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Nel secondo dopoguerra la città si amplia notevolmente per la costruzione delle case popolari. Se la periferia è spesso associata a emarginazione e dequalificazione i documenti e i disegni di progetto rinvenuti ne raccontano la storia da un differente punto di vista. I migliori architetti e ingegneri dell’epoca coinvolti dall’INA-Casa durante il Primo settennio (1949-1956) provarono infatti, con grande impegno e particolare cura, a immaginare non solo nuovi spazi abitativi, ma anche luoghi di aggregazione, per creare un diverso paesaggio urbano in cui vivere. Ne emerge un quadro inedito, relativo ad alcuni complessi residenziali sorti nel solco dell’espansione della città di Napoli verso Occidente, composto da tasselli preziosi per l’ampliamento della conoscenza di figure di primo piano, ma non ancora abbastanza indagate, tra cui Carlo Cocchia e Stefania Filo Speziale. Gli esiti della collaborazione anche con i professionisti romani, come Mario Fiorentino, rende infine possibile la verifica della fertile contaminazione delle idee in quegli anni.
Tutti i diritti sono riservati: nessuna parte può essere riprodotta in alcun modo (compresi fotocopie e microfilms) senza il permesso scritto della Casa Editrice
2018
Estratto dal volume C. De Falco, Case INA e luoghi urbani. Storie dell'espansione occidentale di Napoli, CLEAN 2018, a seguito della visita guidata condotta per OHN (Open House Napoli), 1-2 ottobre 2022. Nel secondo dopoguerra la città si amplia notevolmente per la costruzione delle case popolari. Se la periferia è spesso associata a emarginazione e dequalificazione, esiste tuttavia anche un’altra storia: durante il I settennio dell’INA-Casa (1949-1956), infatti, i migliori tra architetti e ingegneri provarono, con grande impegno e particolare cura, a immaginare non solo nuovi spazi abitativi, ma anche luoghi di aggregazione, per creare un diverso paesaggio urbano in cui vivere. Ne emerge un quadro inedito, relativo ad alcuni complessi residenziali, che si distinguono, ancora oggi, per aver conservato caratteri identitari di qualità, che ne rivelano il progetto “d’autore”. Tra questi, va annoverato il quartiere ad Agnano di Stefania Filo Speziale che nel 1953, due anni dopo il progetto del rione a Capodichino, ne curò sia l’impianto urbanistico che la realizzazione degli edifici principali. Prima donna napoletana laureata in architettura, brillante allieva di Marcello Canino, autrice in seguito dei più noti palazzo Della Morte e grattacielo in via Medina, Filo Speziale progetta ad Agnano un quartiere organico, ad andamento avvolgente. Ne fanno parte edifici “ponte” o con balconi ruotati a 45° verso il mare, altri più bassi immersi nel verde, che assecondano la morfologia collinare, e una piazza vivibile grazie alla presenza di un ex centro sociale e di un piccolo mercato coperto, tuttora funzionante. L’interesse per gli spazi collettivi, la ricerca della varietà nel tessuto urbano e l’attenzione dimostrata per il tema del "townscape" rivelano come Stefania Filo Speziale sia stata ben consapevole della cultura architettonica degli anni Cinquanta.
2019
La riflessione che segue è l'esito di un confronto prolungato con gli studenti di progettazione architettonica e di urbanistica dell'Institut Supérieur d'Architecture et Urbanisme di Kinshasa (RDC) e tenta di rispondere, almeno in parte, ai loro quesiti sul senso del mestiere che stanno imparando e sul modo migliore di svolgerlo. Ho l'impressione che, pur dissimulati dall'abilità ad auto-ingannarsi con le retoriche che l'esperienza ci ha insegnato, la nostra vita professionale (di progettisti, di analisti, di insegnanti, …) ci riproponga gli stessi 'banali' interrogativi. Così, quando ce ne concediamo il tempo, ci scopriamo a chiederci non solo cosa dovremmo 'eticamente' fare, ma anche, proprio come gli studenti di Kinshasa, come lo si fa. Questo scritto ragiona attorno ad una serie di testi molto noti (gli stessi discussi con gli studenti) cercando di abbozzare delle indicazioni operative rispetto al 'problema della progettazione', ovvero all'apparente vanità di spendersi per dar forma ad un futuro la cui realizzazione dovrà confrontarsi con la casualità imprevedibile di un mondo plurale.
Dell'Acqua, F., Sansò, C. (a cura di), Periferie e residenza pubblica in Italia. Gli anni 1954-2000. Progetti, processi, idee di città, 2023
2009
La ricchezza del dibattito e delle sperimentazioni internazionali sul tema della casa urbana dimostrano un'attenzione sempre viva della cultura architettonica intorno a questo argomento. Le sperimentazioni sul blocco urbano a medio-alta densità sviluppate negli ultimi anni consentono di avviare alcune riflessioni sui nuovi significati che gli spazi dell'abitare assumono nella cultura contemporanea. Il confronto con alcuni esempi di case urbane romane del primo dopoguerra evidenzia la validità del modello del blocco denso nel contesto della città contemporanea.
Romania Orientale, 2018
2016
In seguito alla riscoperta della città storica da parte dell'analisi urbana italiana degli anni Cinquanta e Sessanta e ai seguenti progetti europei di ricostruzione critica, emerge una nuova consapevolezza della città storica come manufatto costruitosi nel corso del tempo e alla possibilità di una sua continuità. Questa ritrovata condizione temporale dei contesti consolidati definisce il margine entro cui inserire il progetto dell'abitare in città, qui esemplificato attraverso alcune sperimentazioni didattiche svolte in due città (Berlino e Milano). Tra i modi di intervenire, quasi in maniera chirurgica, su luoghi urbani spesso irrisolti emerge il confronto con il tema dell'isolato e della casa urbana, intesa come elemento minimo dell'architettura della città.
Collana Storia_Progetto_Costruzione, 7° volume, 2024
Il piano INA-Casa (1949-1963) rappresenta il primo, e forse nel suo genere anche l’ultimo, momento di politica edilizia residenziale pubblica attuata in maniera capillare e uniforme a livello nazionale. Riprendendo le parole di Roberto Pane, vi sono infatti «paesi nei quali si può dire che, a memoria di uomo, l’unica novità sia stata rappresentata dall’edificio INA-Casa, costruito ai margini di una stratificazione non di rado millenaria». Tuttavia, nelle linee guida del piano è ben espressa l’indicazione di operare affrontando il problema locale, allo scopo di adeguare gli edifici all’ambiente, inteso in senso lato, in cui si inseriscono. Nascono così non solo interi quartieri, ma anche gruppi di tecnici che, condividendo uno stesso retroterra accademico e culturale, intervengono in una maniera facilmente riconoscibile per composizione architettonica e ideologia sottesa. In tale ambito, lo studio sui professionisti partenopei attraverso il patrimonio INA-Casa consente sia un’interpretazione del contesto in cui operano sia una più ampia rivalutazione storiografica della scuola di appartenenza nella sfera disciplinare di metà Novecento.
“After Aristaeus, the Iberians moved to Sardinia under Norax as leader of the expedition, and they founded the city of Nora the first …on the island… " (Pausania, X, 17,5). The antiquity of the settlement on the Capo di Pula is also confirmed by the famous stele on which a "temple of the head of NGR that is in Sardinia” is mentioned. Was Nora already a city during the eight and seventh century B.C.? What is the precise significance of a commemorative stele the inscription on which is considered a referring to the name of the first city “NGR”? Should we read this as the result of a rapid transposition in the topographical, architectural and political organisation of a first settlement of oriental urban character? Can a settlement already be considered a “city”, while it is completely oriented seawards and has little relation to the hinterland? What role did the first colonists’ memories of Levantine cities play in the organisation of the new settlement? And what has archaeology got to tell us about all this? This paper discusses problems in defining concepts abaout what constitutes a city, considering Nora as a key site for the larger Phoenician colonial urban phenomenon, even if well embedded in its specific territorial, socio-economical, cultural and geographical context. Data of earlier researches (necropolis and tofet) are analyzed together with new information stemming from recent excavations and surveys. The image of the city derived from this analysis is that of a settlement evincing various forms of urban development. During Archaic period the development of the urban space and architecture appears more “spontaneous”, evoking economical and social structures of oriental origin. In the Carthaginian period, the urban development appears increasingly “planned”, being influenced by the relationship with the north-African metropolis, but also by renewed contacts with Phoenicia.
Sciascia A., Periferie e città contemporanea. Progetti per i quartieri Borgo Ulivia e ZEN a Palermo, Caracol, (collana La città che manca), Palermo, 2012
L’esperienza di ricerca condotta, per sette cicli consecutivi, dal dottorato di ricerca in Progettazione Architettonica con sede amministrativa a Palermo , ha sviluppato e affinato nel tempo una particolare metodologia e un approccio originale nel campo del “restauro del Moderno” . Questo approccio ha consentito di contribuire, con un punto di vista inconsueto, al lavoro di conoscenza e recupero di molte opere di architettura, certamente significative e degne di un adeguato “riconoscimento”, ma che oggi risultano quasi del tutto ignorate. È particolarmente interessante, anche in relazione all’attualità del tema, il lavoro condotto su alcuni quartieri residenziali (di cui intendiamo qui dare conto attraverso le ricerche su due quartieri INA-Casa in Sicilia), che ha consentito, grazie alla circolarità del lavoro di analisi, progetto e verifica critica, l’estrapolazione di alcuni principi fondativi comuni, su cui fare convergere le ragioni di un loro recupero di qualità.
International Business & Economics Research Journal (IBER), 2010
Lithic Technologies in Sedentary Societies. Horowitz, R.A. and McCall, G. (eds.). University of Colorado Press, Louisville. , 2019
Mining Technology, 2014
Vehicle System Dynamics, 2009
International Journal of Training Research, 2024
Migalhas de IA e Proteção de Dados, 2024
3. THE INTELLIGENCE CYCLE, 2024
KnE Social Sciences, 2018
Cornell University - arXiv, 2022
Jurnal Ilmiah Universitas Batanghari Jambi, 2023
Horizons, 2018
physica status solidi (b)
The Extractive Industries and Society, 2021
General and Comparative Endocrinology, 1993
Monthly Notices of the Royal Astronomical Society
Cranio-the Journal of Craniomandibular Practice, 2019