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2020, Roma, IAI, novembre 2020, 9 p.
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How much do Italians trust the European Union? How do they judge its policies? Have they changed their opinions compared to six months ago? These are some of the questions this opinion survey on the perceptions of the Italian population regarding the relations with the European Union (EU) tries to answer. The survey was carried out by the Istituto Affari Internazionali (IAI) and the Political and Social Analysis Laboratory of the University of Siena in the context of the strategic partnership with the Compagnia di San Paolo Foundation. The opinion survey – conducted between the end of October and the beginning of November 2020 on a representative sample of the Italian resident population – focuses on what Italians think about the role of the EU in managing the pandemic and in particular on the European aid to Italy. What are the prevailing opinions on the role of the government in defending its national interests within the EU? How many would vote today for an exit from the Union in case of a referendum? What do Italians think of the European Stability Mechanism (ESM)? What should the priorities in the management of the funds of the Recovery Fund be? And what are the prevailing opinions in the electorates of the various parties on all these issues?
L'Unione Europea e l'Italia. La distruzione dello Stato-nazione. Dallo SME all'Euro 1979-2019, 2020
Analisi delle relazioni fra l'UE e l'Italia, le dinamiche delle regole europee nel contesto socio-economico italiano. Origine del debito pubblico italiano e disamina della cessione di sovranità monetaria e politica dello Stato-nazione verso il sovrastato europeo. Problematiche costituzionali fra l'ordinamento nazionale italiano e quello della UE.
2017
The article is a part of a study on the procedures of terminological neology formation of institutional terms in Italian, created (and translated) as equivalent terms in the source language, the "Euro-English", a linguistic variety which developed by convention within the working groups, made up of non-native English speakers from the eu member States. Introduzione Come denominare la varietà di lingua nazionale italiana usata per la redazione dei documenti istituzionali legali e informativi dell'Unione Europea: euroletto, eurocratese, eurogergo? Se come ha affermato Umberto Eco «la lingua dell'Unione Europea è una lingua di traduzione» 1 in che modo si forma questa varietà di lingua nazionale e quali sono i suoi tratti caratteristici? Quali forme d'interferenza subisce la lingua delle versioni italiane dei testi istituzionali dell'Unione Europea? Per rispondere a queste domande presento alcune riflessioni elaborate osservando i tratti testuali e lessicali di documenti istituzionali dell'ue in lingua italiana che impattano sull'ordinamento e sulle amministrazioni italiane, centrali e locali, che li recepiscono. I testi sono stati individuati in funzione del loro dominio terminologico e dei loro differenti contesti comunicativi e includono procedure decisionali, testi legislativi, amministrativi, testi dei flussi informativi e comunicativi. In virtù delle indagini esplorative condotte, ritengo che i testi analizzati siano espressione di una varietà di lingua che può essere rappresentata in uno spazio sociolinguistico, articolato in un continuum multidimensionale, al cui interno è possibile tracciare differenti usi funzionali della varietà linguistica. A tal fine ho elaborato un modello di rappresentazione degli usi della lingua delle istituzioni 2 in cui sono collocate le forme di comunicazione specialistica e divulgativa agite dalle istituzioni per scopi legali, amministrativi, informativi, comunicativi e pubblicitari. I testi individuati per l'analisi sono stati repertoriati in un corpus, denominato "ItaIst cpi", costruito seguendo il modello di rappresentazione degli usi della lingua istituzionale a cui si collega un modello di classificazione dei tipi di testo istituzionali 3 , che ho elaborato
2014
L'Italia registra, nel 2011, 8.092 Comuni, di questi, in base agli ultimi dati ISTAT dell'anno 2011, circa 500 superano i 15.000 abitanti, circa centocinquanta superano i 50.000 abitanti, tra cui 80 capoluoghi di provincia (37 capoluoghi hanno invece popolazione inferiore ai 50.000 abitanti). Le principali differenze rispetto alla numerosità della popolazione riguardano il Piemonte composto da 1.206 Comuni (media: un Comune ogni 3.700 abitanti), la Toscana con 287 comunità (media: 13.065 abitanti), e il Molise da 136 (media: 2.351 abitanti). Nel 1861, anno dell'unità d'Italia, i comuni erano 7.720, in corrispondenza del censimento del 1921 è stato registrato il maggior numero di comuni circa 9.195, mentre al censimento successivo del 1931 si registrarono 7.311 comuni, valore minimo mai raggiunto grazie ai già descritti accorpamenti imposti dal governo fascista. L’associazionismo ha avuto uno sviluppo, sotto forma di Unioni di Comuni, che in pochi anni ha portato le unioni da un numero veramente esiguo, 67 nel 2000, a ben 352 unità nel 2011, registrando in un decennio un aumento del 425%, interessando 1.752 Comuni e coinvolgendo una popolazione di circa 6,5 milioni di abitanti, a fronte dei quasi 5 milioni del 2000. Non certo un successo esplosivo ma comunque un dato rilevante, considerando anche che più dell’80% dei Comuni interessati ha una popolazione inferiore ai 5000 abitanti. Tale incremento è stato possibile in seguito alla rimozione di una serie di vincoli legislativi che, originariamente pensati per favorire la fusione tra comuni di piccole dimensioni, ne riducevano, di fatto, l’autonomia locale. L’Unione indicata dal Tuel, nell’intenzione del legislatore, non si limita ad essere una risposta alle problematiche dei piccoli comuni, ma cerca di andare oltre il mero confine territoriale considerando l’importanza di partecipare alla programmazione territoriale regionale (forse cercando di riprendere il successo del modello tedesco). Essa ha personalità giuridica come pure la qualifica di ente locale (art.2 e 32 del Tuel) mentre la Costituzione nel nuovo titolo V tace al riguardo. L’Unione, sulla carta, sembra la miglior soluzione per superare lo scoglio della geografia e delle resistenze campanilistiche, storiche e sociali. Il legislatore inoltre conferisce alle Regioni il compito di svolgere la funzione amalgamante (quello che in Francia hanno fatto i Prefetti ed in Germania i Land). Il legislatore nell’elaborare le caratteristiche organizzative delle Unioni ha descritto regole sintetiche e minime, le cui attuazioni possono essere molto diverse fra di loro proprio perché venissero costruite in funzione delle singole esigenze territoriali ed istituzionali. Tra gli elementi determinati ci sono la presenza di un presidente eletto tra i Sindaci dei Comuni dell’Unione e un consiglio nominato sempre tra i consiglieri dei singoli comuni con la garanzia della rappresentanza delle minoranze. Alle Unioni competono gli introiti derivanti dalle tasse, dalle tariffe e dai contributi sui servizi ad esse affidati, semplificando cosi le procedure di accertamento e riscossione ed evitando inutili passaggi attraverso i comuni impositori, questo almeno nelle ottimistiche previsioni del legislatore. Alle regioni è lasciato il compito di prevedere gli ambiti territoriali ottimali di gestione delle funzioni associate e questa ê una delle prima previsioni che ha “legato le mani” a quei comuni che non essendo preparati al tema non hanno espresso da subito le proprie osservazioni in materia. D’altro canto doveva essere previsto dallo stesso legislatore che i Comuni delle zone disagiate sarebbero stati quelli che avrebbero dimostrato una maggior reticenza nell’avvicinarsi al tema delle Unioni non solo perché storicamente gelosi della loro municipalità e indipendenza ma anche perché questa era la condizione naturale in cui erano costretti dalla geografia e la “chiusura” ad ogni forma di collaborazione non era tanto per cattiva volontà quanto per cultura indotta aiutati che dio ti aiuta, non aspettarti nulla da chi, benché sia tuo vicino e vive anche a pochi Km non può raggiungerti perché, ad esempio, la neve ha bloccato la strada. La decisione sull’ambito territoriale vincola tutto il processo e come vedremo in seguito può presentare ostacoli al successo dell’Unione stessa.
Atlante della letteratura italiana, S. Luzzatto et G. Pedullà (ed.), vol. II, Einaudi, Turin, 2011, p. 269-274
Le quattro carte d'Europa illustrate in questo saggio consentono di delineare la geopolitica continentale dell'esilio di altrettanti italiani, a partire dal soggiorno di Giordano Bruno a Ginevra nel 1578 fino agli anni parigini, dal 1634 al 1639, di un Tommaso Campanella finalmente libero.
2016
Prassi comune e prendere quale esempio di integrazione regionale, l’Unione Europea, unico processo di partenariato che ha in concreto ridotto la sovranita dei singoli paesi per crearne una condivisa. Dall’Unione Politica si e passati in breve tempo all’Unione Monetaria, ma non tutto in realta e il frutto di un lavoro di armonizzazione. Oggi la distorsione ottenuta da una “Unione a tutti i costi” e piu che evidente sia dal punto di vista economico (incapacita di trovare una soluzione al protrarsi della crisi finanziaria) che dal punto di vista sociale (incapacita di dare una risposta armonica e concreta alla gestione dei flussi migratori provenienti dal Medio Oriente e dal Maghreb). Questo articolo descrive il contesto generale in corso, facendo un percorso storico delle tappe che hanno segnato il processo di integrazione europea e riflette sulle sfide ancora da superare.
Zenodo (CERN European Organization for Nuclear Research), 2023
Sociologia dell'integrazione europea Consapevolezza dei cittadini italiani dell'Unione Europea e dei diritti derivanti dalla sua cittadinanza
1 Il sondaggio è stato realizzato da Demos, nel periodo 12-23 gennaio 2015, in sei Paesi europei: Italia,
Education Sciences , 2024
International Journal of Current Science Research and Review, 2024
Essere giurista del lavoro, oggi Un contributo generazionale per un dibattito senza tempo, 2024
Cuadernos de RES PUBLICA en Derecho y Criminología, 3, 2024
Journals & Books Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology, 2020
Bolu Abant İzzet Baysal Üniversitesi Eğitim Fakültesi Dergisi (BAİBÜEFD) , 2024
"Rassegna Storica Toscana", 2008
International Journal of Management and Applied Science (IJMAS), 2018
Evidence of self-medication, 2021
Revista do Instituto de Medicina Tropical de São Paulo, 2016
Journal of Clinical Medicine, 2021
Journal of Veterinary Diagnostic Investigation, 2009