Sistematizzazione dei dati archeologici nel suburbio ostiense tra la valle di Malafede e i lembi dello Stagno
16/09/2019, 22)04
Mélanges de l'École
française de Rome Antiquité
130-2 | 2018 :
Studi ostiensi. Quarto seminario – Varia
Studi ostiensi. Quarto seminario
Il territorio della colonia di Ostia alla luce di nuove indagini
Sistematizzazione dei dati
archeologici nel suburbio
ostiense tra la valle di Malafede
e i lembi dello Stagno
ANNA BUCCELLATO, FULVIO COLETTI ET EMANUELE GIANNINI
p. 315-320
Résumés
Italiano English
L’articolo riconnette il tessuto archeologico di tre distretti del suburbio, bassa Valle di
Malafede, Casal Palocco e Infernetto, attraverso la contestualizzazione dei dati noti con le
acquisizioni recenti, con particolare attenzione alle dinamiche di interazione tra popolamento e
caratteristiche geotecniche dei suoli. Per la Valle di Malafede viene tracciata una sintesi
evolutiva del sistema insediativo, ed analizzato il ruolo chiave che da sempre riveste come
cerniera tra l’urbe e la colonia ostiense, sia per lo sviluppo di grandi ville di proprietà dell’élite
cittadina, sia per lo sviluppo di reti di infrastrutture idriche. In merito al settore di Casal
Palocco viene analizzata la correlazione tra le evidenze archeologiche e le caratteristiche
geomorfologiche del territorio. Nel quadrante di Infernetto vengono invece presentate le novità
sullo sfruttamento antropico della fascia estrema sud occidentale dello stagno ostiense, dove
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sembra confermata l’ipotesi della presenza di aree di stazionamento di animali destinati agli
spettacoli quali venationes.
Collection and analysis of the archeological evidences from the suburban Ostiense area,
between Malafede Valley and Stagno Ostiense. The paper put together the archaeological
evidence from three areas of the suburbium, the low Valle di Malafede, Casal Palocco and
Infernetto, through the contextualization of the old data with the new one, with a special focus
on the dynamics of interactions between population and geotechnical features of the soils. For
the Valle di Malafede, it draws an evolving synthesis of the settlement, and analyses its key
position as a pivotal zone between the Urbs and the colony of Ostia, whether through the
development of big villas owned by the urban elite, or through the development of a web of
hydraulic infrastructures. Concerning the area of Casal Palocco, it examines the correlation
between archaeological evidence and the geomorphological features of the territory. For the
area of Infernetto, the paper exposes the new data about the human exploitation of the most
southwestern strip of land of the stagno ostiense, confirming thus the hypothesis of the
existence of parking areas for the beasts for display in the venationes.
Entrées d’index
Keywords : acqueducts, Palocco, Infernetto, Cilone, Infermeria, Ostiense, Madonnetta,
stagno
Parole chiave : acquedotti, camping Faboulus, Infernetto, Cilone, Infermeria, Ostiense,
Madonnetta, stagno
Texte intégral
1
Il territorio in esame1 comprende tre distretti del suburbio romano (fig. 1). Il primo
coincide con la valle di Malafede,2 che ha una connotazione storico-geografica, mentre
gli altri corrispondono ai quartieri moderni di Casal Palocco e Infernetto. La rete viaria
è costituita dagli assi di comunicazione tra la città e la costa, l’Ostiense e la Laurentina
antica,3 e dai percorsi che raccordano con quest’ultima e con la via Severiana l’arteria
corrispondente all’attuale via di Malafede.4 Anche tale direttrice, infatti, ricalca un
percorso antico, diverticolo dell’Ostiense verso gli insediamenti costieri, utilizzato
ininterrottamente da età arcaica al tardo impero, la cui qualificazione storico-sacrale
viene conferita dalla probabile corrispondenza con i tracciati noti dalle fonti: il primo
citato da Plinio per raggiungere la sua villa,5 il secondo citato da Festo come cammino
per l’ager Solonius,6 territorio di una delle tribù romulee, sito del santuario di Pomona,
legato a figure mitiche, quali Acca Larenzia, ed agli eventi della guerra civile.
Fig. 1 – Carta dei siti archeologici del Suburbio Ostiense.
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Base Cartografica: Carta Tecnica Regionale del Lazio. Elaborazione: E. Giannini per conto della
Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma.
Malafede
2
L’ampia vallata di erosione di tale fosso, in alcuni punti estesa per più di un
chilometro di larghezza, costituisce una delimitazione geomorfologica ed ambientale
dell’antico territorio urbano, che determina i modi di sfruttamento del territorio: a nord
pianori tufacei solcati da una serie di fossi, naturali vie di transito, favorevoli allo
sfruttamento rurale, a sud terreni sabbioso-alluvionali desinenti in vere dune, causa di
progressiva rarefazione degli insediamenti in direzione del mare.
Fig. 2 – Planimetria della cassa di colmata d’Ostia (1887, particolare) tavola 5 in scala
1:25.000.
Tratta da: G. Santarelli, Le bonifiche di Ostia e Maccarese, Roma – Archivio Storico Capitolino.
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Nei comparti afferenti il segmento finale dell’asta, la sequenza insediativa registra
tappe significative dal paleolitico medio attraverso l’eneolitico, documentando senza
soluzione di continuità la presenza di comunità di cacciatori-raccoglitori,7 fino all’ età
protostorica, in cui si definisce il ruolo di cerniera tra gli abitati di Decima-Politorium e
Monte Cugno-Ficana.8
Le testimonianze di epoca romana riflettono i modi e i tempi del popolamento
dell’agro ostiense; precedute da strutture di sfruttamento agricolo della fase
repubblicana, come quella documentata in località Giardini di Roma,9 le ville rustiche,
genericamente inquadrabili tra fine repubblica ed inizio impero, vengono nei secoli
successivi riassorbite in complessi più sontuosi di proprietà di personaggi di grande
rilievo. In tal senso si possono interpretare gli impianti localizzati all’interno del
Camping Fabulous, lungo via di Malafede in corrispondenza del vecchio ingresso della
Tenuta Presidenziale, e la residenza prospiciente il X miglio dell’antica via Ostiense,
attribuita a Fabio Cilone, prefetto dell’Urbe di età Severiana.
Dell’edificio attribuito dal Lanciani alla proprietà di Cilone,10 sono state esposte, negli
anni ‘80 del secolo scorso, un criptoportico e parti di ambienti pavimentati a mosaico
bianco e nero a motivi geometrici.11
Della villa interna al camping Fabulous, scoperta agli inizi del ‘900, invece è visibile
una buona porzione del complesso abitativo (ca. 2600 mq) nel quale si sono
riconosciuti diversi corpi di fabbrica, che ne connotano il luxus: chiaramente
riconoscibile il settore produttivo, mentre più sfuggente risulta la lettura della parte
privata.
Nel settore relativo al balneum privato la decorazione del frigidarium con scene
marine e in particolare Nettuno su quadriga di ippocampi circondato da Nereidi,
stilisticamente inquadrabile all’età antonina, trova confronti puntuali con rivestimenti
ostiensi,12 nonché con quelli della villa della Palombara,13 dimostrando la presenza di
maestranze itineranti che contemporaneamente lavoravano nell’area servendo
committenti di alto livello e fornendo con i loro cartoni modelli ripetuti con poche
varianti tipologiche.
Connotano la funzione strategica della valle di Malafede anche le strutture di
captazione e sfruttamento idrico che si inseriscono nel complesso sistema di
approvvigionamento ostiense, con diramazioni a servizio delle ville.
Gli acquedotti in loc. Casale Infermeria,14 cronologicamente riferibili alla piena età
imperiale, corrono affiancati in senso parallelo al fosso di Malafede, con pendenza verso
nord-ovest per una lunghezza di ca 170 m, per poi deviare verso la villa di Fabio Cilone
e l’Ostiense.15 Paralleli e prossimi alla via, invece, sono stati individuati altri segmenti di
condotti, il primo lungo m 55, anch’esso con un lungo periodo di uso che si dipana per
l’età imperiale, negli immediati paraggi del Casale di Malafede,16 ed il secondo di ca
26 m, correlabile, all’altezza del km 15,800.17
Le ipotesi avanzate18 circa l’approvvigionamento degli acquedotti sia di Casale
Infermeria sia dell’acquedotto laurentino, dalle acque del fosso di Malafede o suoi
tributari, è confermata dallo studio delle infrastrutture idrauliche rinvenute nell’alto
bacino imbrifero: brevi tratti di acquedotto lungo il tributario fosso della Perna e in
particolare il sistema di approvvigionamento della vasca monumentale esposta nell’area
della tenuta della Mandriola,19 che a pieno regime poteva contenere 829 metri cubi di
acqua, che venivano raccolti attraverso un sistema di chiuse impostato su traverse che
sbarravano e deviavano il flusso torrentizio all’interno di un lungo cunicolo e di lì alla
grande vasca.20
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Palocco
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In località Madonnetta, corrispondente all’ultimo terrazzo fluviale che digrada verso
la piana di Casal Palocco, lo sviluppo dell’insediamento antropico si è concentrato sulle
sommità e lungo i declivi, con una necropoli ed un impianto termale.
L’area necropolare21 è costituita da 23 sepolture scavate nello strato sterile sabbioso,
talora con pareti foderate da murature in pietrame e tegole e copertura in piani
realizzati con scampoli di tufo e frammenti laterizi, secondo una tipologia attestata sia
nel suburbio sud-occidentale in località vallerano,22 sia nel territorio ostiense,23 in un
periodo cronologico compreso tra tardo primo I sec. d.C. e pieno II sec. d.C.
Il complesso termale a carattere privato, invece, è connotato da una serie di piccoli
ambienti in laterizio a pianta quadrangolare e semicircolare scoperto nel 1971 ed
attualmente interrato.24
Infine, la linea di salto di quota ricalcata dalla moderna via di Acilia conduce all’area
sub-pianeggiante della tenuta di Palocco che, caratterizzata da ambiente deposizionale
di tipo alluvionale di depositi fluvio-lacustri recenti, con caratteristiche geotecniche
argillose scadenti, non ha restituito a tutt’oggi indizi di sfruttamento sistematico del
suolo.
Infernetto
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Scendendo al mare, nella zona oggi occupata dal quartiere Infernetto, la facies
alluvionale digrada al di sotto delle unità delle dune alle spalle della linea di costa, in
antico più interna rispetto all’attuale: registriamo quindi lenti riconducibili a sabbie e
ghiaie con occasionali torbe in un assetto deposizionale con caratteri ambientali,
sostanzialmente simili alla fascia costiera, che non favorivano uno sfruttamento rurale
intensivo o comunque paritario alle potenzialità espresse da altri settori della campagna
suburbana.
Riveste particolare interesse la zona occidentale, che si colloca all’interno dello
stagno ostiense, precisamente nell’estremità sud-ovest del sedime trapezoidale assunto
dallo specchio d’acqua a seguito delle attività di bonifica ed irreggimentazione
ottocentesche (fig. 2).
L’ipotesi dell’esistenza all’interno dello stagno di un’area di stazionamento degli
animali esotici destinati ai giochi circensi o cortei trionfali, avanzata sulla base del
rinvenimento di un’iscrizione di epoca domizianea (ad oggi ancora inedita) con
indicazione di alcuni giorni di Maggio e l’elenco delle divinità venerate, e di reperti
osteologici di elefas di specie africana e indiana, recuperati nel secolo XX25, ha trovato
conferma nei recenti dati archeologici sostenuti da indagini specialistiche.
Nel corso di indagini archeologiche propedeutiche ad attività edilizia, la stratigrafia
di un sedimento di argilla con forte presenza organica individuata sul livello antropico,
ha consentito l’ipotesi dell’esistenza di un ambiente palustre sul fondo del quale si siano
depositati i reperti rinvenuti di ossa di mammiferi di grande taglia, tra le quali due
zanne di cinghiale o maiale selvatico, senza segni di taglio o macellazione (fig. 3).
Dall’osservazione dei reperti si può notare una variegata composizione faunistica,
caratterizzata anche dalla presenza di elementi esotici, come l’elefante, il rinoceronte,
una probabile gazzella e un felino panterino, e forme proprie della composizione
faunistica degli spettacoli dell’antica Roma, in particolare delle venationes.
Fig. 3 – Scavo Via Grabher 2014: 1. ossa di grandi mammiferi; 2. sequenza stratigrafica;
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3. anfora a fondo piatto con asse neroniano.
Foto Archivio Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma.
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Il rinvenimento di un’anfora vinaria a fondo piatto,26 di epoca tiberiano-antonina,
associata ad un asse neroniano, ci ricorda suggestivamente il racconto delle fonti che
cita la pratica di lavare gli animali con il vino vecchio con forte concentrazione di aceto
per liberarli dai parassiti.27
A questo tipo di sfruttamento economico del territorio appaiono correlabili gli altri
ritrovamenti della zona: lungo il bordo orientale dello stagno, presso l’odierna via
Calcaterra, un complesso residenziale e produttivo, luogo di rinvenimento
dell’iscrizione citata, esteso per almeno 400 mq, impiantato alla fine della repubblica e
vissuto per tutta l’epoca imperiale, a cui conduceva un tratto di viabilità realizzato con
materiale ceramico, forse parte di un sistema di bonifica dei terreni paludosi prossimi
allo stagno.
Bibliographie
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25, 2005, p. 353-371.
Lauro 1998 = M.G. Lauro, L’area archeologica di Tor Paterno. Campagne di scavo 1987-1991,
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territorio di Acilia: un problema di musealizzazione ed integrazione con il territorio, in I siti
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Pisani Sartorio – Quilici Gigli 1985 = G. Pisani Sartorio, S. Quilici Gigli, Trovamenti arcaici nel
territorio laurentino: annotazioni di topografia e prospettive di ricerca, in BCAR, 89, 1985,
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Schiavone 1998 = A. Schiavone, Indicazioni sulla viabilità interna di Castleporziano, in
M.G. Lauro (a cura di), Castelporziano III. Campagne di Scavo 1987-1991, Roma, 1998, p. 167170.
Tella 2006 = F. Tella, Un acquedotto della prima età imperiale nei pressi del Casale di
Malafede, in MEFRA, 118-2, 2006, p. 482-486.
Notes
1 Questo contributo si pone come obbiettivo una riconnessione dei dati archeologici noti, tra
di loro e con i contesti limitrofi, in una zona di transito tra il territorio romano e laurentino.
2 Per il significato politico e geografico della cesura rappresentata dal fosso di Malafede si
veda Pellegrino 2004 e Gregori – Buccellato 2005, p. 367, nt. 37.
3 Corrispondente al asse via Pontina-via Pratica di Mare: Buccellato 2005.
4 Il primo è ricordato dal Lanciani (Tavoletta, Ponte Galera, appunti manoscritti), il secondo
è perpetuato dalla moderna via di Castelporziano.
5 Identificata con Villa Magna all’interno della tenuta presidenziale di Castel Porziano; in
realtà il riconoscimento della via, proposto dal Nibby (Nibby 1829), che vide anche resti della
pavimentazione in basoli, non ha corretta corrispondenza miliarica in quanto il bivio si pone al
X miglio (v. anche F. Coarelli in questo volume).
6 L’ipotesi verosimile avanzata da Schiavone (Schiavone 1998, p. 167-168) trova la
corrispondenza miliarica con il testo delineando un itinerario con un primo tronco diramato
dall’VIII miglio dell’Ostiense e successivamente un segmento est-ovest che va a riunirsi alla
direttrice principale al bivio di Colonnetta. Per l’ager Solonius, cfr. Coarelli 2008 e lo stesso
autore in questi atti.
7 Relazioni provvedimenti DD.MM. 22.6.91 e 30.6.97.
8 In tal senso rivestono particolare interesse le testimonianze individuate all’interno della
Tenuta pertinenti ad una necropoli risalente al periodo compreso tra l’VIII e il VII sec. a.C.
(Pisani Sartorio – Quilici Gigli 1985, p. 11-12).
9 Scavo 1998 – Archivio SBAO. La struttura doveva presentare alzato in intelaiatura lignea
su zoccolo in pezzame di tufo e tegole, copertura in materiale deperibile e pavimenti lignei.
10 La struttura sorge sulla sommità di un piccolo dosso a 40 m s.l.m.
11 Pellegrino 1988.
12 Frigidaria delle pubbliche Terme di Nettuno e del Buticoso.
13 La villa, detta anche di Plinio, si trova all’interno della tenuta di Castel Fusano.
14 Bedello Tata et al. 2006.
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15 Dal punto di vista cronologico una struttura è inquadrabile nei primi decenni del
II sec. d.C. mentre l’altra risulta di poco posteriore. Una terza struttura di dimensioni e portata
minore è databile al III sec. d.C.
16 Tella 2006. La struttura venne probabilmente già vista ad inizio XX secolo dal Gatti.
17 Pellegrino et al. 2006.
18 Lauro 1998, p. 70.
19 Presso il 14 Km della moderna via Laurentina.
20 Archivio SSABAP. Scavi cimitero laurentino.
21 Scavo 2011. Archivio SBAO.
22 Archivio SSABAP.
23 Pellegrino 1999.
24 Archivio SBAO.
25 De Angelis D’Ossat 1938 e archivio SBAO nominante i floralia di epoca domizianea.
26 Anfora di produzione siciliana del tipo Ostia II, 522-523.
27 Polyb., 3, 88.
Table des illustrations
Titre Fig. 1 – Carta dei siti archeologici del Suburbio Ostiense.
Base Cartografica: Carta Tecnica Regionale del Lazio. Elaborazione:
Crédits E. Giannini per conto della Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle
Arti e Paesaggio di Roma.
Titre
Fig. 2 – Planimetria della cassa di colmata d’Ostia (1887, particolare)
tavola 5 in scala 1:25.000.
Crédits
Tratta da: G. Santarelli, Le bonifiche di Ostia e Maccarese, Roma –
Archivio Storico Capitolino.
Titre
Fig. 3 – Scavo Via Grabher 2014: 1. ossa di grandi mammiferi; 2.
sequenza stratigrafica; 3. anfora a fondo piatto con asse neroniano.
Crédits
Foto Archivio Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e
Paesaggio di Roma.
Pour citer cet article
Référence papier
Anna Buccellato, Fulvio Coletti et Emanuele Giannini, « Sistematizzazione dei dati
archeologici nel suburbio ostiense tra la valle di Malafede e i lembi dello Stagno », Mélanges
de l'École française de Rome - Antiquité, 130-2 | -1, 315-320.
Référence électronique
Anna Buccellato, Fulvio Coletti et Emanuele Giannini, « Sistematizzazione dei dati
archeologici nel suburbio ostiense tra la valle di Malafede e i lembi dello Stagno », Mélanges
de l'École française de Rome - Antiquité [En ligne], 130-2 | 2018, mis en ligne le 03 septembre
2019, consulté le 16 septembre 2019. URL : http://journals.openedition.org/mefra/5889 ; DOI :
10.4000/mefra.5889
Auteurs
Anna Buccellato
Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma,
[email protected]
https://journals.openedition.org/mefra/5889
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Sistematizzazione dei dati archeologici nel suburbio ostiense tra la valle di Malafede e i lembi dello Stagno
16/09/2019, 22)04
Fulvio Coletti
Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma,
[email protected]
Emanuele Giannini
Collaboratore Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma,
[email protected]
Droits d’auteur
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