Moneta e Credito
vol. 71 n. 283 (settembre 2018)
Editoriale
Il mestiere dell’economista
ALESSANDRO RONCAGLIA
Abstract:
Con questo numero, Moneta e Credito riprende la serie di “Reminiscenze
di illustri economisti”, che veniva pubblicata sia in inglese che in
italiano, rispettivamente nella BNL Quarterly Review e nella nostra
rivista. Anche nella nuova serie, agli economisti invitati a contribuire
verrà consentita la massima libertà nell’impostazione del loro
contributo, che potrà consistere in ricordi autobiografici o in riflessioni
sulla propria attività di ricerca e/o sulle tendenze della nostra
disciplina. Il primo contributo inaugurale pubblicato in questo numero
è di A.P. Thirlwall, membro del supervisory board della PSL Quarterly
Review.
In this issue, Moneta e Credito is relaunching the “Recollections of
Eminent Economists” series, which used to be published in both English
and Italian, respectively in BNL Quarterly Review and Moneta e Credito.
As before, economists invited to contribute to the new series will be
granted the maximum creative liberty; the articles may be
autobiographical, or consist in reflections on their research, or, more
generally, on economics as a discipline. The first inaugural contribution
published in this issue is by PSL Quarterly Review board member A.P.
Thirlwall.
Sapienza Università di Roma,
email:
[email protected]
Per citare l’articolo:
Roncaglia A. (2018), “Il mestiere
dell’economista”, Moneta e Credito, 71
(283): 173-178.
DOI: http://dx.doi.org/10.13133/20373651_71.283_1
JEL codes:
B31, A11
Keywords:
Recollections of economists, BNL
Quarterly Review, autobiography, Moneta
e Credito
Homepage della rivista:
http: //www.monetaecredito.info
Il progetto di “Recollections of eminent economists” (“Reminiscenze di illustri
economisti”) è stato avviato da Luigi Ceriani nel 1978, coinvolgendo vari suoi amici e
collaboratori di BNL Quarterly Review e Moneta e Credito, le riviste che aveva fondato nel 1947,
in particolare Fritz Machlup con il quale ebbe una lunga corrispondenza in proposito, per
giungere a un primo elenco di nomi da interpellare. Prima di approvare il progetto, Nerio Nesi,
che era stato nominato nel 1978 presidente della Banca Nazionale del Lavoro (BNL, allora
proprietaria delle riviste), mi chiese un parere sulla lista di nomi. Quello è stato, nel febbraio
1979, l’inizio della mia collaborazione con le riviste, di cui ho assunto la direzione nel 1989,
quando Ceriani ha scelto di ritirarsi. Non ebbi difficoltà a dire che la lista era ottima; suggerii
anche qualche integrazione, come Joan Robinson (alla quale poi Ceriani mi disse di avere già
pensato anche lui); altri nomi li aggiungemmo man mano che il progetto si sviluppava, di
comune accordo.1
1 Per un ricordo di Luigi Ceriani, al quale le riviste debbono la loro nascita e la loro affermazione, cfr. Roncaglia,
1999.
Quest’opera è distribuita con licenza internazionale Creative Commons Attribuzione ‒ Non commerciale ‒ Non opere derivate 4.0 . Copia della licenza è
disponibile alla URL http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/
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Il mestiere dell’economista
Così, la serie ebbe inizio nel numero di settembre 1979 con un articolo di John Hicks,
pubblicato contemporaneamente – come tutti i contributi successivi – in italiano e in inglese,
su Moneta e Credito e sulla BNL Quarterly Review. La lista dei contributi, ora tutti disponibili in
rete nel sito delle riviste (www.monetaecredito.info e www.pslquarterlyreview.info), è
pubblicata in appendice.
Come si può vedere, prima di interrompersi nel 1998 con l’articolo di Revell, la serie ha
accolto numerosi contributi, tutti di notevole interesse. Purtroppo alcuni tra gli interpellati, che
pure avevano accettato di contribuire, non sono riusciti a farlo; ricordo qui Gunnar Myrdal,
Michio Morishima, Joan Robinson, Paul Samuelson, con i quali Ceriani e io abbiamo avuto una
significativa corrispondenza su tempi, proposte e controproposte. In alcuni casi la richiesta da
parte delle riviste è arrivata in anticipo rispetto al premio Nobel; James Buchanan ci scrisse che
gli avevamo portato fortuna, perché stava correggendo le bozze del suo articolo quando gli è
arrivata la fatidica telefonata da Stoccolma.
Le “Recollections” (così le abbiamo sempre chiamate) erano intese come serie di
autobiografie intellettuali; tuttavia, agli autori invitati veniva lasciata la massima libertà, sia
per quanto riguarda l’ampiezza dello scritto sia per quanto riguarda i temi da trattare. Così, il
bellissimo contributo di Nicholas Georgescu-Roegen è uscito in due puntate, e ne era in
preparazione una terza al momento della sua scomparsa, con l’obiettivo di includere tutta la
storia della sua vita e delle sue ricerche; Georgescu era felicissimo di scriverlo, come
coronamento della sua attività di ricerca e anche come rivalsa per le tante difficoltà che si era
trovato ad affrontare, prima come esule dalla Romania, con una fuga avventurosa quando sul
suo paese stava calando la cortina di ferro, poi come economista per alcuni (e solo per alcuni)
aspetti eterodosso in un ambiente culturale in cui si stava affermando un conformismo
significativo, sia pure a più facce (come mi spiegò a Berlino, a margine di un convegno che con
Jan Kregel ed Egon Matzner avevamo organizzato in suo onore). Per contrasto, l’altrettanto
interessante contributo di Hyman Minsky, assai breve, si sofferma solo sul periodo dei suoi
studi universitari di primo livello a Chicago; per questo contributo posso testimoniare come
ogni aggettivo sia stato lungamente meditato: la stesura finale è stata preparata durante una
International Summer School a Trieste, e Hyman ogni giorno mi illustrava i suoi dilemmi nella
ricerca della forma migliore per rendere l’atmosfera vivace e aperta dell’Università di Chicago
degli anni Trenta, in cui convivevano il socialista Oskar Lange e il conservatore Henry Simons.
Un primo gruppo di “Recollections” venne riunito in volume a cura di Jan Kregel e con
prefazione di Nerio Nesi nel 1988, contemporaneamente in italiano (con l’editore Einaudi,
sotto il titolo Il mestiere di economista) e in inglese (con Macmillan, sotto il titolo di Recollections
of Eminent Economists) (Kregel, 1988a e 1988b). Il volume include, nell’ordine, i contributi di
John Hicks, Nicholas Kaldor, Sidney Weintraub, George Shackle, Jan Tinbergen, Josef Steindl,
Henry Wallich, Robert Triffin, Richard Goodwin, Hyman Minsky, Shigeto Tsuru, Giovanni
Demaria (l’unico economista italiano a essere incluso nella lista degli invitati, che era stato, tra
l’altro, il maestro di Luigi Ceriani; ricevemmo qualche pressione per includerne un altro, ma in
quel caso mi sembrò che convenisse rifiutare e Ceriani convenne con me).
Un secondo volume, sempre a cura di Jan Kregel e con la prefazione di Mario Sarcinelli,
all’epoca presidente della BNL e grande sostenitore delle riviste (sia prima, sia durante, sia
dopo la sua presidenza: nel complesso, è stato l’autore che ha pubblicato sulle due riviste il
maggior numero di contributi), è uscito nel 1989 con Macmillan in inglese e nel 1996 con le
Edizioni dell’Elefante in italiano. Il volume include i contributi di William Baumol, Karl
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Brunner, James Buchanan, Nicholas Georgescu-Roegen, Herbert Giersh, Charles Kindleberger,
Fritz Machlup, François Perroux, Henry Phelps Brown, Paul Streeten.2
Dopo la pubblicazione del primo volume sono uscite altre “Recollections”, alcune
precedenti e altre successive al secondo volume in cui non sono state incluse per motivi di
spazio, nella speranza poi non realizzatasi di poter pubblicare altri volumi di raccolta. In ordine
alfabetico: Irma Adelman, Kenneth Boulding, Wlodzmierz Brus, Alec Cairncross, Hollis
Chenery, Frank Hahn, Geoff Harcourt, Lawrence Klein, Angus Maddison, Edmond Malinvaud,
Don Patinkin, William Reddaway, Jack Revell, Walt Rostow, Kurt Rothschild, Tibor Scitovsky.
Un articolo di Franco Modigliani (1989) non venne incluso nella serie delle “Recollections”
perché destinato alla pubblicazione in inglese in altra sede (e quindi venne pubblicato solo su
Moneta e Credito), ma ha le stesse caratteristiche.
A conoscenza di Luigi Ceriani e mia, quella avviata nel 1979 era la prima iniziativa di
questo tipo. Negli anni successivi sono state avviate altre iniziative assai simili alla nostra,
talvolta dedicate a specifiche aree di ricerca, talvolta con una collaborazione diretta degli
editors alla stesura degli articoli. Ne cito tre, che penso siano le principali. Dal 1983 una serie
di “Reflections of eminent economists”, in cui si chiedeva agli autori di riflettere in venti pagine
sulle loro “life phylosophies”, è stata pubblicata sullo American Economist, poi raccolte in
volumi a cura del direttore della rivista, Szenberg (1992; 2004; 2014, negli ultimi due casi in
collaborazione con Lall Ramrattan). Vi è stata, quasi contemporaneamente, un’iniziativa della
Banca Mondiale, centrata su studiosi dello sviluppo economico (Meier e Seers, 1984). Infine,
vanno ricordati i due volumi dedicati agli “exemplary economists” per iniziativa di Roger
Backhouse e Roger Middleton (2000). Penso che anche questa diffusione di iniziative analoghe
alla nostra sia una indicazione dell’utilità e dell’importanza dell’iniziativa avviata da Ceriani;
resto anche convinto che la nostra scelta, di rinunciare all’uniformità interna alla serie dei
contributi per conservare la massima flessibilità su lunghezza e temi da trattare, sia stata la
migliore.
*
*
*
Per iniziativa e su stimolo del nuovo direttore Carlo D’Ippoliti, la nuova serie delle riviste
avviata nel 2008 (per la rivista in inglese con il nuovo nome PSL Quarterly Review) riprende
con questo numero a pubblicare articoli di “Recollections”. Seguendo la tradizione avviata nel
1979, gli articoli verranno pubblicati sia in italiano, su Moneta e Credito, sia in inglese, sulla PSL
Quarterly Review; come in precedenza, agli economisti invitati a contribuire viene lasciata la
massima libertà di scelta per l’impostazione del loro contributo, che potrà consistere in ricordi
autobiografici o in riflessioni sulla propria attività di ricerca o sulle tendenze della nostra
disciplina.
Sia Carlo sia io siamo particolarmente contenti che la nuova serie di contributi si apra con
lo scritto di Anthony Thirlwall, economista eminente che è stato anche l’autore del più citato
2 Paul Streeten, che l’anno scorso ha festeggiato i cento anni (felicemente vissuti nonostante “pezzi di shrapnel nel
collo, nel cranio e nel braccio”, ricordo della partecipazione allo sbarco alleato in Sicilia), nel suo affascinante
contributo “Radici aeree” ripercorre la sua vita, dalla nascita (con il nome, che ha poi dovuto abbandonare, di Paul
Hornig) in quello che era ancora l’impero austro-ungarico e la formazione nella Vienna degli anni Venti, fino al
trasferimento in Inghilterra dopo l’Anschluss, l’internamento come “enemy alien” (sorte condivisa con Piero Sraffa
e tanti altri italiani, austriaci e tedeschi in Inghilterra proprio perché esuli dal fascismo e dal nazismo) e la
deportazione in Canada, l’ingresso nei Pioneer Corps e la partecipazione alla guerra nell’esercito inglese, e
finalmente il lavoro di ricerca e d’insegnamento per il quale è internazionalmente noto.
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tra gli articoli pubblicati nella nostra rivista (oltre che il primo articolo per il quale io abbia
fatto da referee anonimo e poi da editor, all’inizio della mia collaborazione con la rivista:
Thirlwall, 1979): un articolo che ha aperto una corposa linea d’indagine sulla relazione tra le
elasticità al reddito di importazioni ed esportazioni e il tasso di crescita del reddito in
un’economia aperta. A questa linea d’indagine hanno contribuito tanti economisti di tutto il
mondo, sulle nostre come su varie altre riviste; su essa, e sui suoi altri contributi, si sofferma
Thirlwall (2011) e parzialmente il suo articolo di “Reminiscenze”.
A questo primo intervento della nuova serie delle “Reminiscenze” ne seguiranno altri, già
in preparazione. Non anticipiamo nomi, e soprattutto non abbiamo formulato un programma
di pubblicazione con scadenze precise: l’esperienza passata ci ha insegnato che articoli di
questo tipo possono richiedere tempi lunghi di gestazione (talvolta tanto più lunghi quanto più
corti sono gli articoli), con frequenti ripensamenti per quanto riguarda il taglio dello scritto e,
molto spesso (troppo spesso, dal punto di vista degli editors), il desiderio di attendere qualche
evento esogeno prima di consegnare il proprio contributo.3 I lettori che avranno la pazienza di
seguire le riviste vedranno man mano quali sono state le nostre scelte e quali illustri economisti
hanno accettato la nostra proposta.
Bibliografia
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Cambridge University Press.
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3 Ricordo al riguardo un solo esempio: Joan Robinson mi scrisse che avrebbe aspettato la pubblicazione della
“Recollection” di Samuelson, per poterne tenere conto. In vari altri casi, il desiderio di terminare una ricerca, poi
un’altra, ha posposto indefinitamente la stesura del contributo che avevamo richiesto.
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Indice delle “Reminiscenze di illustri economisti” pubblicate in Moneta e Credito,
prima serie: 1979-1998
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