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Il primo libro di filosofia teoretica, 2023
Dallo strutturalismo di Lévi-Strauss alla decostruzione di Jacques Derrida.
Dianoia, 1997
Relativamente al progressivo delinearsi di un confronto tra la scuola analitica e la filosofia continentale, tema che più di altri sembra dominare l'attuale scena filosofica, e tra i rari esempi di diretta interazione che lo hanno preceduto o al contrario ne hanno sviluppato le suggestioni, il dibattito tra John R. Searle e Jacques Derrida rappresenta senz'altro un caso esemplare e un riferimento obbligato. Si tratta di una vicenda più che ventennale, se si considera che il suo primo documento corrisponde a una conferenza pronunciata da Derrida nel 1971 e riguardante in parte John L. Austin 1. La pubblicazione nel 1977, sulla rivista Glyph, della Reply di Searle e dell'ulteriore risposta di Derrida 2 fornisce, insieme al primo testo derridiano, le linee portanti di una polemica che ha conosciuto toni molto violenti? e che ha poi avuto strascichi fino ad anni recenti. Un'analisi complessiva non dovrebbe qui trascurare la violenza di questi toni, tralasciare le sottolineature polemiche per concentrarsi esclusivamente sulla dimensione speculativa, né dovrebbe -in verità -cercare di sciogliere artificiosamente due aspetti che si mostrano al contrario fusi nel modo più caratteristico. Se in particolare l'area anglosassone, e soprattutto le università americane sono rimaste attivamente coinvolte in questo dibattito e l J. Derrida, Pinna, evento, contesto in Margini della filosofia (1972), trad. it. di M. lofrida, Torino, Einaudi, 1997 7 .T.R. Scarlc, Reiterando le differenze: una risposta a Derrida, «Aut Aut», 256-257 (I (mi), l'I'. 2()()-21 O; J. Dcrrida, Limited lnc, a b e in Limited Ine (1990), trad. it. di N.
2002
All'orizzonte non poteva vedere altro che il metallo esteso in un grigio uniforme contro il cielo. L'urbanizzazione di Trantor aveva raggiunto il limite massimo. L'intera superficie del pianeta. Due chilometri sopra e sotto terra. Quaranta miliardi di abitanti (cfr. Isaac Asimov, Cronache della Galassia). Arresto delle costruzioni di case e luoghi di lavoro intorno alle città grandi e piccole, come avvio alla distribuzione uniforme della popolazione sul territorio. Riduzione della velocità e del volume del traffico (cfr. punto "g" del "Programma rivoluzionario immediato", Riunione di Forlì del Partito Comunista Internazionale, 1952).
saggi di Rodolphe Gasché, Martin McQuillan, Giovanna Borradori, Bruno Moroncini, Mauro Senatore, Francesco Vitale.
Decostruzione: nascita di un non termine Il termine "decostruzione" compare nel pensiero derridiano nel 1967 in Della grammatologia e, come egli stesso dice, non fu una scelta bensì un'imposizione. In lettera a un amico giapponese, nel tentativo quasi impossibile di spiegare, ma soprattutto tradurre questo termine, così Derrida scrive: «Quando ho scelto questa parola (déconstruction), o quando mi si impose, mi pare fosse in De la grammatologie, non pensavo che avrebbe assunto un ruolo così centrale nel discorso che allora mi interessava. Cercavo, tra l'altro, di tradurre e adattare al mio discorso termini heideggeriani Destruktion o Abbau. In quel contesto essi significavano entrambi un operazione relativa alla struttura o all'architettura tradizionale dei concetti fondatori dell'ontologia o della metafisica occidentale. In francese il termine distruction implicava troppo visibilmente un annichilimento, una riduzione negativa più vicina alla "demolizione" nietzscheana che non all'interpretazione heideggeriana o al tipo di lettura che io proponevo. L'ho quindi scartato. Ricordo che controllai se il termine "déconstruction" (che mi veniva in mente in modo apparentemente molto spontaneo) fosse proprio francese. Lo trovai nel Littré. L'uso grammaticale, quello linguistico o quello retorico si trovano associati ad un uso "macchinale". Questa associazione mi sembrò felicissima, molto adatta a ciò che tentavo di suggerire» 1 . L'uso "macchinale" del termine risulta efficace in quanto è sintomatico di tutto il modo di operare della decostruzione: smontare, desedimentare, picchettare, sabotare ogni costruzione in modo da comprendere cosa la eretta, cosa ne ha permesso di volta in volta il montaggio. Ma fuor di metafora, cos'è la decostruzione? Che cosa non è? O meglio che cosa essa non dovrebbe essere? Definire la decostruzione determina di per sé una contraddizione, un'impresa che inevitabilmente si scontra con tutto ciò che Derrida intende, appunto, decostruire. Questo perché, ogni definizione avviene per mezzo di un discorso apofantico, discorso emblema di tutta una tradizione onto-metafisica che egli intende smontare: «Ogni frase del tipo 'la decostruzione è x' o 'la decostruzione non è x' è a priori priva di pertinenza, è a dir poco falsa. Lei sa che fra i principali obiettivi di ciò che nei miei testi si chiama "decostruzione" è proprio la delimitazione dell'ontologia e anzitutto dell'indicativo presente della terza persona: S è P» 2 . Derrida che, comunque, spinto dall'inaspettata fama del termine non termine e dai vari fraintendimenti è costretto a darne delle "de-finizioni": «La decostruzione non esiste da nessuna parte, pura, propria, identica a se stessa, al di fuori della sue iscrizioni in contesti conflittuali e differenziati, non 'è' che ciò che si fa e che se ne fa, laddove ha luogo. È difficile oggi dare una definizione univoca o una descrizione adeguata di questo 'aver luogo'. Questa assenza di definizione univoca non è "oscurantista", è un rispettoso omaggio a una nuova, nuovissima Aufklärung.
Uno sforzo immaginativo, in negativo, sulla decostruzione della città come strumento di progettazione alternativo a quello "costruttivo". De-costruire nel senso di rimuovere fisicamente il superfluo dal campo visivo del passeggiatore urbano.
Tesi di laurea triennale in Lettere Moderne - Università di Bologna, a.a. 2014/2015; Relatore: Prof. Paolo Tinti
Di Pietro A. et Tassani T. ; "I principi europei del diritto tributario"- pp. 327 - 355
SOMMARIO: 1. Premessa.-2. Concetto di doppia imposizione nell'ambito europeo.-3. La Corte di Giustizia e il divieto di doppia imposizione nelle direttive di armonizzazione, tra neutra-lità e mercato interno.-3.1 Doppia (non) imposizione in materia di iva.-3.2. Doppia (non) imposizione in materia di altre impo-ste indirette.-3.3 Doppia imposizione in materia di imposte sul reddito.-4. Il divieto della doppia imposizione e le libertà di circolazione del Trattato europeo nella giurisprudenza della Corte di giustizia.-4.1 Doppia imposizione internazionale causata da regimi discriminatori di eliminazione della doppia imposizione o di misure anti-abuso.-4.2 Doppia imposizione causata dall'applicazione di ritenute alla fonte sul reddito versato a non residenti.-4.3 Doppia imposizione internazionale risultante dall'esercizio parallelo della sovranità fiscale di due o più Stati membri.-5. L'assenza di impatto dell'abrogazione dell'art. 293 del Trattato CE dal Trattato di Lisbona.-6. Conclusioni.
2018
È solo nel gioco che il bambino e l'adulto sono liberi di essere creativi. (D.W Winnicott) In questo modo solo il gioco, il gioco degli artisti e dei fanciulh mostra il /arsi e il disfarsi del!' essere, lo strutturarsi e il distruggersi (...). E come il gioco dei fanciulli e degli artisti, così il gioco del fuoco perenne, che costruisce e distrugge, in piena innocenza (.. .) trasformandosi in acqua e terra, esso costruisce torri di sabbia come un fanciullo in riva al mare, una sopra l'altra, e poi le calpesta (.. .). L:impulso al gioco, che perennemente si autorinnova, dà vita a mondi nuovi. Il fanciullo di tanto in tanto getta lontano i suoi giocattoli: per poi ricominciare, con capricciosa innocenza. Ma quando costruisce, egli combina e unisce e /orma le strutture in modo regolare, secondo /orme interiori. (F. Nietzsche) Il tempo è un fanciullo che gioca ai dadi e muove le pedine: il regno di un fanciullo.
L. Breglia and M. Lupi (eds), "Da Elea a Samo. Politici e filosofi di fronte all’impero ateniese", Arte Tipografica, Napoli 2005, 259-286., 2005
Commentando il capitolo tucidideo relativo agli eventi di Samo dell'estate del 412, la dove 10 storico accennava alla sorte dei geomoroi -privati di ogni diritto al punto tale che fu fatto divieto al demos di dare una figlia in moglie ad essi 0 di riceverla da loro -Antony Andrewes osservava come l' aristocrazia terrier a dei geomoroi fosse «singularly persistent», essendo sopravvissuta a due tirannidi e alla rivolta del 440/39; e <<numerous», se dopo Ie esecuzioni e gli esili che avevano segnato quell'estate era sopravvissuta in maniera sufficiente da essere degna della discriminazione matrimoniale che il passo tucidideo menzionava 1.
Frontiers in Neuroscience, 2021
Uluslararası Sanat ve Estetik Dergisi, 2024
MAJELIS TARJIH DAN TAJDID PP MUHAMMADIYAH , 2009
Hillforts: Britain, Ireland and the Nearer Continent. Papers from the Atlas of Hillforts of Britain and Ireland Conference, June 2017, 2019
pentingnya pendidikan, 2020
Ploutarkhos, 2005
The Annals of Thoracic Surgery, 1988
Educación Médica, 2009
arXiv (Cornell University), 2022
Mohammad Saad , 2024
Journal of the American Academy of Dermatology, 2007