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2020, Eurobull.it
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Another articles focused on the topic of common defense initiatives in Europe. Where are we going and what are the fundamental steps made by the European Union and its apparatus toward the Common Defense?
Introduzione p. 7 (di Maria Luisa Maniscalco)
I nodi irrisolti della difesa comune europea , 2022
Dopo un lungo stadio di "letargia", la politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) ha trovato lo slancio necessario anche per effetto della Brexit. Tuttavia, le "ibride" modalità di attuazione della PSDC rivelano l'incoerenza delle scelte di fondo del Trattato di Lisbona, in cui si cerca di combinare l'ambizione di un'autentica politica difensiva sovranazionale con il mantenimento di strutture e strumenti prevalentemente intergovernativi. Title: The unsolved issues of the common European defence. A federalist perspective Abstract [En]: After a long period of 'lethargy', the Common Security and Defence Policy (CSDP) has had its momentum thanks to Brexit. However, the 'hybrid' ways of implementing the CSDP reveal the inconsistency of the fundamental choices of the Lisbon Treaty, in which an attempt is made to combine the ambition of a true supranational defence policy with the maintenance of predominantly intergovernmental structures and instruments.
SOMMARIO: 1. Introduzione: la necessità di dedicare più tempo all'analisi giuridica sulla politica di difesa comune.-2. Due caveat iniziali: i rapporti tra attuazione della PSDC, creazione di un esercito europeo, e "cooperazioni rafforzate" tra Stati membri nel comparto di cui trattasi.-3. Uno sguardo di insieme agli articoli 42 e seguenti TUE: ambito di applicazione, oggetto e finalità della PSDC. Difesa comune europea e NATO.-4. Norme… di processo all'interno della PSDC e loro ragioni ultime.-5. La situazione relativa alle forze armate (non) dell'Unione.-6. I possibili elementi trainanti del processo di integrazione della difesa europea: le (poche) regole sul mercato unico degli armamenti…-7. … e gli spazi comunque a disposizione sul piano ordinamentale per costruire imprese "europee" della difesa.-8. Gli strumenti di finanziamento "europeo" per la difesa.-9. Prime conclusioni di ordine funzionale e sistematico: de jure condito la difesa europea è finanziabile, e almeno in parte con strumenti "costituzionalmente" più appropriati.-10. Una lettura della PSDC alla luce della sicurezza nazionale e dei valori dell'Unione.-11. Risorse unionali per la difesa ed evoluzione dell'industria nazionale del settore.-12. Considerazioni conclusive: il tempo delle scelte.
Roma, IAI, gennaio 2020, 9 p. (Documenti IAI ; 20|01), 2020
Superata l'iniziale reticenza, l'Unione europea sembra essere sempre più intenzionata a dotarsi degli strumenti di hard power necessari per elevarsi al ruolo di attore globale di primo piano. L'accresciuto interesse verso l'Europa della difesa ha favorito il lancio di numerose iniziative, tanto a livello comunitario, quanto sotto forma di partenariati tra alcuni Stati membri. Benché permangano elementi di criticità, tali iniziative hanno il potenziale per ridurre la frammentazione che ha da sempre contraddistinto il panorama europeo. All'interno di tale scenario si aprono sfide e opportunità sia per l'intera Ue che per i singoli Stati membri, inclusa l'Italia. Infatti, se si sapranno cogliere le occasioni che si presenteranno, l'Italia potrebbe godere di molteplici benefici.
Il dibattito sulla difesa europea: sviluppi Ue e prospettive nazionali n. 126 – febbraio 2017 A cura dello IAI (Istituto Affari Internazionali) Il recente dibattito sulla difesa europea ha visto importanti sviluppi a livello Ue, con iniziative intraprese dall’Alta Rappresentante/Vice Presidente (AR) e dalla Commissione, discusse e approvate dal Consiglio. Tuttavia la sua comprensione non può prescindere da un’analisi delle prospettive nazionali nei principali paesi membri dell’Unione post-referendum sulla Brexit, ovvero Francia, Germania e Italia, che hanno portato avanti le rispettive agende sia in un quadro intergovernativo sia interagendo con le istituzioni Ue.
The Permanent Structured Cooperation: Rules, Practice and Role in the European Defence Cooperation-The Permanent Structured Cooperation (PeSCo) provided by for Articles 42 and 46 TEU is a permanent framework for closer cooperation in the field of defence within the EU. It has been established in December 2017 among 25 EU Member States and operationally launched in 2018. Currently there are 34 PeSCo projects covering areas such as training, land, maritime, air, cyber, and joint enablers. What role can PeSCo play in driving the EU towards a common defence policy and, in a future perspective, to a common defence? Moreover, what role for the European Parliament and the Commission in this markedly intergovernmental domain? This contribution aims at giving a comprehensive picture of PeSCo and tries to answer to those questions.
IV Rapporto Biennale sul Volontariato
Il contributo esamina i sistemi di intervento in emergenza della protezione civile nell'Unione Europea. Nello specifico i governi dell’Unione europea hanno concordato formalmente per la prima volta di coordinare le strategie di protezione civile in una riunione ministeriale tenutasi a Roma nel 1985. Tutte le iniziative di protezione civile a livello comunitario hanno avuto come comune denominatore il principio di sussidiarietà attraverso il quale la Comunità interviene per supportare e favorire il perseguimento di obiettivi comuni che i singoli stati autonomamente avrebbero maggiori difficoltà a realizzare. Inoltre la Commissione ha sempre perseguito l’obiettivodi sostenere e incoraggiare gli sforzi compiuti a livello nazionale, regionale e locale.In questo contributo verranno esposti le tappe principali a partire dal 1985 che hannoportato all’attuale funzionamento del sistema di Protezione civile nell’ambitodell’Unione Europea. Il contributo fu realizzato in occasione del IV Rapporto Biennale sul Volontariato del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. https://www.forumterzosettore.it/multimedia/allegati/Rapporto_Biennale_Volontariato_vol_1.pdf
Realizzazione editoriale: Omnibook, Bari Finito di stampare nel dicembre 2014 da Grafiche VD srl, Città di Castello (PG) isbn 978-88-430-7377-1 Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633)
Panorama Difesa, 2015
Articolo pubblicato dalla rivista "Panorama Difesa". Cfr. Cristiano Martorella, La difesa collettiva del Giappone, in "Panorama Difesa", n. 338, anno XXXIII, febbraio 2015, pp. 60-65. La difesa collettiva del Giappone La schiacciante vittoria elettorale di Shinzo Abe rilancia i progetti di rafforzamento della difesa nipponica con provvedimenti legislativi, riorganizzazione e acquisizioni di sistemi d'arma che stanno imponendo il paese del Sol Levante sulla scena internazionale. di Cristiano Martorella Le elezioni svoltesi in Giappone, il 14 dicembre 2014, hanno consolidato lo schieramento che sostiene il governo di centrodestra del premier Shinzo Abe, assegnando una consistente maggioranza parlamentare, superiore ai due terzi, che adesso permetterebbe anche una possibile modifica della costituzione. Queste elezioni anticipate sono state fortemente volute dal premier con l'intenzione di ottenere una solida e ampia maggioranza, risultato ottenuto pienamente, così da poter rilanciare gli ambiziosi progetti di riforme economiche e istituzionali, con un particolare impegno nella riorganizzazione della difesa. Per quanto concerne le riforme istituzionali, una speciale importanza assume il concetto di difesa collettiva che sta cambiando radicalmente la strategia militare del Giappone. La difesa collettiva (in giapponese shudan teki jieiken) è una dottrina che riguarda le regole di ingaggio e impiego delle forze di autodifesa giapponesi, permettendo un intervento più esteso e in favore degli alleati, possibilità finora preclusa. Questa riforma è in fase di implementazione con il decreto del 1° luglio 2014 e i successivi provvedimenti legislativi in realizzazione. Già nella missione di peacekeeping in Iraq (Samawah 2004-2006) apparvero evidenti le incongruenze e gli ostacoli rappresentati dall'adeguamento ai principi pacifisti della costituzione, interpretati spesso in maniera troppo rigida ed esclusiva. Le truppe giapponesi, infatti, secondo le regoli in vigore in quel periodo, potevano rispondere al fuoco soltanto dopo essere state attaccate, e non potevano prestare soccorso agli alleati sotto il fuoco nemico. La pericolosità di questa situazione apparve evidente, mostrando l'inadeguatezza della legislazione all'attuale situazione internazionale, completamente cambiata, e tuttora in continuo mutamento. La costituzione, entrata in vigore nel 1947, rispondeva all'esigenza di liberare il Giappone dagli eccessi delle fazioni estremiste che avevano sconvolto la politica e le forze armate, quest'ultime non più al servizio del paese ma piegate agli interessi personali. Erroneamente si dice che la costituzione fu imposta dalle forze di occupazione americane, ma si dimentica quanto, durante la guerra, la popolazione civile abbia sofferto a causa della violenta repressione sociale imposta da alcuni militari spregiudicati. Questi personaggi arrivarono al potere tramite l'eliminazione fisica dei propri avversari, la soppressione dei politici moderati, e lo stravolgimento del regolare funzionamento delle istituzioni politiche. Perciò la costituzione del 1947 (che non ha principi molto diversi dalla costituzione del 1889, basata anch'essa su un impianto istituzionale di tipo parlamentare) fu considerata dalla maggioranza della popolazione come un ristabilimento dell'ordine sociale (non si dimentichi come nel 1936 e nel 1945 vi furono due tentativi di
Roma, IAI, aprile 2020, 41 p. (Documenti IAI ; 20|09it), 2020
La pandemia da Covid-19 avrà inevitabili conseguenze su ogni aspetto delle società europee, incluso il settore della difesa. Riguardo all'impatto sui bilanci militari vi sono opinioni differenti: gli ottimisti prevedono una lieve riduzione degli investimenti, mentre i pessimisti si aspettano drastici tagli. Sarebbe quindi a rischio il raggiungimento degli obiettivi Nato quanto a capacità militari degli stati membri, mentre l'agenda dell'Alleanza vedrebbe diversificarsi ancor di più le priorità nazionali. Per salvaguardare la sua stessa sicurezza e stabilità, l'Unione europea dovrà far fronte sia alla crisi sanitaria che alla conseguente recessione economica, senza sacrificare il Fondo europeo per la difesa che potrebbe invece rappresentare un elemento importante nel piano Ue per un rilancio economico e industriale dell'Europa.
Azərbaycan İncəsənət Muzeyində oğurluq, 1993
Geç Osmanlı'dan Günümüze Doğa Bilimciliği, 2019
Creative Education, 2020
University of Edinburgh, 2024
INTERNATIONAL JOURNAL OF MODERN EDUCATION (IJMOE), 2023
Cuadernos De Psicologia Del Deporte, 2007
Planta Daninha, 2017
The Palgrave Handbook of Multilingualism and Language Varieties on Screen, 2024
Academia Green Energy, 2024
Desalination and Water Treatment, 2015
Dermatology and therapy, 2023
GeoJournal of Tourism and Geosites
TBV – Tijdschrift voor Bedrijfs- en Verzekeringsgeneeskunde, 2011
The Journal of Neuroscience, 2022