MAX W E B E R E L A RUSSIA. I
INTRODUZIONE
Gli anni 1904 e 1905 sono veramente fondamentali nella vita e nell'esperienza intellettuale di Max Weber. Essi segnano infatti il suo pieno recupero dalla grave crisi
nervosa che lo aveva annichilito per piià di sei anni; e conseguentemente la ripresa della
sua produzione scientifica ai livelli più impegnati. L'entusiasmo e la lena con cui si getta, con rinnovato vigore, nel lavoro fanno quasi da contrappunto ai nuovi interessi di
studio ed ai nuovi ambiti storico-geografici della sua ricerca: gli Stati Uniti d'America e
la Russia.
A quei due sterminati 'continenti' egli pare per un verso rivolgersi con l'animo fiducioso del neofita nei confronti di una realtà per tanti versi ignota, ma dalla quale si attende conforto e speranza per il futuro. Ma, per altro verso, con la precisa consapevolezza 'oggettiva' che la «vecchia Europa» non possa non guardare ormai a quei nuovi 'imperi continentali', e ciò sia per il loro peso negli equilibri mondiali, sia per quel 'di piiì'
che il loro sviluppo sembra riservare rispetto alle strade già percorse dalla moderna civiltà occidentale.
E così, elementi soggettivi e oggettivi convivono nel momento in cui Weber si accosta ad America e Russia.
Nel primo caso, un provvidenziale invito a partecipare ad un congresso internazionale a St. Louis (Missouri), nel settembre del 1904, lo trae fuori dal buio dell'inattività e
dell'apatia in cui era precipitato dopo la morte del padre nel 1897, e lo spinge, con animo sgombro da pregiudizi eurocentrici, ad analizzare una situazione sociale molto dinamica perché priva dei retaggi frenanti della tradizione, oltre che a verificare sul campo le
ipotesi che era venuto costruendo da qualche mese sul ruolo dell'etica calvinistica nello
sviluppo dello spirito del capitalismo (Di Giorgi 1990).
Non un viaggio, ma un avvenimento storico che colpì molto l'opinione pubblica
dell'epoca, la rivoluzione borghese russa del febbraio 1905, volse l'attenzione di Weber
verso il mondo russo, impegnandolo, oltre che con lo studio della lingua, in una vasta ricerca sulle componenti sociali, economiche e politico-culturali della società russa.
In essa egli fu portato a individuare, viste le condizioni di relativa 'verginità' storica, il possibile laboratorio di una nuova fase della storia europea che fosse capace di salvaguardare, innestandoli nel patrimonio spirituale russo (improntato a rapporti comunitari, di fratellanza, di etica solidale), i migliori prodotti della cultura occidentale, ossia i
fondamentali diritti di libertà e le forme dello Stato di diritto, che, ad Occidente, rischiavano di risultare compressi o schiacciati entro la «gabbia d'acciaio» burocratica.
L'attenzione alla Russia e agli Stati Uniti, che certo nell'universo intellettuale della Germania dell'epoca non era solo frutto di contingenze storiche ed esistenziali, dove-
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.ill'iiiteressi' webi'iiano per la storia russa ed al suo tentai ivti di cogliere le linee tendenlavoro sociologico wcbcriano, costituendo para.• laii d i sviluppo delle sue « s t r u t t u r e p r o f o n d e » .
d i j Mi i i
a l ) l i : i s l a i i / , a c o c T c ì i i i e d organici d i strutture socio-economiche e istituzionali da
I ,a st-eonda parte della nostra ricerca sarà quindi dedicata all'esame dei due corposi
u i i l i / / , a n ' i n i i u ) t l o cc)in|)arativo, a l fine d i riconoscere nello sviluppo della società eurosludi weberiani del 1905-1906 sulla Russia ed al suo tentativo di rintracciare, al d i là del
p e a , d a u n lato, le tendenze verso un'americanizzazione produttivistica e spersonaliziMimihiioso sovrapporsi degli eventi, ciò che i n essa è «storico» e «vitale»: la c o m u n i t à d i
z a t i l e , d a l l ' a l t r o i retaggi, duri a morire, d i un tradizionalismo vischioso e soffocante.
c a m p o , la chiesa ortodossa, l a struttura assolutistica del potere zarista, Vintelligencija
Ma q u e i modelli hanno avuto, ci pare, anche, e forse soprattutto, u n ruolo 'positi(Weber 1981).
v i ) ' : in quei mondi, anche fisicamente e naturalisticamente così diversi dalla vecchia E u Questa a l u i appare l ' u n i c a strada per poter discriminare nei processi storici ciò che
ropa, dalle pianure così sconfinate e dalle risorse ancora così poco sfruttate, W e b e r vede
è duraturo da ciò che si presenta come contingente, o che appare come un esperimento
manifestarsi le ultime chances storiche per una piena affermazione dei principi di liberartificioso ovvero un'imposizione innaturale d i linee evolutive maturate altrove.
tà, che invece risultano così seriamente minacciati dalla complessiva «sazietà» economiD a qui l'attenzione particolare dìVintelligencija, p o i c h é ad essa spettava i l compito
c a c intellettuale della situazione europea, nella quale si manifestano m o d a l i t à sempre
decisivo di rendere possibile una rivoluzione democratica e costituzionale che, facendo
| ) i ì i acute di irrigidimento burocratico e di uniformizzazione formalistica delle condotte
lesoro del patrimonio 'occidentale' dei d i r i t t i dell'uomo frutto della riforma religiosa e
d i vita.
delle r i v o l u z i o n i borghesi, lo facesse fruttificare i n forme inedite, innestandolo nella
I n tali termini egli si esprime i n due testi molto significativi, la conferenza tenuta a
tradizione spirituale autoctona i n modo non astratto e velleitario.
St. Louis nel 1904 (Weber 1990a, su cui recentemente si è richiamata l'attenzione sempre piià spesso, cfr. T r i g i l i a 1993; T u c c a r i 1993) e i l primo saggio sulla rivoluzione russa
del 1905 (Weber 1981).
Quell'evento trova già i n W e b e r un conoscitore attento ed appassionato della realI — IL «MITO DI HEIDELBERG» E LA NUOVA GENERAZIONE
tà russa, grazie alla sua attiva frequentazione degli intellettuali russi presenti a H e i delberg.
Fortissimo, c o m ' è noto, era i l potere di attrazione che M a x W e b e r , i l « m i t o d i
E d allora, nella prima parte della nostra ricerca (che qui si presenta) intendiamo
H e i d e l b e r g » (Rickert 1926), esercitava dalla sua casa, nella Z i e g e l h à u s e r Landstrasse, a
proprio preliminarmente analizzare i l loro apporto al progressivo strutturarsi i n W e b e r
Heidelberg, a partire dal 1904. Q u e l circolo d i intellettuali che lì si raccoglieva ogni dodell'immagine della Russia.
menica pomeriggio rappresentava, come è stato detto, una sorta di «arca di N o è » , pronS i trattava d i presenze nient'affatto marginali all'interno di quel circolo d i intelletta ad accogliere ogni nuova v a r i e t à d i stimoli culturali (Radbruch 1951).
tuali che si r i u n i v a a casa W e b e r , a Heidelberg, tutte le domeniche pomeriggio, sin dai
Particolare d i s p o n i b i l i t à W e b e r mostrava nei confronti di tutte quelle posizioni o
p r i m i anni del secolo. I n gran parte essi avevano studiato i n G e r m a n i a , stabilendovisi alatteggiamenti che si traducevano i n un esplicito rifiuto dello stile di v i t a borghese, dei
cuni, facendo la spola, altri, con Mosca, Pietroburgo, K i e v , e mantenendo quindi promeccanismi standardizzanti della v i t a nella grande c i t t à , della r a z i o n a l i t à strumentale,
fondi e radicati contatti con Vintelligencija.
della specializzazione accademica erudita e fine a se stessa.
Lì, i n quel crogiuolo di diverse esperienze intellettuali (tutte le testimonianze autoT r o v a v a quindi udienza simpatetica presso W e b e r gran parte di quella nuova genebiografiche dei partecipanti, oltre che la biografia d i Marianne e l'epistolario weberiarazione che con atteggiamento neoromantico aveva i l gusto dell'estremo, dello straordino, nella sua recente edizione critica, lo confermano: W e b e r Marianne 1995; W e b e r
nario, d i ciò che va contro le regole stabilite, insomma d i tutto ciò che si pone oltre l'e1990b) m a t u r ò l'interesse per la situazione politico-sociale russa, nel fuoco del dibattito
sperienza della pura o r d i n a r i e t à ; e che, da un punto d i vista anche schiettamente religiofra occidentalisti e m a r x i s t i da un lato, e populisti e slavisti dall'altro.
so, rifiutava d i integrarsi nelle istituzioni ossificate della chiesa luterana, e n u t r i v a una
E fu anche grazie agli amici russi che W e b e r trasse indicazioni e spunti d i riflessiosorta d i speranza escatologica d i salvezza, a fronte dello stato d i crisi, considerato irrene, oltre che copiosi materiali pubblicistici, per i lunghi saggi sull'evoluzione costituzioversibile, della civiltà occidentale (H^onigsheim 1968: 79).
nale russa nel biennio 1905-1906.
Q u e i giovani scoprivano p e r ò i n W e b e r , contrariamente a quanto a v v e n i v a nella
M a durante quei pomeriggi, e nelle discussioni che poi inevitabilmente ne scaturicerchia che si raccoglieva intorno a Stefan George, ripiegata su esperienze spirituali arivano, W e b e r ebbe modo soprattutto di familiarizzare con lo «spirito russo» di cui quegli
stocratiche d i tipo esoterico, un forte impulso a lavorare nel mondo, obbedendo al deintellettuali si facevano portatori, nella v a r i e t à dei rispettivi interessi spirituali (storici,
mone della propria coscienza (si pensi alle sollecitazioni i n questo senso contenute i n
estetici, letterari, religiosi), tutti animati dall'idea della missione universale cui era chiaScienza come vocazione, W e b e r 1 9 9 ^ .
mato r « u o m o russo».
I n casa W e b e r avevano quindi eco, seppure filtrati attraverso i l suo equilibrio raDepositari, per così dire di quello «spirito russo», Tolstoj e Dostoevskij penetravazionale, temi e motivi fortemente presenti ed agitati i n quei circoli giovanili che, raccolno i n quelle discussioni, ed anzi, a dire di Honigsheim, uno dei p i ù assidui a quegli i n ti intorno a figure carismatiche come K a r l Fischer, H e r b e r t B l ù h e r , G u s t a v W y n e k e n ,
contri, i loro nomi erano continuamente evocati (Honigsheim 1968). E , i n particolare,
l'editore E u g e n Diederichs, davano voce ad una Romantik derEmpòrung,
che si traducequello di Dostoevskij, specie da parte d i Georg L u k à c s , uno dei p i ù giovani di quel grupva i n un radicale rifiuto della visione capitalistica della vita e dei valori della m o d e r n i t à
po (allora molto caro a Weber) che, pure non russo, sentiva con particolare forza l'aura
prodotti dalla cultura liberale.
di nuova religiosità insita nella sofferta s p i r i t u a l i t à del grande romanziere-filosofo.
A d essa i vari gruppi, nati fra la fine del secolo e la prima guerra mondiale, dal BunI n quelle discussioni andava prendendo consapevole consistenza l'attenzione wederlebnis al Wandervogel alla Freideutsche Jugend, opponevano l'idea di u n uomo nuovo
beriana per Tolstoj e Dostoevskij, i n modo più esplicito per i l primo, i n modo p i ù sotterA
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MAX W E B E R E L A RUSSL\
STRUTTURE PROFONDE D E L L A SOCIETÀ RUSSA*
I — S U L L A RUSSIA
G l i avvenimenti rivoluzionari del 1905 fecero una fortissima impressione sugli intellettuali
russi presenti a Heidelberg, che parteggiavano per i partiti rivoluzionari, specie per i democratico-costituzionali, ma anche per i socialdemocratici e per i socialrivoluzionari. E anche Weber,
respirando quell'atmosfera di eccitazione e di entusiasmo, si accinse ad un lavoro che, oltre
all'intento scientifico, aveva anche quello di costituire un intervento nel dibattito politico-ideologico con cui i democratici tedeschi, con espliciti presupposti liberali, seguivano gli eventi russi.
Una posizione, quella vveberiana, che per la sua autorevolezza non poteva non suscitare
interesse nel campo democratico liberale rvisso, i l quale era sempre ossessionato dai rischi di
possibili alleanze fra le autocrazie zarista e prussiana. E infatti, il pruno saggio weberiano,zyxwvutsrqpo
La
situazione della democrazia borghesezyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHG
in Russia veniva pubblicato ÌJi russo già nel 1906 a Kiev, ed
entrava nel dibattito (Weber 1989: 78).
Tuttavia, l'interesse di Weber per gli awenimenti russi aveva una portata epocale, che
trascendeva il puro dibattito storico-politico: esso si poneva in ideale continuità con la domanda
conclusiva òéì'Etica protestante sul destino della libertà indixàduale e del potere democratico
nell'epoca dell'«impietramento della meccanizzazione».
Weber si chiedeva innanzitutto se il trapianto del capitalismo in Russia, in condizioni inedite
rispetto a quanto avvenuto in Occidente, avrebbe potuto darsi nel quadro di un sistema politico
liberale. E , in caso positivo, se quel sistema si sarebbe anch'esso trasformato in una «gabbia
d'acciaio», o se invece le strutture profonde della società russa avrebbero potuto configurarlo in
modo nuovo.
Per motivi storici e culturali diversi, il 'caso' russo era assimilabile al 'caso' americano: essi
concorrevano in Weber ad essere rappresentativi di situazioni in cui si determina un duro
impatto dei meccanismi cogenti della razionalizzazione capitalistica su valori culturali fortemente
radicati in una specifica tradizione religiosa: in America i valori dell'«inclividualismo democratico» come «eredità sempre viva del puritanesimo» (come Weber aveva detto nella Conferenza di
St. Louis, Weber 1990a); in Russia le norme comunitarie e tendenzialmente egalitarie della
ohsana o comunità di villaggio, che trovavano radice nelle forme mistiche dell'ortodossia.
E d allora Weber voleva verificare se nel 'caso' russo la tradizione religiosa ortodossa
avrebbe potuto costituire un ancoramento ideale sufficiente per «andare controcorrente», e cioè
contro la «corrente degli interessi materiali» (Scaff 1989: 90-91); ovvero se, anche in quel caso,
L a prima parte del presente lavoro è stata pubblicata in questa stessa Rivista (cfr. n. 4/1994, pp.
405-415).
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sociale di ogni radice religiosa ( D i
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di Weber, i due studi sulla Russia, equivalenti per le loro dimensioni a
propri volumi, pubblicati sul suo «Archiv fiir Sozialwissenschaft und Sozialpolitik»,
s o n o Irullo di una vastissima opera di documentazione (come l'edizione critica ha confermato,
Wi'ber 1989). Riguardo alle fonti, Weber fa tesoro della vasta produzione tedesca degli ultimi
decenni del secolo X I X , studi di storia agraria, di storia economica, di storia culturale e politica,
nei c|uali erano impegnati direttamente anche suoi coUeghi e amici (Schulze-Gàvernitz 1899).
Il nostro non vuole essere uno studio di quelle fonti, e nemmeno un'esposizione di taglio
sioiicopolitico, attenta a registrare le reazioni weberiane alle diverse proposte delle forze politielu-, all'evoluzione giuridico-costituzionale della situazione, al ruolo e al peso dell'autocrazia
/arista e della sua macchina burocratica.
Nostro obiettivo è invece quello di evidenziare, negli studi weberiani, l'analisi delle strutture
profonde della società russa.
( Ionie nel l e- ahiludini
dui-
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inlalli Aksaliov nel I S M : i-.ssa e • • un
a unioni- di individui dii- liiiumiano al
proprio i-}',oismo, alla propria pi-isonalita, e si manik-slano l o l |)roprio n-eiproto aeioitlo: eun'opera dell'amore, una sublime creazione cristiana, [...] un coro morale». Allora il contadino è
«una viva molecola di quel m o n d o » e il rnir è per lui «il supremo tribunale e la sua parola verità
indiseuiibile» (Poggio 1976: 267-268).
L'unanimità delle decisioni all'interno del mir si contrappone di fatto (anche senza le
eniatizzazioni degli esponenti slavofili) alle «sopraffazioni» della minoranza da parte della maggioranza proprie del parlamentarismo occidentale (Seifert 1992: 173-174).
n i — COMUNITARISMO E PROGETTI DI RIFORMA AGRARIA
Se questa è la struttura organica e comunitaria déì^obscina, «i contadini stessi non possono
essere conquistati a un programma di politica agraria 'individualistico' nel senso europeo occidentale», e ciò spiega l'estrema cautela con cui «l'intera formazione socio-politica dei partiti
russi» guarda al «problema, accanitamente discusso da decenni, del futuro destino delia comuniProprio nell'esordio del primo saggio,zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
La situazione della democrazia borghese in Russia,
tà di campo». Ma anche i l motivo per il quale il programma liberale di rifomia agraria presenta
I roviamo la domanda che a noi pare attraversi l'interesse w^eberiano nel suo accostarsi a quel
concessioni, da un lato, a «slavofili diventati politicamente liberali e "populisti", e, dall'altro, ai
mondo: «Cosa è propriamente storico nella Russia di oggi?». L a dialettica fra ciò che è «storico»,
socialisti, ai socialrivoluzionari e ai riformatori agrari, i quali, tutti, per opposte ragioni, non
cioè «vitale», profondamente radicato nell'esperienza di un popolo, e ciò che è «astorico», ossia
potevano trovarsi d'accordo su un esplicito attacco alla comunità di campo» (Weber 1981:
c|iianto vi è di costruito, artificiale, non organico, ci pare rappresenti il criterio interpretativo degli
47-48).
avvenimenti (Weber 1981: 27).
Insomma, continua Weber, \àsto che i diversi partiti hanno ben presente che «la questione
Weber non ha dubbi nella risposta: ciò che è «storico» e «vitale» in Russia, e quindi ciò con
decisiva per il futuro non solo del mo\àmento democratico-costituzionale, bensì — i l che è piìi
cui deve confrontarsi anche ogni ipotesi di riforma, è rappresentato dalla comunità agraria
importante — dei suoi punti programmatici fondamentali e delle opportunità di uno sviluppo
contadina; dalia Chiesa ortodossa, anche nel suo rapporto col potere assoluto degli Zar; daìì'in'liberale' in senso europeo occidentale, è la posizione dei contadini», essi non devono poi
Iclligencija.
assegnare alle riforme politiche tout court effetti taumaturgici, come se esse fossero capaci di per
sé di produrre la riforma agraria, la quale a sua volta «gioverebbe alle riforme politiche». Non si
p
u ò affatto dare per scontato che «i contadini diverranno democratici» per decreto, e, d'altra
I I — LA COMUNITÀ D I CAMPO
parte, che significato potrebbe assumere anche la proposta di un suffragio censitario per Xobsctna,
ove « v d e il principio storico di un uguale diritto di voto attribuito ad ogni consiglio di famiglia»?
Nella struttura profonda dell'anima russa erano profondamente radicati i principi ed i
(ibid.: 44-45; 32).
comportamenti indotti da quella istiuizione di tipo comunistico-agrario detta obsctna (comunità
Essenziale è allora chiedersi «quali siano le pretese dei contadini e quali quelle dei riformadi campo), di cui il mtr era i l corrispettivo politico-amministrativo, secondo cui «il singolo non
tori democratici avanzate nell'interesse dei contadini» (ibid.: 45). Si vedrà allora che la richiesta di
eredita la sua parte (terreno agricolo, ecc.) dalla famiglia, bensì questa gli viene assegnata (tramite
nuova terra non è avanzata in modo individualistico, ma con le modalità tradizionali del mir, ossia
spartizione) dalla comunità» (Weber 1989: 191).
secondo il principio dell'uguale diritto di ognuno a trarre dalla terra i mezzi di sussistenza (quante
«D villaggio del mir insso è un villaggio sulla strada, spesso straordinariamente esteso, che
bocche e quante braccia insistono sull'appezzamento) (Weber 1906: 299).
comprende fmo a tremila-cinquemila abitanti. Orto e campo stanno dietro la casa; le nuove
E quindi le proposte di nuova ripartizione della terra nei diversi progetti costituzionali, che
famiglie che si formano si insediano alla fine della serie di case. Oltre al possesso del terreno
certo appaiono come «il piìj importante elemento di democrazia agraria», rischiano di rimanere
coltivato
è l'utilizzo dé^Almende (pascolo). H terreno è suddiviso in sezioni, e queste a loro
«soltanto sulla carta» se ci si limita a pensarle «come qualcosa che agisce a iiveUo sociopolitico»
volta in strisce. A differenza dell'organizzazione agraria tedesca, però, in quella russa esse non
(Weber 1981:49).
sono assegnate alla singola corte; essa chiede invece quante bocche o anche quante entità di forze
H problema, insomma, non era quello di assicurare il diritto alla terra: e ciò per due ordini
di lavoro vi alloggino. L a quantità delle strisce assegnate dipende dal loro numero. Pertanto
di motivi. Intanto, proprio quella che poteva apparire la misura più opportuna andava, come si è
l'appropriazione non poteva essere definitiva, ma soltanto temporanea. Per la risuddivisione la
detto, in senso opposto rispetto alle tradizionali aspettative dei membri del mir. I n secondo luogo,
legge prevedeva periodi di dodici anni; di fatto, essa avveniva per lo più già prima, dopo uno, tre,
essa minacciava di favorire quei processi di trasformazione capitalistica delle campagne che in
sei anni. I l diritto alla terra {nadjel) apparteneva alle singole anime e [...] era un diritto perpetuo.
qualche modo si erano avviati anche all'interno della comunità di campo.
Anche l'operaio di fabbrica, il cui antenato fosse emigrato da generazioni in città, poteva tornare
Infatti, la massa dei contadini, a causa della diversa produttività della terra, si era andata
in ogni momento e far valere il suo diritto, ma viceversa nessun membro poteva sottrarsi senza il
fatalmente suddividendo in due tronconi, uno dei quali, «a causa del fabbisogno delle dotazioni
suo assenso» (Weber 1993:32-33).
strumentali» si veniva indebitando «con la borghesia di villaggio dei kulaki, che grazie al prestito
Ma la comunità di campo non è solo una struttura economico-giuridica: essa trae la sua
di denaro aveva in mano la massa dei non possidenti» (Weber 1993: 33).
forza (tanto che il movimento slavofilo, a partire dalla seconda metà del sec. X I X , ne fa uno dei
Allora, ogni proposta (come sarà quella di Stolypin nel 1906-1907) che tendesse a favorire
simboli dell'identità russa) dal suo essere un'associazione cooperativistica fondata su principi
lo scioglimento del singolo dai vincoU ài^obscina mediante l'assegnazione di una quota di
morali.
terreno, avrebbe ottenuto come unico risultato quello di favorire l'emancipazione dalia comunità