Credere Ogg i 3 8 (6 /20 1 8) n. 2 2 8 , 3 9 -5 2
Sc u o le te o lo g ic h e
d a l ta rd o M e d io e vo
fino a lla m o d e rn it à
(1274- 1563)
David S. K oonce *
1. Q u e s tio n i in tro d u tto rie
L a perio dizzazione della storia è sempre difficile e alquan to ar
b itraria, e può essere un’arma a doppio taglio . I perio di no n sono
creature della storia stessa, m a degli storici, e la sto rio grafia di o gni
disciplina può scegliere no m i diversi per i m edesim i an n i di una
cronologia. N onostante la difficoltà, tenterò di dire qualcosa di vero
sulle scuole teologiche in un perio do di tempo che va da 1 2 7 4 a
* A te n e o P o n tific io R e g in a A p o s to lo r u m ( R o m a ) ( david.koonce@ upra.org).
CredereOggi n . 2 2 8
40
1 5 6 3 , un arco temporale di quasi tre secoli, con un punto di parten
za ben definito e un punto di arrivo altrettanto chiaro: la m o rte di
T ommaso d’A quino (1 2 2 5 -1 2 7 4 ), nel prim o caso, e la conclusione
del co ncilio di T rento (1 5 4 5 -1 5 6 3 ), nel secondo.
Per «scuole» possiamo considerare tre realtà distinte, m a stret
tam ente vinco late. I n prim o luo go , «scuola» può significare una
corrente di pensiero più o meno durevole nel tempo, come la scuola
no m inalista o realista; può anche significare le co m unità religiose
che hanno promosso gli studi teo lo gici, o gnuna con il suo stile
caratteristico : la scuola do m enicana, le scuole francescane (bonaventuriana, scotista od occamista), la scuo la ago stiniana, ecc. Infine,
sicco me i pensieri non sussistono senza pensato ri, e i pensato ri
esistono nello spazio e nel tempo , «scuola» può riferirsi ai diversi
luo ghi di produzione teologica, ciascuno con la pro pria specifica
identità: Parigi, O xford, Praga, ecc. N on è possibile parlare di «scuo
le» nel prim o o secondo senso, senza accennare anche alle «scuole»
nel terzo senso.
A l di là dei tre po ssibili riferim enti del term ine «scuo la», c’è una
do m anda più profonda: che cosa co stituisce una «scuola»? E sol
tanto una questio ne di geo grafia o di pertinenza a un determ inato
o rdine religioso? M entre questi sono fattori che co ntribuisco no alla
formazione di una scuo la, non sono gli elem enti determ inanti. U na
scuo la di teo lo gia si fo rma e si distingue dalle altre anzitutto per le
po sizioni che prende su determ inati argo m enti dib attuti. Attraverso
un esame dei dib attiti tra le diverse scuole, po ssiamo approssimarci
alle questio ni decisive di o rdine speculativo.
I nfine, la storia, pur essendo una disciplina scientifica, include
sempre un elem ento di narrativa. L a storia si studia racco ntando la
e in un determinato arco tempo rale ci possono essere tan ti racco nti,
a livello di m icro -narrativa e m acro -narrativa. A l m acro -livello , il
tem a della chiesa e la sua unità è una preo ccupazio ne che investe
41
C re d e re O g g i n, 2 2 8
tutto il perio do che ci interessa. I ntorno a questo grande tem a sor
gono altri dib attiti tra le scuole.
2. L’u n ità della c hiesa tra il c onc ilio di L ione II
e quello di C osta nza ( 12 7 4 - 14 18 )
U no dei tem i principali che co ndizio na e determ ina la co nfigu
razione delle scuole teo lo giche nel tardo M edioevo e all’inizio della
m o dernità è precisamente la chiesa, la sua unità, struttura e o rgani
d’auto rità. P rim a di entrare nella posizione delle scuole su temi
dib attuti, occorre rico rdare quattro eventi im po rtanti. I n primo
luogo, il co ncilio di L io ne II (1 2 7 4 ). È stato convocato, tra altri
mo tivi, per raggiungere l’unio ne con i greci. L’accordo raggiunto
con la delegazio ne dei greci, guidati dalF imperato re b izantino M i
chele P aleo logo1, però, non è stato efficace nel superare lo scisma tra
O ccidente e O riente. U na trentina d’anni dopo, il conflitto tra papa
B onifacio V ili e F ilippo I V il B ello , re di F rancia, ha reso possibile
la pubb licazio ne della controversa bo lla
Unam sanctam2,
la quale
dichiara, afferma e stabilisce che «l’essere sottomessi al romano po n
tefice è, per ogni um ana creatura, necessario per la salvezza» (D H
8 7 5 ). I l terzo evento è stato l’abbando no di R o m a dei po ntefici e
il loro insediam ento ad Avignone (1 3 0 9 )3. I l quarto evento è stato
1 C£ H . D e n z in g e r ,
rebus fidei et morum ,
E nchirìdion Symbolorum definitionum et declarationum de
a c u ra d i P. H u n b r m a n n , E D B , B o lo g n a 19 9 6 2 ( D H ) , 8 5 1 -
8 6 1.
2 C f. B o n i f a c i o V i li , B o lla
Unam sanctam
( 18 n o ve m b re 13 0 2 ) , in D H 8 7 0 -
875.
3 C f. K . A . F in k , La situazione dopo la morte di Bonifacio V ili. Benedetto XI e Cle
mente V, in H . G . B e c k e t a l ., Tra Medioevo e Rinascimento. Avignone, conciliarismo,
tentativi di riforma (XTV-XVIsecolo), vo i. 5 , 2 , J a c a B o o k , M ila n o 1 9 7 7 , 8 - 9 .
C redereOggi n. 2 2 8
42
l’infelice elezione di U rbano V I (1 3 7 8 -1 3 8 9 ), po i disputata con una
nuova elezione di C lem ente V I I (1 3 7 8 -1 3 9 4 ), che ha dato luogo al
grande scisma d'O ccidente (1 3 7 8 -1 4 1 7 ). M entre U rbano V I rimase
a R om a, C lem ente V I I si ristab ilì ad Avignone; così sorsero due
linee di obbedienza nella chiesa. O ra, se Tessere sottomesso al roma
no pontefice è necessario per la salvezza, l’obbedienza ecclesiastica
in tempo di divisio ne era no n so ltanto un a scelta po litic a m a un
tem a di trascendenza salvifica. P rima di esaminare la teo lo gia di una
chiesa divisa, sarà utile gettare uno sguardo sulle scuo le teo lo giche
fo rmato si in un tempo più pacifico, prim a del grande scisma.
2 . 1.
Tra Parigi e Oxford: tomismo, scotismo ed occamismo
(1274-1378)
C i o ccupiam o ora delle o rigini delle università m edioevali. A
B ologna, P arigi, O xford, C o lo nia, R o m a e in altre città la trasfor
mazio ne dei centri di insegnamento in vere e proprie università
è stato un processo graduale segnato dalla diversità di ritm i e da
distinte m o dalità di formalizzazione. C o m unque, se nel D uecento,
P arigi, con la presenza di m aestri come Alessandro di H ales (1 2 2 0 1 2 4 5 ), T ommaso dA q uin o (1 2 5 2 -1 2 5 9 ; 1 2 6 8 -1 2 7 2 ) e B onaven
tura (1 2 4 8 -1 2 5 6 ), ha guadagnato fam a come il più eccelso centro
di investigazio ne e insegnamento teologico, nel T recento, O xford
emerse con una voce distintiva so prattutto grazie all5influsso dei
francescani dalle isole b ritanniche.
N el 1 2 7 7, tre anni dopo la m o rte di T ommaso, G uglielm o de la
M are (f 1298 ca.), francescano di o rigine inglese, pubblicò un’opera
intito lata
Correctorium Fratris Thomae, in
cui accusò il pensiero di
T ommaso di errori in 118 punti. I teologi do m enic ani, però, dife
sero le teorie di T ommaso, im po rtante in tale azione fu io scritto
CredereOggi n, 228
43
Correctorium corruptorii Quare,
N acque così la disputa sui Correctoria,
di R iccardo K napwell ( t 1 2 8 9 ),
che vide la luce nel 1 27 9 .
in c e n t r a t a
lo g i c h e
sull’orto dossia delle concezioni metafisiche ed epistem o
di T ommaso d’A quìn o 4.
I
no di dib attuti in questa disputa
tra francescani e do m enicani no n sono facilm ente ric o n ducib ili a
Un deno m inato re co m une, m a in alcuni punti centrali il rappo rto
tra concetto e realtà rivestiva un impo rtanza considerevole. Si tratta,
quindi, di un m o m ento preciso nel dib attito pluriseco lare sullo
status o nto lo gico
degli universali.
Le
due linee di so luzio ne fonda-
m entali al problema sono deno m inate «realismo» e «no m inalism o »,
benché dentro o gni po sizione ci siano diverse co rrenti e tendenze.
D elle due soluzioni, il no m inalism o presenta una m aggio re uni
formità, e tutti i seguaci del no m inalism o (o
via moderna)
hanno
sostenuto le stesse tesi fo ndam entali. Loro ristringo no «l’essere un i
versale» a livello “logico”. «L’essere universale» è una pro prietà logica
dei term ini, per cui essi possono essere predicati di m o lti. L’univer
sale come tale no n si trova nelle cose, m a nei co ncetti co m e “segni”
delle cose, oppure nei term ini come “segni” dei concetti. O ra, sulla
do m anda se c è qualco sa nelle cose stesse che dà fo ndam ento a que
sto tipo di predicazio ne, la linea no m inalista prende una gam m a di
posizioni, dal silenzio o indifferenza, fino alla negazione di qualsiasi
fo ndamento . G uglielm o d’O ccam (1 2 8 5 -1 3 4 7 ) è stato uno degli
esponenti p iù inf luenti della scuo la no m inalista.
La po sizione realista è assai più variegata. Si possono identificare
tre o pinio ni fo ndam entali: la fo rma platonizzante, quella aristote
lic a e quella semi-aristotelica:
4
C f. A . P e r t o s a , La disputa sulla libertà del volere alla fine del X III secolo: da
Guglielmo de la Mare alla reazione dei C o rre c to ria , in « D ivu s T ho m a s» 1 1 3 ( 2 / 2 0 10 )
14 4 - 16 7 .
CredereOggi n. 2 2 8
44
~ la forma platonizzante del realismo sosteneva che l’universale
sarebbe la sostanza e gli in dividui costituirebbero accidenti di
questa sostanza;
- la fo rma aristotelica (o
via antiqua) è quella più comune nella Sco
lastica. San T ommaso è un rappresentante di questa linea quando
in re come forma o sostanze delle cose,post
nell’intelletto , e ante rem n ella m ente divina
dice che l’universale è
rem come
concetto
come idea o m o dello delle cose create5. Q uesti tre universali non
fanno che uno solo, cioè, l’essenza, sostanza o forma della cosa,
che esiste
ab eterno n ell’intelletto
divino e che l’intelletto umano
astrae dalla cosa stessa6;
- la forma semi-aristo telica risale a G iovanni D uns Scoto (1 2 6 6
c a.-1 3 0 8 ), secondo il quale il vero e pro prio universale esiste solo
nell’intelletto , m a nelle cose esiste una “natura com une” distin ta
no n num ericam ente m a solo “fo rmalm ente” dall’in dividualità
delle cose. L a teo ria della «distinzio ne formale» è, inf atti, la ca
ratteristica principale del pensiero sco tista7.
A ltro punto focale nel dib attito teologico di questo perio do fu il
ruolo della conoscenza e della vo lo ntà divina nella predestinazione.
Sin dai tem pi di Agostino e della sua b attaglia con il pelagianesim o ,
la teo lo gia latin a si muoveva tra due frontiere invalicab ili: D io è
responsabile per la salvezza dell’uomo, m a l’uo m o stesso è respon
sab ile della sua pro pria co ndanna. L avorando entro questa cornice,
dal D uecento i teologi scolastici sono arrivati a un consenso sulla
5 C f. T o m m a s o d A q u i n o ,
6
C f. T o m m a s o d ’A q u i n o ,
II , d. 3 , q. 2 , a. 2 .
Summa Theobgiae
1, 8 5 , 1.
Universali, disputa degli, in N . A b b a g n a n o
Dizionario difilosofia, U T E T , T o rin o 1 9 9 8 3, 1 1 3 1 .
7 C f. N . A b b a g n a n o ,
( e d d .) ,
In Sent.
- G. Fo r n e r o
45
C re de re O g g i n. 2 2 8
predestinazione, un consenso che
p a r t ic o la r e » . N e l
si
può chiam are «singo la elezione
T recento, invece, si cominciano a proporre due tesi
alternative: da una parte, la tesi dell’«elezione generale», so stenuta
dal francescano P ietro Aureolo (1 2 8 0 c a.-1 3 2 2 ), m entre dall’al
tra
c ’è
la tesi della «do ppia elezio ne particolare», anche co no sciuta
come «do ppia predestinazio ne», avanzata dall’erem ita ago stiniano
G regorio da R im ini (1 3 0 0 c a.- 1 3 5 8 ).
2.2.
La teologia in una chiesa divisa. Il grande scisma
d’Occidente e Vepoca di Wyclif(1378-1418)
M entre a R om a gli eventi del 1 378 po rtano al grande scisma
d’O ccidente, a O xford sorge la figura di G iovanni W yc lif (1 3 2 0
■■'cà>1 3 8 4 ). W yc lif
è
convinto oppositore alla scuo la no m inalista,
ma la tipo lo gia del suo realismo lo portò a sostenere diversi errori
circa le Scritture, l’eucaristia e la chiesa. N o nostante le co ndanne
delle sue po sizio ni in I nghilterra, i suoi scritti sono stati diffusi in
B oemia, dove suscitavano dib attito e una notevole sequela intorno
a Praga. F u così che G iovanni H us (1 3 6 9 -1 4 1 5 ) si fece portavoce
del pensiero di W yc lif col suo trattato
De E cclesia, nel q uale
segue
da vicino gli scritti del suo predecessore inglese.
Per en tram b i la “vera” chiesa
è
la co m unità invisib ile dei pre
destinati. I riprovati, invece, fo rmano parte della chiesa visibile,
m a sono nella chiesa soltanto in apparenza, perché non sono veri
m embri del corpo di Cristo . Perciò il cristiano anche se fosse un
eretico o peccatore no to rio non deve obbedienza a nessun ecclesia
stico, nem m eno a un papa.
Co n W yc lif e H us il tem a della predestinazione, che poteva sem
brare una semplice questio ne individuale e prettam ente speculativa,
diventa un tem a ecclesiologico con ripercussioni pratiche e sociali.
CredereOggì n . 2 28
46
I l co ncilio di C o stanza (1 4 1 4 -1 4 1 8 ), convocato dall’im perato
re Sigism undo per m ettere fine allo scisma d’O ccidente, dovette
affrontare anche il pro blem a ecclesiologico sollevato da W yc lif e
H us: ne riprovò le do ttrine, co ndannando io stesso H us al rogo. Il
co ncilio , q uin di, ha messo fine alla crisi nel po ntificato provocato
dal grande scisma, m a con la co ndanna di H us di fatto ne provocò
un altro tra chiesa catto lica e seguaci di H us in B oemia.
Il fatto, però, che sia dovuto intervenire un concilio ecum eni
co ha inco raggiato le tendenze della teo ria co nciliarista, sostenuta
(almeno in qualche variante) da pensatori agganciati all’università
di P arigi, come il cardinale P ierre D ’A illy (1 3 5 0 -1 4 2 0 ) e il teologo
G iovanni G erson (1 3 6 3 -1 4 2 9 ). A livello teorico, il conciliarism o
ebbe una corrente giuridico -cano nica e un’altra do ttrinale. D al pun
to di vista canonico, la teo ria sosteneva che il romano pontefice
no n è l’ultim a istanza di appello nella chiesa; chi è stato infatti
co ndannato dal romano po ntefice può appellarsi al co ncilio , che
deve celebrarsi ogni dieci anni. O ra, l’aspetto do ttrinale im plicito in
questo o rientam ento giuridic o è che l’auto rità suprem a nella chiesa
è esercitata dal concilio e no n dal papa.
3 . L’u nità della c hiesa da l c onc ilio di C osta nza a quello di
T rento ( 14 18 - 15 6 3 ) : tra unific azione e fra m m enta zione
3 . 1.
Dal concilio di Costanza al L ateranense V(1418-1517)*
Conciliarismo, ecumenismo, dialogo interreligioso, uma
nesimo
D opo il co ncilio di Co stanza, il co nciliarism o co ntinuava a
esercitare un certo fascino, benché i po ntefici della restaurazione
47
CredereOggi n. 2 2 8
r e a g is s e r o
vigo ro sam ente per difendere i diritti del papato . Proprio
in ragione di questo, l’università di P arigi, con le sue tendenze conciliariste e col sostegno storico della linea di Avignone, co m in cia a
p e rd e re
stim a tra i difenso ri del papato.
D opo Co stanza sembra che le iniziative di rifo rma all’interno
della chiesa latin a si siano attenuate. T uttavia, la risoluzione positiva
dello scisma d’O ccidente ha offerto nuovi im pulsi per il superam en
to degli scismi o rientali. I nfatti, papa E ugenio I V (1 4 3 1 -1 4 4 7 ),
con l’aiuto di N icolò C usano (1 4 0 1 -1 4 6 4 ), ha potuto co ndurre il
concilio di B asilea-F errara-F irenze (1 4 3 1 -1 4 4 5 ) da una posizione
co nciliarista e alquanto divisoria a un progetto di unificazione delle
chiese o rientali con la chiesa di R om a. Il C usano non apparteneva
à nessuna scuo la e no n faceva scuo la. C o m unque, è una figura che
suscita interesse per i suoi sforzi di ristabilire l’unità là dove si era
imposto lo scisma, nonché per il suo atteggiamento dialo gante verso
le altre religio ni.
La teo lo gia del Q uattro cento ha prodotto una grande quantità
di «testi diso m o genei e d’occasione, raram ente d’o rigine didatti
ca, più spesso affidati alla forma della lettera, della predica, della
raccolta erudita di appunti e di enciclo pedie asistem atiche [...] e
pochi capo lavo ri»8. N el co ntinente europeo i nuovi sviluppi nella
produzione della carta hanno co ntrib uito alla co struzione di una
nuova cultura teo lo gica. L’ ab bo ndanza di un tale m ateriale eco
nomico per tutte le opere scritte, in combinazione con un vasto
pubblico laico bramoso di formazione religiosa e teologica, favoriva
una pro duzione teo lo gica centrata no n più sui grandi co m m enti
sistem atici delle
Sentenze o di altre Summae, m a di opere p iù brevi a
carattere pratico o m o rale. Per la loro brevità, queste opere, chiam a
8 G . D ' O n o f r i o , Introduzione, in
della teologia, vo i. I li, P ie m m e , C a sa le
A . D i B e r a r d i n o - B. St u d e r ( d ir. ) ,
M . ( AL ) 19 9 4 , 2 4 .
Storia
CredereOggi n. 2 28
48
te «trattati», sì potevano copiare a m ano agevo lm ente e distribuire
con una certa velocitàF rutto e culm ine di questa com b inazio ne di fatto ri è stato l’u
m anesim o cristiano . L a nuo va cultura letteraria, insiem e all’invenzione della stam pa a torchio, ha favorito la co m pilazio ne di nuove
edizio ni critiche della B ib bia e dei P adri della chiesa, unitam ente
ad altri scritti o ccasio nali di carattere devozionale o moralizzante.
A questi scritti spesso m ancava la sintesi teo lo gica capace di m an
tenere la visione dell’insiem e, la gerarchia e l’interco nnessione delle
verità catto liche.
Per quanto riguarda le «scuole» in questo perio do, due tendenze
sono degne d’attenzio ne. I n prim o luogo , si co nstata il sorgere di
una cultura letteraria e teo logica di uo m ini e do nne che no n ebbe
nessuna affiliazione con le università. Si pensi, ad esempio, a E ra
smo da R o tterdam (1 4 6 6 -1 5 3 6 ) o a T ommaso Moro (1 4 7 8 -1 5 3 5 ).
I n secondo luogo , invece, tra il Q uattro cento e C inquecento , il
num ero delle università in E uropa quasi raddo ppiò : da ventinove
a cinquantasette. Le nuove università si trovavano dappertutto , ma
con un co ncentram ento partico lare neìl’E uropa centrale.
M entre o ltralpe le nuove università dedicavano più attenzione
alla teo lo gia e alle arti lib erali, in I talia le faco ltà principali erano
m edicin a e diritto , inf atti di teo lo gia si occupavano le case di studio
delle congregazioni religiose.
3 . 2 .1 dibattiti suscitati dalla
«riforma protestante»
(1517-1563)
P arlando di «riform a» protestante, no rm alm ente ci si riferisce a
quell’insiem e di variegati m o vim enti po rtato ri di diversi progetti
di «riforme» ecclesiastiche, ciascuno con le pro prie specifiche m o ti
CredereOggi n. 2 2 8
vazioni teologiche.
49
Sarebbe q uin di più preciso parlare di «riforme»
protestanti, al plurale, per distinguere m eglio tra le diverse fazioni
all’interno di questo am pio m o vimento religioso , culturale e po li
tico. I noltre, il mo vimento conosciuto come il «protestantesimo »
non fu l’unica voce di rifo rm a in questa epoca. Perciò, bisogna
distinguere tra i diversi m o vim enti di «riform a»:
_ La rifo rm a
umanistica. D i per sé questo
m o vim ento di rifo rm a è
nato alf in tern o della chiesa e perlo più rim ase nella co m unio ne
cattolica. I nfatti m o lti dei prim i protestanti si identificavano all’i
nizio con il mo vimento um anistico e l’applicazio ne rigo ro sa di
alcuni elem enti pro gram m atici dell’um anesim o , come il ritorno
alle fo nti, h a trovato un seguito tra i protestanti.
- La rifo rm a
luterana. Si tratta del mo vimento
religioso e teologico
nato into rno alla figura di M artin Lutero (1 4 8 3 -1 5 4 6 ), frate ago
stiniano e professore di S crittura a/W ittenberg, una delle nuove
università rinascim entali. M entre la data sim b o lica dell’inizio del
suo mo vimento di rifo rm a risale al 1 51 7, gli anni tra il 1 5 1 7 e il
1521 sono dedicati piutto sto a dispute accadem iche e all’auto
difesa di L utero contro l’accusa di eresia. Soltanto a partire dal
1522 si è cominciato a mettere in pratica, nel culto e nella società,
le idee religio se e teolo giche di Lutero.
- L a rifo rma
evangelica o calvinista (o «chiesa rifo rmata»). M entre la
rifo rm a luterana si sviluppava in G ermania, nella Svizzera emerse
un altro mo vimento che co ndivideva alcune po sizioni luterane,
m a in altre vi si differenziava, so prattutto nella do ttrin a eucari
stica. L e principali figure della rifo rm a svizzera sono H uldrych
Z wingli (1 4 8 4 -1 5 3 1 ) e G io vanni C alvino (1 5 0 9 -1 5 6 4 ). N ono
stante le differenze im po rtanti tra queste due figure, il deno m i
natore co m une era il loro concentrarsi sulla sovranità di D io.
CredereOggi n. 2 2 8
50
- L a rifo rm a
radicale (o
«anab attisti»). L a no ta distintiva di questo
m o vimento di rifo rm a è stata la rigo ro sa applicazio ne del prin
cipio della
sola Scriptum fino
al punto da escludere il battesimo
dei b am b ini per la m ancanza di fo ndam ento scritturistico . G li
adulti aderenti a questo movimento si fecero battezzare di nuovo,
co nvinti delT invalidità del loro prim o battesim o . I l mo vimento
ha prodotto ben po chi teologi, pro b ab ilm ente a causa della vio
lenta repressione che ha sofferto per mano di altri protestanti, ma
anche perché probabilm ente mancava una profonda motivazione
teologica.
- L a (co ntro)rifo rm a
cattolica.
M entre in passato si parlava della
«Controriforma catto lica», oggi si riconosce in quel perio do non
soltanto un mo vimento di opposizione al protestantesim o , ma
un approccio distinto alla rifo rma ecclesiale. I l co ncilio di T rento
(1 5 4 6 -1 5 6 3 ) rappresenta la voce più autorevole della «riforma»
catto lica. I padri co nciliari volevano so ltanto rispondere pun
tualm ente alle co ntestazio ni sollevate dai pro testanti, evitando
in ogni caso un’elaborazione o rganica e co m pleta della do ttrina
catto lica ed evitando di dirim ere le controversie aperte tra gli
stessi catto lici. Il co ncilio si fissò, dunque, il delicato compito di
reprimere errori senza cancellare la legittim a pluralità teo lo gica
ail’interno della chiesa.
4 . L a respo nsabilità dei teo lo g i del terzo m illennio
L’epoca descritta in questo breve saggio è co m inciata in un clim a
di speranza per l’unificazio ne della chiesa, segnalato da un certo
pluralism o teologico. A lla fine del perio do no n soltanto non si è
verificata l’unio ne tra O riente e O ccidente, m a lo stesso cristiane
sim o o ccidentale si è frantum ato in parecchie fazioni.
51
CredereOggi n. 2 2 8
Il co ncilio di T rento ebbe un grande successo come co ncilio di
riforma, però no n h a po tuto ripo rtare i pro testanti alla co m unio ne
con R oma. I n più, dopo T rento, il pluralism o teologico cedette il
passo alla divisio ne confessionale.
O ggi po ssiamo constatare un certo superamento delle divisio
ni confessionali, perlo m eno in teo lo gia, e un rinnovato c lim a di
p lu r a li s m o
O p p u re
s t u d io
teologico. Sarà l’inizio della riunificazio ne dei cristiani?
sono i prim i segni di nuo vi “sco nvo lgim enti” ecclesiali?
Lo
delle «scuole» teologiche del tardo M edioevo e de ll’inizio
della m o dernità no n può rispo ndere a questa do m anda, m a può
s t i m o la r e la
respo nsabilità dei teo lo gi del terzo m illennio di accet
tare la presenza dì più scuole di teo lo gia nell’un ità della co m unio ne
ecclesiale.
B ib lio g ra fia s c e lta
B i f f i - C . M a r a b e l l i ( e d. ) , Figure delpensiero medievale. Storia della
teologia e della filosofia dalla tarda antichità alle soglie dell umanesimo, 6
I.
vo li. , Ja c a B o o k - C itt à N u o va , M ila n o - R o m a 2 0 0 8 - 2 0 1 0 ; G . R .
E va n s,
Trafede e ragione. Breve storia delpensiero medievale da. Agostino a Cusano,
E C I G , G e n o va 19 9 6 ; M . J . E M . H o e n e n , A Oxford: dibattiti teologici
nel tardo Medioevo, J a c a B o o k , M ila n o 2 0 0 3 ; A . E . M c G r a t h , I lpensiero
della Riforma. Una introduzione, C la u d ia n a , T o rin o 2 0 1 6 3; J . P e l i k a n ,
Reformation ofChurch and Dogma (1300-1700), U n ive rs ity o f C h ic a g o
P ress, C h ic a g o 19 8 5 .
Sommario
L’a uto re p re se n ta le s c u o le te o lo g ic h e , d a l ta rd o M e d io e vo fin o a lla m o
d e rnità , d a l p u n t o d i vis t a del lo ro in s e rim e n to n e i g ra n d i d ib a tt it i dei
52
CredereOggì n. 2 2 8
lo ro te m p i. N e ll’a rc o te m p o ra le c he va d a l c o n c ilio di L io n e II al c o n
c ilio d i T re n to , il te m a d e lla c hiesa è c e n tra le al live llo m a c ro - n a rra tivo .
I n q u e sta n a rra z io n e , il c o n c ilio d i C o s ta n z a è u n p u n t o d i a rrivo e d i
p a rte n z a . È l’a rrivo d i u n a ta p p a lu n g a s c a n d ita in d u e se z io ni: d a l L io ne
I I a ll’in iz io de l g ra n d e sc ism a d ’O c c id e n te e d a ll’in iz io d e llo sc ism a fino
a lla sua riso luz io n e . E il p u n t o d i p a rte n z a d i u n ta p p a c he va d a l c o n c ilio
di C o s ta n z a al L a te ra n e n s e V, se g n a ta d a l c o n c ilia ris m o , l' e c u m e n is m o ,
il d ia lo g o in te rre lig io s o e l' u m a n e s im o . I n fin e , d a ll’in iz io sim b o lic o de lla
rifo rm a p ro te s ta n te a lla c o n c lu s io n e d e l c o n c ilio T rid e n tin o , la c hiesa
c o n t in u a a essere te m a di riflessio n e . C o lle g a ti a lla c hiesa s o n o i te m i
d e lla c o n o sc e n z a d ivin a e u m a n a , d e lla g ra zia e d e i s a c ra m e n ti in c ui le
d ive rs e sc u o le in te rve n g o n o c o n i lo ro c o n trib u ti e differe nz e .
CHIESA TUTTA
.
Luca Merlo:
.
LA CHIESA SI REALIZZA
m un woco
Ai-p p .1 1 6 -€13,00
MINISTERIALE
T
a p ossibilità di co m prendere T u nica chiesa di Dio a partiJ L ^ r e dalie sue realizzazioni focali rappresenta una delie più
significative riscoperte del V aticano il. Di : questa prospettiva
. , , „
, . .
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,
si è fatto acuto interprete e convinto p rom otore anche il do- ;
m enicano francese Hervé Legrand (*1 935). Questo saggio
o ffre un'introd uzione ragionata al suo pensiero ecclesiologico
presentando anzitutto fe ragioni che stanno alla base della
rivalutazione della chiesa locale neil 'orizzonte della cattolicità,
per poi illustrare le diverse figure ministeriali che ad essa si
rich iam a no n eli'in ten to di coglie rn e l’ identità funzionale e le;
potenzialità pastorali. Una riflessione ch e interesserà dì certo
qua nti - preti, diaconi e laici tu tti - in Italia si stanno (final
m ente e concretam ente) interrogando circa la m ìnlsterialità
i
m
i
della e nella chiesa.
LUCA MERLO, prete della diocesi dì Verona, è docente di ecclesiologia e m a rioiogia presso lo S tudio teo lo
g ico «San Zeno» e l'Istituto superiore di scienze religiose «San Pietro M artire» della città; è a nche direttore
d e ll'U fficio per l’ecum e nism o e il dialogo interreligioso,
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