Academia.eduAcademia.edu

CASA CALDA: una torre del XIII secolo (2001)

CASA CALDA: UNA TORRE DEL XIII SECOLO (2001) Una breve articolo sulla storia del casale e della torre di Casa Calda attraverso i secoli in un testo rivolto alla gente comune, ricercato e letteralmente copiato in rete (spesso adattandolo a elaborati privi di fonte). Questo mio lavoro è stato utilizzato da diversi gruppi di lavoro di studenti del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Roma Tre del Laboratorio di Restauro, nell’A.A. 2014-2015, senza alcuna debita citazione. Il testo è stato pubblicato nel 2001 su Presente & Futuro, il giornale del Comitato di quartiere di Torre Maura, un periodico nato da un’idea del presidente del c.d.q. Gianfranco Gasparutto; una rivista a colori pensata con uscita a cadenza mensile a distribuzione gratuita ma diffusa in solo quattro numeri discontinui (fra il novembre 2001 e il marzo 2003), tutti con la numerazione 0. Responsabile : Pietro Petolillo, Redazione: Giuseppe Ferraro, Tatiana Sofia, Barbara Sotgia, Alessio Carlo Venanzi, Paolo Vittori , Roberto Sanfilippo, Lina De Rosa. Stampa: CSR via di Pietralata, 157, Roma. Vannozzi S., Casa Calda: Una torre del XIII secolo, in «Presente & Futuro, il giornale del comitato di quartiere di Torre Maura», n. 0, Roma, novembre 2001, pag. 7.

Presente & Futuro 0 numero 0 novembre 2001 copia omaggio P R E S E N T E E F U T U R O I L G I O R N A L E D E L C O M I TAT O D I Q U A R T I E R E D I T O R R E M A U R A 7 Casa Calda presente & futuro Una torre del XIII secolo fondo a via dei Colombi, Inquasi a far da quinta sceno- grafica al quartiere di Torre Maura, sono i resti della torre, o meglio, del complesso storico - architettonico di Casa Calda; da cui prende il nome anche l’adiacente strada che da via di Tor Tre Teste porta alle case popolari I.S. V.E.U.R. A differenza di altri ruderi, questi sono fra i più ricercati e studiati della zona dagli studenti universitari e su essi esiste una certa bibliografia non sempre esente da mende ed errori. La documentazione archivistica attinente a questo casale, che ne documenta la vita e l’evoluzione dal XIII fino agli inizi del XX secolo, come ho potuto constatare è ancora in gran parte inedita. Fantasiose o sconosciute sono invece le origini per gli abitanti del posto: si narrano spiegazioni “storiche” o racconti tra i più inverosimili perfino sul nome, tanto che taluni arrivano a indicarla come i ruderi della torre “Maura”. Questo accade poiché nessuno ha mai mostrato l’interesse di divulgare alla gente comune le poche notizie edite, senza dover ricorrere a invenzioni letterarie. Con il presente articolo non pretendiamo quindi di spiegare i complessi passaggi dell’antico edificio, per la quale occorrerebbe ben maggiore spazio, ma di indicare alcune note storiche utili al cittadino. I primi documenti relativi a questo casale - torre risalgono alla fine del Milleduecento, quando il casale con il rispettivo territorio apparteneva alla chiesa di S. Sebastiano “ad Catacumbas”. Il casale all’epoca amministrava un grosso territorio agricolo noto come Casa Calda o Due Torri, che giungeva a sud alla via Casilina, oltrepassandola, e corrispondente grossomodo alle attuali zone di torre Maura e Giardinetti. Il fabbricato edificato su un colle tufaceo e appoggiato sui resti di una villa romana, comprendeva in origine un’alta torre in tufelli (oggi dimezzata) addossata all’abitazione vera e propria, posta sul lato settentrionale, cinta da un antemurale. Successivamente alla fine del XV secolo, il casale venne ampliato verso sud con un palazzetto, restaurato agli inizi del ‘600 con due speroni ancora ben evidenti sull’unica facciata rimasta in piedi. Questa è spesso erroneamente identificata con la torre medioevale, che invece è arretrata sul terrazzamento. Fra i diversi affittuari sono noti alcuni nomi, come quello di un Francesco Granzellona, il quale il 26 settembre del 1385 vendette per cinque anni i frutti della tenuta ad un Andrea Cecco Della Valle. Il “tenimentum Case Calle” riappare citato fra le tenute confinanti in un documento del novembre 1428, pertinente all’acquisto da parte di Cecco Rodi di Genazzano di due pediche (piccoli appezzamenti di terreno) appartenenti al convento di S. Maria in silice di Valmontone. Parte di “Casa Calla” viene permutata nel 1512 ed ancora nel 1516 dal monastero di S. Sebastiano con alcune terre del casale di Torre Nova appartenente a Bartolomeo della Valle. Nel 1521 la tenuta viene ceduta in enfiteusi dal Monastero di S. Sebastiano a Virgilio di Mantaco, i cui tre figli lo posseggono pro indiviso. Nell’elenco dei Casali lungo la via Labicana stilato nel 1567 figurano infatti sia Pietro Paolo che Camillo e Rotilio de Mantaco, ognuno con una pezza di circa 100 rubbia di terreno. Al 1547 risale la prima raffigurazione carto- grafica oggi nota del Casale Torre, riportata da Eufrosino della Volpaia nella sua pianta della campagna di Roma al tempo di Paolo III. Agli inizi del XVII secolo, il casale di Casa Calla è descritto quale proprietà “del S(ign)or Alessandro de Mantaco” e posto “fuora di Porta Maggiore”, comprendente una tenuta estesa per circa 180 rubbia, di cui 8 lasciate a prato per i pascoli. Un atto del 26 novembre 1607 ci attesta della cessione fatta agli Aldobrandini (proprietari della vasta ed attigua tenuta che va sotto il nome di Torrenova) del “Casale di Casa Calda fuor di Porta Maggiore, venduto dal Sig. Alessandro di Mantaco, (il quale) confina con il Casale di Torre Nuova de’ SS.r. Aldobrandini, dall’altro (con) il Casale chiamato Quarticiuolo di S. Maria Maggiore, dall’altra (con) il Casale del Sig. Tiberio Astalli, gravato di un censo o canone di ducati 190 di carlini antiqui a d. 75 l’uno all’Abbadia di S. Sebastiano”. Nel 1660 Casa Calda, già parte di Torrenova, passa in proprietà dei Pamphilj e successivamente da questi ai principi Borghese. Del medesimo anno è una bella pianta acquerellata delle tenute accorpate di Torre Nova, Tor Vergata e Casa Calda poste fuori di Porta Maggiore, inserita nel Catasto Alessandrino e comprendente tutte le tenute e casali dell’agro sui cui proprietari gravava l’onero di contribuire alla spesa per il rifacimento delle strade. Sotto la torre, nel 1856 (in corrispondenza dei cunicoli, grotte e della tomba ipogea ricoperti nel marzo del 1990 per ricostruire parte della collina sbancata in antico) avvenne la scoperta fortuita dell’iscrizione funeraria di Lucio Aurelio Nicomede, tutore del futuro Imperatore Lucio Vero, immediatamente trasportata a Frascati nella proprietà Borghese di Villa Taverna (oggi Villa Parisi), dove ancora si conserva. Nel 1869 i Borghese permutarono la parte della tenuta più settentrionale, confinante con quella del Quarticciolo del Capitolo Liberiano, con Torbellamonaca, appartenente appunto al medesimo Capitolo di S. Maria Maggiore. Da questa data, sia la torre ormai in rovina che il residuo territorio dell’antica e ben più vasta tenuta furono unite a quella del Quarticciolo. Alla fine del XIX secolo, grazie alle nuove leggi che sancivano il bonificamento obbligatorio, iniziarono i primi progetti di miglioramento del territorio, con il successivo restauro della torre ad uso abitativo e la costituzione di nuovi e moderni casali con tutte le strutture annesse (porcilaia, forno, fienile, vaccheria). Il significato del toponimo Casa Calda (Case Calle) indica una casa riscaldata, ovvero provvista di un camino, un comfort allora ancora per pochi. La maggioranza degli scrittori preferisce invece rifarsi alla discutibile tesi proposta dallo storico Tomassetti, che agli inizi del Novecento ipotizzò che tale nome poteva ricordare il console Caio Celio Caldo (ipotesi sulla quale poi il Comune di Roma nel 1950 intitolò una traversa di via di Torrenova) e quindi un’origine più nobile e prestigiosa di quella di una casa caminata o calda. Stefano Vannozzi