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La Santa 'ndrangheta. Da "violenta" a "contesa"

2021, Presentazione di Enzo Ciconte - Pellegrini editore, Cosenza

La “Santa Violenta” è stato uno dei primi testi sulla ’ndrangheta, pubblicato nel 1991, dopo la stagione dei sequestri di persona e la cosiddetta “pax mafiosa”. Ripercorre con lucidità, empatia e spunti critici, quella che è stata la trasformazione della ’ndrangheta in Santa, un’organizzazione criminale che non si accontenta più dell’accumulazione di denaro, ma vuole usare quel denaro per conquistare fette di potere, politico ed economico, in Calabria e altrove. Questa trasformazione, ci racconta Pantaleone Sergi, è stata certamente violenta. Trent’anni dopo, alla penna esperta di Pantaleone Sergi, che la storia della ’ndrangheta negli anni Settanta, Ottanta e Novanta l’ha narrata in diretta, si accompagna un’analisi critico-accademica di Anna Sergi, criminologa all’Università di Essex nel Regno Unito, e affermata ricercatrice del fenomeno mafioso e ’ndranghetista in Italia e all’estero. Anna Sergi, riprende l’eco della violenza mafiosa che La ‘Santa’ Violenta aveva raccontato e si chiede cosa sia cambiato trent’anni dopo. La Santa – e la ’ndrangheta - sono ancora riconoscibili con le caratteristiche degli anni Ottanta? Sono ancora violente? E se la Santa non è più violenta, cosa fa, cosa è diventata? Sorprendentemente, scrive Anna Sergi nel suo saggio “Dalla Santa Violenta alla Santa Contesa”, poco sembra cambiato in trent’anni di storia, dal 1991 al 2021, quando si parla di ’ndrangheta. Quattro motivi di contesa – da un punto di vista analitico – si possono rintracciare per definire il fenomeno mafioso in Calabria: l’unitarietà della ’ndrangheta, la violenza dei clan, la loro mobilità e l’essenza della Santa, come organizzazione cerniera con politica ed economia del territorio. Queste pagine – la Santa Contesa e la Santa Violenta – lette in successione, ci ricordano quanto sia fondamentale preservare la memoria storica di certi anni per arricchire le analisi di oggi. Rileggere La ‘Santa’ Violenta oggi a distanza di trent’anni, entro le cornici contemporanee dell’analisi criminologica del fenomeno mafia, aiuta a ricordare quanto già sapevamo trent’anni fa, quanto non è stato capito, ciò che non è stato mai affrontato e quanto è stato inopportunamente o opportunamente dimenticato. GLI AUTORI ANNA SERGI – PhD in Sociologia presso il Centro di Criminologia dell’Università di Essex (Regno Unito), è Associate Professor in Criminologia nello stesso ateneo; Master in Diritto Penale al King College di Londra e Laurea in Giurisprudenza all’Università di Bologna, studia gli aspetti socio-giuridici della lotta al crimine organizzato in Inghilterra e i fenomeni di criminalità italiana all’estero. Abilitata in Italia alla II fascia di docenza in Sociologia generale e in Sociologia giuridica e politica. Tra le sue pubblicazioni recenti: "Corruption, Mafia Power and Italian Soccer" (2018), con Alberto Testa; "From Mafia to Organised Crime: A comparative analysis of policing models" (2017); e con Anita Lavorgna: "’Ndrangheta: the glocal dimensions of the most powerful Italian mafia" (2016). PANTALEONE SERGI – Scrittore, storico, giornalista, già inviato speciale del quotidiano “La Repubblica”, fondatore e primo direttore del “Quotidiano della Calabria” (oggi “del Sud”), è stato presidente dell’Istituto calabrese di Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea (ICSAIC) e del Centro di Ricerca sulle Migrazioni. Deputato di Storia Patria della Calabria. Docente di Storia del Giornalismo e di tematiche sulla comunicazione all’Università della Calabria. Autore di "Gli anni dei Basilischi" sulla quinta mafia lucana, ha pubblicato volumi e saggi storici in Italia e all’estero. Il suo primo romanzo "Liberandisdomini", ha ricevuto tra gli altri il “Premio Carlo Alberto Dalla Chiesa”.

Ossidiana Teoria cultura e vita quotidiana Collana diretta da Olimpia Affuso e Sonia Floriani 14 Comitato di Direzione: Teresa Grande (Università della Calabria) Paolo Jedlowski (Università della Calabria) Ercole Giap Parini (Università della Calabria) Giuseppina PelleGrino (Università della Calabria) Comitato Scientifico: Ilenya Camozzi (Università di Milano-Bicocca) Enzo Colombo (Università Statale di Milano) Luca CorChia (Università di Pisa) Mariafrancesca d’aGostino (Università della Calabria) Maria Grazia Gambardella (Università di Milano-Bicocca) Simone Giusti (Associazione L’Altra Città) Simona isabella (Università della Calabria) Adele Valeria messina (Università della Calabria) Fedele Paolo (Università della Calabria) Angela Perulli (Università di Firenze) Paola rebuGhini (Università Statale di Milano) Rocco sCiarrone (Università di Torino) attilio sCuderi (Università di Catania) Redazione: Simona miCeli alberto Maria rafele Nella collana Ossidiana Pellegrini Editore pubblica esclusivamente testi originali valutati e approvati dal Comitato Scientifico. I volumi sono sottoposti a double-blind peer review. 2 ANNA SERGI - PANTALEONE SERGI LA SANTA ’NDRANGHETA Da ‘violenta’ a ‘contesa’ Presentazione di enzo CiConte 3 Proprietà letteraria riservata © by Pellegrini Editore – Cosenza – Italy Stampato in Italia nel mese di giugno 2021 per conto di Pellegrini Editore Via Camposano, 41 – 87100 Cosenza Tel. (0984) 795065 – Fax (0984) 792672 Sito internet: www.pellegrinieditore.it E-mail: [email protected] I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi. 4 Presentazione A Michele Porcelli che non c’è più e questo libro lo aspettava. Con l’affetto di sempre 5 Presentazione Presentazione Il libro che hai in mano è molto particolare, e la sua particolarità è data dal fatto che è originale, anzi è un vero e proprio unicum: è la prima volta che un volume contiene contemporaneamente il testo di uno scritto pubblicato nel 1991, esattamente trenta anni fa, e un testo nuovo scritto da un autore diverso. Che gli autori siano padre e figlia (lui è giornalista, lei è criminologa presso l’Università di Essex nel Regno Unito) è un dato intrigante, suscita curiosità e aggiunge un altro dettaglio alla singolarità di questo libro. Il volume del 1991 porta la firma di Pantaleone Sergi ed è oramai un testo classico che con il passare del tempo conferma sempre più la validità delle cose scritte. Quando fu pubblicato non c’erano molti libri sulla ’ndrangheta. Solo alcuni giornalisti, Sharo Gambino e Luigi Malafarina, s’erano cimentati con l’argomento. Il libro di Sergi aveva una profondità di sguardo e di analisi che l’hanno fatto diventare un documento prezioso per conoscere un fenomeno sottovalutato e sconosciuto in Italia e in larga parte della stessa Calabria dove prevaleva l’idea che fosse solo una questione che riguardava l’Aspromonte o la sola provincia di Reggio Calabria. Sembra un’epoca lontana, eppure sono trascorsi pochi decenni dai fatti raccontati, e ora Anna Sergi aggiunge cosa è successo in questi trenta anni. La riproposizione del libro del 1991 è molto utile perché fa conoscere ai giovani e a chi non s’è mai occupato di queste problematiche una realtà drammatica e molto violenta. Le quattro guerre di ’ndrangheta è il titolo di un denso capitolo del libro che spiega le differenze e le ragioni dei diversi conflitti e dei morti disseminati anno dopo anno. Già nelle prime pagine 7 la santa’ndranGheta - Da ‘violenta’ a ‘contesa’ del libro c’è un giudizio netto sulla violenza di una ’ndrangheta selvaggia che ha mutato segno e s’è ancor di più inselvatichita fino al punto da non avere più rispetto neanche per i morti: «la violenza dei nuovi mafiosi si esercita anche contro chi sta in una tomba». L’episodio che viene raccontato è la riprova di una mutazione profonda della ’ndrangheta. Nel novembre del 1982 nel cimitero di Reggio Calabria viene trafugata la salma del boss Ciccio Canale ucciso pochi mesi prima a colpi di lupara. In una notte di novembre la bara del boss fu tolta dalla tomba di famiglia, «uno sfregio anche postmortem per colui che era stato uno dei più potenti e temuti capimafia del Reggino». Perché don Ciccio Canale ebbe quel trattamento? Perché «negli ultimi anni di vita fu un capobastone visto come il fumo negli occhi dalle cosche emergenti, che, sempre più assimilavano lo stile di Cosa Nostra e andavano mutuando gesti e costumi del gangsterismo internazionale». Né quello fu l’unico episodio, perché qualche anno dopo nel piccolo cimitero di Limbadi, «un centro agricolo in provincia di Catanzaro che si affaccia sulla Piana di Gioia Tauro, un gruppo di persone, agendo anche qui col favore delle tenebre, dissotterrò e bruciò la bara con i resti di un maresciallo dei carabinieri, Saverio Laganà, comandante di una celebre “squadra” antimafia che da lui aveva preso il nome». All’epoca la violenza era un dato strutturale, un elemento caratterizzante di tutte le mafie (e la ’ndrangheta non era seconda a nessuno) al punto che si faceva l’equazione: mafia uguale violenza; senza violenza non c’è mafia. La violenza era uno strumento, uno dei tanti, con cui la ’ndrangheta cercava di affermare il suo potere e di esercitare un controllo sulla società. Oramai le nuove leve erano entrate nel business della droga che avrebbe portato nelle casse delle ’ndrine una quantità di denaro come mai s’era visto prima. Entrare nell’affare della droga rappresentava un mutamento epo8 Presentazione cale che ebbe conseguenze profondissime nel modo d’essere e di agire dei malandrini imponendo loro una rotta diversa sia sul piano organizzativo sia sul piano dell’espansione territoriale. Sono anni di grande trasformazione che spingono la ’ndrangheta a fare un salto di qualità: entrare nelle logge massoniche deviate per potere avere rapporti diretti con uomini potenti del mondo economico, delle forze dell’ordine, della magistratura. Fu talmente ampia la presenza ’ndranghetista nelle logge che si avvertì la necessità di creare un livello più elevato che raccogliesse l’élite, i capi più potenti, gli intoccabili. Questo nuovo livello fu denominato Santa. E Santa compare per la prima volta come titolo del libro di Sergi con la specificazione di violenta, La ‘Santa’ violenta. All’epoca erano davvero in pochi a capire l’esatto significato ed importanza del titolo anticipatore che faceva mostra di sé, in bella evidenza, nella copertina gialla con un bel rosso amaranto. Sfogliando il libro vengono incontro i tanti sequestri di persona, il calvario di Angela Casella, soprannominata mamma coraggio per la sua ostinazione a cercare aiuto per liberare il figlio in mano alla ’ndrangheta. Sono pagine vivide, scritte con uno stile coinvolgente che danno l’idea di quello che stava succedendo giorno dopo giorno. Sono un documento prezioso, quelle pagine, per chi voglia rivivere quel periodo. I giovani scopriranno un mondo sconosciuto, i meno giovani saranno indotti a ricordare fatti, emozioni, il clima plumbeo di quegli anni. Ma cos’è successo alla fine di quella stagione? Come è mutata – se è mutata – la ’ndrangheta negli ultimi trent’anni? La risposta la dà Anna Sergi. E la prima risposta è questa: «Quello che ne La ‘Santa’ Violenta era indagine, è diventato sentenza. Quello che era intuizione è diventato analisi. Quello che era rischio è spesso diventato realtà». È una sintesi efficace. La prima novità che balza in piena evidenza è la scomparsa della violenza. Dei duemila morti ammazzati negli ultimi venti anni, quelli che arrivano fino 9 la santa’ndranGheta - Da ‘violenta’ a ‘contesa’ al 1991 non rimaneva più nulla. Adesso «la ’ndrangheta è una mafia a cui piace piacere, non spaventare, se non quando è strettamente necessario». È un capovolgimento totale rispetto al passato che ha determinato una grande opera di mimetizzazione che avviene in Calabria e nelle sedi delocalizzate del Centro-Nord e dei paesi stranieri dove s’è impiantata senza suscitare, se non in casi eccezionali, allarme sociale e attenzioni delle forze dell’ordine e della magistratura. Perché avviene e, soprattutto, quando? La svolta si può collocare proprio nel 1991 quando fu ucciso il giudice di Reggio Calabria Antonino Scopelliti la cui morte era stata chiesta da Totò Riina perché temeva che potesse portare l’accusa in Cassazione quando si sarebbe trattato del maxiprocesso di Palermo, quello istruito dal pool di Antonino Caponnetto, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello, Leonardo Guarnotta; in cambio i siciliani si impegnavano a porre fine alla guerra tra le famiglie mafiose facendo da mediatori tra i vari contendenti. Quando fu ucciso ricordo che io e Pantaleone Sergi eravamo a Catanzaro Lido a presentare proprio il suo libro. Naturalmente quella sera non conoscevamo i motivi che avevano indotto gli ’ndranghetisti ad ammazzarlo. Raggiunta la pace, la ’ndrangheta cambiò pelle e la conseguenza fu l’adozione di uno stile meno violento in conseguenza anche del fatto che dopo le stragi di Capaci e di via D’Amelio del 1992 lo Stato aveva scatenato una vera e propria guerra contro i mafiosi, siciliani in testa. Anna Sergi ripercorre tutti i più importanti fatti giudiziari, iniziando da quello più importante di «Olimpia, che portò a processo la Santa – la struttura riservata della ’ndrangheta calabrese, quella evoluta, elevata, imprenditrice, dal colletto bianco e seduta tra le fila del potere – a cavallo tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila». Da lì sono scaturite indagini importanti che miravano a raggiungere due obiettivi: «primo, provare che le 10 Presentazione strutture della ’ndrangheta sono unitarie e che la ’ndrangheta è un’organizzazione criminale unitaria, coordinata e soprattutto verticistica. E secondo, che esiste una struttura riservata, fatta di ’ndranghetisti di primo piano, massoni deviati e professionisti, che gestisce il vero potere – politico, finanziario – dei clan calabresi». Anna Sergi prende per mano il lettore e lo guida alla ricerca delle trasformazioni della ’ndrangheta lungo un percorso obbligato che necessariamente deve abbandonare la Calabria per arrivare in zone molto lontane, segnate dall’emigrazione, antica e recente, per scoprire il carattere globale della ’ndrangheta. E arriva a una conclusione amara: «tra difficoltà analitiche, ritardi ed errori – tanto in Calabria, quanto nel resto d’Italia e ovviamente anche all’estero – quello che poteva essere chiaro molto prima è diventato forse solo un po’ più chiaro negli ultimi 5-10 anni». In Italia, certo, ma anche, e per alcuni sorprendentemente, in Australia, in Canada, in Germania, in Svizzera, in Spagna, in Francia e negli Stati Uniti. Anna Sergi non si limita a descrivere, ma analizza e problematizza quanto vede scorrere sotto i suoi occhi. E parla di varie «contese», come le definisce, che sono ancora aperte a partire da quella che a me pare la più importante, quella «sull’unitarietà della ’ndrangheta» (che l’indagine Crimine ha definitivamente acquisito) e sul «grado di influenza che le strutture di coordinamento hanno sui clan» in Calabria e fuori di essa. Si arriva, così, a toccare questioni cruciali che impegnano da lunghi decenni magistrati, studiosi, intellettuali, giornalisti i quali si sono sempre chiesti se il modello di struttura verticistica di cosa nostra potesse, e in che misura, essere replicato in Calabria oppure se la ’ndrangheta fosse del tutto refrattaria a un comando verticistico. Non è mai stato facile rispondere a questa domanda perché l’accertamento avviene sempre, non bisogna mai dimenticarlo, su una organizzazione segreta che non rilascia informazioni o documentazioni ufficiali. Le informazioni dipen11 la santa’ndranGheta - Da ‘violenta’ a ‘contesa’ dono in buona parte dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che, seppure aumentati di numero negli ultimi anni, non hanno visto ancora la collaborazione di capi importanti, come accadde in cosa nostra, in grado di descrivere il funzionamento della struttura e il rapporto con i vari “locali” sparsi un po’ dappertutto. La ’ndrangheta è uno strano soggetto criminale ancora tutto da scoprire, e le informazioni che si possono ricavare dalle carte giudiziarie sono a volte ambivalenti e non del tutto esaustive. Anna Sergi ha le sue convinzioni e le esprime con la chiarezza e la precisione di una giovane studiosa che, per la sua esperienza personale di studi e di percorso formativo, ha uno sguardo locale e globale, esattamente come è l’oggetto del suo scritto: la ’ndrangheta glocale, l’ultima trasformazione di questa mafia antica e moderna, dai tratti ancestrali e selvaggi, con cui, purtroppo, ancora i conti – e gli studi! – non sono chiusi. E questo libro è un buon lasciapassare per intraprendere questo viaggio che, è bene saperlo, è ancora lungo. enzo CiConte 12 17. Sempre peggio? Presentazione pag. 7 » » » » » » 15 19 31 43 65 79 » 85 » » 91 93 » » » » 95 97 101 104 2021 - Parte Prima Anna Sergi Dalla ‘Santa’ violenta alla ‘Santa’ contesa 1. 2. 3. 4. 5. 6. Della ‘Santa’ violenta La ’Ndrangheta con la lettera maiuscola Della ‘Santa’ non violenta La ’ndrangheta glocale ‘Santa’ contesa tra mafia, politica e società Conclusione 1991 - Parte seConda Pantaleone Sergi La ‘Santa’ violenta Storie di ’ndrangheta e di ferocia, di faide, di sequestri, di vittime innocenti Premessa 1. Aspromonte & ’ndrangheta Tradizionale rifugio dei latitanti Nessun “rispetto” per i morti, le donne e i bambini Il nuovo volto della ’ndrangheta Il “rischio Calabria” Cancellate le “regole” umanitarie 379 la santa’ndranGheta - Da ‘violenta’ a ‘contesa’ 2. La “mala” calabrese pag. La leggenda di Osso, Mastrosso e Carcagnosso » Il brigante Musolino e la storia della ’ndrangheta » L’evoluzione del fenomeno mafioso in Calabria » L’espansione territoriale delle cosche calabresi » 107 109 112 113 117 3. Le guerre di ’ndrangheta La «prima guerra di ’ndrangheta» La «seconda guerra di ’ndrangheta» La «terza guerra di ’ndrangheta» La «quarta guerra di ’ndrangheta» Lupara d’esportazione » » » » » » 121 122 123 127 128 129 4. Struttura della ’ndrangheta e affiliazione Il “codice” trovato nel covo del boss Ferocia e delitti per far carriera L’ordinamento giuridico della ’ndrangheta Nei segreti della ’ndrangheta “moderna” L’organizzazione della ’ndrangheta e il sistema di potere » » » » » 133 134 139 140 143 » 146 5. I gradi nella ’ndrangheta Proselitismo e reclutamento Il “battesimo” del picciotto e le formule sacrali Il Tribunale della ’ndrangheta » » » » 149 151 152 156 6. L’armata delle lupare Le cosche in guerra al fronte di Reggi L’esercito della Locride La Piana delle 50 cosche è il reame dei Piromalli Oltre i confini regionali Per l’esercito della ’ndrangheta armi «made in Calabria» » » » » » 161 163 166 170 177 » 178 7. La ’ndrangheta, gli affari, la politica » 183 380 17. Sempre peggio? 8. Le vie infinite della droga La «Calabria Connection» e la guerra tra le cosche L’inchiesta “Droga 2” Il caso Crotone: spaccio e consumo pag. 197 » » » 203 209 214 9. Morire di faida Vivere braccato dalla lupara Cittanova, un giorno qualsiasi dopo un omicidio di faida La legge del taglione Assunta Tedesco e le croci di Guardavalle » » 217 217 » » » 226 228 230 10. La strage e gli innocenti Marcella massacrata a undici anni Due ragazzi vittime di una vera esecuzione Eliminati per una vendetta trasversale » » » » 235 236 240 242 11. I sequestri della ’ndrangheta Sequestri, sequestratori e riscatti Dai sequestri fatti in casa al “coordinamento” del settore I morti in prigionia Gli accordi con la malavita italiana L’anonima-sevizie Il reclutamento dei custodi tra gli operai forestali I farmacisti nel mirino dell’Anonima La spedizione di Pazzi contro i sequestratori dell’Aspromonte Coi volontari in Aspromonte La reazione popolare in Calabria » » 245 247 » » » » » » 249 251 253 254 259 261 » » » 262 267 271 12. Alla ricerca del figlio perduto Tra le donne di Locri A San Luca paese dei sequestri: «Aiutatemi» A Platì, paese dei silenzi, senza solidarietà » » » » 273 276 279 284 381 la santa’ndranGheta - Da ‘violenta’ a ‘contesa’ A Ciminà solo tredici firme pag. 287 Davanti al Cristo dei sequestrati » 290 Nel Santuario di Polsi incominciano i dubbi » 293 Mamma Angela “cacciata” da Locri » 297 Compleanno in catene » 301 Trattativa ripresa: nuove speranze, nuove delusioni » 306 La svolta di dicembre e la liberazione di Cesare » 306 13. Storie di bambini e di sequestri Rocco, la sua mamma, e una prigione Vincenzino, 11 anni, al buio per due mesi » » » 309 309 318 14. Donne in catene Enza Rita libera dopo 331 giorni in una buca sull’Aspromonte Arrivano i carabinieri mentre infuria il temporale: libera Maria Graziella Belcastro Le paure di Angela Mitica » 325 » 325 » » 328 331 » 335 » 336 15. Le vittime dell’ambiente Santina, 5 anni, assiste all’omicidio della madre “infedele” Maria, 17 anni, dice no togliendosi la vita al matrimonio di convenienza Stella, Cenerentola del 2000, per 12 anni chiusa in casa Carnevale tragico a Cittanova » 338 » » 342 344 16. La lotta alle cosche » 347 17. Sempre peggio? » 353 Indicazioni bibliografiche » 357 Indice dei nomi e dei luoghi » 363 382