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2020, La Lessinia - Ieri Oggi Domani. Quaderno culturale
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Ciottoli e “fossili esotici” inclusi nei calcari del Giurassico e del Cretacico: un interessante problema paleogeografico e paleontologico.
La Lessinia - ieri oggi e domani, 2017
Il sistema di cavità sotterranee di tipo carsico dei Monti Lessini si è formato in molti milioni di anni e ospita una singolare fauna di invertebrati che si è evoluta al suo interno; nell’articolo è brevemente descritto il caso delle Grotta dell’Arena, uno dei biositi cavernicoli più interessanti delle Alpi.
1987
GIUSEPPE BRAMBILLA *e FABIO PENATI** LE FILLITI MIOCENICHE DEL COLLE DELLA BADIA DI BRESCIA Osservazioni sistematiche, cronologiche e ambientali RIASSUNTO-Vengono studiate le filliti di una nuova località fossilifera del Colle della Badia di Brescia (Lombardia-Italia Settentrionale) e revisionati i quattro campioni del Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia di analoga provenienza. Sono state riconosciute complessivamente 21 forme raggruppabili in 11 famiglie (1 pteridofita, l conifera, 16 dicotiledoni e 3 monocotiledoni), tra cui le due già citate in letteratura (SORDELLI, 1882). Per la prima volta vengono segnalate per il Miocene italiano Abies cf. pinsapo Boissier, Populus cf. heterophylla L., P. cf. nigra L., P. cf. tremuloides Michx. e Diospyros cf. virginiana L. Confronti con numerose flore terziarie europee hanno consentito il riconoscimento di una buona affinità miocenica, più precisamente miocenica superiore (Messiniano preevaporitico). Viene inoltre proposta una ricostruzione fisiografico-ambientale che mostra un bacino chiuso a Nord dai rilievi prealpini e solcato da corsi d'acqua, che originano paludi, !anche e piccoli laghi, attorno ai quali cresce una vegetazione tipica di ambienti ripariali e golenali. L'analisi fisionomica indica un clima subtropicale con temperatura media annuale stimata intorno ai 20°C. SUMMARY-W e ha ve studi ed the fossilleaves of a new locality from Colle della Badia near Brescia (Lombardy-Northern Italy) and revised four specimens from the Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia. W e ha ve recognized 21 taxa of plants which can be listed into 11 families (l pteridofita, l conifera, 6 dicotiledoni, 3 monocotiledoni); among them, the two taxa already known in literature (SoRDELLI, 1882) are present. Abies cf. pinsapo Boissier, Populus cf. heterophylla L., P. cf. nigra L., P. cf. tremuloides Michx. e Diospyros cf. virginiana L. are h ere pointed out for the first time for the italian Miocene. Comparison with severa! european Tertiary floras show the Miocene age of our assemblage, that should be dated to the Late Miocene (preevaporitic Messinian age). Furthermore i t is proposed a palaeoenvironmental reconstruction indicating a basin closed by the hills of the Prealpi toward North an d crossed by rivers, with swamps, bogs an d smalllakes, along which grows a typical stream-and lake-side vegetation. The analysis of the physiognomy allows the reconstruction of a subtropical clima te for this Miocene assemblage, with a mean annua! temperature about 20°C.
Fogli. Transeunte 2020 -2 (ISSN 2532-7895), 2020
A nineteenth-century anecdote reported by Emmanuele Antonio Cicogna, apparently only curious, concerning a wax factory, and a mentally disturbed Venetian patrician, finds a rational context if connected to architecture, in particular at Palazzo Foresti from Cere to Tolentini, which in turn retrieves further confirmation of its identity physical and historical, freed from the common and tedious falsehoods that have hitherto incredibly concealed it. Un aneddoto ottocentesco riportato da Emmanuele Antonio Cicogna, apparentemente solo curioso, riguardante una cereria e un patrizio veneziano mentalmente disturbato, trova un razionale contesto se collegato all’architettura, in particolare a Palazzo Foresti dalle Cere ai Tolentini, che a sua volta recupera ulteriori conferme alla sua identità fisica e storica, liberata dalle comuni e tediose falsità che l’hanno finora incredibilmente celata.
IpoTesi di Preistoria, 11 - Atti del 1° Incontro di Studi "Sezze, i Monti Lepini e il basso Lazio tra Preistoria e Protostoria". Museo Archeologico – Sezze (LT) Domenica 22 aprile 2018, 2019
L'obiettivo di questo lavoro è di mettere in evidenza alcuni labili indizi provenienti dal territorio setino relativi alla possibile presenza di strutture dolmeniche in località Monte Forcino, rappresentati da alcune immagini fotografiche pubblicate negli anni '90.
INDICE 1 SINOSSI 5 2 FORME CAOTICHE 7 2.1 Il rapporto fra opera e caos 7 3.3.5 L'irreversibilità del tempo 38 3.4 La mappa logistica: il diagramma di biforcazione 39 3.4.1 Comportamenti dipendenti da λ 40 3.4.2 Comportamenti dipendenti da X 47 3.4.3 Le costanti di Faigenbaum 48 4 IL CAOS E IL COMPUTER: UN USO ARTISTICO 51 4.1 L'elaborazione di un programma grafico/musicale per capire il caos 53 4.2 L'equazione logistica con il software Pure Data 59 4.2.1 Alcuni casi particolari 62 5 CONCLUSIONI 69 BIBLIOGRAFIA 5
Italian Journal of …, 2007
RIASSUNTO: Sarti et al. I depositi del Pleistocene inferiore della bassa Val di Cecina (Toscana, Italia): ricostruzione stratigrafico-deposizionale e proposta di suddivisione in Unita' Allostratigrafiche (IT ISSN 0394-3356, 2007). Nella zona compresa fra gli abitati di Riparbella e Casale Marittimo (bassa Val di Cecina, Toscana, Italia) affiorano diffusamente depositi pleistocenici. Attraverso un rilevamento di dettaglio ed un'analisi di facies sono state individuate, all'interno dei depositi del Pleistocene inferiore, cinque unità litostratigrafiche successivamente raggruppate in tre Unità Allostratigrafiche (UA). La più antica (UA7), discordante sui depositi pre-quaternari, è costituita da due unità litostratigrafiche di ambiente marino-deltizio, in parziale eteropia ("Conglomerati delle Ginepraie" e "Sabbie ed argille ad Arctica islandica") organizzate in un ciclo trasgressivo-regressivo. La seconda (UA6), che giace in discordanza angolare sulla UA7, è anch'essa costituita da due unità ("Conglomerati delle Lame" e "Arenarie e Sabbie di Montescudaio") di ambiente marino litorale delle quali è preservata solo la porzione trasgressiva. La terza (UA5, "Conglomerati di Serra all'Olio") discordante sulle precedenti si è invece depositata in un ambiente fluviale di tipo braided. La posizione stratigrafica di questa unità rende probabile una sua attribuzione al Pleistocene medio. Questo tipo di ricostruzione stratigrafico deposizionale differisce fortemente dalle precedenti interpretazioni. ABSTRACT: G. Sarti et.al., Stratigraphic and depositional reconstruction of the Lower Pleistocene deposits from lower Val di Cecina (Tuscany, Italy): a proposal of subdivision in Allostratigraphic Units. (IT ISSN 0394-3356, 2007). In the area comprised between the villages of Riparbella and Casale Marittimo (lower Cecina Valley, Tuscany, Italy) a large amount of Pleistocene deposits outcrops. Through a detailed geological survey integrated with facies analysis five litostratigraphic units, grouped in three Allostratigraphic Units (UA), have been detected. The oldest (UA7), lower pleistocenic in age, is formed by two litostratigraphic units ("Conglomerati delle Ginepraie" and "Sabbie ed argille ad Arctica islandica") showing latero-vertical relationships and are organized in a transgressive-regressive cycle. The "Conglomerati delle Ginepraie" are arranged in a fining upwards trend and were deposited in small coalescent deltaic environments. Three depositional facies are recognized within the "Sabbie ed argille ad Arctica islandica" recording a fining-coarsening and deepening shallowing upward trend. The UA7 lies in unconformity above pre-quaternary deposits.
Anna Maria Lorusso, Michele Roberto A CURA DI Olivo Barbieri La Valle dell’Ofanto, 2004
I Monti Sibillini costituiscono uno straordinario scenario che innalza le proprie vette al centro della penisola italiana, tra le regioni delle Marche e dell'Umbria. Parte della catena appenninica, i loro formidabili bastioni, caratterizzati dalla presenza di creste vertiginose e spaventosi precipizi, sono abitati da sinistre leggende un tempo conosciute in tutta Europa, capaci di attirare schiere di visitatori da paesi assai lontani, alla ricerca della caverna nella quale si diceva dimorasse una sensuale profetessa, la Sibilla Appenninica, e del lago nel quale si riteneva che il corpo di un antico prefetto romano, Ponzio Pilato, conoscesse un inquieto riposo. Già dal diciassettesimo secolo, però, la fama di quelle montagne si era andata appannando; e con l'ingresso nell'Età dei Lumi le antiche leggende parevano avere perduto ogni attrattiva e interesse, ricadendo in una sostanziale oscurità e rimanendo vive solamente nel folclore delle popolazioni locali. Tra il 1700 e il 1800, nessuno pareva conoscere più quel remoto massiccio appenninico situato al centro dell'Italia e abitato da genti di montagna e incolti pastori, seppure alquanto pittoreschi. Nella seconda metà del diciannovesimo secolo, però, qualcosa iniziò a cambiare. Con la fondazione del Club Alpino Italiano ad opera di Quintino Sella, nel 1863 a Torino, le montagne italiane cominciarono a collocarsi al centro di un approfondito interesse, non solamente alpinistico, da parte di aristocratici, grandi possidenti e membri della più elevata borghesia, uniti nella comune passione per la montagna e per il nascente escursionismo. Un interesse che coinvolgerà sin dall'inizio non solo la catena montuosa più elevata e illustre, le Alpi, ma anche la dorsale degli Appennini. E, muovendo lungo l'Appennino, i soci del CAI si sarebbero presto imbattuti nei Monti Sibillini: gemme preziose, in precedenza ignote e ignorate, in procinto di conoscere una nuova fortuna tra coloro che, innamorati delle montagne, sarebbero stati pienamente e profondamente in grado di apprezzarle. Dall'ascesa al Monte Vettore del Conte Girolamo Orsi nel 1877, alla successiva visita effettuata dagli entusiasti congressisti del CAI adunati in Perugia nel 1879, alle prime esplorazioni compiute dall'industriale della carta Giovanni Battista Miliani a Castelluccio, al Vettore e al Monte della Sibilla nel 1886; e ancora al congresso nazionale del Club Alpino, ad Ascoli Piceno, nel 1889, con un nutrito gruppo di soci che si reca a conquistare la Sibilla; e poi, negli anni successivi, con l'arrivo, nel 1897, dei due grandi filologi, Gaston Paris e Pio Rajna, in cerca di misteriose leggende, e con le numerose, successive ascensioni compiute dai soci del CAI tra i picchi dei Monti Sibillini, sarà proprio il Club Alpino Italiano a raccontare e promuovere, con il volgere del secolo, quelle dimenticate montagne appenniniche, con il loro carico di leggende, presso un pubblico vasto e appassionato, aristocratico ed erudito, sia in Italia che all'estero. E il veicolo di questa promozione sarà il pervasivo apparato editoriale e pubblicistico posto in campo dal Club Alpino, con i propri Bollettini, le proprie Riviste Mensili e gli Annuari delle Sezioni regionali, distribuiti presso tutte le sezioni italiane del CAI e anche all'estero. Nel presente articolo, racconteremo in dettaglio la straordinaria storia di un'avvincente riscoperta, quella dei Monti Sibillini. Andremo a sfogliare le pagine ingiallite delle vecchie, illustri riviste del Club Alpino Italiano. Andremo a rileggere testi quasi sconosciuti, o solo raramente e parzialmente citati, che narrano di imprese alpinistiche e audaci escursioni, compiute da distinti gentiluomini e aristocratiche signore, queste ultime assai determinate, intenti a esplorare le vette delle più belle montagne d'Italia. Una storia straordinaria, grazie alla quale la luce dei Monti Sibillini tornerà a brillare di un bagliore sfavillante, dopo secoli di oscuro oblìo, in un'Italia che aveva dimenticato sia queste montagne, che le leggende che in esse vivevano. Una luce leggendaria, che continua a brillare, senza più appannamento alcuno, anche ai nostri giorni.
L'associazione «Camini fumanti» trae origine da un antico legato disposto da Bartolomeo Panzerini (a volte chiamato Bortolo nei documenti), nel suo testamento rogato il 9 febbraio 1727. L'analisi dei documenti degli archivi locali permette di tracciare la storia di questa istituzione di beneficienza. The Associazione Camini Fumanti arises from an ancient bequest created by Bartolomeo (Bortolo) Panzerini with his testament of February 9th, 1727. The history of this charity organization can be traced from the analysis of the documents, mostly preserved in the local archives of Ponte di Legno.
Ayer. Revista de Historia Contemporánea
Debater a Europa, 2024
Digging Up Jericho: Past, Present and Future (R. Sparks, B. Finlayson, B. Wagemakers, J. Briffo, eds), 2019
Revista Abusões, 2019
Neutro à Terra, 2017
TICCIH Bulletin, 2019
La pintura romana en Hispania. Del estudio de campo a su puesta en valor, 2020
Applied Sciences
Polémicas feministas, 2013
Spatula Dd Peer Reviewed Journal on Complementary Medicine and Drug Discovery, 2013
Journal of Quality in Maintenance Engineering, 2011
Revue archéologique de l'Ouest, 2015
Neurological Sciences, 2014
International journal of social science and economic research, 2020
Atmospheric Environment, 2017
The Psychiatrist, 2012
Forum for Development Studies, 2019