century.
TECHNE 12 2016
phy of enlightened industrialists towards their employees. It survives remarkably intact, and part is still in industrial use, though changing economic and social conditions inevitably pose a threat to its
continued survival».
Nel dicembre 2003 l’attività produttiva cessa definitivamente. Il contesto rimane sostanzialmente immutato sino al 2007, quando si avvia
l’elaborazione del Piano di Gestione2, strumento di programmazione strategica finalizzato ad assicurare la permanenza dell’Outstanding Universal Value (OUV)3, attraverso la definizione di strategie
di tutela, conservazione, valorizzazione e promozione. Nel 2013 si
verifica però un fatto potenzialmente molto positivo: dopo oltre
10 anni di abbandono un Operatore privato provvede all’acquisto
dell’intera fabbrica con un piano di riutilizzo che al momento pare
compatibile con gli obiettivi e i requisiti del sito UNESCO.
Il processo di redazione del Piano
di Gestione ha portato ad affrontare tematiche di natura diversa, ed in particolare: la verifica, il rafforzamento e l’integrazione degli strumenti di tutela all’interno dei
dispositivi di pianificazione territoriale; l’individuazione di scenari
alternativi per il riuso delle fabbriche; la sperimentazione di nuove
modalità di promozione del sito e di coinvolgimento della popolazione locale.
Il Piano di Gestione
Un primo tema è dunque quello
del controllo delle trasformazioni:
come in tutte le company town,
anche a Crespi d’Adda il comparto residenziale si caratterizza per
una sostanziale omogeneità, anche se, ad una analisi più attenta,
Il governo per processi
evolutivi del sistema
urbano: problematiche
e principi guida
The construction of the village started
in 1878 and continued until 1927, as
the factory expanded and the company’s presence established itself more
and more on the international markets. The advent of Fascism marked
the beginning of a difficult period for
the Crespi family who, after the international financial crisis of 1929, had to
give the factory up, leaving the urban
project incomplete. From the 1930s
onwards, the company passed through
the hands of a number of owners. Production continues, though at a gradually slower pace, while in the mid1970s the homes were sold to private
individuals.
This decision weakened the relationship between the factory and the village and terminated a long phase in
which the management and maintenance of the buildings was carried
out by a single owner with uniform
53
criteria. The homes were divided up,
new materials, fixtures and fittings
and new installations were introduced
responding to the changing needs of
comfort and interior design; the private lots, once used for green areas and
vegetable patches, were gradually used
instead for annexes and garages.
In the 1990s, the Council Administration presented a nomination1 for the
UNESCO World Heritage List, which
at the time was welcoming the first examples of “industrial archaeology”.
The village was inscribed in 1995,
thanks to the exceptional (but already
problematic) continuity between the
factory and the residential system, as
testified by the report drawn up by
ICOMOS in 1995: «Crespi d’Adda is
an outstanding example of the 19th and
early 20th century phenomenon of the
“Company town” in Europe and North
America, which was an expression
emerge come valore fondante la relazione che lega le residenze, gli
edifici di servizio e gli opifici, l’edificato e gli spazi liberi, il costruito e
l’ambiente naturale. Questa è dunque una realtà urbana che non può
essere considerata solo come un insieme di edifici, ma deve essere
letta come un sistema complesso di elementi che interagiscono con
modalità coerenti (Minati, 2004, Di Battista, 2006), e sono dunque
quelle relazioni a dovere essere salvaguardate.
Si pone un evidente problema di natura gestionale: è molto più facile
controllare alcune trasformazioni edilizie che ragionare su cambiamenti complessivi che presuppongono tempi lunghi e una capacità di iniziativa necessariamente di carattere sovralocale (si pensi
in particolare al tema del recupero delle fabbriche e a quello delle
relazioni con l’ambito vasto del paesaggio industriale lombardo).
Allo stesso tempo, questi cambiamenti non possono evidentemente
avvenire se non si è impostato a livello locale, anche a partire dai
semplici temi della gestione quotidiana, un diverso (e più dinamico)
modo di intendere e valorizzare la specificità del sito.
Le attività progettuali e normative proposte per il sito di Crespi D’Adda in occasione della realizzazione del Piano di Gestione4 si pongono
l’obiettivo di governare i processi in corso senza ricorrere alla cristallizzazione dell’immagine del “villaggio modello”, e di scalfire gli
assetti consolidati, introducendo nuove modalità di approccio. Per
questo motivo il contributo presenta in particolare le normative di
indirizzo che, all’interno del Piano, si propongono di regolamentare
le trasformazioni dei prospetti e della distribuzione degli alloggi.
La normativa per la
gestione delle
trasformazioni
delle superfici esterne
of the prevailing philosophy of enlightened industrialists towards their
employees. It survives remarkably intact, and part is still in industrial use,
though changing economic and social
conditions inevitably pose a threat to
its continued survival».
In December 2003, the factory closed
down. The context remained basically
unchanged until 2007 with the drafting of the Management Plan2, a tool
for strategic planning aimed to ensure
the permanence of the Outstanding
Universal Value (OUV)3, through the
definition of protection, conservation,
enhancement and promotion strategies. In 2013, however, after more than
10 years of neglect, a private operator
purchased the factory with a redevelopment plan that seems to be compatible with the objectives and requirements of the UNESCO site.
M. P. Borgarino, P. Gasparoli, A. T. Ronchi, M. Scaltritti
Una prima normativa di indirizzo
ha avuto per oggetto l’intervento
sui prospetti (già regolamentati
da un Piano del Colore, che non
The Management Plan
The process of drawing up the Management Plan required to deal with
different issues, such as: the review,
strengthening and integration of protection tools within the territorial
planning systems; the identification
of alternative scenarios for the reuse
of the factories; the experimentation
of new ways to promote the site and
involve the local population.
Managing urban changes: issues and
guidelines
One of the first issues to deal with
was however the control of building
conversions: just as in all company
towns, in Crespi d’Adda the residential
quarter is characterised by a basic uniformity even if more careful analysis
has highlighted how the relationship
between the homes, services buildings and factories, the buildings and
TECHNE 12 2016
ha impedito interventi inadeguati) e sugli spazi aperti privati e forniscono criteri per una regolamentazione degli interventi sul patrimonio edilizio pubblico e privato, sia residenziale che industriale;
mettono inoltre a disposizione dei progettisti e delle autorità di controllo strumenti di indirizzo e di valutazione utilizzabili sia in fase di
progettazione che in fase autorizzativa.
Tali linee guida non solo stabiliscono, dunque, regole vincolanti ma
indicazioni tecniche e di metodo a supporto delle scelte progettuali,
redatte a partire da una estesa campagna di rilevamento dello stato
di conservazione delle superfici esterne degli edifici. Tale attività conoscitiva ha portato a individuare quattro scenari distinti sia in base
alle caratteristiche tecniche e materiche dell’intonaco e dello strato
di finitura, che alle condizioni di conservazione degli stessi:
1° - Intonaci esistenti originali (o comunque non recentemente sostituiti), in buono o discreto stato di conservazione, con coloriture
dilavate e decoese;
2°- Intonaci esistenti originali (o comunque non recentemente sostituiti), in buono o discreto stato di conservazione, con coloriture
pitturazioni polimeriche, rivestimenti plastici a spessore (RPAC)
o assimilabili;
3° - Intonaci esistenti originali (o comunque non recentemente sostituiti), in cattivo stato di conservazione, con coloriture dilavate
e decoese;
4° - Intonaci recentemente sostituiti, con pitturazioni polimeriche,
rivestimenti plastici a spessore (RPAC) o assimilabili.
Per ciascun caso la normativa propone suggerimenti su cromie e
tecniche di intervento ammissibili, corredati da criteri per la progettazione e istruzioni per la fase esecutiva, riservando grande attenzione alla scelta dei materiali in relazione alla loro compatibilità
con il supporto.
open spaces, the constructions and
the natural environment is a key value.
This is however an urban complex
that cannot be considered as merely
a collection of buildings; it should be
read as a complex system of elements
that interact coherently (Minati, 2004,
Di Battista, 2006), meaning that the
relationships themselves need to be
preserved. Here, a management problem emerges: it is much easier to control the transformation of individual
buildings than take into account overall changes which require long-term
strategies and the capability to create networks (in particular reference
can be made to the broad industrial
landscape of the region and to other
initiatives of reuse). At the same time,
these changes must be introduced and
supported also at the local level, starting with the simple themes of daily
management, suggesting a different
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(and more dynamic) way to understand and valorise the specific unique
qualities of the site. The planning
and regulatory activities proposed
for Crespi d’Adda during the drawing up of the Management Plan4 aim
at managing the site without stressing
a fixed view of the site (the company
town as “ideal village“) and introducing new methods of approach. For this
reason, the contribution in particular
presents the regulations which within
the framework of the Management
Plan, aim to regulate the intervention
on the facades and the interiors of the
residential buildings.
Layout and design suggestions for
the residential buildings
The first regulation regards the intervention on facades (already regulated
by a Colour Plan which did not prohibit unsuitable interventions) and on
Le indicazioni sono orientate alla massima conservazione delle finiture esistenti: sono previsti interventi di riaggregazione corticale
e integrazioni a velatura delle lacune, mentre gli interventi di sostituzione/revisione sono limitati ai casi in cui le attività analitiche
dimostrino l’impossibilita di un intervento conservativo.
Per quanto riguarda il colore dei prospetti (tono, saturazione del colore, tessitura superficiale, modalità di applicazione), le linee guida
non forniscono indicazioni vincolanti né parametri standardizzati,
ma rimettono la scelta alle competenze del progettista, al quale è richiesto di documentare il percorso progettuale seguito specificando
prodotti e tecniche esecutive prescelte.
Le linee guida per la gestione delle
trasformazioni interne degli edifici residenziali si compongono di
due parti: la prima sviluppa un’analisi degli interventi edilizi realizzati nel corso nel tempo (tale studio ha dimostrato come già in molti casi gli adattamenti siano stati
realizzati senza interventi di eccessivo impatto) mentre la seconda
indica per ciascuna tipologia edilizia, le trasformazioni ammissibili
sia per quanto riguarda la distribuzione interna, sia per il miglioramento delle prestazioni degli elementi costruttivi, con attenzione
anche agli aspetti energetici e al comfort ambientale.
Le linee guida sono dunque fondate su criteri di minimo intervento
e di compatibilità con l’esistente, al fine di massimizzare le permanenze materiali e garantire la continuità d’uso, prima e fondamentale strategia di conservazione, mediante interventi trasformativi
condotti con criteri di compatibilità.
Sono inoltre individuati alcuni interventi la cui attuazione è ritenuta ammissibile o non ammissibile per ciascun tipo di edifici, pro-
La normativa per
la gestione delle
trasformazioni interne
private open spaces, and provides the
criteria for regulating the interventions
on the public and private buildings,
both residential and industrial; moreover, this tool can be used for evaluation
purposes by both designers and inspection bodies during the planning and
authorisatory phases.
Not only, then, do these guidelines
constitute binding rules but they are
also technical and methodological
indications that support the design
choices, drawn up starting from a vast
campaign to survey the state of preservation of the surfaces of the buildings.
This cognitive activity has led to the
identification of four scenarios divided
up by both the technical and material
characteristics of the plaster and the
finishing layer as well as the preservation conditions of the same:
1. Original existing (or not recently replaced) plaster, in good or satisfacto-
M. P. Borgarino, P. Gasparoli, A. T. Ronchi, M. Scaltritti
ry state of preservation, with leached
and faded finishings;
2. Original existing (or not recently
replaced) plaster, in good or satisfactory state of preservation, with
polymeric coloured painting, thick
plastic coverings or similar;
3. Original existing (or not recently replaced) plaster, in bad state of preservation, with leached and faded
finishings;
4. Recently replaced plaster, with polymeric painting, thick plastic coverings or similar.
In each case, the guidelines suggest
admissible colours and intervention
techniques, together with criteria for
the design and instructions for the executive phase, paying great attention to
the compatibility between the materials
and the support. The indications are
aimed at the highest level of preservation of the existing finishing: interven-
TECHNE 12 2016
spettando una configurazione degli spazi interni che consente di
offrire risposte efficaci alle principali esigenze d’uso che potrebbero
manifestarsi in relazione a diversi profili di utenza o che risultano
indispensabili in una logica di riqualificazione complessiva delle
case. Ad esempio, vengono fornite indicazioni per realizzare correttamente l’adeguamento dimensionale degli ambienti adibiti a servizi
igienici o l’apertura di nuove finestre per rispondere ai requisiti previsti dalle normative vigenti in materia di rapporti aero-illuminanti.
Le attività condotte durante il
processo di redazione del Piano
si ponevano obiettivi ambiziosi: sperimentare “sul campo” una modalità innovativa di governo del patrimonio costruito; sviluppare
una migliore capacità di coordinamento fra gli attori istituzionali;
rafforzare l’attenzione nei confronti del sito da parte della comunità
locale; coinvolgere i professionisti e gli operatori nella definizione di
soluzioni di intervento pensate ad hoc per il villaggio.
Quest’ultimo aspetto ha una particolare importanza: come si è detto, entrambe le normative si configurano come strumenti di indirizzo progettuale; ridare centralità al progetto non significa negare
l’esistenza di un sistema di vincoli sovraordinati ma, anzi, rendere il
progetto stesso strumento e metodo capace di soddisfare le esigenze
dell’utenza in un quadro non banale di rispetto delle preesistenze e
di ottimizzazione delle risorse. I parametri di controllo e di efficacia del progetto sul costruito in relazione alle esigenze dell’utenza
dovranno «tener conto anche dei cosiddetti adeguamenti alle normative rinnovate, che certo non devono essere applicate meccanicamente, ma che (…) sono riflessi di un’evoluzione culturale: la sicu-
Riflessioni conclusive
tions of cortical reassembling and integrations to glaze gaps, while replacement/revision interventions are limited
to the cases in which analytical activities reveal the impossibility of preservation works. Regarding the colour of the
facades (tone, colour saturation, surface texture, application methods), the
guide lines give no binding indications
or standardising parameters but remit
the choice to the skills of the designer
who is asked to document the design
phase followed specifying pre-chosen
executive techniques and products.
Regulations for interior conversion
management
Guidelines for the management of interior conversions of residential buildings are made up of two parts: the first
develops an analysis of the construction interventions undertaken over
time (this study has shown how already
55
in many cases the conversions have
been undertaken without excessively
impacting interventions) while the
second one indicates for each building type the conversions allowed both
regarding interior setup as well as for
the improvement of the performance
of the construction elements also paying attention to the energy aspects and
those of environment comfort. The
guidelines are therefore founded on
criteria of minimum intervention and
compatibility with the existing structure, in order to maximise the material
permanence and guarantee continuity of use – the initial and fundamental strategy of preservation – through
conversion works carried out with
compatibility criteria. Moreover, some
interventions were identified which
can be considered admissible or not admissible for each type of building, proposing a configuration of the interior
rezza, l’accessibilità, il comfort ambientale sono da vedere non come
nemici del patrimonio costruito, ma come fattori di coevoluzione,
rispondenti in ultima analisi ai medesimi concetti umanistici» (Della Torre, 1999).
Questi obiettivi sono stati solo parzialmente raggiunti: sebbene il
PdG sia stato definitivamente approvato e le linee guida siano un’azione prevista dal PdG, esse sono state oggetto di una sperimentazione puntuale ma non sono ancora state adottate dall’Amministrazione Comunale, per una oggettiva difficoltà di gestire, con le limitate risorse disponibili, l’attività di accompagnamento di proprietari
e progettisti che un approccio condiviso comporta (si veda a tal proposito l’esperienza dei CAUE francesi).
Inoltre, le attività condotte nell’ambito di redazione del Piano hanno
dato alcuni risultati promettenti per quanto riguarda la costruzione
di un dialogo fra le popolazioni e le istituzioni locali (Borgarino, M.
P., Della Torre, S., Gasparoli, P., Ronchi, A.T., 2016) ma le tematiche strategiche (come quella del riuso delle fabbriche), che hanno
scontato qualche difficoltà nella loro definizione, anche a causa degli
avvicendamenti amministrativi, richiedono di affrontare in termini
operativi temi ineludibili connessi all’interesse sovralocale del sito.
Questa è la sfida che interpella, in questi momenti cruciali, sia l’Amministrazione comunale che l’Operatore proprietario. In conclusione, il riconoscimento UNESCO può essere un’opportunità per fare
rete e per costruire partnership5, a partire da una revisione profonda
dei processi e degli approcci; la messa a punto di regole può dare
un contributo importante ma solo se corrisponde ad una continuità
di impegno, di formazione, di investimento e di coinvolgimento da
parte degli attori locali.
areas which can offer effective answers
to the main demands of use that may
emerge regarding different user profiles
or which turn out to be indispensable
within a logic of the overall redevelopment of the houses. For example, indications are provided for the correct realisation of the dimensional conversion
of the areas used for bathrooms or the
creation of new windows to fulfil the
prerequisites set by the current laws in
force concerning the air-lighting ratio.
Conclusions
The activities undertaken during the
process of drafting the Plan faces some
ambitious objectives: to field test a new
way of controlling changes; to develop
better coordination between institutions; to strengthen the attention on the
site by the local community; to involve
professionals and contractors in defining intervention solutions expressly
M. P. Borgarino, P. Gasparoli, A. T. Ronchi, M. Scaltritti
designed for the village. The latter aspect is of particular importance since,
as has been said, both regulations set
up design guidelines; recognizing a key
role to the project does not mean denying the existence of a system of overordered limits but, quite the contrary, it
will made the project itself a tool and
method able to satisfy the users’ needs
in a non-banal overview respecting the
pre-existing structures and optimising
the resources. The parameters of control and effectiveness of the project on
the built-up area in relation to the users’ needs «must also take into consideration the so-called adjustments to the
renewed regulations which certainly
must not be applied mechanically, but
which (…) are reflections of a cultural
evolution: security, accessibility, the environmental comfort are to be seen not
as enemies of the built-up heritage, but
as factors of co-evolution, responding
TECHNE 12 2016
NOTE
1
La proposta di candidatura alla Lista UNESCO venne sostenuta da alcun
gruppi locali, in particolare il centro sociale Fratelli Marx (CSFM), supportato
dal circolo di Legambiente e da alcuni abitanti del villaggio. Nel 1994 il CSFM
venne incaricato della redazione del dossier di candidatura.
2
Il Piano di Gestione, obbligatorio per le nuove iscrizioni dal 2002, è richiesto
dalla L.77/2006. Secondo la commissione consuntiva siti UNESCO del MiBAC il Piano di Gestione è una “sequenza di azioni ordinate nel tempo in cui
sono identificate le risorse disponibili per conseguire gli obiettivi, individuate le
modalità attraverso cui essi si conseguono e predisposto il sistema di controllo
per essere certi di raggiungerli [e] preordina un sistema di gestione che, partendo dai valori che hanno motivato l’iscrizione, perviene ad una analisi integrata
dello stato dei luoghi individuando le forze di modificazione in atto, valuta poi
gli scenari futuri raggiungibili attraverso obiettivi - opzioni di intervento, ne
valuta gli impatti probabili sul sistema locale, sceglie i progetti strategici per
conseguire i traguardi fissati, ne verifica il conseguimento tramite una serie
di indicatori che attuano il monitoraggio sistematico dei risultati nel tempo”.
Outstanding universal value means cultural and/or natural significance which
is so exceptional as to transcend national boundaries and to be of common
importance for present and future generations of all humanity (UNESCO, Operational Guidelines, art. 49).
3
4
Comune di Capriate San Gervasio (2008). Indicazioni normative per il progetto delle superfici esterne degli edifici e degli spazi pubblici di Crespi d’Adda.
5
Sul tema della governance si veda la Dichiarazione di Hangzou, Placing Culture at the Heart of Sustainable Development Policies (UNESCO, 2013).
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siti UNESCO, 2005, MIBAC, Ernst & Young Financial Business Advisor S.p.A.
in a final analysis to the same humanist
concepts» (Della Torre, 1999).
These objectives have only been partially reached: though the MP has
been definitively approved and the
guidelines are an action set up by the
MP, they have been subject to careful
experimentation but have not yet been
adopted by the Council Administration due to a subjective difficulty in
managing – due to the limited available
resources – the relevant accompanying activity of owners and designers
that a shared approach requires (on
the subject, please see the experience
of the CAUE in France). Moreover, the
activities carried out in the ambit of
drafting the Plan have had some promising results regarding the possibility
of a dialogue between the populations
and local institutions (Borgarino, M. P.,
Della Torre, S., Gasparoli, P., Ronchi,
A.T., 2016) but the strategic themes
of local groups, in particular the Fratelli
Marx social centre (CSFM), supported
by the Legambiente party and by some
inhabitants of the village. In 1994, the
CSFM was given the task to draw up
the candidature dossier.
2
The Management Plan, obligatory
for new registrations since 2002, is required by Law 77/2006. According to
MiBAC’s UNESCO Sites Committee,
the Management Plan is a “sequence of
actions ordered over time which indicate the resources available for reaching objectives, identify the methods
through which they will be attained
and arrange the control system to assure the reaching of them [and] pre-order a management system that, starting
from the motivating values behind the
registration, attains an integrated analysis of the state of the places, identifies
the strengths of the modification in
progress, evaluates the attainable future
56
(such as that of re-use of the factories),
which met with some difficulty in the
definition of them, also thanks to administrative events, require us to deal
in operative terms with inescapable
themes linked to the trans-local interest of the site. This is the challenge that
faces, in these crucial moments, both
the Council Administration as well as
the Owner Operator. In conclusion,
UNESCO recognition may be an opportunity to network and build partnerships5, starting with a deep revision
of the processes and approaches; the
setting up of regulations may be an
important contribution but only if it
corresponds to continual commitment,
training, investment and involvement
by the local players.
NOTES
1
Proposal of candidature to the UNESCO List was sustained by a number
M. P. Borgarino, P. Gasparoli, A. T. Ronchi, M. Scaltritti
scenarios through intervention objectives – options, evaluates the probable
impact of it on the local system, chooses the strategic projects to fulfil the set
phases, and verifies fulfilment through
a series of indicators that put into effect
the systematic monitoring of the results
over time”.
3
Outstanding universal value means
cultural and/or natural significance
which is so exceptional as to transcend
national boundaries and to be of common importance for present and future
generations of all humanity (UNESCO,
Operational Guidelines, art. 49).
4
Council of Capriate San Gervasio
(2008). Regulatory indications for the
project of external surfaces of the buildings and public areas in Crespi d’Adda.
5
On the theme of governance, please
see the Dichiarazione di Hangzou, Placing Culture at the Heart of Sustainable
Development Policies (UNESCO, 2013).
TECHNE 12 2016