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ERETICOPEDIA: Bordini, Giovanni Francesco
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Bordini, Giovanni Francesco
Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo [ISBN 978-88-942416-0-0]
Giovanni Francesco Bordini (Roma, 1536 circa – Avignone, gennaio 1609), tra i primi seguaci di Filippo Neri, appartenente alla Congregazione
dell’Oratorio, è stato vescovo di Cavaillon e arcivescovo di Avignone, poeta, erudito e agiografo, autore di una cronotassi desunta dagli Annales Ecclesiastici
di Cesare Baronio.
Sommario
Biografia
Opere
Opere digitalizzate
Fonti e bibliografia
Voci correlate
Biografia
Era nato a Roma all’incirca nel 1536 da famiglia di condizioni modeste ma dignitose1. Conseguito il titolo di dottore in legge, si unì alla cerchia più stretta di
Filippo Neri, di cui aveva fatto la conoscenza nel maggio del 1588, diventando suo penitente e familiare. In questo periodo, attorno a padre Filippo, si
raccoglieva un numero via via crescente di giovani colti e desiderosi di dare un senso religioso alla propria esistenza, conquistati dal carisma della sua parola
e da una condotta di vita esemplata sull’ideale di perfezione cristiana.
Fin dal suo ingresso nel sodalizio filippino, Bordini fu impegnato dal Neri nei sermoni dell’Oratorio, acquistando fama di valente oratore. Inizialmente, tra il
1554 e il 1555, gli esercizi pomeridiani dell’Oratorio si svolsero nell’antico granaio sopra la chiesa di S. Girolamo della Carità; antecedenti a questa data sono
invece gli incontri più ristretti che si tenevano nelle stanze di padre Filippo. Intorno al 1557 queste riunioni assunsero forme più definite e, pur conservando la
fisionomia delle origini, presero il nome di Oratorio: «Io so, che il beato Filippo diede principio all’oratorio in un luogo più ampio, sopra la chiesa di S.
Gerolamo; et li primi, che cominciorno a sermoneggiare in detto luogo per obedienza del beato Filippo, furno il p. Tarugi et Giovanni Battista Modio, all’hora
laici, il Baronio, poi il Bordino, il s.r Ottavio Paravicino, hora cardinale, il p. Germanico Fedeli, m.s Camillo [Severini] et altri»2. Secondo un programma orario
dei ‘ragionamenti’ filippini, non datato ma riferibile ai primi tempi dell’Oratorio, le riunioni si svolgevano da lunedì a venerdì, con l’esclusione del sabato e della
domenica: Cesare Baronio parlava il martedì, il giovedì e il venerdì; Bordini ogni giorno; Flaminio Ricci tutti i giorni, eccetto il mercoledì; Angelo Velli nei tre
giorni dispari; Antonio Talpa il martedì e il giovedì; Germanico Fedeli solo di lunedì; Giovenale Ancina e Giulio Savioli sermoneggiavano il mercoledì3.
Stimato dal mistico senese Bonsignore Cacciaguerra, sodale di Filippo Neri, Bordini fu tra i primi del circolo laicale dell’Oratorio ad essere indirizzato al
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sacerdozio e il 1° settembre del 1564 – insieme al più anziano Alessandro Fedeli – prese gli ordini sacri. Con Baronio, il citato Fedeli e altri tre confratelli si
occupò subito del ministero pastorale assunto da padre Filippo per S. Giovanni dei Fiorentini, nucleo della futura Congregazione, dando così inizio alla vita
comunitaria dei padri filippini: «Qui vivemo sei preti insieme in vita tranquilla – scrive Baronio – et attendemo alla salute dell’anime, e per gratia di Dio siamo
quasi adorati per la gran riverenza et osservanza, qual tutti c’hanno»4. Di notevole cultura letteraria e di vasta erudizione ecclesiastica, raffinato nei modi
come nel portamento, al pari dell’amico Alessandro Fedeli fu richiesto da Carlo Borromeo, il 13 ottobre 1569, per essere destinato alla prebenda theologale
della sua cattedrale, ma non se ne fece poi nulla perché Filippo Neri non voleva privarsene. Cesare Speciani, referente dell’arcivescovo milanese presso la
Curia romana, in una lettera del 23 dicembre 1570 spiegò al Borromeo che Bordini era «forse il più valente prete, che sia in Roma», di certo, a suo dire, «la
più forte colonna che sia nell’Oratorio»5.
Bordini prese parte alla lunga e complessa stesura delle costituzioni destinate a reggere la nascente Congregazione, a cui Gregorio XIII con la Bolla di
fondazione del 15 luglio 1575 aveva riconosciuto ampia facoltà di emettere statuti, assegnando ai padri dell’Oratorio la chiesa romana di S. Maria in Vallicella.
Tuttavia, Filippo Neri concepiva l’Oratorio più come un processo che un rigido ordinamento e perciò pensò bene di rinviare il più possibile l’elaborazione degli
attesi statuti. Nel 1583 si giunse finalmente a una prima bozza di regole, a cui lavorarono Francesco Maria Tarugi e Antonio Talpa, sia pure con la
supervisione di padre Filippo, ma fu poi Bordini a stendere il testo definitivo in latino, presentandolo ai confratelli con il titolo Compendium Constitutionum
Congregationis Oratorii. Nel 1588 fu però elaborata una nuova bozza di regole e tra il 1596 e il 1597, dopo la morte del Neri, se ne preparò addirittura una
terza, prova evidente della lunga e articolata dialettica interna all’Oratorio6.
Nel maggio del 1584 Bordini figurava tra i quattro ‘deputati’ al governo dell’Oratorio, con padre Filippo preposito della Congregazione in ossequio alla delibera
dell’8 maggio 1577. Per le sue qualità sia intellettuali sia umane era assai richiesto come confessore e tra i suoi penitenti figuravano illustri prelati, come ad
esempio il futuro pontefice Ippolito Aldobrandini. Deve tuttavia far riflettere un testo scritto da Germanico Fedeli sotto dettatura del Neri – e databile intorno al
gennaio del 1586 – in cui Bordini, insieme a padre Talpa, viene escluso dalla sua successione a vantaggio del più affidabile Tarugi, che della prima
generazione filippina era il maggiore d’età dopo padre Filippo. Questi, pur riconoscendogli «molte belle parti et virtù», lo giudicava severamente per averlo
«trovato sempre duro et di proprio parere», ragion per cui, «non havendo imparato, tra l’altre vertù che ha, d’obedire, et de credere troppo al suo parere et
giudicio, non è atto a commandare né governare»7. Con ogni probabilità, Neri pensava anche che peccasse un po’ di vanagloria e perciò non apprezzava il
taglio dichiaratamente encomiastico di opere come il Liber primus carminum de rebus praeclare gestis a Sixto V Pon. Max., da lui raccolto e pubblicato nel
1588 con una serie di tavole volte a illustrare i meriti acquisiti da papa Peretti in campo edilizio durante il pontificato ancora in corso.
Sta di fatto che quello stesso anno fu inviato da Sisto V al seguito di Ippolito Aldobrandini nella sua legazione in Polonia, trascorrendovi l’inverno e
prolungando il suo impegno fino al maggio del 15898. Il suo coinvolgimento nella lunga trasferta polacca aveva provocato qualche chiacchiericcio nella
comunità oratoriana, quanto meno un certo fastidio, come se Bordini avesse fatto pressioni per ottenerla. E il mormorio non si placava in considerazione dei
vari incarichi che l’Oratoriano continuava a ricevere, tra i quali spicca quello prestigioso di censore di libri per la Congregazione dell’Indice, per cui non deve
meravigliare se tra i confratelli correva voce che «ogni occasione abbraccia, sì che non pare al Padre che gli possa attendere in casa»9. In considerazione di
questa sua sovraesposizione curiale, Filippo Neri pensava addirittura di destituirlo dall’incarico di deputato in Congregazione, tenuto conto che i suoi uffici nei
vari dicasteri di Curia lo distoglievano dagli esercizi dell’Oratorio, che invece dovevano costituire sempre l’impegno prevalente dei padri. Nel novembre del
1588, Tarugi gli scrisse da Napoli con toni accorati, scongiurandolo di fare presto ritorno a Roma e di preferire sempre l’Oratorio «a tutte l’altre occasioni», non
solo per il bene dell’anima, ma anche per ridare impulso alla comunità filippina, poiché non esisteva «più util impresa et esercitio di questo»10.
Appena il suo amico e penitente Aldobrandini diventò papa col nome di Clemente VIII, Bordini fu nominato quasi subito, il 17 febbraio 1592, vescovo di
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Cavaillon e sarà quella una delle prime nomine firmate dal neoeletto pontefice. Ma a voler dar credito all’ambasciatore toscano a Roma, che però riferiva
malevole opinioni altrui, l’incarico diocesano gli era stato assegnato «per discostarlo, perché è molto ardito»11. L’anno prima il suo amico cardinale Agostino
Valier, frequentatore della Vallicella e affine alla spiritualità filippina, aveva composto il Philippus, sive de christiana laetitia dialogus, testimonianza esemplare
della compattezza ideologica e della centralità dell’Oratorio romano, inserendo Bordini tra gli autorevoli dialoganti: Filippo Neri, Federico Borromeo, Ludovico
de Torres, Marcantonio Maffa, Cesare Baronio, Agostino Cusani e Silvio Antoniano12.
Trasferitosi nella sua sede vescovile, Bordini scrisse da Cavaillon una lettera gioviale e affettuosa a padre Filippo13. Tuttavia, i suoi rapporti con la comunità
oratoriana iniziarono a diradarsi. Appresa la notizia della morte di Filippo Neri, si diede alla stesura di una memoria sulla vita del Padre, un compendium vitae
datato 11 febbraio 1596, di cui Antonio Gallonio si servì largamente per stendere la sua Vita di padre Filippo14. Il 30 giugno dello stesso anno depose a
Cavaillon per il processo di canonizzazione di Filippo Neri15.
Con il passaggio del cardinale Tarugi, nel settembre del 1597, all’arcidiocesi di Siena, Bordini gli successe l’anno seguente alla guida della sede arcivescovile
di Avignone, dove lavorò intensamente e svolse una feconda attività pastorale, documentata dai vari sinodi celebrati. La sua ultima presenza alla Vallicella è
attestata nel 1601, in occasione della ricorrenza anniversaria di Filippo Neri: il 25 maggio assunse il ruolo di celebrante ai primi vespri e il giorno seguente alla
messa solenne per il Padre e ai secondi vespri16.
Nel 1604 furono finalmente pubblicati a Parigi, dopo una lunga e non facile gestazione, i due volumi Summorum urbis et orbis pontificum series et gesta,
condotti da Bordini sugli Annales Ecclesiastici del Baronio, di cui fu anche collaboratore fidato nel periodo romano e perciò doveva ben conoscere la sua
avversione verso quei compendi che si sostituivano all’originale a causa della loro eccessiva prolissità17. Rimase ad Avignone fino alla morte, avvenuta nel
gennaio 1609.
Opere
Giovanni Francesco Bordini fece uscire a suo nome il De rebus praeclare gestis a Sixto V Pon. Max. … carminum liber primus (Romae, ex officina Iacobi
Tornerii, 1588), con una dedicatoria a papa Peretti, e la citata cronotassi in due volumi, desunta però dal Baronio, Summorum urbis et orbis pontificum series
et gesta … ex Annalibus ampliss. Cardinalis Caesaris Baronii deprompta (Parisiis, apud Abel Angelerium, 1604). A Bordini si devono, inoltre, traduzioni
italiane di opere agiografiche originariamente composte in latino e spagnolo: dal testo latino tradusse il Martirio di s. Calisto papa et martire et suoi compagni
(in Roma, per Bartolomeo de Grassi, 1584), opera dell’agiografo Jakob Mosander, continuatore del Surius; curò poi la versione italiana della prima biografia
spagnola del fondatore dell’Ordine ospedaliero dei Fatebenefratelli, Istoria della vita et opere sante di Giovanni di Dio (in Roma, appresso Bartholomeo
Grassi, 1585; altre stampe: Roma 1587, Napoli 1588, Firenze 1589), stesa da Francisco de Castro; tradusse dallo spagnolo la fortunata Vita della M. Teresa
di Giesù fondatrice delli monasteri delle monache, et frati Carmeliti scalzi della prima regola (in Roma, appresso Guglielmo Facciotto, 1599; altre uscite: Roma
1601, Venezia 1604 e poi ancora 1613, 1618 e 1636), da cui Anton Kerbeck ricavò una versione latina, fatta stampare quattro anni più tardi a Mainz (Vita b.
Matris Teresae, de Iesu, fundatricis Monasteriorum Monialium et fr. Carmelitarum discalciatorum ex prima regula …, Moguntiae, typis Ioannis Albini, 1603).
Opere digitalizzate
Martirio di s. Calisto papa et martire et suoi compagni. Come si truova ne gli antichi libri scritti a mano … riferito dal p. fra Iacopo Mosandro certosino
[Jakob Mosander] … Tradotto dalla lingua latina in italiana dal reverendo padre Gioan Francesco Bordini …, in Roma, per Bartolomeo de Grassi, 1584:
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https://books.google.it/books?id=YPdeq9VQa9cC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false
Istoria della vita et opere sante di Giovanni di Dio, della institutione dell’ordine et principio dell’Ospedale suo. Composta per il p. maestro Francesco di
Castro … Tradotta dalla lingua spagnuola nell’italiana dal r.m. Gio. Francesco Bordini …, in Roma, appresso Bartholomeo Grassi, 1587:
https://books.google.it/books?id=eVWvSrYFi1YC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false
Giovanni Francesco Bordini, De rebus praeclare gestis a Sixto V Pon. Max. … carminum liber primus, Romae, ex officina Iacobi Tornerii, 1588:
https://books.google.it/books?id=HbMmGkXoio8C&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false
Vita della M. Teresa di Giesù fondatrice delli monasteri delle monache, et frati Carmeliti scalzi della prima regola. Tradotta dalla lingua spagnola
nell’italiana, dal reverendissimo monsignor Gio. Francesco Bordini …, in Roma, ad instanza di Vincenzo Pelagallo, appresso gl’heredi di Nicolò Mutii,
1601: https://books.google.it/books?id=DdH-hQZ2UU8C&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false
Fonti e bibliografia
Paolo Aringhi, Le vite e detti de’ padri e fratelli della Congregazione dell’Oratorio, Roma, Biblioteca Vallicelliana, ms. O. 58, ff. 239-244, in due redazioni.
Giovan Francesco Bordini, Philippi Nerii religiosissimi presbiteri vitae compendium, a cura di Giovanni Incisa della Rocchetta, in “Oratorium”, 8, 1, 1977,
pp. 3-23.
Antonio Cistellini, San Filippo Neri. L’Oratorio e la Congregazione oratoriana. Storia e spiritualità, prefazione di Carlo Maria Martini, 3 v., Morcelliana,
Brescia 1989, vol. III, p. 2351 (Indice dei nomi di persona).
Alphonse Dupront, Autour de saint Filippo Neri: de l’optimisme chrétien, in “Mélanges d’archéologie et d’histoire de l’École française de Rome”, 49, 1932,
pp. 219-259 [ora in Id., Genèses des temps modernes. Rome, les Réformes et le Nouveau Monde, textes réunis et présentés par Dominique Julia et
Philippe Boutry, Gallimard-Le Seuil, Paris 2001, pp. 207-235].
Il primo processo per san Filippo Neri nel codice vaticano latino 3798 e in altri esemplari dell’Archivio dell’Oratorio di Roma, edito e annotato da Giovanni
Incisa della Rocchetta e Nello Vian, con la collaborazione di Carlo Gasbarri, 4 v., Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano 1957-1963 [I:
Testimonianze dell’inchiesta romana: 1595, 1957; II: Testimonianze dell’inchiesta romana: 1596-1609, 1958; III: Testimonianze dell’inchiesta romana:
1610. Testimonianze «extra urbem»: 1595-1599, 1960; IV: Regesti del secondo e terzo processo. Testimonianze varie. Aggiunte e correzioni alle note dei
volumi I-III. Indice generale, 1963], vol. IV, pp. 258-259 (Indice generale).
Giovanni Marciano, Memorie historiche della Congregatione dell’Oratorio, nelle quali si dà ragguaglio della fondatione di ciascheduna delle Congregationi
fin’hora erette, e de’ Soggetti più cospicui che in esse hanno fiorito, 5 v., in Napoli, per il De Bonis stampatore arcivescovale, 1693-1702, vol. I , 1693, pp.
30-31, 52, 72, 97-98, 117, 224, 228, 243, 264-265, 287, 478.
Giammaria Mazzuchelli, Gli scrittori d’Italia, cioè Notizie storiche e critiche intorno alle vite e agli scritti dei letterati italiani, 6 v., in Brescia, presso a
Giambatista Bossini, 1753-1763, vol. II, parte III, 1762, p. 1700 (voce «Bordino, Gio. Francesco»).
Nello Vian, Bordini, Giovanni Francesco, in DBI, vol. 12 (1971).
Voci correlate
Congregazione dell’Oratorio
Filippo Neri
Francesco Maria Tarugi
Note
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1. Nella pratica di ordinazione al suddiaconato, Bordini è registrato tuttavia come patavinus: Roma, Archivio di Stato, Notarile capit., 336, 30, 153.
2. Deposizione di Fabrizio Massimo, 30 settembre 1609, in Il primo processo per san Filippo Neri nel codice vaticano latino 3798 e in altri esemplari
dell’Archivio dell’Oratorio di Roma, edito e annotato da Giovanni Incisa della Rocchetta e Nello Vian, con la collaborazione di Carlo Gasbarri, 4 v., Biblioteca
Apostolica Vaticana, Città del Vaticano 1957-1963 (d’ora in poi: Processo), vol. II, pp. 322-366: 324; si veda anche la deposizione di Pompeo Pateri, 7 maggio
1610, ivi, vol. III, pp. 141-168: 143.
3. Catalogo dei Padri dell’Oratorio che al principio della Congregazione sermonavano quattro per volta ogni dì feriale meno il Sabato, in Generoso Calenzio,
La vita e gli scritti del cardinale Cesare Baronio della Congregazione dell’Oratorio, bibliotecario di Santa Romana Chiesa, Tipografia Vaticana, Roma 1907, pp.
908-909.
4. Baronio al padre Camillo, Roma 24 settembre 1564, in Calenzio, La vita e gli scritti del cardinale Cesare Baronio, cit., p. 85.
5. Cit. in Nello Vian, Bordini, Giovanni Francesco, in DBI, vol. 12 (1971).
6. Marco Impagliazzo, Le costituzioni dell’Oratorio filippino: il dibattito sulla fisionomia della Congregazione (1575-1612), in “Ricerche di storia sociale e
religiosa”, 18, 1989, pp. 159-178.
7. Documento edito in Processo, vol. III, pp. 272-274, nota 2184.
8. Giovan Francesco Bordini, Relatio historica itineris Card. Aldobrandini legati in Polonia a Sisto V, a. 1588… epistula, Roma, Biblioteca Vallicelliana, ms. N.
34, ff. 164-197.
9. Germanico Fedeli a Tarugi, Roma s.d., ma risalente alla fine del 1588, Napoli, Archivio della Congregazione dell’Oratorio (d’ora in poi: ACON), CLXVI.3, 8.
10. Tarugi a Bordini, Napoli 13 novembre 1588, ACON, XXXI, 629-631.
11. Firenze, Archivio di Stato, Mediceo Princ., 3766, 18.
12. Agostino card. Valier, Il dialogo della gioia cristiana, a cura di Antonio Cistellini, prefazione di Nello Vian, Editrice La Scuola, Brescia 1975, pp. 15-27
(Borromeo), 27-39 (de Torres), 39-49 (Maffa), 57-65 (Baronio), 67-79 (Antoniano), 79-93 (Bordini), 93-101 (Cusani), 103-109 (Neri).
13. Bordini al Neri, Cavaillon 22 luglio 1592, Roma, Archivio della Congregazione dell’Oratorio (d’ora in poi: ACOR), A.III.51, n. 30.
14. Giovan Francesco Bordini, Philippi Nerii religiosissimi presbiteri vitae compendium, ACOR, A.IV.15, ff. 179-194, edizione a cura di Giovanni Incisa della
Rocchetta in “Oratorium”, 8, 1, 1977, pp. 3-23; si veda, inoltre, Antonio Gallonio, Vita di San Filippo Neri, pubblicata per la prima volta nel 1601. Edizione
critica a cura dell’Oratorio Secolare di S. Filippo Neri di Roma, a celebrazione del 4. centenario della morte del Santo, con introduzione e note di Maria Teresa
Bonadonna Russo, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per l’informazione e l’editoria, Roma 1995.
15. Deposizione di Giovanni Francesco Bordini, 30 giugno 1596, in Processo, III, pp. 384-398.
16. Francesco Zazzara, Diario delle onoranze a S. Filippo dalla morte alla canonizzazione, a cura di Giovanni Incisa della Rocchetta, in “Quaderni
dell’Oratorio”, 6, Roma s.d., p. 14.
17. La cronotassi del Bordini era in avanzato stato di compilazione fin dal 1590: Baronio a Talpa, Roma 14 febbraio 1590, in Mario Borrelli, Le testimonianze
baroniane dell’Oratorio di Napoli, Lithorapid, Napoli 1965, p. 214; lettera allo stesso, Roma 24 novembre 1590, in Id., Memorie baroniane dell’Oratorio di
Napoli, in A Cesare Baronio. Scritti vari, a cura di Filippo Caraffa, Tipografia Editrice M. Pisani, Sora 1963, pp. 97-222: 110; cfr. Stefano Zen, Baronio storico.
Controriforma e crisi del metodo umanistico, prefazione di Romeo De Maio, Vivarium, Napoli 1994, pp. 180-187: 183-184.
Article written by Stefano Zen | Ereticopedia.org © 2018
et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
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plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque
[Lucretius, De rerum natura, lib. V]
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