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ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE STATALE PRIMO LEVI

"Imparare a volare"

ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE STATALE PRIMO LEVI Corsi Sperimentali: Biologico, Chimico, Economico, Linguistico Liceo Scient ifico Tecnologico Progetto contro la dispersione scolastica “Imparare a volare” Finanziato con fondi Regionali della L.R 23/99- 2007 Informazioni per la realizzazione del progetto Da anni l’ITCS “Primo Levi” attiva azioni di orientamento, riorientamento, rimotivazione degli studenti iscritti e percorsi progettuali originali per lo sviluppo di competenze trasversali e attività finalizzate al benessere psico-fisico degli alunni. Tutto ciò, fa sì che mediamente gli studenti del Primo Levi siano contenti della scelta fatta e si sentano accuditi e perciò pensino di trattenersi un po’ più a lungo di quanto non sarebbe richiesto dal percorso scolastico. Il risultato emerso, anche in una indagine svolta dal CISEM in collaborazione con lo IARD1, relativamente alle opinioni che gli studenti hanno della loro scuola, è un tasso di dispersione assoluto molto basso nonostante ci sia un tasso di bocciature nella media nazionale. Ovvero, gli studenti non elaborano per sé un futuro che li porta all’inserimento nel mondo degli adulti, sia esso rappresentato da un percorso universitario e dall’inserimento nel mondo del lavoro. Qui stanno bene e perciò, ci restano.2 I genitori ed i docenti hanno riflettuto insieme su questa situazione e, consapevoli della negatività di questo aspetto, hanno elaborato un progetto con cui affrontare il problema degli insuccessi scolastici con una modalità preventiva. E’ noto a tutti quanto sia complesso e difficile il passaggio dalla scuola secondaria di primo grado a quella di secondo grado che viene a coincidere con l’età adolescenziale degli alunni, già di per sé impegnativa e assorbente risorse ed energie. Essendo un’importante fase di transizione nella vita, l’adolescenza presenta una grande quantità di sfide nuove. Il passaggio alle scuole superiori presenta un grande cambiamento ambientale che mette a dura prova l’efficacia personale.3 Una dimensione fondamentale nel processo di costruzione della propria identità e personalità è rappresentata dall’autostima intesa come “apprezzamento od opinione positiva di se stessi “ e di conseguenza fiducia in se stessi e rispetto di se. L’autostima è sicuramente la condizione necessaria per combattere le gravi forme di disagio esistenziale, l’emarginazione scolastica e molte forme di devianza giovanile. Formarsi un solido senso di autostima è fondamentale per tutti gli individui, e soprattutto per gli studenti in situazioni di disagio (emotivo, socio-affettivo e relazionale) che spesso sono responsabili di prestazioni scolastiche carenti e di comportamenti inaccettabili. Una buona autostima è alla base della motivazione e dell’autonomia. L’individuo che ha fiducia nelle proprie capacità sarà motivato a intraprendere un compito o un’attività: utilizzerà gli strumenti utili a realizzarla e persevererà.4 L’autoefficacia, cioè la convinzione sulla propria efficacia personale nell’affrontare con successo le richieste della vita, permette di promuovere l’assunzione di comportamenti positivi che aiutano a prevenire varie forme di disagio favorendo condizioni di benessere psicofisico, socioaffettivo-relazionale e influenzano in modo significativo la realizzazione personale5 Esistono tre tipi di autoefficacia che possono svolgere un ruolo importante nello sviluppo e ne successo sul piano cognitivo: il senso di efficacia collettiva del corpo docente riguardo la capacità dei docenti di ottenere progressi scolastici significativi, l’autoefficacia degli insegnanti riguardo al motivare e al promuovere l’apprendimento degli allievi e, soprattutto, l’autoefficacia degli studenti per la regolazione delle loro attività di apprendimento e per il padroneggiamento delle discipline scolastiche. Riteniamo importante come scuola programmare e attivare interventi educativi atti a promuovere e favorire negli alunni la sviluppo dell’autoefficacia personale L’obiettivo primario che è stato dato alla scuola del terzo millennio, più volte ripreso nei testi normativi e nelle raccomandazioni dell’Unione Europea e fatto proprio anche dalla legislazione italiana è di insegnare agli studenti ad apprendere. Il life long learning, la capacità di apprendere in continuazione e in modo autonomo è indicata come la condizione necessaria per l’inclusione sociale in una realtà caratterizzata da un cambiamento tecnologico costante e veloce. Questo attribuisce alla scuola il compito di fornire agli alunni gli strumenti intellettivi ma anche le convinzioni e le abilità auto-regolatorie che servono loro per autoistruirsi tutta la vita.6 Dal punto di vista della teoria sociocognitiva, gli studenti devono sviluppare le abilità necessarie per regolare le determinanti motivazionali, emozionali e sociali del loro funzionamento intellettivo oltre agli aspetti cognitivi7 Inoltre si ritiene che gli adolescenti abbiano bisogno di impegnarsi nel perseguimento di obiettivi che diano loro uno scopo, un senso di realizzazione. In caso contrario diventano demotivati, annoiati o cinici, dipendenti da fonti esterne di stimolazione8 In questi anni si è potuto osservare che, nella maggior parte dei casi, l’insuccesso scolastico nasce dal fatto che lo studente che arriva alla nostra scuola è poco “secolarizzato”, ovvero, non ha acquisito nel percorso scolastico effettuato, le competenze di lettura/scrittura di base e non ha imparato ad apprendere attraverso lo studio sistematico basato su testi scritti necessario insieme alle attività laboratoriali presenti in numero significativo nel nostro istituto. In molti casi non è stato abituato a dedicare tempo allo studio e alla rielaborazione ed è convinto che la presenza sia la condizione sufficiente per il successo scolastico (in poche parole ha una percezione della propria autoefficacia di apprendimento scorretta). A ciò, si unisca il fatto che i ragazzi spesso non sono in grado di sopportare alcuna frustrazione e che, davanti ad un insuccesso ad una difficoltà, molto spesso reagiscono con aggressività o con una rinuncia perché poco avvezzi alla fatica. Non è difficile fin dalle prime settimane di inizio percorso individuare gli studenti che si preparano ad un insuccesso scolastico che, in molti casi, è il primo di una serie. Inoltre, ragazzi abili e con buone capacità che si trovano in difficoltà scolastiche tendono poi a diventare elementi di disturbo in classe rendendo difficile lo svolgimento delle attività didattiche da parte dei docenti, creando un clima in cui è facile che i soggetti meno strutturati, in termini di strumenti di apprendimento, si trovino in grande difficoltà a loro volta. Si è quindi pensato di svolgere un’attività preventiva specifica mirata ad individuare gli studenti con scarsi prerequisiti scolastici per intervenire all’inizio della classe prima con attività pomeridiane di supporto, finalizzate a fornire allo studente le capacità di lettura, sistematizzazione e sintesi dei concetti appresi, di aiutarlo ad individuare il proprio stile di apprendimento a costruirsi un metodo di studio efficace. Ma anche a per far sì che lo studente si renda subito conto che la scuola è il luogo dove si apprende, ma che l’apprendimento non è un processo a costo zero: richiede impegno ed investimento personale. L’obiettivo è quello di fare in modo, attraverso questo progetto preventivo di studio assistito e non facoltativo, che tutti gli studenti inizino la loro carriera scolastica con gli strumenti essenziali per raggiungere un successo9. “Studiare è faticoso, ma mi consente di prendere dei buoni voti, essere apprezzato dai compagni, vedere i professori ed i genitori contenti e quindi è piacevole”. Il piacere dell’apprendimento, che è alla base del vero successo scolastico, si acquisisce solo studiando, ma occorre che qualcuno aiuti i ragazzi a fare questo primo passo. Il progetto verrà realizzato in stretta collaborazione tra Associazione Genitori Primo Levi, Cooperativa Centro Icaro di Milano e dal nostro Istituto. Il progetto vuole intervenire specialmente sugli studenti delle classi 1e e 3e sostenendo e aiutando gli elementi meno strumentati rispetto alle richieste di studio e alle strategie di apprendimento. L’obiettivo che si pensa di perseguire è quello di individuare precocemente gli studenti meno strumentati, attraverso la sollecita somministrazione dei test INVALSI e dei questionari per l’individuazione degli stili di apprendimento (L. Mariani) e delle caratteristiche del metodo di studio adottato (Cornoldi). I risultati di questo screening iniziale permetterà al CdC di individuare una rosa di persone da avviare ad un percorso di accompagnamento e di potenziamento e da inserire in uno specifico programma di monitoraggio specifico durante l’intero anno. Le attività previste dal progetto “Imparare a volare” sono molteplici e riguarderanno iniziative di sostegno e di acquisizione di strumenti e di strategie utili allo studio e all’apprendimento, ma si prevedono anche attività di supporto ai singoli docenti e ai CdC che ne faranno richiesta. Il progetto in dettaglio E’ noto a tutti quanto sia complesso e difficile il passaggio dalla scuola secondaria di primo grado a quella di secondo grado che viene a coincidere con l’età adolescenziale degli alunni, già di per sé impegnativa. Il passaggio alle scuole superiori presenta un grande cambiamento ambientale che mette a dura prova l’efficacia personale.1 Una dimensione fondamentale nel processo di costruzione della propria identità e personalità è rappresentata dall’autostima intesa come “apprezzamento od opinione positiva di se stessi “ e di conseguenza fiducia e rispetto di sé. L’autostima è sicuramente la condizione necessaria per combattere le gravi forme di disagio esistenziale, l’emarginazione scolastica e molte forme di devianze giovanili. Formarsi un solido senso di autostima è fondamentale soprattutto per gli studenti in situazioni di disagio (emotivo, socio-affettivo e relazionale) spesso responsabili di prestazioni scolastiche carenti e di comportamenti inaccettabili. Una buona autostima è alla base della motivazione e dell’autonomia. L’individuo che ha fiducia nelle proprie capacità sarà motivato a intraprendere un compito o un’attività: utilizzerà gli strumenti utili a realizzarla e persevererà.2 L’autoefficacia, cioè la convinzione sulla propria efficacia personale nell’affrontare con successo le richieste della vita, permette di promuovere l’assunzione di comportamenti positivi che aiutano a prevenire varie forme di disagio favorendo condizioni di benessere psicofisico, socioaffettivo-relazionale e influenzano in modo significativo la realizzazione personale3 Esistono tre tipi di autoefficacia che possono svolgere un ruolo importante nello sviluppo e nel successo sul piano cognitivo: il senso di efficacia collettiva del corpo docente riguardo la capacità dei docenti di ottenere progressi scolastici significativi, l’autoefficacia degli insegnanti riguardo al motivare e al promuovere l’apprendimento degli allievi e, soprattutto, l’autoefficacia degli studenti 1 A. Bandura (a cura di) “Il senso di Autoefficacia- Aspettative su di sé e azione” Erickson, Trento, 2000 G. Duclos- D. Laporte –J.Ross « L’autostima degli adolescenti » - San Paolo (2006) 3 Gioacchinpaolo Tortorici “Dal disagio ai bisogni- dinamiche processuali, indicatori e descrittori” Edscuola 2 per la regolazione delle loro attività di apprendimento e per il padroneggiamento delle discipline scolastiche. Riteniamo importante programmare e attivare interventi educativi atti a promuovere e favorire negli alunni lo sviluppo dell’autoefficacia personale Il nostro Istituto fa proprio l’obiettivo primario, assegnato alla scuola del terzo millennio e più volte ripreso nella normativa, nelle raccomandazioni dell’Unione Europea, e dalla legislazione italiana, che è quello di insegnare agli studenti ad apprendere. Il life long learning, la capacità di apprendere in continuazione e in modo autonomo è indicata come la condizione necessaria per l’inclusione sociale in una realtà caratterizzata da un cambiamento tecnologico costante e veloce. Questo attribuisce alla scuola il compito di fornire agli alunni gli strumenti intellettivi ma anche le convinzioni e le abilità auto-regolatorie che servono loro per autoistruirsi lungo tutta la vita.4 Inoltre dal punto di vista della teoria sociocognitiva, gli studenti devono sviluppare le abilità necessarie per regolare le determinanti motivazionali, emozionali e sociali del loro funzionamento intellettivo oltre agli aspetti cognitivi5. Gli adolescenti hanno bisogno di impegnarsi nel perseguimento di obiettivi che diano loro uno scopo, un senso di realizzazione. In caso contrario diventano demotivati, annoiati o cinici, dipendenti da fonti esterne di stimolazione6 Aiutare lo studente nella realizzazione di sé per prevenire e contrastare l’uso di sostanze e il bullismo, che sono solo alcuni degli agiti compensatori messi in atto nelle situazioni di disagio e di frustrazione. “L’aumento di adolescenti che si presentano a scuola inebetiti dal consumo di sostanze e che desiderano frequentare l’ambiente scolastico nonostante i quotidiani fallimenti nelle prove richieste, sono solo questi due dei numerosi avvenimenti che dimostrano come la principale manifestazione del disagio e del malessere scolastico degli adolescenti attuali abbia a che fare con la difficoltà ad instaurare una relazione significativa con l’apprendimento e con il proprio ruolo di studente”7 Da anni l’ITCS “Primo Levi” attiva azioni di orientamento/riorientamento/rimotivazione percorsi progettuali per lo sviluppo di competenze trasversali e attività finalizzate al benessere psico-fisico degli studenti; tutto ciò fa sì che mediamente gli studenti del Primo Levi siano contenti delle scelte fatte. Il risultato che emerge, anche da una indagine svolta dal CISEM in collaborazione con lo IARD8, è un tasso di dispersione assoluto basso, accompagnato però da un tasso di bocciature elevato; sono tanti gli studenti che per completare il ciclo degli studi e superare l’esame di stato impiegano due/tre anni più del necessario. Ovvero, gli studenti non elaborano per sé un futuro orientato all’inserimento nel mondo degli adulti, sia esso rappresentato da un percorso universitario e dall’inserimento nel mondo del lavoro: a scuola stanno bene e perciò ci restano.9 Riportiamo di seguito alcuni dati relativi al fenomeno della dispersione scolastica nel nostro Istituto (fenomeno per altro molto complesso da analizzare e non facilmente riducibile a semplici numeri); rispetto al totale degli alunni iscritti alle classi prime e seconde, negli ultimi tre anni scolastici abbiamo avuto: 4 Trattato di Lisbona Zimmerman 1990 6 A. Bandura “Autoefficacia –teoria e applicazioni” Erickson (1999) 7 Matteo Lancini , Ascolto a scuola, Franco Angeli , Milano, 2003, pagg 26-27 8 Roberto Biorcio - “La scuola vista dai protagonisti” Rapporto 2006 sulla Scuola Secondaria Superiore e la formazione professionale nella Provincia di Milano – Franco Angeli Milano 2006 9 “Alla fine dell’adolescenza, bisogna cominciare a fare i conti con i ruoli dell’età adulta in quasi tutte le dimensioni della vita...... Durante questo periodo devono padroneggiare molte abilità nuove, nonchè i modi di agire caratteristici della società degli adulti. Tutto ciò in una società che non offre loro molti ruoli preparatori” 5 • Classi prime anno scolastico • 2003/04 2004/05 2005/06 promossi 39% 38% 55% promossi con debito formativo 36% 41% 30% non promossi 25% 21% 15% 2003/04 2004/05 2005/06 promossi 48% 46% 56% promossi con debito formativo 39% 39% 31% non promossi 13% 15% 13% Classi seconde anno scolastico Come si vede, meno della metà degli studenti supera l’anno scolastico senza difficoltà; le bocciature arrivano fino al 25% nelle prime classi ed al 15% nelle seconde; circa la metà degli studenti non promossi ripete l’anno nella nostra scuola. Si è potuto osservare che, nella maggior parte dei casi, l’insuccesso scolastico nasce dal fatto che lo studente che arriva alla nostra scuola è poco “scolarizzato”, ovvero, non ha acquisito nel percorso scolastico precedente le competenze di lettura/scrittura di base; in molti casi non è stato abituato a dedicare tempo allo studio e alla rielaborazione ed è convinto che la sola presenza sia la condizione sufficiente per il successo scolastico. A ciò, si unisca il fatto che i ragazzi spesso non sono in grado di sopportare alcuna frustrazione e che, davanti ad un insuccesso o ad una difficoltà, talvolta reagiscono con aggressività o con una rinuncia. In questi ultimi anni sono stati somministrati all’interno del progetto accoglienza dei test di ingresso che si sono rivelati dei buoni indicatori di insuccesso. I test elaborati dall’INVALSI sulle competenze linguistiche, logico matematiche e scientifiche, consentono di individuare con un buon grado di affidabilità gli studenti che non hanno ancora imparato a leggere, comprendere e rielaborare le informazioni ovvero, che non hanno quindi acquisito la competenza fondamentale per stare bene a scuola. Queste analisi preventive servono ai docenti per organizzare il lavoro da svolgere nella classe durante l’anno scolastico. Ma il docente che opera da solo in classi di 27-28 studenti, composte spesso da studenti di nazionalità italiana appena arrivati, da studenti con disfunzioni nell’apprendimento o con forti disagi, spesso non è in grado di attivare percorsi personalizzati di recupero. Il progetto mira a evitare che si inneschino dei meccanismi psicologici all’insegna della scarsa autostima: “la scuola mi rifiuta, io non so dove andare, perché è a scuola che stanno tutti i ragazzi della mia età (tenuto conto anche del nuovo elevamento scolastico a sedici anni), e poiché la scuola non mi accetta, io resto nel contesto scolastico ma il mio obiettivo è vendicarmi di questa struttura sociale che mi tratta male”. Infatti, ragazzi abili e con buone capacità, che si trovano in difficoltà scolastiche, tendono a diventare elementi di disturbo in classe rendendo difficile lo svolgimento delle attività didattiche da parte dei docenti, creando un clima in cui è facile che i soggetti meno strutturati si trovino a loro volta in grande difficoltà. All’interno del nostro Istituto, queste problematiche si verificano di nuovo nelle classi terze e quarte dove il tasso di bocciatura risulta più elevato, contrariamente ai risultati di sistema; anni in cui, come è facile intuire, è più difficile procedere a un riorientamento e a una rimotivazione efficace. Un ulteriore elemento da considerare per l’azione contro la dispersione è la coesione del corpo docente, che viene resa difficoltosa dall’elevato ricambio dei docenti (circa il 30%) avvenuto negli ultimi due anni, ciò impone la necessità di una più puntuale formazione e una più approfondita condivisione del progetto educativo complessivo. I genitori ed i docenti hanno riflettuto insieme su questa situazione ed hanno elaborato il presente progetto con cui affrontare il problema degli insuccessi scolastici con una modalità preventiva, nell’ottica “di individuare obiettivi limitati ma condivisi e verificare insieme l’efficacia dei propri interventi”10. Per l’ideazione delle attività fondamentale è stata la messa a disposizione delle risorse della Cooperativa Sociale Centro ICARO e della Cooperativa Sociale I.Co.S. che partecipano al progetto come partner e collaboratori. Obiettivi: Considerate le tante concause che possono caratterizzare il fenomeno della dispersione scolastica e la complessità del problema, desideriamo proporre un approccio che, pur mantenendo la centralità dello studente nell’azione dell’apprendere, consideri anche gli altri attori: Docenti, famiglie, CdC e singoli Tutor, che partecipano all’opera di costruzione delle condizioni necessarie al raggiungimento del successo formativo, con i seguenti obiettivi: • • • • • • • 10 Migliorare le relazioni e l’efficacia del gruppo classe (gruppo di lavoro, non di amici). Aumentare l’autoefficacia negli studenti in ingresso delle prime classi (metodo di studio autovalutazione). Migliorare l’autostima degli studenti attraverso workshop. Supportare gli studenti in difficoltà con percorsi di counseling olistico e sistemico. Supportare gli studenti di 3^ nelle attività disciplinari. Migliorare le strategie didattiche dei docenti. Organizzare una consulenza metodologica per i CdC e per i singoli docenti. Elena Riva “Figli a scuola” Franco Angeli, Milano, 1997, pag. 131 Descrizione delle attività: L’intervento previsto vuole produrre, direttamente o indirettamente, cambiamenti in tutti gli attori che vi intervengono. Le diverse azioni saranno coordinate da un’equipe composta da operatori e rappresentanti di tutti gli enti partner, che garantiranno l’unitarietà del progetto e l’integrazione degli interventi. • Condivisione iniziale del progetto I docenti e gli operatori ICARO e I.Co.S partecipano ad un incontro di tre ore per condividere spirito e modalità del progetto ed avere le informazioni necessarie per fronteggiare le problematiche legate a disturbi dell’apprendimento, quali dislessia, disgrafie, discalculie; alcuni docenti della nostra scuola, che hanno potuto dotarsi di strumenti per una prima “diagnosi” di tali elementi di difficoltà, metteranno a disposizione le loro esperienze. Anche in questi casi la diagnosi preventiva (anche se in prima superiore non si può più parlare di prevenzione) può sicuramente evitare di danneggiare ulteriormente il soggetto. In questi anni si è già sviluppata nella scuola un’attenzione alla diagnosi dei casi di DIS… e sono già state attivate forme differenti di intervento sugli alunni. Sono previsti anche incontri di verifica in itinere tra i docenti/operatori/genitori coinvolti nel progetto. • Attività di supporto agli studenti a) Imparare le strategie per studiare(studenti di 1^). Gli studenti con scarsi prerequisiti scolastici, individuati attraverso i test INVALSI e l’osservazione iniziale, parteciperanno all’inizio della classe prima alle attività pomeridiane di supporto, finalizzate a fornire loro le capacità di lettura, sistematizzazione e sintesi dei concetti appresi, e ad aiutarli ad individuare il proprio stile cognitivo. Ci sarà una forte attenzione agli stili di apprendimento, attraverso la somministrazione di questionari sugli stili di apprendimento (Mariani) e sul metodo di studio (Cornoldi); le informazioni saranno comunicate a tutti i colleghi del CdC e a coloro che svolgono l’attività pomeridiana. L’obiettivo è fare in modo, attraverso questo progetto preventivo di studio assistito e non facoltativo, che tutti gli studenti inizino la loro carriera scolastica con gli strumenti essenziali per raggiungere un successo11. Ma anche a far sì che lo studente si renda subito conto che la scuola è il luogo dove si apprende, e che l’apprendimento non è un processo a costo zero: richiede impegno ed investimento personale. “Studiare è faticoso, ma mi consente di prendere dei buoni voti, essere apprezzato dai compagni, vedere i professori ed i genitori contenti e quindi è piacevole”. Il piacere dell’apprendimento, che è alla base del vero successo scolastico, si acquisisce solo studiando, ma occorre che qualcuno aiuti i ragazzi a fare questo primo passo. b) Counseling olistico e sistemico(studenti di 1^ e di 3^). Si tratta di un supporto personale per affrontare le difficoltà nello studio e nella scuola. Il counseling olistico e sistemico si propone di considerare la persona nella sua globalità favorendo il riequilibrio della stessa tra le sue sfere psichica, affettiva e corporea. Gli obiettivi perseguibili con un percorso di counseling sistemico sono inscritti nella seguente definizione del B.A.C. “Il counseling è un uso abile e strutturato della relazione che sviluppi l’autoconsapevolezza, l’accettazione delle emozioni, la crescita e le risorse personali. L’obiettivo è vivere in modo pieno e soddisfacente. Il counseling può essere mirato alla definizione e soluzione di problemi specifici, alla presa di decisioni, ad affrontare i momenti di crisi, a confrontarsi con i propri sentimenti e i conflitti interiori o a migliorare le relazioni con gli altri. Il ruolo del counsellor è di facilitare il lavoro dell’utente in modo da rispettarne i valori, 11 D. Goleman “Lavorare con intelligenza emotiva”, Rizzoli, Milano (2000) le risorse personali e la capacità d’autodeterminazione” indicato maggiormente nei casi di definizione di nuovi percorsi formativi o nella definizione di strategie adatte ad affrontare un situazione di difficoltà 12. Ambedue i tipi di counseling sono destinati a: - Aiutare la persona “in difficoltà” ad investire maggiormente su di sé favorendo il riconoscimento delle risorse personali (rafforzamento del positivo) ed individuando i modi in cui tali energie vengono abitualmente sprecate. - Rinforzare la fiducia attraverso un lavoro che facilita il riequilibrio personale. - Facilitare il distacco dalla problematica che al momento coinvolge completamente il giovane non permettendogli una visione più ampia e globale della situazione Inoltre, gli studenti che usufruiranno del supporto pomeridiano, saranno costantemente monitorati, 1 volta al mese da un docente di riferimento. Nel caso in cui le difficoltà persistessero verranno attivate strategie alternative di recupero o di orientamento c) Supporto disciplinare pomeridiano (studenti di 3^) Per gli studenti in entrata nelle classi 3^ è previsto un vero e proprio supporto disciplinare perché la difficoltà riscontrata è riconducibile all’area dei contenuti e del livello delle richieste delle singole materie e sulla qualità dello studio. Per loro sono previsti seminari tematici pomeridiani di ripresa e di approfondimento disciplinare a carico delle materie che provvederanno a definire i temi da trattare e la loro scansione temporale. d) Workshop per studenti. Destinato a sostenere l’autostima e la socializzazione, specie dei nuovi ingressi nell’Istituto. Questa iniziativa permetterà a ciascuno degli alunni, se vorrà di presentare i frutto del proprio lavoro e dei propri interessi extrascolastici che lo caratterizzano. • Attività di supporto ai docenti. a) corso di formazione per progettare/valutare attività didattiche nelle discipline sperimentali. Le strategie innovative nell’insegnamento delle materie sperimentali possono verificarsi solo attraverso uno sforzo congiunto di docenti e famiglie che aiutano i ragazzi a inserirsi correttamente nel percorso scolastico; i docenti operando con modalità didattiche più confacenti agli alunni (un corso di aggiornamento e progetto sulla didattica laboratoriale negli insegnamenti scientifici), che devono essere guidati a realizzare al meglio la loro attività di studente, (un corso pomeridiano intensivo di studio). b) Supervisione dei tutor Destinato ai docenti che svolgono questo ruolo nei confronti degli studenti. La supervisione è uno strumento di verifica e di potenziamento delle risorse personali del tutor fatto con l’aiuto di uno psicologo c) Consulenza metodologica per i CdC e per i singoli docenti Per i gruppi classe difficili o per i singoli insegnanti, viene organizzata una consulenza da parte di un pedagogista che segue il CdC nella costruzione del gruppo di lavoro e nella messa a punto di strategie adeguate, sia sul piano relazionale che su quello metodologico. 12 British Association for Counseling (BAC 1992) • Consultazione psicologica Destinata a studenti, docenti e genitori per affrontare le questioni personali più profonde e impegnative che possono emergere nei momenti di maggiore tensione ed impegno scolastico. • Attività di monitoraggio/valutazione Nell’ottica di una maggiore condivisione del percorso tra scuola e famiglie si ritiene opportuno che il compito di monitorare e di valutare i risultati e la soddisfazione dell’utenza venga affidata ai Genitori che riceveranno/valuteranno una serie di documenti: - Verbali delle riunioni di verifica - Questionari di gradimento dell’utenza - Schede di presenza alle attività di pomeridiane di recupero e sostegno (con utilizzo codice alfanumerico) - Relazioni sulla partecipazione a colloqui e a percorsi individuali di sostegno (con utilizzo codice alfanumerico) - Considerazioni dei CdC sui risultati ottenuti - Dati sul successo scolastico degli studenti coinvolti (schede con codice alfanumerico al posto del nome) Proviamo a dare ora un quadro sintetico delle attività previste dal progetto: Consulenza metodologica Workshop “Questa è farina del mio sacco” Test INVALSI classi 1e Consulenza didattica CdC e Docenti Studenti Tutor Prove di studio per classi 1e Supervisione psicologica Seminari di approfondimento studenti 3e Counseling sistemico ed olistico Seminari tematici di ripresa per studenti 3e Meglio descritte nelle tabelle: Docenti, CdC e Tutor Attività Tempi Inizio dell’anno Incontro di condivisione dei principi del progetto Consulenza metodologica Consulenza pedagogica ai CdC con situazioni difficili Supervisione psicologica ai tutor Consulenza psicologica individuale Durante l’anno scolastico Durante l’anno scolastico Durante tutto l’anno Durante tutto l’anno Destinatari CdC coinvolti, Tutor, docenti in attività pomeridiane, psicologi, pedagogisti Docenti delle materie con laboratorio CdC Attori Estensori del progetto Tutor Psicologa Docenti Psicologa Pedagogista Pedagogista Studenti in entrata classi 1e Attività Attività di Accoglienza Test I NVALSI classi 1 e Questionari stili di apprendimento e metodo di studio Prove di studio Monitoraggio continuo con tutor e Doc Referente Counseling sistemico o olistico o ri-orientamento Consulenza psicologica individuale Workshop Tempi Inizio anno Inizio dell’anno Inizio anno Attori Docenti della classe Docenti della classe Docenti della classe Inizio anno Durante l’anno scolastico Durante il primo quadrimestre Durante tutto l’anno Docenti Docenti Psicologa Durante l’anno Studenti Studenti in entrata classi 3e Attività Tempi Seminari tematici di ripresa Nel corso dell’anno Nel corso dell’anno Seminari tematici di approfondimento Nel corso dell’anno Counseling sistemico o olistico o di ri-orientamento Monitoraggio continuo con tutor Consulenza psicologica individuale Workshop Counselor Attori Docenti delle materie Docenti delle materie Counselor Docente tutor Nel corso dell’anno e specialmente nel primo quadrimestre Durante tutto l’anno Psicologa Durante l’anno Studenti Risultati attesi: - Riduzione delle bocciature e del numero di studenti promossi con debiti in classe 1^ e 3^ Miglioramento delle strategie didattiche degli insegnanti Miglioramento del servizio di tutoring e dei CdC Miglioramento dell’autoefficacia degli studenti Tempi di realizzazione del progetto: Partenza progetto 10 Settembre 2007 e monitoraggio risultati entro il 10 Settembre 2008