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Con il restauro del manufatto edilizio di Villa Parnaso risalente al XVIII secolo e con la cessione in comodato d'uso al Comune di Torre Annunziata avvenuto il 30 marzo 2017, la cittadina viene a godere di un meraviglioso spazio verde rinchiuso in un parco comunemente conosciuto come Parco Cristo Re. La denominazione deriva dal fatto che quest' ordine religioso rilevò, a seguito di un esproprio forzato, parte del giardino appartenente alla Villa Storta proprietà di Donna Carolina di Gennaro moglie del Capitano della Guardia Nazionale Don Angelo Avallone. L'esproprio avvenne nel 1872 da parte del Comune perché questo fondo serviva per l'estrazione di pietra vulcanica necessaria al costruendo Porto Mercantile della città. La verità, trapelata attraverso lo studio di alcuni incartamenti d'archivio è che l'Avallone, amministratore delle proprietà della moglie, non regolarizzò alcuni ingenti debiti di gioco; di conseguenza fu alienata "ufficialmente" parte della proprietà muliebre con il "titolo di pubblica utilità" per evitare il conseguente discredito al nome del Capitano. Risulta tra altro che don Angelo fu indennizzato con una somma di 6.100 lire, di allora, e precisamente il 26 dicembre 1869, per essere poi liquidato alla fine con la somma di 17.576,65 lire. Sintomatico il fatto che oggi si parli ancora del famoso "tesoro degli Avallone" divenuto ormai una fantasiosa leggenda metropolitana. Gli Avallone appartengono ad un antico casato napoletano, insignito della Baronia di Mariglianella (NA). Don Vincenzo fu investito del feudo il 26 aprile 1788 per successione di Don Mariano, suo padre. Nel Santuario Maria Santissima della Sanità a Mariglianella, sono ancora oggi visibili tre lapidi che ne attestano il possesso. Don Michele fu controllore della Direzione Generale dei Reali lotti dei domini di qua dal faro. Il Primo Tenente Don Felice Avallone, fu Cavaliere di Grazia del Real Ordine Militare di S. Giorgio della Riunione. Lo stemma dei baroni di Mariglianella è: d'azzurro, a tre bande d'argento in divisa e ritirate verso il capo, accompagnate nell'angolo destro della punta da un monte di tre vette movente da un lembo dello scudo, con un aspide uscente dallo stesso monte, il tutto d'oro. Tra le parentele più importanti contratte da questa famiglia nel corso dei secoli vanno ricordate quelle con i d'Urso, Nobili di Massa Lubrense; Tajani, Nobili di Vietri e Patrizi di Cava; i Chiarizia, Nobili molisani; i Guariglia, Baroni di Vitusso; i de Martino; Nobili Salernitani; i Pagliara, Nobili a Capriglia di Pellazzano; i Guerritore, Patrizi di Ravello.
CAPITOLO 1-! ! Dall'arte alle arti! Al fine di distinguerle dalle arti più pratiche che producevano oggetti d'uso, le "belle arti" (= pittura, scultura, architettura, musica e poesia) vennero sottratte alle arti in generale. I comuni fraintendimenti derivano dalla polisemicità che la parola "arte" conservò fino alla fine del XVII secolo, indicando indifferentemente un'abilità, un lavoro, una professione, una teoria, un trattato,un metodo etc. Nell'accezione più ricorrente, la parola designava un'abilità (manuale, intellettuale) che in quanto tale poteva essere appresa, affinata e insegnata. Per questi motivi l'arte veniva contrapposta all'ingegno, che designava il talento innato, dote che non può essere trasmessa e insegnata.! L'arte poteva manifestarsi in varie forme, non necessariamente visive e figurative e in vari ambiti quali l'artigianato, i saperi, le scienze o le tecniche.! Tuttavia, indicando anche la fabrilità, il termine rimase collegato a settori produttivi in cui operavano le Arti (= corporazioni), le quali riunivano e rappresentavano gli "artefici".! Costoro, facendo un lavoro manuale, realizzavano "artefatti" e "opere". ! L'opera, identificava ancora nel XIX secolo la giornata di lavoro degli "operai" -> Con questi presupposti si capisce perché i componenti delle "5 belle arti" fossero chiamati "artisti" in rarissimi casi e molto più spesso "artefici".!
Famiglie parrocchiali Pezzana e Prarolo, 2013
The Salesian Secondo Rastello (Prarolo 1881 - Chiari 1945) is the author of the popular hymn dedicated Saint Giovanni Bosco titled "Giù dai colli". A short biography is here reported.
Riassunto – Viene presentata l'analisi dell'avifauna di tre laghi Flegrei: Averno, Lucrino e Fusaro, effettuata mediante censimenti mensili per tre anni dal 2005 al 2007. I metodi utilizzati sono stati i punti d'ascolto per i passeriformi e il conteggio diretto per i non passeriformi. L'analisi della comu-nità ornitica ha messo in evidenza differenze di utilizzo dei tre laghi da parte delle specie. L'Averno risulta interessante per la presenza di un discreto numero di specie nidificanti. Il lago Fusaro è mag-giormente frequentato durante lo svernamento e risulta idoneo soprattutto per le specie marine. Scarsa la comunità ornitica acquatica del lago Lucrino, negativamente influenzato dalle ridotte dimensioni dello specchio lacustre e dall'intenso traffico veicolare sulle sponde. Parole chiave: avifauna acquatica, indici di comunità, trend di abbondanza. Abstract – Birds of Flegrei Lakes: Averno, Lucrino and Fusaro. Authors show a study about the bird community...
la Biblioteca di Via Senato, 2019
The article presents another of those ingenious mind, rebels to the yoke of religion, typical of the Italian Renaissance. Converted to Calvinism and therefore condemned to death by the Inquisition, Grataroli became a defender of heterodox doctrine. His translation of a report of the Waldensian massacre in Calabria became part of the history of Protestant martyrs. He was the author of numerous treatises on various subjects, for which he widely used the works of Giovanni Michele Alberto da Carrara, Antoine Mizauld and Gerolamo Cardano. The perfect correspondence of the topics discussed makes it probable that Giordano Bruno knew his writings. In particular, the De mutatione temporum, eiusque signis perpetuis may have inspired the De’ segni de’ tempi, a Bruno's lost opera. This allows us to conjecture the content of the work with greater reliability.
Miseria e precipizio: a proposito di alcune scene di 'aucupio' nell' 'Arcadia' di Sannazaro (e dintorni)
iscrizione, attualmente collocata all'interno della chiesa Madre di Villamaina, ma anticamente posta sul pavimento della chiesa di Costantinopoli, in contrada Porta vecchia, quindi "extra moenia", cioè all'esterno delle mura cittadine, documenta che a fare edificare quella chiesa fu Vincenzo Caracciolo (in realtà il suo vero nome era Giovanni Vincenzo), figlio del più noto Annibale Caracciolo, la cui monumentale tomba è sistemata nella navata laterale dell'attuale chiesa parrocchiale di Santa Maria della Pace, all'epoca cappella privata della famiglia Caracciolo. La lapide fa riferimento ad un altro rappresentante della famiglia Caracciolo di Villamaina, che ha interessanti storie da raccontare e che evidentemente ha avuto molto a cuore le condizioni del borgo, che sicuramente all'epoca era abitato dal feudatario e che evidentemente aveva tutto l'interesse a renderlo confortevole per sé ed accogliente per i suoi ospiti, anche illustri. Sappiamo, dunque, da questa iscrizione, che volle la realizzazione della chiesa di Costantinopoli, come "ex voto" e per i "tanti benefici" (non ultimo, evidentemente, quello di essere diventato signore esclusivo del feudo di Villamaina), ricevuti dalla "gloriosa immagine" della Madonna di Costantinopoli, che in quel tempio era oggetto di sentita venerazione. Possiamo dedurre verosimilmente che avesse anche corredato la chiesa di una immagine raffigurante la Madonna di Costantinopoli, che, purtroppo, è andata perduta, in onore della quale aveva fatto erigere la chiesa, magari affidandone la esecuzione allo stesso autore del trittico, che attualmente si custodisce nella Chiesa Madre, la cui committenza deve essere verosimilmente riconosciuta allo stesso Vincenzo Caracciolo, e la realizzazione ad esponenti della affermata scuola di Andrea Sabatini, noto anche come Andrea da Salerno, illustre esponente del Rinascimento napoletano, attiva in Irpinia, nel salernitano e nelle Puglie fino alla fine del XVI secolo. Le cronache dell'epoca descrivono Giovan Vincenzo Caracciolo come un valoroso e coraggioso soldato e combattente: "Et sonovi ancora molti altri eccellenti soldati, li quali nell'armi hanno fatto, et fanno, cognoscer il valor suo, tra' quali vi è
Nella Sicilia settentrionale, tra le valli di interesse storico, spiccano quella dei fiumi Pollina e Tusa ( e dell'Alto Salso). Le popolazioni che per secoli hanno vissuto nei due bacini fluviali hanno instaurato sin dall'antichità dei rapporti economici , sociali e politici molto stretti. In particolare a partire dagli insediamenti antichi della valle dell'Alto Salso e del Pollina (l'antico Monalos) e dell'Aleso si sviluppò una stretta trama di rapporti che perdura fino ai nostri giorni. E' una storia che con ogni probabilità coinvolse le antiche città scomparse di Engio (per una lunga tradizione Gangivecchio) ed Erbita (probabilmente sorgente sul monte Alburchia, nei pressi di Gangi). Una storia che si incrociò con le potenze mediterranee (come quella delle città siceliote, di Cartagine, di Roma e via discorrendo nel corso dei secoli ). Ad ogni modo le città poste tra il Salso ed il Monale si ponevano come cospicue produttrici di cereali , derrate che venivano smerciate e commercializzate nella più vicina costa rappresentata dal territorio di Alesa a cavallo topograficamente tra queste ed il tratto fluviale che da questa prendeva il nome (Aleso). E' un esempio di una storia dalla lunga durata. Tali commerci avvenivano nell'antichità e poi nelle età successive fino ad arrivare ai nostri giorni. Le vocazioni delle aree in questione sono state maggiormente incentrate sulla produzione agricola (Madonie, territorio gangitano), da un lato, e sulla sua commercializzazione marittima e costiera (Alesa e poi Tusa), dall'altro. I rapporti delle popolazioni esistenti sui citati bacini idrografici sono stati intessuti anche dalla circolazione condivisa di credi religiosi (da Demetra alla Madonna ed ad una miriade di Santi) e di artisti rilevanti come Lo Zoppo di Gangi in età moderna. Le antiche poleis furono sostituite da nuovi borghi in età medievale( Gangi, Tusa, San Mauro, Geraci, Castelbuono ecc.). Il presente lavoro è uno dei primi tentativi di ricostruire una storia comune degli abitanti delle vie fluviali del Pollina (e in parte dell'Alto Salso) e del Tusa (antico fiume Aleso).
Capitolo estratto dalla pubblicazione " Visioni oplontine"
Programma di sala del concerto Le 8 Stagioni Vivaldi - Piazzolla: Le quattro stagioni & Estaciones porteñas (Teatro Regio di Torino,10 aprile 2017)
In "Settentrione Nuova Serie. Rivista di studi italo-finlandesi", n.29, anno 2017. Pubblicazioni di lingua e cultura italiana, Università di Turku, Finlandia.
Clinical and Vaccine Immunology, 2006
Journal of Sustainable Agricultural Sciences
Cuadernos de Antropología Social, 2024
Theoretical and Empirical Researches in Urban Management, 2023
Εφημερίδα Μακεδονία Αφιέρωμα Απόστολος Παύλος: Προς Θεσσαλονικείς (29-06-2014) 46-47.
Late Ancient Knowing: Explorations in Intellectual History, eds. Catherine M. Chin and Moulie Vidas, 2015
Dante Studies; see The Undivine Comedy: Detheologizing Dante, Princeton UP, 1992, ch. 6, 1987
JOURNAL OF CLINICAL AND DIAGNOSTIC RESEARCH, 2015
Dalton Trans., 2015
Clinical Laboratory, 2014
Journal of obstetrics and gynaecology Canada : JOGC = Journal d'obstetrique et gynecologie du Canada : JOGC, 2017
Journals of Economics and Business, 2022
Brazilian Journal of Development
Journal of Agricultural and Food Chemistry, 2006