Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
BABBO: UNA PAROLA
SOTTO ASSEDIO
Scritto da Marco Ramerini
https://www.borghiditoscana.net/babbo-una-parola-sotto-assedio/
2021
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
Indice generale
1- GLI ETRUSCHI...............................................................................................................................4
L'ALBANESE.................................................................................................................................5
2- LE AREE DOVE OGGI SI UTILIZZA LA PAROLA “BABBO”..................................................6
3- TOSCANA.....................................................................................................................................10
LUNIGIANA.................................................................................................................................10
4- ROMAGNA E SAN MARINO......................................................................................................11
5- EMILIA..........................................................................................................................................12
FERRARA.....................................................................................................................................12
MODENA......................................................................................................................................13
CARPI............................................................................................................................................13
MIRANDOLA...............................................................................................................................14
APPENNINO MODENESE..........................................................................................................14
BOLOGNA....................................................................................................................................15
SASSUOLO...................................................................................................................................15
REGGIO EMILIA.........................................................................................................................16
PARMA..........................................................................................................................................16
PIACENZA....................................................................................................................................18
6- UMBRIA........................................................................................................................................18
7- LAZIO............................................................................................................................................19
8- MARCHE.......................................................................................................................................20
MACERATA E FERMO................................................................................................................20
ASCOLI.........................................................................................................................................21
9- SARDEGNA..................................................................................................................................22
10- CORSICA....................................................................................................................................24
11- CAMPANIA.................................................................................................................................24
12- LIGURIA.....................................................................................................................................24
13- QUANTE PERSONE OGGI DICONO “BABBO” ?..................................................................25
14- RINGRAZIAMENTI...................................................................................................................25
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
Nei mezzi di comunicazione attuali si sentono in continuazione parole di origine
straniera. Tra queste ce n'è una, “papà”, che negli ultimi decenni ha preso un utilizzo
quasi esclusivo finendo per soppiantare il vero termine italiano. Questo anche a causa
della televisione, dei giornali e degli altri mezzi di comunicazione che propongono
esclusivamente questa parola. Questo accade anche in note produzioni televisive dove
sarebbe d'obbligo utilizzare il termine “babbo”, ad esempio ho sentito Lorenzo de'
Medici dire “papà”... ma anche Pinocchio che alternava “babbo” a “papà”... Anche a
scuola quasi tutti i libri, salvo rare eccezioni, riportano il termine “papà” che i miei
figli regolarmente cancellano e sostituiscono con “babbo”... Chi come me dice
“babbo” si sente sotto assedio...
Fino alla fine dell'ottocento l'unico termine italiano presente nei vocabolari era
“babbo”. Nelle cinque edizioni del più importante Vocabolario della Lingua Italiana,
quello dell'Accademia della Crusca, il termine unico riportato è “babbo”, il
francesismo “papà” non viene mai riportato.1
“Babbo” è una parola che nel sentire comune solitamente differenzia i toscani dal
resto d'Italia. Ma non è proprio così. Anzi questa parola sarebbe la vera e l'unica
parola italiana alternativa a padre. Il termine babbo secondo gli studiosi della lingua
italiana è una forma "autoctona", mentre il termine "papà" è un francesismo del quale
si ha notizia solamente a partire dal XVIII secolo. Il padre o meglio dire “babbo”
della lingua italiana Dante Alighieri utilizza "babbo": "Che non è impresa da pigliare
a gabbo, Descriver fondo a tutto l'universo, Nè da lingua, che chiami mamma, o
babbo" Dante - Inferno canto, XXXII, 7-9. Secondo il dizionario della lingua italiana
"Treccani" la parola "babbo" deriva dal termine latino "babbus", ma come vedrete,
l'origine di questa parola potrebbe essere ancora più antica.
Come già accennato, secondo l'interessante studio curato da Matilde Paoli per conto
della Redazione Consulenza Linguistica dell'Accademia della Crusca, fino alla fine
dell'ottocento il termine "papà", derivante dal francese, non era neanche presente nei
vocabolari della lingua italiana: "Nessuna delle edizioni del Vocabolario degli
Accademici registra papà o pappà; né lo troviamo nelle schede preparatorie alla
lettera P della V edizione (pubblicata dal 1863 al 1923, fino alla lettera O)".
Interessante notare che nel Lessico della corrotta italianità di Pietro Fanfani e
Costantino Arlìa (1890) in relazione all'utilizzo di “papà” viene apostrofato: "e certi
nostri compaesani, perché passeggian pe' sette colli, credono di far bene a smetter
quella [cioè BABBO] per dire Pappà e Mammà! Belle mi' nerbate !"2
1 Matilde Paoli "I nomi del padre" https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/i-nomi-del-padre/845
2 Matilde Paoli "I nomi del padre" https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/i-nomi-del-padre/845
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
A differenza di come comunemente viene ritenuto, la parola “babbo” non è un
termine di uso esclusivamente toscano, ma, anche attualmente, viene utilizzata in
diverse aree del territorio italiano (Marche, Romagna, Umbria settentrionale, Lazio
settentrionale, Sardegna) oltre che a San Marino e in Corsica (Francia). Mentre è (e
forse potremo dire era) usata dalle generazioni più anziane (ma sempre meno usata)
in Emilia. Alcune testimonianze che ho raccolto riportano, anche al giorno d'oggi,
l'utilizzo (molto minoritario) della parola “babbo” anche nell'area di Napoli.
1- GLI ETRUSCHI
Curioso notare che l'area dove attualmente si utilizza il termine “babbo” corrisponde
in gran parte all'area di insediamento degli antichi Etruschi... chissà se c'è qualche
nesso storico sull'utilizzo della parola “babbo”...
Gli Etruschi avevano il loro territorio d'origine tra la Toscana, parte dell'Umbria e
l'alto Lazio. Nei secoli successivi questo popolo, ancora in parte misterioso, estese la
propria area di influenza ad altre aree della penisola italiana. Verso nord la loro
civiltà si estese nella valle del Po, principalmente nell'area dove oggi è l'EmiliaRomagna. Gli Etruschi occuparono la Corsica e ci sono anche testimoninze di
insediamenti etruschi in Sardegna: sull'isolotto di Tavolara nei pressi di Olbia, è stato
recentemente trovato un insediamento etrusco risalente al IX secolo a.C. Infine gli
Etruschi arrivarono fino in Campania colonizzando l'area tra Capua e Pontecagnano.
Tra le aree di utilizzo odierno di “babbo” ci sono, fuori dall'area etrusca, solo la
Sardegna (ma come detto sull'isola è stato trovato almeno un insediamento etrusco e
tra gli Etruschi e l'isola c'era una fitta rete di scambi commerciali e culturali) e parte
delle Marche... Come già accennato ho trovato testimonianze che attualmente (anche
se in forma largamente minoritaria) in Campania viene tutt'ora utilizzato il termine
“babbo”... e anche li ci sono stati gli Etruschi... la cosa fa pensare... Certo che una
parola possa aver resistito per 2.500 anni sembra difficile...
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
Mappa dell'area della civiltà Etrusca. Da Wikipedia, Autore Norman Einstein.
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L'ALBANESE
Altra curiosità è il fatto che un termine molto simile all'italiano “babbo” viene
utilizzato nella lingua albanese, dove per “babbo” viene utilizzato “babi”, mentre per
“padre” viene utilizzato “babai”. Anche questo collegamento è molto interessante...
Proprio per questa similitudine nel termine utilizzato, talvolta chi viene a vivere in
Italia dall'Albania preferisce l'uso del termine “babbo”, più vicino al proprio: “Io di
Macerata e ho sempre chiamato mio padre papà, ma mio marito che è albanese
vuole essere chiamato babbo perché in Albania si usa babbo (Babi) quindi ci tiene
che i bambini usino babbo”.
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
Attualmente ci sono tre teorie sull'origine della lingua albanese: una teoria indica
l'albanese come una lingua indipendente nell'ambito delle lingue indoeuropee,
un'altra teoria indica che l'albanese possa essere una lingua sopravvissuta del gruppo
illirico e una terza teoria afferma che l'albanese possa essere imparentato con l'antico
gruppo linguistico daco-trace, un tempo parlato in Mesia e in Dacia.
Secondo quanto riportano Benedetta Baldi e Leonardo M. Savoia la teoria oggi più
accreditata è quella che indica l'albanese come una lingua connessa con l’illirico. 3
Interessante notare che secondo lo studio di Mathieu Aref, la lingua degli albanesi
conserva vocaboli provenienti dalla lingua etrusca. 4 In passato somiglianze tra la
lingua albanese e l'antica lingua etrusca sono stata notate del resto in numerosi studi.
Secondo alcuni studiosi molte forme grammaticali della lingua etrusca corrispondono
alle forme dell’odierna lingua albanese.5
Inoltre anche il linguista sardo Massimo Pittau ha fatto notare la somiglianza tra la
lingua etrusca e l'antica lingua sarda.6
Quindi etrusco, albanese, sardo.... e “babbo”... ci sono molte coincidenze...
2- LE AREE DOVE OGGI SI UTILIZZA LA PAROLA “BABBO”
Vediamo quali sono le aree dove è largamente diffuso l'utilizzo della parola “babbo”.
Ovviamente la Toscana dove viene utilizzato dalla stragrande maggioranza della
popolazione. In Umbria si attesta l'utilizzo nell'area di Perugia e lungo la media valle
del fiume Tevere tra Città di Castello e Todi e nell'orvietano.
Nel Lazio si utilizza “babbo” dal confine con la Toscana fino a Tarquinia, che
probabilmente è la zona del Lazio più a sud in cui il termine viene utilizzato. La linea
del confine di utilizzo passa grossomodo tra Tarquinia e Viterbo.
Mentre nelle Marche l'utilizzo del termine “babbo” si spinge in tutta la regione fino
al confine con l'Abruzzo. La Romagna è un'altra zona dove il termine “babbo” è
3 Benedetta Baldi e Leonardo M. Savoia "Cultura e identità nella lingua albanese" in LEA - Lingue e letterature
d’Oriente e d’Occidente, n. 6 (2017), pp. 45-77
4 Mathieu Aref "Albanie ou l'incroyable odyssée d'un peuple pré-hellénique"
5 Vedi: Zacharie Mayani, The Etruscans Begin to Speak, 1961, Trans. Patrick Evans, London: Souvenir Press, 1962.
Graziadio Isaia Ascoli, Studj ario-semitici, in "Memorie del Reale Istituto Lombardo", cl. II, vol. 10 (1867), pp. 136. Édouard Schneider, Une race oubliée:les Pélasges et leurs descendants, E. Leroux, 1894. Jakobos Thomopoulos,
Ithaka und Homer: ein beitrag zur Homerischen geographie, Sakellarios, 1908. G. Buonamici, rivista Studi etruschi,
1921. Enzo Gatti "Gli etruschi. La vita degli etruschi, l'etrusco tradotto"
6 Massimo Pittau "Studi sulla Lingua Etrusca"
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
molto radicato quasi ai livelli di come lo è in Toscana.
Mentre in Emilia veniva molto utilizzato in passato fino a circa 30/50 anni fa, ma
nelle ultime generazioni (e probabilmente con l'avvento della televisione) si utilizza
ormai quasi esclusivamente il termine “papà”.
In Sardegna l'utilizzo della parola “babbo” è molto diffuso, anche qui l'uso è
paragonabile al livello di utilizzo di Toscana e Romagna.
Quello che ho voluto ricercare è come è cambiata negli ultimi 50 anni l'area di
l'utilizzo della parola “babbo” in particolare mi sono concentrato sulle aree di
confine, le più interessate ai cambiamenti. Ho quindi provato a tracciare una
mappa dell'area di utilizzo della parola e quali sono i cambiamenti in atto.
Per questa ricerca, in parte, mi sono avvalso anche dell'utilizzo di moderni mezzi di
comunicazione, in particolare ho utilizzato i gruppi Facebook, facendo una domanda
sull'utilizzo del termine “babbo” nelle aree di confine che reputavo più interessanti
per capire quale fosse l'estensione dell'utilizzo, e quali fossero le aree dove la parola
era in evidente diminuzione d'uso. Vediamo nei dettagli quanto ho trovato.
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
Mappa dell'area di utilizzo della parola “babbo” in rosso l'area di buona diffusione,
in giallo l'area di confine, o di arretramento dell'utilizzo. In arancio l'area di Napoli
dove l'utilizzo di “babbo” è attestato in forma minoritaria ancora oggi.
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
L'area del confine di utilizzo della parola “babbo” in Emilia Romagna.
L'area del confine di utilizzo della parola “babbo” tra Lazio, Umbria e Marche.
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
3- TOSCANA
In tutta la regione si dice esclusivamente “babbo”, e anzi il termine “papà” oggi come
in passato sembra una parola aliena, anche se i mezzi di informazione lo propinano in
tutte le salse e forse con il passare del tempo e delle generazioni succederà quello che
sta accadendo in altre aree dove in passato veniva utilizzato “babbo”. Ma in Toscana
la parola è anche un simbolo di identità e dove questo succede di solito è più difficile
che ne sia abbandonato l'uso.
La ricerca tocca solo marginalmente la Toscana, visto che in gran parte della regione
viene esclusivamente utilizzato il termine “babbo”. Ho però voluto approfondire se
l'uso di tale parola fosse anche diffuso nell'area della provincia di Massa Carrara e in
particolare in Lunigiana.
LUNIGIANA
In parte della Lunigiana viene utilizzato sia “babbo” che “papà”. In dialetto è "pà".
Ma sembra che l'utilizzo di papà sia diventato piuttosto diffuso dopo gli anni
settanta, molti però che utilizzano “papà” utilizzano “babbo” quando parlano di lui ad
altre persone: “Con gli altri mio babbo, in famiglia papà”, “ Io mio padre l'ho sempre
chiamato papà ma quando parlavo di lui con altre persone lo chiamavo Babbo”,
“Quando mi rivolgo a lui "pà", quando parlo di lui babbo". Cosa che ho ritrovato
anche in Emilia, dove l'utilizzo di “babbo” sta scomparendo. Probabilmente, almeno
nel caso dell'Emilia, è un utilizzo che ricorda i tempi in cui “babbo” era più diffuso.
Comunque sembra che anche nell'area di Pontremoli l'utilizzo di “babbo” sia in
diminuzione e prevalga l'utilizzo di “papà”: “Mia nonna parlava di suo babbo...”,
“Sono di Pontremoli ed io ho sempre detto babbo, come il mio chiamava il suo. Le
nuove generazioni, invece, usano papà. Io stessa con i miei figli ho utilizzato il
termine papà…”, “Sono di Valdantena (la zona collinare a nord-est del territorio
comunale di Pontremoli), quando ero piccola (ho 70 anni) chiamavo babbo”.
Interessanti alcune testimonianze relative a Mulazzo, un piccolo borgo tra Pontremoli
e Aulla, dove sembra che almeno fino agli anni 50, si usasse principalmente babbo:
“Da bimba era babbo, nella vita adulta papà, sono di Mulazzo”. Capita anche
famiglie dove l'utilizzo dei termini è misto... “Io papà ma mia mamma e fratelli
dicevano babbo", “Ho due figli 52 e 48 anni uno dice babbo e l'altro papà”.
In un'altra area della Lunigiana quella di Fivizzano viene normalmente e quasi
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
esclusivamente usato il termine “babbo”. Come segnalato da un utente: “Fivizzano è
la cittadina più Toscana della Lunigiana (I Fivizzanesi sono cittadini Fiorentini dal
1477) e quindi non possono che chiamare il proprio padre con la parola Babbo che
in dialetto si abbrevia in "Bà".... In definitiva la parola "papà" nella Lunigiana
orientale non è usata”. In questo caso anche il dialetto è diverso: “A Fivizzano
usiamo la parola babbo in dialetto bá”. Piuttosto comune, come in gran parte della
Toscana è l'avversione al termine “papà”: “Solo Babbo .. mio Babbo non voleva
essere chiamato papà...”. Anche nelle città di Massa e Carrara si utilizza “babbo”,
come nella Valle di Magra e ad Aulla.
4- ROMAGNA E SAN MARINO
In Romagna l'utilizzo di “babbo” è molto radicato. In tutta la Romagna si utilizza
quasi esclusivamente questa parola: “Io sono romagnola, in Romagna usiamo tutti la
parola babbo”. Verso nord l'utilizzo arriva fino e oltre la città di Ravenna, toccando
anche Argenta già in provincia di Ferrara. Verso ovest fino ad Imola e Castel San
Pietro Terme. In tutta la Romagna, incluse le aree di Cesena, Forlì, Faenza, Rimini e
Riccione l'utilizzo di “babbo” è molto diffuso e spesso quasi unicamente utilizzato,
quasi ai livelli che si possono trovare in Toscana. Lo stesso sull'Appennino ToscoRomagnolo dove viene utilizzato quasi esclusivamente il termine “babbo” come in
Toscana. Anche nel piccolo stato indipendente di San Marino si dice comunemente
“babbo”.
La ricerca anche in questo caso si è concentrata principalmente nelle aree del confine
d'utilizzo per cui ho investigato primariamente nell'area di Ravenna e in quella di
Imola. In entrambe le aree chi non utilizza “babbo” è un'esigua minoranza.
“Babbo” viene molto utilizzato a Ravenna, e anche in tutta la provincia di Ravenna.
Nel dialetto della città il termine è "... mì bab" (... mio babbo). Si nota anche un
grande orgoglio e legame territoriale per l'utilizzo di questa parola: “A Ravenna prova
a dire papà e ti sopprimono!!!!”, “Ho sempre detto babbo e preteso babbo”, “A
Ravenna sempre babbo!”, “vietato a mia figlia dire “papà””, “immancabilmente e
solo BABBO, papà penso di non saperlo neppure pronunciare”.
Anche se ci sono testimonianze di un cambio in atto nelle nuove generazioni: “il
termine papà è usato a Ravenna solo dalle generazioni più giovani, (meno di 30
anni), in passato era solo "babbo"”, “A Cotignola si diceva babbo ora le nuove
generazioni dicono papà”. Anche qui sono comunque riportati casi di utilizzo
indiretto da parte di chi invece dice “papà”: “Sempre usato papà per chiamarlo
direttamente....se devo parlare di lui con un altro uso babbo...”, “Ravenna...se lo
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chiamo..lo chiamo papà. Se parlo di lui è il mio babbo”.
5- EMILIA
In Emilia si nota che “babbo” era molto diffuso fino agli anni '60 e '70 del novecento.
Ma le ultime genarazioni, forse a causa della moda televisiva, utilizzano quasi
esclusivamente il termine “papà”. Il termine resiste ancora nell'area appenninica sia
modenese che bolognese. In Emilia le nuove generazioni utilizzano quasi
esclusivamente “papà”. Mentre coloro che sono nati prima degli anni settanta
utilizzano o utilizzavano maggiormente il termine “babbo”.
Ho trovato diverse testimonianze dell'utilizzo della parola a Parma, Reggio Emilia,
Modena e Bologna. Fino agli anni '70 il termine sembra che fosse piuttosto diffuso
anche nei centri di campagna della provincia di Modena e Parma, così come nelle
città. Nelle aree appenniniche Emiliane il suo utilizzo sembra resistere ancora oggi:
“Nell'Appennino Tosco Emiliano... fra le nostre montagne si usa quasi sempre il
termine "babbo"”, “nei comuni dell’Appennino bolognese si usa ancora “babbo” e
anche nell'Appennino Reggiano e Modenese: “sull’Appennino modenese l’uso del
Babbo come nome per indicare il padre è molto diffuso”, “sull'Appennino Reggiano
si usa babbo”. In genere però il suo utilizzo è diventato fortemente minoritario, e sta
scomparendo in tutta l'Emilia.
Ho comunque raccolto testimonianze dell'utilizzo (probabilmente oggi piuttosto
ridotto, ma molto più comune in passato) del termine “babbo” fino a Bedonia, Borgo
Val di Taro, Salsomaggiore Terme, Gualtieri, Fidenza, Fiorenzuola d'Arda e Busseto.
Sulla linea del Po, da quanto ho raccolto, si fermano le testimonianze di utilizzo di
“babbo”.
FERRARA
Nella città di Ferrara il termine “babbo” è molto poco usato, in dialetto si dice "me
opa”, ma anche “Popa'”. Mentre ho trovato alcune testimonianze dell'utilizzo attuale
o in passato nella provincia ferrarese come ad Argenta, Cento, Vigarano,
Portomaggiore, Ravalle e anche in altri paesi: “Ad Argenta si usa”, “Mia nonna
usava la parola babbo. Era di Coccanile”.
Qualche testimonianza di utilizzo nel passato c'è anche a Ferrara: “Mia mamma lo
usava....ma si tratta di tempi lontani”. “Babo e non babbo a Ferrara lo abbiamo
sempre detto per caricare la figura con la frase "al dig al to' Babo" altrimenti per
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
chiamare il proprio genitore sempre usato papà”.
Ci sono anche alcune testimonianze dell'utilizzo a terzi: “Io 'babbo' lo dico solo
riferito a terzi, il mio è papà”. A Comacchio non viene utilizzato, salvo casi
sporadici: “Io sono di Comacchio con origini Comacchiesi e utilizzo la parola Babbo
per chiamare mio padre”.
MODENA
Anche nella città di Modena in tempi passati era molto usato, ma ormai l'utilizzo sta
scomparendo: “Io sono di Modena e dai racconti dei miei, modenesi cittadini almeno
dagli inizi del 1800 nella nostra famiglia si è sempre detto babbo. I giovani ad
imitazione tv e cinema o di famiglie provenienti da altre regioni usano papà”, “Io
sono della provincia di Modena ed ho sempre chiamato Babbo mio padre, “il mio
babbo”, adesso pian piano l'utilizzo sta quasi scomparendo per papà a me un po'
dispiace”, “Diffuso il termine babbo nel modenese, soppiantato pero' negli anni 70
da papà”.
Probabilmente la diminuzione dell'utilizzo del dialetto tra le nuove generazioni ha
portato ad una netta riduzione del termine: “in dialetto lo chiamavo al babo”. Anche a
Modena è frequente l'utilizzo quando si parla in terza persona: “quando mi rivolgo in
terza persona al papà, dico il mio babbo”, “Mia mamma classe 1931 chiamava il suo
in dialetto babo”.
CARPI
In altre aree della provincia modenese come a Carpi l'utilizzo della parola “babbo”
viene descritta come un “Retaggio dei tempi passati quando si parlava
prevalentemente in dialetto”, “Io che ho quasi 70 anni chiamavo babbo mio padre”,
“Mia mamma di Carpi (1941) sempre chiamato "Baabo" io (1963) sempre papà....”,
“Io si (1945) i miei figli no (del 69 e del 74) Carpi”, “io ho 77 anni e a casa mia il
mio papà lo chiamavamo babbo”, “A Rovereto di Novi per chi come me è nato negli
anni 50-60 parliamo con il termine Babbo”.
Le testimonianze indicano l'utilizzo in dialetto di: “(al bàabo) il babbo. O anche (al
popà) il padre”. Alcuni continuano anche adesso ad utilizzarlo: “Sempre chiamato
babbo!”, “Vivo a Modena: sempre detto babbo”, “Nella bassa modenese si usa
babbo...”, “Famiglia con radici storiche carpigiane. Sempre chiamato 'babbo'”,
”Carpigiana sempre detto babbo!”.
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
Ma anche qui le nuove generazioni non lo utilizzano quasi più: “Anche io ho sempre
chiamato babbo...però adesso è raro sentir dire da un bambino babbo....sento solo
papà !!!”
MIRANDOLA
A sud del corso del fiume Po, nell'area di Mirandola ci sono testimonianze di un
utilizzo di “babbo” piuttosto diffuso in passato: “Babbo più in uso in tempi passati !”,
“Mio padre lo chiamavo babbo, i miei figli mi chiamano papà o papi...”, “Anche mio
padre era babbo poi divenne papà”, “Per me è sempre stato papà.. Ricordo però che
in famiglia, quelli più grandi di età, dicevano babbo...”, “Mirandola: sempre
chiamato babbo. Mia mamma pure chiamava Babo (in dialetto) il suo e ha 89 anni,
quindi si va parecchio indietro nel tempo”, “Mio padre era di Mirandola, e lo
chiamavamo babbo e lui si riferiva a se stesso e al nonno sempre col termine
"babbo"”, “Ho 72 anni e per me era il babbo, per i miei figli è papà”, “per me è
sempre stato papà, ma i miei nonni e bis zii a volte il padre lo chiamavano babbo”.
Sempre a Mirandola ci sono anche alcune testimonianze di un utilizzo anche oggi:
“Mio figlio mi chiama sempre e solo babbo”, “sempre chiamato babbo, sono di
Mirandola”, “Io da piccola lo chiamavo babbo; invece ora lo alterno. Mio fratello
più giovane di me, tutt'ora lo chiama babbo”, “Sempre chiamato Babbo !”. Qui ho
trovato anche una testimonianza dell'utilizzo di “babbo” a scuola: “Da ragazzo io e i
miei compagni chiamavamo papà, come tutti a San Possidonio, e anche a Mirandola,
alle medie e oltre, papà e padre. Solo a scuola si usava scrivere "babbo"”.
Ma la stragrande maggioranza delle nuove generazioni anche nell'area di Mirandola
utilizza quasi esclusivamente il termine “papà”: “Ho sempre chiamato mio padre
"babbo "il mio babbo... ma sono di vecchia generazione... i bambini di oggi
chiamano papà... qui a Mirandola”, “Sempre chiamato babbo, Concordia e
Mirandola, anno '62 . Per la mia esperienza, sono i più giovani ad usare la parola
papà”, “Io sempre chiamato babbo (babo) in dialetto finalese (Finale Emilia)”.
APPENNINO MODENESE
Nell'Appennino Modenese il termine viene molto utilizzato, in quest'area la parola in
dialetto è "babo" che talvolta diventa però "papo": “Io Pavullese e sempre
papà...nel.dialetto papà diventa Babo!”, “Per me pavullese d.o.c. mio padre è
sempre stato il "babbo". Non ho mai pronunciato la parola papà in vita mia”. Anche
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
in queste aree si nota comunque un cambio di utilizzo nelle nuove generazioni che
oggi prediligono il termine “papà”: “mio papà chiamava babbo suo padre”, “Sono
pavullese e uso babbo da sempre ma tra le nuove generazioni davvero in pochi lo
fanno...”.
BOLOGNA
Nella città di Bologna le nuove generazioni utilizzano quasi esclusivamente “papà”,
ma fino agli anni sessanta del novecento veniva utilizzato molto “babbo”: “So che a
Bologna andava, per lo meno fino alla generazione dei nati negli anni 60”. Molti
fanno notare che il passaggio tra “babbo” e “papà” a Bologna ha avuto luogo a partire
dagli anni cinquanta: “papà ha cominciato a diffondersi verso gli anni 50; molti
pensavano che babbo fosse troppo popolaresco mentre papà era più signorile ed
elegante”, “forse la verità sta che a partire dagli anni ‘50 il Bolognese stava
diventando sempre più borghese e quindi utilizzava meno l’uso delle parole legate
alla provenienza popolare”.
Altre testimonianze indicano che il cambiamento sia stato ancora più recente attorno
agli anni ottanta del novecento: “A Bologna sempre babbo. Papà si è iniziato ad
usare dagli anni Ottanta in poi”. Comunque generalmente si fa notare che veniva
utilizzato “in passato soprattutto babbo, in tempi più recenti papà”, “classe 55, ho
sempre usato il termine" babbo", come tutta la mia generazione e quella di mio
figlio. I miei nipoti usano papà o papy”.
Anche il continuo utilizzo di “papà” nei mezzi di comunicazione sicuramente ha
influito: “Io credo che il termine papà ora sia molto in auge, specie nelle generazioni
più giovani, in quanto è ormai citato in film, televisione e mezzi di comunicazione”.
Lo stesso sembra che sia succeso a scuola: “Ho notato in passato che le scuole
usavano papà”.
Anche a Bologna si registrano casi in cui si utilizzano entrambi i termini: “papà
quando mi rivolgevo a lui e babbo quando ne parlavo con un’altra persona”. Sembra
che pochi continuino ad utilizzarlo ancora oggi: “Io papà non riesco a dirlo, mi
scappa da ridere. Babbo e basta”.
SASSUOLO
Nell'area di Sassuolo sia in pianura che verso l'Appennino l'utilizzo di
“babbo”sembra essere ancora piuttosto diffuso. Anche qui però come da molte altre
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
parti si registra un arretramento dell'utilizzo nelle nuove generazioni: “Io sempre
papà. Mio papà però chiamava il suo Babbo”, “Io il mio l'ho sempre chiamato babbo
mentre i miei figli il loro lo chiamano papà. da Sassuolo”, “Io sempre babbo, mio
figlio papà”, “Il mio sempre chiamato babbo, le mie figlie chiamano il loro papà”,
“la differenza, in queste zone, si basa molto sull'età delle persone che rispondono.
Più sono giovani, più la parola "babbo" si sta perdendo”, “In Emilia Romagna una
volta prevaleva BABBOOOOO”, “Da sempre a casa mia si usa babbo. Direi che a
Sassuolo è frequentissimo, ma nelle nuove generazioni si usa molto di più papà”,
“Da piccola sempre Babbo ma negli ultimi anni papà”, “Io a Sassuolo sempre
chiamato BABBO! Io sono del 62, ora sento i bimbi ed i ragazzi utilizzare
esclusivamente papà”, “Babbo si usava di più tanti anni fa è calato ma si usa
ancora”.
Curioso notare che: “in italiano sempre detto babbo, mentre in dialetto scattava al
papá. Sassuolo”, “Quando si parlava prevalentemente in dialetto, l'uso comune era
papà, almeno per la mia generazione”. Anche qui ci sono testimonianze dell'utilizzo
di “babbo” in terza persona: “In terza persona dicevo babbo”.
REGGIO EMILIA
Da quanto ho potuto constatare sembra che siano in pochi coloro che nell'area di
Reggio Emilia utilizzano ancora il termine “babbo”, ma qualcuno ancora c'è: “Noi
diciamo babbo, reggiani da sempre”, “Io lo chiamo ancora e in dialetto ...Babo...”,
“Mio figlio usa la parola babbo. Reggio Emilia”, “Nato a Reggio Emilia città.
Sempre chiamato babbo mio padre”, “sempre chiamato babbo......ma nella mia zona
solo io, tutti gli altri papà!!!”.
Maggiori sono le testimonianze di un utilizzo nel passato: “Io lo chiamavo babbo”.
Anche a Reggio Emilia molte sono le testimonianze dell'abbandono dell'utilizzo della
parola probabilmente attorno agli anni settanta del novecento: “A Reggio Emilia ora
si dice papà/padre, ai suoi tempi mia madre invece lo chiamava il babbo (in dialetto
"al babo")”, “Fino a una certa età io ho usato la parola babbo. Poi ho cominciato ad
usare papà. Sono di Reggio Emilia”, “Io sono reggiana, i miei genitori pure,
chiamavo babbo da piccola poi sempre papà”.
PARMA
Anche nell'area di Parma il termine “babbo” era usato e in parte viene tutt'ora usato:
“Babbo...certo che viene usata... nato a Parma... in molti la usano”, “In città è
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
ancora babbo”. Ma anche qui come nel resto dell'Emilia l'utilizzo non riguarda o
riguarda solo marginalmente le nuove generazioni: “mia mamma e mia zia l'hanno
sempre chiamato babbo (tuttora), io mia sorella e chi conosco della nostra età solo
papà”, “i miei fratelli ed io, l'abbiamo sempre chiamato babbo, ma mia figlia mi
chiama papà”, “l'ho sempre chiamato babbo. Ma molti tra i miei amici, forse per il
fatto che avevano padri più giovani, utilizzavano Papà”, “Sempre chiamato papà”,
“sempre chiamato babbo i miei figli invece papà”. Poche le testimonianze di senso
opposto: “Il mio lo chiamavo "papà " invece i miei figli chiamano "babbo "mio
marito”.
Interessante l'informazione da parte di chi lavora nelle scuole: “Io lavoro a scuola,
nidi/materne/ primaria e non ho mai sentito usare la parola babbo dai bambini. Di
solito quando ne parlano o quando li vengono a prendere usano "papà"...”
Sembra che “babbo” fosse più utilizzato nelle aree di campagna e ovviamente negli
Appennini, mentre “papà” era visto dalle classi cittadine come un innalzamento
sociale rispetto al volgo: “Nativo del fidentino ho sempre detto "Babbo" ma
specificatamente: parlando con altri in italiano: "mio babbo, parlando con altri in
dialetto, "me pà", chiamandolo lui in dialetto, "bàbo". Credo il "Papà", ai tempi, lo
avessero i cittadini non noi di campagna”. Nell'Appennino Parmense: “Sono
originaria di un paesino dell'appennino parmense, dove la parola papà era
praticamente inesistente, forse anche per la vicinanza con la Toscana, per tutti era ed
e' il babbo”
Molte le testimonianze di un utilizzo di entrambi i vocaboli: “Io ho sempre usato
indistintamente papà e babbo”, “uso sia babbo che papà”. Documentato è anche
l'utilizzo di “babbo” in terza persona: “Quando mi rivolgevo a lui usavo papà o pà
ma parlandone con altri spesso ho usato e uso babbo”, “Se ne parlo in terza persona
si (babbo), ma di persona è solo Pà”, “Babbo parlando di lui in terza persona,
altrimenti papà”.
Ci sono anche testimonianze di un utilizzo in passato: “io ho sempre detto papà. Mia
madre e mio zio usano babbo con mio nonno”, “a Parma però si usa, ora forse un po'
meno ma quando ero bambina (anni '70) mi ricordo che si sentiva spesso...”, “Mio
padre non accettava che lo chiamassimo papà, solo babbo, ma mia figlia il padre lo
chiama papà quindi penso che sia un po' in disuso”, “Io mio papà lo chiamo papà,
mentre mio papà chiamava mio nonno babbo”, “A Salsomaggiore prevalentemente si
usava babbo... ora si usa spesso papà”.
Interessante per capire l'influenza della TV e dei mezzi di comunicazione in generale
nell'utilizzo di una parola o dell'altra: “Mio figlio mi ha chiamato x parecchi anni
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
babbo, dopo aver visto il film di Pinocchio dove Pinocchio pronuciava spesso la
parola babbo...”
PIACENZA
Nella città di Piacenza il termine “babbo” non viene praticamente usato. Anche nella
provincia di Piacenza per esempio a Fiorenzuola d'Arda viene utilizzato quasi
esclusivamente “papà”. Nella mia ricerca ho trovato solo sporadici casi di utilizzo
della parola in quest'area dell'Emilia.
6- UMBRIA
In Umbria l'utilizzo di “babbo” è diffuso nel nord della regione nell'area della Media
Valle Tiberina tra Città di Castello, Umbertide, Assisi e Bevagna. Anche nella città di
Perugia è molto utilizzato nel dialetto della città è “il mi babo”. L'utilizzo verso ovest
si estende nell'area del Lago Trasimeno e di Città della Pieve, poi fino a Todi e a tutto
l'orvietano, almeno fino a Montecchio.
Verso est viene molto utilizzato tra Gubbio, Gualdo Tadino e Nocera Umbra. Anche
in questa parte dell'Umbria “babbo” viene visto come termine proprio: “Il mio, se lo
chiamavo papà, non mi rispondeva. Voleva che utilizzassi il termine più diffuso, più
nostro”, “Ho un ricordo indelebile: le mie cugine romane chiamavano il padre "papà
".. Un giorno chiamai così anche il mio .. mi rispose che noi siamo italiani non
francesi” e ancora “papà suona come un epiteto falso, da operetta”.
In tutta l'area di Orvieto e fino a Montecchio si utilizza “babbo” poi il confine di
utilizzo segue la linea a sud tra Todi e Bevagna. A Orvieto si utilizza "obbà'/o bà'” e
"'r mi babbo" o anche "l mi babbo”.
A Foligno invece si dice “papà”, ma ho trovato alcune testimonianze di un passato
utilizzo anche a Foligno: “Mio papà l'utilizzava. Lui diceva babbo. Era nato nel
1930”. Non so se è una testimonianza isolata oppure se possa riferirsi un arretramento
anche in Umbria dell'utilizzo di “babbo”.
Infine nel sud della regione, cioè nell'Amerino e a Terni si dice “papà”. In Umbria il
confine sembra molto marcato non sembrano esserci aree miste. In questo caso l'area
di l'utilizzo di “babbo” ricalca sorprendentemente in gran parte il confine tra mondo
etrusco e italico.7
7 Vedi: Simonetta Stopponi "La media valle del Tevere fra Etruschi ed Umbri" 2004
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
7- LAZIO
Tutta l'area a nord della linea tra Tarquinia, Viterbo e Graffignano utilizza “babbo”.
Quindi “babbo” viene utilizzato dal confine con la Toscana, in tutta l'area del lago di
Bolsena e più a sud. Nella città di Viterbo sembra che la base originaria utilizzasse
esclusivamente “babbo”, ma negli ultimi decenni viene utilizzato anche “papà”.
Nel nord del Lazio, nell'area che anticamente era terra degli Etruschi, praticamente in
gran parte della provincia di Viterbo il termine “babbo” è molto utilizzato. Anche nel
dialetto locale la forma utilizzata è: "'l mi ba". Infatti “l'espressione classica
dialettale viterbese per dire "mio padre" è "l mi bà". Non ci sono espressioni
dialettali simili utilizzando il termine papà”.
Anche nella città di Viterbo il termine è molto usato. Nell'area di Viterbo il termine
“babbo” sembra avere anche un significato di appartenenza come in Toscana:
“Orgoglioso di essere Babbo e Viterbese”, “diciamocela tutta quanto è bello dire
babbo, è una parola che riempie la bocca e il cuore... papà mi dà senso di distacco,
da noi anche il 19 marzo è la festa del babbo”, “nostro padre lo abbiamo sempre
chiamato babbo... secondo il mio parere, è più pieno, significativo... papà, non ci
appartiene...”, “Io sono vera viterbese e ho sempre detto babbo. E me ne
vanto pure”.
L'utilizzo della parola a Viterbo era nettamente prevalente nel passato: “A Viterbo e
provincia babbo, a parte qualche famiglia che voleva fare la
snob”, “tra i più anziani di moooolto ... mi dicono che si è quasi sempre usato babbo
a Viterbo”, da quanto sembra lo è in forma maggioritaria anche adesso ma sta
lentamente perdendo terreno specialmente in città: “sempre detto babbo anche se i
miei figli lo chiamano papà”, “Babbo a Viterbo e provincia comunque oggi i più
giovani usano papà” ma ci sono anche testimonianze opposte: “mio padre lo
chiamavo papà, mio figlio mi chiama babbo”. Talvolta accade anche il fenomeno
tipico della Toscana e delle aree dove “babbo” prevale nettamente e dove anche chi
viene da fuori inizia ad utilizzarlo: “ Mio padre origini romane lo chiamavamo papà
mentre la mia discendenza si fa chiamare babbo”.
L'area di utilizzo di “babbo” verso sud si spinge fino alla cittadina di Tarquinia: “A
Tarquinia si usa in tantissimi la parola babbo”.
Anche nel viterbese si nota un arretramento dell'utilizzo, interessante è il caso di
Orte, dove oggi è testimoniato l'utilizzo quasi esclusivo di “papà”. Ma l'area di
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
utilizzo di “babbo” sembra che in passato includesse anche Orte: “Purtroppo sta
scomparendo, io ho cinquant'anni e mio padre lo chiamo babbo, fino alla mia
generazione è stato usato” e ancora “Fino agli anni 60/70 era di uso comune...poi
tutto cambio ...papà è più schic”, “Mamma e le sorelle dicevano "babbo", poi, chissà
perché le cose sono cambiate”, “Anche mio padre e mia zia chiamavano mio nonno
"babbo"..”, “La parola babbo, credo, sia stata usata, nell'ortano, sino agli inizi degli
anni 70. Poi, dalla generazione nata dalla metà degli anni settanta (la mia) in poi, è
entrato pian piano in uso il termine papà ..”, “sia mio padre che mia madre usavano
ancora il termine babbo”, “Mia madre, ortana da generazioni, chiamava babbo suo
padre”, “A Orte nel dopoguerra non esisteva la parola papà, i nostri padri per noi
erano " il Babbo"”.
8- MARCHE
Nelle Marche l'utilizzo di “babbo” è diffuso in tutta la regione. Certamente
maggioritario a nord, nell'area tra Ancona e Pesaro. Anche l'area interna vede un
frequente utilizzo della parola “babbo”. Nelle Marche meridionali nelle province di
Macerata e Ascoli il termine è molto usato. Il confine di utilizzo è il confine regionale
tra Marche e Abruzzo. La mia ricerca come nelle altre regioni si è concentrata
principalmente nelle aree di confine quindi le province di Macerata, Fermo e Ascoli.
MACERATA E FERMO
Nella città di Macerata e nella sua provincia la parola “babbo” è molto utilizzata. Il
termine dialettale è “vabbo” o anche “vabbu”. Secondo alcuni era principalmente
utilizzata da chi aveva origini contadine ed era di origini umili, mentre tra i benestanti
veniva utilizzato “papà”: “Papà veniva usato dai figli delle persone ricche....”, “ La
classe contadina/operai babbo, papà era più signorile”.
Anche in quest'area si nota però un certo arretramento dell'utilizzo: “ora ho notato
che si usa più papà”, “Babbo si usa: A Macerata si, attualmente forse un po' meno”.
Anche se in questo caso ci sono opinioni discordanti: “ A Macerata la maggior parte
si usa babbo”, “Babbo da sempre, anche i miei figli… nella costa è molto utilizzata
così come nell’entroterra... il termine Papà... mah... usato pochissimo qui da noi…”,
“ A Macerata e provincia la maggioranza è babbo”, “A Fermo si dice babbo”.
Nell'area di Camerino sembra che ci sia una progressiva diminuzione dell'uso di
“babbo” in rapporto al passato. “A Castelraimondo si usava quasi in modo esclusivo,
oggi forse è piu utilizzato papà”, “Nelle nostre zone il padre si chiamava babbo”.
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
Anche se sono ancora molti coloro che lo utilizzano: “Io sono babbo mio padre è
babbo
mio
nipote
chiama
il
padre
babbo
per
me
non
esiste papà”, “sempre usato babbo, mai papà”. Ci sono anche testimonianze
dell'utilizzo di papà per chiamare il proprio padre, ma per “indicare il generico
"padre" uso spesso "babbo"”.
ASCOLI
Vediamo adesso l'area che sembra essere il confine di utilizzo della parola “babbo”,
cioè la zona di Ascoli. Secondo alcuni l'utilizzo di “babbo” in passato era concentrato
fuori dalla città, in campagna e nelle aree delle montagne, mentre i cittadini
privilegiavano il termine “papà”. Attualmente sembra che i due termini “nella
provincia di Ascoli siano equamente distribuiti, con una leggera propensione al
babbo nella zona montana”. Anche se da quanto ho trovato, almeno in città, sembra
abbastanza veritiero quanto affermato da un utente: “L'ascolano di un tempo ha
sempre chiamato il padre e il suocero babbo, con le generazioni più giovani si è poi
chiamato papà, alcuni genitori si fanno ancora chiamare babbo”.
Anche ad Ascoli si registra, tra chi la utilizza, attaccamento all'uso della parola: “Se
per caso avessi chiamato il mio Babbo... papà non avrebbe sicuramente risposto ci
teneva moltissimo, Ascoli centro storico”, “Babbo senza indugio. Papà è derivato dal
francese, non mi appartiene”, “Ho chiamato sempre mio padre papà fino a quando
mi ha detto che lui il padre lo chiamava babbo e non vedeva l'ora di sentirsi
chiamare così per cui ho iniziato a chiamarlo babbo”, “Se lo chiamavo papà
scattava l'occhiata fulminante che valeva più di un ceffone”, “Ascolano purosangue
babbo da sempre! Se uno dei miei due figli osa chiamarmi papà, i calci nel sedere se
li scelgono”. Ma si notano anche cambiamenti nell'utilizzo in alcune famiglie: “I miei
genitori chiamavano babbo i loro padri, noi fummo corrotti al papà!”.
Ma sembra che anche qui nelle nuove generazioni, specialmente in città, sia in atto un
cambiamento repentino. Sono infatti indicati notevoli cambiamenti nelle ultime
generazioni: “Io e mia sorella abbiamo sempre chiamato babbo poi i miei figli papà”,
“sempre chiamato babbo … anche mio fratello avrebbe voluto essere chiamato
babbo ma i figli, sentendo gli altri bimbi, lo hanno chiamato papà”, “Il nostro
l’abbiamo sempre chiamato babbo, ma ai nostri figli senza alcuna ragione
particolare abbiamo insegnato a dire papà”, “Si. Ascoli babbo fino a qualche anno
fa... Ora i bambini dicono molto anche papà”, “Per me è sempre stato babbo… Mi
sembra però che l'uso fra i giovani di oggi sia quasi scomparso” e questi
cambiamenti sono stati probabilmente aiutati dalla TV: “Ad Ascoli si usava babbo....
papà è arrivato con la televisione.... come tante altre stravaganze”.
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
Alcuni indicano che “la linea Fluvione-Tronto, sia un sorta di confine” per l'utilizzo
della parola “babbo”: “Babbo è predominante nei comuni a Nord” mentre a sud si
utilizza quasi esclusivamente “papà”. Mentre altri fanno coincidere la linea del
confine di utilizzo della parola “babbo” proprio con il confine regionale. Diverse
sono le testimonianze a conferma di questa tesi: “Abito nella vallata del Tronto. Io e
mia sorella babbo, così come mia madre con suo padre. Nella famiglia di mio padre
(Abbruzzese) invece, tutti usano il termine papà”, “La linea di confine dell'uso della
parola babbo è il fiume Tronto, al di là del fiume diventa subito papà”.
9- SARDEGNA
Nella lingua sarda si utilizza il termine “babbu” o anche “babbai” entrambi i termini
indicano la parola italiana “babbo”. L'utilizzo di babbo è largamente diffuso in tutta
l'isola ed è nettamente maggioritario. L'utilizzo del termine "papà", in Sardegna, è
relativamente recente.
Anche in Sardegna come in molte delle aree dove “babbo” è molto radicato risulta
talvolta un avversione all'utilizzo della parola “papà”: “Noi usiamo babbo... Mio
marito odia la parola papà... Semusu in Sardina, dice...”, “Babbo in italiano sempre!
Quando sento qualcuno che usa la parola papà mi suona strano, sinceramente mi da
quasi fastidio...”, “Sempre e solo babbo in italiano, per me papà non esiste (e
nemmeno mi risponde se lo chiamò così”, “Babbo sempre. Il termine papà non
appartiene alla cultura sarda”, “Papà viene usato dagli "snob"...in Sardegna solo
Babbo”, “Uso solo Babbo. Papà mai nella vita”, “Babbo in italiano babbu in sardo,
se lo chiamo papà mi risponde che il papa è a Roma”, “Sempre babbo... l' avessi
chiamato papà si sarebbe offeso !”, “Babbo per sempre! La parola più bella del
mondo”, “Sempre chiamato babbo... Se per scherzo lo chiamavo papà... Mi
rispondeva SU DIALU CHI T HATA FATTU... ? ? ? ? ? ? ? ? ?”, “Babbai in dialetto
e babbo in italiano!!! Il mio, se lo avessi chiamato papà , credo non si sarebbe
neppure voltato…”, “Papà non si può sentire, non me ne voglia chi invece lo usa ? A
casa mia solo BABBO”, “Babbo. Guaaaiiii chiamarlo papà”.
L'utilizzo del termine “babbu” viene visto anche come desiderio di mantenere la
tradizione e di conservare le proprie radici: “In Sardegna "papà " è un modernismo
introdotto dagli anni 50 in poi”, “In particolare l'uso del termine BABBO (e non
papà) tra le nuove generazioni esprime il desiderio consapevole della conservazione
del proprio idioma e la trasmissione della tradizione”, “Babbo in italiano e Babbu in
sardo. Nel mio Paese non esiste nessun figlio che chiama il Babbo, Papà. Per ora”,
“Una bambina in un tema per la festa del papà, scrisse per noi non esiste la festa del
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
papà, perché noi lo chiamiamo babbo e per noi é festa tutti i giorni quando ci prende
in braccio la sera quando rientra a casa...”.
Anche in Sardegna si registrano rari casi di utilizzo misto dei due termini nelle
famiglie: “io ho due figli .. uno mi chiama babbo e uno mi chiama papà”. Nel passato
l'utilizzo del termine “papà” era anche motivo di presa in giro: “Solo pochissimi
chiamavano il padre papà...e il fatto era motivo di risate”, “La dizione "Papà" è
meno diffusa, ma è giudicata un pochino snob.....da poveri arricchiti!”. Chi utilizza
“papà” spesso in terza persona utilizza “babbo”: “Babbo lo uso quando parlo di mio
papà in terza persona, e comunque lo chiamavo papà o Papi, o semplicemente Pà”.
C'è però da notare che anche qui, specialmente nell'area di Cagliari, e in genere nelle
città le nuove generazioni iniziano ad utilizzare il termine “papà”, mentre nei paesi e
nelle campagne è quasi esclusivamente utilizzato “babbo”: “A Cagliari si usano
entrambe le forme. Credo che tra i giovani ci sia ormai una prevalenza del termine
papà su babbo”, “Le nuove generazioni dicono papà”, “A Cagliari si fa un gran uso
del termine papà, specialmente tra le nuove generazioni. Tra la mia babbo è
largamente usato”, “Io mio padre lo chiamavo babbo, ma mia figlia mi chiama
papà”, “Io babbo mia figlia papà”, “Ora ci sono più genitori che utilizzano papà...
Prima erano molto pochi... Nei paesi più usato babbo...”, “Personalmente preferisco
"babbo", ma i miei figli mi chiamano "papà"”, “Io e la mia famiglia d'origine
abbiamo sempre usato la parola "babbo" invece i miei figli e nipoti usano "papà"”,
“Babbo mi sa molto di anziano, forse si usava in tempi passati”, “Il termine babbo in
Sardegna è decisamente più diffuso del termine papà che è più di importazione ma
che ora si sta diffondendo specie nelle città maggiori”. Ci sono però anche
testimonianze di diverso avviso: “Un periodo, anche da noi si è cercato di
italianizzare facendosi chiamare papà ma il vero sardo è rimasto babbu. Tra i
giovani c'è un ritorno a questo ultimo e tradizionale modo. E babbu sia!”
Anche nel Padre Nostro in sardo viene utilizzata la parola “babbu”:
Babbu Nostru
Babbu nostru chi ses in sos chelos,
santificadu siat su nomene tou,
benzat su regnu tou,
siat fatta sa voluntade tua,
comente in chelu gai in terra.
Dae nos su pane nostru 'e cada die,
perdona nos sos pecados nostros,
comente nois perdonamus a sos depidores,
e no nos lessas ruere in sa tentascione,
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
libera nos dae su male. Amen
Andando più indietro nel tempo, l'iscrizione latina presente sul tempio di Antas fa
riferimento al dio Sardus Pater Babi: “Imperatori Caesari M. Aurelio Antonino.
Augusto Pio Felici templum dei Sardi Patris Babi vetustate conlapsum... A...
restituendum curavit Q Coelius o Cocceius Proculus" (in onore dell'imperatore
Cesare Marco Aurelio Antonino Augusto, Pio Felice, il tempio del dio Sardus Pater
Babi rovinato per l'antichità fece restaurare Quinto Celio (o Cocceio) Proculo).
10- CORSICA
Nella lingua corsa il termine “babbu” sta ad indicare “babbo” o “padre”, mentre
“babbò” cioè “babbone” indica “nonno”. Per cui tutti coloro che parlano corso
utilizzano la parola “babbo”, secondo recenti stime almeno la metà della popolazione
dell'isola parla il corso.
Il famoso indipendentista corso Pasquale Paoli viene chiamato in lingua corsa “U
Babbu di a Patria”.
11- CAMPANIA
Nell'area di Napoli la parola “babbo” viene utilizzata credo in forma nettamente
minoritaria, anche se qualcuno si spinge a scrivere: “A Napoli viene usato molto
Babbo”. Ma è sorprendente che venga utilizzata da diverse famiglie in un area così
distante dall'area principale di utilizzo. Ho trovato varie testimonianze che ne
attestano l'utilizzo a Napoli, Frattamaggiore, Afragola, Portici. L'area di utilizzo
sembra essere quella tra Caserta, Napoli e la Costiera Amalfitana. Sarebbe proprio la
zona colonizzata dagli Etruschi, che avevano fondato delle città tra Capua e
Pontecagnano...
12- LIGURIA
Per finire questa ricerca ho voluto provare a vedere se in Liguria, nell'area di confine
con la Toscana ci fosse qualche area di utilizzo del termine “babbo”. Ho torvato che
in Liguria l'utilizzo è molto marginale, ci sono alcune testimonianze nell'area di
Sarzana, Vezzano Ligure, Arcola e a Santo Stefano Magra. Nella Val di Magra, area
di confine tra Liguria e Toscana, “babbo” viene utilizzato. A La Spezia non è
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Marco Ramerini - Babbo: una parola sotto assedio
utilizzato a meno che le persone non siano originarie della vicina Toscana: “A Spezia,
Lerici e Val di vara si dice "pae" e "papà"”. Sembra però che a Sarzana si utilizzi
anche "babbo", ed anche in Val di Magra si usa o usava, ho raccolto alcune
testimonianze che si utilizzava a Vezzano Ligure, a Santo Stefano di Magra, a Pitelli e
ad Arcola: “A Sarzana si usa anche "babbo"”, “A Pitelli si usava per certo babbo
("babo" visto che le doppie non si pronunciano) 40/50 anni fa”, “Io sono di Vezzano
e lo chiamavo babbo”, “dalla Val di Magra in poi si usa...”, “Santo Stefano Magra.
Noi diciamo babbo”. Nell'area di La Spezia ci sono anche poche testimonianze di un
utilizzo in passato del termine: “Io ho sempre detto papà, ma mio papà però
chiamava mio nonno babbo...”.
13- QUANTE PERSONE OGGI DICONO “BABBO” ?
In base alle informazioni ricavate possiamo fare una stima grossolana del numero
degli italiani che utilizzano il termine “babbo”.
TOSCANA: 3.600.000
EMILIA ROMAGNA: 1.500.000
UMBRIA: 600.000
LAZIO: 200.000
MARCHE: 1.000.000
SARDEGNA: 1.300.000
CAMPANIA: ?
TOTALE ITALIA: 8.200.000
CORSICA 130.000
SAN MARINO: 30.000
TOTALE: 8.360.000
Possiamo stimare a oltre 8 milioni di persone il numero di coloro che attualmente
dicono “babbo” sul territorio italiano. Cioè circa il 15% della popolazione italiana
utilizza attualmente questo termine.
14- RINGRAZIAMENTI
Ringrazio tutti coloro che hanno risposto alle mie domande nei gruppi di Facebook
delle zone interessate alla mia ricerca.
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