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Luce in un interno. Bernardino Luino da Marini

"La Biblioteca di via Senato", marzo 2017

marzo 2017 – la Biblioteca di via Senato Milano 35 LA MOSTRA/2 LUCE IN UN INTERNO Bernardino Luino da Marini A rmadio nella camera del 1987 è un quadro grande per gli standard di Bernardino Luino. Nei suoi quasi 80 cm di lato giganteggia un grande armadio a parete candido, come una muraglia di legno verniciato in espansione la cui presenza si impone nel rarefatto spazio circostante. Solo un’anta, in alto all’estrema sinistra, è spalancata e mostra il suo contenuto: un maglione verde, una sciarpa rossa come una lingua di colore e il contrappunto di una camicetta blu oltremare. Sono un punto di colore che calamita l’attenzione e che il pittore ha bisogno di bilanciare con un altro punto focale che sgravi il peso visivo dell’insieme: una stampella appesa a una maniglia delle ante più alte, sulla sinistra. Questo dipinto, appartenuto al regista americano Billy Wilder, costituisce un viatico per entrare nello spirito del lavoro di Luino, in quell’atmosfera rarefatta e di luci esatte, che definiscono gli oggetti con precisione inequivocabile tanto minuziosa e silente da farne una visione irreale. Luino, in fondo, non è un vero e proprio pittore realista nell’accezione del naturalismo longhiano: il suo rapporto con le cose, infatti, le trasfigura in una dimensione di concentrazione spirituale intimista e lirica. Non a caso, infatti, negli anni Ottanta l’artista era stato identificato nelle file di quella che, in un’importante mostra di allora, Roberto Tassi aveva definito come Metacosa: una pittura che «non appare però fantastica, e non realistica; abita nell’interstizio, o nella terra di nessuno, fra le due regioni, respirando un poco l’aria dell’una e dell’altra, ma sfuggendo nella sua essenza entrambe». È l’avvio di una controstoria della pittura del Novecento, di una via alla modernità che non ha mai messo in discussione il valore del mestiere come tramando della tradizione, ma senza cadere nelle secche dell’Iperrealismo. La pittura di Bernardino Luino è un’apparizione diafana e rarefatta, frutto di una minuzia che tende a far sparire la mano, come a dissolverla in un pulviscono. Eppure, questa cura per il dettaglio non rende la pittura “trasparente” al dispositivo: non vuole giocare su quel paradosso mimetico dello stupore di fronte a cosa dipinta che sembra vera; piuttosto in questo amore lenticolare per la superficie delle cose dichiara come la pittura si A sinistra: Lenzuolo sedia e finestra, s.d., olio su tela. In alto: Interno con drappo e barattolo, 2014-2015, olio su tavola la Biblioteca di via Senato Milano – marzo 2017 36 Sopra: Armadio nella camera, 1987, olio su tavola. A destra dall’alto: Interno con pianoforte, 2016, olio su tavola; Letto con parete rosa, 2008, olio su tavola. Qui accanto: Giacinti,i 2015-2016, olio su tela generi dal disegno, fin quasi a diventare disegno colorato. Luino copre le cose di un velo di silenzio: è un’espressione, quest’ultima, che fu usata per definite l’ultima produzione di Gianfranco Ferroni, a cui certi aspetti dell’impianto compositivo potrebbero imparentalo. In Luino tuttavia il rapporto con gli oggetti è più intenso, di colore più pieno: entrambi, forse, potrebbero essere messi sotto il nume tutelare di Vermeer, pensando anche al medesimo gioco di nascondimento e dichiarazione della pittura in quanto BERNARDINO LUINO. EVOCAZIONI REALISTE A cura di Giovanni Faccenda MILANO, GALLERIA MARINI 31 gennaio - 25 marzo 2017 dispositivo che intorno all’artista olandese era stata messa in moto da un acuto libro di Daniel Arasse. Credo che il lavoro di Luino vada letto all’interno di quella temperie, come ultimo sviluppo di una linea lombarda che con le cose ha sempre intrattenuto un rapporto feriale, quasi frugale, che però in questo caso diventa solenne e assoluto, investito da una luce zenitale che forse può avere assonanze con certa regia delle luci cinematografica. «La luce di Luino», scriveva sempre Tassi, «è sonora; investe gli oggetti e li immobilizza solidi e intatti, crea lo spazio, tocca i muri, passa attraverso le tende, trasforma un lenzuolo in un ricco paesaggio di pieghe, illumina le piastrelle rosse e blu del pavimento, e ogni cosa fa risuonare». [lpn]