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Mura tra roccia e cielo

Giornale Accademia Casentinese, 2018

Mura tra roccia e cielo Puivert - Foto di Simone de Fraja N ella primavera 1244, a Montsègur, si spensero gli ultimi fuochi e si esaurirono gli ultimi tentacoli di una sanguinosa repressione formalmente iniziata quasi trentacinque anni prima, nel 1209, sebbene i processi e l’inquisizione degli eretici sia durata per quasi ancora un secolo. Nel 1209 una fornita milizia si era lasciata alle spalle Montpellier, ove si era radunata per imboccare l’antica Via Domizia verso i maggiori centri del Midi (sud della Francia). Agli albori del secolo XIII movimenti eretici si erano radicati, oltre che in alcune parti della penisola italiana, nella Francia meridionale, nella Linguadoca, a ridosso dei Pirenei sud orientali. Inizialmente, la Chiesa di Innocenzo III a mezzo dei propri missionari e legati tra cui Pietro di Castelnau, Amaury di Citeaux e Domenico di Guzman, tentò di sedare l’eresia della quale anche molti signori territoriali del Midi francese si facevano garanti, protettori nonché seguaci. La situazione, se in un primo momento sembrò non coinvolgere la corona di Francia, impegnata a respingere gli Inglesi, consentì ai maggiori signori territoriali, che avevano intuito anche l’utilità economica dell’impresa, di costituire un fronte armato contro la resistenza dei signori del Midi (conti di Tolosa, Barcellona, Foix, i conti Trencavel di Carcassonne e Bezier) qualora non avessero consegnato i propri protetti, non si fossero convertiti o avessero posto fine alla loro autonomia locale; come nelle operazioni militari che contemporaneamente si stavano svolgendo in Terrasanta, i partecipanti alla crociata così indetta dal Papa ne avrebbero derivato, oltre al recupero di terre e rendite, indulgenze religiose mediante un servizio di almeno quaranta giorni. Alla metà del secolo XIII, riconquistati i castra ed estirpata l’eresia, la Corona di Francia promosse la ristrutturazione e l’adeguamento delle fortificazioni già dei Signori territoriali, teatro e sfondo degli eventi della “Crociata degli Albigesi”, ritenute ancora utili per il controllo del territorio specialmente quello ultra pirenaico, il Regno di Aragona; le fortificazioni furono così adeguate secondo le nuove tecnologie costruttive, sia negli apparati difensivi che nelle planimetrie che si adeguavano ai profili orografici con ardite soluzioni architettoniche. Molte di queste fortificazioni sono frutto di ristrutturazioni di preesistenze della metà del secolo XIII (o XIV) e rimasero sotto il controllo di Carcassonne, incorporata nel dominio reale e dislocato nuovo centro del potere centrale. Queste fortificazioni sono erroneamente oggi note come castelli catari ma, più correttamente, insistono in una regione in cui forte fu la presa dell’eresia catara, regione comunque costellata anche da fortificazioni meno note, pur coinvolte dalla ventata purificatrice al pari di altre rimaste estranee agli eventi; si tratta, comunque, di fortificazioni trasformate e ristrutturate, se non direttamente dalla Corona, indirettamente mediante concessione di quest’ultima anche con l’ impianto di signorie dipendenti dalla corona medesima. Pertanto, non soltanto le cinque figlie di Carcassonne (Aguilar, Las Tours, Puilaurens, Quéribus e Termes) con le ulteriori tre fortificazioni in seguito acquisite dalla Corona (Montsègur, Peyrepertuse e Puivert), ma tutta una serie di postazioni vennero ammodernate o costruite ex novo, ispirate agli accorgimenti utilizzati per il castello del Louvre di Filippo Augusto, per quanto perseguibili: semplicità e linearità geometrica della planimetria non- A C | 7 ché recupero della antica tradizione classica perduta (castrum) e rimbalzata in Europa verosimilmente a mezzo delle crociate. Ovviamente, se ciò risultava ben realizzabile in altre regioni della Francia, sulle creste montuose del Midi l’impianto o l’adeguamento di fortificazioni trovò una varietà di soluzioni interpretative che, come spesso accade, rendono le fortificazioni di altura o di sperone le une diverse dalle altre. Va da sè, pertanto, che la scelta del sito, influenzata dall’importanza del controllo di vie di comunicazione o valichi di altura, abbia influenzato – di contro– sia la planimetria che la realizzazione degli apparati difensivi. L’approvvigionamento d’acqua, specialmente per le fortificazioni sorte su picchi rocciosi, era affidata più alla presenza di cisterne piuttosto che alla realizzazione di pozzi. L’acqua è un fattore ricorrente nelle cronache degli assedi durante la campagna militare condotta da Simon di Monfort (presa di Minerve e Termes): strategia comune e frequente allorquando si intendeva prendere gli assediati “per sete” e conseguenti dilaganti epidemie. Le fortificazioni dello scorcio del secolo XIII, specialmente quelle reali, sebbene impostate in posizioni topografiche da vertigine, tendono verso accorgimenti architettonici che, senza perdere il carattere militare e difensivo, seguono un indirizzo di maggiore comfort, mediante l’erezione di torri residenziali di maggiori dimensioni (considerate non solo ultimo ridotto difensivo) e corti più ampie e livellate; fortificazioni maggiormente curate dal punto Il complesso di Las Tours di vista estetico anche mediante rifiniti apparecchi murari od in bugnato rustico che conferiscono un aspetto di maggior robustezza e imponenza della struttura affiorante dalla roccia. Le torri che scandiscono la cinta muraria, sorta sul ciglio roccioso o sul limitare di un dislivello sono scandite da torri rompitratta od angolari generalmente a pianta semicircolare, più o meno chiusa e sostanzialmente del tipo “aperto alla gola”. Se gli accessi alla fortificazione godono sempre della massima attenzione e del massimo impegno per i relativi accorgimenti architettonici, si riscontra una particolare varietà, in questa regione della Francia, nelle forme delle fessure delle arciere che possono essere osservate solo in edifici posteriori alla metà del secolo XIII dei quali è rimasta una buona porzione di elevato. Si riscontrano arciere a feritoia di- SMARTPHONE TABLET INTERNET KEY WIFI - ADSL ASSISTENZA E RIPARAZIONI ritta e semplice di piccole dimensioni che non raggiungono il metro, come altrettanto frequenti sono quelle ben più lunghe che offrono maggior ampiezza di tiro con smusso terminale in foggia triangolare o con terminale quadrangolare. Sentinelle di un importante passato, oltrechè obsolete, capisaldi di confine con l’Aragona, queste fortificazioni testimoniano eventi di elevata portata, custodiscono i segni di un progresso tecnologico retaggio di una osmosi culturale al pari di quella che si sviluppò tra natura e costruzione al punto da sembrare l’uno la continuazione dell’altra. Simone de Fraja Scopri le nostre offerte settimanali su telefonissimo bibbiena Loc. Ferrantina 18 • Bibbiena • 0575593999 8 | A C