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Il Regno d'Italia nella posta e nella filatelia / 38-41

Scroll for English. Dal 9 al 16 febbraio 2006 nella Camera dei Deputati è stata organizzata la mostra «Il Regno d’Italia nella posta e nella filatelia», con la mia cura scientifica. La mostra affrontava gli aspetti storici, postali e filatelici d’Italia dall’Unità (1861) alla fine della monarchia (1946). La mostra si sviluppava in 84 quadri che, insieme, sviluppavano un discorso organico sul tema. Ogni quadro conteneva un testo storico e filatelico e documenti postali che lo illustravano. Questo volume è il catalogo della mostra: è diviso in 84 capitoli. Le illustrazioni e le didascalie sono le stesse della mostra; il testo è uno sviluppo e un approfondimento di quello dei quadri. Quindi, questo volume non è solo il catalogo della mostra ma è un testo autonomo, che sviluppa in modo discorsivo ma rigoroso la storia della posta e della filatelia nel regno d’Italia. Il libro è diviso in due tomi (capitoli 0-41, 42-83). Qui i capitoli 38-41 (fine del primo tomo). From the 9th to the 16th of February, 2006, an exhibition of history of mail and of philately has been held in Rome, in the House of Parliament, and named «The Kingdom of Italy in the mail and in philately». I was the curator. It dealt with the historical, postal and philatelic aspects of Italy from unity (1861) to the end of monarchy (1946). The exhibition was developed on 84 frames which, as a whole, formed an organic and consistent discourse on the theme. Each frame contained a historical-philatelic descriptive text, stamps and postal documents illustrating it. This book is the catalogue of the exhibition: it is divided in 84 chapters. The illustrations and their captions are the same as in the exhibition; the text is an expansion and deepening of the one in the frame. So the book is not only the catalogue of the exhibition, but it stands on its own, with a lasting value, telling in a discursive but rigorous way the history of the mail and of the philately of the Kingdom of Italy. The book is divided in two volumes: the first contains chapters 0-41, the second chapters 42-83. Here the chapters 38-41 (end of the first volume).

38 DAL DOPOGUERRA ALL’IMPERIALE: I COMMEMORATIVI 1921 – 1929 S ’è visto che l’emissione di carte-valori commemorative iniziò in Italia nel 1895 con una cartolina postale; i primi francbolli si ebbero nel 1910, e poi si ebbero altre emissioni sino al 1916. Internazionalmente, permaneva però una certa diffidenza verso i francobolli commemorativi, ritenuti scomodi per il controllo dell’esattezza dell’affrancatura, tanto che per molte destinazioni non erano accettati. All’interno, ci volle tempo perché il servizio fosse modernamente concepito nei suoi scopi di larga diffusione del motivo dell’emissione: al contrario, i francobolli commemorativi erano visti come una forma alternativa di finanziamento alle casse statali o agli organizzatori di eventi collegati alle commemorazioni. Infatti, le emissioni avvenivano su domanda di comitati (quelli ben introdotti ad alto livello, che riuscivano a vedere esaudita la richiesta) che si assumevano l’onere delle spese di produzione. La serie veniva emessa, magari con scarsa pubblicità, solo in alcune città ed in limitati periodi di tempo. Una larga parte della tiratura veniva accantonata e, cessato il termine di validità, ceduta gratuitamente o a prezzo di favore ai comitati, che le rivendevano per collezione a prezzi d’affezione. Le tirature erano di norma di poche centinaia di migliaia di serie. La stampa filatelica dell’epoca non mancava di stigmatizzare anche pesantemente questi sistemi, che a volte sfociarono in veri e propri scandali e che ebbero vasta eco anche sulla stampa d’informazione, che però continuarono, sia pur attenuati, sino agli anni Quaranta. La maggior parte di questi commemorativi venne stampata presso stabilimenti tipografici romani: Petiti (che in quel periodo stampava anche fran- cobolli ordinari italiani) e Staderini. Ciò causò altre irregolarità, relative alle “varietà” (cioè ad errori o variazioni nella stampa, molto ricercati dai collezionisti) che si verificarono in gran copia. Gli artisti che disegnarono i francobolli furono diversi. Alcuni avevano già lavorato nel campo filatelico, come Giuseppe Cellini; altri lo avrebbero fatto in futuro, come Vittorio Grassi. Altri ancora, invece, realizzarono un solo francobollo o poco più. Le incisioni tipografiche furono realizzate da Alberto Repettati, capo incisore presso l’OCV, o, in pochi casi, da altri. Di queste emissioni (come delle successive) sono conservati al museo postale italiano i bozzetti originali degli artisti che li realizzarono, a volte anche con soluzioni grafiche o soggetti non adottati; poi diverse prove di conio, di stampa, di colori. Queste ultime sono forse le più numerose e varie, perché spesso i commemorativi erano bicolori, e le prove comprendevano, oltre a diverse colori, anche le loro combinazioni. Non è naturalmente possibile presentarne un’ampia selezione, cosa che esulerebbe dagli scopi di questo lavoro, che si limita invece ad un caso, forse il più appariscente e spettacolare. LE EMISSIONI COMMEMORATIVE Queste le emissioni commemorative sino al 1929, con le loro principali caratteristiche. Annessione della Venezia Giulia 5 giugno 1921. 15 c., 25 c., 40 c. Venduti solo a 367 4. 20 settembre 1922. Un francobollo della serie commemorativa di Giuseppe Mazzini sul verso di una cartolina con lo stesso soggetto, seguendo una tipologia (cartoline maximum) che andrà in auge più avanti nel tempo. 5. 30 giugno 1923. Raccomandata con il francobollo da 1 L. della serie per il III centenario di Propaganda Fide. 6. 9 gennaio 1924. Francobolli del centenario manzoniano su B.L.P. (busta lettera postale): buste-lettere con pubblicità, affrancate con francobolli dedicati. Trieste. Tiratura 300.000. Validi per le corrispondenze interne sino al 31 dicembre 1921. Stampati dallo Stabilimento Petiti di Roma 1. 75.000 serie furono in distribuzione agli sportelli postali, 225.000 furono cedute al Comune di Trieste che, pare, li vendette in modo irregolare. VI “Pensiero e Azione”, che aveva sede a Bologna. Non fu adeguatamente pubblicizzata, e colse quasi di sprovvista i filatelisti, che non mancarono di lagnarsene: «noi non riusciamo a comprendere perché la nostra Amministrazione ... tiene così segreta ... ogni notizia riguardante nuove emissioni di francobolli», scrisse la più autorevole rivista filatelica italiana. Furono vendute agli sportelli 95.000 serie, le altre cedute al comitato, che per aumentare il lucro le sovrastampò anche B.L.P. (vedi capitolo 40) e cercò senza riuscirvi di farle sovrastampare per le colonie. centenario della morte di Dante Alighieri 28 settembre 1921. 15 c., 25 c., 40 c. Tiratura 400.000. Validi sino al 31 dicembre 1921. Il 15 c. venne stampato, ma non emesso, anche in grigio anziché in lilla bruno. Stampati dallo Stabilimento Petiti di Roma 2. L’emissione avvenne su domanda della Società Dante Alighieri, a proprie spese, che poi ne ricevette un forte quantitativo in omaggio. III centenario della congregazione di Propaganda Fide III 11 giugno 1923. 20 c., 30 c., 50 c., 1 L. Venduti solo a Rma dall’11 al 13 giugno. Tiratura 200.000. Validi sino al 30 giugno 1923. Stampati dallo Stabilimento Petiti di Roma 5. L’emissione avvenne su domanda del “Patronato romano Itala Gens” per la tutela degli interessi degli italiani emigrati in oriente, a proprie spese; poi ne ricevette 150.000. All’epoca la stampa ironizzò: un’emissione clericale come contrappreso della precedente mazziniana, d’ispirazione massonica. anniversario della Vittoria 1° novembre 1921. 5 c., 10 c., 15 c., 25 c. Validi sino al 31 dicembre 1922, ma accettati anche successivamente. I francobolli erano stati preparati già nel 1919, e in quell’epoca non erano stati emessi perché il momento non era parso favorevole per lo spirito nazionale. Furono largamente distribuiti ed adoperati; ciò nonostante ne rimasero giacenze, tanto che tra gennaio e febbraio 1924 i quattro valori vennero rimessi in circolazione con la sovrastampa LIRE 1. Tiratura 90.000. Validi sino al 31 dicembre 1924. IX Marcia su Roma 24 ottobre 1923. 10 c., 30 c., 50 c., 1 L., 2 L., 5 L. Vedi capitolo 66. congresso filatelico italiano Pro Cassa di previdenza Camicie Nere 4 giugno 1922. 10 c., 15 c., 25 c., 40 c. Venduti dal 4 al 10 giugno solo a Trieste Centro. Tiratura 15.000. Validi sino al 30 settembre 1922 3. L’emissione avvenne su domanda del comitato esecutivo del congresso. A ciascun congressista furono vendute al valore facciale dieci serie; per le altre poche in vendita vi furono forti assembramenti agli sportelli delle poste. Per questa emissione vi furono all’epoca forti polemiche sulla stampa filatelica nazionale ed internazionale; per anni il più importante catalogo francese, uno dei più autorevoli al mondo, non la volle catalogare. 29 ottobre 1923. 30+30 c., 50+50 c., 1+1 L. Vedi capitolo 66. Cinquantenario della morte di Alessandro Manzoni 29 dicembre 1923. 10 c., 15 c., 30 c., 50 c., 1 L., 5 L. Venduti solo a Roma e Milano. Tirature da 50.000 a 300.000. Validi sino al 28 gennaio 1924. Stampati dallo Stabilimento Petiti di Roma 6. L’emissione avvenne su domanda del comitato per le onoranze popolari ad Alessandro Manzoni, a proprie spese. La vendita al pubblico avvenne in quantitativi giornalieri contingentati, e vi furono anche tentativi «da parte degli impiegati di sottrarre alla vendita parte della dotazione», cui «il pubblico si è ribellato e la direzione superiore ha provveduto a far cessare l’illecito traffico». La vendita contingentata, la tiratura ridotta, il cortissimo periodo di validità causarono lunghissime Cinquantenario della morte di Giuseppe Mazzini 20 settembre 1922. 25 c., 40 c., 80 c. Venduti solo a Roma, Genova, Bologna. Tiratura 300.000. Validi sino al 31 ottobre 1922. Stampati dallo Stabilimento Petiti di Roma 4. L’emissione avvenne su domanda della Società 369 7. 7 maggio 1924. Cartolina da bordo della nave Italia in crociera verso l’America latina, affrancata con i francobolli della crociera venduti solo a bordo. 8. 28 gennaio 1925. Francobolli dell’Anno Santo su cartolina raccomandata espresso per l’Ungheria. 9. 16 gennaio 1926. Cartolina con l’effigie del re Vittorio Emanuele ed i valori dedicati al 25° del suo regno. 370 10. 14 dicembre 1926. L’alto valore con sovrapprezzo della serie dedicata a san Francesco su lettera raccomandata. 11. 26 luglio 1927. Un valore della serie dedicata ad Alessandro Volta, bollato dall’ufficio speciale dell’esposizione voltiana a Como. 13. 21 giugno 1929. Il francobollo dedicato al cinquantenario della morte di Vittorio Emanuele II: il primo francobollo emesso in stampa rotocalcografica, che aprì un nuovo ciclo filatelico in Italia. 371 12. Prove di colore e di accoppiamenti di un francobollo della serie per Emanuele Filiberto. code agli sportelli postali di Roma e Milano, traffici, accaparramenti, vive rimostranze sulla stampa specializzata italiana ed estera, nonché su quella nazionale. Il nuovo valore nel gennaio 1926 fu reso necessario da una variazione tariffaria. I francobolli esistono in diverse dentellature; furono largamente stampati e distribuiti, ed in quel periodo sostituirono quasi gli ordinari. Crociera italiana nell’America latina VII 16 febbraio 1924. 10 c., 30 c., 50 c., 60 c., 85 c., 1 L., 5 L. Venduti solo a bordo della nave Italia in crociera nell’America latina. Tirature da 25.000 a 100.000. Validi sino al 16 settembre 1924 7. L’emissione avvenne su domanda del Comitato esecutivo della crociera, dopo che il ministro Colonna di Cesarò, che nel frattempo era stato sostituito da Ciano, aveva promesso una deliberazione del consiglio dei ministri per non autorizzare altre emissioni a privato beneficio di enti. Alla fine del 1924 il quantitativo rimasto venne rilevato, pare, da alcuni commercianti, ed i francobolli nuovi vennero offerti ad alto prezzo. centenario della morte di san Francesco 30 gennaio 1926. 20 c., 30 c., 40 c., 60 c., 1,25 L., 5+2,50 L. Validi sino al 31 dicembre 1927 10. Alcuni valori furno stampati dall’OCV; gli altri dal nuovo Stabilimento Poligrafico per l’Amministrazione dello Stato, SPAS (vedi capitolo 37): 20 c., 40 c., 60 c. Tirature da 500.000 in su, sino a diversi milioni. L’emissione avvenne su domanda del “Comitato pro concorso artistico internazionale per un omaggio della pittura italiana al Santo d’Assisi” e della Provincia minoritica romana di San Francesco a Ripa, a proprie spese, con sovrapprezzo a proprio favore e con una convenzione. La serie francescana fu la prima che venne largamente distribuita in quasi tutti gli uffici postali d’Italia sin dai primi giorni dell’emissione. Vi erano ancora i vincoli con gli enti concessionari dell’emissione, che però lasciarono facoltà al ministero di distribuire tutti i valori, meno il 5 lire; tant’è che di tutti gli altri valori venne preparata una seconda, consistente, tiratura. Alcuni valori sono noti in dentellature diverse; sono note molte varietà. Anno santo 24 dicembre 1924. 20+10 c., 30+15 c., 50+25 c., 60+30 c., 1 L.+c., 5+2,50 L. Validi sino al 31 dicembre 1925, poi sino a 31 dicembre 1926. Stampati dallo Stabilimento Staderini di Roma 8. L’emissione avvenne su domanda del Comitato per l’anno santo e l’esposizione missionaria vaticana, a proprie spese e con sovrapprezzo a proprio favore. La vendita venne effettuata da tutti gli uffici romani; nelle altre città, solo alla posta centrale dei capoluoghi di provincia. Come scrisse la stampa dell’epoca, la vendita andava «molto a rilento e per l’antipatia che ha il pubblico per i sopraprezzi e per una specie di ostruzionismo esercitato dagli impiegati postali» che avrebbero dovuto tenere contabilità doppia. Anche per questa serie scoppiò lo scandalo, perché si ritrovarono ben presto diverse varietà: centro capovolto, stampa recto-verso, non dentellati, che si scoprì provenivano da tirature abusive. La Staderini dichiarò che vi era l’impossibilità tecnica di ottenere i centri capovolti se non volutamente, perché i fogli nei due colori erano stampati in sequenza, senza porre i fogli in macchina due volte. Si trattava, quindi, di corruzione di qualche operaio. La Federazione fra le Società Filateliche Italiane riuscì ad ottenere la distruzione di grosse partite di queste varietà abusive. Pro Milizia volontaria sicurezza nazionale 26 ottobre 1926. 40+20 c., 60+30 c., 1,25 L.+60 c., 5+2,50 L. Vedi capitolo 66. Centenario della morte di Alessandro Volta 1927. 20 c. (marzo), 50 c. (settembre), 60 c. (marzo), 1,25 L (aprile). Validi sino al 31 marzo 1928. Stampati dallo SPAS 11. L’emissione avvenne su domanda del Comitato per le onoranze a Volta, con cui venne stipulata una convenzione. I francobolli vennero stampati in litografia, anziché in tipografia o calcografia, come d’uso in quegli anni. Anche questi valori ebbero larga diffusione, sostituendo o quasi gli ordinari per alcuni periodi, specialmente il 60 c. e poi il 50 c., cioè i due valori destinati all’affrancatura delle lettere. Nell’ambito delle onoranze ad Alessandro Volta, il 1° settembre 1926 era uscita una cartolina pstale con l’effigie Leoni da 10 c., con intestazione ONORANZE A VOLTA, realizzata e venduta (a 20 c.) durante le manifestazioni di Como dall’IGNI, Giubileo del re Giugno 1925. 60 c., 1 L. Gennaio 1926. 1,25 L. Validi sino al 31 dicembre 1927 9. 373 Istituto gare nazionali ed internazionali di telegrafia pratica ed avviamento postale. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. Pro Milizia II emissione 1° marzo 1928. 30+10 c., 50+20 c., 1,25 L.+50 c., 5+2 L. Vedi capitolo 66. IV centenario della nascita di Emanuele Filiberto e X anniversario della Vittoria Luglio-settembre 1928. 20 c., 25 c., 30 c., 50 c., 75 c., 1,25 L, 1,75 L, 5 L, 10 L, 20 L. Validi sino al 31 dicembre 1929. L’emissione avvenne senza domande di comitati. Fu una delle ultime produzioni tipografiche, quando già l’OCV si era dotata delle nuove macchine rotocalcografiche, tanto che è noto un saggio per questa emissione stampato in rotocalcografia. Sono note diverse dentellature e molte varietà, tra cui la spettacolare “centro capovolto” del 30 c., di cui sono noti pochissimi esemplari nuovi, qualche usato ed uno solo su cartolina. Vennero ritrovati casualmente a Bologna. La scelta delle tinte fu laboriosa e avvenne dopo molte prove. Per l’immagine del condottiero a piedi furono provate ben trenta combinazioni diverse, riunite nel cartoncino di presentazione che proponeva queste combinazioni cromatiche (secondo le denominazioni ufficiali) 12: 1. verde americano granata 2. verde oliva scuro granata 3. bleu nero bleu Italia 4. violetto magenta bleu Italia bleu Italia 5. sanguigno P.H. 2 6. giallo arancio bleu Italia sanguigno P.H. 2 violetto magenta bruno siciliano verde americano verde americano bruno siciliano rosso scarlatto verde americano bruno siciliano rosso scarlatto bruno siciliano verde americano bleu nero chiaro bleu nero scuro rosso scarlatto rosso scarlatto sanguigno P.H. 2 sanguigno P.H. 2 bruno siciliano giallo arancio bleu Italia verde americano violetto magenta violetto magenta rosso scarlatto rosso scarlatto rosso scarlatto rosso scarlatto bruno siciliano lacca viola garanza lacca viola garanza lacca viola garanza rosso remington sanguigno P.H. 2 sanguigno P.H. 2 sanguigno P.H. 2 sanguigno P.H. 2 sanguigno P.H. 2 verde americano bruno siciliano verde americano bruno siciliano verde americano verde americano bruno siciliano bruno siciliano bruno siciliano verde americano 50° anniversario della morte di Vittorio Emanuele II 4 gennaio 1929. 50+10 c. Sovrapprezzo destinato al comitato per le onoranze. Valido sino al 31 dicembre 1929 13. Chiuse questo periodo ed aprì il successivo: fu il primo valore emesso (ma non il primo stampato) con le nuove macchine per la stampa in rotocalcografia, appena giunte al Poligrafico (vedi capitolo 55). 374 39 PUBBLICITÀ IN POSTA: UNA GAMMA DI OFFERTE 1877 – 1946 L a pubblicità è un particolare modello comunicazionale predisposto per far conoscere al pubblico l’esistenza e l’attività di professionisti, aziende, enti; suggerire idee ed opinioni; offrire beni in vendita, incrementare il proprio giro d’affari ed allargare la propria clientela. Se messaggi pubblicitari sono conosciuti sin dall’antichità preclassica, le prime inserzioni pubblicitarie in senso moderno cominciarono ad apparire già nel XVII secolo, e raggiunsero una grande diffusione all’alba del XIX, quando vennero fondate le prime agenzie di pubblicità. Nella seconda metà del secolo la pubblicità, soprattutto informativa ed ancora priva di quell’impatto emozionale che più tardi le sarà proprio, era già parte integrante dell’attività commerciale delle aziende; si svilupperà pienamente dagli inizi del Novecento. L’Italia non fu estranea allo sviluppo della pubblicità, anche se in forme minori ed in tempi più tardi rispetto alle più avanzate realtà europee, a causa del ritardo nello sviluppo industriale e terziario, ed al permanere di un’economia soprattutto agricola, cui non serviva pubblicità. La centralità sociale della posta dalla seconda metà dell’Ottocento fece sì che nel mondo occidentale i luoghi e gli oggetti postali, assieme alla stampa periodica, fossero fra i più interessanti veicoli di diffusione di messaggi pubblicitari. Alla fine dell’Ottocento furono stipulate convenzioni (di cui non ci si occupa qui) per l’inserimento d’inserzioni nelle cassette e negli uffici postali; attiva fu anche, e sarà l’oggetto di questo capitolo, la pubblicità sugli oggetti di corrispondenza. Già, a scopo pubblicitario, le intestazioni delle carte da lettera, delle buste e poi delle cartoline delle ditte commerciali, grazie anche all’opulento gusto decorativo dell’epoca, divennero molto ricche, con gran copia di fregi ed indicazioni varie, di scarsa leggibilità ma apprezzate. Ma, al di là di questi primi utilizzi personali, ben presto gli oggetti postali da corrispondenza divennero mezzi per la diffusione di inserzioni pubblicitarie di terzi, realizzate ed offerte soprattutto da privati con sistemi diversi. Si diffusero in diversi Stati e, a partire dall’ultimo trentennio dell’Ottocento, giunsero anche in Italia, dove se ne ebbero alcuni esempi. L’UTILIZZO PRIVATO DI BUSTE E CARTE-VALORI PER PUBBLICITÀ Le prime iniziative del genere in Italia vennero realizzate da privati: consistevano nell’inserimento a pagamento di spazi pubblicitari su buste o cartoline (che diminuivano notevolmente lo spazio utile per la redazione del testo) poi vendute al pubblico già affrancate tramite rivenditori secondari (cioè non dagli uffici postali) ad un prezzo inferiore al nominale. Per impedire che il pubblico utilizzasse il francobollo sostituendo il supporto con le inserzioni, vanificando così la distribuzione dei messaggi pubblicitari, vennero messi in atto diversi accorgimenti. Queste pionieristiche iniziative, mutuate su altre d’oltralpe, si svilupparono a partire dai tardi anni Settanta dell’Ottocento, ma non incontrarono il favore del pubblico, o gli ideatori non furono capaci di dar loro ampia diffusione, per cui questi oggetti postali furono tutti poco diffusi, ed oggi sono rari. 375 1. 20 aprile 1877. Prima data nota della «busta parlante», venduta già affrancata a soli 15 c. con inserzioni pubblicitarie. Come d’uso, per impedirne il riutilizzo il francobollo venne colpito da rasoiate. 2. 22 agosto 1891. Perforazione F&R, iniziali della ditta commerciale mittente, Fischer & Rechsteiner, su cartolina postale. L’uso di questo tipo di perforazione privata, per controllo delle proprie carte-valori e per ragioni di propaganda, cominciò a diffondersi proprio in questi anni sui francobolli. Sulle cartoline postali è affatto inusuale. 3. 28 marzo 1887. «Francalettere», ovvero lettera con inserzioni pubblicitarie venduta a prezzo ridotto, affrancata con un francobollo perforato con il nuovo valore per impedirne il riutilizzo. In questo caso la perforazione fu C 18, e questa è l’unica lettera nota con la varietà di perforazione della mancanza della C. 376 dalle poste, sino a che la legge postale di fine secolo non ne permise l’uso in modo permanente. La distribuzione di questi «francalettere» iniziò nel 1887 e durò qualche anno; furono prodotti con francobolli da 2 c., 5 c., 10 c. e 20 c., e venduti rispettivamente a 1 c., 4 c., 8 c., 18 c. Le perforazioni apposte erano: C 1, C 4, C 18 3 e 8-8. Quest’ultimo valore era impresso utilizzando il punzone per il C 18 sul francobollo piegato in due. Anche delle francalettere furono stampate alcune serie di mille esemplari. Le buste parlanti Si tratta della prima iniziativa italiana, del 1877, ad opera della ditta Gasparri e c., con sedi a Napoli, Roma e Milano, che stampò e brevettò buste tappezzate d’inserzioni pubblicitarie sul fronte e sul retro. Erano chiamate «buste parlanti», probabilmente per il leggero sibilo per la fuoriuscita d’aria che emettevano quando venivano bollate o premute. Si rammenti che fu proprio in questi anni che si affermò l’uso della busta, ancora inusuale; prima la lettera veniva semplicemente ed accortamente piegata ad incastro, e spedita senza ulteriori protezioni. Queste buste venivano vendute complete di francobolli da 5 c. o da 20 c., per le lettere per il distretto o per l’interno, ad un prezzo inferiore al nominale: 2 c. e 15 c. L’utile della ditta Gasparri consisteva negli introiti pubblicitari. Per evitare l’utilizzo su altri supporti dei francobolli, questi venivano colpiti da rasoiate. Oltre che in italiano, le inserzioni pubblicitarie erano scritte anche in inglese, francese e tedesco, ed infatti le buste vennero ritenute valide dalle poste anche per l’invio all’estero, se pur limitato ad alcuni Stati. Le buste erano identificate da un numero di serie, riportato a stampa; ciascuna serie conteneva inserzioni diverse; di ciascuna la tiratura fu di un migliaio di copie; sono note quarantacinque serie. La prima data nota è il 20 aprile 1877 1; poi sono conosciute, raramente, solo nel primo paio d’anni o poco più. Si conoscono con i francobolli tipo De La Rue da 5 c., 20 c. azzurro ed, eccezionalmente ed in un solo esemplare, da 20 c. ocra. L’iniziativa non ebbe grande successo. Le cartoline di pubblicità L’iniziativa venne ripresa, senza miglior fortuna, dalla ditta romana Forzano & c. nel 1889, che chiesero ed ottennero l’autorizzazione per produrre una cartolina doppia ripiegata sul lato superiore, anch’essa con avvisi pubblicitari. Venne ammessa a tariffa lettera, cioè 20 c.; le «cartoline di pubblicità» furono vendute a 18 c. affrancate con un francobollo da 20 c., perforato CC («cartolina commerciale») 4. Di queste cartoline, che durarono anch’esse poco tempo, sono note diciassette serie. I biglietti postali di Emilio Corsi Emilio Corsi, funzionario del ministero delle finanze, riprese l’idea nel 1890, questa volta utilizzando come supporto i biglietti postali da 5 c. appena usciti, noti da marzo, con l’indicazione stampata GRATIS. Fra il dicembre 1894 e l’inizio del 1895, poi anche oltre, distribuì biglietti postali, sempre con inserzioni, da 5 c. con l’indicazione PER CENTESIMI 2 o 3 o 4, e da 20 c. con PER CENTESIMI 15 5. Questi biglietti contenevano all’interno fogli doppi di carta bianca, anch’essi tappezzati d’inserzioni. I francalettere Un’iniziativa simile venne ripresa dieci anni dopo da una ditta livornese, “La Francalettere”, che offriva fogli ripiegati a mo’ di biglietto postale (che in Italia doveva ancora uscire) con inserzioni pubblicitarie all’interno ed all’esterno. Per impedire il riutilizzo dei francobolli, la ditta chiese alle poste, che l’accordarono, l’autorizzazione ad impiegare un sistema da poco diffuso in altri paesi: e cioè la perforazione con aghi «in guisa di rappresentare lettere o numeri». Oggi in letteratura questo sistema è universalmente noto come «perfin», crasi dell’espressione inglese perforated in; veniva utilizzato anche da ditte commerciali che volevano così marcare la propria scorta di carte-valori per difenderla da sottrazioni 2; all’epoca in Italia questa perforazione doveva venire autorizzata di volta in volta Le cartoline postali Il filone, esauritosi o quasi con le buste, continuava con le cartoline postali. Nel 1889 ne vennero distribuite due diverse, da 10 c., entrambe vendute a 5 c., a cura di due ditte forse collegate fra loro: Girardi & Tarra di Milano, e Vicoli & Garzanelli di Chieti 6. Qui i tasselli erano più piccoli ed in minor numero, perché occorreva lasciare un minimo di spazio per il testo epistolare. Del 1890, sono note (solo due) cartoline da 10 c. per l’estero con intestazioni e testi della Gazzetta dei Prestiti di Milano che, come stampato su di esse, presso la sede della rivista venivano vendute ad 8 c. Nel 1898 la casa svizzera Suchard, produttrice di 377 3. 31 ottobre 1980. «Cartolina di pubblicità», tappezzata di annunci e venduta a prezzo ridotto. 5. Il verso della cartolina postale prodotta da Vicoli & Garzanelli di Chieti, con otto tasselli pubblicitari e venduta a 5 c. anziché 10 c. 378 3. 25 febbraio 1902. Biglietto postale da 20 c. con inserzioni prodotto dal rag. Emilio Corsi, venduto a 15 c. Era tappezzato d’inserzioni all’esterno, all’interno, ed anche sul foglio bianco che era allegato (riprodotto al 50%) per permettere di scrivere. 6. I1° gennaio 1901. Una delle cartoline neutre (cioè con il solo francobollo impresso, senz’altra indicazione) di produzione privata in tirature minime per i più vari avvenimenti, sfruttando la voga collezionistica del tempo e, in questo caso, il cambio di secolo. 7. 1917. L’unico biglietto postale pubblicitario conosciuto, fornito gratis dalla ditta Excelsior Sopramontana; in questo caso con affrancatura aggiunta di francobolli di Libia. cioccolato, sovrastampò con vignette pubblicitarie la cartolina postale da 10 c., che allegava in omaggio ad i propri cataloghi. Nel 1903 venne distribuita la cartolina umbertina da 7 1/2 + 7 1/2 c. ovale con tasselli pubblicitari, sul modello di quelle del 1889. L’iniziativa fu questa volta della ditta milanese A. Griffo, che produsse diverse serie di mille cartoline ciascuna, vendute a 10 c. Sinora ne è noto un solo esemplare, di recente ritrovamento. Le cartoline neutre pubblicitarie Delle cartoline di commissione privata s’è detto nel capitolo 14, dove si è visto che, anche dopo l’abrogazione del servizio nel 1895, i quantitativi 380 di cartoline neutre (cioè con il solo francobollo impresso, senz’altra indicazione) ancora in mano ai privati permisero altre produzioni negli anni seguenti. Sino al 1901 si ebbero varie emissioni di cartoline commerciali, pubblicitarie o commemorative, anche in tirature minime, a scopo soprattutto collezionistico 7. e con la propria pubblicità impressa al retro 10. L’iniziativa della Solari ebbe subito un buon successo: preparò i propri gettoni con francobolli da 5 c., 10 c., 25 c. e 50 c. per una ventina di inserzionisti diversi ed anche per il mercato francese. LA PUBBLICITÀ IN CONCESSIONE Le ultime iniziative Agli inizi del Novecento iniziative di questo genere vennero quasi del tutto abbandonate, sia perché, evidentemente, il guadagno reale non era così cospicuo, sia perché nel giugno 1904 venne vietato anche ai rivenditori secondari di vendere le carte-valori postali a prezzi diversi dal nominale, e quindi cadeva l’incentivo per l’acquisto da parte del pubblico. Sono note poche altre iniziative private: una «busta postale italiana con scontrino di consegna» del 1911, venduta a 3 c.; un «biglietto réclame», sul modello del biglietto postale, venduto a 2,5 c. con francobolli da 5 c. o 15 c. perforati RDM (regio decreto ministeriale), noti in pochissimi esemplari, del 1914; un biglietto postale della ditta Excelsior Sopramontana, noto in un unico esemplare 8 nel 1917, in cui la sovrastampa parla di fornitura GRATIS. La concessione alla Croce Rossa Nel periodo bellico l’attività della Croce Rossa, naturalmente, aumentò notevolissimamente, con gran bisogno di denaro, che anche le poste contribuirono ad ottenere, grazie all’emissione dei francobolli con sovrapprezzo (vedi capitolo 23). Nel 1917 una legge stabilì di devolvere alla Croce Rossa i proventi della pubblicità in atto o da istituirsi nelle varie amministrazioni governative. L’iniziativa ebbe come risultato principale la pubblicazione d’inserzioni pubblicitarie su cartoline e biglietti postali (vedi capitolo 40). Le buste-lettera postali Nell’immediato dopoguerra venne assegnata un’unica altra concessione, alla Federazione nazionale dei comitati d’assistenza ai militari ciechi, storpi e mutilati, poi Opera nazionale per la protezione e l’assistenza agl’invalidi di guerra. Dal 1° dicembre 1920, la federazione fu autorizzata a I francobolli su supporto pubblicitario Si tratta di un’iniziativa diversa, realizzata anch’essa sul modello d’analoghe d’oltralpe, che ebbe luogo nei primi due decenni del Novecento, a partire dal 1907: francobolli nuovi venivano venduti a prezzo ridotto, già incollati su supporti gommati, poco più grandi di loro, con inserzioni pubblicitarie 9. Anche quest’iniziativa non ebbe larghissima diffusione. vendere direttamente od a mezzo dei rivenditori autorizzati ... speciali buste-lettera postali di circa cm. 12 per 16, contenenti avvisi di pubblicità, francate con francobolli comuni al prezzo di cent. 5 in meno (per ogni porto) del valore nominale dei francobolli applicativi. [...] I ripetuti francobolli ... saranno ... sovrastampati con le cifre B.L.P. la cui grandezza ed impressione dovranno essere tali ... da non pregiudicare l’esame della legittimità dei francobolli stessi. La sovrastampa indicata esclude la facoltà di operare la traforatura dei francobolli. I francobolli ... saranno ritenuti validi soltanto per la francatura delle corrispondenze incluse nelle speciali buste-lettere della Federazione indicata. I gettoni di francobolli-moneta Si tratta di un’iniziativa affatto particolare e causata da necessità contingenti. Nell’immediato primo dopoguerra la repentina inflazione, la carenza di alcune materie prime e le difficoltà di produzione portarono alla mancanza di moneta spicciola circolante, necessarissima per le transazioni minute. Per ovviarvi, nel 1919 la ditta Solari di Milano, rappresentante di liquori, riprese una vecchia iniziativa già utilizzata nel 1862 negli Stati Uniti per motivi analoghi, già riadottata in altri paesi, e cioè l’utilizzo dei francobolli come spiccioli, incapsulati (per non deteriorarli) in dischetti di alluminio, con una protezione in cellulosa sul davanti Venne quindi attuata, con l’avallo ufficiale delle poste, un’iniziativa molto simile a quelle dell’ultimo Ottocento, identificando questa volta i francobolli con sovrastampe, anziché con perforazione. L’affrancatura poteva essere integrata anche con francobolli non sovrastampati (e sono infatti note 381 8. 20 agosto 1915. Il francobollo da 15 c. venne venduto a prezzo ridotto già incollato su un supporto pubblicitario adesivo. 9. Recto e verso di gettoni con francobolli, distribuiti dalla ditta Solari nel 1919 per far fronte alla carenza di spiccioli. Al verso vi sono inserzioni pubblicitarie. 10. Nel gennaio 1921 iniziò la distribuzione delle B.L.P., bustelettere postali, ovvero speciali buste con inserzioni pubblicitarie vendute a prezzo ridotto. Per affrancarle, francobolli ordinari vennero sovrastampati B.L.P. La stessa sovrastampa venne impressa anche su pochi francobolli commemorativi, come questi, poi non regolarmente emessi. 382 11. 17 luglio 1924. «Ricevuta di ritorno» allegata alla busta-lettera postale, che il destinatario poteva spedire a tariffa stampe al mittente per accusare ricevuta della lettera. L’uso di queste cartoline fu molto ridotto. 12. 19 maggio 1924. Targhetta meccanica pubblicitaria, con una vignetta per l’epoca conturbante. 13. 29 aprile 1921. In questo periodo le poste introdussero il sistema del “quartiere postale”, cioè una divisione delle grandi città, identificate da numeri, per favorire il recapito: il progenitore dell’attuale codice di avviamento postale. Venne pubblicizzato in vari modi: qui sulla targhetta pubblicitaria meccanica e sulla cartolina postale. 383 alcune buste-lettere postali con francobolli sovrastampati e non); dall’aprile 1921 poterono essere spedite anche all’estero. La concessione alla federazione decadde ufficialmente nel 1929, ma di fatto l’iniziativa ebbe termine nel 1923. Le targhette pubblicitarie Dal 1901 erano in funzione in Italia (vedi capitolo 50) macchine bollatrici meccaniche, che permettevano di timbrare grandi quantità di corrispondenza in poco tempo, con un bollo datario ed una serie di linee ondulate a destra o a sinistra di questo. Al posto di queste linee ondulate potevano essere inseriti tasselli con messaggi promozionali, istituzionali, postali o commerciali. Se le prime targhette di queste genere, del 1901, salutavano il nuovo re Vittorio Emanuele III, quelle successive (le prime sono del 1906) si limitarono a pubblicità quasi istituzionale, ricordando fiere campionarie ed esposizioni nazionali o internazionali che si tennero in diverse città d’Italia in quegli anni, il prestito nazionale dal 1918, informazioni postali dal 1919, il congresso filatelico svoltosi a Trieste nel 1922. Nel 1923, dopo la decisione delle poste di gestire in proprio la pubblicità, si pensò di utilizzare anche questo spazio, e venne preparata una targhetta con l’indicazione SPAZIO RISERVATO ALLA PUBBLICITÀ. La prima ditta che ne usufruì, già nel 1923, fu una catena di negozi d’abbigliamento, che commissionò una targhetta con una figura maschile ed il messaggio VESTITEVI AL DUOMO VENEZIA - MILANO - TRIESTE. Dal 1924 ne seguirono non moltissime altre 15; poi le targhette divennero un mezzo normale d’informazione, non tanto per la pubblicità commerciale quanto per quella istituzionale 14; nel maggio 1925, infatti (vedi capitolo 40), venne vietata ogni forma di pubblicità commerciale sulle cose delle poste, ponendo termine ad un’avventura durata pochi anni. I francobolli. I francobolli sovrastampati B.L.P. furono preparati dalla federazione presso una tipografia romana; per molti valori esistono tipi diversi per foggia della sovrastampa e per colore. Si ebbero emissioni a partire dal gennaio 1921, seguite da altre nel 1922 e nel 1923. I francobolli sovrastampati (dei tipi Leoni, Michetti, Floreale) furono: 10 c., 15 c. Leoni, 20 c. arancio, 25 c., 30 c., 40 c., 50 c., 60 c. carminio, 85 c., 1 L. Sono noti anche diversi francobolli con anomalie di sovrastampa: spostata, capovolta, parziale, doppia, al retro. Furono sovrastampati anche piccole quantità di francobolli commemorativi di Dante Alighieri (1921, 50 serie) 11 della Vittoria (1921, 80 serie) e di Giuseppe Mazzini (1922, 50 serie). Non vennero regolarmente emessi, ma ne sono noti alcuni utilizzati su lettera. Le buste. La Federazione realizzò più di un centinaio di buste differenti, raggruppate in serie «nazionali» oppure «regionali», preparate in cartoncino a forma di biglietto postale. Il cartoncino ripiegato (su cui non si poteva scrivere, perché pieno d’inserzioni anche all’interno) conteneva, incollato all’interno, un foglio di carta bianco, anch’esso con tasselli pubblicitari, per il testo. Le buste contenevano anche una «cartolina di riscontro», anch’essa con inserzioni, che il destinatario poteva spedire al mittente a tariffa stampe, per accusare ricevuta della lettera (l’uso fu molto scarso) 12. Un prodotto misterioso Nell’ambito della pubblicità, va infine segnalato un prodotto postale di cui non si ha riscontro dall’evidenza, perché sinora non ne è stato reperito neppure un esemplare. Si tratta di un servizio introdotto in sordina nel settembre 1923 che non durò che un paio d’anni: le «cartoline postali per annunci economici». L’interessato avrebbe potuto scrivere il suo annuncio (del tipo degli ‘annunci economici’ della stampa) su una cartolina postale, ed inviarla all’ufficio postale prescelto, dove sarebbe stata esposta in una bacheca. La tassa richiesta per il servizio (oltre a quella postale di spedizione della cartolina) da pagarsi in francobolli sulla cartolina, era di 2 L. per i primi due giorni, e di 1 L. per ogni giorno in più. L’alto costo e la scarsa pubblicità data al servizio lo resero scarsissimamente diffuso. LA PUBBLICITÀ POSTALE DIRETTA Interessate ai possibili introiti, che parevano essere importanti, nel 1923 le poste decisero di avocare a sé l’intera gestione della pubblicità sulle proprie cose. Oltre le iniziative di pubblicità nei propri ambienti e sui moduli, le iniziative di maggior risonanza furono la pubblicità sulle carte-valori postali (cartoline, biglietti, francobolli) di cui si discuterà nel capitolo 40, e quella sulle targhette delle macchine bollatrici. 384 40 PUBBLICITÀ IN POSTA: LE CARTE-VALORI 1919 – 27 AGOSTO 1925 O ltre alle forme promozionali e pubblicitarie viste nel capitolo 39, realizzate nei luoghi postali o con oggetti di corrispondenza, nel primo dopoguerra le poste realizzarono anche carte-valori postali (cartoline postali, biglietti postali e francobolli) pubblicitarie. Nell’ambito delle diverse misure a favore della Croce rossa, nel 1917, s’è visto (capitolo 39) la legge aveva previsto di destinarle i proventi della pubblicità nei locali delle amministrazioni governative. A seguito della legge, nell’ambito delle carte-valori postali si decise di proporre l’inserimento di tasselli pubblicitari lungo il lato sinistro del recto delle cartoline postali, e al verso dei biglietti postali, affidandone la gestione alla Croce rossa, per la durata di nove anni a partire dal 1° luglio 1918. I tasselli pubblicitari erano stampati contemporaneamente alla carta-valore, in quantitativi stabiliti con l’inserzionista. Quando l’amministrazione postale decise l’assunzione in proprio della gestione pubblicitaria, alla fine del 1922 la concessione alla Croce rossa venne revocata, e le poste gestirono questa pubblicità sino alla prima metà del 1925. presenza o meno della dicitura, in caratteri minuti: CONCESSIONE DI PUBBLICITÀ ALLA CROCE ROSSA, o simili. Per gli utenti non vi fu, naturalmente, nessuna differenza. Si ebbero queste emissioni. 10 c. Mill. 18. Pubblicità diretta delle poste (GLI ASSEGNI (CHECHS) POSTALI...): prima data conosciuta 28 maggio 1919. Pubblicità commerciale in concessione: prima data 24 marzo 1919, su cartolina PNEUMATICI MICHELIN 1; cinque tipi diversi. Una sola cartolina da 10 c., quella PNEUMATICI MICHELIN, venne anche sovrastampata, nel giugno 1919, per la Dalmazia occupata. 15 c. testo bilingue, mill. 19. Pubblicità in concessione, prima data 8 settembre 1919. Ventuno tipi diversi. 15 c. testo italiano. Pubblicità diretta delle poste (COMUNICATE AI CORRISPONDENTI IL VOSTRO...), mill. 20, prima data 13 marzo 1921. Pubblicità in concessione: mill. 19 prima data 15 marzo 1920, mill. 20 prima data 21 settembre 1920. Centoquaranta tipi diversi 2. 25 c. Pubblicità in concessione: mill. 20 (esiste solo con pubblicità), 21 e 22, prime date rispettivamente 7 ottobre, 11 ottobre 1921, 1° ottobre 1922. Sessantadue tipi diversi 3. 30 c. Pubblicità in concessione: mill. 23, prima data 20 marzo 1923, tre tipi. Gestione diretta delle poste: mill. 23 e senza mill., prime date 15 luglio 1923 e 2 aprile 1924. Ventotto tipi diversi 4. Di un’altra particolare cartolina postale pubblicitaria del 1926 si dirà nel capitolo 66. Le cartoline postali I biglietti postali Si ebbero quindi due tipi di pubblicità: quella data in concessione alla Croce rossa, e quella diretta delle poste. Graficamente l’unica differenza è la Tasselli pubblicitari, di formato maggiore, vennero inseriti anche al retro di biglietti postali, nell’ambito della concessione alla Croce rossa. LE CARTOLINE ED I BIGLIETTI POSTALI 385 1. 24 marzo 1919. Prima data conosciuta di una cartolina postale con supporto pubblicitario. 2. Cartolina da 15 c. (tipo con scritte solo in italiano) nuova con pubblicità THAL’S, particolarmente rara su cartolina nuova. 3. 24 aprile 1922. Cartolina da 25 c. con la pubblicità D’ALI & BORDONARO, la più rara di questo gruppo. 386 4. 7 marzo 1924. Cartolina da 30 c. con la pubblicità DITTA DELFINO FRANCESCO, la più rara di questo gruppo. 5. 12 marzo 1921. Biglietto postale da 10 c. con pubblicità Talmone, l’unica realizzata su questo tipo. 6. Biglietto postale nuovo da 15 c. con tassello pubblicitario GRAMOFONI COLUMBIA al retro. 7. 7 luglio 1920. Biglietto postale da 15 c. con pubblicità DADI SALUS. 8. Il cartoncino con un francobollo pubblicitario di saggio usato dall’Ufficio gestione della pubblicità nella sua campagna informativa e di vendita del nuovo supporto pubblicitario. 9. Prova di stampa in nero del tassello pubblicitario COLUMBIA, che si ritroverà su quasi tutti i francobolli. 388 La lettera inviata dall’Ufficio di gestione della pubblicità sui francobolli ai possibili inserzionisti, con un francobollo allegato a mo’ di campione. 389 10. 4 dicembre 1924. Tre francobolli pubblicitari di cui due diversi, da 25 c. e da 50 c. 11. 30 gennaio 1925. Il francobollo pubblicitario da 30 c. COLUMBIA, l’unico di questo taglio, ad integrazione di una cartolina postale anch’essa da 30 c. 12. 18 gennaio 1925. Biglietto postale raccomandato per città con un francobollo pubblicitario 50 c. REINACH. 390 13. 11 dicembre 1924. Il francobollo pubblicitario da 1 L., l’unico di questo taglio. 14. 22 dicembre 1924. Cartolina postale per l’estero con quattro francobolli con appendice pubblicitaria, che secondo le norme venne strappata. 15. 27 novembre 1924. Lettera per l’estero affrancata anche con un francobollo pubblicitario che, contrariamente alla norma, venne lasciato completo della vignetta. I due francobolli furono anche perforati dal mittente. 391 10 c. con tassello TALMONE 5, prima data 16 maggio 1919. 15 c. Prima data nota 26 maggio 1920. Dieci tipi diversi 6 7. MONTEL, PIPERNO, REINACH 12, SIERO CASALI, SIN- GER, TAGLIACOZZO, TANTAL. 1 L. Floreale con vignetta COLUMBIA 13. La norma che prevedeva la separazione della vignetta pubblicitaria dal francobollo venne disattesa, perché non vi era perforazione, per impedire il facile distacco della vignetta. Secondo le norme dell’UPU, questi francobolli sarebbero stati validi per l’estero solo previa eliminazione della vignetta pubblicitaria 14; norma non sempre seguita, né molto pubblicizzata 15. I FRANCOBOLLI Nel 1923 si decise di inserire la pubblicità anche negli oggetti postali di corrispondenza per eccellenza, cioè i francobolli: Le polemiche e la fine del servizio Sin dal primo loro apparire, i francobolli pubblicitari suscitarono le più vive proteste. I commercianti milanesi, che non gradivano di dover affrancare le proprie lettere con francobolli pubblicitari di ditte concorrenti, furono i primi, sin dal novembre 1924, protestando per «gl’inconvenienti di natura tecnica e commerciale», ponendo anche una questione di «decoro nazionale». Il disagio venne ripreso dalla stampa nazionale, che parlò di «vergogna e ridicolo», «gusto deplorevole», francobollo «simbolo della Nazione che non può e non deve essere prostituito ad uso di cartello réclame». Raffinate alcune argomentazioni del più autorevole quotidiano dell’epoca, il Corriere della sera: la pubblicità commerciale, industriale e professionale con i francobolli ad uso della corrispondenza è fatta su spazi bianchi di carta filigranata uguale ad essi; spazi bianchi di carta che sono aggiunti ai medesimi nella parte inferiore mediante perforazione. In pratica, i francobolli d’uso corrente avrebbero avuto un’appendice inferiore (restando così fuori dal raggio d’azione delle macchine bollatrici) delle stesse dimensioni del francobollo, con l’inserzione pubblicitaria. La gestione di questo servizio, su cui si aveva buona fiducia, venne assegnata con una gara d’appalto, vinta a novembre da due soci romani, che costituirono l’«Ufficio di gestione» ed iniziarono ad offrire alle ditte il nuovo servizio con una serie di circolari, cui era allegato un cartoncino con un francobollo di saggio 8. L’efficacia pubblicitaria di questo mezzo era descritta così: c’è un’estetica della sopracarta che sarà una cosa modesta ma alla quale si ha il diritto di tenere. Dal modo come si presenta una lettera si arguisce la buona educazione di chi la scrive ma anche la pulizia dell’amministrazione postale che la recapita [...] Se c’è un’inviolabilità per il contenuto della lettera, ce ne dovrebbe essere una anche per la forma. Dato l’enorme consumo di francobolli e la grandissima diffusione di essi a mezzo delle corrispondenze e delle stampe, la particolare organizzazione dell’Amministrazione postale che coi suoi undicimila uffici sparsi in tutto il Regno, permette una così larga distribuzione dei vari tipi di francobolli con la pubblicità, riteniamo non sfuggirà a codesta on. ditta l’enorme forza di penetrazione di questo nuovo efficace mezzo di propaganda che permette di lanciare un prodotto invadendo, nel senso più largo della parola, tutto il Paese Le proteste arrivarono anche alla stampa filatelica, che propose analisi più tecniche: l’introito annuale delle poste avrebbe raggiunto al massimo la somma di 300.000 lire, infima rispetto al caso suscitato. Infine, il ministro Ciano ricevette anche interrogazioni parlamentari sulla faccenda che posero la questione dell’accostamento dell’effigie reale alla pubblicità commerciale, e nel febbraio 1925 dovette abbandonare l’iniziativa bloccando l’attività dei concessionari e gli ultimi francobolli prodotti, che infatti non vennero emessi: 20 c. arancio COLUMBIA e 60 c. espresso BACI PERUGINA. I francobolli vennero posti fuori corso il 27 agosto 1925, e la vicenda si concluse con il divieto totale di pubblicità «negli stabilimenti e sugli stampati, moduli, pubblicazioni, carte valori e su ogni cosa in genere dell’Amministrazione». L’emissione L’emissione avvenne fra il novembre 1924 (prima data nota 3 novembre) ed il gennaio 1925. 15c. Leoni con vignette BITTER CAMPARI, COLUMBIA 9, CORDIAL CAMPARI. 25 c. Michetti con vignette ABRADOR, COEN 10, PIPERNO, REINACH, TAGLIACOZZO. 30 c. Michetti con vignetta COLUMBIA 11. 50 c. Michetti con vignette COEN, COLUMBIA, DE 392 41 LA REPUBBLICA DI SAN MARINO 1607 – 1946 spondenza veniva quindi impostata a Rimini; il servizio si svolse in modo soddisfacente con questo postiglione per un paio di secoli. La posta in arrivo era assogettata alla tassa interna di 1 bajocco, da cui nessuno era esentato. Filii, relinquo vos liberos utroque homine attribuito a Marino di Arbe S econdo la tradizione, una comunità religiosa venne fondata da Marino, scalpellino proveniente dall’isola di Arbe nel golfo del Carnaro, nel 301, al tempo della persecuzione di Diocleziano. La città sulla rocca divenne poi libero Comune, ebbe alterne vicende e fu riconosciuta sovrana dal papato nel XVI secolo. Rifiutò le offerte napoleoniche, e la sua integrità e sovranità venne riconosciuta dal congresso di Vienna nel 1815. Il neonato regno d’Italia ne riconobbe l’indipendenza nel 1862, con un trattato d’amicizia. La repubblica di San Marino è uno Stato indipendente, nato e sviluppatosi in territorio geograficamente italiano, abitato da genti di stirpe e lingua italiane, che ha sempre intrattenuto stretti rapporti con l’Italia, anche postali: una panoramica sulla sua filatelia nel periodo del regno d’Italia è quindi necessaria. La costituzione dell’ufficio postale Il 7 dicembre 1826 il Consiglio deliberò la costituzione di un ufficio postale, che avvenne nel 1833; l’ufficio corrispondeva con quello di Rimini. Nell’ufficio sammarinese non erano in uso bolli indicatori della località; a Rimini veniva applicato il bollo con il nome della città, e quindi le provenienze dal Titano si possono riconoscere solo dalla data topica, quando presente nel testo. La posta affrancata in partenza veniva segnalata con la semplice scritta AFFRANCATA, o simili; tra il 1838 ed il 1851 la scritta venne saltuariamente sostituita dall’applicazione di un bollo con questa dicitura 1. Serviva a segnalare all’ufficio di Rimini che la somma necessaria a rendere franca la lettera era stata riscossa dal postiglione sammarinese, e sarebbe stata versata all’ufficio. Quando, nel 1852, a Rimini entrarono in uso i francobolli pontifici, questi vennero applicati anche sulle lettere franche da San Marino (vedi fotografia 1.10), e così avvenne per tutto il periodo preunitario. PRIMA DELL’UNITÀ ITALIANA Agli inizi del Seicento si aprì per San Marino un momento di tranquillità e serenità che favorì l’espandersi dei commerci e quindi la necessità di comunicazioni regolari. La stazione di posta più vicina era la pontificia Rimini, e nella seduta del 7 ottobre 1607 il Consiglio Principe e Sovrano stabilì «di elleggere un Postiglione che vadi a pigliare et porti le lettere alla posta di Rimino». La corri- L’UNITÀ ITALIANA Anche con l’Unità italiana la prassi non cambiò, naturalmente con l’uso dei francobolli e della 393 1. 6 maggio 1851. Lettera da San Marino, come indicato all’interno, affidata alla posta pontificia di Rimini. Dalla Repubblica la posta poteva essere pagata in partenza, e ciò era segnalato dall’indicazione manoscritta «franca» o simili; saltuariamente, in questi anni a San Marino veniva apposto un bollo AFFRANCATA in corsivo, diverso da quello in uso a Rimini. Su questa lettera si trovano la scritta ed i due bolli. 2. 19 febbraio 1864.Lettera affrancata a San Marino con un francobollo italiano bollato con il bollo locale S. MARINO, e ribollata dall’ufficio italiano di Rimini in cui fu messa in posta. 3. 5 aprile 1868. Lettera affrancata a San Marino con un francobollo italiano, bollata con il bollo datario in azzurro, come d’uso, e l’annullo a punti S.M . NO 394 moneta italiani. La tassa interna per il recapito passò a 5 c., ed a 6 c. dal maggio 1862 al marzo 1865; venne abolita dal 1° agosto 1877. Il 12 ottobre 1862 (si è potuto stabilire la data esatta) entrò in uso un bollo in cartella (cioè riquadrato da un rettangolo) S. MARINO, che era stato commissionato a Torino dal politico Pietro Tonnini, quando si era recato nella capitale sabauda per negoziare il trattato di buon vicinato con il nuovo regno. Tonnini aveva pensato anche ad una serie di francobolli sammarinesi, ma l’iniziativa non andò in porto. Il bollo venne utilizzato per annullare i francobolli (italiani) che chi voleva poteva applicare sulle lettere per renderle franche, dopo esserseli procurati in Italia. Giunte a Rimini, le lettere ricevevano anche il datario di quell’ufficio. La convenzione postale con l’Italia Il 1° maggio 1865 entrò in vigore una convenzione postale con l’Italia, che stabiliva che fra le due amministrazioni postali ci sarebbe stato «un cambio regolare e quotidiano di corrispondenza in pieghi chiusi per mezzo dell’uffizio di San Marino e quello di Rimini». Le tasse postali sarebbero state quelle italiane per l’interno; le condizioni per l’invio all’estero di posta da parte sammarinesi sarebbero state le stesse italiane; San Marino avrebbe usato francobolli italiani, con una provvigione del 20%; la corrispondenza ufficiale da e per i Capitani reggenti (cioè i due capi di Stato) ed altre autorità pubbliche sammarinesi sarebbe stata esente da tassa. Il bollo datario I francobolli italiani a San Marino Con la convenzione l’ufficio sammarinese venne dotato, a cura dell’amministrazione italiana, di un bollo postale della foggia consueta all’epoca, con la legenda REPUBBLICA DI S. MARINO. La sua prima data conosciuta è il 5 maggio 1865; l’ufficio lo usava come annullatore e lo imprimeva in azzurro 3. Il 1° gennaio 1880 entrò in uso un nuovo bollo datario. Vi è una particolarità: sino alla metà del 1893 i bolli datari di San Marino non riportavano il giorno d’impressione, ma quello successivo, ovvero della consegna all’ufficio di Rimini. Nel maggio 1866 venne introdotto il bollo a punti, come in Italia, contenente all’interno non un numero, perché l’ufficio di San Marino non era numerato come quelli italiani, ma la sigla S.M . Questo bollo veniva impresso in nero, mentre il datario continuava ad essere impresso in azzurro. Nel 1885 ne apparve un secondo tipo. Il 1° gennaio 1863 entrò in vigore in Italia la nuova legge postale che differenziava la tariffa delle lettere franche e non franche (assogettate queste ultime ad una tassa più elevata) e il direttore dell’ufficio sammarinese abbandonò perciò il sistema di lasciar affrancare le lettere a Rimini. Da quello stesso giorno, a San Marino vennero messi in vendita (provvisoriamente) i francobolli italiani, in modo che chi desiderava affrancare le proprie corrispondenze potesse farlo comodamente. Come già faceva, l’ufficio sammarinese continuò ad annullare i francobolli italiani con il bollo in cartella S. MARINO che possedeva 2. Cambio di funzione del bollo in cartella NO Nell’aprile 1864 il direttore dell’ufficio postale di Rimini (che considerava San Marino come una propria collettoria) deve aver comunicato all’ufficio di San Marino la nuova normativa italiana sulle collettorie, che imponeva di apporre il bollo del luogo d’origine sulla sovrascritta e non come annullatore. Mal gré bon gré, il bollo, simbolo di sovranità, non venne più apposto sui francobolli ma, diversamente dalla prassi richiesta in Italia, al verso delle lettere: forse per non essere scambiati per una collettoria italiana, è stato ipotizzato. Sino all’11 aprile 1864 le lettere in partenza dal Titano riportano il bollo lineare come annullatore; non ne sono conosciute per il giorni 12 e 13, e dal 14 il bollo si ritrova al verso. L’apposizione del bollo al verso continuò sino a metà dicembre 1864, poi scomparve del tutto, e sino al 30 aprile 1865 si ritrova sulle lettere, o sulle buste, solo il bollo di Rimini, senza segni postali che attestino la provenienza da San Marino. La nuova convenzione con l’Italia e le emissioni sammarinesi Il 1° agosto 1877 entrò in vigore una nuova convenzione postale con l’Italia, che stabiliva che le due amministrazioni postali trattenessero «ciascuna per sé e per intero le tasse riscosse dai loro rispettivi uffici». In virtù di questa convenzione, la repubblica emise francobolli propri, con la cifra dell’importo (per il 2 c.) o lo stemma sammarinese con le tre cime; la prima emissione venne seguita pochi anni dopo da un’integrazione. 1° agosto 1877. 2 c., 10 c., 20 c., 30 c. 4, 40 c. 1° aprile 1890. 5 c., 25 c. Valori utili per soddisfare le tariffe per l’estero. 395 4. 6 giugno 1892. Due valori della prima emissione di San Marino. Il nuovo bollo aveva sostituito il precedente, qui in una delle sue ultime date in azzurro; poi venne impresso in nero. Otto Bickel, il mittente, fu un grande promotore della filatelia sammarinese nel mondo. 5. 1° luglio 1882. Primo giorno d’emissione della prima cartolina postale. Considerata però l’abitudine sammarinese di apporre il bollo con la data del giorno dopo, è probabile che questa cartolina sia stata imbucata il giorno precedente. 6. 12 gennaio 1890. Bollettino di spedizione pacchi da San Marino, di fornitura italiana ed affrancati con francobolli italiani, sino a che non vennero introdotti i bollettini pacchi della Repubblica, nel marzo 1890. Con l’occasione venne anche abolita la tassa di 5 c. sulla corrispondenza in entrata, ed introdotta la tariffa di 5 c. per le corrispondenze interne. Nella prima metà del 1879 venne introdotta la diligenza postale fra San Marino e Rimini, e cessò quindi il servizio del postiglione a piedi. Tra giugno e settembre 1892 i francobolli sammarinesi vennero sovrastampati con nuovi valori: 5 c./10 c., 5 c./30 c., 10 c./20 c., per carenza di quei tagli. La serie venne poi riemessa, il 10 luglio 1892 ed il 2 aprile 1894, in colori cambiati: 2 c., 5 c., 10 c., 15 c., 30 c., 40 c., 45 c., 65 c., 1 L., 2 L, 5 L. Il 2 c., 5 c. e 10 c. vennero riemessi ancora in nuovi colori il 30 dicembre 1894 ed e il 15 giugno 1899. Nelle stesse due date uscirono anche nuovi francobolli da 20 c. e 25 c. questi bollettini venivano infatti completamente riaffrancati a Rimini con francobolli italiani, e ciò sino al 1° gennaio 1897, quando entrò in vigore una nuova convenzione con l’Italia per lo scambio dei pacchi. In quell’occasione i bollettini editi nel 1890 divennero vere carte-valori; nell’ottobre 1897 si aggiunse il bollettino da 60 c. Diverse altre emissioni di bollettini per pacchi, sempre di foggia simile a quella italiana, si ebbero dal 1923. Il 22 novembre 1928 iniziò anche l’emissione di francobolli doppi per pacchi, sul modello italiano, con una serie di 15 valori, seguita da un’altra serie di 15 il 29 marzo 1945. I biglietti postali Questi nuovi oggetti postali erano stati introdotti in Italia nel 1889; a San Marino vennero adottati nel marzo 1890, quando venne emesso il 20 c. Nel settembre 1905 venne sovrastampato: 15 c./20 c., e due anni dopo, nel 1907, uscì il nuovo 15 c. Dopo di che non uscirono più biglietti postali sino al 1977. Le cartoline postali Dal 1874, quando erano entrate in uso le cartoline postali in Italia, queste erano state usate anche a San Marino sino alla convenzione entrata in vigore il 1° agosto 1877, che vietava sulla Rocca l’uso di carte-valori postali italiane. Qualche uso di cartoline italiane venne tassato, sino a che, il 1° luglio 1882, la repubblica emise cartoline postali proprie: 10 c. e 15+R, modellate sulla grafica di quelle italiane coeve, cioè quelle umbertine. Al posto dell’effigie di re Umberto vi era quella della Libertas sammarinese 5. Nell’aprile 1894 seguì una nuova emissione con il colore cambiato: invece che in azzurro su celeste, le due cartoline vennero riproposte in verde oliva su avorio o su grigio. Il servizio dei vaglia Con la convenzione del 1865 ebbe inizio a San Marino il servizio vaglia, che utilizzò moduli italiani. Quando l’Italia introdusse, nel 1890, le cartoline-vaglia per l’invio di piccole somme, San Marino fece altrettanto il 1° settembre 1892, con nove cartoline, cui seguì, parallelamente alle emissioni italiane, quella a taglio unico nell’aprile 1897, il vaglia-cartolina in sei tagli il 1° aprile 1903 e poi i moduli vaglia, in vari modelli, dal 1911. Il 1° maggio 1924 vennero introdotti in Italia speciali segnatasse per il servizio dei vaglia postali, che dovevano essere applicati sui moduli per vaglia. Il sistema venne adottato, per ragioni di omogeneità, anche da San Marino, che non produsse propri segnatasse-vaglia, ma semplicemente fece sovrastampare REP. DI S. MARINO quelli italiani. Il servizio dei pacchi postali Il 1° ottobre 1881 era stato introdotto in Italia il servizio dei pacchi postali; San Marino lo introdusse al proprio interno nel 1882, e nei rapporti con l’Italia dal 1° ottobre 1883, con modelli forniti dall’amministrazione italiana, senza affrancare i bollettini usati per la spedizione 6. Quando l’Italia introdusse bollettini pacchi con valore, questi non potevano essere usati a San Marino, perché la convenzione del 1877 vietava sulla Rocca l’uso di carte-valori postali italiane: vennero quindi utilizzati i vecchi moduli e, dal marzo 1890, bollettini sammarinesi con impronta di valore di nuova emissione, da 25 c., 50 c., 75 c., 1,25 L., 1,75 L., 2,70 L., di foggia simile a quella italiana. Il loro utilizzo, però, avvenne solo pro forma: Il nuovo palazzo del Consiglio Nel 1894 venne inaugurato il nuovo «palazzo del consiglio principe e sovrano», cioè il palazzo del governo. Fu un grande evento (Giosué Carducci tenne il discorso commemorativo) che venne celebrato degnamente anche dal punto di vista filatelico, con diverse emissioni il 30 settembre 1894, e cioè una serie di tre francobolli commemorativi bicolori – 25 c., 50 c., 1 L. – che anticiparono di molto i primi commemorativi italiani e 397 7. 30 settembre 1894. Giorno di emissione della prima serie commemorativa sammarinese per l’inaugurazione del nuovo palazzo del Consiglio di tre francobolli in tre colori (qui quello da 25 c.) e di una cartolina postale numerata. 8. La busta postale emessa nella stessa occasione. 398 furono tra i primi in Europa; 100.000 esemplari di una cartolina postale numerata, realizzata in sei colori 7, e una busta postale da 5 lire. Anche quest’ultima fu un’impegnativa realizzazione: l’impronta del francobollo (non dalla stessa parte dell’indirizzo, contrariamente alle disposizioni internazionali) fu, ed è tuttora, la più grande del mondo; venne stampata in otto colori tra cui l’oro 8. Era stata preparata per la spedizione raccomandata dei francobolli e delle cartoline commemorative, e veniva offerta gratuitamente a chi effettuava ordini superiori alle 500 lire. Stampata in 2.000 esemplari, ne furono utilizzati solo 200. L’intero ricavato di queste emissioni venne devoluto «a un’opera di beneficenza». I nuovi francobolli ordinari Il 1° aprile 1903 uscì una nuova serie, destinata a durare a lungo, con una veduta di San Marino. La prima emissione comprendeva i valori da 2 c., 5 c., 10 c., 20 c., 25 c., 30 c., 40 c., 45 c., 65 c., 1 L., 2 L., 5 L. Il 1° settembre 1905 uscì il 15 c./20 c. Vennero riediti in colori diversi tra l’ottobre 1921 ed il maggio 1923 nei valori da 2 c., 5 c., 10 c., 15 c., 20 c., 25 c., 30 c., 40 c., 50 c., 80 c., 90 c., 1 L., 2 L. Poi ancora in colori diversi, tra l’aprile ed il novembre 1925, i valori da 5 c., 10 c., 15 c., 20 c., 25 c., 30 c., 40 c., 50 c., 60 c., 1 L., 2 L., 5 L., e sovrastampati il 1° luglio 1926: 75 c./80 c., 1,20 L./90 c., 1,25 L./90 c., 2,50 L./80 c., nonché, il 25 novembre 1926, 1,25 L./60 c. espresso, e il 15 settembre 1927, 1,75 L./60 c./25 c. espresso. Le ultime sovrastampe su questi valori si ebbero tra marzo e settembre 1941: 10 c./15 c., 10 c./30 c. Il 1° maggio 1907 uscirono anche due valori con lo stemma sammarinese: 1 c., 15 c., ristampati nel 1910 9. Il 15 c. fu sovrastampato 20 c. il 15 marzo 1918. Le marche da bollo ed i segnatasse Nel 1897 venne adottata una riforma delle tasse di registro e dei tribunali per cui fu necessario stampare marche da bollo. Queste vennero stampate, dal 1° aprile 1897, con lo stesso cartiglio dei francobolli e con la dizione SEGNATASSE, in modo che poterono essere usate sia come marche da bollo, che era il loro uso proprio, sia come segnatasse postali, che fu un uso molto limitato. Si ebbero poi altre emissioni di segnatasse nel 1919, nel 1924, nel 1925, nel 1927, nel 1928, nel 1931, dal 1936 al 1940, nel 1945. Riedizioni di cartoline postali Fra il 1906 ed il 1918 vi furono riedizioni delle cartoline postali del 1894 in formato più grande, in cartoncini pesanti o leggeri e di color bianco o camoscio. Tra l’aprile 1921 ed il febbraio 1924 le cartoline postali vennero sovrastampate con diversi valori per adeguarle alle nuove tariffe: 25 c./10 c., 30 c./10 c., 50+R c./15+R c., 30 c. sulle parti DOMANDA e RISPOSTA della 15+R c. Il servizio postale per l’interno Erano attivi nel territorio della repubblica uffici postali in Città e a Borgo, ed una collettoria a Serravalle. La posta veniva scambiata fra questi stabilimenti e ritirata in ufficio dai destinatari alla tassa uniforme di 5 c. Dal 5 febbraio 1899 iniziò anche il servizio postale interno, con l’introduzione del servizio di recapito a domicilio della corrispondenza in arrivo, e per l’occasione vennero emessi due «fran cobolli per l’interno»: 2 c., 5 c. Le tariffe e le regole erano diverse da quelle italiane: prevedevano 5 c. per le lettere franche sino a 15 grammi e 7 c. per le non franche; gli stessi importi per i manoscritti sino a 50 gr., il doppio sino a 500 gr. e poi 10 c. in più ogni 500 gr.; 2 c. per le cartoline e le stampe ogni 50 gr. (4 c. le non franche). La sovrattassa di raccomandazione era di 2 c. per stampe campioni e di 3 c. per gli altri oggetti. La tariffa dei pacchi era 15 c. o 25 c. per pesi sino a 3 o 5 chili. Nuove emissioni di francobolli simili si ebbero fra febbraio ed agosto 1922: 2 c., 5 c., 10 c., 20 c., 25 c., 45 c. I francobolli per espresso Il 25 aprile 1907 uscì il primo francobollo per espresso, da 25 c. Seguì, il 30 maggio 1923, la sovrastampa sul valore ordinario da 60 c., e il 26 luglio 1923 su quello espresso, seguite da altre due nel 1926 e nel 1927 10. Il 29 agosto 1929 uscirono due nuovi valori ordinari: 1,25 L., 2,50 L., sostituiti da altri due di pari importo nel settembre 1943. Fra il febbraio 1945 e l’agosto 1946 uscirono nuovi tipi con vedute, da 2,50 L., 5 L., 10 L. La prima guerra mondiale San Marino rimase neutrale nel conflitto, ma partecipò con un ospedale da campo e con emissioni di francobolli pro combattenti, dapprima con so399 9. 16 dicembre 1914. Raccoman data da Serravalle affrancata con valori ordinari delle emissioni del 1903 e del 1910. 10. 2 febbraio 1942. Il primo espresso sammarinese e la sovrastampa del 1927 su una raccomandata per la Germania nel periodo bellico. 11. 11 giugno 1931. Primo giorno d’emissione della prima serie di posta aerea di San Marino: qui tre valori sui dieci di cui era composta la serie. vrastampe su due francobolli veduta: 25 c./2 c., 50 c./2 L., emessi il 15 dicembre 1917; poi con una serie dedicata di nove valori con sovrapprezzo di 5 c. ciascuno, usciti il 1° giugno 1918. Il 12 dicembre 1918 sei di questi vennero emessi con la sovrastampa 3 NOVEMBRE 1918, per celebrare la vittoria, e il 9 ottobre 1924 quattro vennero sovrastampati con un nuovo valore. c., 75 c., 1 L., 1,25 L., 1,75 L., 2 L., 2,50 L., 3 L., 5 L., 10 L., 15 L., 20 L., integrata il 14 aprile 1935 dal 3,70 L. I francobolli di posta aerea L’11 giugno 1931 uscì la prima serie ordinaria di posta aerea: 50 c., 80 c., 1 L., 2 L., 2,60 L., 3 L., 5 L., 7,70 L., 9 L., 10 L 11. Furono poi sovrastampati con nuovi valori il 14 aprile 1936: 75 c./50 c., 75 c./80 c., e il 12 gennaio 1942: 10 L./2,60 L., 10 L./3 L. Nel 1933 si svolse in Italia una grande crociera del dirigibile Graf Zeppelin, e per l’occasione sia l’Italia sia San Marino emisero una serie di francobolli dedicati alla crociera, che avrebbe dovuto affrancare gli aerogrammi imbarcatii sull’aeronave, ottenuti sovrastampando i precedenti. 28 aprile 1933. 3 L./50 c., 5 L./80 c., 10 L./1 L., 12 L./2 L., 15 L./2,60 L., 20 L./3 L. I commemorativi Il 6 agosto 1923 uscì il primo francobollo commemorativo dopo la serie del 1894: era dedicato alla consegna della bandiera di Arbe, l’isola dalmata da cui proveniva lo scalpellino Marino, a San Marino. Seguirono poi altri francobolli commemorativi o celebrativi. Nel 1923 un valore pro Società Dante Alighieri, otto pro Croce Rossa e uno pro volontari o caduti in guerra. Nel 1924 cinque valori per Garibaldi. Nel 1926 sei per il centenario del padre della patria Antonio Onofri, che salvò lo Stato rifiutando le offerte napoleoniche (tre vennero sovrastampati nel 1927, due nel 1936). Nel 1927 tre per l’ara dei volontari. Nel 1928 quattro per San Francesco (due vennero sovrastampati nel 1936). Ancora commemorativi Continuò l’emissione di francobolli commemorativi. Nel 1932 cinque valori per l’inaugurazione del palazzetto della posta (due vennero sovrastampati con nuovo valore nel 1934), quattro per l’inaugurazione della ferrovia Rimini-San Marino, otto per il cinquantenario garibaldino. Nel 1933 quattro per il convegno filatelico sammarinese. Nel 1934 quattro per la partecipazione alla Fiera di Milano. Nel 1935 sette per la fondazione del fascio sammarinese e dodici per il centenario di Melchiorre Delfico 12 (uno venne sovrastampato nel 1942). Nel 1937 uno per l’indipendenza. Nel 1938 due per il busto di Abramo Lincoln. Nel 1942 quindici per la riconsegna della bandiera ad Arbe, che era stata annessa all’Italia (uno venne poi sovrastampato) e uno per la Giornata filatelica Rimini-San Marino, con un altro nel 1943. Nel 1943 dieci di propaganda per la stampa. Le nuove cartoline postali Il 23 aprile 1925 vennero emesse nuove cartoline postali nel nuovo tipo: cioè in formato grande, con l’impronta del francobollo con valore, con la sola metà destra del recto riservata all’indirizzo. Si trattava dei valori da 40 c. e 40+40 c. cui seguirono, con la riduzione della tariffa, i valori da 30 c. e 30+30 c. emessi il 15 settembre 1927 e riemessi nel formato più grande nel 1932. Nel 1945 queste due cartoline (la 30+30 c. a parti separate) vennero sovrastampate 1,20 L. I foglietti Nell’agosto 1937 venne emesso, anche questa volta in anticipo sull’Italia, il primo foglietto, cioè un foglio con un solo francobollo ed ampi margini con diciture. Venne detto «dell’indipendenza»: conteneva il francobollo dell’indipendenza emesso contemporaneamente. Altri due foglietti vennero emessi nel 1938 con i due francobolli per l’inaugurazione del busto ad Abramo Lincoln 13. Nel 1944 due pro case popolari. Nel 1945 uno con tre francobolli per il cinquantenario del palazzo del I nuovi ordinari Il 29 marzo 1929, cioè poco prima della nuova serie italiana Imperiale, uscì una nuova serie organica, bicolore, sempre con vedute del centro di San Marino. 5 c., 10 c., 15 c., 20 c., 25 c., 30 c., 50 401 governo e nel 1946 uno per l’UNRRA. La caduta del fascismo 25 luglio italiano. Vennero sovrastampati 28 LUGLIO 1943 - 1642 D.F.R. 14, e poco dopo ulteriormente sovrastampati, in diciassette valori, GOVERNO PROVVISORIO. Il regime fascista si era imposto anche a San Marino. Nel 1943 venne preparata una serie di ventuno francobolli ordinari e aerei per ricordarne il ventennale, ma non venne emessa perché nel frattempo il regime era caduto, come conseguenza anche sul Titano del Gli ultimi francobolli Nel 1944 uscirono due valori pro case popolari. Nel 1945 due per il cinquantenario del palazzo del governo. Nel 1946 un valore per l’UNRRA 15 e, fra l’agosto 1945 ed il novembre 1946, una nuova serie organica di 17 francobolli con gli stemmi della repubblica. 12. 27 agosto 1935. Raccomandata affrancata con un valore della serie commemorativa di dodici dedicata allo storico Melchiorre Delfico. 14. 24 febbraio 1944. La serie per ricordare i fasci sammarinesi non venne emessa perché il 28 luglio 1943 il fascismo cadde anche a San Marino, dopo gli avvenimenti del 25 luglio in Italia; venne sovrastampa 28 LUGLIO 1943 per salutare il nuovo regime politico. 402 13. 7 aprile 1938. Foglietto da 5 L. dedicato all’inaugurazione di un busto ad Abramo Lincoln: era la seconda emissione sammarinese di foglietti. 403 15. 17 aprile 1946. Raccomandata via aerea affrancata con l’alto valore commemorativo dell’UNRRA, l’agenzia delle Nazioni Unite per la ricostruzione postbellica. 404 REFERENZE FOTOGRAFICHE I documenti che illustrano i capitoli, e che sono esposti in mostra, appartengono ai prestatori, elencati insieme a pag. XII, e qui nel dettaglio. 0. Prologo 1: collezione privata. 2: Filippo Bizzarri. 7. La terza guerra d’indipendenza 1, 5-8, 10-15: Lorenzo Carra. 2: Fabio Sottoriva. 3, 4: Gianni Carraro. 9: Mario Ferrazzi. 16: Paolo Fabrizio. 1. Prima dell’Unità 1: Riccardo Garelli. 2: Maurice Boule. 3: archivio Zanaria. 4: Alberto Barcella. 5: Paolo Vaccari. 6, 7: Pietro Lazzerini. 8: Luigi Impallomeni. 9: Filippo Bizzarri. 10: Maurizio Caimmi. 11: Mario Merone. 12: Mario Seminara. 13: Michele Amorosi. 14, 15: Elio Balossini. 8. Roma capitale 1, 4: Christian Marsanoux. 2, 6, 9, 10: Gianni Carraro. 3: Filippo Bizzarri. 5: Jean Pierre Magne. 7, 8: collezione Daniele Zanaria. 11: collezione privata. 12: Giorgio Zaini. 2. La formazione del regno d’Italia 1: Elio Balossini. 2: Angelo Maj. 3: Giorgio Zaini. 4: Sergio Leali. 5, 7: Archivio storico Bolaffi. 6: Alberto Barcella. 8, 10: Paolo Vaccari. 9, 12, 13: Mario Valiante. 11: Giorgio Khouzam. 14, 15: Emanuele Gabbini. 9. La posta per l’estero prima del 1875 1: Lorenzo Carra. 2, 4, 7, 8, 14: collezione privata. 3: Paolo Vaccari. 5, 6: archivio Zanaria. 9, 10, 15: Nello Bagni. 11-13: Carlo Sopracordevole. 10. La Valigia delle Indie attraverso l’Italia 1, 2: Nello Bagni. 2-7: Giovanni Boschetti. 8-11, 13: Luigi Impallomeni. 14, 15: archivio storico Bolaffi. 3. I primi anni del nuovo regno: il 1861 ed il 1862 1: Elio Balossini. 2, 6, 10, 11: collezione privata. 3, 4, 7, 15, (20): archivio Zanaria. 5, 8, 9, (18), (19): Renzo Aldighieri. 12, 14: Raffaele Diena. 13, 16: Giorgio Colla. 17: Vito Mancini. 11. Gli ultimi anni di Vittorio Emanuele II 1, 2: archivio Zanaria. 3, 5, 6: Nello Bagni. 7: Lorenzo Carra. 8-10, 14: Paolo Vaccari. 11: Claudio Dutto. 12: Piero Macrelli. 13: Bruno Crevato-Selvaggi. 15: Lino Lensi. 4. I primi anni del nuovo regno: il 1863 1, 3, 4, 8, 9, 14, 15: collezione privata. 2, 5, 11: archivio Zanaria. 6: Sandro Cavallini. 7: Stefano Alessio. 10: Lorenzo Carra. 13: Nello Bagni. 12. Umberto I, il nuovo re 1, 6, 11, 12: Piero Corsi. 2, 3, 5, 7, 10, 13, 14: collezione privata. 4: Luigi Impallomeni. 8, 9: Francesco Serrao. 15: Museo storico delle poste e telecomunicazioni. 5. La prima serie italiana 1, 2: Valerio Rossi. 3, 7: Museo storico delle poste e telecomunicazioni. 4, 5, 10, 11: collezione privata. 6: Marcello Manelli. 8, 9: Lorenzo Carra. 13. I francobolli di Umberto 1: Museo storico delle poste e telecomunicazioni. 6. L’Italia fuori dai confini 1-6: Lorenzo Carra. 7: Fabio Sottoriva. 8, 9: Pierpaolo Rupena. 10-15: Thomas Mathà. 14. Le cartoline postali di Umberto 1: Carlo Sopracordevole. 405 15. Gli uffici postali italiani all’estero 1: coll. privata. 2: Piero Corsi. 3-5, 9, 10, 12: Piero Macrelli. 6: Giorgio Khouzam. 7, 8: archivio Zanaria. 11: Aldo Cecchi. 13, 14: Giorgio Magnani. 15: Renato Giacomoantonio. 30. Il telegrafo e le telecomunicazioni 1-10: Valter Astolfi. 31. La prima guerra mondiale: dal 24 maggio a Caporetto 1, 3-9: Aldo Cecchi. 2: Alex Turso. 10, 14: Renato Capuano. 11, 13: Giorgio Pavan. 12: Fabio Sottoriva. 15, 16: collezione privata. 16. L’Eritrea, la prima colonia 1, 10, 12: coll. priv. 2-9, 11, 13-15: Beniamino Cadioli. 17. Il ruolo internazionale dell’Italia 1: Franco Filanci. 2: Aldo Cecchi. 3-7, 9-12, 14, 15: V. Astolfi. 8: Piero Macrelli. 13: Giampiero Guarducci. 32. La prima guerra mondiale: da Caporetto a Vittorio Veneto 1-3, 5: Giorgio Pavan. 4, 6, 7, 10-12: Aldo Cecchi. 8: Mauro Francaviglia. 9: Renato Capuano. 13: Piero Santangelo. 14: Giampiero Guarducci. 15: Luca Lavagnino. 18. Vittorio Emanuele III, il nuovo re 1, 2, 4, 5, 11, 13, 15: Emilio Zucchi. 3, 6: Francesco Serrao. 7-9: Carlo Sopracordevole. 10: Piero Corsi. 12: collezione privata. 14: Sandro Cavallini. 33. Il compimento dell’Unità 1, 8: Fiorenzo Longhi. 2, 3, 5: Fabio Sottoriva. 4, 12, 15: Valter Astolfi. 6, 7: Sergio Nones. 9: Corrado Carli. 10: collezione privata. 11: Bruno Crevato-Selvaggi. 13, 14: Carlo C. Cipriani. 19. I francobolli ordinari 1-4: Museo storico delle poste e telecomunicazioni. 5-7, 12, 13: Andrea Santostefano. 8, 9, 14, 15: Giorgio Brusa. 10: collezione privata. 11: Carlo Sopracordevole. 34. Fiume 1: Bruno Crevato-Selvaggi. 2, 8: Valter Astolfi. 3: Giampiero Guarducci. 4: Mauro Francaviglia. 5: collezione privata. 6, 13, 14: Carlo Sopracordevole. 7, 9, 10, 12, 15: Dario Peretti.11: Aldo Cecchi. 20. Gli uffici nel Levante 1-10, 12-15: Piero Macrelli. 11: Aldo Cecchi. 21. La Somalia 1, 2, 4: Paolo Bianchi. 3, 5-7, 9-15: Toni Caldiron. 8: Carlo Sopracordevole. 35. Strascichi di guerra: i vinti 1-6, 8, 10-12, 14, 15: Valter Astolfi. 7: Nello Bagni. 9, 13: Piero Macrelli. 22. Disastri naturali e la posta 1, 2, 4: Emanuele Gabbini. 5: Massimo Mazzella. 6-8: Beniamino Cadioli. 9: Aldo Cecchi. 10: Bruno CrevatoSelvaggi. 11: Franco Filanci. 12: Vincenza Trentinella. 13: Valter Astolfi. 14: collezione privata. 36. Strascichi di guerra: le occupazioni e le missioni 1, 3: Aldo Cecchi. 2, 4, 5, 10-14: Valter Astolfi. 6-9: Piero Macrelli. 15: Piero Santangelo. 23. I primi commemorativi 1, 4, 6, 7: collezione privata. 2, 3, 5, 9-12: Carlo Sopracordevole. 8, 13: Nello Bagni. 37. Dal dopoguerra all’Imperiale: le carte-valori ordinarie 1, 8, 9: Carlo Sopracordevole. 2, 6, 7, 10: Emilio Zucchi. 3: Andrea Santostefano. 4: Nello Bagni. 5, 12: collezione privata. 11, 14: Emanuele Gabbini. 13: Aldo Cecchi. 15: Mario Merone. 24. Il cinquantenario del regno 1-5: Dipartimento del tesoro del ministero dell’economia e delle finanze. 38. Dal dopoguerra all’Imperiale: i commemorativi 1, 11, 13: Nello Bagni. 2: Gianni Deppieri. 3: Benito Carobene. 4: Cesare Rialdi. 5: Francesco D’Alessandro. 6: Sandro Cavallini. 7: coll. privata. 8, 10: Ezio Gorretta. 9: Gianfranco Poggi. 12: Museo storico delle poste e telecomunicazioni. 25. I primi voli con la posta 1, 3-13, 15: collezione privata. 2, 14: Fiorenzo Longhi. 26. La guerra di Libia 1, 2, 4, 7, 10, 13-15: Beniamino Cadioli. 3, 5, 6, 8, 9, 11, 12: Piero Macrelli. 39. Pubblicità in posta: una gamma di offerte 1, 3, 4, 13, 14: Mario Mangano. 2: Ambretta Mondolfo. 5-9, 11, 15: Carlo Sopracordevole. 10: Andrea Santostefano. 12: Gianni Deppieri. 27. L’inizio della colonizzazione della Libia 1-9, 11, 13-15: Piero Macrelli. 10, 12: Beniamino Cadioli. 28. La conquista dell’Egeo 1-15: Mario Carloni. 16: Franco Filanci. 40. Pubblicità in posta: le carte-valori 1-7, 11, 12, 14: Carlo Sopracordevole. 8, 9: Mario Mangano. 10, 15: Enrico Bertazzoli. 13: Eugenio B. Bolleri. 29. Il trasporto della posta 1-3: Enrico Carsetti. 4: Luigi R. Cataldi. 5, 6, 8, 17: Emanuele Gabbini. 7: Aldo Cecchi. 9: Beniamino Cadioli. 10: Claudio Dutto. 11: Valter Astolfi. 12, 13: collezione privata. 14: Raffaele Diena. 15: Franco Rigo. 16: Franco Ferretti. 41. Un altro Stato all’interno del regno: San Marino 1, 2, 4, 7, 8: Nicolino Parlapiano. 3: Ambretta Mondolfo. 5: Carlo Sopracordevole. 6: Nello Bagni. 9, 15: collezione privata. 10-14: Franco Filanci. 406 CONTENTS TRANSLATED BY MICHELE CASO F rom the 9th to the 16th of February an exhibition of history of mails and of philately has been held in Rome, in the House of Parliament, and named «The kingdom of Italy in the mails and in philately». It dealt with the historical, postal and philatelic aspects of Italy from unity (1861) to the end of monarchy (1946), including also the colonial facts. The exhibition was developed on 84 frames which, as a whole, formed an organic and consistent discourse on the theme. Each frame contained a historical-philatelic descriptive text and stamps and postal documents illustrating it. This book is the catalogue of the exhibition: it is divided in 84 chapters, one for each frame of the exhibit. The illustrations and their captions are the same as in the exhibition; the text is an expansion and deepening of the one in the frame. So the book is not only the catalogue of the exhibition, but it stands on its own, with a lasting value, telling in a discursive but rigorous way the history of the mails and of the philately of the kingdom of Italy. The book is divided in two volumes: the first contains chapters 0-41, the second chapters 42-83. France. It conquered Lombardy; Tuscany, Parma, Modena, the Romagne (a papal territory) also uprose and joined the kingdom of Sardinia. In 1860 Garibaldi conquered the kingdom of two Sicilies and Italy was unified. During the period of provisional governments there were many issues of stamps and postal changes. 0. Prologue The Italian States introduced the postage stamps since 1850. But before that date, postage stamps had been occasionally used in Italian territory. The first known cases are shown: a letter sent by a British tourist in 1842, franked with the stamps he had carried with him; the letters sent by members of the French Expeditionary Corps in Latium in 1849, franked with French stamps. 3. The initial years of the new kingdom: 1861 and 1862 The 17th of March 1861 was the initial day of the kingdom of Italy, with Vittorio Emanuele II being the king. During the first two years there were different postal rules in the various territories. Everywhere the formerly Sardinian stamps were used, also perforated, except than in the South, where the “Neapolitan Provinces” stamps were used. 1. Before unity Summary description of the states in which Italy was divided by the Congress of Vienna in 1815 and of their issues of stamps. Not all issued stamps as the dukedoms of Massa and of Lucca were dissolved in 1829 and 1847 while the principality of Monaco went under French protectorate in 1860. 4. The initial years of the new kingdom: 1863 In 1863 the new unitarian postal law was introduced and the regional differences disappeared. A stamp for the new rate was issued, the first bearing the word 2. The formation of the kingdom of Italy In 1859 the kingdom of Sardinia started the second independence war against Austria, with the help of 407 “italiano”. In December the new definitives were issued. sual as the sheets were cut into 2 or 4 panes immediately after printing. Only two are known. 5. The first Italian set The first Italian definitives were prepared in London by the De La Rue firm. The new «Officina carte-valori» was set up in Italy. 14. The postal cards of Umberto Another exceptional piece: the only known uncut sheet of postal cards, which were always cut before the distribution. 6. Italy outside the borders Some parts of Italian territory were still outside the political borders: Austria ruled Veneto, where the Lombardy-Venetia stamps were in use, and Trento, Venezia Giulia and Dalmatia, where Austrian stamps were used. The Papal States, with their own mails, still existed. 15. Italian post offices abroad As other western powers, also Italy in the 19th century opened post offices abroad, which used either Italian postage stamps or the same overprinted “estero” (abroad). They were Tunis, La Goulette and Susa in Tunisia, Alexandria in Egypt in 1863, Tripoli in Libya in 1869, Montevideo and Buenos Aires in South America in the 1870s. 7. The third independence war The third independence war in 1866 allowed the annexation of Veneto: military mails were set up and between July and October there was the change of sovereignty and of mails. 16. Eritrea, the first colony In 1869 Italian settlements started on the African coast of Red Sea; the colony of Eritrea was instituted in 1890. The first post offices were opened in 1879, the first issue of postage stamps for the colony was in 1893. 8. Rome capital France, which protected the Papal States, could not intervene in 1870, being in war with Prussia, and Italy could free the Papal States. Rome was taken on the 20th of September 1870. 17. The international role of Italy Italy had a role in the international scenario of the 19th century. In Morocco run an own postal service; participated to the international expeditions in Crete in 1897 and in China in 1900. In those countries it opened own post offices, which used their own postage stamps. 9. Foreign mails before 1875 Before the institution of the Universal Postal Union, the foreign mails had different rules and rates according to the destination, which offer a variety of cases. 18. Vittorio Emanuele III, the new king Vittorio Emanuele III become king in 1900 and in 1901 a new set of stamps aws issued with his effigy, in Liberty style, called in Italy “floreale” (floral). 10. The Indian Mail across Italy In 1869 the Indian Mail started the route across Italy, via Brindisi, connecting Great Britain and Europe to India and the Est. Until the 1910s a great flow of goods, passengers and mail went through Italy. 19. The definitive stamps Between 1905 and 1918 many definitive stamps were issued, with various subjects which can be placed in a precise plan, so are called the scheme set. 11. The last years of Vittorio Emanuele II Vittorio Emanuele II, the first king of Italy, died in 1878. In the late years of his reign other stamps were issued, including those for the Official service and the first postal stationery cards, both simple and with paid reply. 20. The Levant offices At the beginning of the 20th century Italy opened new post offices in the Ottoman Empire, which used their own stamps: Benghazi, Constantinople, Durazzo, Janina, Jerusalem, Salonika, Scutari, Smyrna and Valona. 12. Umberto I, the new king The new king was Umberto I, the first items with his portrait, postal cards first then stamps, appeared in 1879. During his reign the first letter cards were issued. Various stamps were issued until 1900, when he died. 21. Somalia At the end of the 19th century Italy started to colonize Somalia. The first postage stamps were issued in 1903, which underwent many vicissitudes due to changes in currency. 13. The stamps of Umberto An exceptional piece is shown: a full sheet of 400 postage stamps of the period of king Umberto, very unu- 22. Disasters and mails Some natural disasters had postal consequences, like the earthquake in Messina in 1908 and the one in 408 Avezzano in 1915, with the concession of exemption from postal taxes. Then there were railway and aircraft accidents with loss or eventful recovery of carried mails. and operated by Italian companies. Radiotelegraphy and the systems developed using the technology of Guglielmo Marconi are also dealt with. 31. The first world war: from the 24th of May to Caporetto Italy entered the first world war on the 24th of May 1915. During the initial time of war a military mail service was started, postal censorship was introduced, postage-free cards for the military were adopted, subject to rules which were changed over the time; civilian post offices were opened in the Austrian occupied territories, inhabited by Italians. 23. The first commemoratives The first attempts to issue commemorative stamps date to 1893; in that year and in the following ones some essays were produced but the first issue was in 1910. In 1895 the first commemorative post card had been issued. 24. The 50th anniversary of the kingdom In 1911 the kingdom jubilee was celebrated with a national exhibition. The Officina Carte-valori attended to it, showing a special printing of its production, bound in an elegant album. 32. The first world war: from Caporetto to Vittorio Veneto In October 1917 an Austrian offensive, said «of Caporetto», broke through the Italian lines and occupied for one year most of the Italian Veneto. Austrian occupation stamps and postal stationery were introduced. In Italy the military mail service was changed. On the 3rd of November 1918 Italy won the war and an armistice went into effect the following day. 25. The first mail carrying flights In pioneer period of aviation, the first private marking was applied to a postal document in 1898; the first postmark in 1909; the first mail carrying flight in 1911; the first air mail stamp, first in the world, was in 1917. Until 1925 there were many mail carrying flights, but all were exceptional, none regular. 33. The completion of Unity At the end of hostilities Italy occupied the territories which had been assigned to it in the 1915 London Pact: the Trentino, Venezia Giulia and Dalmatia. In those territories overprinted postage stamps and postal stationery were initially introduced, then Italian ones. The were various vicissitues and the end Italy annexed only Trentino, Venezia Giulia and the town of Zara in Dalmatia. 26. War in Libya In 1911 Italy decided to conquer Libya and Cyrenaica, then under Turkish rule, the only North-African territory not yet colonized by European powers. During the war a military mail service was organized. 27. The beginning of the colonization of Libya After the conquest, Libya started to be colonized, also through post offices and the issue of stamps. In the early years there were few settlers and during WWI most of the land was left abandoned for the need of troops were on the European front. 34. Fiume The Pact of London had assigned Fiume to Croatia but the city wanted to be Italian. From November 1918 it was occupied by the Allies, on the 12th of September 1919 it was occupied by the poet d’Annunzio with his legionaries; in January 1921 become a Free State and in February 1924 it become Italian. The various occupiers also cared of postage stamps and of postal stationery and there were many issues. 28. The conquest of Aegean Islands During the war against Turkey, Italy occupied the Dodecanese Islands, under Turkish rule, to force the surrender of the enemy; maintaining the possession of the islands afterwards. 35. Sequels of war: the defeated At the end of the war Italy occupied or sent military missions, for a number of reasons, in former enemies’ territories, in Austria, Germany and Turkey, these occupations had their own postal services. 29. Carrying the mails During the kingdom period mails were carried in many ways. Here are described traveling post offices on trains, boats, postal ships, navy ships and some particular and special ways, like the ballon montés arrived in Italy. 36. Sequels of war: the occupations and the missions Italy occupied or sent military missions also in other territories: in various parts of Russia, with rare postal witnesses; in Albania, where Italian post offices continued to operate. In 1923 the Greek island of Corfu 30. Telegraph and telecommunications The old Italian states had already started to use the telegraph, which was later developed both with on land networks and with transatlantic undersea cables, laid 409 was occupied for a short period, following an international incident; postage stamps and post cards were issued for that occupation. cial, for introducing advertisements in the postal values. Many products were made available: envelops, post cards and letter cards with advertisements; private perforations (perfins), advertising supports and many more. 37. From the after-war to the Imperiale: the definitives Between 1919 and 1929 many stamps, post cards and letter cards were issued in various subjects, values and colors, without an organic design, due to the many changes in postal rates caused by the great post-war inflation. 40. Advertising in the mails: the stamps and stationery Between 1919 and 1923 there was the issue of many post cards and letter cards with advertisements and, in 1924 and 1925 also stamps with an advertising appendix appeared. 38 - From the after-war to the Imperiale: the commemoratives The Italian commemorative stamps issued between 1921 and 1929. Many issues had a surcharge and an irregular distribution, causing many polemics. 41. Another state within the kingdom: San Marino The republic of San Marino has been independent since ever. For its postal needs it initially found support in the Papal States, then in Italy. After having used Italian stamps and services, from 1877 it issued own postage stamps. 39. Advertising in the mails: a variety of offers From the 1870s there many initiatives, private or offi- 410 INDICE DEL PRIMO TOMO Presentazione Pierferdinando Casini Presentazione Mario Landolfi V VII Gruppo parlamentari amici della filatelia e Federazione fra le società filateliche italiane VIII Presentazione Vittorio Mincato Piano della mostra Presentazione Marisa Giannini Prestatori IX X XI XII Presentazione Carlo Giovanardi XIII Presentazione Piero Macrelli XV 3 1. Prima dell’Unità 5 163 19. Le carte-valori ordinarie 171 20. Gli uffici nel Levante 183 21. La Somalia 195 22. I disastri naturali e la posta 205 23. I primi commemorativi 213 24. Il cinquantenario del regno 223 25. I primi voli con la posta 231 26. La guerra di Libia 239 27. L’inizio della colonizzazione della Libia 249 La mostra e il catalogo Bruno Crevato-Selvaggi XVII 0. Prologo 18. Vittorio Emanuele III, il nuovo re 28. La conquista dell’Egeo 257 29. Il trasporto della posta 267 30. Il telegrafo e le telecomunicazioni 281 31. La prima guerra mondiale: dal 24 maggio a Caporetto 291 2. La formazione del regno d’Italia 11 3. I primi anni del nuovo Regno: il 1861 ed il 1862 27 4. I primi anni del nuovo Regno: il 1863 37 32. La prima guerra mondiale: da Caporetto a Vittorio Veneto 305 5. La prima serie italiana 45 33. Il compimento dell’Unità 315 6. L’Italia fuori dai confini 57 34. Fiume 325 7. La terza guerra d’indipendenza e la liberazione del Veneto 35. Strascichi di guerra: i vinti 335 65 8. Roma capitale 75 36. Strascichi di guerra: le occupazioni e le missioni 345 9. Gli ultimi anni di Vittorio Emanuele II 83 10. La posta per l’estero prima del 1875 93 37. Dal dopoguerra all’Imperiale: le carte-valori ordinarie 353 38. Dal dopoguerra all’Imperiale: i commemorativi 367 11. La Valigia delle Indie attraverso l’Italia 101 12. Umberto I, il nuovo re 111 13. I francobolli di Umberto I 125 14. Le cartoline postali di Umberto I 127 15. Gli uffici postali italiani all’estero 39. Pubblicità in posta: una gamma di offerte375 40. Pubblicità in posta: le carte-valori 385 129 41. Un altro Stato all’interno del regno: San Marino 393 16. L’Eritrea, la prima colonia 143 Referenze fotografiche 405 17. Il ruolo internazionale dell’Italia 153 Contents 407 411 finito di stampare nel gennaio 2006 Servizi editoriali Pantheon, Roma SEP,