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2020, L'Annunciazione nell'arte d'Oriente e d'Occidente
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L’Annunciazione a Maria non è l’unica Annunciazione riportata dalla Bibbia, ma è senza dubbio quella che ha conosciuto una fortuna eccezionale nella storia dell’arte cristiana, al punto da essere fonte d’ispirazione per un patrimonio di immagini di ineguagliabile ricchezza. Un patrimonio accumulato dalle origini dell’arte cristiana ai giorni nostri e sviluppatosi su tutti i supporti e in tutti i formati, in Oriente come in Occidente, e in tutte le regioni del mondo unite dall’annuncio della Buona Novella, di cui l’Annunciazione è, per così dire, la «porta d’accesso». Gli autori hanno selezionato un campione rappresentativo di opere d’arte quelle che hanno ritenuto più belle, più rappresentative, più finemente concepite e più degne di attenzione e contemplazione. Ciascuna di esse è riprodotta a piena pagina e dettagliatamente descritta da un testo di commento, attraverso il ricorso alle fonti storiche che ricostruiscono i loro committenti e destinatari, la loro produzione e la loro funzione. Alcune delle opere, molto recenti, hanno il merito di suggerire al lettore come la lunga storia della traduzione e della trasmissione del Vangelo in immagini, allo stesso tempo fedeli e creativamente innovatrici, continui nel tempo, ben lungi dall’essere compiuta.
Ottomani Barbareschi Mori nell'arte a Genova, 2024
e tutti i collezionisti che hanno scelto di restare anonimi. Catalogo a cura di Daniele Sanguineti e Laura Stagno con la collaborazione di Valentina Borniotto
Semiotic Papers - Lettere semiotiche, 2022
Questo lavoro si inserisce in un ambito di semiologia delle arti e dell’architettura. Il progetto di ricerca dovrebbe riguardare il complesso delle arti e dell’architettura orientale, studiate da un punto di vista comunicativo. Arte e architettura qualificano lo spazio urbano più di qualsiasi altra manifestazione. Cercheremo di indagare la connessione delle strutture con la dimensione religiosa. La ricerca ha un’impostazione semiologica, tuttavia essa non può prescindere da un inquadramento storico, che incornicia e contestualizza le evidenze artistiche.
IL RITRATTO DEL SOVRANO NELL’ARTE DELL’ORIENTE ELLENISTICO E PARTICO Keywords: ritratto regale, arte ellenistica, arte partica, Seleucia al Tigri, Nisa Partica, Dura Europos. A seguito dell’impresa di Alessandro il Grande, il mondo occidentale, greco, e quello orientale, iranico, s’incontrano e si compenetrano nei vasti territori ad est del Mediterraneo. Sotto gli Achemenidi, queste regioni avevano già conosciuto l’arte greca e accolto alcuni influssi occidentali nella loro produzione artistica. Ora, con la formazione di nuove dinastie di origine macedone nelle aree che un tempo componevano le satrapie dell’impero achemenide, l’influsso dell’arte, dell’architettura e della cultura greca ellenistica si fa più forte e pervasivo. Con i successori di Alessandro si assiste in Asia a una codificazione del ritratto ufficiale del sovrano attraverso l’uso di elementi forniti dalla lingua franca dell’arte ellenistica. Tale tipologia di ritratto ufficiale, insieme al linguaggio artistico ellenistico, verrà acquisita ed utilizzata anche dalle altre dinastie che si affacceranno nel corso del III secolo a.C. sul panorama orientale. In particolare sotto i Parti Arsacidi si assisterà a un fecondo incontro fra l’ellenismo ed elementi iranici o centro asiatici da un lato ed elementi vicino orientali dall’altro. L’intervento proposto, partendo dagli elementi delineati nel saggio di E. Castelnuovo, si concentrerà sull’analisi del ritratto ufficiale del sovrano nell’Asia ellenistica e partica. In particolare, attraverso gli importati casi studio forniti dalla produzione artistica di Seleucia al Tigri, Nisa Partica e Dura Europos verranno analizzate le caratteristiche di tali ritratti, i messaggi veicolati e l’orizzonte culturale, sociale e artistico in cui si inseriscono.
Cronache di Archeologia, 38, 2019
Gli articoli pubblicati nella rivista sono sottoposti a peer review nel sistema a doppio cieco. e-ISSN 2612-0941 © Università di Catania © Roma 2019, Edizioni Quasar di Severino Tognon s.r.l. via Ajaccio 41-43, 00198 Roma (Italia) http://www.edizioniquasar.it/ Tutti i diritti riservati
Semiotic Papers- Lettere semiotiche, 2010
Sembra per molti versi giunto il momento di ascoltare in maniera circostanziata l'opera compositiva di Giacinto Scelsi (1905-1988) al di fuori di schemi precostituiti, che ne hanno determinato la condanna e l'esclusione nel primo trentennio del secondo dopoguerra o-per lo più sulla stessa base, ma con segno rovesciato, in polemica cioè col rigorismo neo-seriale-la riscoperta e il rilancio, prima in circoli ristretti, poi via via più larghi, nel corso degli anni Settanta e Ottanta, fino ad oggi. In entrambe le prospettive-l'esclusione o l'esaltazione, talvolta acritica-l'opera di Scelsi rischierebbe di non poter fuoriuscire dal cerchio di gravità che relega ai margini piccole o grandi figure di "irregolari", "outsider" e "isolati" che hanno costellato o costeggiato la via delle avanguardie alternative del Novecento. Il momento sembra appunto propizio al sereno riconoscimento in sede storiografica che quelle figure sono parti, costitutive oltre che integranti, di questo secolo. Ne citiamo alcune per sottolineare la portata anche qualitativa del fenomeno, non certo per accomunarle sotto un'unica etichetta, errore dal quale dovranno guardarsi quegli studiosi che ne vogliano intraprendere-si spera al più prestolo studio in un quadro complessivo: Carrillo, Ruggles, Cowell, Wyschnegradsky, Hàba, Partch, Lourié, Obuchov, Nancarrow. Da quest'orizzonte non dovrebbero mancare Ives, Varèse e Cage, ma qui siamo già su un terreno più conosciuto. Sono figure molto differenziate, ma si può scorgere nella maggior parte di queste un filo rosso che, in qualche modo, le collega e che in una primissima approssimazione si può circoscrivere nel concetto di "sperimentalismo motivato metafisicamente". Lo spazio sonoro tradizionale è stato sottoposto da molti di questi compositori a una tensione estrema, tuttavia perderemmo una parte essenziale dei motivi essenziali di questa tensione se la definissimo solo in senso "utopico" (come rivolta contro la tradizione della musica occidentale) e non capissimo che per molti versi si tratta di una tensione "ucronica", come utopia del tempo oltre che
2013
This paper shows the partial results of a research which is still in progress. It compares two versions of the Old English text known as «Wonders of the East». The first one is contained in ms. Cotton Vitellius A xv, while the second one is contained in ms. Cotton Tiberius B v. After dealing with the thematic structure of the text, the paper shows how the two versions have undergone a process of rewriting in order to convey a Christian message. It also shows that a soteriological concern lies behind the rewriting process. Differences and similarities between the two versions are analysed with particular attention to those parts that were added or omitted.
2013
The paper aims to address the commonplace, still widely popular nowadays, which puts Eastern and Western religious art in a ratio of irreducible opposition, the first seen as "revealing", the second as a mere "biblia pauperum". Considering the multi-functionality of sacred art, the paper aims to clear up any attempt to simplification and reductionism that can be read in a series of current publications. On the one hand, the historical analysis is aimed at argue against the idea that Western sacred art has been only didactic and illustrative. On the other, the theological analysis discusses the claim that only adherence to a precise formal canon allows the image to be revelatory, that is, an effective "transitus" to the model represented.
Archivum Anatolicum-Anadolu Arşivleri, 2021
Römische Mitteilungen Band 111, 2004
Engineering and Applied Sciences
Pedagogická Orientace, 2017
Nuclear Physics A, 2005
Journal of Clinical Microbiology, 2002
Journal of Vascular and Interventional Radiology, 2004
Future Business Journal, 2022
Procesamiento Del Lenguaje Natural, 2003
Journal of Animal Science, 2019
Invest. educ. …, 1999
International Journal of Environmental Science and Development, 2010
Jurnal Inovatif Ilmu Pendidikan, 2020