Academia.eduAcademia.edu

1996. R. Biundo, I rogatores nei programmata elettorali pompeiani

1996, Cahiers Glotz, VII, 1996

La conservazione unica della documentazione epigrafica pompeiana, in parti colare quella offerta dai programmata elettorali, permette di effettuare un'analisi onomastica, prosopografica e sociale altrove impossibile.

Raffaella Biundo I ROGATORES NEI PROGRAMMATA ELETTORALI POMPEIANI* La conservazione unica della documentazione epigrafica pompeiana, in parti colare quella offerta dai programmata elettorali, permette di effettuare un'analisi onomastica, prosopografica e sociale altrove impossibile. Su circa 2600 scritte elettorali conservatesi1, 584 (22%) presentano, in aggiunt a alla formula tipica (che prevede obbligatoriamente il nome, anche abbreviato, del candidato ; non obbligatoriamente la carica a cui egli si candida e, talvolta, delle espressioni elogiative nei suoi confronti)2, i nomi di rogatores, cioè i nomi di persone ο gruppi di persone che sostengono espressamente un candidato3. Essi sono sia personaggi che intervengono personalmente col proprio nome in favore di un candidato (in 428 iscrizioni), sia associazioni professionali, come/«llones, aurifices, quactiliari, infectores, pomari4, ecc, ο gruppi cittadini del più svariato genere, come, ad esempio, veneriosi, emptores, seribibi, latrunculari, pilicrepi5, ecc. (in 117 iscrizioni). Prenderò in esame in modo particolare i cosiddetti rogatores individuali, cioè quelle persone che prestano personalmente il proprio sostegno a un candidato. * Desidero ringraziare il Prof. Elio Lo Cascio per aver letto il manoscritto e per avermi offerto preziosi consigli. 1 Tutte le iscrizioni elettorali di Pompei sono raccolte nel CIL IV, e supplementi : CIL IV, ed. C. Zangemeister, 1871 ; suppl. 1, ed. C. Zangemeister, 1898 ; suppl. 2, ed. A. Mau, 1909 ; suppl. 3, fascic. I/II/III ed. M. Della Corte, 1952 ; fascic. IV ed. F. Weber, 1970. Poiché le iscrizioni elettor ali di Pompei sono raccolte, nell'ambito del CIL, soltanto nel IV volume, nel momento in cui si riporteranno i numeri di esse, si ometterà il numero del volume. Alcune iscrizioni elettorali pomp eiane sono contenute anche nella Ephemeris Epigraphica e nelle Notizie degli Scavi. Per quanto riguarda le cifre dei programmata, vedi H. Mouritsen, Elections, Magistrates and municipal élite. Study in Pompeian Epigraphy, in Analecta Romana Institute Danici, suppl. 15, Roma, 1988, pp. 9-10. Dal punto di vista cronologico, la maggior parte dei programmata, per ovvi motivi di conservazione, si pone negli ultimi anni della colonia pompeiana ; soltanto una minoranza di essi può datarsi prima del 62, come ha messo in evidenza Mouritsen, op. cit., pp. 32-37. 2 Per quanto riguarda le magistrature municipali di Pompei, vedi : P. Willems, Les élections munic ipales à Pompéi, Paris, 1887, pp. 7 ss ; P. Castrén, Ordo populusque pompeianus. Polity and Society in Roman Pompeii (Ada Instituti Romani Finlandiae,VUl), 1975, p. 63 ss. Per gli aediles vedi, in particol are, A. Degrassi, Duoviri aedilicia potestate, duoviri aediles, aediles duoviri, in Scritti vari di antichità, I, Roma, 1962, pp. 179-183. Riguardo alle abbreviazioni nelle scritte elettorali e al loro formulario, vedi C. Zangemeister, CIL IV, p. 1 ss. Per le iscrizioni con espressioni elogiative, vedi, ad es., 943 {frugi), 2, 3, 4, 2884, 2890 (vir bonus), 124, 126 (dignus rei publicae), 1080 (innocens). 3 Le cifre in base alle quali ho effettuato i calcoli sono quelle che si desumono dagli elenchi dei rogatores in Mouritsen, op. cit., pp., 161-178. 47164, 710, 7809, 7838, 7812, 149, 180, 183, 202, 206. 57791, 103,581,7851, 1147. Cahiers Glotz,VU, 1996, p. 179-188 i8o Raffaella Biundo Le iscrizioni dei rogatores individuali sono 428 e soltanto in 389 è leggibile il nome del rogator ; per il resto si tratta di iscrizioni frammentarie. I singoli nomi leggibili nelle 389 iscrizioni sono 329. Peraltro, la maggior parte dei rogatores compare una sola volta nelle iscrizioni (80%) e solo il 5% di essi compare più di due volte6. Il 68% (= 225) dei rogatores si presenta nelle iscrizioni attraverso il solo cognome, il 20% (= 67) attraverso il solo nome, il 10% (= 34) attraverso il nome e il cognome7. Anche tenuto conto delle difficoltà derivate dal fatto che della maggior parte dei rogatores conosciamo il solo cognome, l'analisi onomast ica e quindi prosopografica dei rogatores permette di poter, in certo modo, res tituire un'identità a tali personaggi8 e di comprendere, di conseguenza, quale fosse il movente del loro intervento in favore di un candidato anziché di un altro, se tale sostegno giovasse solo al candidato ο anche al rogator, se tale sistema di aiuti reciproci fosse avulso da quello che era il carattere precipuo della società, e quindi della politica romana, il patronato, ο se ne fosse soltanto una delle espres sionipiù evidenti. Secondo la recente ricostruzione del Mouritsen il sostegno espresso nei pr ogrammata elettorali sarebbe stato dovuto non all'iniziativa dei rogatores, ma a quell a dello stesso candidato che, attraverso agenti elettorali, avrebbe scelto i nomi di persone a lui note che, comparendo nei programmata, avrebbero potuto dargli lus tro9. Tale ipotesi troverebbe conferma nel fatto che, secondo lo studioso danese, le iscrizioni con rogatores non differiscono né per forma, né per contenuto, né per distribuzione topografica dalle iscrizioni elettorali prive di rogatores10. L'analisi dei rogatores permette di verificare quest'ipotesi : di comprendere quanto il sostegno di tali personaggi fosse genuino, per tentare di stabilire se rea lmente vi fosse partecipazione popolare nell'ambito delle elezioni municipali pompeiane ο se davvero la campagna elettorale fosse organizzata esclusivament e dal candidato. Il fatto che la politica romana fosse caratterizzata dalla presen za del patronato, che faceva sì che molto spesso fossero sempre poche e note famiglie a spartirsi gli uffici a disposizione, non esclude automaticamente la par tecipazione dei cittadini nella campagna elettorale, per quanto magari « guidat a ». La necessità del consenso popolare nell'ambito della politica mi sembra possa agevolmente dedursi dalla considerazione di Quinto Cicerone nel 6 Cfr. Mouritsen, op. at., pp. 60-61 . 7 Alcuni di questi casi sono rappresentati dal sólo nome ο dal solo cognome, che sono, però, facilmente integrabili sulla base di altre iscrizioni ο anche dalla collocazione topografica dell'iscr izione (ad esempio vicina all'abitazione del rogator, quando sia nota, ο ad altre iscrizioni che ripor tano il nome completo di costui). 8 1 rogatores sono stati considerati per lo più come una categoria unitaria, senza che siano mai stati analizzati i singoli individui, tantomeno in maniera sistematica. 9 Mouritsen, op. cit., p. 56 : « [...] there are strong indications pointing to the candidates thems elves or their supporters as the probable parties behind the extensive electoral propaganda. The crucial argument is the individual character of each candidate's inscriptions : this can have arisen, in my opinion, only from a planned and co-ordinated posting of all the inscriptions of candidate or candidate pair ». 10 Mouritsen, op. at., p. 59 : « [...] it can be ascertained that this group of inscriptions does not differences markedly from the others with respect to form, content and placement, and conse quently fulfils the criteria by wich the electoral inscriptions as a whole have be interpreted as fo rming part of a candidate-directed campaign ». I ROCATORES NEI PROGRAMMATA ELETTORALI POMPEIANI i8l Commentariolum petitionis (V, 16), secondo la quale: [...] et petitio magistratuum divi saest in duarum rationum diligentiam, quarum altera in amicomm studiis, altera in populari voluntate ponenda estn. Al fine di avere chiarimenti sull'identità dei rogatores, ho tentato di svolgere un'analisi essenzialmente statistica. Ho suddiviso i 329 nomi di rogatores in alcu nisotto insiemi, in modo da rendere la loro analisi più sistematica e, al tempo stesso, più semplice. Ho anzitutto distinto i rogatores in uomini e donne : la pre senza di queste ultime, nell'ambito della campagna elettorale, appare alquanto significativa. Le donne non votano e non si candidano, tuttavia il loro ruolo sociale ha una certa valenza nell'ambito della società romana, a tal punto che esse esprimono la propria volontà politica12. Ho tentato, allora, di trovare delle connessioni tra le donne sostenitrici e quelle donne, la cui posizione sociale ο familiare (definibile in base alla gens di appartenenza) risulti nota attraverso la comparazione delle diverse fonti epigrafiche pompeiane13. Le donne che pren dono parte alla campagna elettorale sono 46 e costituiscono, quindi, il 14% dei rogatores, una percentuale non esigua, se si pensa al fatto che esse non prendeva no parte alla politica attiva. Purtroppo in un solo caso, quello di Taedia Secunda (7469), che si dichiara avia del candidato L. Popidius Secundus, è chiaro il movent e del sostegno. Dall'analisi onomastica e prosopografica delle altre 45 donne sembrerebbe che il 33% appartenga a famiglie coinvolte nella vita politica pomp eiana, mentre il 26% non ha evidenti connessioni con la politica e il 41% è caratterizzato da nomi (spesso di origine straniera) non noti altrove, nella docu mentazione pompeiana, ο cognomi non riconducibili ad alcun gentilizio. 11 E ancora quanto si è detto sul carattere precipuo della politica romana mi sembra emerga chiaramente da quest'altro passo (V, 17) : Deinde ut quisque est intimus ac maxime domesticus, ut is amet <et> quant amplissimum esse te cupiat wide elaborandum est, turn ut tribules, ut vicini, ut clientes, ut denique liberti, postremo etiam servi tui [...], oltre al fatto che sembrerebbe esplicito da un altro passo il fatto che a fare propaganda erano le persone comuni piuttosto che quelle illustri (V, 18): Deinde sunt instituendi cuiusque generis amici : ad speciem homines inlustres honore ac nomine (qui etiam, si suffragando stu dia non navant, tamen adferunt petitori aliquid dignitatis) [...]. 12 Della letteratura, ormai sterminata, sul ruolo della donna nell'antichità mi basti ricordare : E. Cantarella, L'ambiguo malanno, Roma, 1 981 ; ead., Le donne e la città, Corno, 1 985 ; J. P.V. D. Baldson, Roman Women, London, 19775 (in particolar modo per Pompei, pp. 224 ss., 255-313). 13 Mi riferisco in particolar modo all'opera fondamentale di P. Castrén, op. cit., che ha posto le basi per la prosopografia pompeiana. Alle pp. 125-265 del suo libro Castrén fornisce delle liste di gentes pompeiane e di cognomi ad esse riconducibili. In base a tali liste, allora, ho tentato di ricon durre a delle gentes quei rogatores che fossero noti, dai programmata, col solo cognome. In alcuni casi, però, il cognome del rogator è sconosciuto altrove, nella documentazione pompeiana (e, quindi, non compare neanche nelle liste di Castrén), ο è un cognome di origine straniera, per cui non è riconducibile ad alcuna gens. Risulta chiaro, allora, come, in questo caso, l'identità del rogator sia molto più incerta, se non addirittura irrisolvibile. Per l'uso in generale del cognome latino, vedi : H. Solin, Sul consolidarsi del cognome nell'età repubblicana al di fuori della classe senatoria e dei liberti, in Epigrafia, Actes du colloque en mémoire de A. Degrassi (Collection de l'Ecole française de Rome, 143), Roma, 1991, pp. 153-187 ; I. Kajanto, On the cronology of the cognomen in the republican period, in L'Onomastique latine (Colloques Internationaux du CNRS, 564, Paris, 1975), Parigi, 1977, pp. 63-70 ; C. Nicolet, L'onomastique des groupes dirigeants sous la République, ivi, pp. 45-61 ; M. Lejeune, La romanisation des anthroponymes indigènes d'Italie, ivi, pp. 35-41. Per quel che riguarda la Campania in generale (e il Lazio), vedi : M. Cébeillac-Gervasoni, Les magistrats des cités du Latium et de la Campanie des Cracques à Auguste: problèmes de nomenclature, in Epigrafia, cit., pp. 189-207. Raffaella Biundo I82 Ho svolto, poi, lo stesso tipo di analisi per gli uomini che compaiono come sostenitori (274 = 83%), distinguendo, anche per costoro, ulteriori sotto insie mi: 1) rogatores di cui conosciamo il gentilizio, 2) rogatores che compaiono col solo cognome e, tra questi, coloro che possiedono a) cognomi riconducibili con sicurezza a gentes attive politicamente (se non addirittura a uomini coinvolti in politica personalmente) ; b) cognomi riconducibili a diverse gentes, sia connesse che non con la politica ; e) cognomi non riconducibili ad alcuna gens. Mettendo insieme i dati parziali dei diversi sotto insiemi di rogatores uomini si ottengono i seguenti dati complessivi : il 40% (= 108) dei rogatores ha, almeno a livello famil iare, connessioni con la politica ; 12% (= 33) non ha a che fare con la politica ; il 29% (= 79) non è riconducibile a gentilizi, per cui non si può dire se abbia ο meno contatti diretti con la politica ; il 19% (= 51) è caratterizzato da cognomi associabili a una pluralità di gentes, sia coinvolte in politica che non coinvolte 14. L'insieme dei dati dei rogatores nel loro complesso (uomini e donne) da, allora, una percentuale di persone coinvolte, almeno familiarmente, in politica maggiore rispetto a quella di coloro che non hanno connessioni con essa. Il dato interessante è, però, la presenza di un 16% (51) di persone che, essenROGATORES NUMERO15 PERCENTUALE 1- COINVOLTI IN POLITICA 122 37 2- NON COINVOLTI IN POLITICA 46 14 3- NON RICONDUCIBILI A GENTES (= non identificabili con certezza) 98 30 Illustration autorisée à la diffusion 4- PER I QUALI È INCERTO SEnon ABBIANO 51 A CHE FARE Ο MENO CON LA POLITICA 16 5. INCERTI (sesso) 9 2 6. SOLO PRENOMI 2 0,5 7. INCERTI (nome / prenome) 1 0,5 TOTALE 329 100 14 Risulta evidente la differenza tra queste ultime due categorie di incerti : il 29% dei rogatores, non essendo riconducibile a gentilizi (poiché risulta per lo più assente dal resto della documentaz ione pompeiana ο è caratterizzato da nomi di origine umile e straniera), ha maggiori probabilità di non avere nulla a che fare con la politica, contrariamente al 19% dei rogatores per i quali il di scorso si inverte, essendo riconducibili a molte gentes, anche politicizzate. 15 Due personaggi compaiono col solo prenome Titus e Quintus (231, 9932), uno, Marcus (3728), è incerto se è un nome ο un prenome. I ROGATORES NEI PROGRAMMATA ELETTORALI POMPEIANI 183 do riconducibili a numerosi gentilizi, potrebbero avere contatti con la politica, ma anche non averli e, ancora, un 30% (= 98) di persone che, comparendo con il solo cognome, non sono facilmente riconducibili a gentes, e per le quali, dunque, non si può dire se siano connesse ο meno con la politica. Questo 30% di persone non riconducibili a gentilizi, poiché si tratta spesso di nomi umili, di origine straniera, non presenti neanche nell'ambito della prosopografia pomp eiana, potrebbe essere sommato (o comunque considerato insieme) al 14% di persone non connesse con la politica, rendendo tale percentuale più alta, rispet to a quella di coloro che hanno a che fare con la politica. Per costoro che compaiono con il solo cognome e che non sono riconducibili a nessun gentilizio si è reso necessario, allora, in un secondo momento dell'analisi, un esame esclusivamente onomastico. Per quel che riguarda l'origi ne etnica dell'intero insieme dei cognomi dei rogatores presenti nelle iscrizioni elettorali pompeiane essa è così rappresentata: COGNOMI LATINI 111 54,5% COGNOMI GRECI ALTRI16 Illustration non autorisée à la diffusion 89 3 43,8% 1,5% TOTALE 203 100% Tenendo presente la classificazione dei cognomi latini di Kajanto, che, in base al loro significato, ha distinto l'origine e i portatori tipici (liberti/schiavi, inge nui) dei diversi cognomi, si può affermare che il 62% dei rogatores che possiedo no cognomi latini è caratterizzato da cognomi latini di origine libertina17. Il 43,8% (= 89) dei cognomi è di origine greca e, secondo Kajanto, a Pompei tali cognomi sono tipici di schiavi e immigrati dall'est18. 1 dati ottenuti, allora, sem brerebbero indicativi per quel che riguarda la composizione dei gruppi di pres sione a Pompei, prevalentemente di origine servile, anche se tali dati non vanno considerati come definitivi. Raramente siamo in grado, infatti, di stabilire, nei 16 In questa categoria ho incluso : Maria, di origine semitica, Sala, di origine etrusca, Verpus, di probabile origine celtica; cfr. I. Kajanto, Cognomina Pompeiana, in Neuphilologische Mitteilungen (Bulletin of Modem Language Society), 4, 66, Helsinki, 1965, pp. 458-460. 17 I. Kajanto, Latin Cognomina, Helsinki, 1965. 18 I. Kajanto, art. cit. nota 16, pp. 456-457. È interessante, a tal proposito, notare che, contrari amente ai nostri dati, dall'analisi svolta da Kajanto sui cognomi pompeiani, presenti nella totalità delle iscrizioni parietali, risulti una maggioranza di cognomi di origine greca, rispetto a quelli di origine latina (50% e 37%), anche rispetto ai dati delle iscrizioni di Roma, dove, però, la frequenz a dei cognomi greci è comunque maggiore rispetto a Pompei. Il fatto che nell'analisi di Kajanto risulti una maggioranza di cognomi di origine greca è dovuto, a mio avviso, al fatto che nella total ità delle iscrizioni parietali pompeiane sono inclusi anche i graffiti, che sono per lo più proman antidalle fasce più umili della popolazione. L'analisi dei cognomi nell'ambito dei soli programmat a da come risultato, invece, una maggioranza di cognomi di origine latina, dal momento che, oltre alla gente comune (la cui presenza è rappresentata dal 30% di persone non riconducibili neanche a gentilizi, perché non note altrove e dal 14% di persone non coinvolte, neanche familiarmente, nella politica), a prendere parte alla campagna elettorale erano anche persone coinvolte in politi ca e che, quindi, socialmente occupavano una posizione elevata, se non erano addirittura uomini politici, candidati ο ex magistrati in persona. Raffaella Biundo singoli casi, se si tratti di un liberto ο di un figlio di liberto, che avrebbe, quind i, anche la possibilità di prendere parte attiva alla politica, svolgendo gli uffici magistratuali19. Comunque sia, è notevolmente interessante aver rilevato, attr averso tale analisi, una percentuale non esigua di persone che intervengono in sostegno di un candidato, pur non essendo coinvolte (almeno in modo diretto) in politica (il che escluderebbe, quindi, uno scambio di favori esclusivamente tra persone connesse con la politica), e il fatto che la maggior parte dei rogatores pos siede un nome di origine libertina. Il dato generale che emerge è una particolare varietà dell'elettorato a Pompei : nomi di gente comune, nomi spesso umili20, donne, che pur non prendendo parte attiva alla politica, fanno propaganda21, gruppi occupazionali, gruppi di varia origine22. Soprattutto se si va a guardare alla presenza dei gruppi occupaz ionali (per i quali forse a Pompei non si può parlare di veri e propri collegia, in quanto non sono state ancora individuate né le sedi, né le iscrizioni della magg ior parte di tali gruppi, che, talvolta, sono sconosciuti altrove, come ad esempio i gallinarii ο gli aliarti)23, mi sembra che la teoria di una scelta premeditata dei rogatores da parte del candidato venga a indebolirsi ulteriormente, dal momento che non c'è un gruppo che, prevalendo su un altro in ambito cittadino, possa dar lustro al candidato ο che mostri un particolare legame con quest'ultimo, tanto da accrescerne la fama ο da ottenere, a sua volta, un vantaggio particolare da costui. 19 Con la lex Visellia del 24 d. C. si impediva definitivamente ai liberti di ricoprire gli uffici superiori, ma non quelli inferiori ο sacerdotali (magistri et ministri vici et pagi, Augustales). Tuttavia i figli dei liberti potevano svolgere cariche politiche. 20 Per esempio non riconducibili ad alcun gentilizio ο persona nota sono : Siila, Animula, Venus, Acestes, Colepius, Epagatus, Nicanor, Porcellus, Vescinus, ecc. 21 A favore della spontaneità della partecipazione dei rogatores nell'ambito della campagna elet torale potrebbe riportarsi l'esempio di due donne Zmyrina e Cuculia, che, entrambe in favore di C. Iulius Polybius (7864, 7841), vedono il proprio nome cancellato dallo stesso candidato, che forse non vedeva di buon occhio la fama delle due donne. È meno convincente, a mio avviso, l'ipotesi di un'azione di contro-propaganda in quest'occasione. 22 Anche in questo caso, quando compaiono furunculi, seribibi, ecc, si potrebbe pensare a una contro-propaganda, ma a volte gruppi di dubbia fama ο di scarsa valenza partecipano realmente alla campagna elettorale, come ha notato anche J. L. Franklin, Pompeii: the electoral Programmata, Campaigns and Politics A. D. Ti -19, in Papers ana Monographs of the American Accademy in Rome, 28, Roma, 1980, p. 29, n. 19, riportando l'esempio di 7851 che è posta dai latmnculari a favore di Popidius Ampliatus, ma insieme a Montanus che si dichiara, egli stesso, cliens del candidato. 23J. P. Waltzing, Etude historique sur les corporations professionelles chez les Romains, Louvain, 18951900, 1, p. 123, II, p. 192, III, pp. 115-118, 429 ;W. O. Moeller, Vte wool trade of ancient Pompeii, Leiden, 1976, pp. 83-97 ; R. C. Carrington, Pompeii, Oxford, 1936, p. 114 ; H.Thédenat, Pompéi, Paris, 1910, p. 11 ; R. Etienne, La vita quotidiana a Pompei, trad. it. Milano, 19922, p. 100 ss. ; P. Castrén, op. at. nota 2, pp. 115-116 ; per lo più tendono a considerare le associazioni di Pompei come dei veri e propri collegia ; P. Ciprotti, Conoscere Pompei, Roma, 1959, p. 104, li considera i col legi irregolari, di cui parla Tacito {Ann., XIV, 17), disciolti dopo gli incidenti tra Pompeiani e Nocerini nell'anfiteatro di Pompei nel 59 d. C. ;W. Jongman, Tlie Economy and Society of Pompeii, Amsterdam, 1991 2, pp. 289-310, considera addirittura quelli pompeiani dei collegi paragonabili alle bande di Clodio che, negli anni della guerra civile, si battevano per le strade di Roma e che avrebbero avuto, allora, grande influenza sulle scelte politiche e sull'andamento delle votazioni. Posizioni più moderate a tal proposito sono quella di J.L. Franklin, op. cit. nota 22, p. 21 e quella di H. H.Tanzer, Tlie Common People of Pompeii, Baltimore, 1939, che pur facendo un'attenta anal isi delle associazioni economiche di Pompei, non si esprime esplicitamente a tal proposito. I ROCATORES NEI PROGRAMMATA ELETTORALI POMPEIANI 185 Allo stesso modo, la presenza delle donne nella propaganda è, a mio avviso, un elemento alquanto indicativo del grado di spontaneità che poteva caratterizzare la campagna elettorale. Tra le iscrizioni elettorali si distingue una particolare categoria : le cosiddette iscrizioni del fac, poiché con fac si rivolge un esplicito invito a un rogator a scendere in campo in favore di un candidato, non solo attr averso il voto, ma anche impegnandosi a fare propaganda a quest'ultimo24. Ora, il fatto che tra queste 63 iscrizioni non vi sia mai un invito esplicito rivolto alle donne25, in quanto esse non votano e non possono neanche essere alleate futu re26, penso metta in evidenza la diversità tra le due categorie di iscrizioni, quell e con fac e quelle dei rogatores in generale : le prime consistono in un esplicito invito ad impegnarsi a far propaganda rivolto al rogator da parte del candidato ; le seconde esprimono gli orientamenti politici degli abitanti di Pompei. Tale osservazione, riguardo alla presenza ο all'assenza delle donne, farebbe propender e, a mio avviso, verso l'interpretazione, in merito alla partecipazione dei rogatores nella campagna elettorale, di un intervento del tutto spontaneo : infatti, tra i sos tenitori, vi sono anche le donne che, pur non essendo invocate (nelle iscrizioni con fac), partecipano ugualmente (e, quindi, autonomamente), grazie al ruolo notevole che ricoprivano nella società. Ancora, l'analisi dei nomi dei rogatores (44) invocati nelle iscrizioni con fac ci offre un altro dato di fondamentale importanza : il rapporto tra chi è connesso con la politica, rispetto a chi non è connesso con essa, è molto maggiore rispetto a quello nelle iscrizioni dei roga tores in generale : il 52% dei personaggi invocati ha connessioni con la politica (e su tale percentuale il 34% è costituito da candidati e magistrati in persona), mentre solo il 14% non ha relazioni con essa. Risulta chiaro, allora, che nel momento in cui è il candidato, ο chi per lui, a chiedere la partecipazione di un rogator, il personaggio è un personaggio socialmente più in vista (in percentuale, rispetto all'altra categoria di iscrizioni), poiché da costui ci si poteva aspettare un'alleanza futura o, comunque, un sostegno, che avrebbe portato lustro al can didato. Allora, la diversità anche formale tra queste due categorie di iscrizioni (quell e con fac spesso sono molto esplicite e confidenziali)27, a mio avviso è significa24 Penso che così possano essere interpretati quegli inviti che non si esprimono semplicemente con fac, ma, ad es., con surge et vigila (es. 7632) ο anche dormis (318, 7517), da leggere, forse, come un invito a darsi da fare. 25 C'è solo un caso incerto in cui potrebbe esservi un invito rivolto a una donna, in 923 si legge : [-] rog/Caprasiafac, in favore di Cn. Helvius Sabinus. 26 Numerosi sono i casi di alleanze tra i candidati. Le iscrizioni condivise da candidati sono 120 e presentano sia coppie di candidati che concorrono per l'edilità (13 coppie in 49 iscrizioni), sia per il duovirato (7 coppie in 34 iscrizioni), sia accoppiamenti per entrambe le cariche (13 iscri zioni), sia candidati all'edilità, al duovirato, alla quinquennalità che concorrono insieme (5 iscri zioni). Molto spesso tali alleanze avevano soprattutto un valore strategico, presentando un candi dato all'edilità, quindi totalmente sconosciuto, insieme a un duoviro certamente già noto. Vedi a tal proposito soprattutto : J. L. Franklin, op. at. nota 22, pp. 37-43, anche per quel che riguarda l'utilità di tali iscrizioni nei tentativi di datazione delle candidature dei personaggi. 27 Le formule con cui si appella un rogator sono molteplici :fac(ite) (es.: 2993 1, 619, 385, 494), dormis (es.: 318, 7517), surg(ite), et rog(ate) (7443), vigilate (7632), scio te cupere (7910) JW (7909),fac qui te fecit (3760), fac et ille tefaciet (7429, 635). L'aspetto interessante è che, in base a chi ci si rivol ge,clienti, amici, colleghi, il tono è più ο meno confidenziale. i86 Raffaella Biundo tiva : non si comprenderebbe, se tutte le iscrizioni fossero poste dal candidato, il motivo che spingerebbe di volta in volta costui ad utilizzare ora un tipo di iscri zioni, ora l'altro. Risulta evidente, invece, che si tratti di due tipi diversi di inter vento: l'uno quello dei rogatores che intervengono « spontaneamente » in favore di un candidato del quale forse sono liberti, clienti ο dal quale, per la rilevanza che costui possiede nell'ambito municipale pompeiano, possono aspettarsi un tornaconto, l'altro, quello del candidato che esorta personalmente un rogator a scendere in campo in proprio favore28. Ancora, Mouritsen non notava, si è detto, una differenza nella distribuzione topografica delle iscrizioni con rogatores rispetto a quella di iscrizioni prive di rogatores. Osservava, cioè, come non esistesse un vero e proprio piano di distr ibuzione comune a tutti i candidati, ma come ognuno fosse caratterizzato da un piano tipico di distribuzione, pur avendo un comune denominatore rispetto al modello di distribuzione degli altri candidati, cioè la presenza di scritte nelle strade di fondamentale importanza e traffico, quali, principalmente, cardini e decumani. Proprio la presenza di piani di distribuzione personali era per Mouritsen sintomo dell'assenza di genuina partecipazione popolare29. Al fine di verificare tale asserzione, prendendo in considerazione un campione di rogatores e di candidati, ho analizzato il tipo di distribuzione topografica che caratterizza soprattutto alcuni candidati e quei rogatores che compaiono più di una volta in favore proprio di alcuni di questi candidati. In tal modo ho cercato di operare dei confronti incrociati tra la distribuzione delle scritte del rogator e del candidat o, per verificare se realmente il modello di distribuzione del rogator fosse tota lmente subordinato a quello del candidato (che, secondo Mouritsen, lo avrebbe determinato) ο se, invece, fosse possibile scorgere una certa spontaneità nella par tecipazione del rogator. Analizzando la distribuzione topografica delle scritte di un personaggio che fosse rogator e poi, a sua volta, candidato e confrontando tale distribuzione con quella del candidato da lui sostenuto più di una volta, i dati che sono risultati sono, in definitiva, simili a quelli a cui giungeva Mouritsen : 1) ogni candidato possiede un piano di distribuzione che prevede delle caratteris tiche comuni, in certo modo, a tutti i candidati, cioè la presenza delle scritte nelle strade principali e nei nodi di traffico (via dell'Abbondanza, via Stabiana, via di Noia, strada di Mercurio, via del Foro, ecc), ma 2) al tempo stesso è caratteriz zato da un piano di distribuzione particolare e proprio, che lo distingue dagli 28 Anche volendo considerare, dal punto di vista della forma, soltanto le iscrizioni con rogatores e non quelle con fac, esse sembrano presentare talvolta, rispetto a quelle prive di rogatores, espres sionipiù particolari e anche colorite, come per es. nel caso di 3502 : [-] tutti Priscum aed dodi fac Sei copo probe / facisti / quod sella<m> commodasti ; ο nel caso di 3775 : L. Statium Receptum / (duo)uir i. d. ovj I vicini dignus / sa. Aemilius Celer vie / invidiose qui delesue ae\g)rotes. 29 Óltre a quanto riportato qui alle note 9 e 10, vedi H. Mouritsen, op. cit. nota 1, p. 52 : « the concentration of inscriptions among the most frequented streets must, in other words, be the result of planning and be due to their being part of an election campaign in support of one or two can didates [...]. the total distribution [...] does not reveal any uniform standard for the placing of elec toral inscriptions » e ancora a p. 52 : « This conclusion is further confirmed by analising the pl acement of the candidates' inscriptions of the individual candidates and candidate pairs, since these exhibit several features wich can be interpreted as manifestation of higher control ». I ROGATORES NEI PROGRAMMATA ELETTORALI POMPEIANI 187 altri candidati30. E tuttavia una circostanza indurrebbe a pensare che la conclu sioneda trarre da questi dati è diversa rispetto a quella di Mouritsen. Il fatto che la maggior parte delle iscrizioni di un candidato poste nelle arterie principali non promani da rogatores nominativamente ricordati indica, a mio avviso, che il candidato aveva un proprio piano di distribuzione, di cui si occupava personal mentee che si rifaceva a dei modelli di distribuzione, per così dire, standard. Raramente nelle iscrizioni poste nelle strade principali, per esempio in via dell'Abbondanza, compaiono i nomi di rogatores, se non quando vi siano le sup poste abitazioni ο le officine di costoro, i quali volevano evidenziare il proprio sostegno31. Per il resto, la maggior parte delle iscrizioni con rogatores in favore di uno stesso candidato sono soprattutto in strade più piccole (via degli Olconi, vicolo di Balbo, via degli Augustali, ecc), più popolose (soprattutto nella zona NW della città), a volte proprio vicino alle abitazioni dei rogatores ο dello stesso candidato. L'insieme di questi dati potrebbe essere interpretato, allora, come te stimonianza della presenza di un piano di propaganda, organizzato dal candidato e che preveda, dunque, un piano distributivo standard, nel quale, tuttavia, si ins inua proprio la partecipazione spontanea dei rogatores, che determina una distor sione nel modello distributivo del candidato, rendendolo particolare rispetto a quello degli altri. Mi pare, in conclusione, che dall'analisi complessiva delle scritte dei rogatores emergano i seguenti dati : 1) l'origine sociale dei rogatores appare alquanto divers ificata e conta una percentuale non lieve di nomi di origine straniera (50,2%), libertina (62% dei cognomi latini), di persone che sicuramente non sono connesse col mondo della politica (14%, oltre a un 30% per il quale vi sono pro babilità che non vi siano connessioni con la politica) ; 2) dal punto di vista della distribuzione topografica, le iscrizioni con rogatores sembrano distinguersi per delle caratteristiche precipue da quelle prive di rogatores ; 3) anche la forma di tali iscrizioni sembrerebbe distinguersi da quella delle scritte prive di rogatores, oltre che da quella delle iscrizioni condir. Tutti questi elementi sembrerebbero far propendere per l'ipotesi di una genuina partecipazione dei rogatores nella campagna elettorale, piuttosto che per quella di un'azione che provenga esclus ivamente dal candidato. Infatti, in primo luogo, non sempre i rogatores sembrano essere persone notabili, il cui sostegno poteva essere agognato ; in secondo luogo, il loro intervento sembrerebbe non programmato, proprio per la presenza di piani di distribuzione delle scritte che differiscono da un modello standard, oltre che per la presenza di una forma talvolta più particolare, rispetto alle semplici 30 In particolar modo ho analizzato, tra gli altri, il caso di Q. Bruttius Balbus, candidato e rogator di A. Vettius Caprasius Felix e di Lollius, candidato (Q. Lollius Fuscus?) e rogator ai A. Vettius Caprasius Felix. 31 Per quanto ancora notevole per la messe del lavoro, oggi si tende a rivedere in modo critico l'opera di M. Della Corte, Case ed abitanti di Pompei, Roma, 19653 , che ha analizzato tutte le iscr izioni elettorali con rogatores e secondo il quale, ogni qual volta sulle pareti esterne di una casa comp are il nome di un rogator, va assunto, per regola, che si tratti dell'abitazione del rogator stesso. I casi di attribuzione sicura di un'abitazione a un rogator, generalmente riconosciuti validi, sono 21, mentre per i candidati sono soltanto 8. Per quanto, però, le conclusioni di Della Corte vadano considerate in senso critico, in alcuni casi realmente si rileva una tendenza dei rogatores a porre le proprie scritte nelle vicinanze della propria abitazione. i88 Raffaella Biundo iscrizioni prive di rogatores, e che si distingue nettamente da quella delle iscr izioni con fac, sicuramente attribuibili al candidato. Il fatto poi che la politica romana fosse fondamentalmente basata, come si è già accennato, sui rapporti di patronato non impedisce di pensare che i cittadini potessero votare per chi volessero ο che, comunque, scendessero « spontanea mente » in campo in favore del proprio patronus, rispondendo a un legame in ogni momento valido e per loro del tutto naturale32. Ancora, il fatto che fossero sempre le solite, poche famiglie ad ottenere le cariche politiche non esclude la partecipazione popolare nell'ambito della campagna elettorale e, tantomeno, l'esistenza di una certa contesa tra candidati, nell'aspirazione alle cariche33. Questo è dimostrato, a mio avviso, non solo dalle numerose scritte che ricopri vano i muri della città, presa quasi da una « febbre elettorale »34, dal fatto che non necessariamente era indispensabile il permesso del proprietario dell'abit azione per porre una scritta sui muri35, ma soprattutto dal fatto che in uno stes soanno (quando è possibile datarle con sicurezza) scritte di candidati si sovra pponevano tra loro36. Ancora, si potrebbe leggere la presenza di particolari roga tores riuniti in gruppi, come ad esempio furunculi, seribibi, come l'effetto di una accesa contro-propaganda, necessaria, quindi, nei giorni in cui la cittadina era impegnata nelle elezioni. Vanno rivisti,allora,i dati in merito all'andamento della politica e delle elezio ni a Pompei, che possono trarsi dall'analisi dei rogatores delle iscrizioni elettorali pompeiane, che, se non possono dimostrare in maniera incontrovertibile che una certa partecipazione popolare caratterizzava la campagna elettorale (cosa che per altro sembra essere emersa in maniera evidente da quanto si è appena detto), non dimostrano nemmeno che a organizzare l'intera campagna fosse esclusivamente il candidato con i suoi agenti elettorali, che sceglievano a priori i nomi dei rogatores. 32 Cfr. J. L. Franklin, op. at. nota 22, p. 124, che sostiene che proprio il fatto che, malgrado l'esi stenza dei vincoli di patronato, vi fosse una possibilità di scelta, ο votare ο non votare per il pro prio patronus, è sintomo di una « genuina » campagna elettorale. 33 C'è chi, come J. L. Franklin, op. cit. nota 22, p. 41 e 120 ss., pur riconoscendo la presenza di una « genuina » campagna elettorale, parla di una totale assenza di contesa tra candidati, in alcuni anni in cui erano presenti addirittura (in base alla datazione che da delle iscrizioni) due soli can didati al duovirato : ma si veda la critica radicale, e ben fondata, del Mouritsen, op. cit. nota 1 , pp. 39 ss., a tale teoria. 34 R. Etienne, op. cit. nota 23, pp. 84 ss. 35 Generalmente si sostiene che le scritte venivano effettuate di notte, in base a due iscrizioni : lanternari tene sealant (7621) e sa(ipsit) Aemilius sing(ulus) ad luna(m) (3884). Il fatto che non sempre si badasse alla proprietà altrui nel momento in cui si ponevano delle scritte sui muri sembra dimost ratoda diverse iscrizioni, tra cui CIL, XI, 4126 : Ita candidatus quod petit fiat tuus/et itaperennes scriptor opus hoc praeteri /hoc si impetro at [e] felix vivas benevole e ancora, simili : C/L.VI 29942, CIL, XI 575, tutte da tombe, ma non è escluso che iscrizioni simili si trovassero anche sulle pareti di abi tazioni, come sembrerebbe affermare H.Thédenat, op. cit. nota 23, p. 12, che però non da indica zioniepigrafiche precise. 36 È il caso, per esempio, di C. Lollius Fuscus (7430), la cui candidatura all'edilità del 78 d. C. (in base alla datazione attribuita da Franklin) è ricoperta da un'iscrizione di C. Calventius Sittius Magnus (7421), candidato al duovirato nello stesso anno. Secondo J. L. Franklin, op. at. nota 22, p. 63, 71, η. 14, tale sovrapposizione è dovuta a un errore dello scriptor. Malgrado la carica cui aspira no i due candidati sia diversa, non escluderei la possibilità che dietro all'azione di contrasto vi siano alleanze, altrove note, tra candidati anche a cariche diverse.