Studi Interdisciplinari su Traduzione, Lingue e Culture
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Studi Interdisciplinari su Traduzione, Lingue e Culture
Collana a cura del Dipartimento di Studi Interdisciplinari su Traduzione,
Lingue e Culture (SITLeC) dell’Alma Mater Studiorum – Università degli
Studi di Bologna, sede di Forlì.
La collana del SITLeC, fondata nel 2004, raccoglie le pubblicazioni prodotte nell’ambito dell’attività scientifica dei suoi afferenti e degli studiosi che operano negli stessi ambiti a livello nazionale e internazionale. Si
propone come luogo editoriale di scambio e di dialogo interlinguistico e
interculturale allo scopo di diffondere e rendere disponibili, a livello cartaceo e/o su supporto elettronico, i risultati della ricerca in diverse aree,
come la linguistica teorica e applicata, la linguistica dei corpora, la terminologia, l’interpretazione, gli studi di genere, la critica letteraria, il teatro,
gli studi culturali, gli studi sull’umorismo, privilegiando le dimensioni del
tradurre, inteso come luogo di incontro e di scontro fra lingue e culture.
Tutte le pubblicazioni sono approvate dal Consiglio di Dipartimento,
sentito il motivato parere di almeno due esperti qualificati esterni.
Il/la responsabile della Collana è il/la Direttore/rice del SITLeC, a cui si
affianca un comitato scientifico internazionale, articolato e variabile in
relazione alle tematiche trattate.
Le subordinate
avverbiali
Uno studio contrastivo
spagnolo-italiano
Felisa Bermejo Calleja
Bononia University Press
Bononia University Press
Via Farini 37 – 40124 Bologna
tel. (+39) 051 232 882
fax (+39) 051 221 019
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email:
[email protected]
© 2008 Bononia University Press
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di
adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le
copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.
ISBN: 978-88-7395-418-7
Grafica: Alessio Bonizzato
Stampa: Arti Grafiche Editoriali
Prima edizione: dicembre 2008
a Pino
Sommario
15
Ringraziamenti
17
Simboli, sigle e abbreviazioni
19
Presentación
Félix San Vicente
21
Introduzione
23
23
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29
29
Capitolo 1. Osservazioni preliminari
1. Studio contrastivo di lingue affini: spagnolo e italiano
2. Corpora e varietà linguistica
3. Il modo. Breve accenno storico
3.1. Modo della subordinazione: congiuntivo sintattico
e semantico
3.2. Il modo vincolato al verbo
4. Modo e modalità
5. Il congiuntivo nella subordinazione
5.1. Il congiuntivo ha un valore unico o è polivalente?
5.2. Altri valori del congiuntivo
5.3. Fattori che determinano la selezione del modo
5.4. Armonizzazione dei criteri sui valori del
congiuntivo
32
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37
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45
Capitolo 2. Le subordinate avverbiali
51
51
51
54
54
Capitolo 3. Subordinate temporali
1. Definizione
2. Nessi temporali
3. Repertorio di occorrenze in lingua spagnola
3.1. Esplicite
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3.2. Implicite
4. Repertorio di occorrenze in lingua italiana
4.1. Esplicite
4.2. Implicite
5. Tempi e modi nella temporale in spagnolo
5.1. Restrizioni modo-temporali nelle frasi orientate
verso il futuro
5.2. Cuando
5.3. Quando
5.4. Discorso indiretto. Congiuntivo passato
5.5. Cuando + congiuntivo passato
5.6. <después de que> + congiuntivo passato
5.7. <desde que> + congiuntivo passato
6. Valore temporale e valore condizionale
6.1. <siempre que> temporale e condizionale
6.2. Mientras
7. <mientras (que)>
7.1. <mientras (que)> non segue il modello “cuando”
7.2. <mientras que>
8. Mentre
9. Finché
10. Altri casi
10.1. <ahora que>
10.2. Apenas e appena
10.3. <después de>
11. Interrogative indirette
12. Riepilogo
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95
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Capitolo 4. Subordinate modali
1. Introduzione
2. Nessi modali
2.1. In spagnolo
2.2. In italiano
2.3. Tabella dei nessi modali
3. Modo verbale nella subordinata modale
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132
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3.1. Indicativo
3.2. Congiuntivo
3.3. Gerundio
4. Il nesso spagnolo como e il nesso italiano come. I diversi
tipi di subordinate
4.1. Modale vs. Relativa.
4.2. Altre subordinate introdotte da como
4.3. Diversi usi e valori di come
Capitolo 5. Subordinate causali
1. Introduzione
2. Nessi causali
3. Tipologia delle subordinate causali
3.1. Distinzione semantica
3.2. Causali integrate
3.3. Causali periferiche
4. Posizione della subordinata
5. Modo verbale nelle subordinate causali
6. La negazione
6.1. Avverbio di negazione anteposto al nesso causale
6.2. Avverbio di negazione anteposto al verbo della
principale
7. Causale disgiuntiva
8. Porque + congiuntivo
8.1. Porque + congiuntivo in frase interrogativa
8.2. Porque + congiuntivo con valore finale
8.3. Porque + congiuntivo con valori collegati a un
tempo cronologico futuro
8.4. Porque + congiuntivo: replica
8.5. Porque + congiuntivo con elementi dubitativi,
ipotetici e volitivi
9. Riepilogo
9.1. Causali e congiuntivo: dissimmetrie
9.2. Nessi
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Capitolo 6. Subordinate finali
1. Definizione
2. Nessi finali
2.1. Inventario e tabelle
2.2. Frequenza del nesso perché nel corpus di C-ORAL
3. Tipologia delle subordinate finali
4. Modo verbale delle subordinate finali
4.1. Esplicite
4.2. Implicite
5. Casi particolari
5.1. Verbi di movimento + {a/para}
5.2. <per far(e)> + infinito
5.3. <per far(e) sì che>
5.4. <servir para> ~ <servire {per/a}>
5.5. Subordinate finali senza nesso introduttore
6. Riepilogo
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Capitolo 7. Consecutive
1. Introduzione
2. Consecutive subordinate
2.1. Nessi (correlazione tra intensificante e que / che)
2.2. Modo verbale nella subordinata consecutiva
2.3. Repertorio delle consecutive di intensità
2.4. Repertorio delle consecutive comparative
2.5. Repertorio delle consecutive causali intensive
2.6. Consecutive di modo
3. Consecutive coordinate o libere
3.1. Nessi
3.2. Modo verbale
3.3. Repertorio nessi coordinanti spagnoli
3.4. Altri nessi spagnoli
3.5. Repertorio nessi coordinanti italiani
4. Consecutive giustapposte
4.1. Nessi
4.2. Modo verbale
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4.3. Repertorio di operatori avverbiali spagnoli
4.4. Repertorio di operatori avverbiali italiani
4.5. Alcuni operatori di coordinazione avverbiale
assenti nell’inventario delle grammatiche
5. Altri tipi di consecutive
5.1. Giustapposta intensiva
5.2. Consecutive sospese
6. Riepilogo
Capitolo 8. Subordinate comparative
1. Introduzione
2. Tipologia, caratteristiche e peculiarità delle comparative
in spagnolo
2.1. Secondo termine di paragone (segmento B),
costituente di frase semplice o complessa?
2.2. Comparative proprie relative
3. Nessi. Elementi comparativi
3.1. Elementi comparativi in spagnolo
3.2. Elementi comparativi in italiano
3.3. Costituenti comparativi spagnoli e italiani a
confronto
4. Comparazione di disuguaglianza
4.1. Primo termine di paragone: sintagma aggettivo –
secondo termine di paragone: proposizione subordinata
4.2. Primo termine di paragone: sintagma nominale –
secondo termine di paragone: proposizione subordinata
4.3. Primo termine di paragone: sintagma verbale –
secondo termine di paragone: proposizione subordinata
4.4. Un caso particolare in spagnolo: de o que prima
della sequenza <{el/la/los/las} que>?
4.5. Comparative proporzionali
5. Comparazione di uguaglianza
5.1. Primo termine di paragone: sintagma aggettivo –
secondo termine di paragone: proposizione subordinata
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5.2. Primo termine di paragone: sintagma nominale –
secondo termine di paragone: proposizione subordinata
6. Un caso particolare in italiano: il secondo termine di
paragone è una proposizione con il clitico ne
7. Comparativi sintetici
8. Modo verbale della subordinata comparativa
8.1. In spagnolo
8.2. In italiano
8.3. Altre subordinate nel secondo termine di paragone
9. Riepilogo
Capitolo 9. Subordinate condizionali
1. Introduzione
1.1. Condizione, ipotesi, altri contenuti
2. Tipologia e classificazione delle frasi condizionali
2.1. Classificazione tripartita
2.2. Due proposte di classificazione bipartita
3. Nessi condizionali
3.1. Nessi condizionali spagnoli e italiani a confronto
3.2. Si e locuzioni preposizionali condizionali:
differenze in quanto alla distribuzione modale
3.3. Modi e tempi verbali nella protasi introdotta da
si/se
3.4. Locuzioni condizionali
4. Modo verbale nella subordinata condizionale
4.1. Due gruppi
4.2. Uso dei tempi e dei modi nella protasi
5. Nesso condizionale prototipico: si in spagnolo; se in
italiano. Combinazioni modo-temporali
5.1. si/se indicativo presente nella protasi
5.2. se indicativo futuro – futuro
5.3. si perifrasi di futuro – presente
5.4. si/se indicativo passato nella protasi
5.5. si/se congiuntivo imperfetto nella protasi
5.6. si/se congiuntivo piuccheperfetto nella protasi
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295
5.7. <como si> / <come se>
6. Nessi condizionali diversi da si/se
6.1. Nessi condizionali “affermativi”
6.2. Nessi condizionali “negativi”
6.3. Nessi condizionali “creatori di mondi possibili”
6.4. Nessi temporali con valore condizionale
6.5. Il nesso spagnolo como
6.6. Condizionali con verbo non finito
7. Riepilogo
7.1. Dissimmetrie nelle combinazioni modo-temporali
nei periodi con il nesso si
7.2. Dissimmetrie rispetto ai nessi diversi da si
Capitolo 10. Subordinate concessive
1. Introduzione
2. Nessi concessivi
2.1. Presentazione
2.2. Tabella dei nessi di concessive esplicite
2.3. Tabella dei nessi di concessive implicite
2.4. Tabella dei nessi complessi introdotti dalla
preposizione por in spagnolo e per in italiano
2.5. Tabella delle formule con ripetizione delle forme
verbali
3. Nessi che ammettono in alternanza l’indicativo o il
congiuntivo
3.1. Presentazione
3.2. Fattori che incidono nell’alternanza
indicativo/congiuntivo
3.3. Concessiva fattuale con indicativo
3.4. Concessiva fattuale con congiuntivo tematico (e
polemico)
3.5. Concessiva non fattuale
3.6. Contrasti: uso del congiuntivo in spagnolo
4. Nessi che selezionano solo l’indicativo. Le concessive
fattuali
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299
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308
5. Nessi che selezionano esclusivamente il congiuntivo
5.1. In spagnolo
5.2. In italiano
6. Concessive implicite
6.1. Con infinito
6.2. Con gerundio
6.3. Con participio
7. Nesso complesso introdotto dalla preposizione por in
spagnolo e per in italiano
7.1. Alternanza indicativo/congiuntivo
7.2. Selezione del congiuntivo
8. Formule concessive con ripetizione del verbo
8.1. Con elemento relativo
8.2. Con elemento disgiuntivo
9. Riepilogo
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314
314
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317
318
318
319
320
Capitolo 11. Conclusioni
1. Modo verbale nella subordinazione
2. Dissimmetrie
2.1. Subordinate temporali
2.2. Subordinate causali
2.3. Subordinate finali
2.4. Subordinate consecutive
2.5. Subordinate comparative
2.6. Subordinate condizionali
2.7. Subordinate concessive
2.8. Tendenze generali
323
323
325
327
329
Allegato. Il modo verbale e i nessi subordinanti (tabelle)
1. Indicativo
2. Congiuntivo
3. Indicativo o congiuntivo
4. Modo verbale per ogni tipo di subordinata
333
Bibliografia
Ringraziamenti
Un vivo, pieno e totale ringraziamento a Félix San Vicente, senza il cui
generoso sostegno questo volume non avrebbe visto la luce. Ringrazio
Elisabetta Paltrinieri per i numerosi e preziosi consigli linguistici, Hugo
Lombardini per le sue attente letture e suggerimenti e Juan Carlos Barbero
per le sue precise annotazioni. Grazie a Pino Menzio per il suo efficace
intervento nella stesura definitiva in italiano. Un ultimo ringraziamento a
Angela Ferrari e a Alfonso Zamorano Aguilar per le loro positive valutazioni e le loro puntuali indicazioni, nonché a Michele Prandi per la sua
cortese disponibilità.
Simboli, sigle e abbreviazioni
Oltre ai simboli non convenzionali impiegati nel testo, indichiamo qui di
seguito il significato dei simboli e delle abbreviazioni che compaiono negli
esempi tratti dai corpora di C-ORAL-ROM. Segue l’elenco di sigle di alcuni specifici riferimenti bibliografici.
Simboli e abbreviazione non convenzionali
₪
=
Vp
Vs
=
=
Segnala una dissimmetria individuata tra la lingua spagnola e la lingua
italiana.
Verbo della proposizione principale.
Verbo della proposizione subordinata.
Simboli e abbreviazione dei corpora
//
?
...
+
=
=
=
=
/
[/]
[//]
=
=
=
[///]
=
#
<>
=
=
[<]
=
&
hhh
xxx
yyy
yyyy
=
=
=
=
=
Pausa prosodica conclusiva.
Pausa prosodica conclusiva con valore interrogativo.
Pausa prosodica conclusiva per sospensione intenzionale del parlante.
Pausa prosodica conclusiva per interruzione causata dall’interlocutore
o dallo stesso parlante.
Pausa prosodica non conclusiva.
Pausa prosodica non conclusiva dovuta a un falso inizio.
Pausa prosodica non conclusiva dovuta a un falso inizio con ripetizione parziale di materiale linguistico.
Pausa prosodica non conclusiva dovuta a un falso inizio senza ripetizione parziale di materiale linguistico.
Pausa durante il flusso del discorso.
Marcano l’inizio e la fine della sovrapposizione di un determinato
parlante.
Specifica la relazione di sovrapposizione tra due catene testuali appartenenti a due parlanti.
Frammenti di discorso.
Elementi non linguistici o paralinguistici.
Parola incomprensibile.
Parola non trascritta.
Segnale audio non trascritto.
[med]
[nat]
=
=
Mezzi di comunicazione.
Contesti naturali.
18
Simboli, sigle e abbreviazioni
[fam]
[pub]
[tel]
=
=
=
Contesto familiare.
Contesto pubblico.
Dialoghi telefonici.
Per poter localizzare l’occorrenza all’interno dei corpora C-ORAL-ROM,
alla fine di ogni esempio verranno fornite le relative indicazioni tra parentesi quadre. Esempi:
– [efamdl01] e=spagnolo, fam=contesto familiare, dl=dialogo, 01=numero del
file;
– [inatps03] i=italiano, nat=contesto naturale, ps=discorso politico,
03=numero del file.
Gli enunciati segnati con [med] o [nat] appartengo al registro formale;
quelli segnati, invece, con [fam] o [pub] o [tel] appartengono al registro
informale.
Sigle e denominazioni per riferimenti bibliografici
CREA
=
DPD
DRAE
GDLE
=
=
=
GGIC
=
GRAE
RAE
Esbozo
=
=
=
RAE: Banco de datos (CREA), Corpus de referencia del español actual,
http://www.rae.es.
RAE 2005, Diccionario panhispánico de dudas, Madrid: Santillana.
RAE 2001, Diccionario de la lengua española, http://www.rae.es.
Bosque I., V. Demonte 1999 (a cura di), Gramática descriptiva de la
lengua española, 3 vols., Madrid: Espasa Calpe.
Renzi L., G. Salvi, A. Cardinaletti 2001 (a cura di), Grande grammatica italiana di consultazione, I, II, III, Bologna: Il Mulino.
Grammatica della Real Academia Española.
Real Academia Española.
Real Academia Española 1973, Esbozo de una nueva gramática de la
lengua española, Madrid: Espasa Calpe.
Presentación
Félix San Vicente
En estos últimos años, cada vez son más numerosos y de mayor calado
científico los estudios dedicados al análisis contrastivo del español e italiano, por lo que ya puede afirmarse que no hay sector en el que no se
haya intentado desentrañar, desde diferentes posiciones metodológicas, la
diversidad de estas dos lenguas con afinidad de origen y desarrollo, pero
indiscutiblemente diferentes por tantas circunstancias no compartidas en
el devenir histórico, cultural y social de las comunidades que las utilizan.
No puedo enumerar autores y sectores. Lo más reciente y, quizá no todo,
se encuentra en la bibliografía final del volumen colectivo Partículas/Particelle (San Vicente 2007), pero habría que sumar otros trabajos
cuyo objeto es la traducción de obras literarias, tanto modernas como
clásicas y contemporáneas con puntuales análisis textuales. No obstante,
son todavía pocos los intentos, como el de Felisa Bermejo, de profundizar, a través del estudio que merece una tesis doctoral, un tema de tanta
amplitud como es el de la subordinación. Del volumen de la tesis dirigida
por Luciano Agostiniani, se presenta en este libro la parte más significativa, relativa a la subordinación adverbial que completa felizmente un panorama ya trazado por Sánchez Montero (1996), y definido por Torrente
Sánchez-Guisande (1998) en lo que a las sustantivas se refiere.
La monografía presentada se caracteriza por la especificidad del objeto de
análisis, utiliza de manera crítica una tradición de estudios en ambas lenguas, a la que la autora aporta su perspectiva metodológica, integradora de
lo formal, semántico y funcional; el tema está afrontado minuciosamente a
través de un corpus representativo de ejemplos reales, explotado con inteligencia, lo que consigue explicitar una descripción más que suficiente de
lo que se pretende demostrar. El celo por el detalle tiene como objetivo
alcanzar la mayor precisión posible en el estudio de dos lenguas afines, en
las que las analogías, a veces, no dejan ver las diferencias. La adecuación
integradora del enfoque y los diferentes niveles de profundización permiten, en definitiva, observar y determinar ciertas disimetrías que dan nueva
luz a fenómenos poco explorados y hasta ahora indiferenciados a nivel te-
20
Presentación
órico. Van surgiendo de este modo significativas divergencias mediante un
análisis exhaustivo que ha permitido sumar datos y elementos concretos
para determinar una diferencia de mayor alcance entre la lengua española y
la italiana, constatable, por ejemplo, en que en la primera el subjuntivo
tiene una función pragmática de la que carece el italiano en las subordinadas adverbiales. La utilidad del presente análisis, radicado en la alternancia
de modo, es de aplicación incuestionable no sólo para la reflexión metalingüística, sino también para la didáctica de la lengua y de la traducción, en
cuyo horizonte no puedo sino complacerme con quienes desean renovar
la gramática contrastiva, como fruto de una tradición de estudios cuya
base queda definida en obras de planteamientos científicos de tanto valor
como la que aquí se presenta.
Introduzione
Oggetto di questo lavoro è lo studio sincronico della sintassi delle frasi
complesse di due lingue romanze, l’italiano e lo spagnolo, nello stadio
attuale. Il suo obiettivo è quello di descrivere nelle linee generali il comportamento sintattico delle subordinate avverbiali spagnole e italiane, e in
seguito confrontarle. Attraverso questa operazione sarà infatti possibile
osservare e analizzare la modalità verbale selezionata dalla subordinata
nell’una e nell’altra lingua. Tale studio contrastivo permetterà anche di stabilire dei punti fermi riguardo alle differenze o alle similitudini riscontrate,
fatto che metterà in luce alcune particolarità sino ad ora poco esplorate.
La nostra analisi si propone di osservare le condizioni sintattiche, semantiche e pragmatiche che determinano la scelta del modo verbale della subordinata. La descrizione sintattica richiederà una classificazione in parallelo dei tipi di subordinata sia in spagnolo sia in italiano. Allo stesso tempo
si enumereranno i nessi delle subordinate che fungono da introduttori.
Nelle osservazioni preliminari, in primo luogo verranno presentati alcuni
aspetti metodologici: l’approccio contrastivo adoperato e l’utilizzo dei
corpora orali per l’esemplificazione. Le parti successive tratteranno del
modo: dopo un breve accenno storico, verrà illustrato il rapporto tra
modo e modalità e, infine, saranno esposte alcune prospettive sui diversi
valori del congiuntivo e sui fattori che ne determinano l’uso.
Prima di entrare nella materia specifica, cioè prima di passare ad analizzare
ogni tipo di subordinata, il primo capitolo offrirà una breve panoramica
delle diverse classificazioni di cui sono oggetto le subordinate, nonché
delle differenti denominazioni ricevute.
Seguiranno poi otto capitoli che affrontano l’analisi di ogni tipo di subordinata avverbiale in spagnolo e in italiano, iniziando con lo studio delle
subordinate temporali e modali per continuare con le subordinate causali,
finali, consecutive, comparative, e infine con le subordinate condizionali e
concessive. In ogni capitolo si proporrà uno studio contrastivo tra lo spagnolo e l’italiano, in cui la subordinata è oggetto di analisi relative a diversi
aspetti: dalla descrizione teorica (tipologie e caratteristiche segnalate dagli
studi grammaticali rispettivamente sullo spagnolo e sull’italiano) all’esame
22
Introduzione
del modo verbale – indicativo o congiuntivo – nella subordinata, passando
per il confronto dei nessi introduttori delle frasi dipendenti.
Tutti gli esempi che compaiono nel presente lavoro sono tratti dai corpora
di C-ORAL-ROM (Integrated reference corpora for spoken Romance languages
edited by Cresti/Moneglia 2005), i quali raccolgono dialoghi, conversazioni e monologhi del parlato spagnolo e di quello italiano con due caratteristiche rilevanti: la rappresentatività della variazione linguistica orale e la
comparabilità delle occorrenze (i corpora sono stati infatti concepiti in
parallelo e realizzati in base agli stessi criteri, in modo che i dati appartengono agli stessi domini naturali, con le variazioni del parlato informale e
del parlato formale).
Capitolo 1
OSSERVAZIONI PRELIMINARI
1. Studio contrastivo di lingue affini: spagnolo e italiano
L’analisi contrastiva ha come scopo principale quello di dare un quadro
completo di tutte le simmetrie e dissimmetrie esistenti tra i sistemi fonologici e morfosintattici delle lingue prese in esame. Suo fine ultimo, nel
campo dell’insegnamento delle lingue, è la ricerca della soluzione ai vari
problemi di apprendimento, e la conseguente elaborazione di una strategia
didattica adeguata che cerchi di eliminare i riflessi negativi dell’interferenza
della lingua materna sulla lingua da apprendere. Nella sua forma originale,
l’analisi contrastiva viene accettata sia come una teoria di apprendimento
della L2, sia come un principio organizzativo intorno al quale pianificare
l’insegnamento delle lingue straniere.
A partire della seconda metà del Novecento, Charles Fries con Teaching and
Learning English as a Foreign Language, pubblicato nel 1945, e Robert Lado
con Linguistics Across Cultures, pubblicato nel 1957, hanno dato una svolta
alle tecniche di studio delle lingue in chiave contrastiva. Nascono in questi
anni le prime grammatiche contrastive per paragonare in modo sistematico e a tutti i livelli (morfologico, fonologico, sintattico, semantico e
pragmatico) le grammatiche di due lingue diverse.
L’insegnamento della L2 è in genere diventato oggetto di un più approfondito esame scientifico, che riserva una particolare attenzione all’esame
delle corrispondenze interlinguistiche. È dunque in questo ambito che si
sviluppa maggiormente l’analisi contrastiva, intesa come approccio rigoroso e scientifico volto allo studio dei vari punti di contatto e distacco tra
lingue diverse.
Nel caso dell’insegnamento / apprendimento di lingue straniere affini,
l’analisi contrastiva ha una fondamentale importanza in quanto le lingue
affini possono avere più punti di contatto tra loro, sia dal punto di vista
sintattico che semantico. Molto significativa, a questo proposito, è l’analisi
di due lingue così affini tra loro quali l’italiano e lo spagnolo. La loro vicinanza è molto marcata, e ciò si ripercuote sul processo di apprendimento,
soprattutto a livelli di studio più approfonditi, infatti, l’ambiguo gioco di
24
Osservazioni preliminari
simmetrie e dissimmetrie incide negativamente sulle prestazioni dei discenti. Diversi studiosi, a tale proposito, hanno avvertito che le somiglianze tra lingue imparentate facilitano, in particolare all’inizio, la comprensione del secondo idioma, ma possono costituire anche un ostacolo o
una fonte di disturbo per una buona padronanza di esso, in particolare
quando lo studente dà troppo peso alla similarità tra le lingue in questione,
e non è in grado di distinguere le differenze più sottili.
Nello specifico, prendendo in considerazione discenti di spagnolo italofoni, si possono così riassumere i risultati raggiunti nelle varie tappe nello
studio e apprendimento della lingua straniera: in un primo momento essi,
confortati dalle numerose analogie, ottengono buoni risultati in tempi
brevi, ma in seguito attraversano una fase critica in cui incontrano difficoltà non previste e commettono diversi errori cercando, con l’utilizzo
della tecnica del transfer attivo, di trasferire nella L2 strutture e nozioni
della lingua materna. Possono uscire da questa situazione solo adottando
un approccio contrastivo come sostegno per l’apprendimento: solo una
profonda riflessione metalinguistica può infatti limitare gli aspetti negativi
del transfer e le interferenze (cfr. Calvi 1995, p. 81).
Di conseguenza, a causa della loro affinità, uno studio contrastivo tra la
lingua spagnola e quella italiana è necessario ancor più di quello su due
lingue percepite come lontane. Nell’opera, ormai imprescindibile, di
M.Vittoria Calvi (1995), viene sottolineata la difficoltà dell’apprendimento
dello spagnolo da parte di italofoni, della cui esistenza molti non sospettano. Essendo le due lingue molto vicine, il rischio che i due codici vengano percepiti come un tutt’uno è molto elevato; per questo motivo il
processo di insegnamento / apprendimento deve necessariamente includere una profonda riflessione sul rapporto tra i sistemi linguistici in gioco.
Sia che si voglia imparare l’italiano sia lo spagnolo, il fatto è che al primo
approccio la percezione di familiarità rispetto all’altra lingua domina su
qualsiasi altra impressione; ne segue un rilassamento che poggia sulla lingua materna e sulla base dell’affinità con la lingua che si sta imparando.
Nelle fasi posteriori dell’apprendimento emergono le difficoltà: che, il più
delle volte, consistono in dissimmetrie all’interno di aspetti linguistici che a
grandi linee appaiono simili, ma che sono in realtà costellate di piccole ma
significative differenze. Ci sarebbero molti esempi: si pensi soltanto all’uso
del remoto italiano e dell’indefinido spagnolo, al gerundio, ai dimostrativi, ai
pronomi di cortesia, oppure alla grande questione dell’uso dell’indicativo e
del congiuntivo nella subordinata, con tutto un vario repertorio di similitudini e differenze.
Felisa Bermejo Calleja
25
Le grammatiche contrastive sono uno strumento fondamentale nello studio per l’acquisizione di una lingua straniera, sia per la loro analisi approfondita delle lingue prese in esame, sia soprattutto per lo studio di tutti i
potenziali errori che possono intercorrere nell’apprendimento di una
lingua straniera. La prima grammatica contrastiva italiano-spagnolo è
quella di Carrera Díaz, edita in Spagna nel 1984. Più tardi, nel 1997, lo
stesso autore pubblicherà in Italia una grammatica spagnola, sempre
contrastiva. Oltre a quella appena citata, esistono altre grammatiche generali e rivolte ai primi livelli di apprendimento, elaborate da ispanisti italiani
e spagnoli, e pubblicate in Italia (Cerruti/Vian, Formichi/Nuzzo/Luque,
Tavoni, Santos Unamuno, Jiménez/Fernández, Barbero/San Vicente,
etc.).
Inoltre, sempre in Italia, gli ispanisti specializzati in lingua hanno pubblicato diversi studi su aspetti linguistici puntuali e specifici, con un approccio contrastivo spagnolo-italiano. Molti di questi studi, in particolare negli
ultimi anni, sono stati realizzati grazie alla capacità di iniziativa e di organizzazione del professor Félix San Vicente dell’Università di Bologna. Per
avere un quadro complessivo della tipologia degli aspetti analizzati, si può
consultare sia la bibliografia contrastiva elaborata da Calvi (2003), sia
quella realizzata più recentemente da Barbero (San Vicente 2007, p. 269293).
Per quanto riguarda le pubblicazioni di studi contrastivi specifici sul modo
verbale e sulla subordinazione, oltre ad articoli con finalità didattica (Nicolás, 1995) o con un approccio teorico (Matte Bon, 2001, 2002), esistono
libri specializzati che affrontano lo studio della subordinazione nelle lingue
italiana e spagnola con diversi gradi di approfondimento. In tal senso, si va
dal repertorio di frasi da tradurre di Di Stefano et al. (1994) allo studio
diviso in due parti (teorica e traduttiva) di Lebeña e Coli (1994), che offre
esempi tratti da diversi corpora di spagnolo scritto, corredati dalla relativa
traduzione in italiano. Occorre soprattutto citare1 la pubblicazione di
Sánchez Montero (1996), che rappresenta l’iniziativa più ambiziosa, in
quanto abbraccia la totalità dei tipi di subordinate spagnole e italiane. Gli
esempi, di norma inventati, che illustrano la teoria sono in lingua spagnola,
tranne quando la dissimmetria richiede un’esemplificazione in italiano; in
questo caso, la studiosa ne offre la traduzione in spagnolo. Il presente lavoro, invece, è circoscritto alle subordinate avverbiali, in modo che la
1
Ci sarebbe anche da considerare per il suo grande interesse il libro di Torrente
(1998), che affronta lo studio delle subordinate sostantive; tale lavoro non è però,
né per le intenzioni dichiarate né per la forma, uno studio contrastivo.
26
Osservazioni preliminari
limitazione del campo di osservazione possa favorire la profondità
dell’analisi. Gli esempi sono tratti dai corpora orali di lingua spagnola e
italiana; tutti i casi sono quindi corredati da esempi autentici del parlato
delle due lingue.
Nel presente studio vengono descritte e paragonate le orazioni complesse
avverbiali, seguendo i principi dell’analisi contrastiva; secondo questi ultimi, il materiale didattico più efficace è quello basato su una descrizione
scientifica della lingua da imparare, accuratamente comparata con una
descrizione della lingua nativa dei discenti (Fries, 1945). Anche se forse,
nei primi livelli di insegnamento, il nostro studio non può essere utilizzato
direttamente come materiale didattico, esso può tuttavia servire come base
per l’elaborazione di testi per l’insegnamento; esso si augura di avere
un’effettiva utilità come materiale di consultazione non solo per gli insegnanti, ma anche per gli studenti dei livelli superiori. Conviene segnalare
che l’apprendimento di un tema come quello del congiuntivo non può essere limitato all’uso di materiale didattico comunicativo, perché
quest’ultimo si rivelerebbe insufficiente; è invece necessaria anche la conoscenza teorica delle strutture subordinate. D’altro canto, come si è già accennato, solo un approfondimento della descrizione e del confronto di tali
strutture permetterà di giungere alla conoscenza delle loro divergenze; per
arrivare a tale consapevolezza, occorre quindi come primo passo una riflessione metalinguistica, per poter successivamente creare i presupposti
per l’apprendimento effettivo delle subordinate e dell’uso del modo verbale (indicativo/congiuntivo).
In conclusione, come si accennava sopra, lo studio contrastivo delle subordinate spagnole e italiane è necessario per individuare nello specifico le
dissimmetrie, e in seguito per definire la loro identità, la loro portata e la
loro consistenza. Il risultato dell’analisi troverà applicazione nella didattica
delle due lingue, contribuendo ad una migliore assimilazione della lingua
spagnola, e anche dell’italiana. Con il presente lavoro ci auguriamo di
contribuire, nella misura delle nostre possibilità, a questa riflessione metalinguistica, con il fine di facilitare l’apprendimento dello spagnolo da parte
di italofoni.
2. Corpora e varietà linguistica
Se l’uso di occorrenze per illustrare le realizzazioni di una lingua è valido e
auspicabile nell’ambito della linguistica applicata, esso si rivela assoluta-
Felisa Bermejo Calleja
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mente necessario nello studio contrastivo di due lingue, dato che, nel confronto linguistico, gli esempi frutto dell’introspezione potrebbero essere
giudicati non rappresentativi, in quanto tali enunciati, pur con l’aiuto di
specifica documentazione, sarebbero produzione di un parlante madrelingua solo di una delle due lingue a confronto.
Considerando tali circostanze, nello studio contrastivo della sintassi del
modo verbale in italiano e spagnolo appare chiara la necessità dell’utilizzo
dei corpora. Tale impiego permette di esemplificare i casi analizzati con
enunciati prodotti da parlanti concreti; le occorrenze fornite offrono dati
linguistici autentici, che permettono di risalire a conclusioni valide a un
livello più ampio e generalizzato dello studio linguistico. Inoltre, è di essenziale importanza la presenza del contesto, che risulta indispensabile per
l’interpretazione di tali dati. Tramite il campionario offerto dai corpora,
che è caratterizzato, non da ultimo, dai tratti dell’autenticità e rappresentatività (cfr. Barbera/Corino/Onesti 2007, pp. 26-88), anche i risultati della
ricerca acquisiscono a propria volta tali requisiti di autenticità e rappresentatività.
È noto che negli ultimi anni sono stati creati e pubblicati un buon numero
di corpora, sia per la lingua italiana sia per la lingua spagnola; ciò è peraltro
accaduto in forma indipendente, fatto che invalida la comparabilità necessaria per lo studio contrastivo che svolgiamo in queste pagine.
Per esemplificare l’uso del modo verbale nelle due lingue, è infatti imprescindibile che tali esempi appartengano a contesti e registri comparabili,
cioè contengano caratteristiche e condizioni simili, in modo che le differenze apprezzate tra le due lingue non possano essere attribuite ad altro
che alle condizioni sintattiche o, eventualmente, pragmatiche.
L’importante è che le differenze rilevate non siano di tipo diafasico, diastratico o diacronico, fatto che sarebbe possibile con l’uso di altri corpora,
concepiti ed elaborati come corpora monolingui. Il presente studio,
appunto in quanto contrastivo, richiede quindi dei “corpora multilingües
comparables” (Abaitua 2002). Tali corpora contengono infatti testi in diverse lingue che, senza essere traduzioni, condividono caratteristiche determinate; in altri termini, tali testi non sono stati riuniti in forma arbitraria, bensì sono stati scelti sulla base di criteri comuni di selezione.
Ciò che contraddistingue C-ORAL-ROM, oltre al suo carattere multilingue, è il fatto di costituire un insieme di corpora rappresentativi e comparabili. In tal senso, nella pubblicazione cartacea (Cresti/Moneglia 2005) si
precisa che C-ORAL garantisce: a) la rappresentatività del parlato spontaneo di ogni lingua; b) la comparabilità attraverso i corpora delle quattro
28
Osservazioni preliminari
lingue romanze; c) la possibilità di accesso simultaneo all’informazione
acustica e testuale. I corpora hanno una distribuzione comparabile, caratteristica essenziale per potere a propria volta effettuare studi comparabili
tra le lingue. Inoltre, i quattro corpora hanno lo stesso formato di trascrizione e impiegano lo stesso schema di notazione.
Innanzitutto, come abbiamo già indicato, la scelta è stata motivata dalla
necessità di trovare dei corpora “comparabili”. Una volta individuati i CORAL come i più adeguati, occorre tener conto che questi si caratterizzano per essere orali, varietà diamesica che si rivela di grande funzionalità
nel presente lavoro. In termini generali, per la descrizione della lingua è di
enorme interesse lo studio del parlato, perché con esso: a) si ricuperano le
dimensioni comunicative e sociali; b) si presta attenzione alle modalità di
uso; c) si ritorna alle realizzazioni stesse, per verificare se le spiegazioni
formulate sono valide al fine di capire il vero comportamento linguistico
(cfr. Narbona 1997, p. 96). Inoltre, lo studio del parlato ha una grande importanza nella linguistica applicata, in particolar modo per l’insegnamento
della lingua come lingua straniera.
Il parlato non deve essere visto soltanto come un fenomeno particolare e
diverso rispetto alla realizzazione della lingua. In questo senso, conviene
ricordare l’avvertenza di Voghera (De Mauro et alii 1993, p. 33), che suggerisce di non identificare il parlato con il “popolare o informale”, dato
che esistono diversi tipi di parlato. «Sono state attribuite al parlato costruzioni che sembrano in realtà appartenere a varietà connotate dal punto di
vista sociale (italiano popolare) o situazionale (italiano informale o trascurato) più che diamesico».
Nel caso specifico dei corpora di C-ORAL-ROM, in essi la variazione
linguistica è ben rappresentata. La differenziazione essenziale è quella tra
parlato formale e parlato informale. Ognuno è rappresentato dal 50% dei
testi. All’interno del parlato formale, una parte è stata riservata ai monologhi e ai dialoghi/conversazioni. La distribuzione è come segue:
Corpora di C-ORAL
informale
formale
150.000 parole
150.000 parole
contesto
famigliare
pubblico
mezzi
telef.
113.000
37.000
naturale
monol convers monol convers
65.000 60.000 25.000
33.000 80.000
6.000
31.000
Felisa Bermejo Calleja
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La raccolta dei dati è stata effettuata negli ultimi tre decenni del secolo
scorso per i corpora in lingua italiana (corpora del parlato spontaneo italiano LABLITA dell’Università di Firenze – a partire dagli inizi degli anni
’70) e nell’ultimo decennio per i corpora in lingua spagnola (Corpora del
parlato spagnolo dell’UAM – a partire dal 1991).
Le occorrenze dei corpora C-ORAL, in quanto enunciati orali, presentano
alcune caratteristiche degne di segnalazione. Per esempio, riguardo ai nessi
segnalati dalle diverse grammatiche, i corpora permettono di individuare
quelli più comunemente usati nella varietà orale (che coincidono con quelli
della lingua generale), e allo stesso tempo permettono di cogliere quelli che
non sono mai usati nel parlato (quelli solitamente caratterizzati dalle
grammatiche come appartenenti alla lingua scritta o colta). Riguardo
all’uso del congiuntivo nelle subordinate avverbiali, i corpora orali hanno
evidenziato l’effettivo uso del modo congiuntivo nel parlato italiano, laddove la norma grammaticale lo prevede.
Nei casi in cui l’assenza di occorrenze fornite dai corpora non ha reso
possibile illustrare fenomeni significativi, generalmente l’esempio è stato
preso da un’altra fonte, puntualmente segnalata.
In conclusione, riteniamo sia indiscutibile la convenienza di offrire esempi
tratti da corpora, in quanto essi forniscono una raccolta di dati reali,
estratti da una lingua effettivamente prodotta dai parlanti. Per quanto attiene alla varietà, abbiamo compiuto una scelta basata sulla “comparabilità” dei corpora, caratteristica indispensabile per lo studio contrastivo.
Solo alcuni risultati del presente studio sono effettivamente caratterizzanti
del livello substandard orale; in generale, però, riguardo al modo verbale
nelle subordinate avverbiali, gli usi sono rappresentativi delle due lingue a
livello standard. Tale livello, d’altra parte, è particolarmente indicato per
l’insegnamento della lingua estera, attività con cui l’approccio contrastivo è
strettamente vincolato.
3. Il modo. Breve accenno storico
3.1. Modo della subordinazione: congiuntivo sintattico e
semantico
L’opera di Zamorano Aguilar (2005) traccia, attraverso l’analisi di numerose grammatiche pubblicate in Spagna e Ispanoamerica nel periodo 1771-
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Osservazioni preliminari
1973, la mappa dello studio del congiuntivo per quanto riguarda la definizione e l’inserimento di questo modo nel sistema modale. All’interno del
sistema modale spagnolo, le caratteristiche rilevanti per delimitare il congiuntivo di fronte agli altri modi (indicativo, imperativo, potenziale) possono essere ridotte a tre: il modo della subordinazione (dipendenza sintattica), il modo della soggettività del parlante (esprime giudizi) e il modo
dell’irrealtà (esprime desiderio, dubbio, incertezza, possibilità, ecc.). Se il
fatto è solo pensato dall’io, questa nozione può appartenere sia all’ambito
soggettivo sia all’ambito dell’irrealtà. La dipendenza riporta invece
all’ambito della subordinazione, e quindi della sintassi. Tanto Stewart
(2002) per l’italiano, rispetto al congiuntivo che egli denomina “sintattico”
(vedere infra), quanto Zamorano (2005) per lo spagnolo mettono in rilievo
l’identificazione del congiuntivo come modo della dipendenza. In particolare, Zamorano sottolinea che fino all’edizione del 1920 della GRAE, la
caratteristica che definiva il congiuntivo nelle grammatiche spagnole era la
dipendenza (esso era cioè identificato come il modo della subordinazione).
È a partire dal 1920, con l’edizione della GRAE e della grammatica di
Lenz, che si inseriscono i concetti di volizione («expresa el hecho como un
deseo», GRAE 1920) e di soggettività/irrealtà («el subjuntivo enuncia los
hechos como existentes sólo en nuestra imaginación», Lenz 1920). Il
carattere soggettivo si collega al mondo del “pensiero”, in una dimensione
non necessariamente reale. In definitiva, il congiuntivo sarebbe il modo
della “irrealtà” in opposizione all’indicativo come modo della “realtà”.
Zamorano, dopo aver passato in esame le grammatiche ispaniche del periodo 1771-1973, divide le definizioni del congiuntivo secondo tre criteri:
sintattico, semantico e misto (sintattico-semantico). Il criterio sintattico si
trova in pochissimi autori (Castillo e Balbuena), che legano il congiuntivo
a un’unità esplicita, solitamente una congiunzione o locuzione congiuntiva: para que, aunque, siempre que (cfr. Zamorano 2005, p. 98). La maggior
parte delle grammatiche analizzate definiscono il congiuntivo con criteri
misti. È da notare che Zamorano considera come criterio sintattico soltanto l’obbligatorietà del congiuntivo legata a un nesso, ma non legata a un
verbo; invece, da altri autori la determinazione del modo da parte del
verbo principale è considerata come appartenente all’ambito della sintassi
(Bosque 1990; Prandi 2002). Per Zamorano il legame tra verbo della
principale e modo congiuntivo nella subordinata è di indole semantica; di
fatto gli studiosi, nell’indicare la dipendenza, fanno riferimento espressamente al significato: «Necesita juntarse con otro verbo expreso o suplido
Felisa Bermejo Calleja
31
que perfeccione el sentido de la oración» (GRAE 1771-1984 citato en
Zamorano 2005, p. 144).
Schneider (1999, p. 23) segnala che in latino il congiuntivo cominciò a entrare nell’ambito della “clausola”, che in origine non gli era proprio. «Soprattutto nel latino tardo esso vi si diffuse talmente da esserne considerato
dai grammatici latini un tratto tipico; ne è testimone la denominazione
modus subiunctivus o modus coniunctivus, che per certi versi è fuorviante, perché associa la categoria grammaticale del modus al termine sintattico subiunctivus. Era dunque avvenuto un cambio di funzione: un sistema di morfemi
nato per esprimere la modalità finì per segnalare la subordinazione»
(Schneider 1999, p. 23). Il fatto è che nelle lingue romanze, nelle quali il
congiuntivo viene usato anche nelle frasi indipendenti e non solo nelle
subordinate o “clausole”, «l’oscillazione tra uso modale e uso sintattico è
rimasta e ne rappresenta una peculiarità».
Stewart (2002, p. 107) si pone la questione del congiuntivo sintattico o
congiuntivo semantico quando analizza la concezione e la definizione del
congiuntivo nella tradizione grammaticale italiana.
Stewart ricorda che nella grammatica latina il “congiuntivo sintattico” era
considerato privo di significato, e cita in tal senso Sant’Agostino, Diomede
e Prisciliano, sebbene quest’ultimo aggiunga qualche accenno a valori
semantici. Il congiuntivo «si associa in modo particolare alla subordinazione; era considerato il modo delle proposizioni subordinate» (Stewart
2002, p. 107). Lo studioso aggiunge che «il peso della tradizione della
grammatica latina fece sì che il congiuntivo della subordinazione prevalesse anche nelle prime grammatiche italiane. Per grammatici come Alberti
(1470), Fortunio (1516) e Giambullari (1522), al subienctivo o soggiuntivo
corrispondeva in pratica qualunque forma verbale dipendente» (Stewart
2002, p. 108). Oltre a qualche tentativo da parte di alcuni grammatici, la
caratterizzazione del congiuntivo come modo dipendente non si è modificata sostanzialmente fino alla metà dell’Ottocento.
Alla fine del XIX secolo i trattatisti, «allontanandosi, anche se mai del
tutto, da spiegazioni di carattere esclusivamente sintattico, tendevano a
prediligere il fattore semantico, ad esempio nelle grammatiche di Fornaciari (1879), Zambaldi (1882), e Morandi e Cappuccini (1894)» (Stewart
2002, p. 109). Il congiuntivo è considerato allora il modo della possibilità
(Fornaciari) oppure il modo dell’azione pensata, che si desidera, si suppone o si mette in dubbio (Zambaldi). Per Zambaldi (1882, pp. 80-81), il
congiuntivo significa «esortazione o comando, desiderio, supposizione,
concessione, condizione, dubbio». Questo tipo di definizione si trova tut-
32
Osservazioni preliminari
tora nella maggior parte delle grammatiche italiane dei giorni nostri (Trabalza e Allodoli, 1934; Battaglia/Pernicone, 1951; Dardano/Trifone, 1983,
ecc.). Tuttavia, Stewart riconosce che i contributi degli ultimi anni
(Lepschy-Lepschy 1981, Wandruszka 2001, ecc.) affrontano il tema
nell’ottica della prospettiva funzionale della frase. Infine, l’autore segnala
che nonostante il congiuntivo in molte frasi dipendenti indichi circostanze
reali e fatti accaduti (ad esempio nei predicati fattivi), esso è associato al
modo dell’incertezza, del dubbio, ecc. come uno stereotipo. Effettivamente in una grammatica di spagnolo come seconda lingua, pubblicata nel
2004, si può leggere: «Cuando el hablante considera la acción verbal como
cierta, experimentada, o es neutral ante ella, emplea el indicativo [...] Si se
plantea dudas sobre ella y la presenta como hipotética, incierta o no
experimentada, emplea el subjuntivo» (Gutiérrez Araus 2004, p. 36).
Infine, Bosque (1990, p. 16) rileva che nella tradizione grammaticale spagnola e in genere nelle tradizioni delle lingue romanze, come l’italiano, il
francese e il portoghese, la definizione del modo si basa su aspetti sintattici (selezione modale in spagnolo da parte di alcuni eruditi: Bello 1847,
Salvá 1847, Togeby 1953) oppure è di natura semantica (concetti semantici
associati ai morfemi verbali; per lo spagnolo Gili Gaya 1943, l’Esbozo
1973). Infine, anche Castronovo (1990, pp. 66-80) segnala che i criteri per
delineare il modo sono misti: sintattici e semantici.
3.2. Il modo vincolato al verbo
Una peculiarità nella tradizione grammaticale spagnola è il vincolo creato
tra il modo e il verbo, anzi tra il modo e le flessioni verbali. Tale vincolo
risale a Nebrija (1492), continua con Bello (1847) e si mantiene sia nella
grammatica di Alarcos (1994) che negli scritti di Bosque (1990). La percezione del modo incardinato nel verbo ha impedito, nella maggior parte dei
casi, di avere una visione globale della modalità, che potesse comprendere
persino il modo verbale come una manifestazione di essa.
Di conseguenza, a proposito del modo verbale, si può affermare che un
importante percorso della grammatica spagnola apporta soluzioni con
“personalidad propia” (López Rivera 2002, p. 18), nonostante i limiti posti
dall’antichità greca. La lunga storia della grammatica ispana ha dato corpo
alla cosiddetta “grammatica tradizionale”, dalla prima grammatica del castigliano di Nebrija (1492), passando per la prima grammatica della RAE
del 1773, alle grammatiche di Bello (1847), Lenz (1920), Gili Gaya (1943) e
Alarcos (1994) e tante altre, senza dimenticare la grammatica (Minerva) del
Felisa Bermejo Calleja
33
Brocense (1587) (López Rivera 2002: 15). Fin dall’inizio (Nebrija 1492) e
sino a nostri giorni (Alarcos 1994), è chiaro il vincolo del modo al verbo
«en una relación que tiene todo el aspecto de enhebrar indisolublemente la
afección (la categoría gramatical) con el elemento afectado (la unidad verbal)» (López Rivera 2002, p. 19). La percezione del modo associata alla
forma verbale («Modo es aquello por lo cual se distinguen ciertas maneras
de significado en el verbo», Nebrija 1492, p. 114) avrà continuità nelle
grammatiche spagnole fino a nostri giorni, con poche eccezioni come
quella del Brocense (Minerva 1587).
Nebrija (1492) inizia anche una linea interpretativa comune rispetto alla
caratterizzazione dei modi (indicativo: «mostramos lo que se hace»; congiuntivo: «juntamos un verbo con otro»; ottativo: «deseamos alguna cosa»;
imperativo: «mandamos una cosa»); di fatto, dopo di lui si susseguiranno
classificazioni dei verbi secondo la significazione del “mostrar”, “mandar”
o “desear”, e inoltre si terrà sempre presente la dipendenza del verbo congiuntivo rispetto a precedenti reggenti. Questo è confermato da Bello
([1847] 2004, p. 158): «Llámanse modos las inflexiones del verbo en
cuanto provienen de la influencia o régimen de una palabra o frase a que
esté o pueda estar subordinado». Di conseguenza, i modi sono classificati
in gruppi di verbi che condividono la reggenza o ambiti sintattici specifici.
Nel XX secolo, si sviluppano due approcci diversi sul modo; di conseguenza, esso è caratterizzato o per il punto di vista soggettivo, o per
l’atteggiamento mentale del parlante rispetto ai fatti che enuncia o
all’azione verbale che comunica. Fino al 1960 la differenziazione del modo
risponde “al punto de vista subjetivo”, principio sostenuto da Lenz (1920),
R. Seco (1930) e Gili Gaya (1943). Dal 1960 in poi, è il turno della “actitud
del hablante” nell’induzione dell’alternanza modale, come affermano Roca
Pons (1960), M. Seco (1972), el Esbozo della RAE (1973), Alarcos Llorach
(1994) ecc. (cfr. López Rivera 2002, p. 26). In definitiva, il modo ha la sua
sede nei morfemi verbali e nei contenuti di attitudine del parlante (vedere
infra 4. e 5.2.1.)
Tuttavia, è innegabile l’esistenza di altre espressioni collegate all’ambito
modale. La grammatica tradizionale ispana, che come si è detto identifica
nel verbo l’espressione modale, tratta con una certa distanza le altre
espressioni quali le perifrasi, i verbi modali e la modalità/modus della frase,
che, sebbene modali, non appartengono alla categoria modale incardinata
nelle flessioni verbali. I due termini modalidad e modus (in opposizione al
dictum) sono stati usati per la tipificazione delle frasi semplici (enunciativas,
exhortativas, desiderativas, dubitativas, interrogativas, exclamativas, ...). Il termine
34
Osservazioni preliminari
modus è utilizzato da Gili Gaya (1943), el Esbozo (1973) e da Alcina e Blecua (1975), che seguono la distinzione di Bally (1932) modus/dictum. Il termine modalidad è usato da Marcos Marín (1972), R. Seco (1930), Roca
Pons (1960) e M. Seco (1972) (cfr. López Rivera 2002, p. 52). Un’altra
questione di cui si sono occupati i trattatisti è l’esistenza di una correlazione tra il modo verbale e il modus orazionale, che però non ha dato risultati definitivi. Soltanto mediante la nozione dell’ attitudine del parlante
si può in qualche modo armonizzare i modi verbali con i tipi di frase stabiliti dalla modalità (modus orazionale).
4. Modo e modalità
La definizione più comune della modalità ne distingue due tipi: modalità
epistemica e modalità deontica. In linguistica, la modalità epistemica
segnala il grado di validità attribuito dal parlante alla verità proposizionale
dell’enunciato; in tal modo si crea una scala continua che include la certezza, la probabilità e la possibilità. La modalità deontica segnala il condizionamento sull’agente dell’azione espressa nell’enunciato, e ne fanno
parte le modalità di comando, preghiera, divieto, ecc. (Bybee 1985).
Squartini (2006) e Ridruejo Alonso (1999, p. 3214) mantengono rispettivamente per l’italiano e per lo spagnolo questa divisione binaria. Cresti
(2002, pp. 133-145) raccoglie invece la suddivisione in tre tipi: aletica,
epistemica e deontica, e López García (1994, p. 64) in quattro: aletica, dinamica, epistemica e deontica.
Parallelamente, i modi più diffusi nelle lingue naturali si possono raggruppare in due categorie: i modi che esprimono una forza illocutiva (imperativo, ottativo, ammonitivo, proibitivo, interrogativo) e i modi che segnalano la posizione del parlante nei confronti del contenuto di verità
dell’enunciato (congiuntivo, dubitativo, probabile, potenziale, condizionale) (Bybee 1985).
D’altra parte, è bene ricordare che l’accezione più nota e diffusa di modalità risale alla formulazione di Bally (1932), in cui il modus richiama
l’attitudine del parlante, cioè è il modo con cui il parlante considera il
contenuto della sua enunciazione, contenuto referenziale o cognitivo, che
è il dictum (Cresti 2002, pp. 133-145). Modus/dictum è la distinzione della
tradizione grammaticale spagnola, che si mantiene anche nell’attualità, in
parallelo ai contributi sulla modalità di semantisti e tipologi (Halliday 1970;
Bybee 1985, 1990,1994,1995; Palmer 1986; ecc.).
Felisa Bermejo Calleja
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La maggior parte delle teorie che utilizzano la nozione della modalità
nell’analisi linguistica si fondano sulle premesse delle analisi ereditate dalla
logica, secondo la quale una proposizione è modalizzata – cioè modificata
– da determinate forme linguistiche presenti nella frase. La modalità è anche una categoria prototipica di pensiero, secondo la quale il soggetto
valuta il contenuto proposizionale o l’informazione che trasmette. In base
alla valutazione, si configura nella frase una determinata operazione di
modalizzazione, individuata in alcune marche linguistiche, mediante le
quali il parlante esprime la sua “attitudine” riguardo a quanto dice. Una di
quelle marche è il «modo verbale». Vieira (2003, p. 75) segnala che questa
idea si trova già esplicitata nella Grammaire Raisonnée, dite de Port-Royal
(1660); in essa, secondo questa studiosa, il congiuntivo è definito come il
modo verbale che serve a marcare le affermazioni modificate; quindi
mediante il congiuntivo si esprime un pensiero costruito, anzi un fatto su
cui il soggetto effettua un’operazione logica che lo modifica.
All’interno di questa visione logica, la subordinazione si configura sia al
livello del pensiero umano sia al livello della sua espressione linguistica.
Questo sarebbe il punto di partenza della polisemia del termine “modo”.
Da un lato, in grammatica e in linguistica, il modo è definito come una
categoria grammaticale specifica del verbo, cioè il modo verbale vero e
proprio, dato che formalmente sono individuabili le inflessioni del paradigma verbale che in qualche maniera configurano opposizioni mutuamente escludenti. D’altro lato, in senso generico il “modo” corrisponde a
un’attitudine del parlante che è definito con criteri mentalisti. È chiaro che
il termine modo risulta, così, ambiguo, in quanto rimanda sia a una nozione linguistica (categoria grammaticale del modo verbale) sia a una nozione logica (atteggiamento del parlante su quanto afferma). Questi due
versanti sono sempre da tenere presenti per il congiuntivo, in particolare
per quei casi in cui è possibile la scelta da parte del parlante del modo indicativo o congiuntivo.
Parallelamente, la “modalità”, il cui concetto originario è inteso all’interno
della proposizione logica come l’ attitudine del soggetto (anche in senso
filosofico), riceve l’invasione dell’ambito linguistico dal momento che si
parla di “marca” di tale attitudine nella frase; tale attitudine indica la distanza del parlante nei confronti del contenuto proposizionale. È quindi
difficile separare la modalità della logica dalla modalità della linguistica. Secondo Vieira (2003, p. 78), nell’uso del congiuntivo sono innegabili i vantaggi di tener conto dei sensi semantico-pragmatici associati alla costruzione della modalità.
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Osservazioni preliminari
Ridruejo Alonso (1999, pp. 3211-3219), dopo una prima differenziazione
tra modalità logica e linguistica, fa riferimento a una doppia distinzione in
linea con la tradizione europea. Da un lato, seguendo Jakobson, individua
i termini “modalità dell’enunciazione” e “modalità dell’enunciato”. Da un
altro lato, segnala la modalità epistemica e la modalità deontica, che è una
«distinción más útil para el análisis de una lengua como el español».
L’autore applica i concetti attribuiti a queste denominazioni allo studio
delle subordinate completive, tralasciando le relative e avverbiali. Per
quanto riguarda i modi indicativo e congiuntivo, ammette che esiste una
differenza di significato tra essi, ma ritiene che si dovrebbe determinare
bene in cosa consiste tale significato modale, perché non esiste una corrispondenza univoca tra i due modi (indicativo/congiuntivo) e i due contenuti delle modalità (epistemico e deontico), «sino que cada distinción formal asocia más de una diferencia de modalidad y a la inversa» (Ridruejo
Alonso 1999, p. 3215). L’autore ritiene però valida la spiegazione più generalizzata, secondo la quale la distinzione del modo si basa
sull’opposizione asserzione/non asserzione.
Diversi studi recenti esaminano il fenomeno globalmente, considerando la
modalità come grande categoria di contenuto modale, e solo tangenzialmente come modalità sintattica. Da questo punto di vista, il modo vincolato al verbo perde la sua preponderanza, e diventa uno tra gli elementi
che veicolano la modalità.
Gli studiosi spagnoli che hanno cercato di superare l’approccio solo verbale del modo si sono avvalsi di una soluzione dicotomica che confronta
la modalità al modo; quest’ultimo è tributo espressivo della modalità. Secondo López García (1990, p. 139) fu Lenz (1920) a inaugurare la visione
della modalità come criterio nozionale, anche se non ha materialmente
usato il termine modalità, perchè ha distinto tra “juicios asertorios, problemáticos y apodícticos”. Hernández Alonso (1979) o Martinell (1985)
sono gli studiosi spagnoli odierni che, insieme a Deguchi (1980) o Fukushima (1981), presentano il modo adattato all’ambito semantico come
veicolo di espressione della modalità, intesa come “factótum modal completo” (cfr. López Rivera 2002, p. 69).
Altri studiosi, partendo da premesse e lingue diverse, affrontano la modalità separandola dal modo verbale. López Rivera (2002, pp. 74-102) passa
in rivista le diverse concezioni della modalità, sia dall’ottica della logica
modale (Herslund 1989; Nolke 1989; Pedersen 1989), sia dal punto di
vista funzionale e pragmatico (Halliday 1970; Hernández Sacristán 1988;
Confais 1990; Mattews 1991; Maynard 1993), sia dalla prospettiva tipolo-
Felisa Bermejo Calleja
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gica (Bybee 1985; Bybee/Perkins/Pagliuca 1994; Bybee/Fleishmann 1995;
Chung/Timberlake 1985; Palmer 1986).
5. Il congiuntivo nella subordinazione
5.1. Il congiuntivo ha un valore unico o è polivalente?
Nel lungo percorso degli studi grammaticali, all’atto di caratterizzare il
congiuntivo è frequente porsi la domanda sul valore di tale modo. Tale
domanda «implica che questo modo abbia in tutti i suoi usi un valore sostanzialmente unico» (Prandi 1996: 29).2
Nella maggioranza degli studi grammaticali e in particolar modo nella
tradizione grammaticale spagnola e italiana, il congiuntivo è stato definito
riconducendolo ad un unico principio di fondo. Per lo spagnolo, questo è
documentato dalla prima grammatica di Nebrija (1492) e la prima della
Real Academia (1771), passando per Lenz (1920), sino ad Alarcos (1994).
Per l’italiano, si possono leggere in tal senso le definizioni di Battaglia
(1951), Dardano/Trifone (1985) o Serianni (1988). Per illustrare tale continuità, possono servire di esempio le definizioni di Alarcos per lo spagnolo e di Serianni per l’italiano. Secondo Alarcos (1994, p. 154), il congiuntivo «señala el carácter ficticio, no real, de lo que denota el significado
de la raíz verbal». Per Serianni (1988, p. 324) il congiuntivo esprime «un
certo grado di allontanamento dalla realtà o dalla constatazione obiettiva
di qualcosa». Come si vede, pur con una certa varietà di formulazioni,
l’uso del congiuntivo è sempre associato all’espressione di un processo
che, rispetto alla realtà, è distante, non attuale e immaginato.
Un altro valore fondamentale associato al congiuntivo è la soggettività. In
spagnolo, gli esponenti di questa concezione sono stati Lenz (1920) e Gili
Gaya (1943) della corrente psicologista, che è stata ripresa da García López con la sua grammatica “liminar”. Il concetto di “actitud del hablante”
è appunto nato all’interno di questo indirizzo; dell’utilizzo odierno di
questa nozione ci occuperemo più avanti.
Più recentemente, un concetto forte che contraddistingue il congiuntivo
romanzo è la non-asserzione. Asserzione significa comunicazione di un
fatto. Se l’asserzione è il caso neutrale e non marcato dell’enunciato,
2 Lo studioso peraltro non si dichiara sostenitore di un valore unico per tutti gli
usi del congiuntivo.
38
Osservazioni preliminari
l’indicativo è quindi il modo non marcato. L’indicativo segnala
l’asserzione, e il congiuntivo la non-asserzione (Bosque 1990, pp. 27-36;
Bybee e Terrell 1990, pp. 145-163; Wandruzska 2001; Ridruejo Alonso
1999). Dato che il congiuntivo è usato anzitutto nelle subordinate, è stato
ritenuto un modo verbale che sospende o neutralizza gli effetti assertivi
della frase.
Il valore di fondo, unico, attribuito al congiuntivo rappresenta l’altra faccia
della moneta rispetto al valore appartenente all’indicativo. Di fatto, passando in esame la storiografia grammaticale, si osserva molto frequentemente la tendenza a definire l’opposizione indicativo/congiuntivo sulla
base di due valori fondamentali di segno contrario (realtà/non-realtà;
oggettività/soggettività; attualità/non attualità; assertività/non assertività),
che servono a spiegare l’espressione modale come una sfera divisibile in
due emisferi che, pur contrapposti, sono reciprocamente necessari.
Alcuni studiosi sottolineano, invece, la polivalenza del congiuntivo.
Schneider (1999, p. 34) afferma che a causa della «natura camaleontica del
congiuntivo, ogni teoria unitaristica contiene elementi di verità e per tutte
è possibile citare dei controesempi», in quanto si tratta di teorie molto generiche che si sforzano in ricondurre a un minimo comune denominatore
gli usi del congiuntivo. Per Schneider, però, questo sforzo non agevola la
comprensione del problema; lo studioso conclude affermando che «la
molteplicità funzionale del congiuntivo è la testimonianza sincronica di
stadi diacronici distinti e come tale va semplicemente registrata».
Zamorano (2005, p. 369) mette a sua volta in rilievo «la polifuncionalidad
y el carácter complejo del subjuntivo»; tale affermazione è riferita allo spagnolo, ma vale anche per le altre lingue romanze. Zamorano (2005, p.
370), sebbene ritenga auspicabile una spiegazione globale del congiuntivo
che ne abbracci i diversi fattori, ammette che un approccio di questo tipo
trova enormi difficoltà per riunire le diversità di livelli, metodologie e
precisioni teoriche. «Ni los análisis semánticos, ni los sintácticos (cfr.
Spaulding, 1941; Badía, 1953; Fente et al., 1975; Manteca, 1981; Takagaki,
1984, o Bosque 1990b) ni los pragmáticos (cfr. Sánchez Ramírez, 1989, o
Miyoshi, 1981), ni el abordaje particular de múltiples cuestiones y puntos
de vista pueden dar cuenta de manera monolítica de la capacidad expansiva del subjuntivo en español».
Felisa Bermejo Calleja
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5.2. Altri valori del congiuntivo
5.2.1. L’attitudine del parlante
Il concetto di “actitud del hablante”, che era specifico della corrente psicologista, serve oggi a studiosi di diverse scuole per giustificare la presenza
o l’assenza del congiuntivo nella subordinata.
Nell’analisi semantica effettuata da Bybee e Terrell (1990, pp. 145-163), il
valore dell’assertività è applicato alle subordinate completive all’interno
della cosiddetta “ipotesi semantica”. Gli studiosi classificano i periodi in
sei tipi sulla base di alcuni atteggiamenti che il parlante può adottare («según ciertas actitudes que el hablante puede adoptar»). Va sottolineato che
questi studiosi recuperano tale concetto in chiave semantica solo nei casi
di scelta libera del modo.
La nozione dell’attitudine del parlante3 è stata anche ripresa in chiave
pragmatica da Vieira (2003, p. 282).
Oltre agli studiosi appena citati, numerosi altri autori, con punti di vista e
approcci analitici molto diversi, tengono conto del “parlante”
(l’intenzione, l’atteggiamento, il rapporto con la verità di quanto detto, il
rapporto con le condizioni comunicative) per spiegare la scelta del modo
verbale nelle subordinate. Per esempio, Manteca (1981, pp. 4-41) segnala
che il congiuntivo è il risultato della non-asserzione del parlante; Porto
Dapena (1991, p. 33) afferma che «el subjuntivo alude a una acción o
proceso cuya existencia resulta más o menos problemática, esto es, que el
hablante ve con independencia de que se cumpla o no».
Non si può prescindere dalla nozione dell’attitudine del parlante, perché
essa permette di considerare la distanza tra il parlante e ciò che dice
(l’enunciato); questa distanza, in spagnolo e in minor misura in italiano, ha
delle conseguenze formali riguardo al modo, nell’ambito dell’ipotesi, della
tematicità e della valutazione del grado di verità (impegno del parlante).
3
Sarebbe necessario profilare meglio la nozione di “attitudine” del parlante per
poterla inquadrare nell’ambito pragmatico. Il concetto così ricostruito permetterebbe di includere nella spiegazione degli usi dei modi verbali i fattori come quelli
della relazione particolare di quel soggetto parlante con l’universo che lo circonda
o con il suo interlocutore.
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Osservazioni preliminari
5.2.2. La non-fattualità del contenuto della subordinata
Le subordinate volitive e le subordinate finali hanno un contenuto non
fattuale; in altri termini, lo stato di cose descritto nella subordinata non è
stato “fatto”, compiuto o realizzato nel momento indicato dal verbo della
reggente. Se questo verbo è al presente, allora tale stato di cose non si è
“fatto” nel momento dell’enunciazione.
Collegato al valore volitivo è quindi il valore prospettivo, che si osserva
chiaramente nelle subordinate temporali italiane introdotte da prima che.
Questo nesso nega la fattualità dello stato di cose nel momento
dell’avvenimento della frase principale. Inoltre, non è presupposto necessariamente che il contenuto della frase dipendente sia stato o sia effettivamente realizzato (benché questo rappresenti sicuramente il caso normale). Le subordinate temporali spagnole orientate al futuro si costruiscono sempre con il verbo al congiuntivo. Anche le subordinate relative e
modali, se sono orientate al futuro, si costruiscono tendenzialmente al
congiuntivo.
Il congiuntivo dunque è collegato strettamente al valore della non-fattualità. Tuttavia, sia Prandi (2002, p. 31) sia Wandruzska (2001 II, p. 451) avvertono che: «Si può dire che generalmente la non-fattualità del contenuto
della frase dipendente rappresenta una condizione sufficiente ma non necessaria per l’impiego del congiuntivo».
5.2.3. La non-rilevanza informativa della frase dipendente
5.2.3.1. Congiuntivo tematico
Il minor valore informativo della subordinata rispetto alla principale si osserva chiaramente nelle frasi con predicati fattivi, denominati tematici perché non hanno rilevanza informativa. Conviene dunque ricollegarsi ai
concetti di tema e rema. Il contenuto della subordinata dipendente da predicato fattivo è già noto oppure è presupposto, e quindi non ha alcun valore informativo. Il peso comunicativo cade sulla frase principale che apporta qualcosa di nuovo. Queste subordinate si costruiscono con il verbo
al congiuntivo. «Risulta evidente che il congiuntivo essenzialmente non è il
modo dell’asserzione, cioè che con esso, per le sue peculiarità, non viene
comunicato nessun fatto nuovo come effettivo rema dell’enunciato»
(Wandruzska 2001 II, pp. 454).
Altre subordinate al congiuntivo, come le concessive in spagnolo, possono
veicolare anche uno scarso valore informativo. In questo tipo di subordi-
Felisa Bermejo Calleja
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nata si è individuato all’interno del valore tematico il cosiddetto congiuntivo “polemico”, che viene usato in contesti dialogici.
5.2.3.2. Congiuntivo polemico
Il congiuntivo polemico è un caso particolare del congiuntivo tematico
che si usa in una situazione dialogica in cui si replica, si contrasta
l’opinione dell’interlocutore. L’idea espressa dalla subordinata è già conosciuta dal punto di vista informativo, e assume in più un valore avversativo, polemico, non cooperativo. Particolarmente in questi contesti, il
parlante usa il congiuntivo per minimizzare il valore argomentativo che
l’interlocutore intende dare a quell’enunciato.
In spagnolo si osserva nitidamente nell’uso delle concessive:
(1)
– Me gusta porque es una ciudad muy bonita.
– Aunque sea muy bonita, a mí no me gusta.
In italiano il valore polemico si può esprimere, in un contesto simile, con
l’uso del futuro di probabilità (come, d’altra parte, anche in spagnolo).
(2)
– Mi piace perché è una città molto bella.
– Sarà bella, ma non mi piace.
5.3. Fattori che determinano la selezione del modo
5.3.1. Selezione del modo imposta
Va premesso che in molti casi la scelta del modo viene imposta da un elemento della principale senza possibilità di variazioni, come succede per
esempio con i predicati volitivi oppure con certi nessi della subordinazione avverbiale: <prima che>/<antes de que>; <a patto che>/<con tal que>;
affinché/<a fin de que>, che selezionano il congiuntivo in esclusiva. Riguardo alle congiunzione subordinanti italiane, Prandi (1996, p. 40) afferma che «Nella sua qualità di perno della codifica, la congiunzione subordinativa di regola seleziona il modo della forma verbale subordinata.
Dopo che e anche se, ad esempio, reggono l’indicativo, mentre prima che e benché reggono il congiuntivo».
42
Osservazioni preliminari
5.3.2. Selezione del modo indotta
Mentre determinati nessi subordinanti impongono sistematicamente la
scelta del modo, altri elementi linguistici inducono la scelta di uno dei
modi, solo però in determinate condizioni: sono gli operatori modali o
orazionali. Effettivamente, nello studio delle subordinate si deve tener
conto dell’effetto che gli operatori modali hanno sulla selezione del modo
verbale. Gli operatori orazionali sono: i quantificatori, la negazione, i verbi
intensionali o non implicativi, i verbi al futuro o all’imperativo. La presenza di un operatore nella principale può indurre la selezione del congiuntivo nella subordinata. I quantificatori, la negazione e i verbi non
implicativi hanno effetti simili nelle subordinate relative italiane e spagnole. I verbi al futuro e all’imperativo inducono il congiuntivo in spagnolo ma non in italiano; ciò accade anche nelle concessive e modali spagnole. La negazione agisce come operatore selettore di congiuntivo nelle
subordinate dipendenti da predicati assertivi ed epistemici. Anche il modo
delle subordinate relative e causali risente degli effetti della negazione.
5.3.3. Selezione del modo libera
In altri casi, la scelta del congiuntivo è una possibilità a disposizione del
parlante. Se ciò si verifica, il congiuntivo contribuisce a individuare la
subordinata come punto focale, a far sì che il referente venga interpretato
come non specifico, o a dare un grado inferiore di probabilità a quanto affermato.
Prandi (1996. p. 32) sostiene che «solo nei casi in cui la sua scelta del
modo è libera, e quindi alterna realmente con l’indicativo» il congiuntivo
contribuisce attivamente a codificare il valore modale della proposizione
che lo contiene.
La rilevanza informativa, l’attitudine del parlante sono strumenti utili per
spiegare la scelta di uno dei due possibili modi.
5.4. Armonizzazione dei criteri sui valori del congiuntivo
La complessità e la diversità degli usi del congiuntivo nella subordinazione
richiede una spiegazione articolata che comprenda i valori associati ai diversi livelli di analisi. Tali livelli sono la sintassi, la semantica e la pragmatica: è innegabile che l’uso del congiuntivo risponde a questi tre piani di
attuazione (a seconda dei casi, in una dinamica di inclusione o di esclu-
Felisa Bermejo Calleja
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sione). Nonostante il nobile – e forse augurabile – tentativo di molti studiosi, che continuano a postulare e a ricercare un comune denominatore, è
difficile concentrare in un solo valore del congiuntivo la diversità dei suoi
usi.
I principi individuati hanno diverse formulazioni, ma sono in realtà pochi.
In primo luogo si deve far riferimento ai casi in cui il congiuntivo appare
nella subordinata perché è determinato da un elemento linguistico esplicito, un verbo, un nesso, un operatore di polarità negativa, ecc. Tali determinazioni possono essere intese come di indole semantica, oppure
come appartenenti all’ordine sintattico, o, infine, come il risultato del
combinarsi delle due dimensioni. In secondo luogo, da una prospettiva
semantica, l’uso del congiuntivo è stato associato al valore della non-asserzione, della non-affermazione o della sospensione dell’affermazione; oppure, sulla base di altri presupposti, è stato collegato alla non-fattualità. In
terzo luogo, dal punto di vista della struttura informativa e di conseguenza
del tema-rema, il congiuntivo rappresenta la parte tematica. La connessione con la realtà extralinguistica entra in gioco attraverso la dinamica
della referenzialità (si pensi ad esempio alle subordinate relative con antecedenti non specifici). Infine, il parlante, l’interlocutore e le condizioni del
momento dell’atto comunicativo sono fattori da tener presenti nella comparsa del congiuntivo (senza poter individuare in modo immediato cosa
appartiene alla semantica e cosa alla pragmatica).
Il criterio misto accoglie sia il meccanismo sintattico nella subordinazione
sia il contenuto semantico-pragmatico. Con le tre prospettive suddette si
possono individuare delle spiegazioni soddisfacenti dell’uso del congiuntivo. Le nozioni essenziali utilizzate (determinazione o selezione, non
fattualità e incidenza del parlante-interlocutore) potrebbero, a grandi linee,
essere collegate alle nozioni usate dalla tradizione grammaticale delle lingue romanze, quali la dipendenza, la non-realtà (desiderio, dubbio, incertezza), la soggettività (cfr. Zamorano 2005, p. 98 ss.).
Il grande pregio degli studi odierni risiede nella delimitazione dei campi di
esame e della differenziazione dei livelli di analisi; in certe correnti, per
esempio, la gerarchizzazione di sintassi-semantica-pragmatica permette di
situare ogni fattore che determina o giustifica l’uso del modo indicativo o
congiuntivo nell’ambito e nella disciplina adeguata.
Per quanto ci riguarda, siamo convinti della necessità di criteri misti che
tentino di dar ragione del maggior numero possibile di frasi con il verbo al
congiuntivo. Il congiuntivo racchiude in sé una serie di valori diversi tra
loro; essi non sempre sono cumulativi, giacché se ne può manifestare uno
44
Osservazioni preliminari
ad esclusione di un altro a seconda della struttura in cui viene utilizzato, o
a seconda del contesto a cui appartiene l’enunciato.
Capitolo 2
LE SUBORDINATE AVVERBIALI
Consapevoli del fatto che le subordinate qui studiate non costituiscono
propriamente un gruppo omogeneo, crediamo tuttavia necessario, sia per
una convenzione fissata nel corso del tempo, sia per motivi pratici, utilizzare la denominazione “avverbiali” per raggruppare gli otto tipi di subordinate che analizzeremo nei successivi capitoli: temporali, modali, causali,
finali, consecutive, comparative, condizionali e concessive.
Individuare un gruppo con un’unica denominazione permette di distinguere immediatamente tali subordinate dalle altre esistenti, sostantive e
aggettive (o relative).
La motivazione per la scelta della denominazione “subordinate avverbiali”
può essere riassunta in tre punti fondamentali. In primo luogo, l’oggetto
ultimo del nostro studio è il modo verbale della subordinata; per questa
ragione non ci siamo soffermati a lungo sulla questione della diversità di
denominazioni che tali subordinate hanno ricevuto. Tuttavia, non abbiamo nemmeno eluso la questione, e di fatto, in ogni singolo capitolo,
abbiamo richiamato i diversi studi sull’argomento. In secondo luogo, la
contrastività dell’approccio di questo studio impone di seguire in parallelo
due diverse tradizioni grammaticali; adottare quindi soluzioni terminologiche originali o innovative, anche se forse più rigorose, avrebbe reso più
complicata l’esposizione e impossibilitato la presentazione in parallelo.
L’ultima ragione della denominazione “subordinate avverbiali” si fonda
sulla comprensibilità da parte di lettori, studenti o meno, non specializzati
nelle questioni grammaticali terminologiche. Ad essi, data la complessità
che presenta la subordinazione, si evita con questa soluzione di dover
superare lo scoglio di una terminologia troppo specializzata. In definitiva,
l’adozione del termine “avverbiali”, pur sacrificando altri aspetti, favorisce
la chiarezza, tenendo anche conto che tale denominazione è quella usata
nelle due tradizioni grammaticali nazionali ed è, sebbene con qualche riserva, generalmente accettata dagli studiosi di grammatica e di linguistica
in generale.
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Le subordinate avverbiali
Occorrerà poi esporre, in primo luogo, lo stato della questione riguardo al
binomio avverbiale/circostanziale, e in secondo luogo, le altre soluzioni
nella loro classificazione.
Le grammatiche italiane che abbiamo consultato usano la denominazione
“avverbiale” (GGIC 2001) o “circostanziale” (Graffi 1994) per riferirsi alle
subordinate che non sono né completive né relative.
Nella GGIC (2001 II, p. 633), le subordinate avverbiali sono definite in
contrasto con le funzioni svolte dalle subordinate sostantive (“argomentali”): «Le frasi avverbiali, invece, non sono richieste dal verbo principale e
sono aggiunte alla frase principale sulla base di criteri semantici».
Graffi (1994, p.117) giustifica la scelta del termine “circostanziale” in sostituzione di “avverbiale” in quanto «le frasi temporali, causali, ecc. si
comportano come gli avverbi [...] non perché ne siano, in un certo senso,
un’imitazione, ma perché entrambe queste classi di espressioni realizzano
la stessa proprietà generale, quella cioè di essere degli elementi circostanziali».
Né Dardano/Trifone (1983) né Serianni (1988) indicano un termine specifico per individuare l’insieme costituito dalle subordinate causali, finali,
ecc. Dardano/Trifone (1983, pp. 310-326), senza preamboli, divide
direttamente le subordinate in diversi tipi: oggettive, soggettive, dichiarative, causali, finali, consecutive, ecc. Serianni (1988, p. 463) cita alcune
classificazioni di grammatici precedenti, ma poi esplicita la propria scelta
di trattare «in modo autonomo ogni proposizione secondaria, evitando di
collocarla forzatamente entro categorie generali».
Anche nelle grammatiche spagnole sono generalmente adoperati i termini
adverbial (M. Seco, Alarcos 1994, Pérez Saldanya nella GDLE) o circunstancial (Esbozo 1973, Hernández 1995); inoltre, nella tradizione spagnola, le
diverse denominazioni implicano anche una sottodivisione e un determinato raggruppamento. El Esbozo (1973, p. 536) chiarisce che, mentre per la
classificazione delle sostantive e relative si è basato sulla funzione sintattica, per la classificazione delle circostanziali si è invece fondato su un
criterio semantico, e avverte che compariranno “zone intermedie” di
delimitazione tra i sottogruppi. Nel calcolo statistico effettuato da Zamorano (2004, p. 320) a partire da un corpus costituito dalle grammatiche
spagnole pubblicate tra 1953 e 1994, emerge che il 46,66% dei testi analizzati adopera il termine “adverbial” rispetto al 26,67% che usa il termine
“circunstancial”.
La GGIC (2001) classifica le subordinate in “argomentali” e “avverbiali”.
Graffi (1994) usa i termini “sintagmi”, e denomina le subordinate come
Felisa Bermejo Calleja
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“argomentali” e “circostanziali”. Senza sottovalutare il fatto che un diverso punto di vista riesce, molte volte, a spiegare meglio determinati
fenomeni, si può affermare che spesso è possibile stabilire delle corrispondenze tra categorie e classi di una o dell’altra corrente, o scuola . Lo
stesso Graffi (1994, p. 115), facendo riferimento alla grammatica tradizionale, collega da un lato le “sostantive” con le “argomentali”, e dall’altro le
“avverbiali”con le “circostanziali”, lasciando chiaro che, pur essendo diverso il principio che anima la classificazione, il comportamento sintattico
trova una specifica corrispondenza.
Dardano/Trifone (1983, p. 308) segnalano direttamente i diversi tipi di
proposizioni subordinate. Escluse quelle riconducibili alle sostantive e alle
aggettive, esse sono le seguenti: causali, finali, consecutive, temporali,
comparative, condizionali, concessive, relative, modali, avversative, esclusive, eccettuative, limitative e incidentali. Serianni (1988), escluse le completive e le relative, distingue tra proposizioni causali, finali, consecutive,
ipotetiche, concessive, temporali, comparative, modali, aggiuntive, esclusive, eccettuative, limitative.
Per descrivere le frasi circostanziali, Graffi (1994) segnala che il comportamento tipico degli elementi circostanziali si caratterizza, in primo luogo,
per il fatto che non devono essere obbligatoriamente presenti per far sì
che la frase (o periodo) a cui appartengono sia grammaticale; e in secondo
luogo, per la libertà di collocazione all’interno della frase (o periodo) di cui
fanno parte. Per questo studioso ci sono diversi tipi di frasi circostanziali:
causali, temporali, finali, ecc., ma non offre un elenco completo.
Nella GGIC (2001 II, p. 633) le subordinate avverbiali si dividono in frasi
temporali, causali, ipotetiche, concessive, finali, consecutive e comparative.
La GGIC non prende in considerazione le subordinate modali.
Nessuna delle grammatiche appena citate individua le locative come tipo
di subordinate.
L’Esbozo, insieme a M. Seco (1972) e ad altri grammatici (cfr. Zamorano
2004), come pure in parte Alarcos (1994), in merito alla classificazione
dell’insieme totale delle subordinate, seguono il criterio secondo il quale si
paragonano le categorie morfologiche (sostantivo, aggettivo, avverbio)
delle frasi semplici con le proposizioni della frase composta.
È da segnalare anche la classificazione stabilita da Alonso-Henríquez
(1938-39) tra “inordinadas” (sostantive e relative) e “subordinadas propiamente dichas”; queste ultime comprendono le avverbiali.
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Le subordinate avverbiali
Per il raggruppamento delle subordinate si applicano diversi criteri: semantico, sintattico, formale e funzionale (cfr. Zamorano 2004, pp. 312316).
Nello specifico, per la distinzione del gruppo delle avverbiali in diversi tipi,
il criterio è semantico, sebbene vengano presi in considerazione anche
criteri formali e funzionali.
M. Seco (1972) individua quindici tipi di avverbiali: lugar, tiempo, paralelismo,
contraste, modo, intensidad, comparación, causa, finalidad, consecuencia, condición,
restricción, concesión, excepción e adición (cfr. Zamorano 2004, p. 317).
L’Esbozo (1973, pp. 536-559) raggruppa tra le “circunstanciales” nove tipi
di subordinate: di luogo, di tempo, di modo, causali, consecutive, concessive, condizionali, comparative e finali; e segnala che, trattandosi di una
classificazione con criterio semantico, non è una diffrenziazione rigida,
nella quale i membri si escludono tra loro.
Anche Alarcos (1994) segnala nove tipi di orazioni “trasposte” o subordinate, ma compie dei raggruppamenti particolari. Distingue un gruppo denominato “avverbiali proprie” che comprende le subordinate locative,
temporali e modali; ma in più indica che una parte delle sostantive svolge
funzione circostanziale (di “aditamento”). Le altre subordinate avverbiali
individuate da Alarcos sono: finali, causali, concessive e condizionali.
Vengono lasciate da parte le comparative e le consecutive, per le quali
Alarcos (1994, p. 342) stabilisce un’analogia con le relative, ritenendo che
anche nelle comparative e nelle consecutive si possa individuare un antecedente, identificato con il quantificatore o l’intensivo dell’elemento comparato.
È stato Narbona (1989 e 1990) a individuare la distinzione tra subordinate
avverbiali proprie e improprie, ripresa in parte da Alarcos (1994) e da altri
grammatici tra cui Veiga/Mosteiro (2006). Diversi studiosi hanno tentato
delle sottoclassificazioni, senza però che nessuna di esse abbia avuto il
sopravvento; tutto ciò dimostra che esiste effettivamente la necessità di
evidenziare la diversità che c’è tra le subordinate raggruppate sotto
l’etichetta “avverbiali”, perché esse di fatto non costituiscono un gruppo
omogeneo.
Nella GDLE (1999), Pérez Saldanya non include tra le avverbiali le subordinate comparative, categoria che non viene proprio presa in considerazione.
Nell’insieme del testo della GDLE (1999), le comparative sono studiate
nel capitolo dedicato alle costruzioni comparative in generale, e non è mai
Felisa Bermejo Calleja
49
usato il termine “subordinada”; tuttavia, se la struttura ha il verbo finito,
riceve la denominazione di “coda clausal”.
Riassumendo, le due tradizioni grammaticali nazionali hanno giustificato la
classificazione delle subordinate, generalmente in tre grandi gruppi, in base
all’associazione tra le funzioni delle parti del discorso nella frase semplice,
e delle funzioni svolte dalle proposizioni nella frase complessa. Per quanto
riguarda l’italiano, tale associazione viene ripresa esplicitamente da Graffi
(1994), ma evitata da Dardano/Trifone (1983) e scartata esplicitamente da
Serianni (1988). La GGIC (2001) definisce le avverbiali sulla base delle
funzioni in contrasto con le argomentali, ma nella stessa definizione
segnala anche i criteri semantici. Per quanto riguarda lo spagnolo, il collegamento tra le parti del discorso e le proposizioni, accompagnato da chiarimenti e avvertenze, si ripresenta costantemente in maniera più o meno
esplicita.
Per concludere, va segnalato che le grammatiche italiane non prendono in
considerazione le locative come tipo di subordinata (Dardano/Trifone
1983, Serianni 1988, GGIC 2001); in più, la GGIC (2001) non menziona
né analizza le subordinate modali. Le grammatiche spagnole, invece, lasciano in disparte le comparative (Alarcos 1994, Pérez Saldanya 1999,
Veiga/Mosteiro 2006). Questa separazione può rinviare a diverse spiegazioni, tra cui il fatto che la comparativa non è riconducibile al concetto del
rapporto causale al quale rispondono le altre subordinate “avverbiali improprie” (cfr.Veiga/Mosteiro 2006).
Capitolo 3
SUBORDINATE TEMPORALI
1. Definizione
Le proposizioni subordinate temporali svolgono la funzione sintattica di
complemento circostanziale di tempo, e dal punto di vista semantico
esprimono temporalità: situano il contenuto della principale in un punto
del tempo o lo marcano cronologicamente rispetto all’azione designata
dalla subordinata.
2. Nessi temporali
I nessi con valore temporale sono molti e diversi; considerando la loro significazione, all’interno del valore generale di tempo, questi nessi possono
esprimere i rapporti di simultaneità, anteriorità, posteriorità, immediatezza,
processo, punto di origine, punto finale… Osservando i rapporti sintattici,
alcuni di questi nessi possono introdurre soltanto strutture esplicite, altri
soltanto implicite e altri, infine, le due strutture, ma non indistintamente,
bensì rispettando certe condizioni, tra cui la più comune è l’identità del
soggetto delle proposizioni principale e subordinata.
cuando
valore universale
quando
immediatezza
<en cuanto>
apenas
<tan pronto como>
<no bien>
nada más + infinito
appena
come
<non appena>
allorché
52
Subordinate temporali
progressione
<a medida que>
conforme
según
<man mano>
<via via che>
iterazione
<cada vez que>
<siempre que>
mientras (que)
<en tanto que>
<ogni volta che>
<tutte le volte che>
<ogniqualvolta>
simultaneità
mentre
intanto
punto finale
<hasta que>
<fino a che>
finché
<fino a quando>
<fin quando>
hasta + infinito
<fino a> + infinito
<desde que>
desde + infinito
<antes de que>
<antes de> + infinito
punto di origine
<da quando>
dacché
da + infinito
anteriorità
<prima che>
(prima di quando)
<prima di> + infinito
Felisa Bermejo Calleja
53
posteriorità
<después de que>
<luego que>
<después de> + infinito
tras + infinito
<una vez que>
<una vez> + participio
<dopo che>
dopo + infinito/participio
<una volta che>
<una volta> + participio
Nei corpora di C-ORAL non si sono trovate occorrenze di alcuni nessi
temporali. Immediatezza: apenas, <tan pronto como>, <no bien>, come, allorché;
iterazione: <ogniqualvolta>, <tutte le volte che>; simultaneità: <en tanto que>;
punto finale: <fino a quando>, <fin quando>; punto di origine: <dacché>; posteriorità: <luego que>.
La denominazione di “anteriorità” e “posteriorità” nella subordinazione temporale presenta forti differenze tra le grammatiche italiane e spagnole (si vedano la
GGIC e GDLE); le medesime denominazioni possono apparire come opposte, e
persino indurre a pensare che una di esse è sbagliata. Nella GGIC si attribuisce
l’anteriorità alle subordinate introdotte da dopo, e la posteriorità a quelle introdotte
da prima di. Nella GDLE si parla di rapporto di anteriorità se la subordinata ha
come introduttore antes de, e di posteriorità con l’introduttore después de. La causa
di questa disparità è che nella prima (GGIC) il criterio è il rapporto temporale
espresso dalla subordinata rispetto alla principale; invece, nella seconda (GDLE),
il criterio del rapporto temporale si basa sulla principale rispetto alla subordinata.
In altri termini, cambia del tutto l’elemento di riferimento.
₪ Nel repertorio di occorrenze si possono osservare alcune dissimmetrie
che riguardano le costruzioni implicite. Per esempio, a differenza del nesso
spagnolo <después de>, il nesso italiano dopo può introdurre una subordinata implicita con l’infinito composto o con il participio. Invece, in spagnolo, <después de> (che deve essere accompagnato sempre dalla preposizione de) può anche introdurre una subordinata implicita, ma solitamente
con il verbo all’infinito semplice. Lo spagnolo, oltre a <después de>, per indicare la posteriorità dispone della preposizione tras a cui segue un infinito.
Un’altra divergenza da segnalare riguarda alcuni nessi che esprimono immediatezza. In spagnolo il nesso apenas può introdurre solo subordinate
esplicite, mentre in italiano appena può, oltre all’esplicita, introdurre una
subordinata implicita con verbo al participio. Lo spagnolo dispone anche
del nesso <nada más>, che è seguito però da infinito.
54
Subordinate temporali
3. Repertorio di occorrenze in lingua spagnola
3.1. Esplicite
3.1.1. Nesso con valore universale
cuando
Riferimento al presente
(3)
/ no? fíjate cuando una persona / se ríe mucho / sus ojos se iluminan //
[emedsc03]
Riferimento al passato
(4)
NAR: Joan tenía quince años / cuando vino a vivir al hospital //
[emedrp02]
Riferimento al futuro
(5)
LOC: [<] <entonces> / cuando tengamos el dinero / compramos un [/] un
giga más y lo metemos en la nuestra // mientras tanto hay que mandarlo
allí // [enatte02]
3.1.2. Immediatezza
<en cuanto>
(6)
/ y ha anunciado que / en atención a consideraciones humanitarias / pondrá en libertad a la tripulación estadounidense / en cuanto se cumplan / las
formalidades necesarias // [emednw02]
apenas
(7)
Apenas había empezado a hablar, cuando, de pronto, se oyó un grito en la
sala (Santos Río 2003, p. 197).
<tan pronto como>
(8)
Tan pronto como hubo cenado se fue de allí (Santos Río 2003, p. 618).
<no bien>
(9)
No bien lo hayas terminado, comunícamelo (Santos Río 2003, p. 472).
Felisa Bermejo Calleja
55
3.1.3. Progressione
<a medida que>
(10)
// pero a medida que se van haciendo más estudios con / monos / es decir
/ con / otros primates que no son / los simios / se va encontrando que /
son mucho más complejos de lo que anteriormente se había pensado
[enatco01]
conforme
(11)
// entonces / conforme vamos acabando / vamos haciendo eso //
[enatpe04]
según
(12)
// o sea según empecé a leerlo se reconoce / pero perfectamente / o sea
cada palabra se reconoce // [efamdl23]
3.1.4. Iterazione
<cada vez que>
(13)
GAR: cada vez que tocaba el balón el Mágico / el campo se venía / abajo //
[emedsp05]
<siempre que>
(14)
[/] y / Rosa siempre que llama / habla conmigo ... <hhh> // [efamcv01]
3.1.5. Simultaneità
mientras
(15)
OTR: no es fácil vivir en un submarino // angosto // claustrofóbico //
no hay literas para todos / y se utiliza el sistema / de cama caliente //
mientras uno está de guardia / otro duerme // [emedrp04]
<en tanto que>
(16)
En tanto que permanezca aquí la nave, deberá ser vigilada por las fuerzas de
seguridad del país (Santos Río 2003, p. 621).
56
Subordinate temporali
3.1.6. Punto finale
<hasta que>
(17)
[/] porque no están juzgados // con lo cual / no son / &mm / culpables
/ hasta que no se demuestre lo contrario // [enatla02]
3.1.7. Punto d’origine
<desde que>
(18)
OTR: desde que España ingresó en la OTAN / muchas cosas han tenido
que cambiar // y muy deprisa // en las Fuerzas Armadas // [emedrp04]
<desde que> ... <hasta que>
(19)
SON: bueno // pues voy a comentar / el procedimiento / que hay que
seguir / desde que una persona / comete un delito / hasta que esta persona /
entra en prisión / cumple sentencia / y posteriormente sale en libertad //
[enatla02]
3.1.8. Anteriorità
<antes de que>
(20)
// así que / antes de que los productos / lleguen al mercado / tratamos de
averiguar la reacción / que provocan en los consumidores // [emedsc04]
3.1.9. Posteriorità
<después de que>
(21)
FUE: después de que la tierra temblara durante casi tres minutos / en Bachau
/ no quedó / ningún hospital en pie // [emedrp06]
<una vez que>
(22) a. // una vez que se ha descartado el exceso / de velocidad / se habla / de una
posible / indisposición repentina / del conductor // [emednw02]
b. SEV: no / pero digo / que una vez que lo dejes / tampoco se va a morir //
yo qué sé // [efamcv10]
Felisa Bermejo Calleja
57
<luego que>
(23)
Luego que lo vio, comenzó a gritar (Santos Río 2003, p. 435).
3.2. Implicite
3.2.1. Con infinito
al
(24)
// los informaremos / con más detalle / el próximo domingo // al finalizar la Eucaristía / pues / se os entrega / el tríptico / del programa parroquial // [enatpr03]
3.2.1.1. Immediatezza
<nada más>
(25)
JOA: [<] <de [/] de ésas> que nada más leer el encabezamiento / te duermes // [etelef08]
3.2.1.2. Punto finale
hasta
(26)
/ en este momento es / un servicio / &eh / malo / pero que puede / no
solamente ser más malo / es que puede ser / manifiestamente / empeorable / a partir de este momento / hasta llegar / a ser / un colapso / y a no
tener servicio de transporte urbano / en la ciudad de Segovia // [enatps02]
3.2.1.3. Anteriorità
<antes de>
(27)
// allí recordó cuánto le gustaba pintar / antes de ponerse enfermo //
[emedrp02]
3.2.1.4. Posteriorità
<después de>
(28)
// Che había sido un niño de las monjas / que le recogieron después de quedarse huérfano // [emedrp02]
58
Subordinate temporali
tras
(29)
// cuando llegó el resto de la expedición / tras convencerse / en sus propias carnes / de que en el restaurante / no había nada que hacer y que teníamos que buscar otra solución / acabamos en la solución menos convencional posible para la comida de una tesis doctoral / que fue / irnos / a
un Vips / cercano // [efammn09]
3.2.2. Con gerundio
(30)
/ viéndote en la tele en el despacho / digo / este tío está tan contento / y
lleva una temporada / de tanta felicidad / que eso se le tiene que acabar
notando // [emedsp02]
3.2.3. Con participio
<una vez> + participio
(31)
// además / se estudia incorporar a un pequeño porcentaje de inmigrantes
/ a quienes una vez integrados / se les daría la nacionalidad // [emedrp04]
4. Repertorio di occorrenze in lingua italiana
4.1. Esplicite
4.1.1. Nesso con valore universale
quando
Riferimento al presente
(32)
// quando faccio il pomeriggio / entro alle due ed esco alle nove //
[ifammn16]
Riferimento al passato
(33)
DID: quattro anni fa / proprio quando sono stata ricoverata qui in Santa
Lucia / ho incontrato / quello che adesso è il mio attuale marito //
[imedsc02]
Riferimento al futuro
(34)
// quando s' arriverà allo stop / tocca a te / girare sulla destra / [ifamdl19]
Felisa Bermejo Calleja
59
4.1.2. Immediatezza
appena
(35)
SIL: torno / appena nasce l' altro mio nipotino // dovrebbe nascere / fra un
paio di settimane // [ifamcv12]
Con lo stesso riferimento temporale della perifrasi spagnola <acabar de +
infinito>:
(36)
/ che Vincenzo stava in camera sua / Carla in bagno / &la [/] Laura / era
appena uscita / noi dormivamo ... e poi / la cosa brutta / è che è annata
pure de là // non è che s’è fermata / sulla soglia è entrata in camera mia /
che / è la prima camera che trova [itelpv13]
<non appena>
(37)
// xxx se + io sono sicuro che / non appena lo [/] lo vedrò / e che comincerà magari a parlare / a fare [ifamdl01]
come
(38)
Come usciva di casa cominciava sempre a piovere (GGIC II 2001, p. 723).
allorché
(39)
Decideremo allorché sarà il momento (De Mauro 2000).
4.1.3. Progressione
<man mano>
(40)
[///] rischio di / sviluppare un tumore &p [/] polmonare / che va / a andare / progressivamente / aumentando la riduzione del rischio / man mano
che passa il tempo / dalla / sospensione del fumo // raggiungendo più o
meno i livelli / di quelli che non avevano mai fumato / per quanto riguarda il rischio cardiovasculare / a una distanza di circa dieci anni / dalla
sospensione del fumo // [inatco03]
Ci sono due occorrenze, pronunciate dallo stesso parlante, con subordinata al congiuntivo presente:
(41)
/ gl' è più chiaro d' i' fusto // e via / capito ? perché / man mano crescano
/ gli alberi / si [/] si [/] si [/] si schiarisce sempre di più / la [/] la [/] la fibra d’i’legno / capito [ifammn21]
60
Subordinate temporali
<via via che>
(42)
SAB: e allora / via via che arrivava la gente / noi ci si spostava / capito ?
[ifamdl09]
4.1.4. Iterazione
<ogni volta che>
(43)
[/] sembra che sia imbarazzato // < ogni volta che dice qualcosa> +
[ifamcv12]
<tutte le volte che>
(44)
Tutte le volte che Mario arriva tardi lo devi sgridare (GGIC II 2001, p. 728).
ogniqualvolta
(45)
Ripete lo stesso errore ogniqualvolta ci riprova (De Mauro 2000).
4.1.5. Simultaneità
mentre
(46)
/ niente / niente // ma un mattino / prestissimo / mentre sta facendo la
guardia / sente un rumore // scrhhac // [ifammn20]
intanto
(47)
//dico / torno indietro / può darsi che sia più vicino avanti // insomma /
facevo / dei calcoli in questa maniera / intanto andavo avanti / mi trovai
nel buio più assoluto / senza sape’ icché fare // [ifammn03]
4.1.6. Punto finale
<fino a che>
(48)
/ è l' humus della democrazia // perché fino a che c' è conflitto di &in [///]
sociale / c' è dialogo // [inatps03]
finché
(49)
// noi tra poco daremo / la parola / a loro // &he / hanno portato /
centinaia di trattori // insieme alle nostre luci / le nostre e loro luci /
hanno acceso / praticamente/ questo pezzo / di pianura padana // e non
Felisa Bermejo Calleja
61
si muoveranno / finché non avranno ottenuto una risposta / rassicurante /
sull' abbattimento / sul mancato abbattimento / delle vacche dei Greci //
[imedts06]
<fino a quando>
(50)
Resterà in questa città fino a quando non perderà il lavoro.
<fin quando>
(51)
La compagnia aerea vuole garantire i voli fin quando sarà possibile.
4.1.7. Punto d’origine
<da quando>
(52)
/ da quando è iniziata la guerra in Cecenia / questo oleodotto / ha smesso
di funzionare // [imedrp02]
₪ Il nesso subordinante equivalente in spagnolo è <desde que>.
dacché
(53)
Dacché Maria ha cominciato a fumare, non ha più smesso (GGIC II 2001,
p.725).
4.1.8. Anteriorità
<prima che>
(54)
// Maren informa la madre / che andrà a salutare Marco / prima che lui riparta // lei è d' accordo // si fida della figlia // [imedrp04]
4.1.9. Posteriorità
<dopo che>
(55)
// migliaia di cinesi &so [/] sono scesi nelle strade / nella piazza Tien An
Men / dopo che il comitato olimpico internazionale / ha deciso di assegnare
alla capitale cinese / le olimpiadi del duemilaotto // [imedts07]
62
Subordinate temporali
<una volta che>
(56)
// una volta che una molecola è conosciuta / per esempio nofrocsacina / da
questa viene elaborata tutta una serie di altre sostanze / che sono ricavate
tutte intorno alla prima // [imedrp03]
4.2. Implicite
4.2.1. Con infinito
<fino a>
(57)
DEV: abbiamo iniziato in una maniera molto modesta // cioè / abbiamo
cominciato a curare dieci pazienti al mese // fino ad arrivare a centocinquanta // vi dico / che centocinquanta pazienti / su venticinque milioni di
sieropositivi / in Africa / non è niente // [imedrp03]
<prima di>
(58)
// a questo punto / avvisiamo immediatamente i soccorsi / prima di
cominciare comunque un' altra manovra // [imedsc02]
dopo
(59)
/// Bruna Galante / è scomparsa l' undici giugno scorso // dopo essersi
intrattenuta / per qualche ora / con una vecchia amica /in un bar di
Maiano / un apesino a un aventina dichilometri dalla sua casa//
[imedrp04]
nel
(60)
// quell' amore di Dio / che si esprime proprio / nel / imparare a / darsi l'
uno all' altro // è il senso / della prima lettura / della Genesi / quando /
Dio dice / non è bene che l' uomo sia solo // [inatpr05]
4.2.2. Con gerundio
(61)
// e / buonanotte a tutti / &he / i sognatori // guardando le stelle / vi auguro / tanti bei sogni // buona notte da me // [imedin04]
Felisa Bermejo Calleja
63
4.2.3. Con participio
<una volta> + participio
(62) a. // VFE: una volta accertata la causa ormonale / o androgenetica / della caduta dei capelli nella donna / il rimedio è molto semplice // [imedsc03]
b. / si presero tutta la roba / se la portarono / nella macchina // una volta
caricata la macchina / però a questo punto / eh eh c' era da paga’ i’ pedaggio // [ifammn03]
dopo + participio
(63)
// e praticamente / dopo finito il militare / ho sempre lavorato / in quest'
azienda [ifamdl06]
appena + participio
(64)
FRA: poi / quindici giorni fa / appena saputo / gli ho detto / guarda / &he
[ifamdl12]
5. Tempi e modi nella temporale in spagnolo
5.1. Restrizioni modo-temporali nelle frasi orientate verso il
futuro
Nello spagnolo attuale, la proposizione subordinata temporale non può
avere il verbo né al futuro né al condizionale. Questi tempi, invece, compaiono nella proposizione principale e costituiscono, insieme
all’imperativo, i fattori che determinano l’obbligo del congiuntivo nella
subordinata, poiché con essi l’azione principale è orientata verso
l’avvenire.
Nello spagnolo parlato nelle epoche precedenti, invece, era possibile l’uso
delle forme verbali del futuro indicativo nella subordinata temporale; oggi
tale uso sopravvive nel parlato di certe regioni (Esbozo 1973, p. 540).
Prendendo come modello il comportamento sintattico di cuando, si può
stabilire che le proposizioni subordinate introdotte da cuando si costruiscono con l’indicativo se designano avvenimenti fattuali, cioè passati, presenti o abituali, e con il congiuntivo se rinviano a situazioni posteriori non
fattuali, cioè eventuali o virtuali (cfr. Pérez Saldanya 1999, p. 3313).
64
Subordinate temporali
Con la sola eccezione di <antes de que> (20), che seleziona sempre il congiuntivo nella subordinata (allo stesso modo di <prima che> (54)), gli altri
nessi temporali hanno uno stesso comportamento sintattico, riconducibile
all’avverbio cuando, che funge da modello.
5.2. Cuando
Prendendo cuando come modello ed escludendo le eccezioni segnalate, gli
altri nessi hanno lo stesso suo comportamento sintattico riguardo al modo
verbale.
Un’operazione fondamentale è quindi quella di individuare il tempo verbale della principale:
– Se è passato o presente, la subordinata ha il verbo al modo indicativo.4
– Se è futuro o imperativo, la subordinata ha il verbo al modo congiuntivo
(presente).
Tuttavia se si tratta di una struttura “ecuasional” o “perífrasis de relativo”
– e solo in questo caso –, cuando può introdurre una subordinata con
verbo al futuro. In questa struttura, cuando si comporta come un relativo;
di fatto le subordinate relative costruite con verbo all’indicativo futuro
sono grammaticali. Ad esempio: «El seleccionador lanzó un aviso cuando
dio a conocer la convocatoria. Nadie tiene la plaza reservada. En junio
será cuando tendré la difícil papeleta de elegir a los que irán a los Juegos»
(CREA, Prensa, España, 2004).
L’idea di futuro è espressa molto frequentemente con la perifrasi composta dal presente del verbo ir: <ir + a + infinito>. Inoltre, il presente può
essere usato anche con valore futuro.
5.2.1. Principale (presente o passato) e subordinata (indicativo)
Riferimento al presente
(65) a. / no? fíjate cuando una persona / se ríe mucho / sus ojos se iluminan //
[emedsc03]
b. / también cuando me duele una muela / me tengo que llenar el cuerpo de
aspirina / [emedsc02]
Riferimento al passato
4
Ciò non si verifica però quando l’enunciato è in stile indiretto.
Felisa Bermejo Calleja
65
(66) a. / que aquí cuando se ganaba al Madrid o al Barcelona / hhh / disparaban
tracas // [emedsp04]
b. / Washoe / cuando aprendía una palabra / era capaz de generalizarla / a
cualquier otro contexto // [enatco01]
c. NAR: Joan tenía quince años / cuando vino a vivir al hospital //
[emedrp02]
In questi contesti temporali, non si rilevano differenze del modo verbale
rispetto alle subordinate temporali italiane.
5.2.2. Principale (futuro, perifrasi o imperativo) e subordinata
(congiuntivo presente)
Riferimento al futuro (futuro grammaticale nella principale)
(67)
/ Josep Guardiola / que ha anunciado / que cuando acabe esta temporada /
abandonará / el club // [emednw02]
Riferimento al futuro (perifrasi di futuro nella principale)
(68)
/ en este caso en particular / el roce de las sábanas / es un signo bastante
claro de que hay un problema / circulatorio // por lo tanto / los masajes
pueden colaborar / pero con mucho límite // hay un problema / de tipo
circulatorio / y bueno / ahora cuando Luis se ponga en contacto lo va a profundizar // [emedts10]
Riferimento al futuro (imperativo nella principale)
(69)
// y / las varices por la mañana / un truquito / un truquito que / le puede
venir bien / cuando se duche al final coja / el agua fría / las piernas de abajo a
arriba / agua fría / y después agua caliente / de abajo a arriba //
[emedts07]
Riferimento al futuro (presente nella principale)
(70) a. LOC: [<] <entonces> / cuando tengamos el dinero / compramos un [/] un giga
más y lo metemos en la nuestra // mientras tanto hay que mandarlo allí //
[enatte02]
b. <&eh / es que / eso> es dibujar la molécula en el ordenador // lo
reorientas con el ratón del ordenador / y cuando veas que ya ha quedado /
bien / la salvas // en disco // [enatte02]
66
Subordinate temporali
₪ Nel caso in cui il fatto non si è verificato e quindi la principale ha il
verbo in tempo futuro o imperativo, l’italiano seleziona nella subordinata
l’indicativo futuro come tempo verbale (77 a, b, c, d).
5.2.3. Anteriorità
Se vi è anteriorità di azione rispetto alla principale, al posto del presente
può comparire il passato prossimo congiuntivo.
(71)
// y / bueno / las llamadas son restringidas / no tienen derecho a [/] a
ejercer una profesión / y un &tra [/] y [/] y a que sea un trabajo / remunerado / que sí / que es un derecho que sí tendrán / cuando esta persona / ya
/ haya sido / &mm / declarada culpable // [enatla02]
₪ In italiano si usa il futuro composto.
(72)
// io credo che in questo caso / noi abbiamo semplicemente fatto il dovere / o &fo [///] o spero che potremo fare / quando l’ avremo approvata / il
dovere di un’ amministrazione comunale [/][inatpd02]
5.2.4. Interazione: proposte e inviti
Si usa il presente congiuntivo nei dialoghi in cui viene affrontato
l’argomento della scelta di un posto, un tempo o un modo, visto che esso
non si presenta come conosciuto da parte del parlante.
(73) a. BEA: [<] <sí sí> // sí sí / vamos / quedamos cuando quieras // [epubdl05]
b. LUC: [<] <yo> cuando / tú puedas // o el sábado / o el domingo // me da
igual // [epubdl05]
c. // y luego / dice ya sabes que puedes venir cuando quieras // [efammn08]
d. JUE: siéntese el testigo // cuando quiera // [enatla01]
₪ In italiano, si impiega l’indicativo presente o futuro.
(74)
[/] Alicia // qui / ti do la chiave / tu vieni quando credi / [itelpv05]
5.3. Quando
Per analogia con il punto precedente (5.2.), prendiamo in considerazione e
come modello il nesso italiano quando e illustriamo il comportamento sintattico.
Felisa Bermejo Calleja
67
Riferimento al presente (attuale o abituale)
(75) a. // ecco / è eccezionale quando fa quei versi // [ifamcv12]
b. // quando faccio il pomeriggio / entro alle due ed esco alle nove //
[ifammn16]
c. // a volte / quando pensa a Marco / diventa triste // [imedrp04]
Riferimento al passato
(76) a. DID: quattro anni fa / proprio quando sono stata ricoverata qui in Santa
Lucia / ho incontrato / quello che adesso è il mio attuale marito //
[imedsc02]
b. / mi diceva che aveva paura / quasi // perché / sai / quando scendeva dall'
autobus / questi qua / qualcuno / le faceva [///] si avvicinava / a lei //
[imedrp04]
c. // e quando tornarono i suoi amici / lo trovarono li sotto le macerie
/anche lui tutto ferito / graffiato // [ifammn04]
d. // perché otto anni fa / Pechino aveva subito un torto // quando vinse /
Sidney // [imedts07]
Per quanto riguarda il riferimento al presente e al passato, non si osservano differenze nei confronti dello spagnolo.
Riferimento al futuro
(77) a. //io credo che in questo caso / noi abbiamo semplicemente fatto il dovere
/ o &fo [///] o spero che potremo fare / quando l' avremo approvata / il dovere di un' amministrazione comunale [/][inatpd02]
b. / questo sarà / &he / discorso / che / faremo / volta / a volta / &he /
quando / analizzeremo i testi [inatte02]
c. // e mi facea sempre / quando [/] quando ritorno a Montelupo ? quando
vengo a Montelupo ? te tu vieni a Montelupo / quando tu sarai consigliere
regionale // [ipubmn01]
d. // quando s' arriverà allo stop / tocca a te / girare sulla destra / [ifamdl19]
₪ In spagnolo è usato il presente congiuntivo nella subordinata.
Talvolta, in italiano e con riferimento al futuro è usato l’indicativo presente. Le occorrenze riscontrate appartengono al registro informale:
(78) a. DIM: o se no quando arrivi mi fai uno squillo / <e ti> apro la strada [/] la
porta // [itelpv09]
68
Subordinate temporali
b. // se mi dice che è rumena / lunedì mattina / quando se presenta / ci parlo
// glielo dico / gli dico / guardi /io non lo so se è stata [itelpv13]
c. IDA: ora quando vado via di qua / non so come [/] come farò // c' ho le
porte colorate / e i disegni sui muri / &he <hhh / xxx> … [itelpv16]
d. // allora la mamma si raccomandò // Cappuccetto Rosso / non &anda
[///] non &pa + &he / quando passi per il bosco / hhh non [/] non dare
confidenza / insomma / a chi trovi / perché girano dei lupi molti cattivi
// [ifammn25]
Si noti che in (78 a, d) le forme verbali al presente sono uguali sia per
l’indicativo sia per il congiuntivo.
5.3.1. Quando + presente congiuntivo
I corpora offrono anche delle occorrenze nelle quali la subordinata introdotta da quando contiene il verbo al congiuntivo presente:
(79) a. VES: [<] <probabilmente / il governo / la pensa> diversamente //
BER: beh / insomma // però + che ha fatto campagna elettorale / è indubbio // allora / se si parla di neutralità / bisogna dire / perché l' ambasciatore italiano / ha fatto una campagna elettorale / a favore di Berisha //
se si dice questo // in ogni caso / c' erano le vie diplomatiche // si poteva
dire / noi interveniamo / quando si siano determinate / delle condizioni di
evoluzione politica / che consentano / la ricostruzione di una convivenza
/ civile / che oggi / invece / sono impedite / da una presenza / <come
questa> // [imedts03]
b. [///] in una situazione in cui clinicamente / non c’è dubbio che il cento
per cento / è la risposta giusta // salvo / in qualche modesto caso /
quando ci sia un rischio emorragico particolare / e il vantaggio può essere
scarso // avanti // [inatco03]
c. ELA: [<] <sì / sì sì> // ciao / sì // dunque / poi / allora <è venuto> /
&an +
ELI: [<] <no> // no //
ELA: ah //
ELI: non s' è visto // verrà dopo cena per dormire // io +
ELA: ah //
ELI: / gliel' ho detto // &he / mah / non lo so // come si comporterà //
perché / quando verranno questi controlli / non c' è da saperlo //
ELA: comunque mamma / quando vengano questi controlli / <te / tu li
devi> far salire //
ELI: [<] <io / # questa volta> / gli [/] gli dico / guardate / volete passare
in casa ? vi faccio vedere la stanza / che occupa Antony / che sta benino /
Felisa Bermejo Calleja
69
è tornato / e / è &gua [/] è guarito / e vive / qui / tranquillamente / e mi
aiuta / tanto ... eh / farò una cosa <così> // [itelpv05]
La giustificazione dell’impiego del congiuntivo presente si trova nel valore
condizionale (79 a, b, c). Certi nessi temporali possono essere impiegati
per introdurre subordinate condizionali e in questo caso si costruiscono
con il verbo al congiuntivo. Quando può avere un uso di congiunzione
ipotetica. «Quando con il congiuntivo presente [...] ha la funzione di un periodo ipotetico della possibile verità e potrebbe essere sostituito dalla
congiunzione se» (Wandruszka 2001 II, p. 457).
5.4. Discorso indiretto. Congiuntivo passato
Se una frase presenta il seguente schema: proposizione principale con
verbo al futuro e proposizione subordinata con verbo al presente congiuntivo, e tale frase viene trasformata in discorso indiretto al passato, per
questa trasformazione si devono seguire le regole proprie del discorso
indiretto; di conseguenza il futuro semplice diventa condizionale semplice,
e il presente congiuntivo diventa imperfetto congiuntivo.
(80) a. cuando acabe esta temporada / abandonará / el club [emednw02]
b. Le dijo que cuando acabase esta temporada, abandonaría el club (D.I.).
Se la principale contiene un imperativo, questo diventa anche un imperfetto congiuntivo in discorso riferito.
(81) a. cuando se duche al final coja / el agua fría / [emedts07]
b. Le dijo que cuando se duchase, al final cogiera el agua fría (D.I.).
Gli esempi precedenti presentano due casi in cui vi è un forte contrasto tra
italiano e spagnolo.
₪ In spagnolo, nel discorso riferito, il futuro semplice diventa condizionale semplice. In italiano, diventa condizionale composto, se si vuole indicare la posteriorità rispetto al tempo del verbo introduttore (Wandruszka
2001 II, p. 456).
In spagnolo, l’imperativo diventa congiuntivo. In italiano, diventa solitamente una struttura implicita infinita introdotta dalla preposizione di.
Tuttavia, in italiano può diventare anche una struttura esplicita al congiuntivo: «Se nel discorso diretto c’è un imperativo, nell’indiretto si ha un
infinito preceduto da preposizione o un congiuntivo. La frase a controllo
70
Subordinate temporali
è più frequente della subordinata al congiuntivo». (Mortara Garavelli,
GGIC 2001 III, p. 454).
Il fatto che in spagnolo, nel discorso indiretto, il verbo dichiarativo sia al
perfetto semplice (passato remoto) fa parte dell’uso, scritto e orale, nel
registro formale e informale. Nel discorso indiretto il passato remoto spagnolo deve rispettare le regole di correlazione temporale, e quindi non può
essere abbinato con il presente o con il futuro. La corrispondenza tra il
tempo passato del verbo dichiarativo in spagnolo e in italiano deve tener
conto del fatto che il passato remoto spagnolo corrisponde, almeno nello
standard del nord, al passato prossimo italiano, rispetto al quale, però, la
correlazione tra i tempi del discorso diretto e riferito è diversa. Quindi una
prima corrispondenza degli esempi è:
(82) a. Dijo que cuando acabase esta temporada, abandonaría el club.
b. Ha detto che quando il campionato finirà, abbandonerà la squadra.
(83) a. Le dijo que cuando se duchase, al final cogiera el agua fría.
b. Le ha detto di mettere alla fine l’acqua fredda quando si farà la doccia.
(Le ha detto che quando si farà la doccia, alla fine metta l’acqua fredda).
Se consideriamo il canale scritto e il genere narrativo, ad esempio, la corrispondenza degli esempi, invece, è:
(84) a. Dijo que cuando acabase esta temporada, abandonaría el club.
b. Disse che quando il campionato sarebbe finito (fosse finito), avrebbe abbandonato il club.
(85) a. Le dijo que cuando se duchase, al final cogiera el agua fría.
b. Le disse di mettere l’acqua fredda, quando avrebbe fatto (avesse fatto) la doccia.
(Gli disse che quando avrebbe fatto la doccia mettesse l’acqua fredda.)
In italiano, si osserva la doppia possibilità dell’uso del condizionale composto o dell’imperfetto congiuntivo, ma le due forme non sono perfettamente equiparabili. Il condizionale composto fa riferimento ad un’azione
situata in un futuro di cui il parlante ha o sente la certezza. Con
l’imperfetto congiuntivo, invece, il parlante introduce nella situazione futura il fattore dell’eventualità e il modo è marca di incertezza; di fatto, con
il modo congiuntivo si potrebbe inserire nella frase l’avverbio “eventualmente”.
Felisa Bermejo Calleja
71
5.5. Cuando + congiuntivo passato
Nei corpora di registro informale si sono riscontrate (insieme a numerosi
casi con indicativo passato) occorrenze di subordinate introdotte da cuando
con verbo al congiuntivo passato.
In esse si avverte il senso di eventualità, insieme al fatto che la subordinata
situa l’azione in un punto futuro rispetto al verbo della principale, che è un
tempo del passato. È necessario far notare che il primo caso appartiene ad
un monologo che racconta l’argomento di un film, e gli altri casi appartengono a monologhi in cui il parlante ricorda il proprio passato.
(86) a. [///] lo que quería hacer el tío este era / subir [al K7]/ y cuando pasara el
primer avión y eso / pues saludarle / desde la cima // [efammn10]
b. // la harina / hhh / para el pan // me la venía a dejar a la casa // y / me
la cobraba cuando tuviera dinero / el [/] el caballero ese / porque era &mu
[/] muy buena persona // [efammn01]
c. // tempranito / cuando ya estaba amaneciendo / en un caballo / el mío era
blanco / mi caballo / con un poncho negro / con capucha grande así / y
encima / una manta de agua / para cuando lloviera // que cuando llovía /
ponías la manta de agua / y las piernas quedaban tapaditas abajo / y yo en
el caballo / rodeando vacas con los cutreros // [efammn01]
d. // en estas condiciones / usted sabe que no // si usted hubiese sido una
persona más honrada y más leal / yo le hubiese ido yendo // eh ? cuando
[/] cuando hubiese podido // [efammn08]
In tutti gli esempi è espressa l’idea di eventualità come fondamentale.
₪ Si osservano diverse dissimmetrie.
In spagnolo, in (86 a) non è possibile l’uso dell’indicativo imperfetto. La
causa è che in corrispondenza a pasara, nel discorso diretto il verbo della
subordinata temporale sarebbe un presente congiuntivo (pase). In italiano,
invece, è possibile:
(87)
...quando {passava/sarebbe passato/fosse passato} il primo aereo...
In (86 b, c) è possibile l’uso dell’indicativo imperfetto, ma rappresenta un
cambiamento del significato, perché non riflette l’idea di “eventualità”.
Il (86 b) rispecchia la struttura in stile diretto delle parole del “caballero”
venditore di farina: “se la cobraré cuando usted pueda pagarme”.
In italiano sarebbe:
(88)
...mi faceva pagare quando {avevo/avrei avuto/avessi avuto} soldi
72
Subordinate temporali
Il (86 c) mette in primo piano l’idea di eventualità.
In italiano sarebbe:
(89)
...per quando {pioveva/sarebbe piovuto/fosse piovuto} ( piovesse?? )...
In corrispondenza agli esempi (86 a, b, c), in italiano si potrebbero usare
l’indicativo imperfetto, il condizionale composto e il piuccheperfetto congiuntivo. Wandruszka (2001 III, p. 456) segnala che, se si indica la posteriorità rispetto al verbo introduttore o rispetto al momento
dell’enunciazione, nella trasposizione nel discorso indiretto, il futuro diventa condizionale composto o imperfetto. Rispetto a quest’ultimo, Bertinetto (2001 II, p. 78) è ancora più esplicito: «L’imperfetto può essere impiegato anche in funzione «prospettiva»: ossia, in funzione di futuro-nelpassato. L’imperfetto si usa allora come alternativa al condizionale composto».
Il piuccheperfetto congiuntivo espressa l’idea di eventualità.
5.6. <después de que> + congiuntivo passato
Indica posteriorità e segue la regola generale secondo il modello di cuando,
ma il nesso <después de que> può costruirsi con congiuntivo nonostante la
principale abbia il verbo al passato e abbia carattere fattuale.
Questa “anomalia” è segnalata da Pérez Saldanya (1999, pp. 3315-3316),
che ricorda che la maggior parte dei grammatici tradizionali e anche
strutturalisti attribuisce l’uso del congiuntivo all’analogia stabilita tra <después de que> e <antes de que> (che seleziona sempre il congiuntivo): «Esta
analogía podría estar avalada no sólo por la simetría ‘anterioridad/posterioridad’ que mantienen las dos locuciones sino también por el
hecho de que [...] la locución antes de que puede utilizarse en contextos
factuales». Tuttavia, la causa principale che giustifica l’uso del congiuntivo
è il carattere tematico e la scarsa rilevanza informativa del contenuto della
frase subordinata. In questo modo, «el subjuntivo sitúa el hecho de la oración subordinada en un segundo plano y remarca, por contraste, el hecho
de la oración principal, identificado con el primer plano de la narración»
(Pérez Saldanya 1999, p. 3316).
L’uso del congiuntivo passato nelle subordinate introdotte da <después de
que> è stato criticato, in quanto è ritenuto come «propio de un estilo literario afectado» (Navas Ruiz 1986, p. 96); esso è peraltro molto usato nel
linguaggio giornalistico.
Felisa Bermejo Calleja
73
Un primo fatto da sottolineare, in base ai dati forniti dai corpora di CORAL, è che effettivamente riscontriamo delle occorrenze con questo fenomeno in corpora dei “media”, ma, allo stesso tempo, si trovano diversi
casi nei corpora di registro informale: uno appartiene a una conversazione
familiare, l’altro a un monologo in cui si racconta un film.
Il fatto più rilevante è che nei corpora C-ORAL, sia di registro formale sia
di registro informale, tutte le occorrenze di subordinata introdotta da <después de que> con riferimento al passato hanno il verbo della subordinata al
congiuntivo.
(90) a. // el caso es que / no se rebajan los tipos de interés / después de que el
Fondo Monetario Internacional / y la Comisión Europea / plantearan unas
peores perspectivas económicas para este año // [emedin02]
c. FUE: después de que la tierra temblara durante casi tres minutos / en Bachau
/ no quedó / ningún hospital en pie // [emedrp06]
d. // las negociaciones / que llevaba / con Sensi / presidente del club / romano / han / fructificado / después de que / hasta el día de ayer / el técnico
italiano / tuviera encima de la mesa / una súper oferta del Fútbol / Club
Barcelona / que finalmente / ha / desechado // [emedsp05]
e. // también Fenosa sube un cuatro por ciento / y mejoran Endesa y
Hidrocantábrico / después de que se haya sabido que el grupo Ibersuizas /
donde está presente / el financiero Juan Abelló / apoya la oferta / de
RWE // [emednw05]
f. / esas declaraciones a las que tú haces referencia / de Rodríguez Zapatero
/ se producen después de que Comisiones Obreras haya dicho que no va a la
huelga general // [emedts01]
g. // una hhh hora después / de que hubiéramos quedado / llama diciendo / que
iba para allá / y + [efamcv0]
h. // y nada / la chica después de que [/] de que el otro se &mud [/] de que el
otro muriera / &arras [///] vamos / arrollado por la hhh [/] por la [//] por
el alud / y que / se lo llevara al / precipicio / pues nada / se junta con el
grupo del chaval y de [///] o sea del hermano de la chica / y del [/] y del
otro del [/] del que había perdido a su mujer en la [//] en una expedición
// [efammn10]
Dato che non si trovano casi con indicativo passato, ci si deve interrogare
sul grado di consolidamento del processo di analogia rispetto a antes de que,
e sull’efficacia comunicativa rispetto al contenuto della principale grazie al
carattere tematico della subordinata.
74
Subordinate temporali
₪ In italiano, la subordinata con <dopo che> ha il verbo sempre
all’indicativo.
5.7. <desde que> + congiuntivo passato
Un caso diverso è quello rappresentato dal nesso spagnolo <desde que>, in
quanto esso introduce subordinate temporali con verbo al congiuntivo
passato soltanto in un uso scritto, di tipo fondamentalmente letterario, ma
anche giornalistico. Di fatto, dato che i corpora C-ORAL sono orali, non
si è trovato nessun caso con queste caratteristiche; così, in un totale di
diciassette casi con <desde que>, tutti senza eccezione hanno il verbo
all’indicativo.
Per poter illustrare l’uso del congiuntivo passato abbinato al nesso temporale <desde que> nella lingua scritta, abbiamo trovato nei corpora di CREA
esempi appartenenti sia a romanzi sia a giornali:
(91)
Tras las despedidas, Carlos Rodó cogió su coche y atravesó la ciudad en
dirección a Arturo Soria. Tenía una cita con su psicoanalista, al que no
había vuelto a ver desde que abandonara su análisis, hacía siete años (Millás,
Juan José, El desorden de tu nombre, Madrid, Alfaguara, 1994, p. 116).
(92)
La selección española ha venido entrenando con asiduidad desde que llegara a
estos lares hace cinco días. No se registra ninguna novedad (El País,
15/09/1977).
₪ In italiano, la subordinata con <da quando> ha il verbo sempre
all’indicativo.
La nostra ricerca, visto che voleva essere solo illustrativa si è limitata a “desde que
llegara” (otto occorrenze) e a “desde que abandonara” (undici occorrenze). Sono
state trovate nelle opere di Alberto Vázquez Figueroa (Tuareg 1981; Caribes 1988),
di Gilberto Chávez Jr. (El batallador, 1986), di Manuel Longares (La novela del corsé,
1988), di Felipe Hernández (Naturaleza, 1989), di Damián Alou (Una modesta aportación a la historia del crimen, 1991), di Juan José Benítez (Caballo de Troya 1, 1994),
Eliseo Alberto (La eternidad por fin comienza un lunes, 1994), di Juan José Millás (El
desorden de tu nombre,1994; Dos mujeres en Praga, 2002). Anche nei giornali El País
(sección Deportes, 1977), ABC (Actualidad, 1989), El Mundo (Política, 1994;
Economía, 1995;), Diario de las Américas (Legislación, 1997).
Felisa Bermejo Calleja
75
6. Valore temporale e valore condizionale
Tra il concetto di temporalità e condizionalità esiste un rapporto molto
stretto. Storicamente, sono i nessi temporali a subire uno spostamento
semantico verso il valore condizionale (Montolío 1999, p. 3726). I nessi
che possono avere valore condizionale hanno in comune la caratteristica
di esprimere simultaneità e sono cuando, mientras e <siempre que>. Anche
l’attuale nesso, esclusivamente condizionale, <siempre y cuando> deriva da
un nesso temporale.
Con i nessi mientras e <siempre que> l’espressione del valore condizionale è
legato all’utilizzo del modo congiuntivo. Di fatto, se il verbo della subordinata è indicativo si tratta sempre di una frase temporale.
Con il congiuntivo il valore del nesso <siempre que> è condizionale; tuttavia certe frasi complesse possono ricevere un’interpretazione temporale
perché il predicato al congiuntivo può esprimere l’idea di simultaneità e
iterazione nel futuro (Siempre que me pregunte algo al respecto le explicaré lo que
hemos acordado). Per l’interpretazione condizionale è necessario la presenza
di altri elementi formali come il fatto che le proposizioni principale e subordinata appartengono a gruppi intonativi diversi, il che impedisce che
<siempre que> ripercuota nella principale (Se lo explicaré, siempre que me lo
pregunte) e non si può più interpretare in termini temporali (cfr. Montolío
1999, p. 3727).
6.1. <siempre que> temporale e condizionale
6.1.1.Temporale: <siempre que> = <ogni volta che>
(93) a. // siempre que me la pongo / me pasa algo bueno // [efamdl26]
b. PAT: y encima siempre que / llamo / hablo con Guillermo [efamcv01]
c. [/] y / Rosa siempre que llama / habla conmigo ... <hhh> // [efamcv01]
d. QUI: no // yo siempre que he ido a verle / bueno / hhh las dos veces que
he ido a verle solo / &eh / siempre / he llegado tarde / la verdad //
[efamdl21]
Tutti gli esempi con valore temporale sono stati riscontrati nei corpora di
registro informale. Il formale non ne ha fornito nessuno.
76
Subordinate temporali
Se <siempre que> ha valore temporale segue il modello di cuando. Comunque, proiettato al futuro ha un uso molto limitato; in tali casi è anche suscettibile di essere interpretato come condizionale.
6.1.2. Condizionale: <siempre que> = <sempre che>
(94) a. // siempre que superen los mil litros / se considera ya una instalación
<petrolífera> // [epubdl04]
b. <es decir> / tractor / &eh / pala excavadora / siempre que tenga capacidad
de salir a vía pública / o que &re [/] o que / circule <por un> +
[epubdl04]
c. // se están iniciando los trabajos de revisión del plan / y / no me parece /
en [/] &eh / mal / que se / elabore esta ordenanza / siempre que vaya / incluido / en los trabajos de esa revisión del plan / porque si no nos supondría / un trabajo doble / [enatpd01]
d. / cuando el empresario que ejecute la obra / aporte / una parte de los
materiales utilizados / siempre que el coste de los mismos / exceda del veinte
por ciento de la base imponible // si excede / del veinte por ciento / el
coste / de la / reparación / pues en realidad ya no es una / reparación / ya
se considera entrega de bienes // [enatbu01]
Ci sono due occorrenze del registro formale e altre due del registro informale.
Se <siempre que> ha valore condizionale, segue il comportamento dei nessi
condizionali diversi dal “si”, vale a dire seleziona sempre il modo congiuntivo per la subordinata, tanto riferito al futuro quanto al presente e al
passato.
₪ In italiano, la locuzione <sempre che> non ha valore temporale. È un
nesso condizionale.
6.2. Mientras
6.2.1. Avvenimenti fattuali
mientras (temporale) = mentre
Se le frasi complesse con subordinata temporale introdotta da mientras
fanno riferimento a tempi passati, presenti o abituali, il modo verbale della
subordinata è l’indicativo.
Felisa Bermejo Calleja
77
(95) a. OTR: no es fácil vivir en un submarino // angosto // claustrofóbico //
no hay literas para todos / y se utiliza el sistema / de cama caliente //
mientras uno está de guardia / otro duerme // un solo servicio para todos /
sin apenas espacio / para sentarse a comer // [emedrp04]
b. // el jugador del Inter / de Milán / que no sufrió heridas / explicó / que
un coche se atravesó en su camino / y tres de los cinco ocupantes / lo rodearon / le exigieron bajar / del coche / y entregar [/] entregar las llaves
del mismo / mientras / le amenazaban / con / revólveres / y / pistolas /
[emedsp01]
6.2.2. Avvenimenti non fattuali
Se la frase fa riferimento ad avvenimenti non fattuali (futuri: non compiuti), mientras può avere valore temporale oppure valore condizionale. Il
modo verbale della subordinata è il congiuntivo.
6.2.2.1. Temporale
mientras = mentre
Dato che l’evento a cui la frase fa riferimento è eventuale o virtuale, in
quanto riferito al futuro, Porto Dapena (1991, p. 182) dà rilievo
all’attitudine del parlante rispetto all’enunciato. Secondo questo studioso,
quando il parlante allude ad un tempo non specifico, non si compromette
con la verità di quanto è affermato nella subordinata (che ha il verbo al
congiuntivo). L’importanza della visione che il parlante offre della realtà è
un concetto fondamentale per l’alternanza modale anche in altre subordinate; in tal senso, anche Borrego/Asencio/Prieto (1985, p. 143) affermano
che «en ocasiones, el valor de mientras es el de un relativo», in tali casi il
congiuntivo, senza eliminare il valore temporale, aggiunge «inespecifidad
en la mención», e di conseguenza, rispetto al modo della subordinata,
mientras segue la regola delle relative: «se emplea el subjuntivo en aquellos
casos en que […] el hablante […] no puede o no desea dar a entender
explícitamente, con el uso de la construcción relativa, que lo mencionado
existe» (Borrego/Asencio/Prieto 1985, p. 115).
Tale “inespecificità” si osserva molto chiaramente nel seguente esempio
del corpus:
(96)
+ a mí no me gusta que / alguien / pues entre en mi piso / mientras yo viva
[///] [efamdl42]
78
Subordinate temporali
La parlante abita in un appartamento in affitto, che la proprietaria ha deciso di mettere in vendita; per questo motivo, in diverse occasioni ha ricevuto la visita di agenti immobiliari con clienti ai quali viene mostrato
l’appartamento. La parlante si lamenta di questo fatto, per via della perdita
di tempo che esso rappresenta e per altri motivi personali, fino ad affermare quanto riportato nell’esempio. Va detto che la subordinata potrebbe
avere il verbo all’indicativo; l’uso del congiuntivo è però giustificato
dall’inespecificità, perché, a causa della precarietà della situazione abitativa,
la parlante non sa – e di fatto nessuno può sapere – per quanto tempo vivrà in questo appartamento; quindi non si “compromette” rispetto al
contenuto della subordinata.
6.2.2.2. Condizionale
mientras = finché
Se l’azione è proiettata al futuro, in molti casi mientras ha valore condizionale. Mientras sperimenta una sovrapposizione del valore condizionale sul
valore temporale; come è naturale, esso si comporta come gli altri nessi
condizionali, vale a dire seleziona sempre il congiuntivo, anche nei tempi
passati.
Presente
(97) a. / mientras no le veamos / con la camiseta azulgrana / no nos lo creeremos //
[emedsp06]
b. / mientras Miguel / no me diga / lo contrario / no puedo ir a sacar los billetes // [efamdl32]
c. // lo que pasa que por ejemplo / si mientras le metas números [///] valores
/ pequeños / de a dólar / va a ser más o menos rápido // [epubdl15]
Passato
(98)
Mientras no se probase la fruta, todo marcharía bien (Alarcos 1994, p. 360).
Gli esempi (97 a, b) sono facilmente interpretabili come condizionali. È
interessante osservare che sia la principale sia la subordinata hanno
l’avverbio negativo no.
Nel (97 c), la presenza di si e di mientras fa pensare a un cambio nella formulazione, che passa da condizionale con si a temporal-condizionale con
mientras. Questo fatto induce a pensare che il valore è condizionale; d’altra
parte nessun elemento della frase contraddice una tale lettura.
Felisa Bermejo Calleja
79
L’equivalente italiano è finché. Questo nesso delimitativo può essere, oltre a
prospettivo, anche concomitante (Lepschy/Lepschy 2000, p. 98), vale a
dire stabilisce un rapporto di coesistenza delle azioni dei verbi della principale e della subordinata. Ed è con questo significato che equivale a mientras, perché inoltre può ricevere un’interpretazione condizionale. «Mediante finché si può anche stabilire una relazione di simultaneità tra la frase
principale e subordinata, dove questa congiunzione si avvicina all’area
semantica di mentre [...]. Non di rado tali frasi prendono una sfumatura
condizionale» (Wandruszka 2001 II, p. 456).
(99) a. //noi tra poco daremo / la parola / a loro // &he / hanno portato /
centinaia di trattori // insieme alle nostre luci / le nostre e loro luci /
hanno acceso / praticamente/ questo pezzo / di pianura padana // e non
si muoveranno / finché non avranno ottenuto una risposta / rassicurante /
sull' abbattimento / sul mancato abbattimento / delle vacche dei Greci //
[imedts06]
b. : eh / però l' era un po' cicciottella / sicché dice / finché 'un dimagrisce / 'un
la <ripigliano> // [ifamdl16] (ERA ANDATA A SCUOLA DI DANZA MA ERA
INGRASSATA TROPPO E L’HANNO MANDATA VIA)
Nel caso di <sempre che>, il suo processo di grammaticalizzazione come
nesso condizionale è consolidato. Nel caso di mientras, il processo sembra
ancora in atto; tuttavia in numerose grammatiche mientras è indicato come
nesso condizionale, e inserito insieme alle congiunzioni e locuzioni condizionali. Tra le congiunzioni condizionali mientras è segnalato da Porto
Dapena (1991, p. 221), Sánchez Montero (1996, p. 108), Lebeña/Coli
(1994, p. 18).
Ad ogni modo, nelle frasi introdotte da mientras a volte non risulta facile né
immediato discriminare tra valore temporale e condizionale. Di fatto, ci
sono casi “ambigui” interpretabili in un senso o nell’altro. Il contesto può
venire in aiuto; a volte rimangono però possibili le due interpretazioni,
come in questa occorrenza.
(100)
JOA: es una pasada // y lo malo que / para lo que lo va a usar ella ...
pero bueno / le durará muchos años // como no le va a dar caña ...
ALV: &mm / le durará mientras duren las aplicaciones que le valen // sabes ? [etelef08]
Borrego/Asencio/Prieto (1985, pp. 143-144) associano l’uso del congiuntivo nella subordinata introdotta da mientras con l’interpretazione condizionale, ma senza separarlo dal valore temporale. Da questi autori, a mientras viene attribuito un valore condizionale-temporale: «Mientras exige
80
Subordinate temporali
subjuntivo cuando encabeza oraciones que sirven para destacar que la
persistencia de la acción o situación que expresan es una condición para la
persistencia de lo dicho en la oración principal». Identica definizione è riportata nella GDLE (Montolío 1999, p. 3728). Come si può notare, la definizione intreccia i due valori. In definitiva e in sostanza, gli autori stabiliscono che, con il congiuntivo nella subordinata, l’interpretazione è condizionale.
Due esempi permettono a Borrego/Asencio/Prieto (1985, p. 144) di mostrare che la variazione del modo verbale causa una variazione nella significazione:
(101) a. No atacarán mientras estamos despiertos (simultaneidad: ‘No atacarán
durante el tiempo que permanezcamos sin dormir’).
b. No atacarán mientras estemos despiertos (condición: ‘No atacarán si no
nos quedamos dormidos’).
Tuttavia Veiga (1998) offre esempi con struttura Vp futuro – Vs congiuntivo presente che hanno valore temporale; l’autore non prende in considerazione la possibilità che vi sia un valore condizionale (vedere infra gli
esempi 102 a, b).
7. <mientras (que)>
Il nesso <mientras (que)> presenta una grande complessità di uso: il valore
temporale, condizionale e contrastivo si distribuiscono a seconda di determinate condizioni sintattiche riguardanti il modo indicativo o congiuntivo.
Per quanto attiene alla classificazione della diversità di usi e valori:
– Se la frase fa riferimento ad avvenimenti fattuali (presenti, abituali, passati),
<mientras (que)> ha valore temporale.
– Se la frase fa riferimento ad avvenimenti non fattuali (futuri), mientras può
avere valore temporale oppure valore condizionale. Nella maggior parte dei
casi, con queste condizioni sintattiche, ha valore condizionale; tuttavia ci
sono casi in cui il valore è temporale; altri, infine, possono avere le due interpretazioni.
– <mientras (que)> non segue il comportamento sintattico di quando, secondo il
quale, se il verbo principale è futuro, il verbo della subordinata è congiuntivo
presente. Di fatto, con il presente indicativo nella subordinata si presentano
due casi: il primo comprende frasi con la possibilità di alternanza indica-
Felisa Bermejo Calleja
81
tivo/congiuntivo; nel secondo l’alternanza non è possibile, ed è ammesso
solo l’indicativo presente.
– <mientras que> ha valore temporale. Con questo valore è solitamente usato in
caso di soggetto diverso per la proposizione principale e subordinata, dato
che la frase presenta azioni simultanee, di realizzazione “incompatibile” da
parte dello stesso agente. Questo uso rappresenta un grado previo alla
grammaticalizzazione che conduce a <mientras que> ad avere un valore esclusivamente avversativo.
– <mientras que> con valore esclusivamente avversativo ammette solo il modo
indicativo (tutti i tempi, compreso il futuro).
I primi due casi (A e B) sono stati già sviluppati (vedere supra 6.2.).
7.1. <mientras (que)> non segue il modello “cuando”
7.1.1. Possibilità di alternanza: {indicativo presente/congiuntivo
presente} nella subordinata abbinata a principale con verbo al
futuro
Prendendo come modelo il comportamento sintattico di quando, è stabilito
che, se la frase è proiettata al futuro (verbo al futuro o imperativo nella
principale), la subordinata temporale si costruisce con il congiuntivo. La
subordinata con mientras può invece avere il verbo all’indicativo nonostante la principale faccia riferimento a processi cronologicamente futuri.
Veiga (1998) dedica un articolo ad analizzare le subordinate temporali
introdotte da mientras con valore temporale che ammettono l’alternanza
indicativo/congiuntivo, nelle quali la differenza di significazione è strettamente temporale. L’autore non considera in nessun caso la possibilità che
gli esempi proposti abbiano valore condizionale.
Veiga (1998) fa notare che solo i nessi temporali che esprimono simultaneità (mientras, <a medida que>, según), a differenza di quelli di anteriorità o
posteriorità, possono costruire frasi grammaticali con indicativo presente
nella subordinata e futuro nella sovraordinata, contraddicendo così il modello “cuando”, che richiederebbe il congiuntivo presente.
L’uso dell’indicativo presente, secondo l’autore, non esclude la possibilità
del congiuntivo presente; non si tratta però di un’alternanza indifferente,
bensì ha luogo una differenziazione su base temporale. L’indicativo presente è un “co-futuro”: «Hace referencia a hechos cronológicamente futu-
82
Subordinate temporali
ros» (Veiga 1998, p. 549), e stabilisce una correlazione temporale a partire
del punto d’origine indicato dal verbo della principale, che è al futuro. Al
contrario, il congiuntivo presente non crea un rapporto di correlazione
temporale, e il rapporto temporale di simultaneità esistente è espresso da
mientras.
(102) a. Nos escaparemos mientras duermen (Veiga 1998, p. 549).
b. Nos escaparemos mientras duerman (Veiga 1998, p. 549).
Un dato curioso è che, nella trasformazione degli esempi al passato, Veiga
stabilisce la corrispondenza tra indicativo presente e imperfetto, e tra
congiuntivo presente e passato semplice (remoto).
Per Borrego/Asencio/Prieto (1985, p. 144), queste frasi temporali introdotte da mientras con la possibilità di alternanza indicativo/congiuntivo
sono frasi strettamente temporali che si comportano come relative. La differenza si basa sulla menzione specifica o non specifica, vale a dire sull’uso
del congiuntivo: «El periodo de acción no está identificado o no pretende
ubicarse exactamente o no puede delimitarse en extensión».
(103) a. Le robaremos mientras duerme / duerma. (Borrego/Asencio/Prieto
1985: 144).
b. Recuérdanos mientras estés / estás en Londres (Borrego/Asencio/Prieto
1985: 144).
7.1.2. Indicativo presente nella subordinata abbinata a principale con
verbo al futuro (senza possibilità di alternanza)
Senza indicarlo espressamente, diversi esempi offerti da Borrego/Asencio/ Prieto (1985, p. 144) presentano lo schema sintattico “principale con verbo al futuro-subordinata con indicativo presente”, che non
rispetta la restrizione formale rappresentate dal modello “cuando”. Questi
esempi, però, sono di natura ben diversa rispetto a quelli presentati da
Veiga e a quelli che gli stessi autori mettono in relazione con le subordinate relative. La differenza fondamentale è che, nel caso di cui ci occupiamo adesso, non esiste la possibilità di alternanza indicativo/congiuntivo, perché l’indicativo è d’obbligo.
(104)
Mientras tú haces la paella yo iré a comprar el vino (Borrego/Asencio
/Prieto 1985, p. 145).
Felisa Bermejo Calleja
83
In quanto all’uso del futuro, nell’esempio appena citato si potrebbe argomentare che l’azione di “andare a comprare il vino” forse ha inizio quando
è già in corso la preparazione della paella; questa però non è l’unica possibilità, dato che potrebbe trattarsi di una programmazione degli eventi, e
quindi nessuna delle due azioni sarebbe ancora cominciata. Ciò si vede
meglio nell’esempio seguente:
(105)
De acuerdo, entonces mañana a las nueve iré a recoger el coche mientras
tú te preparas.
Una possibile spiegazione di questo schema sintattico si può trovare
nell’idea di “incompatibilità di azioni” (vedere infra 7.2.), o in
un’imbricatura tra simultaneità temporale e contrasto, senza che si giunga
al valore avversativo fornito da <mientras que> già grammaticalizzato.
Un’altra possibile spiegazione è da collegare al fatto che, se si fosse usato il
congiuntivo presente, il valore sarebbe stato automaticamente condizionale; occupata questa casella, il congiuntivo non è possibile, e quindi non
rimane che l’indicativo presente.
Negli esempi con valore condizionale (97 a, b), le due frasi negative non
ammettono l’alternanza con l’indicativo presente, e sono frasi con un
chiarissimo valore condizionale. L’altro esempio (97 c) (mientras le metas) e
anche il (100), quello “ambiguo” (mientras duren) ammettono l’alternanza
con l’indicativo presente; con questo modo verbale le due frasi avrebbero
valore temporale. In questi due casi, quindi, non c’è un’opposizione basata
sulla menzione specifica/non specifica; l’opposizione è tra valore temporale e condizionale.
A nostro avviso, il valore condizionale compare sempre (a volte solo timidamente, più spesso con forza) quando la subordinata si costruisce con il
congiuntivo presente, senza peraltro che il valore temporale si perda
completamente.
7.2. <mientras que>
Nei corpora di registro formale tutti i casi con <mientras que> hanno valore avversativo.
Nei corpora di registro informale, si riscontrano occorrenze con valore
avversativo e anche con valore temporale.
84
Subordinate temporali
7.2.1. Temporale
Sarebbe una variante di mientras. In proposito, García Santos (1988, p. 144)
sconsiglia l’uso di <mientras que> con valore temporale, se non si aggiunge
l’idea di “incompatibilità”. Il corpus offre dati preziosi a conferma della
preferenza del nesso complesso per l’espressione del contrasto, in quanto
nei corpora di registro formale non si riscontra nessun esempio di <mientras que> con valore temporale.
<mientras que> = mentre
(106)
PAP: [<] <eh> ? ya estamos liados con los <teléfonos> ?
JES: [<] <¡anda!> / pues / para entretenernos un poco // mientras que
venías // [efamcv09]
7.2.2. Temporale + ‘incompatibilità di azioni’(valore di contrasto non
grammaticalizzato)
<mientras que> = mentre
Un caso è proprio sul limite, in quanto è difficile discernere tra valore
temporale e avversativo (il nesso potrebbe avere valore temporale e di
“incompatibilità”).
(107)
// y de doncella / tenía que planchar / tenía que + pero los niños / tenía yo que llevarlos al parque / y la [/] y la [/] la niñera / hacer lo [/] lo
mío mientras que yo me iba a llevarlos // [efammn02]
Tra i nessi che esprimono simultaneità, García Santos (1988, p. 133-137)
individua due gruppi: quelli “compatibili” e quelli “incompatibili”. Il
primo è più numeroso e cuando ne fa parte. <Mientras (que)> compare nei
due gruppi. Il gruppo di “incompatibili”, oltre a mientras, comprende mientras tanto, entre tanto que, en tanto que. «Entendemos por “compatibles” las
acciones que, además de ser simultáneas, pueden ser realizadas por una
misma persona. Son “incompatibles” aquéllas que, siendo simultáneas,
exigen la intervención de dos personas: tú una cosa y yo otra». Questa
differenziazione permette di spiegare perché la subordinata con mientras,
malgrado la frase faccia riferimento al futuro, è costruita con il verbo
all’indicativo.
L’esempio (107) proporrebbe un uso di <mientras que> con valore temporale, del tipo “azioni incompatibili”. Il concetto di “incompatibilità”
Felisa Bermejo Calleja
85
rappresenta un grado inferiore rispetto al valore avversativo espresso da
mientras que.
L’esempio seguente (108) non rientra in questo caso, anche se apparentemente lo potesse sembrare.
(108)
// ahora nos explicará por qué // mientras yo hago / sin ningún / tipo
de segunda lectura / la recomendación de este libro
“Mientras yo hago” non è simultaneo a “explicará”, ma al periodo di attesa che ciò succeda.
7.2.3. Avversativo
<mientras que> (valore avversativo ‘en cambio’) = invece, mentre
Nei corpora di registro formale tutti i casi con <mientras que> hanno valore avversativo In quelli di registro informale, si riscontrano occorrenze
con valore avversativo e anche con valore temporale.
Il valore avversativo impone la condizione sintattica dell’uso obbligatorio
dell’indicativo, senza restrizioni in quanto ai tempi, rendendo quindi possibile anche l’uso del futuro e del condizionale. Con il valore avversativo,
la temporalità è svanita; rimane la simmetria – che permette il contrasto
parallelo – derivata dall’idea di simultaneità.
(109) a. // mientras que unos confían / en que la evolución / de los precios /
mejorará en el segundo semestre del año/ otros creen / que los riesgos
/ permanecerán latentes // [emednw03]
b. // por ejemplo / mientras que la del cerdo subió en marzo / casi un
nueve por ciento / la de bovino / redujo su precio / en otro / uno y
medio por ciento // [emednw03]
c. MAR: un revestimiento artístico / pues estás haciendo algo artesanal //
ISA: sí //
MAR: yo creo que la diferencia va más bien por ahí // mientras que se supone / que el arte / no es algo funcional // [epubdl17]
Con valore avversativo, il futuro può comparire non solo nella principale,
ma anche nella subordinata.
(110)
// las temperaturas serán / más bajas también / en las dos comunidades
/ y los vientos / del este / o del nordeste / en Castilla y León / mode-
86
Subordinate temporali
rados localmente / mientras que en La Rioja / seguirán soplando de componente norte moderados / con cierzo // [emedmt03]
8. Mentre
Mentre non si abbina alla congiunzione che. Mentre introduce subordinate
temporali, ma non condizionali. Introduce frasi con valore contrastivo, e
in questo caso talvolta compare insieme invece.
Valore temporale
(111) a. // niente / niente // ma un mattino / prestissimo / mentre sta facendo
la guardia / sente un rumore // scrhhac // [ifammn20]
b. / gl' hanno portato via i' giubbotto / mentre beveva una birra // con
tutto // telefonino / documenti ... [ifamdl10]
c. VFB: sembrano inoffensive le meduse / mentre si muovono lentamente
in una vasca dell' acquario di Genova [imedsc03]
Valore avversativo
(112) a. [///] sulla sinistra scusami / hai tutte le zone per l' esposizione / mentre
sulla destra / hai tutti i servizi / a cui puoi accedere // [ifamcv16]
b. // qualcuno ha detto che Parigi / non ha bisogno dei giochi olimpici /
per diventare grande // <|mentre|> i cinque cerchi potranno far bene a
Pechino // e Pechino potrà far bene alle olimpiadi [imedts07]
+ “invece”
(113) a. // che è la posizione / diciamo / più corretta / che vuol dire che / ai
pesci / le farine di pesce / ovviamente / gliele puoi dare / perché i pesci
/ mangiano / altri pesci // <mentre invece> / non puoi dargli / ovviamente / altre cose // [imedts06]
b. // allora son diminuiti // di queste vaccine / 'un ce n' è rimaste quasi
punte // mentre noi invece s' avea tutte bestie selezionate // [ifamcv11]
Il traducente di mentre temporale è mientras. Il traducente di mentre avversativo è <mientras que>.
Il traducente di mientras temporale e di <mientras que> avversativo è mentre.
Il traducente di mientras condizionale è finché.
Felisa Bermejo Calleja
87
9. Finché
Finché è una congiunzione che indica «la contemporaneità della fine
dell’azione della principale con l’azione della subordinata» (Giusti 2001 II,
p. 724). Tra le frasi introdotte da finché, questa grammatica distingue le avverbiali di frase e le avverbiali circostanziali. Queste ultime possono essere
«coestensive con l’evento della principale e non coestensive, a seconda che
abbiano la negazione espletiva o meno» (Giusti 2001 II, p. 724).
Nelle avverbiali di frase la qualità dell’azione del verbo è non durativa, ma
quella della principale è durativa.
Nelle avverbiali circostanziali, la qualità dell’azione del verbo è durativa.
Nella principale è anche durativa, quando l’interpretazione è coestensiva (il
tempo della subordinata è lo stesso della principale). La subordinata dovrà
essere affermativa, perché «la negazione espletiva nega la coestensività»
(Giusti 2001 II: 724).
finché
avverb.di frase
avverb.circostanziale
azione verbale
subordinata
non durativa
coestensiva
durativa
non coestensiva
negazione
espletiva
--x
equivalenza
in spagnolo
hasta que
mientras
<hasta que> / mientras
Nelle avverbiali di frase introdotte da finché, non può comparire la negazione espletiva (Rigamonti 2001 II, p. 292). L’equivalente in spagnolo è
<hasta que>.
Nelle avverbiali circostanziali coestensive (parafrasabili con <per tutto il
tempo che>) non può nemmeno comparire la negazione espletiva.
L’equivalente in spagnolo è mientras.
Nelle avverbiali circostanziali non coestensive (parafrasabili con <fino al
momento in cui>) la negazione espletiva è obbligatoria se il verbo è
all’indicativo. È, invece, facoltativa, se il verbo è al modo congiuntivo.
L’equivalenza in spagnolo non è biunivoca: i corrispondenti sono <hasta
que> oppure mientras.
Lepschy/Lepschy (2000, pp. 97-98) offrono una descrizione della
congiunzione finché e distinguono quattro usi diversi, dai quali ci interessano i due primi:
– prospettivo (‘fino al momento in cui’): aspetta qui finché ti chiamano;
– concomitante (‘mentre’, ‘durante il periodo in cui’): finché c’è vita c’è speranza.
88
Subordinate temporali
Se la subordinata è una proposizione affermativa la distinzione tra prospettivo o concomitante (coestensiva) è chiara.
I seguenti esempi sono avverbiali coestensive:
(114)
NIC: dal momento che / non avendo xxx la carta / finché la carta è dentro / puoi far tutto quello che vuoi // allora // [ifamdl17] (CAMERA
OSCURA)
L’equivalente in spagnolo è mientras.
(115)
// lo que pasa que por ejemplo / si mientras le metas números [///]
valores / pequeños / de a dólar / va a ser más o menos rápido //
[epubdl15] (LAVORANDO AL COMPUTER)
Se ha la negazione espletiva, la subordinata non è coestensiva (sarebbe
quindi prospettiva secondo Lepschy/Lepschy 2000). Si veda il seguente
esempio:
(116)
// noi tra poco daremo / la parola / a loro // &he / hanno portato /
centinaia di trattori // insieme alle nostre luci / le nostre e loro luci /
hanno acceso / praticamente/ questo pezzo / di pianura padana // e
non si muoveranno / finché non avranno ottenuto una risposta / rassicurante / sull' abbattimento / sul mancato abbattimento / delle vacche dei
Greci // [imedts06]
(LA GENTE VUOLE IMPEDIRE IL PROBABILE -QUASI CERTO- ABBATTIMENTO DELLE VACCHE DEI GRECI: PIÙ DI CENTOTTANTA
VACCHE DOVREBBERO ESSERE ABBATTUTE NEI GIORNI SUCCESSIVI)
Con la subordinata negativa, il fenomeno è curioso perché da un lato il
valore della avverbiale è di non coesistenza (cioè prospettivo) e la negazione non nega il predicato; ma, da un altro lato, la negazione espletiva riporta l’attenzione sul periodo che trascorre fino a quando si produce o
produrrà l’azione verbale nel punto finale di tale periodo. Questo doppio
riferimento spiega il fatto che in spagnolo tali frasi avverbiale possano essere introdotte sia da mientras sia da <hasta que>. Con mientras, la negazione
non è espletiva, bensì effettiva. Con <hasta que>, la negazione sì è espletiva.
Effettivamente, in spagnolo l’equivalente potrebbe essere mientras e potrebbe essere hasta que. Si confronti l’esempio precedente con:
(117) a. // y este parón / repito que viene dado / porque como el alcalde / y el
Partido Popular han dicho / que no van a adoptar una decisión / sobre
este asunto / hasta que no tengan los presupuestos / y visto / como está el
Felisa Bermejo Calleja
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patio político en este momento / mucho nos tememos / que eso / no
se vaya / a solucionar / en un breve plazo de tiempo // [enatps02]
b. / mientras Miguel / no me diga / lo contrario / no puedo ir a sacar los
billetes // [efamdl32]
Con mientras, la negazione è effettiva, vale a dire non è espletiva. Invece,
con <hasta que>, la negazione, come in italiano, è espletiva. L’equivalenza
con mientras è possibile quando questo nesso introduce la subordinata con
congiuntivo presente e acquisisce valore condizionale. Con <hasta que>, il
congiuntivo presente è usato seguendo il comportamento del modello
“cuando” in riferimento al futuro.
Nei corpora di lingua spagnola, la maggior parte degli esempi con <hasta
que> ha la subordinata affermativa. Tuttavia, ci sono esempi con negazione espletiva in correlazione a una principale negativa:
(118) a. // con lo cual / no son / &mm / culpables / hasta que no se demuestre lo
contrario // [enatla02]
b. // y este parón / repito que viene dado / porque como el alcalde / y el
Partido Popular han dicho / que no van a adoptar una decisión / sobre
este asunto / hasta que no tengan los presupuestos / y visto / como está el
patio político en este momento / mucho nos tememos / que eso / no
se vaya / a solucionar / en un breve plazo de tiempo // [enatps02]
c. // es imposible está fuera de cálculo // hasta que no consigamos que en el
centro de computación nos pongan / una cola scratch / más larga / y
con más gigas de disco // pero están en ello // [enatte02]
d. EVO: <se escondieron / no> ?
EVA: [<] <yo creo que se> escondieron / detrás de un matorral / o
algo y dijo +
EVO: de aquí no nos movemos // no jodas //
EVA: hasta que no pasen //
e. MIG: están con las calles // hasta que no hagan las calles no empiezan /
toda la mandanga // [efamdl38]
f. // la cuestión de la máscara + &eh / hay una generación zapatista /
muy clara / que hasta que no nos pusimos el pasamontañas / nadie nos veía
// [emedrp03]
Per quanto riguarda il nesso mientras quando ha valore condizionale (equivale a finché) nella maggior parte degli esempi le frasi sono negative. Con la
90
Subordinate temporali
negazione, il valore condizionale di mientras è più forte rispetto al temporale.
(119) a. /mientras no le veamos / con la camiseta azulgrana / no nos lo creeremos
// [emedsp06]
b. / mientras Miguel / no me diga / lo contrario / no puedo ir a sacar los
billetes // [efamdl32]
Wandruszka (2001 II, p. 456) segnala che finché può stabilire un rapporto
di simultaneità e avvicina il suo significato a quello di mentre; e aggiunge
che nella maggioranza di questi casi, le frasi «prendono una sfumatura
condizionale». In Lepschy/Lepschy (2000, p. 98) si trova un accenno al
valore condizionale della subordinata introdotta da finché, ma gli autori
collegano tale valore all’uso del congiuntivo: «Col finché concomitante si
usa l’indicativo (o il congiuntivo per esprimere potenzialità, indipendentemente dal finché: finché ci sia vita, c’è speranza)». Vi sono due dati di cui
tenere conto: la “potenzialità” è espressa mediante il congiuntivo e mediante il finché, il quale esprime simultaneità e non prospettività, proprio
come mientras.
(120) a. NIC: dal momento che / non avendo xxx la carta / finché la carta è dentro / puoi far tutto quello che vuoi // allora // [ifamdl17] (CAMERA
OSCURA)
b. GIA: eh / però l' era un po' cicciottella / sicché dice / finché 'un dimagrisce / 'un la <ripigliano> // [ifamdl16] (ERA ANDATA A SCUOLA DI
DANZA MA ERA INGRASSATA TROPPO E L’HANNO MANDATA VIA)
Nei corpora di lingua italiana si riscontrano degli esempi di finché che introduce un’avverbiale non coestensiva, per il quale, sebbene si potesse
usare mientras no, l’equivalente usato sarebbe hasta que:
(121)
DIM: [<] <prendi> quella che èe / perpendicolare / <o> +
MAR: [<]<ho capito> //
DIM: e vai sempre dritto / finchè non arrivi a una rotonda // itelpv09
MAR: mh mh //
DIM: allora xxx tu vedi anche la chiesa davanti // c’è scritto misericordia Ponte di Mezzo //
MAR: sì //
DIM: allora insomma giri a destra // <e vai sempre> dritto //
MAR: mh mh // sì //
DIM: finchè non vedi Banca Toscana / così via // <lì> / giri a sinistra / e
vai sempre dritto // [itelpv09]
Felisa Bermejo Calleja
91
Si può confrontare con il seguente esempio in lingua spagnola:
(122)
ALB: &mm / llegas a Cuba / y después echas a nadar // hasta que llegues
a Miami // coges una [/] una barca de esas // cómo se llama ? una
partera // VIC: no sé // una patera / <hhh> // [efamdl14]
10. Altri casi
10.1. <ahora que>
<Ahora que> con valore causale. Al valore temporale si sovrappone il valore causale. Seleziona sempre l’indicativo.
(123)
LOC: que ahora que Javier tiene dinero / vamos a aprovechar para gastárnoslo [enatte02]
Anche in italiano i nessi temporali <adesso che> e <ora che> hanno valore
causale. «Valore causale (o meglio: temporale-causale) hanno anche i sintagmi costituiti da un avverbio di tempo (in particolare adesso e ora) e da
che» (Serianni 1988, p. 488).
(124) a. bene, adesso che lo so, avverto i miei parenti (Serianni 1988, p. 488).
b. lui […] preferisce, ora che ha tempo, fare la spesa di persona (Serianni
1988, p. 488).
10.2. Apenas e appena
Apenas è un nesso temporale poco usato in spagnolo, tant’è che nei corpora analizzati non si trova nessuna occorrenza con questo nesso: nessuna
occorrenza in assoluto nei corpora di registro informale, e nessuna come
nesso temporale nei corpora di registro formale.
(125)
Apenas había empezado a hablar, cuando, de pronto, se oyó un grito en
la sala (Santos Río 2003, p. 197).
In italiano, invece, siccome il nesso temporale appena è molto usato,
l’equivalenza con lo spagnolo conviene farla con <en cuanto>.
(126)
SIL: torno / appena nasce l' altro mio nipotino // dovrebbe nascere / fra
un paio di settimane // [ifamcv12]
92
(127)
Subordinate temporali
/ pondrá en libertad a la tripulación estadounidense / en cuanto se cumplan / las formalidades necesarias // [emednw02]
D’altro canto, appena corrisponde alla perifrasi spagnola <acabar de> + infinito.
(128) a. // # Rosario y Che / se enamoraron y se casaron en el hospital //
Rosario acababa de llegar de La Habana / y cuenta / que ingresó engañada
por su suegra // [emedrp02]
b. / che Vincenzo stava in camera sua / Carla in bagno / &la [/] Laura /
era appena uscita / noi dormivamo ... e poi / la cosa brutta / è che è annata pure de là // non è che s’è fermata / sulla soglia è entrata in camera
mia / che / è la prima camera che trova [itelpv13]
10.3. <después de>
Nella struttura implicita con infinitivo, <después de> seleziona solitamente
l’infinito semplice.
(129) a. // Che había sido un niño de las monjas / que le recogieron después de
quedarse huérfano // [emedrp02]
b. // el problema del tabaco / yo / después de estudiar este tema con mucha
/ detenimiento / por lo menos a nivel social / [emedts09]
I casi (di uso poco frequente) dell’infinito composto rispondono al bisogno di mettere in rilievo il rapporto di anteriorità dell’azione.
(130) a. // si usted es de los que fuma habitualmente cuando conduce / debe
saber lo que los médicos nos dicen al respecto / no es desde luego tan
malo / conducir fumando / como hacerlo después de haber bebido / pero
es peligroso / [emednw01]
b. [/] los glóbulos blancos y tal / son un tipo de células que están circulando y las podemos sacar del cuerpo / cambiarlas / y volverlas a introducir // después de haberlas modificado // [emedsc02]
₪ In italiano, l’equivalente dopo seleziona sempre l’infinito composto
(Giusti 2001 II, p. 726).
(131) a. Che era stato un bambino cresciuto dalle suore, che l’avevano raccolto
dopo essere rimasto orfano (traduzione di 106a).
b. il problema del fumo, io, dopo aver studiato questo argomento con molta
attenzione per lo meno a livello sociale... (traduzione di 106b).
Felisa Bermejo Calleja
93
11. Interrogative indirette
Non si deve confondere l’interrogativo cuándo con l’avverbio cuando.
L’interrogativo cuándo introduce una subordinata sostantiva interrogativa
indiretta. L’avverbio cuando è nesso introduttore di una subordinata temporale.
Interrogativo:
(132) a. INM: muy bien // y cuánto [/] cuánto tiempo llevan estos muchachos
en el centro más o menos ? &eh / la mayoría de ellos / empezaron el
curso / o sea todo el curso académico / llevan desde septiembre o / no
sé muy bien cuándo [/] cuándo <empezaste el curso> // [enatpe02]
b. FUE: otra de las ventajas / que la tecnología / ofrecerá al consumidor
en el futuro / son / los envases inteligentes // indicarán / cuándo / el
producto / está en mal estado / porque estarán hechos con un plástico
/ capaz / de detectar / la fermentación / la presencia de hongos / o
bacterias / etcétera // [emedsc04]
Nesso di subordinata temporale:
(133)
CAR: entonces / cómo le explico / toda esa historia / pues / &mm /
cuando todas las exenciones [/] excepciones / y todas las historias /
ocurren en estos [/] en estos casos raros // y le he dicho que haga el favor de llamarme / cuando tenga un <caso raro> / [enatbu01]
Nei corpora di lingua italiana si trovano alcune occorrenze con quando interrogativo:
(134) a. // e non si sa ancora bene quando verrà fatta / vero // e allora si è pensato di fare comunque una festicciola [ipubcv03]
b. MAX: allora / non c' hanno detto / né quando incominciano / né l' orario // [itelpv08]
12. Riepilogo
Il comportamento di quando rispetto alla selezione dell’indicativo o congiuntivo funge da modello per gli altri nessi, che si comportano in maniera
identica. Tuttavia, non mancano le eccezioni, e così si discostano dal
modello: <antes de que> poiché seleziona sempre il congiuntivo; <después de
que> realizza invece una doppia scelta che è sempre corretta, cioè segue la
traccia di quando o di <antes de que>.
94
Subordinate temporali
In più si discostano da quando tutti quei nessi che possono introdurre subordinate implicite; alcuni come tras o al presentano soltanto questa
opzione. Una tendenza di uso della lingua concerne la preferenza in spagnolo dell’infinito semplice rispetto al composto; l’italiano, invece, usa il
composto.
È da notare che nei corpora C-ORAL, con la principale al passato después
de que introduce subordinate con congiuntivo passato in tutte le occorrenze.5
In italiano ci sono alcuni casi con quando + congiuntivo presente, che sarebbero da interpretare con valore condizionale.
5
Nei corpora C-ORAL non c’è nessun caso con <después que> (ritenuta variante
di <después de que>) come nesso temporale. Non abbiamo presso in considerazione i nessi <mientras tanto> e <en tanto> perché non sono nessi subordinanti.
Capitolo 4
SUBORDINATE MODALI
1. Introduzione
La subordinata modale indica la maniera. È una subordinata avverbiale
che svolge la funzione di complemento circostanziale di modo della principale, e può essere parafrasata con un avverbio.
La maggior parte delle grammatiche consultate, tra cui la GDLE e la
GGIC, non presentano la modale come un tipo di subordinata. In queste
grammatiche, il nesso como in spagnolo e il nesso come in italiano fanno
parte dei relativi. In italiano, come è esclusivamente un relativo indipendente (Cinque 2001 I, p. 508), e quindi introduce sempre relative libere. In
spagnolo como può avere l’antecedente, ma è molto più frequente usarlo
introducendo relative libere. Le relative libere sono formalmente identiche
alle subordinate modali. Nel presente capitolo si mettono in rilievo alcune
dissimmetrie osservate tra l’italiano e lo spagnolo rispetto alla selezione del
modo verbale.
2. Nessi modali
2.1. In spagnolo
como, según, conforme.
Como può essere seguito da si: <como si>, che Alarcos (1994, p. 363) ritiene
sia modale. <Como si> seleziona esclusivamente il congiuntivo, limitandosi
in genere all’imperfetto o trapassato. Nel presente studio è stato inserito
tra i nessi condizionali (vedere infra cap. 9).
96
Subordinate modali
2.2. In italiano
come, <secondo che>, <nel modo che>, ecc. (Dardano e Trifone 1983, p. 324).
Anche questi autori includono nell’elenco dei nessi modali la locuzione
<come se>; anch’esso, come abbiamo appena indicato per il corrispettivo
spagnolo, viene analizzato qui tra i nessi condizionali.
2.3. Tabella dei nessi modali
spagnolo
como
según
conforme
gerundio
italiano
come
secondo che
nel modo che
gerundio
3. Modo verbale nella subordinata modale
In spagnolo, i nessi modali ammettono l’alternanza indicativo/congiuntivo. Si usa il congiuntivo quando il contenuto della subordinata fa riferimento a un evento prospettivo, ovvero presenta un evento
ancora non compiuto. Il congiuntivo si usa anche quando il parlante non
intende compromettersi con quanto afferma nella subordinata.
In italiano, i nessi modali selezionano l’indicativo.
₪ In spagnolo i nessi modali ammettono l’alternanza indicativo/congiuntivo, mentre in italiano tali nessi si costruiscono sempre con
il verbo all’indicativo.
3.1. Indicativo
3.1.1. In spagnolo
L’azione espressa nella subordinata si è verificata.
(135) a. TRI: es muy fuerte // pero bueno // bueno / entonces te ha gustado
como va quedando / más o menos ? [efamdl09]
Felisa Bermejo Calleja
97
b. // pero / el Fútbol Club Barcelona / se ha quedado / sin Fabio / Capello // según acaba de / confirmar / el portal / libre directo / punto / com /
[emedsp05]
c. // Fabio Capello / ha llegado / a un acuerdo / con su actual club / la
Roma / y ha renovado / por dos años más / compromiso / que hará
oficial / este sábado / según / ha podido saber / libre directo punto com //
[emedsp05]
d. PAZ: claro // pero bueno // yo no sé quién ganará la liga / este año/
<tía>//
PIE: [<] <bueno> pues el Madrid / Mari //
PAZ: pero / <&hombr> +
PIE: [<] <conforme> va el Madrid / <de adelantado> ...
PAZ: [<] <no ¡hombre! // si> hoy gana el Madrid / tía / es muy <probable> //
PIE: [<] <y si> no gana / también / si le lleva nueve puntos al Barça //
L’esempio (135c) permette di illustrare l’uso dell’indicativo nella subordinata abbinato al verbo futuro nella principale. Infatti, conviene
ricordare che sebbene la principale possa avere il verbo al futuro o al
imperativo, oppure contenere un verbo che esprime volere o intenzione,
se l’azione espressa dal verbo della subordinata si è già realizzata, il verbo
della subordinata è all’indicativo: Lo hará como le han indicado. Hazlo como te
han indicado.
Il contenuto della subordinata è conosciuto dal parlante o ritenuto tale.
(136) a. [/] otro tipos de alicientes / en el que piensas / que / hhh / en la vida /
la vida es convivencia / y en la convivencia siempre hay que ceder / y /
nunca las cosas salen / como nosotros queremos / sino que tenemos unas
[/] hay unos parámetros / &eh / que nosotros desearíamos / pero la
vida nos va ofreciendo otros / y la convivencia es el arte de saber ceder
/ no ? por parte de todos // [epubmn02]
b. // el novio era del pueblo // el Consorte // era un / chico que vivía ahí
en la calle Tentudía antes // según se va [/] según se va a la tienda esta
que han puesto Día / la primera bocacalle // [efammn08]
c. // respecto a la sentencia / en [/] en España actualmente / pues / según
/ establece nuestro código penal / &eh / como máximo / la / &eh / &eh
[/] la prisión / máxima / será durante veinte años // [enatla02]
È molto frequente ripetere nella subordinata il verbo della principale.
(137) a. JES: / y / bueno / lo que pasa que luego a ver &don [///] tiene que
continuar / aquella estación // para algún sitio // no va a coger el AVE
98
Subordinate modali
/ y va a hacerlo como lo hace el tren de ahora // que es / una estación terminal / en la que el / tren llega / y luego se da la vuelta // [efamcv13]
b. PAN: el caballero / la amaba / como / se ama la dulzura del vino / pero la
/ dama le pagaba / con la amargura del rechazo / con la amargura / que
tenía / un sabor / a pez // [emedts06]
c. CAR: / que eso ya pasa digamos por aduana // como [/] y funciona como
funcionaba antes todo / que tenía que pasar por la aduana // [enatbu01]
d. HOM: imagínate que tú estás / oyendo voces que te hablan / y por mucho que alguien te diga que esas voces no existen / tú / las estás oyendo /
como me estás oyendo a mí ahora // [emedrp02]
La subordinata modale può essere anche un inciso; in questo caso essa
esprime un senso di conferma o dimostrazione.
(138) a. // los catorce vocales de la junta / central / tienen de plazo hasta mañana / para tomar una decisión // pero / como ha declarado su presidente / el magistrado Enrique Cancer / si no hay / inconvenientes tremendos / el tema / puede quedar zanjado / esta / misma noche //
[emednw06_1]
b. / es decir / por una parte / actúa / como nexo / subordinante / y por
otra parte / como hemos dicho anteriormente / realiza una función sintáctica / dentro de la proposición subordinada // [epubmn01]
c. MUJ: hola // buenos días a todos // hoy es / jueves // tenemos / como
podéis ver / un / sol esplendoroso / un cielo <limpísimo> ...
[emedrp02]
3.1.2. In italiano
Si usa sempre l’indicativo
(139) a. / ed ha assegnato / appunto / degli orti // ne sono stati ricavati
quarantatré // che poi ognuno / a suo piacere / ha recintato come ha voluto // [ifammn24]
b. MAR: qui hai la possibilità di / pagare come consumi // cioè / nel caso tuo
/ ti fo un esempio / lo consumi in tre anni / lo paghi in tre anni / lo
consumi in due anni / in due anni / lo voi pagare prima / lo paghi
prima // [ifamcv05]
c. MAA: perché + allora / quest’ anno / come l’ anno scorso / c’ ho [///]
c’ abbiamo / la possibilità / della non scelta / come è stato fatto a mag-
Felisa Bermejo Calleja
99
gio / dei libri ministeriali // la non scelta / ci permette però / volendo
/ di sceglierne uno / mezzo / come ci pare a noi // [ipubcv02]
d. Subito dietro [...] erano le zie, che stavano sedute o in piedi a seconda che
esigeva la Messa (Serianni 1988, p. 517).
e. Comportati nel modo che ritieni più opportuno (Dardano/Trifone 1983, p.
325).
Ripetizione del verbo
(140) a. GIU: sì // &me [/] mentre + e poi / &he / e cominciò a camminare //
gli pesava // come tu pesi // poi / &he / <più in là / dice> + [ifamcv20]
b. // &he / da Bartali Coppi / a molti altri // sicuramente / nella classe
regina / non c' era mai stato / così una [/] un dualismo così forte //
perché / non mi ricordo / no // ai tempi di Uncini / forse Lucchinelli
// però non dominavano come dominiamo noi oggi // [imedsp01]
c. AGO: no // assolutamente // le nostre mucche / noi le amiamo / come
fossero [/] come ogni cittadino ama / i propri animali / di casa //
[imedts06]
Incisi
(141) a. ROS: allora / come diceva il professore / il paziente / è un signore di sessantacinque anni / ex fumatore / fumava / con la regola attuale / trenta
pacchetti annui / ha smesso nel novantatré // [inatco03]
b. // che facevano parte delle redazioni economiche dei quattro quotidiani
più importanti // come ho già anticipato / queste [/] questi danari / sono
stati fatti pervenire / nelle persone del dottor Turani / per una cifra all'
incirca di cinquecento milioni / [inatla03]
c. // e non si possono poi attendere / altri diciotto mesi // o ancora rimanere / con le scarpe bucate / come vedrete questa sera // no // tutto ciò
non può accadere // [imedts02]
3.2. Congiuntivo
In spagnolo, se il parlante non può o non vuole compromettersi con ciò
che ha affermato, si usa solitamente il congiuntivo. Se l’azione espressa
nella subordinata non si è ancora verificata, si usa il congiuntivo. In questo
caso, il verbo della principale è un verbo (intensionale) che esprime desiderio o intenzione, cioè proietta l’azione del verbo della subordinata verso
l’avvenire: Tiene intención de hacerlo como le indiques. Con il verbo della princi-
100
Subordinate modali
pale al futuro o all’imperativo, si usa il congiuntivo se l’azione espressa dal
verbo della subordinata non si è ancora realizzata: Lo hará como le indiquen.
Hazlo como te indiquen.
(142) a. BEA: [<] <no no> / pero vamos / que a mí no me importa quedar antes / incluso si quieres yo / prefiero casi quedar en mi casa / para que tú
veas lo que hay / y si te quieres llevar más cosas / te lleves lo que quieras // con toda la ... me entiendes ?
LUC: vale // vale //
BEA: que no hay ningún ...
LUC: pues eso // como tú quieras //
BEA: vamos <que> +
LUC: [<] <yo> cuando / tú puedas // o el sábado / o el domingo //
me da igual //
BEA: pues el domingo // casi // te digo porque el sábado me da la impresión de que me va a tocar ir a [/] ir a trabajar // no lo sé // mejor /
me dejas el teléfono // [epubdl05]
b. BLA: / sí / que puedo ... cómo hacemos / entonces ?
YOL: como tú quieras // como a ti te venga bien //
BLA: hhh // quedamos en / la escuela ? o ...
%act: (1) doubt
YOL: o / si quieres / te viene mejor en Moncloa ?
BLA: vale // mejor // [etelef07]
c. ALI: pues ahí veo a ver qué hago // si [/] si este [/] si hago eso / o
hago otra cosa / también que sea fácil de cargar / hhh ?
%act: (24) interrogation
SER: como veas // como veas //
ALI: sí / sí // no te preocupes // bueno // pues entonces alrededor de
las tres allí nos vemos mañana //[etelef11]
Si confrontino i precedenti esempi spagnoli, che hanno il verbo al congiuntivo, con i seguenti in italiano, che hanno il verbo all’indicativo, tenendo presente che si tratta di enunciati appartenenti alle stesse situazioni
comunicative:
(143) a. ALE: io stasera / avrei voglia di andare a fare una <girata> //
FER: [<] <si va> in bicicletta //
ALE: no //
FER: con la bicicletta / piano piano //
ALE: no //
FER: piano piano / è tutta pianura di qui // si va verso / ponte Buriano
/ dai //
ALE: non ho tanta voglia //
Felisa Bermejo Calleja
101
FER: è bellissimo / con una giornata così / ci si attrezza / con gli occhiali ... zazazazaza // eh ?
ALE: no //
FER: come vuoi / io ci vo // [ifamcv15]
b. LAU: [<] <no ma loro non vogliono> + <no / ascolta> / loro non vogliono che venga / protetto dai rumori // perché / quello / è un problema secondario // tu puoi creare dei vetri / che siano [/] che insonorizzino //
ANG: mh //
LAU: quindi / anche la parte [/] la parte museale / anche se è in vetro /
cioè / puoi tu / insonorizzarla come vuoi // Angelo // [ifamcv16]
c. SIM: fuori Firenze //
MAR: mh mh // e se / mi portassi / un asciugamanino ?
SIM: eh // oh / mh //
MAR: mh / non <ti va> //
SIM: [<] <&ci> [///] sì //
MAR: eh ?
SIM: sì / mi va //
MAR: eh ?
SIM: mi va // a bestia //
MAR: eh ? dai / intanto ci si porta / poi <si &gu> +
SIM: [<] <si può> [/] si può anda' anche in là //
MAR: si guarda / si decide / come ci va di fare / insomma // [itelpv10]
Si osservino anche le seguenti due occorrenze, che mettono in parallelo le
due lingue mediante espressioni simili. In spagnolo si usa il congiuntivo,
seguendo il criterio del non impegno o presa di distanza da parte del parlante rispetto a quanto affermato nella subordinata. In italiano, invece,
nell’analoga espressione si usa il verbo all’indicativo.
(144) a. DRA: había / planteado yo / de una manera un poco brusca / poco antes de que llegara la publicidad / &eh / el tema que en definitiva pone
en marcha / o [/] o [/] o paraliza este programa / existió / o no / existió / Jesús de Nazaret / Jesús de Galilea / como queramos llamarlo / el
embajador / Puente / Ojea estaba en el uso de la palabra // [emedts03]
b. // cioè / determinate cose / &he possono creare confusioni anche /
perché / tu / ti trovi ad interloquire con una persona che non è completamente padrona / non ti dico dei concetti / perché / spesso sono
anche nuovi / per alcuni / però proprio di [/] di [/] di forme / &he /
sintattiche / verbali / come vuoi chiamarle / che possono anche / &he /
contribuire ancora di più a una certa confusione // [ipubcv01]
102
Subordinate modali
I corpora italiani di C-ORAL, tuttavia, forniscono occorrenze in cui come
introduce una frase al congiuntivo passato. Si tratta, in realtà, dell’elisione
della congiunzione se; il nesso ricostituito sarebbe <come se>.
(145) a. SIL: mentre con le ragazze comunque / comincia un po' a + dice le frasi
fatte // parla per frasi fatte // come tipo / chi lascia la strada nuova
[///] <la strada vecchia / per quella nuova / sa quel che lascia / non
sa> quel che trova // insomma / come fosse la frase / di un personaggio
famoso // invece + vabbè comunque // [ifamcv12]
b. EST: allora / ci sono tante persone che a farli col Silkepil gli s' incarniscono tutti / gli rimangano tutti completamente sottopelle //
CLA: invece vedi / <a me no / fortunatamente> //
EST: [<] <invece te hai la fortuna> / di avere dei peli che / perfetti /
guarda / &sple // come tu li facessi con la cera / uguale //
CLA: eh //
EST: proprio una chicca / sì // [ifamdl15]
c. GRA: solo tra le braccia della madre / Maren / si è sentita finalmente
tranquilla // le due donne sono tornate a casa / dove Maren / ha riscoperto tutte le sue cose / come le vedesse per la prima volta // [imedrp04]
₪ In spagnolo non è possibile elidere si dal nesso <como si>.
3.3. Gerundio
3.3.1. In spagnolo
(146) a. // los niños aprenden / lenguas muy pronto / aprendió el francés / y al
cabo de dos años / el francés era / su lengua principal / regresó / a Budapest / y entonces / hablaba / el húngaro / pero lo hablaba / muy mal
// mezclando francés / [enatco03]
b. / organicé / el resto de la excursión / a mi aire / pasando por / el ferry /
del estrecho / desde Algeciras a Tánger // [efammn09]
c. BEA: vamos / sí que / te lo pasas muy bien / ahí / haciendo pruebecitas / y tal // está bien // cuéntame tú / mujer // <qué> +
VIT: [<] <pues yo> / nada // yo he &es + he / pasado una Semana
Santa muy agradable // trabajando todos los días // <y> + [efamdl35]
Felisa Bermejo Calleja
103
3.3.2. In italiano
(147) a. MAX: cerchiamo di pensare soprattutto alla sicurezza // eh ? va bene ?
guidare in sicurezza / andando piano // [ifamdl19]
b. // # hhh e / quindi fino / fino dall' antichità / insomma / l' uomo s' è
cimentato con questa / attività // utilizzando / le conoscenze che aveva
/ insomma // [ifammn12]
c. MAR: quindi lei è cresciuta / mangiando / calcio / <mangiando pallone>
? [imedin01]
4. Il nesso spagnolo como e il nesso italiano come. I diversi tipi di
subordinate
Il nesso spagnolo como e il nesso italiano come presentano la particolarità di
poter introdurre diversi tipi di proposizioni subordinate. Di seguito, ne
forniamo l’elenco.
4.1. Modale vs. Relativa
Si può affermare che le subordinate modali sono identiche alle relative
libere (senza antecedente) introdotte da como/come; naturalmente in questo
caso il nesso non può essere sostituito da un altro relativo.
In spagnolo, il relativo como può avere un antecedente espresso; in questo
caso, potrebbe essere sostituito dal relativo <en {el/la/los/las} que>.
In italiano, nella frase relativa con antecedente espresso non si usa mai
come.
4.1.1. Relativa con antecedente espresso
In spagnolo
(148) a. / &eh / las opiniones / contrarias al nacionalismo / son recibidas de
esta manera / como las ha recibido el señor Ibarretxe / [emedin01]
b. [/] la realidad / consiste / en la forma / como es mirada // [enatte04]
₪ In italiano non è possibile usare il nesso come in una relativa con antecedente espresso.
104
Subordinate modali
In spagnolo
(149)
// &eh / una historia / &eh / de una / secuencia en la que / la soledad
del hombre / se resume / &eh / casi casi / de la manera en que uno nace
/ vive y muere // [emedts04]
In italiano
(150)
[///] studiando un po' / ho trovato / che c' è un paragone / estremamente ingombrante / che / se mi concedete il modo ironico / in cui l' ho
presentato / vi presento immediatamente // [inatco01]
4.1.2. Modale (relativa libera)
In spagnolo
(151)
[///] tiene que continuar / aquella estación // para algún sitio // no va
a coger el AVE / y va a hacerlo como lo hace el tren de ahora //
[efamcv13]
In italiano
(152)
[/] la mi + allora si sopraggittava a mano // 'un si faceva / come fanno
ora / eh // [ifamcv19]
4.2. Altre subordinate introdotte da como
Subordinata causale
(153)
JES: xxx mi pelo / como es castaño / pues si me lo decoloran un poco /
pues queda más rubio // [efamcv09]
₪ Il nesso causale italiano equivalente è siccome.
(154)
SAB: e io dormivo / in salotto // ora siccome / s' è liberata la stanza della
nonna / allora andrò a dormirci io // [itelpv16]
Subordinata condizionale
(155)
CRI: hhh / sí // de vez en cuando me entran las crisis // digo / como la
coja la mato // la voy a partir la cabeza // y esas cosas // pero +
[efamcv03]
₪ In italiano non esiste un nesso condizionale analogo.
Subordinata comparativa di uguaglianza
Felisa Bermejo Calleja
(156)
105
PAC: de la serie // y este programa va a correr tantas veces / como &vec
[/] como veces venga en [/] en [/] en a dólar // [epubdl15]
₪ In italiano come si usa anche nella comparazione, ma non introduce una
frase intera.
4.3. Diversi usi e valori di come
Come può introdurre una frase temporale; ha un valore specifico di immediatezza, paragonabile al nesso temporale spagnolo <en cuanto>.
(157) a. MIC: però / non lo so se / viene snaturata la [/] la personalità di Troisi
/ <a fare film del genere> //
ANT: [<] <eh infatti / io> proprio questo volevo dire // cioè /
sinceramente non ce lo vedo proprio / nei panni di uno +
MIC: anche perché io / come lo vedo / sicuramente mi metterò a ridere
// <eh / ‘nsomma> ... [ifamdl01]
b. // oh / vacci a capi’ te perché // come lei va via la sera / nell’ ascensore
‘un c’ è più luce // per cui te ti fai / metti / undici piani / a i’ buio /
dentro l’ ascensore / e / insomma // [ifamdl16]
₪ In spagnolo non si usa como con valore temporale.
Si usa in frasi esclamative.
(158) a. GIA: davvero ero // e / dopo ci ballo anche / tu vedessi come la balla
//[ifamdl16]
b. // aveva una voce / per l' opere // tu sentissi / come cantava quel ragazzo
// l' era piccolino / ma c' aveva una voce // [ifammn01]
₪ In spagnolo, anche como si può usare in frasi esclamative, come ad
esempio ¡Si hubieras visto cómo llovía!. Como però non sottintende, a differenza dell’italiano, l’avverbio bien, perché como non si combina con avverbi
o aggettivi. La traduzione in spagnolo degli esempi precedenti richiederebbe esplicitamente l’avverbio bien associato a qué o all’espressione enfatica costruita con lo (qué bien... oppure lo bien que...): ¡Si vieras qué bien la baila!
/ ¡Si vieras lo bien que la baila!
Si usa come nesso completivo e seleziona il congiuntivo.
(159) a. ELA: e / mi sembra interessante / perché lei / fa vedere come la frase
nominale / sia un fenomeno / tra i più rilevanti della sintassi scritta / di
+ &qui [/] quindi / &he / magari dopo <te> lo + [itelpv04]
106
Subordinate modali
b. ALE: della riedificazione / che comunque è successiva a Terni / della
[/] del rifacimento / in determinati modi / di alcuni quartieri / tipo villaggio Matteotti / o simili // per cui / emerge / anche da altre &di [/]
discussioni / insomma / che sono riportati da altri libri / come / alcuni
sentano proprio / questa [///] la costruzione di determinate forme abitative / come / &he [/] come negative per se stessi / &insò +
[ifammn02]
₪ In spagnolo, per questo tipo di completive, è necessario usare il nesso
que con verbo all’indicativo. Nello spagnolo classico si trovano esempi di
como completivo, peraltro assenti nella lingua attuale (cfr. Gili Gaya 1989,
p. 288). Naturalmente non ci stiamo riferendo alle interrogative indirette.
Capitolo 5
SUBORDINATE CAUSALI
1. Introduzione
La proposizione subordinata causale stabilisce un rapporto di causa con la
proposizione principale. La causa espressa dalla subordinata può essere già
nota o nuova. Se è nota, viene introdotta da nessi come como/siccome, ecc. e
occupa il primo membro della frase complessa (tematico). Se è nuova,
viene introdotta da porque/perché, ecc. e occupa il secondo membro della
frase complessa (rematico).
2. Nessi causali
spagnolo
porque
como
<ya que>
<puesto que>
<dado que>
que
pues
<visto que>
<en vista de que>
italiano
perché
siccome
<visto che>
<in quanto>
<dato che>
poiché
<dal momento che>
che
giacché
Altri nessi usati in spagnolo sono <por causa de que>, <a causa de que>, <por
razón de que>, <debido a que>,< gracias a que>,< por culpa de que>, <por aquello de que> (Galán Rodríguez 1999: 3597-3621). Nei corpora utilizzati non
si è riscontrata nessuna occorrenza di questi nessi. Non si trovano occorrenze nemmeno di <visto que>, <en vista de que>.
Altri nessi usati in italiano sono <per il fatto che>, <per la ragione che>, <grazie a che>, <a motivo di che>, <tanto più che>, <considerato che>, <atteso che>,
<posto che> (Serianni 1988, p. 487). Nei corpora analizzati non si è riscontrata nessuna occorrenza di questi nessi, e nemmeno di giacché.
108
Subordinate causali
In spagnolo sono numerosissime le occorrenze con porque, come pure
quelle con como causale e con <ya que>. Il como causale è più usato nei file
di registro informale rispetto a quelli di registro formale.
Anche in italiano sono numerosissime le occorrenze con perché, e numerose quelle con siccome e con <visto que>. Si usa di più il nesso <in quanto>
che il nesso <dato che>.
Va sottolineato che, mentre <visto que> non è usato nei corpora di spagnolo di C-ORAL, <visto che> (il nesso più frequente dopo perché e siccome)
è molto usato in italiano, sia in registro formale che informale. Quindi, in
quanto all’uso, non c’è una corrispondenza tra <visto che> e <visto que>.
Per contro, in spagnolo il nesso <ya que> è di uso molto elevato, mentre
in italiano il nesso giacché non ricorre nei corpora di C-ORAL. Già Serianni
(1988, p. 486) indica che giacché «È forse più comune nell’uso scritto che
nella lingua corrente».
3. Tipologia delle subordinate causali
3.1. Distinzione semantica
Le subordinate causali possono essere definite come quelle che esprimono
una causa che dà origine a un effetto determinato. Siccome il rapporto
causa-effetto è più complesso di tale definizione, è necessario stabilire
alcune distinzioni all’interno delle subordinate causali (seguiamo in ciò la
classificazione di Galán Rodríguez in GDLE 1999, pp. 3597-3621).
Dal punto di vista semantico esse si dividono in:
– Causali pure o specificative, che stabiliscono una connessione non risaputa
tra le due proposizioni. Il vincolo tra esse si manifesta sia come rapporto
causa-effetto, sia come rapporto motivazione-risultato.
– Causali esplicative, nelle quali la subordinata offre una spiegazione o una
giustificazione del fatto indicato dalla principale. Tale spiegazione può consistere in una circostanza favorevole o abituale che è nota o presupposta (causali esplicative proprie), oppure in una deduzione basata sulla conoscenza dei
fatti (causali ipotetiche).
«Pero si es de motivación-resultado, y dado que la motivación implica un
acto de voluntad, los sujetos deben ser obligatoriamente entidades animadas que participan activamente (desean, tienen intención de) en la relación
causal y en sus consecuencias» (Galán Rodríguez 1999, p. 3602). Anche
Felisa Bermejo Calleja
109
Previtera (1996, p. 32), che distingue tre classi di causa: causa fisica, motivo di fare e motivo di dire, segnala nella distinzione tra causa fisica e
motivi di fare che gli «esseri inanimati sono di norma interessati solo dal
primo tipo di causalità, mentre esseri animati possono pure avere a che
fare con motivi che influenzino il loro agire».
Questa distinzione semantica tra causali pure e esplicative corrisponde alla
distinzione sintattica tra causali integrate (specificative) e periferiche
(esplicative); tale distinzione si manifesta nell’ordine che la subordinata
occupa nella frase complessa. La nozione fondamentale su cui si basa tale
divisione è l’opposizione ‘nuovo’/‘noto’.
Diversi autori si sono occupati delle subordinate causali, proponendo di
conseguenza diverse classificazioni. Hernández Alonso (1996, pp. 133138) propone una revisione dei risultati ottenuti da diversi studiosi. La
distinzione tra causale dell’enunciato e dell’enunciazione è stata proposta
da Marcos Marín e ripresa con variazioni da Bartol Hernández, López
García e Kovacci. Tale distinzione ha come punto di partenza lo studio di
Lapesa che utilizza l’espressioni “causales de la acción enunciada” e “causales del acto enunciativo”.
Santos Río stabilisce otto tipi di causali, riconducibili a due: proposizioni
causali non esplicative e proposizioni causali esplicative; la stessa classificazione serve per i nessi.
3.2. Causali integrate
Le causali integrate danno un’informazione rematica (nuova); la subordinata segue la principale (tranne nelle occasioni in cui si vuole enfatizzare la
causa).
In spagnolo, il nesso è porque.
(160) a. // ahora voy en coche / porque hace frío // [efamdl01]
b. // es decir / en todo los / &eh / centros de investigación / suele haber
/ resus / y [/] y bueno / con ellos se llevan a cabo muchísimas investigaciones / porque se crían muy bien en cautividad // [enatco01]
Galán Rodríguez (1999, p. 3616) segnala anche altri nessi che introducono
subordinate causali integrate: <por causa de que>, <a causa de que>, <por razón de que>, <gracias a que>, <por culpa de que> y <por aquello de que>. Nei
110
Subordinate causali
corpora di C-ORAL non si sono trovate occorrenze di subordinate causali
introdotte da questi nessi.
Rispetto al nesso <debido a que>, la studiosa commenta che «debido a que es
el equivalente culto de por causa de que y a causa de que, siempre que ocupe la
posición final en la secuencia e introduzca una causa no conocida». Delle
tre occorrenze che abbiamo trovato, solo una può essere considerata
subordinata causale “integrata”:
(161) a. // los ferrocianuros de cobalto son unas sustancias / químico / orgánicas / y de mucho interés también para los inorgánicos / debido a que tienen / una sustancia / &c [/] un [/] un cianuro / al que está unido / un
átomo de cobalto // [enatte02]
In italiano, il nesso usato è perché.
b. GIA: io non guardo Troisi / perché non lo capisco // [ifamcv12]
c. / è sempre difficile / non vi è dubbio alcuno // ma se le persone vengono perché vivono una persecuzione / beh allora / le porte devono essere spalancate // [inatps01]
3.3. Causali periferiche
Le subordinate causali periferiche presentano un fatto come spiegazione
di un altro fatto. «Las oraciones están separadas por pausa (como unidades
fónicas independientes) y no delimitan el valor léxico del verbo (son marginales), sino que expresan una relación semántico-pragmática mucho más
amplia» (Galán Rodríguez 1999, p. 3609). Tali subordinate legano
l’enunciazione con l’enunciato e mettono in rapporto la proposizione
principale con significazioni esterne.
Le causali periferiche danno in genere un’informazione tematica (nota), e
quindi solitamente la subordinata precede la principale. Tuttavia possono
dare anche un’informazione rematica, e allora la subordinata si pospone
alla principale. Questa distribuzione è peraltro orientativa e non è fissata
definitivamente, perché dipende dalla rilevanza che si vuole dare al messaggio.
Felisa Bermejo Calleja
111
I nessi sono, in spagnolo, como, <ya que>, <puesto que>, <dado que>,6 <visto
que>, <supuesto que>, porque, pues, que; in italiano, siccome, poiché, giacché, <dal
momento che>, <dato che>, <visto che>, che (ché).
3.3.1. In spagnolo
como
Con il nesso como, la subordinata precede sempre la principale.
(162) a. JES: xxx mi pelo / como es castaño / pues si me lo decoloran un poco /
pues queda más rubio // # [efamcv09]
b. // yo creo que es lo mismo que ha dicho el presidente // pero va / como
no he escuchado sus palabras / pues / &eh / me tengo que [/] tengo
que hacer un acto de fe // [emedsp06]
<ya que>
I dati che emergono esaminando le occorrenze con subordinate causali
introdotte da <ya que> sono molto interessanti.
Nel registro informale, tutti gli interventi tranne uno presentano la causale
in posizione anteposta rispetto alla principale perché l’informazione data è
nota (nel dialogo viene ripresa da interventi precedenti).
(163) a. NIE: [<] <no // en cualquier> caso / lo que hay que hacer es / la pared para acá // pero no traerla hacia acá // eso es &otr [/] era otra cosa
// <es que hay dos posibilidades> //
%alt: (13) pa
MAN: [<] <no / pero la [/] ya> pero la + en cualquier caso hay que
hacer el pico ese //
NIE: sí // el pico sí // o sea traerlo <para acá> //
%alt: (8) pa
MAN: [<] <pues ya> [/] ya que haces el pico ese / lo traes aquí / o lo dejas
ahí ? el pico hay que hacerlo // ya que lo haces / lo traes <aquí> ...
[efamdl19]
6
Per Alarcos (1994, p. 369), con <puesto que>, <dado que>, ... si ha una «construcción con sentido causal que consta de participio inmovilizado y una oración degradada con que». Per Hernández Alonso (1996, p. 137), queste formule «son estructuras absolutas de participio cuyo sintagma sujeto está desarrollado en forma
de nexus inserto por el transpositor que. El contenido de causa nace de la estructura de participo, aunque hemos de reconocer que está parcialmente lexicalizado».
112
Subordinate causali
b. // pues cuando estuvimos de vacaciones en Tarragona / un día [/] una
tarde nos [/] nos fuimos a Sitges / a verlo / y ya de Sitges no sé si había
setenta u / ochenta kilómetros a Barcelona y si [///] pues ya que estábamos nos acercamos // [efamdl38]
Per quanto riguarda il registro formale, nella maggioranza delle occorrenze
la subordinata causale segue la principale. Tutti gli interventi corrispondono a programmi dei media, di cui buona parte appartiene a telegiornali.
(164) a. // los gobiernos europeos / más afectados por el incremento de los
precios / entre ellos España / estaban en contra de la rebaja / ya que eso
&habri [/] haría / aumentar el consumo / y por tanto la inflación //
[emedin02]
b. JES: tanto Endesa como Iberdrola / han iniciado la sesión a la baja /
con pérdidas que superan el uno por ciento / en un ambiente de fuertes
descensos en el sector / ya que Fenosa cede un tres por ciento / e
Hidrocantábrico también sufre / ventas // [emednw04]
<puesto que>
Osservando le subordinate causali introdotte da <puesto que> emerge che
tutte seguono la principale. Alcune danno un’informazione nota; in altre,
invece, l’informazione è nuova.
(165) a. // ¡ojo! / cuando hablamos de artrosis / no solamente la tienen las
personas / que ya superan los sesenta años / a partir de los cuarenta y
tantos / por lo menos lo que es el signo de la artrosis / en la articulación
ese desgaste / ya se tiene // a partir de eso / pues / yo creo que el tema
de las varices / es básico / puesto que en muchísimas ocasiones / también
/ esa / circulación de retorno / pues duele // [emedts07]
b. // sobre este aspecto / mencionado / de que la ciencia / y también la
tecnología en este caso / se han configurado / como la cultura propia de
nuestras sociedades / permítanme realizar / un pequeño excurso / puesto
que este hecho / positivo por sí mismo / ha llevado a que la ciencia y la
tecnología / jueguen / un papel crucial / como factor de resolución / de
los problemas sociales // [enatco02]
<dado que>
Tutte le occorrenze (quattro) con il nesso causale <dado que> appartengono al registro formale.
(166) a. JOS: la policía / &eh / normalmente suele responder / que es cierto /
que son conocedores del hecho / pero que están imposibilitados de ac-
Felisa Bermejo Calleja
113
ceso a su domicilio / dado que no poseen / el / mandamiento judicial
pertinente para entrar en él // [enatla01]
b. TRA: al hacer esta consulta / pretendemos averiguar / cómo reacciona
la gente / ante las nuevas tecnologías alimentarias / dado que anteriormente ha habido algunas / como la modificación genética / o la irradiación / que han provocado en el público / protestas generalizadas //
[emedsc04]
pues
Il nesso pues, che inoltre ha diverse funzioni sintattiche e pragmatiche
(segnale discorsivo), può introdurre una subordinata causale.
(167) DOS: bueno / eso / cada caso es [/] es [/] es [/] es particular / en el sentido de que / bueno / depende de [/] de / su / forma de consumo /
pues / se puede llegar a / ofrecerles un / contrato / en / mercado libre /
que [/] que / les sea / más rentable / que / permanecer en la tarifa //
[enatbu02]
porque
Il nesso porque può introdurre tutti i tipi di subordinate causali, anche periferiche.
(168) a. CRI: [<] <no> llevamos casete // al final // porque / se lo encargué a /
Quique / y me dijo [/] y me dijo que vale // pero luego el día que
quedamos / me dice / no lo he traído // es que me parece una tontería
// y yo / ¡jo! / no me lo podías / hhh haber dicho / cuando te lo
<pedí> ? [efamdl08]
b. // de este mes // y me parece que las inscripciones / van / no muy
bien / no ? porque de momento no veo que haya demasiada gente //
[enatpr01]
que
Il nesso que introduce una subordinata causale che contiene il verbo
all’indicativo.
(169) a. GUI: luego como algo // &cuan [/] cuando termine Rosa // no lo
hagas // no lo hagas / que no me lo voy a comer // [efamdl38]
b. MIG: ponte de frente // a ver / mira a Rosa // que te vea // que tú no
llevas las gafas y no te las ves // ahí te gusta ?
[epubcv01]
114
Subordinate causali
<visto que>
(170)
Visto que no vienen, vamos a empezar sin ellos (Santos Río 2003, p. 656).
<en vista de que>
(171)
En vista de que era tan tarde, aplazamos la reunión (Santos Río 2003, p.
656).
3.3.2. In italiano
siccome
Con il nesso siccome la proposizione causale si trova sempre in prima posizione.
(172) a. SAB: e io dormivo / in salotto // ora siccome / s' è liberata la stanza della
nonna / allora andrò a dormirci io // e / secondo te / le pareti +
[itelpv16]
b. //terminata questa laboriosa / fase di preparazione / dei modelli su cui
lavoreremo / &he affronteremo le tematiche relative al mercato // per
far questo / siccome non abbiamo / determinate / conoscenze / non
sappiamo bene ancora come funziona / il tutto / abbiamo chiesto
l’aiuto / di alcuni liutai / che operano in questo campo / da [/] già da
diverso tempo // [imedts05]
<visto che>
(173) a. ZIO: [<] <però> / c' emo il sospetto / che / visto che qui non puo' entrare nessuno / eh / questa / o ha lasciato la porta aperta / o è stata lei
/ insomma / no // [itelpv13]
b. EMA: [<] <ah> // GCM: però / magari / visto che te tu se' nuovo / se
non tu te la senti / di [/] di farlo / per esempio / c’è anche Antonella /
yyy / che è la vice preside + [ipubdl05]
<in quanto>
Questo nesso, con diciasette occorrenze, è più usato di <dato che> (otto
occorrenze).
(174) a. // l’idea di fare l’infermiere / di affrontare questo [/] questo mestire /
mi è venuta facendo l’obbiettore di coscienza / in una pubblica assistenza / dove facevo servizio sull’ambulanza medicalizzata // però / è
molto diverso dal lavoro che faccio adesso / in quanto / sull' ambulanza
Felisa Bermejo Calleja
115
non c' è un rapporto / diciamo di dialogo / o [/] o che si possa instaurare un rapporto affettivo con l’utente che si sta soccorrendo
[ifammn16]
b. // da parte nostra / anche aseguito / delle valutazioni fatte appunto in
commissione / e dalla conseguente rilevazione mansioni / ciò non è
stato / come si dice / &he / accolta / tale richiesta // in quanto i cinque
meccanici generici / che svolgono la loro attività all’inceneritore / non
hanno / in fin dei conti / una professionalità adeguata / [inatbu02]
₪ In spagnolo, <en cuanto> non ha valore causale.
<dato che>
(175) a. // dato che so che da casa / sarete in tanti / a seguirci su questo argomento // e vi ripeto il numero / per partecipare // zero sette sei nove /
sette tre nove tre otto / per chi telefona da casa // [imedts02]
b. PRO: [<] <esatto // no> // questo / diciamo / dato che / la banca / da'
la garanzia / di un capitale / e di un rendimento minimo / è chiaro che
/ deve avere mano libera / per vedere / di investire in comparti geografici / comparti / &he / diciamo / dal punto di vista /&he / industriale
/ &he / più flessibile // [ipubdl04]
<dal momento che>
(176) a. DOM: mah / io direi / dal momento che lei ha anche altri investimenti /
obbligazionari / &he / a sto punto / se non ha necessità di disinvestire
/ io direi di / tenere la posizione // anche perché &he [///] cioè / &he
/ si devono comunque riprendere i mercati / ecco // [inatbu01]
b. SAM: [<] <più c' era un quarto / ma dal &mome + ecco> // ma dal momento che / non me lo ricordo / e non sono assolutamente sicuro / non
voglio assolutamente neanche correre l’uno per cento di rischio / nel
compromettere uno che non c’entra niente // quindi / vi chiedo scusa
ma / non vado oltre // [inatla03]
poiché
Le tre occorrenze di poiché sono di registro formale (med e nat). Questi
dati, seppur ridotti come numero, confermano l’affermazione di Previtera
(1996, p. 35) secondo cui «la congiunzione poiché [...] è ormai usata di preferenza nella lingua scritta o nel parlato formale».
(177) a. // e cominciano subito / dal caso del bancario / Michele Cortese / la
cui strana scomparsa / ha mobilitato nelle ricerche / per un’intera setti-
116
Subordinate causali
mana / carabinieri / guardia di finanza / polizia / e perfino / squadre
specializzate contro i sequestri // poiché / purtroppo / nonostante tutti
questi tanti giorni di ricerche / non sono [/] non si è arrivati a scoprire
nessuna traccia / la magistratura / ha aperto un’inchiesta // [imedrp04]
b. PAS: eh / assolutamente sì // considerando che / l’epidemia / inizierà
/ alla fine di dicembre / i primi di gennaio // e poiché l' immunità /
viene conferita / dopo circa due settimane / assolutamente siamo ancora in tempo // [imedsc02]
che
Per quanto riguarda la capacità del nesso che di introdurre subordinate
causali, è necessario tener presente che il verbo della principale deve essere
performativo: «La congiunzione che [...] può essere usata correttamente
solo per introdurre subordinate causali che motivino l’atto linguistico
realizzato nella principale [...]. Quando il verbo perde il suo valore performativo e serve semplicemente a descrivere un’azione che è già stata
compiuta, il connettivo che risulta agrammaticale e deve essere sostituito»
(Previtera 1996, p. 39). Anche il nesso spagnolo que presenta la stessa limitazione.
(178) a. MAR: [<] <significa che> / hai indovinato un colore / ed è al posto
giusto // <xxx> +
NIC: [<] <no> // bianco / al posto giusto //
MAR: nt / nero //
%exp: (1) no
NIC: bianco // e no / io faccio bianco // che sennò mi confondo //
MAR: vabbò // [ifamcv09]
b. GIO: [<] <solo un turno> // solo un turno / ma il pallino l' hai preso
// ora tocca a me // che io devo andare a / Pordenone // che dove sta
/ Pordenone ? [ifamcv24]
giacché
(179)
Giacché ci tocca aspettare, si potrebbe prendere qualcosa al bar (Serianni
1988, p. 486).
4. Posizione della subordinata
L’opposizione “nuova”/”nota” è connessa all’ordine che la subordinata
causale occupa nella frase complessa:
Felisa Bermejo Calleja
117
– “nuova”: la subordinata segue la principale, come ordine non marcato;
– “nota”: la subordinata precede la principale. Con il nesso como/siccome
l’anteposizione è obbligatoria. Con gli altri nessi, la posizione anteposta è più
frequente.
Con il nesso como7 la subordinata causale precede sempre la principale;
anche in italiano con siccome.
Con i nessi spagnoli porque, que, pues, la subordinata segue la principale,
come posizione non marcata. Anche in italiano con i nessi perché, che e in
quanto la proposizione causale si trova sempre in seconda posizione.
Con gli altri nessi spagnoli (<visto que>, <dado que>, <puesto que>, ecc.), la
subordinata può precedere o seguire la principale; è però più frequente
che preceda, dato che l’informazione fornita dalla subordinata è ‘nota’.
Con i nessi italiani poiché, <visto che>, <dato che>, <posto che>, <dal momento
che> non c’è nessun vincolo per quanto attiene alla posizione nella sequenza: «La sensibilità linguistica del mittente finirà per collocare ogni
connettivo nell’una o l’altra posizione» (Previtera 1996, p. 37).
posposto
(non marcato)
anteposto
anteposto/posposto
nessi spagnoli
porque
que
pues
como
<ya que>
<puesto que>
<dado que>
nessi italiani
perché
que
<in quanto>
siccome
<visto che>
<dato che>
poiché
<dal momento che>
5. Modo verbale nelle subordinate causali
Per quanto riguarda il modo verbale delle subordinate causali, in esse,
tranne che in casi particolari, si usa il modo indicativo. «En términos generales, las oraciones causales exigen el modo indicativo independientemente
del nexo que las introduzca y del valor concreto que asuman» (Pérez Saldanya 1999: 3287).
7 Como, <comoquiera que> y <supuesto que> esigono l’anteposizione della subordinata causale (cfr. Porto Dapena 1991, p. 214).
118
Subordinate causali
In genere, le subordinate causali introdotte da porque/perché si costruiscono
con il verbo all’indicativo. Tuttavia con il nesso porque e il nesso perché – e
soltanto con essi – sono possibili le subordinate al congiuntivo, quando la
causa da esse riferita si ritiene fittizia o non effettiva, oppure non ha valore
informativo. In spagnolo, anche se in occasioni rare, la subordinata introdotta da porque può veicolare finalità.
indicativo
spagnolo
como8
<ya que>
<dado que>
<visto que>
<en vista de que>
<puesto que>
pues
que
italiano
siccome
poiché
giacché
<dal momento che>
<dato che>
<visto che>
che
indicativo/cogiuntivo
spagnolo
italiano
porque + indicativo
perché + indicativo
porque + congiuntivo
<no porque> + congiuntivo <non perché> + ind./cong.
no Vp... porque + ind./cong. non Vp... perché + indicativo
6. La negazione
Solo le subordinate introdotte da perché/porque possono contenere il modo
congiuntivo in presenza dell’operatore di negazione.
La negazione è un operatore modale. Pérez Saldanya (1999, p. 3288) segnala che «Respecto a la negación, es bien conocido el hecho de que esta
categoría puede seleccionar focos diferentes o afectar al conjunto de la
8
Porto Dapena (1991, p. 215) e Pérez Saldanya (1999, p. 3288) segnalano che, in
contesti letterari, le causali introdotte da como e da ya que possono contenere il verbo al congiuntivo. Un’altra (e ben diversa) questione riguarda le subordinate condizionali introdotte da como, che si costruiscono sempre con il verbo al congiuntivo.
Felisa Bermejo Calleja
119
oración, lo que puede tener un reflejo formal en la selección de un modo
u otro. Centrándonos en las oraciones causales, estas diferencias de ámbito se pueden producir en contextos en los que la subordinada está introducida por la conjunción porque».
Solo le causali integrate possono subire questo fenomeno, per il quale è
possibile che la negazione nella principale estenda il suo ambito sulla
subordinata. Nelle periferiche, la negazione nella principale interessa solo
alla principale.
6.1. Avverbio di negazione anteposto al nesso causale
6.1.1. <No porque> + congiuntivo
In spagnolo, se l’avverbio di negazione è immediatamente anteposto al
nesso porque, il verbo è necessariamente al congiuntivo.
Un dato rilevante che emerge delle occorrenze dei corpora è che
l’operatore modale di negazione compare in praticamente tutti i casi anteposto al nesso porque, e non anteposto al verbo (a meno che la causa sia
effettiva e la negazione interessi solo la principale).
Avverbio di negazione e uso del congiuntivo servono ad indicare la non
effettività o la non centralità della causa espressa nella subordinata.
(180)
LOC: &eh / y / congelas electrones internos a la hora de las excitaciones // efectivamente // para ahorrarte problemas // &eh / no consigues efectos relativistas en el metal // las capas internas // simplemente
un <cálculo>
OTR: [<] <xxx> //
LOC: / sencillo // no / porque os interese la reactividad // la reactividad
es en la capa de valencia / y ahí realmente nos importa un pimiento //
vale ? oye qué carga tiene ? [enatte02]
La non effettività o la non centralità della causa, oppure la negazione
completa di essa, appare manifesta se subito dopo, mediante sino, il parlante esprime la causa che ritiene veramente effettiva.
(181) a. // y cada uno / cada uno de los que estamos aquí / cada uno de los que
estáis en vuestra casa / seremos / de una raza / de una cultura / seremos más mayores / más jóvenes / tendremos más salud / tendremos
menos salud / cuando el señor Jesús / se pone en medio / todos / absolutamente todos / podemos llamar / a Dios Padre // no porque seamos
120
Subordinate causali
buenos / sino porque somos queridos por Él // no porque no tengamos méritos / sino porque los méritos de Cristo nos hacen / hijos de Dios / en el
Padre nuestro / hermanos / en el gesto de la paz // [enatpr02]
b. JUE: vaya terminando ya / señor Nart //
FIS: concluyo señor / brevemente // mire es buscar la cobertura legal /
para actuaciones / inmotivadas / no porque haya pasado algo / sino para ver
qué pasa // y esto es lo que determina / el que fue presidente de la
Asociación Pro Derechos Humanos / el magistrado prefecto Andrés
Ibáñez / como la ley del sheriff // esto no es la ley de seguridad ciudadana // esto es la ley de seguridad policial // y para ella / voy a pedir un
veredicto de culpabilidad // [enatla01]
₪ L’italiano può usare l’indicativo, che afferma che la causa è reale.
6.1.2. <Non perché> + {indicativo/congiuntivo}
6.1.2.1. <Non perché> + congiuntivo
In italiano, quando la negazione precede il nesso perché, la subordinata
causale ha il verbo al modo congiuntivo per indicare che la causa non è
effettiva. In molti casi, di fatto, fa seguito l’indicazione della causa veramente effettiva mediante una frase introdotta da ma. «Per esprimere una
causa fittizia perché deve essere preceduto da un elemento di polarità come
o, non, non tanto, non già ecc. In questo caso il modo selezionato è il congiuntivo» (Giusti 2001 II, p. 741).
(182)
// ma non mi pare possibile / non mi pare / realisticamente proponibile / reintrodurre una discussione / che faccia / ricacciare indietro / i'
dibattito politico di questo paese / fino a / riproporre / una [/] una
legge elettorale / più proporzionale / di quanto è attualmente oggi //
non perché / in termini astrattamente generici / una legge elettorale proporzionale / anche con certi elementi / &he / di correzione opportuni /
possa essere un elemento / che meglio risponde / anche / a una valutazione / di democrazia // ma perché / ormai / l' esperienza di questo
paese / si è / consolidata / su una legge di questo tipo // [inatps02]
In questa occorrenza, la causa effettiva è stata anteposta alla causa fittizia:
(183)
ART: capito / io / bisogna / &facc + hai visto di che si tratta ? qui si
tratta di millimetri // perché / a fare una borsa torta / 'un ci vuol niente
/ capito?
DAN: eh / sì //
ART: e &quest se tu + cioè / quella lì /la può essere anche torta / ma
questa ... capito ? <questa / è roba xxx> +
Felisa Bermejo Calleja
121
%com: he refers to a bag made by chinese workers
DAN: [<] <se si deve cominciare> a spenderci milioni ...
ART: la vendano intorno a un milione / questa // xxx Ferragamo //
perché ci mettono il timbrino / intendiamoci / non perché ci sia il valore di per
se stesso //
DAN: sì sì //
ART: è chiaro // poi insomma / i pellami costano / ma comunque /
non / da / questi livelli // [ifamdl04]
Con il verbo al congiuntivo, la struttura è identica in italiano e in spagnolo.
6.1.2.2. <Non perché> + indicativo
Con la negazione che precede il nesso perché, la causale può avere il verbo
all’indicativo. «Si può negare che un fatto sia la causa di un altro, pur ammettendo che esso sia vero. Le frasi causali all’indicativo (Mi rifiuto di invitarlo alla mia festa non (tanto/già) perché è taciturno ma perché è antipatico) non
hanno l’interpretazione di causa fittizia» (Giusti 2001 II, p. 741).
Qui, l’uso dell’indicativo potrebbe anche attribuirsi ad uno stile non sorvegliato.
In italiano si sono trovate occorrenze in cui la subordinata causale introdotta da <non perché> ha il verbo all’indicativo.
(184) a. // io vendevo un abbigliamento a un certo livello / però come lo vendevo io lo vendevano gli altri // pertanto / pe' entrare nelle simpatia di'
cliente / prima di tutto / se te tu vai in Puglia / bisogna tu sia ospite della Puglia // bisogna tu &ea / tu entri nella mentalità / anche di' pugliese // cioè / non perché + molte cose / 'un ti potevano andare nemmen
bene / 'un m' andavano nemmen bene / ma bisognava l' accettassi / e / a
un certo punto / anche le condividessi // [ifammn14]
b. SAB: i' mi' fratello c' ha / trentanov' anni // sicché / l' è proprio il su'
periodo // sicché / io son cresciuta a pane / e Depeche Mode / Smiths
/ questa gente qui // mi garban tanto // e / poi no / vabbé / ora mi
piacciono un po' meno / sinceramente / però / ha' visto / tu / quando
un gruppo ti piace / tu li segui sempre / anche nel loro declino / insomma // e perché a te / che musica ti <piace> ?
PAO: [<] <sì / no> / vabbé / bona //
SAB: nulla / di questa <roba> ?
PAO: [<] <no> / questi / appunto / un po' / li conosco un po' così /
ma non perché / c' ho passato / un periodo / che [/] che ne so / che eran la
mi' passione // per cui anche gli Smiths / i Cure / questi qui li conosco
/ come tu fai a non conoscerli // come i Depeche Mode // [ifamdl09]
122
Subordinate causali
₪ In spagnolo non sono stati rilevati casi con indicativo nella subordinata
introdotta da <no porque>.
6.1.3. Avverbio negativo + solo + nesso causale
6.1.3.1. <No sólo porque> + {indicativo/subjuntivo}, sino (también)
Nella correlazione <no sólo porque>... sino (también), la subordinata ammette
l’alternanza indicativo/congiuntivo con la conseguente differenza di interpretazione. Con l’indicativo le due cause si cumulano. Con il congiuntivo,
invece, non si dà peso informativo alla causa espressa dalla subordinata, e
in più la si ritiene solo parzialmente effettiva.
(185)
Teresa se quedó en casa no sólo porque {estaba/estuviese} enferma, sino (también) porque debía preparar un examen.
₪ In italiano con questa correlazione si usa solo l’indicativo.
6.1.3.2. <Non solo perché> + indicativo, <ma anche>
(186)
PAP: [<] <eh> // &he / della partecipazione di Volponi / alla rivista
bolognese Officina // e / abbiamo anche / messo in evidenza / come /
&he / i problemi / di tipo linguistico / fossero di / importanza preminente / all' interno della rivista bolognese // e questo / non solo / naturalmente / perché la rivista era soprattutto una rivista di poesia // e / naturalmente / le problematiche di tipo linguistico risultano più evidenti /
nella / &he / [/] nel testo poetico / che nel [/] nella prosa // ma / anche
perché / e [/] e l' abbiamo visto / all' interno della rivista bolognese / venivano a porsi tutta una serie di problematiche relative ai vari tipi di dialettidi / idioletti / di linguaggi / eccetera eccetera ... e anche / di sperimentazione linguistica // [inatte02]
₪ In spagnolo, con la correlazione <no sólo porque>... <sino (también)>, la
subordinata ammette l’alternanza indicativo-congiuntivo con la conseguente differenza di interpretazione.
6.2. Avverbio di negazione anteposto al verbo della principale
6.2.1. No Vp ... porque + {indicativo/congiuntivo}
Con questa struttura sono possibili tre interpretazioni:
Felisa Bermejo Calleja
123
6.2.1.1. Prima interpretazione
La negazione può incidere sul predicato della frase principale. La negazione seleziona come focus il predicato della principale e non riguarda il
rapporto causale stabilito tra la principale e la subordinata, che ha un valore fattuale e assertivo (subordinata all’indicativo). Con l’indicativo, la
causa è ritenuta effettiva. L’avverbio negativo ha come focus il predicato
della principale. Questo è l’uso più frequente; di fatto i corpora di lingua
spagnola ne offrono un elevato numero di occorrenze.
(187) a. SON: no sé // porque yo / no me lo compré porque era muy caro //
[efamdl24]
b. AMA: no sé // yo en principio / no creo que pueda hacer mucho esta
tarde / porque voy a estar en el trabajo / y / paso de ... [epubdl14]
c. // bueno no podían pasar / porque estaban los guardias // [enatpd02]
6.2.1.2. Seconda interpretazione
La negazione può incidere sulla causa indicata nella subordinata. La negazione seleziona come focus la frase subordinata, che rimane esclusa come
causa effettiva. «En estos contextos negativos, el hablante no se compromete con la verdad o la falsedad del contenido de la subordinada sino
simplemente con la idea de que este contenido queda excluido como causa
efectiva. Es por lo tanto esta falta de compromiso y, sobre todo, el valor
de causa no efectiva lo que justifica el uso del subjuntivo» (Pérez Saldanya
1999, p. 3289). Galán Rodríguez (1999, pp. 3613-3614) denomina questa
subordinata “causal-adversativa”. Con il congiuntivo, la causa si ritiene
non effettiva, oppure si considera che non è questa la causa effettiva. Di
fatto, non essendo la causa effettiva, si può esprimere di seguito, introdotta da sino, la vera causa effettiva:
(188)
Teresa no fue a clase porque estuviese enferma, sino porque debía
preparar un examen (Pérez Saldanya 1999, p.3289)
La maggior parte delle occorrenze trovate nei corpora C-ORAL in lingua
spagnola hanno l’avverbio no anteposto al nesso porque, distribuzione
esistente anche in lingua italiana. La negazione anteposta al verbo principale si trova in queste occorrenze:
(189) a. NUR: / [<] <y entonces / yo cogí / y saqué un trozo de> patatas de
[///] una [/] un [/] un / puñado de patatas / en la mesa / y como es
una orgullosa / dijo que ya no quería más / pues ya no me las voy a co-
124
Subordinate causali
mer / <y entonces> +
%alt: (15) puñao
PAL: [<] <no // no> fue ni porque sea orgullosa + &mm / me parece
<una chorrada> / [efamcv07]
b. // o sea que es que no / es que me dé la gana de llamarle porque me haya
acordado de él / [efammn03]
₪ La struttura non Vp ... perché con il verbo al congiuntivo non è usata in
italiano, perché, se la negazione precede il verbo della principale, la subordinata ha il verbo all’indicativo.9 La negazione, invece che essere anteposta
a perché, può essere anteposta al Vp se la subordinata è all’indicativo (Giusti 2001 II, pp. 741-742). Di conseguenza, il modo verbale è congiuntivo
soltanto se l’avverbio di negazione precede il nesso perché.
6.2.1.3. Terza interpretazione
La negazione può incidere sull’effetto indicato dalla principale. La frase afferma che non si tratta di un effetto adeguato né vero rispetto al contenuto della subordinata, che assume così valore concessivo. Il contenuto
della subordinata è presupposto, ma si nega che questo fatto sia una causa
effettiva dell’effetto designato nella principale. Galán Rodríguez (1999, p.
3613) denomina questa subordinata “causal-concesiva”. In questo contesto, a differenza delle causali-avversative, la proposizione subordinata non
costituisce il focus della negazione.
(190)
JOS: yo creo que sí // cuanto más / apoyos / puedas tener / para ...
porque los alumnos van a ser prácticamente los mismos // es decir /
porque tengas compensatoria / no te van a mandar más / alumnos problemáticos / de los que ya mandan // entonces / creo que sí sería interesante // [enatpe03]
₪ Non abbiamo trovato nessuna occorrenza in italiano di questo tipo di
causale (negazione nella principale che non ha come focus la subordinata,
anche se questa ha il verbo al congiuntivo), né alcun riferimento grammaticale.
9 Serianni (1988, p. 485) in realtà segnala la possibilità dell’uso del congiuntivo, oltre che con la subordinata negativa, anche «con la sovraordinata negativa», ma negli esempi riportati al congiuntivo la negazione precede sempre il nesso perché.
Felisa Bermejo Calleja
125
6.2.2. Non Vp ... perché + indicativo
Giusti (2001 II, p. 741) segnala che la negazione può salire e precedere il
verbo della principale, ma in questo caso il verbo della subordinata è indicativo. Con ciò, pare che si debba interpretare che la causa è ritenuta effettiva. «La negazione può salire al predicato sovraordinato quando la
causale è all’indicativo […], ma non se è al congiuntivo».
(191)
Non mi rifiuto di invitarlo perché è vecchio ma perché è antipatico
(Giusti 2001 II, p. 741).
₪ In spagnolo, questa struttura può avere nella subordinata il modo indicativo oppure congiuntivo, con le conseguenti differenze
nell’interpretazione di causa effettiva o non effettiva.
Per completezza, nell’elencazione dei casi in cui c’è la negazione includiamo anche la costruzione che ha la negazione nella principale; tale negazione incide solo nel predicato di essa, vale a dire che, naturalmente, la
principale può essere negativa senza che la negazione operi nell’ambito
della subordinata. La subordinata con il verbo all’indicativo designa la
causa effettiva (vedere supra 6.2.1.1.).
(192) a. GIA: io non guardo Troisi / perché non lo capisco // [ifamcv12]
b. // quindi ho paura / quando la guida un altro // quando la guido io non
ho alcun problema perché / sono tranquillissimo / [ifammn22]
7. Causale disgiuntiva
Tanto per l’italiano come per lo spagnolo, è valida l’affermazione che in
una frase disgiuntiva il modo verbale nella subordinata causale può essere
indicativo o congiuntivo.
In spagnolo, la scelta del modo genera un cambio di significato, giacché,
con il congiuntivo, il parlante non si compromette con l’argomento dato
(cfr. Porto Dapena 1991, p. 220 e García Santos 1988, p. 177). «El
hablante presenta varias causas como posibles, pero no se decide por
ninguna de ellas en concreto como causa real y válida, como verdaderamente efectiva; de ahí que no se sienta comprometido con ninguna y
pueda usar el subjuntivo en alguna de ellas o en todas» (Borrego/Asencio/Prieto 1985, p. 150).
126
Subordinate causali
(193) a. // los criterios / que en principio / se están siguiendo / es / buscar
aparcamientos / o en zonas de afluencias de jóvenes / bien sea / porque
sean / &eh / centros educativos / zonas deportivas / o lugares de ocio
// [enatpd01]
b. // y / bueno / las llamadas son restringidas / no tienen derecho a [/] a
ejercer una profesión / y un &tra [/] y [/] y a que sea un trabajo / remunerado / que sí / que es un derecho que sí tendrán / cuando esta
persona / ya / haya sido / &mm / declarada culpable // bueno / posteriormente / &eh / estas / personas / durante este periodo de preventivo / se tienen en [/] en / prisión / estas personas / porque se considera
que puede existir un riesgo / a que se escape / o porque / haya un secreto
de sumario / quiere decir esto que [/] un secreto de sumario quiere /
&eh [/] quiere decir / que no se dan pistas ni a ninguno de los letrados
/ ni a nadie / &especialme [/] a nadie / para que / la policía judicial /
siga investigando // [enatla02]
Anche in italiano è possibile l’uso del congiuntivo nelle subordinate causali
in frasi disgiuntive. In una correlazione si indicano «due cause ciascuna
delle quali ha la stessa possibilità di essere quella reale» (Serianni 1988, p.
485).
Le occorrenze trovate nei corpora di lingua italiana hanno il verbo
all’indicativo:
(194)
// ma io credo che questa volta / davanti a / vicende di questo genere /
siamo / a maggior ragione impegnati / a parlare di una dimensione sovranazionale dei fatti // è chiaro che non si tratta / di una dimensione
sovranazionale / perché / nella strage di Via Palestro / è morto un cittadino del Marocco // o perché un cittadino dell' Indonesia / è rimasto /
ferito / nella strage di Via Fauro // [inatla01]
8. Porque + congiuntivo
Porque, che è il nesso causale più utilizzato, introduce subordinate causali
integrate e non integrate. Se esse non sono integrate, si tratta necessariamente di esplicative rematiche. Normalmente la subordinata segue la principale; nei casi in cui la precede, ciò risponde a motivi di enfasi. Le esplicative introdotte da porque sono rematiche, in quanto la causa addotta è
“nuova”. Di fatto, secondo Galán Rodríguez (1999, pp. 3597-3621), solo
nelle causali esplicative ha senso la differenziazione tra rematiche e tematiche basata sull’opposizione nuovo/noto.
Felisa Bermejo Calleja
127
Porque è l’unico nesso che introduce subordinate causali con verbo in
modo congiuntivo, con i conseguenti cambi di significato. L’uso del congiuntivo non è quindi una selezione esclusiva.
I fattori che determinano l’uso del congiuntivo nella subordinata causale
sono diversi: la negazione (vedere supra §6) e l’interrogazione; la non effettività della causa addotta; l’irrilevanza informativa; la diminuzione della
forza argomentativa in un contesto dialogico; il valore finale della subordinata introdotta da porque; l’incidenza di avverbi quali quizás, probablemente.
8.1. Porque + congiuntivo in frase interrogativa
La subordinata può utilizzare il modo congiuntivo all’interno di una
struttura interrogativa per mettere in discussione l’effettività della causa,
oppure per mettere in discussione che la connessione tra causa-effetto sia
reale ed effettiva.
(195)
/ no? fíjate que / Rayan / y [/] y [/] y Pitman / cuando / hablaban de
esta posibilidad / &mm / decían / bueno / en los sitios donde hay una
[/] una depresión / no ? una / &mm [/] algo que está muy por debajo
del nivel del mar / y [///] pero sólo es eso ? sólo puede ocurrir / porque
una parte de la tierra esté / más deprimida que [/] que el resto / o [/] o
puede ocurrir / &ah / en otras partes / y por otras causas ? [emedsc01]
₪ Non abbiamo trovato nessuna occorrenza in italiano di causale con
congiuntivo in una frase interrogativa. Nelle grammatiche abbiamo invece
individuato un singolo riferimento, anche se sprovvisto di esempi: «Le
congiunzioni causali possono talora costruirsi anch’esse col congiuntivo,
quando cioè dipendono strettamente da una proposizione negativa o
interrogativa» (Fornaciari 1974, p. 402).
8.2. Porque + congiuntivo con valore finale
In spagnolo vi sono alcuni casi con subordinata introdotta da porque con
verbo al congiuntivo, senza che la subordinata sia interessata da alcuna
negazione. La spiegazione di ciò si basa sull’affinità che sussiste tra le subordinate causali e finali. Con il modo congiuntivo vengono diluite le
imprecise frontiere tra motivo e intenzionalità (Galán Rodríguez 1999, pp.
3599-3600).
In italiano, perché è congiunzione causale e finale. Come nesso finale introduce sempre subordinate al congiuntivo: «perché, accompagnato dal con-
128
Subordinate causali
giuntivo ha valore finale» (Giusti 2001 II, p. 822). In spagnolo, i nessi
sono diversi (porque: causale; <para que>: finale), ma le grammatiche segnalano che esiste una stretta affinità tra causali e finali come estremi opposti dello stesso ambito intorno all’espressione causa-effetto. «La interpretación del proceso causa-efecto dependería, por tanto, de la percepción
cronológica de los hechos: si el emisor se sitúa en el ‘antes’ (el motivo),
expresa la realidad de la causa y la presuposición o certeza del cumplimiento. Si se sitúa en el ‘después’, la causa es una virtualidad cuyo efecto
no puede enjuiciarse con valores de verdad. Los momentos temporales
están en conexión con rasgos de modo, de ahí que las causales se construyan con indicativo (modo de la realidad) mientras que el modo de la finalidad es el subjuntivo (virtualidad)» (Galán Rodríguez 1999, p. 3600).
La subordinata finale non comunica un fatto bensì un obiettivo, un
avvenimento virtuale, il quale, se è realizzato, è necessariamente posteriore
al momento indicato dalla frase principale. Nelle frasi finali, quando il
nesso introduttore non è propriamente finale, è il modo verbale – insieme
ad altre caratteristiche dell’enunciato – a permettere di delimitare il valore
finale della frase. La congiunzione porque, per esempio, introduce prototipicamente subordinate causali, ma può assumere un valore finale quando
la subordinata ha il verbo al congiuntivo e designa una finalità.
La possibilità che ha la congiunzione porque di introdurre una subordinata
che esprime finalità, ha originato la problematica intorno a come si debba
scrivere questa congiunzione, se attaccata o separata. Il DRAE offre
l’accezione del suo valore finale sotto il lema porque; Alarcos (1994, p. 371),
invece, preferisce la soluzione di scriverla separatamente: <por que> (Hacía
lo posible por que me dejasen solo lo más pronto posible).
I corpora offrono tre esempi di subordinata finale introdotta da porque. Il
criterio ortografico adottato è mantenere l’unità.
(196) a. BEA: [<] <no no / retraso [/] no> // retraso del lenguaje me [/] me
refiero [/] me refiero / a un retraso / de más de dos años respecto de su
edad // o sea un retraso +
LUC: ¡ah! / <considerable> //
BEA: [<] <xxx / Guille> tenía / en ese momento siete años / bueno /
ya le oirás // ya le oirás // muy poco léxico / muy + sabes ? que es
bastante interesante //
LUC: hhh //
%act: (1) assent
BEA: bastante interesante // sí // pues eso / más que todo / porque lo
Felisa Bermejo Calleja
129
oyeras // y si no / pues cosas que han escrito / los niños que +
LUC: y eso se puede analizar / claro //
BEA: sí sí sí sí // además / te lo digo porque / está hecho esto // está
[///] hay un análisis fonológico / un análisis pragmático / un análisis
semántico / &pa [///] que / está realizado / pasándoles las &de [///]
además está / cómo se le pasa + Laura Bosh / sí que / lo conocerás /
no ? [epubdl05]
b. ABE: mientras estamos ahí // bueno / nos pasamos ya / los veinte minutos / o los veinticinco que quedaban de partido / sufriendo / porque
no cambiara el resultado // o sea nos veías / que cada vez que se acercaba a la <portería> / [efamdl31]
c. PEP: / y / estaba esperando / a papa //
JOS: y por qué tiene que ir papa ?
PEP: eh ? porque / iba a ir con ella / a que + ha llamado ella / que [/]
que fuera papa con ella / porque no fuera a ir / sin pagar por [/] por no ir
sola // que quería que fuera / papa con la [/] con ella // [efamdl05]
₪ Il nesso perché introduce subordinate finali con il verbo al congiuntivo.
Lo spagnolo dispone di due nessi differenziati per introdurre subordinate
causali: porque e subordinate finali: <para que>. Si è visto che in spagnolo si
trovano costrutti con porque + congiuntivo con valore finale. In italiano,
perché + congiuntivo riceve automaticamente l’interpretazione di subordinata finale.
8.3. Porque + congiuntivo con valori collegati a un tempo
cronologico futuro
La situazione descritta dalla subordinata non è avvenuta: è proiettata in un
punto del futuro in cui non si fa riferimento a eventi fattuali, ma virtuali;
per questo motivo la causa è appunto virtuale. Si può osservare negli
esempi (197 a, b) che le subordinate causali fanno parte di un contesto finale e volitivo.
(197) a. ALF: [<] <entonces / si en algo> / que / queréis que colabore / y estoy pensando / que es una bobada / para qué voy a colaborar / si no [/]
si no voy a favor / de una cosa ? para estaros mareando constantemente
/ y que me terminéis arrinconando / porque no me soportéis ? [efamcv11]
b. HEL: [<] <estábamos enrollados / claro / él sabía que> / hhh / yo estaba con otra persona // hhh y &em [/] empezó todo como un rollo /
sabes ? qué pasa ? que la cosa se está poniendo seria / y [/] y pues claro
130
Subordinate causali
/ ya le molesta / tío / normal // a mí también me molestaría // pero
[/] pero yo ahora + es que no sé // yo &cuan [///] yo creo que cuando
lo deje con Andreas / quiero dejarlo / porque / yo / quiera dejarlo / no
porque el otro me diga / o lo dejas / o te dejo yo / sabes ? [efamdl30]
₪ In italiano, in questi contesti non si usa il congiuntivo.
8.4. Porque + congiuntivo: replica
Sulla base dell’uso che nelle subordinate concessive spagnole si fa del congiuntivo, si trovano casi di subordinate causali nelle quali si riscontra un
uso simile, o che risponde alle stesse motivazioni. Nelle concessive si può
usare il congiuntivo nonostante la subordinata designi un fatto vero, e
quindi abbia carattere fattuale; si tratta del “subjuntivo polemico” (vedere
infra cap. 10). Allo stesso modo, anche in determinate subordinate causali
è impiegato il congiuntivo. Si tratta, in genere, di situazioni di dialogo. Il
congiuntivo è più adeguato dell’indicativo in un dialogo in cui il parlante
replica l’argomentazione dell’interlocutore o intende invalidare gli argomenti che quest’ultimo potrebbe utilizzare. La subordinata riprende un
fatto già menzionato nel discorso, con la finalità di metterlo in discussione
e di rifiutare il valore argomentativo che l’interlocutore vi ha posto o può
darvi. Essa possiede un forte carattere polemico e non cooperativo (Pérez
Saldanya 1999, p. 3303).
(198) a. BEC: [<] <pero a mí lo que me joroba es [/] es que sea en> un medio
público // si lo demás me da igual // pero que en un medio público /
se paguen esas millonadas / porque alguien hable de su vida privada no me
parece ético // a mí es que no me parece ético // [efamdl18]
b. FIS: me puede usted decir / cuál es la diferencia / entre / una persona
cualquiera + porque claro / aquí estamos hablando de algo que es curioso // de delincuentes // y por qué no le pegan una patada a la puerta
de usted ? a ver qué es lo que hay dentro de su casa / o de la mía ? simplemente porque haya un policía / que piense que en la casa de usted / o
en la mía / estamos vendiendo drogas // qué garantías tenemos / de
algo tan fundamental como es la paz en nuestro domicilio? [enatla01]
L’uso del congiuntivo nella replica è basato su fattori di carattere informativo (tema-rema). L’informazione è nota, e il parlante vuole diminuire la
forza argomentativa della causa addotta dall’interlocutore, presente o assente.
Felisa Bermejo Calleja
131
Nel seguente esempio, la ripresa appartiene ad una terza persona non presente in questa conversazione. Comunque si tratta di una svalutazione
dell’argomento altrui.
(199)
MON: [<] <pero> / y Chus qué opina de lo de tu cumpleaños ? que te
hicieron ? no le [/] no ha hablado con Vanesa de ese tema él ?
MAR: no // porque él dice que / él no se mete / en lo de nosotras // él
opina que / han hecho muy mal / y que se están portando muy mal /
<y> +
MON: [<] <pero> / eso se lo habrá dicho a Vanesa él //
MAR: &mm / no // no // no // no sé // me [/] no me ha dicho nada
Rubén // pero me parece que no / hhh [/] que / él / dice que se mantiene en el medio / y que / hhh [/] y que / hhh [/] y que nada / que /
no opina / o sea / que / él / todo el rato saca la cara / porque / le apeteciera estar con su hermano / y conmigo / y a él le sienta mal que me
hagan a mí eso / tal ... y yo también le he dicho a Rubén que él también
se fue // [efamdl16]
In un contesto concessivo-condizionale.
(200)
INT: que por otro lado / pues bueno / si es un cliente / aunque se /
enfade / porque le hagas una tercera llamada / si te dice que no / te da lo
<mismo que>
GAR: [<] <no> //
INT: / se vaya enfadado // [epubdl13]
₪ In italiano non si usa il congiuntivo in situazioni di replica.
8.5. Porque + congiuntivo con elementi dubitativi, ipotetici e
volitivi
Borrego/Asencio/Prieto (1985, p. 149) fanno presente che con avverbi o
altri elementi che esprimono probabilità (probablemente), dubbio (quizás,
<tal vez>) o desiderio (ojalá), la subordinata introdotta da porque può contenere il verbo al congiuntivo. Con il congiuntivo, si mette in dubbio la
validità della causa. Il parlante non si compromette sul valore di verità
della subordinata causale, e non si pronuncia sul compimento di tale
causa.10
10 I contesti dubitativi, ipotetici e volitivi sono segnalati anche da Porto Dapena
(1991, p. 219) e da García Santos (1988, p. 177).
132
Subordinate causali
(201)
/ ustedes denuncian / y no tienen ningún interés en que haya filtración
/ la policía no tiene ningún interés en que se filtre la [/] la situación / y
van al juzgado de guardia / en el juzgado de guardia / evidentemente /
en el mayor de los secretos / dan el mandamiento / y la policía interviene // por qué no aparece la droga ? quizás porque no la hubiera ? [enatla01]
₪ In italiano elementi quali probabilmente, forse o magari non danno origine
all’impiego del congiuntivo in nessun caso.
(202)
ROS: &he / no / mi è successo quando ero più piccola // adesso ho
imparato che / bisogna prima conoscerla una persona // perché / proprio perché magari / all' inizio ti può sembrare antipatica / o [/] o non /
comunque / affine con il [/] con i tuoi gusti / poi dopo invece può risultare una persona molto interessante // [imedin01]
9. Riepilogo
9.1. Causali e congiuntivo: dissimmetrie
Rispetto all’uso del modo congiuntivo, nelle subordinate causali si osservano alcune differenze tra l’italiano e lo spagnolo.
Rispetto all’incidenza della negazione sulla causale, la differenza si focalizza nei casi in cui tale negazione precede il verbo della principale. Mentre
in italiano si usa esclusivamente il modo indicativo, in spagnolo possono
essere usati i due modi.
In spagnolo, indipendentemente dalla negazione e a differenza
dell’italiano, è possibile usare il congiuntivo:
–
–
–
–
nelle interrogative;
se l’evento si situa in un tempo cronologico futuro;
in una replica;
con elementi che indicano desiderio, probabilità.
9.2. Nessi
Rispetto ai nessi introduttori di subordinate causali, si può affermare che
perché corrisponde a porque e siccome corrisponde a como (causale). Entrambi
Felisa Bermejo Calleja
133
sono i più usati in assoluto. Anche con il que e che causali c’è corrispondenza.
Per quanto riguarda la corrispondenza tra gli altri nessi, la situazione non è
tanto chiara. Si può anticipare che essi non si corrispondono sulla base di
affinità fonica o lessicale. Se osserviamo la frequenza di uso nei corpora
esaminati, l’ordine per frequenza (da maggiore a minore) in ogni lingua è:
spagnolo
<ya que> (17) F e I
<puesto que> (10) F e I
<dado que> (4) F
<debido a que> (3) F
italiano
<visto che> (24) F e I
<in quanto (17) F e I
<dato che> (8) F e I
<poiché (3) F
<dal momento che> (3) F e I
Nei corpora di lingua spagnola non ci sono occorrenze di <visto que>; invece, in italiano, <visto che> è il nesso più usato. D’altro canto, giacché non
compare nei corpora di italiano di C-ORAL, mentre in quelli di lingua
spagnola <ya que> è il nesso più frequente dopo porque e como.
In spagnolo, <ya que> e <puesto que> sono impiegati sia nel registro formale che informale. <Dado que> e <debido a que> sono stati usati solo nel
registro formale.
Rispetto alla posizione della causale, a seconda che preceda o segua la
principale, i dati che emergono esaminando le occorrenze con subordinate
causali introdotte da <ya que> hanno un certo interesse. Nel registro informale, infatti, tutti gli interventi (tranne uno) presentano la causale in
posizione anteposta rispetto alla principale e l’informazione data è nota
(nel dialogo la riprende da interventi precedenti); invece, per quanto riguarda il registro formale, nella maggioranza delle occorrenze la subordinata causale segue la principale. Tutti gli interventi corrispondono a programmi dei media, di cui buona parte appartiene a telegiornali.
Si osserva che tutte le subordinate causali introdotte da <puesto que> seguono la principale.
In italiano tutti i nessi sono stati impiegati sia nel registro formale sia in
quello informale, tranne che poiché, usato solo nel registro formale.
Capitolo 6
SUBORDINATE FINALI
1. Definizione
Le subordinate finali esprimono uno scopo, un proposito, un’intenzione.
Se costituiscono una struttura esplicita, selezionano sempre il congiuntivo.
Se la subordinata è implicita, l’infinito è semplice. La realizzazione del
contenuto della subordinata finale è sempre successiva a quello della principale. «La finale sottintende un atteggiamento di tipo volitivo-intenzionale
sulla realizzazione del quale non può esserci certezza fattuale. Il modo finito della frase finale è il congiuntivo: da questo dipende le diverse sfumature di volontà ed intenzionalità che si intrecciano nell’espressione della
finalità» (Bertuccelli 2001 II, p. 818).
2. Nessi finali
2.1. Inventario e tabelle
Il nesso finale spagnolo per eccellenza è <para que> nelle esplicite e para
nelle implicite. In italiano, i più rappresentativi sono, rispettivamente,
perché e per. Gli altri nessi presentano usi più ristretti.
136
Subordinate finali
esplicite: congiuntivo
spagnolo
<para que>
que
<a que>
<a fin de que>
<con el fin de que>
<con el objeto de que>
<con el propósito de que>
<con (la) intención de que>
<con objeto de que>
<al objeto de que>
italiano
perché
affinché
che
acciocché
onde
implicite: infinito semplice
spagnolo
italiano
para
<a fin de>
<con el fin de>
<con el objeto de>
<con objeto de>
<con el propósito de>
<con intención de>
a
per
<al fine di>
<allo scopo di>
<con lo scopo di>
<nell’intento di>
a
Non si sono riscontrate occorrenze dei seguenti nessi:
In spagnolo
Esplicite: <a fin de que>, <con el fin de que>, <con el objeto de que>, <con el
propósito de que>, <con intención de que>, <con la intención de que>, <con objeto
de que>, <al objeto de que>. Implicite: <a fin de>, <con el objeto de>, <con el
propósito de>, <con objeto de>.
In italiano
Esplicite: acciocché, onde. Implicite: <allo scopo di>, <con lo scopo di>,
<nell’intento di>.
₪ Le locuzioni italiane <allo scopo di>, <con lo scopo di>, <nell’intento di>
possono soltanto introdurre subordinate finali implicite; ciò individua una
Felisa Bermejo Calleja
137
differenza rispetto alle corrispettive spagnole, in quanto queste ultime,
seguite dalla congiunzione que, introducono subordinate esplicite.
2.2. Frequenza del nesso perché nel corpus di C-ORAL
Dopo la ricerca delle occorrenze con perché come nesso finale, che ammontano a un totale di ventitré, l’impressione netta è che ci sono pochi
casi di perché introduttore di subordinata finale. Infatti, se si esamina il
numero totale di 2124 occorrenze di perché, si osserva che neanche una
trentina di esse sono finali. La domanda è: quale struttura si usa per esprimere la finalità? Una possibile risposta rinvia al fatto che la subordinata
finale implicita è più usata dell’esplicita, ovvero è «la soluzione più frequente» (Serianni 1988, p. 490). Effettivamente, i corpora di C-ORAL
forniscono più di 400 occorrenze con la struttura “per + infinito” con valore finale. Inoltre si riscontra un altro dato rilevante, ovvero l’uso della
costruzione causativa <fare + infinito>, «anche perché nella lingua parlata,
il costrutto esplicito viene trasformato in implicito mediante un verbo causativo: “te lo dico perché tu ci vada” → “te lo dico per fartici andare”»
(Sabatini in Serianni, 1988, p. 490). Nei corpora italiani di C-ORAL si
sono riscontrate ventitré occorrenze della costruzione <per far(e)> + infinito, tredici in files di registro formale e dieci in files di registro informale
(vedere infra es.190).
(203)
VFC: in un paese in cui la paga mensile è di circa sessantamila lire / la
pesca di frodo / è un modo per tirare avanti // il ricavo di uno storione
/ è sufficiente per far vivere un mese / un' intera famiglia // [imedrp02]
Osserviamo adesso la tabella che riporta i dati numerici delle occorrenze
di perché:
files
perché
(occorrenze)
perché finale
(occorrenze)
F nat
F med
I fam
I tel
I pub
totale
451
351
949
137
236
2124
9
4
6
1
3
23
<per far(e) sì che>
+ congiuntivo
(occorrenze)
5
1
0
0
0
6
138
Subordinate finali
Come si desume dalla tabella precedente, nei file nat ci sono nove occorrenze di esplicita finale introdotta da perché (quattro sono dette nella predicazione), e vi sono cinque casi di fare + infinito e cinque di <per far(e) sì
che> + congiuntivo.
Nei file med, ci sono in assoluto 351 occorrenze di perché, di cui quattro
sono subordinate finali. Ci sono otto occorrenze di <per far(e)> + infinito
e una di <per far(e) sì che> + congiuntivo.
Nei file fam, dalle 949 occorrenze di perché, in solo sei casi questo nesso è
introduttore di una subordinata finale esplicita. Ci sono sette occorrenze
di <per far> + infinito, e nessuna di <per far sì che>.
Occorre a tal proposito fare alcune osservazioni.
La prima di esse riguarda l’enorme differenza tra l’espressione di causalità
e quella di finalità. Ammesso che tra le occorrenze di perché ci sono anche
tutti i casi interrogativi – diretti e indiretti –, è innegabile che il numero di
occorrenze che esprimono finalità è veramente esiguo.
Una seconda osservazione prende spunto del commento di Serianni
(1988, p. 490) sulla preferenza d’uso da parte degli italiani della struttura
implicita, per quanto riguarda le subordinate finali. In effetti, il numero di
esplicite è molto ridotto. Serianni sostiene l’ipotesi che la subordinata finale esplicita viene sostituita dal costrutto con verbo causativo seguito da
infinito. In effetti, si osserva che, nei file di media e familiari (senza differenza di registro), sono più numerosi i casi di costrutti causativi che quelli
di frasi esplicite.
Un terzo rilievo riguarda il fatto che la costruzione esplicita con verbo
causativo <per far sì che> viene poco usata; ciò corrobora l’affermazione di
Serianni sulla preferenza della struttura implicita da parte dei parlanti. In
ogni caso, in cifre assolute, sorprende il numero tanto limitato di subordinate finali esplicite.
Per completezza, si veda anche il rapporto causalità/finalità in spagnolo
prendendo i nessi porque / <para que>.
Felisa Bermejo Calleja
139
files
F nat
F med
I fam
I tel
I pub
totale
porque
(occorrenze)
322
271
1027
106
231
1957
<para que>
(occorrenze)
60
44
91
14
27
236
Rispetto al numero di occorrenze della struttura implicita, causale e finale,
i risultati si capovolgono. Nei corpora di C-ORAL ci sono infatti 51 occorrenze di por + infinito a fronte di 496 occorrenze di para+ infinito.
3. Tipologia delle subordinate finali
Le subordinate finali possono essere esplicite o implicite a seconda del
modo finito o infinito del verbo.
Dal punto di vista semantico, si distingue la finale pura dalla finale con significati che si discostano dell’espressione di intenzione o proposito. Nelle
finali pure (obbiettivo come intenzione-proposito), i soggetti partecipanti
sono entità animate (autentici agenti), dato che «el carácter volitivo-intencional que define el propósito sólo es atribuible a los seres humanos»
(Galán Rodríguez 1999, p. 3621). Le subordinate finali “non pure” hanno
quindi il soggetto inanimato o generico, o sono impersonali; ad ogni
modo, esse non stabiliscono una correlazione di “proposito”. Queste frasi
presentano l’obbiettivo come ‘utilità’, come ‘conseguenza’, come ‘contrasto’ o come ‘desiderio’.
In base ad un criterio sintattico, le finali si dividono in subordinate integrate o periferiche, a seconda del grado di dipendenza rispetto al predicato
della sovraordinata. Tra le frasi finali integrate si distinguono quelle complementari di un nome, complementari di un aggettivo e complementari di
un verbo. Le finali periferiche «no establecen una correlación de finalidad
(prospectividad o intención) con respecto al término A [principale], sino
con la enunciación de dicho término» (Galán Rodríguez 1999, p. 3628).
Sono considerate “false finali” o “pseudofinali” (cfr. anche Porto Dapena
1991, p. 212).
In italiano, Bertucelli (2001 II, pp. 819-820) distingue dal punto di vista
sintattico due ordini di frasi finali: finali circostanziali e avverbiali di frase.
140
Subordinate finali
Le finali circostanziali «modificano il contenuto proposizionale della frase
principale»; quindi istaurano un rapporto forte di coesione con il predicato
reggente. Si corrispondo con le finali integrate, definite prima da Galán
Rodríguez. Le finali avverbiali di frase «modificano il contenuto comunicativo della frase principale, ovvero l’atto linguistico che si compie attraverso di essa», ma non modificano il predicato della sovraordinata; esprimono pertanto il “fine del dire” e non quello del contenuto proposizionale della frase. Si corrispondo con le finali periferiche, così denominate
da Galán Rodríguez per lo spagnolo, e anche con le finali del dire (o lo
scopo del dire) per l’italiano, secondo la terminologia di Prandi (1996, pp.
67-101).
Prandi (1996, pp. 80-81) distingue tra scopo del fare e scopo del dire, e
questo ultimo fa riferimento alle finali marginali, che non hanno una relazione finale tipica né oggettiva con il contenuto della principale, ma esplicitano «un fine connesso all’enunciazione». Le finali del dire «accettano in
genere una ripresa che si appoggi a un verbum dicendi»; così la frase Per essere
sincero, quella persona non mi piace può essere staccata dalla principale con una
forma del verbo dire: Quella persona non mi piace. Lo dico per essere sincero. Le
espressioni del fine del dire si comportano analogamente agli avverbi legati
all’enunciazione e come essi hanno una grande mobilità all’interno del periodo in quanto possono apparire in posizione iniziale, finale e parentetica.
Le subordinate finali introdotte da para e <para que> in spagnolo o da per e
perché in italiano hanno in linea di massima gli stessi valori; esse possono
essere “finali pure”, cioè di proposito-intenzione, oppure possono veicolare altri valori (condizionali, consecutivi, concessivi, di successione spaziale o temporale) o infine avere usi di frasi incisive, etc. La tipologia, nella
sua diversità, è similmente applicabile all’italiano e allo spagnolo.
4. Modo verbale delle subordinate finali
4.1. Esplicite
Il modo selezionato nella subordinata finale esplicita è sempre il congiuntivo. Ciò che la subordinata finale esprime è un’azione prospettiva o fatto
virtuale, il che giustifica l’uso del congiuntivo. Siccome, nella correlazione
con la principale, la subordinata ha un significato prospettivo, la frase non
afferma se l’obbiettivo è stato raggiunto, e di conseguenza il parlante non
Felisa Bermejo Calleja
141
si compromette (né afferma né sostiene il contrario) sul compimento del
contenuto della subordinata.
4.1.1. In spagnolo
<para que>
(204) a. EST: no es bueno / que los problemas internos / acaben convirtiéndose
/ en problemas de gobierno // porque los ciudadanos / votan programas / y políticos para que los desarrollen // y al final / los problemas
internos entorpecen los programas / y dificultan las relaciones políticas
// luego deseos de buena voluntad // [emednw04]
b. RIC: hay que ver / eh ? parece mentira // hhh // ahora te lo digo //
para que se cabree // [efamcv14]
c. hay que recordar / que hay virus / que afectan a unos determinados
órganos // o sea para que un virus afecte / tiene que / haber en las células / unos receptores específicos / que es a los que el virus reconoce /
y por eso entra en esas <células> // [emedsc02]
<a que>
(205)
JES: también fue bueno lo de / hhh [/] lo de cuando Chema va a [/] va
a que le den / lo del peregrino / ahí / a Santiago / no ? [efammn05]
que
(206)
// y claro como / lo teníamos bueno + me bajaba / a jugar a la calle / a
[/] a [///] me bajaba yo / que jugara él / porque no lo quería dejar solo
[efammn02]
<a fin de que>
(207)
Tales productos se guardan en la nevera a fin de que se conserven frescos
más tiempo (Santos Río 2003, p. 392).
<con la intención de que>
(208)
Lo dije así con la intención de que se me entendiera bien (Santos Río 2003,
p. 422).
<con el objeto de que>
(209)
Vino una pareja con el objeto de que le enseñáramos la casa que estaba en
venta (Garcés 1994, p. 111).
142
Subordinate finali
4.1.2. In italiano
perché
(210) a. // la Fiorentina / rivolge un caldo appello a tutti i tifosi / perché mantengano sempre un contegno disciplinato e corretto / e si adoperino per
prevenire eventuali incidenti / e per individuare i responsabili // attenzione // [ifamcv10]
b. // io ritengo che / è una proposta che faccio / che l' assemblea / possa
concludersi con una [///] con un mandato al [/] al comitato / o comunque insomma al laboratorio / perché / fin da domani / si possa lavorare concretamente / insieme anche agli altri soggetti fiorentini / alla
realizzazione concreta di questa proposta che noi facciamo attraverso
questo documento // [inatpd01]
c. FAS: [<] <è che un' inchiesta / un' indagine / perché produca un effetto> / richiede una condizione / l' imparzialità dell' indagante //
[imedts04]
affinché
E’ da notare che solo un’occorrenza di affinché appartiene al registro informale. Le altre cinque appartengono al registro formale, e sono espresse
da due diversi parlanti: tre per il primo [inatpe03] e due per il secondo, che
è un predicatore [inatpr02].
(211)
// la capacità di risolvere i problemi / è il sapere del saper fare per eccellenza // e quindi / è questo che noi dobbiamo costruire // utilizzando
le discipline // che sono il nostro strumento principe // con il corollario di tutte quelle cose / che non sono / i giochi / l' animazione del club
Mediterranée / ma sono funzionali affinché quelle discipline / s' imparino
meglio // [inatpe03]
che
(212) LAU: vabbè / ma noi possiamo metterla anche piena // quello che [/] che
si diceva prima / era creare / no / integrare questo muro / all' edificio
// quindi / prolungarlo / in questo lato qui / farlo diventare / a un
certo punto / copertura // curva // che inglobi qui / i nostri elementi
// [ifamcv16]
Felisa Bermejo Calleja
143
acciocché
(213)
Ho impartito disposizioni precise acciocché non sbagliassero (Dardano/Trifone 1983, p. 316).
onde
(214)
Si sollevò sulla punta dei piedi onde lui potesse scorgerla (GGIC II 2001,
p. 822).
4.2. Implicite
Se il soggetto della principale e della subordinata coincide, la struttura di
quest’ultima sarà implicita.
(215)
ABU: digo luego iré allí al [/] al [/] al hogar / para decirte adiós / porque me voy mañana ... [efamdl32]
Per l’implicita è necessario che gli agenti implicati nell’azione siano coreferenziali. La coreferenzialità coinvolge anche i complementi.
(216)
// tanta fue su fama en esos años / que le llamaron de Roma / para
colaborar en la reforma del calendario / y hasta imaginó / la creación de
androides // [emedsc04]
Tuttavia ci sono casi particolari in cui, pur coincidendo il soggetto della
principale e della subordinata, si usa la struttura esplicita. Tali casi hanno
una delle seguenti caratteristiche: il verbo principale è passivo; i soggetti
designano entità inanimate; il verbo principale «está modalizado», cioè
indica ordine, consiglio o desiderio; nella frase si esprime «la actitud del
hablante» (Galán Rodríguez 1999, p. 3634).
(217)
[///] Paco / lo que tiene es / tendencia / a [/] a [/] a arrastrar a otros
// con él // para que no sea él el único // [epubdl08]
Per le implicite si usa l’infinito semplice. Non può essere usato l’infinito
composto, perché indicherebbe un’azione anteriore a quella indicata dal
verbo della principale, il che è contraddittorio con l’idea del proposito o
intenzione che eventualmente si realizzerà con posteriorità rispetto al
tempo della principale.
144
Subordinate finali
4.2.1. In spagnolo
para
(218) a. HEL: sí // que / estaba Verónica que cada dos por tres / te llamaba por
teléfono para preguntar que qué tal / [efamdl27]
b. // tanta fue su fama en esos años / que le llamaron de Roma / para
colaborar en la reforma del calendario / y hasta imaginó / la creación de
androides // [emedsc04]
<con el fin de>
(219)
// para ello / el crédito / inicialmente obtenido / en las primeras /
aportaciones / lo reinvierten continuamente / como si fuera un juego de
bolsa / con el fin de aumentarlo / indefinidamente / o al menos / mantenerlo constante / sin el deterioro / que el paso del tiempo implica //
[enatco02]
<con la intención de>
(220)
NAT: xxx / unos [/] unos meses ... venía con la intención de quedarse /
pero al final tuvo problemas / con / la homologación del título / resulta
que se fue / y cuando se fue / a la semana / le dieron la homologación
// hhh / o sea que <xxx> [epubdl06]
a
(221)
/ durante este momento / pues no tienen derecho / a visitas familiares
/ nada más que / generalmente / una vez a la semana / y el [/] las personas que / entran a verle / están muy restringidas / tienen que entrar
con su libro de familia / y otros requisitos / no puede entrar cualquiera
// [enatla02]
<a fin de>
(222)
A fin de evitar escándalo se colocarían en un coche de segunda (Alarcos
1994, p. 372).
<con el propósito de>
(223)
He salido de casa con el firme propósito de acabar de una vez por todas
(García Santos 1988, p. 162)
Felisa Bermejo Calleja
145
4.2.2. In italiano
per
(224) a. // questa teoria estrusiva / della visione / è / da Dante / sempre
contestata / in questo / molto modernamente / perché ormai / tutti /
dobbiamo essere d' accordo / sul fatto che / nulla / esce dal nostro occhio / per colpire l' oggetto / ma che è l' oggetto / che entra da noi //
[inatco01]
b. // i compiti della missione sono chiari // rendere sicure le vie d' accesso
all' Albania // espandere il dispositivo di sicurezza sul territorio / per garantire / la distribuzione dei rifornimenti // [imednw01]
<al fine di>
(225)
/ in pazienti / con episodi ischemico transitorio cerebrale / oppure un
episodio maggiore / e neurologico / recente / ai fini di un migliore inquadramento patogenetico / quindi al fine di escludere / o confermare /
l' ipotesi / di un danno legato / a un problema carotideo // [inatco03]
a
(226)
// ero andato a cercare / 'un va a pigliare / un pezzo di legno / per fare
/ un pò di foco / e m' è cascata / tutta la catasta addosso // guardate
un pò / come mi son ridotto // porca miseria // via via / mettiti a letto
// a vedere se tu ti rimetti un pò in sesto // [ifammn04]
da
Serianni (1988, p. 492) segnala che la preposizione da «ha valore finale in
dipendenza da verbi come dare, lasciare, offrire, porgere, portare o da sostantivi
e aggettivi per indicare la funzione, l’utilizzazione o la destinazione di ciò
che essi esprimono”. Segnala anche che in certe espressioni il valore è
“propriamente a metà tra il finale e il consecutivo».
(227)
GCM: no // a noi ci fa programmi <differenziati> //
VAL: <sì / ma vi dà anche> a voi / una cosa da leggere //
GCM: sì / eh // [ifamcv27]
₪ In spagnolo, non c’è una corrispondenza lessicale diversa da para.
<allo scopo di>
(228)
L’ho fatto allo scopo di aiutarlo (Dardano/Trifone 1983, p. 316).
146
Subordinate finali
<nell’intento di>
(229)
La Società di geografia, fondata da Ismail al Cairo, nell’intento di preparare
scorte e ogni aiuto pratico alle spedizioni europee (Serianni 1988, p.
491).
5. Casi particolari
5.1. Verbi di movimento + {a/para}
In alcune occasioni le subordinate introdotte dalla preposizione a, se il
verbo della principale è un verbo di movimento, possono essere interpretate come finali. Sembra che a differenza di para, che esprime nettamente
la nozione di finalità, la preposizione a esprima anche l’idea di traguardo o
destinazione del verbo principale (cfr. Galán Rodríguez 1999, p. 3638).
Implicite
(230) a. / durante este momento / pues no tienen derecho / a visitas familiares
/ nada más que / generalmente / una vez a la semana / y el [/] las personas que / entran a verle / están muy restringidas / tienen que entrar
con su libro de familia / y otros requisitos / no puede entrar cualquiera
// [enatla02]
b. // non è [/] non c' è il medico presente nella struttura / quindi / noi abbiamo una totale responsabilità di quello che accade all' interno di essa
// il medico viene una volta la settimana a [/] a visitare i propri pazienti
// [ifammn16]
Esplicite
(231) a. GUI: ya // si yo tuve que ir yo / a que te [/] <a te que> [/]
ABU: [<] <claro> //
GUI: a que te <curaran> // [efamdl17]
b. JES: también fue bueno lo de / hhh [/] lo de cuando Chema va a [/] va
a que le den / lo del peregrino / ahí / a Santiago / no ? [efammn05]
₪ Se per le implicite si rileva un comportamento fondamentalmente simmetrico in italiano e in spagnolo, per le esplicite le differenze si lasciano
invece sentire, perché in italiano l’uso di <a che> con valore finale è molto
raro (Serianni 1988, p. 491); di fatto nei corpora non vi è nessun caso. In
dialoghi simili a quelli esemplificati in spagnolo, in italiano si userebbe la
Felisa Bermejo Calleja
147
costruzione causativa <per far> + infinito (il corrispondente costrutto in
spagnolo non avrebbe senso in questi contesti).
5.2. <per far(e)> + infinito
La costruzione causativa con il verbo far(e) + infinito è usata con elevata
frequenza nelle subordinate finali introdotte da per. Tale impiego differisce
completamente dallo spagnolo, in quanto nelle subordinate finali non si
usa la costruzione causativa hacer + infinito (in effetti, non si è riscontrata
nessuna occorrenza con tale costruzione).
Va specificato che non stiamo affrontando la questione dell’uso del verbo
causativo fare/hacer in termini generali, anche se è palese che il suo uso è
significativamente inferiore in spagnolo; si tratta invece, in queste pagine,
di osservare l’impiego di tali strutture nella subordinata finale.
₪ Il costrutto <per far> + infinito trova corrispondenza in spagnolo solo
nella combinazione <para que> + congiuntivo, perché in questo contesto
sintattico la costruzione causativa spagnola sarebbe agrammaticale.
(232) a. VFC: in un paese in cui la paga mensile è di circa sessantamila lire / la
pesca di frodo / è un modo per tirare avanti // il ricavo di uno storione
/ è sufficiente per far vivere un mese / un' intera famiglia // [imedrp02]
b. // il concilio si aprì / a Ferrara / e a Ferrara / stette poco / poco più di
un anno e mezzo / però abbastanza / per far passare da Ferrara / una /
serie / di dotti / greci / i dotti / vescovi / greci / dotti / vescovi / bizantini / che / portarono a Ferrara / il gusto e la curiosità / del greco /
del greco // [inatte01]
c. / sicché / all' inizio / c' hanno detto che [/] che / insomma / che sarebbero arrivate con il [/] con il volo / successivo / no / da Roma // però
/ questo ragazzo qui / Michael / subito c' ha detto che / 'un era tanto
probabile / cioè / che lo dicon sempre // cioè / lo dicono / per farti
stare zitto / praticamente // sicché nulla / io / vabbè / dovevo fa' anche
/ no / la [///] il buon viso a cattivo gioco // [ifammn08]
d. ASS: sì // questa / non + no no / anche il mutuo / ce l' ho anch' io /
però / questo / proprio / non [/] non c' entra niente // il discorso +
ecco / io avevo elaborato / dei progetti / per farle vedere / giustamente /
su che [/] che differenze siamo / in base ai / versamenti / e alle forme /
assicurative // [ipubdl02]
148
Subordinate finali
e. LIA: [<] <quando stavano> insieme // che gliela portò / a lei / no ? per
farsi perdonare / che + che si doveva fa' perdonare / non l' ho mai voluto
sapere // [ifamcv01]
Si può paragonare l’esempio (232 d) con un parallelo spagnolo:
(233)
/ yo me acuerdo que todos los invitados de mi madre / se fueron al
restaurante / o a mi casa / y entonces / yo / tuve que ir con mi padre /
a ver a mi abuela / para que me viera vestida de comunión // [efammn06]
In qualche occorrenza si potrebbe, oltre al verbo al congiuntivo, usare in
spagnolo soltanto l’infinito. Questo è ammissibile perché il verbo in questione lo rende possibile. Ci sono infatti verbi con un’interpretazione causativa inerente, come ad esempio ammorbidire o suavizar, e l’interpretazione
ottenuta è equivalente a quella che induce la presenza di fare o hacer. In
spagnolo, in una subordinata finale come questa si potrebbe usare
l’infinito del verbo suavizar (oltre che il congiuntivo).
(234)
MAR: [<] <no no / ma> / cioè / ora / i processi produttivi / dello
steso tipo / che si fanno qui / per esempio / sono tutti diversi // cioè /
si usano degli enzimi particolari / per fare [/] per fare ammorbidire il lino
[ifammn23]
5.3. <per far(e) sì che>
I corpora di C-ORAL forniscono cinque occorrenze di questo costrutto
con verbo causativo e subordinata esplicita.
(235) a. / no in Africa / non [/] non si possono dare / sono troppo cari / per
cominciare // ma anche / risulta difficile seguire i pazienti / fare in
modo che prendano bene / la [/] la terapia / come è [/] è necessario per
far sì che sia efficace // è per questo che / nasce il progetto per / cercar
di dimostrare che invece è possibile // [imedrp03]
b. // io ho fatto un piccolo / come dire / volantino informativo per [/]
eventualmente per aderire / e mi auguro che su questa [/] su questo
tema / ci sia una convergenza più ampia possibile / perché credo che /
vada dato un messaggio importante / per far sì che insomma / su questa
questione / non ci sia / ovviamente diciamo / il silenzio dopo la protesta
// [inatpd03]
₪ In spagnolo non si usa il verbo causativo nell’espressione di finalità.
Non esiste nemmeno un equivalente rispetto al nesso <a fare sì che>. Se-
Felisa Bermejo Calleja
149
rianni (1988, p. 491) segnala anche questo nesso come introduttore di subordinate finali esplicite.
5.4. <servir para> ~ <servire {per/a}>
In spagnolo c’è un tipo di subordinata finale con obiettivo di ‘utilità’ che
dipende da verbi quali servir, utilizar, usar, emplear nella principale. Il nesso
usato in spagnolo è, in tutti i casi, para. Per tanto, con il verbo servir, per
esprimere finalità non è ammessa alcuna altra preposizione diversa da para.
(236) a. // Durán i Lleida / ha asegurado / que esta dimisión / servirá / para
mejorar el gobierno / y dejar claro / el terreno de juego / del delfín de
Pujol / Artur Mas // [emednw04]
b. // en soldadura se suelda / todas las esquinas / se [/] se sitúan piezas
que luego sirven para / ajustar / cualquier otro instrumento [/] &instru
[/] instrumento / y eso se hace todo en soldadura // [enatpe01]
c. / los ordenadores / pueden ser máquinas que trabajan en diferentes
sistemas operativos / pero normalmente hay dos / el Windows / y el
UNIX // sirve para que un señor que no tiene ni [/] ni idea / de ordenadores / pues bueno / pues igual que sabe manejar el Word / maneja un
programa de cálculo / y de esos / hay muchos en la universidad // [enatte02]
₪ In italiano si usa per o perché anche con tutti i verbi di ‘utilità’; ma il
verbo servire può anche essere accompagnato da un complemento preposizionale introdotto da a con valore finale.
(237) a. GNA: il mixer / serve più che altro per equalizzare // # quando c' è
molto bisogno d'equalizzazione // [ifamcv02]
b. // questo mare / ancora l' altro giorno / è servito perché arrivassero i
Curdi // [inatps01]
c. SRE: il mixer / se è amplificato / serve a amplificare le casse //
[ifamcv02]
d. / nella fattispecie del contratto dell' università / il lavoro interinale / nel
contratto / non viene [///] neanche viene posto / come / un elemento
/ precario / che però serve a riassorbire / il lavoro precario già esistente
/ e meno tutelato / [inatps03]
150
Subordinate finali
5.5. Subordinate finali senza nesso introduttore
Questa struttura ha sempre l’avverbio di negazione anteposto al verbo ser
o a verbi di opinione quali creer, pensar, decir, considerar, ecc. coniugati al
modo congiuntivo. Molte volte essi fanno parte delle perifrasi: <ir a> +
infinito o <tener que> + infinito.
“no + verbo al congiuntivo + que + congiuntivo”
(238) a. INT: [<] <sí> // mejor llamarla / no sea que se la pase / y estar un poquito encima de ella ... [epubdl13]
b. PIL: escondí el anillo // digo / no sea que se le lleve // el anillo / que me
regaló el [/] la otra [/] el otro día // ¡ah! // hhh // [efamdl12]
₪ In italiano, la possibilità di esprimere finalità mediante una costruzione
negativa con i verbi citati al congiuntivo è assolutamente inesistente. Sánchez Montero (1996, pp. 133-134) segnala che «in questi casi e in questi
tipi di contesto, la lingua italiana si può servire di una costruzione con che:
Stai attenta che non cada il vaso di fiori – Ten cuidado, no vaya a caerse (no sea que se
caiga) el jarrón de flores».
6. Riepilogo
Sono pochi i nessi utilizzati nei corpora analizzati:
– per l’esplicita <para que>, que, <a que> in spagnolo, e perché, affinché, che in italiano;
– per l’implicita para, <con el fin de>, <con intención de>, a in spagnolo, e per, <al
fine di>, a in italiano.
Inoltre in italiano si usa il verbo causativo fare per esprimere finalità: per
far(e) + infinito e <per far(e) sì che> + congiuntivo.
Para, <para que>, perché e per hanno un uso molto più elevato rispetto agli
altri nessi; ciò è dovuto anche al fatto che essi hanno valori diversi da
quelli propriamente finali. In spagnolo, l’uso di <para que> è preponderante. In italiano, perché finale ha un numero di occorrenze limitato. In
confronto, è molto più frequente l’uso del perché causale. Se si fa il confronto con <para que>, anche in questo caso è più numeroso l’uso di
<para que>, rispetto a perché finale. Questo fenomeno trova una spiega-
Felisa Bermejo Calleja
151
zione nella tendenza italiana all’uso dell’implicita mediante il costrutto con
verbo causativo, come segnala Serianni (1988, p. 490).
Capitolo 7
CONSECUTIVE
1. Introduzione
Quando si afferma che le consecutive indicano la conseguenza,
quest’ultima può essere interpretata come effetto, come risultato o come
deduzione di quanto espresso nella frase principale o nella coordinata.
Serianni (1988, p. 492) segnala che «rispetto alle finali, manca l’elemento di
volontarietà, di intenzionalità». La diversità del rapporto sintattico stabilito
dalle frasi consecutive spiega le diverse classificazioni proposte dagli
studiosi. In genere, le consecutive sono divise in due grandi gruppi: le
consecutive subordinate (in italiano: con antecedente) e le consecutive
coordinate e/o giustapposte (in italiano: libere).
In spagnolo, le consecutive sono state oggetto di diverse classificazioni e
di differenti approcci. Gli studi sono numerosi. Álvarez (1999, pp. 37423745) fa riferimento a quanto stabilito dalla grammatica della RAE e dai
grammatici Gili Gaya e Fernández Ramírez, per poi esporre la propria
classificazione. Le consecutive sono state ritenute da alcuni studiosi in toto
subordinate, oppure sono state studiate insieme alle comparative (López
García 1994, pp. 209-249) o insieme alle relative (Alarcos 1994, pp. 348350).
López García (1994, pp. 228-237) ritiene che le consecutive siano un sottotipo
delle comparative. Se le consecutive sono caratterizzate dall’intensità, anche le
comparative proprie possono esprimere intensità: «la manifestación del valor intensivo o ponderativo es independiente de un cierto marcante formal: unas veces
aparece con más/menos...que, otras con tanto...que». Se le consecutive stabiliscono
come riferimento un punto massimo assoluto in una scala presupposta, le comparative - in particolar modo quelle ponderativas - possono allo stesso modo esprimere anche il grado comparativo massimo e assoluto. Inoltre, l’autore sottolinea
un altro aspetto che hanno in comune: la proiezione rematica. Il valore assoluto e
la proiezione rematica sono collegati tra loro: «lo que les define es el hecho de que
el comparante representa un valor absoluto y al mismo tiempo una proyección
remática, ya sea como valor consuetudinario que puede ser compartido por el
oyente, como apelación al mismo, o como consecuencia que le informa de algo
relevante para él o ella». Dal punto di vista del comparado, si osserva, secondo
154
Consecutive
l’autore, una «similitud genética y formal» tra le consecutive e le comparative di
uguaglianza, che hanno «la propiedad de la “monotematización”».
Alarcos (1994, pp. 322 e 348-350) distingue due tipi di consecutive. Il primo tipo
è costituito da gruppi giustapposti. «Hay grupos oracionales cuyas oraciones
componentes parecen estar enlazadas entre sí con unidades como luego (átono),
conque, así que, pues, o con locuciones de tipo adverbial como por tanto, por consiguiente, etc. En realidad son grupos yuxtapuestos, ya que el sentido sugerido por
ellos suele ser ilativo, consecutivo, continuativo, y en general proviene de los contenidos sucesivos de cada oración». Il secondo tipo viene collegato alle subordinate relative, delle quali si distingue «por la presencia de un elemento “encarecedor”: tanto, tan, tal. Dicho encarecedor forma parte, como primer miembro, de
una correlación en la que el segundo término es que». Alarcos afferma che non si
tratta della congiunzione que, bensì di un que relativo che ha un antecedente. Tuttavia, al riguardo, Álvarez (1999, p. 3768) sostiene che il nesso consecutivo que ha
una propria natura, che è diversa dalla congiunzione e dal relativo (vedere infra).
Álvarez (1999, pp. 3741-3742) individua due gruppi di consecutive. Il
primo riunisce i diversi tipi di subordinate consecutive, mentre il secondo
raduna, in modo differenziato, le coordinate e le giustapposte.
Primo gruppo: subordinate consecutive.
– consecutive di intensità. Il rapporto si stabilisce tra la subordinata introdotta
da que e un antecedente con valore intensivo: tan, tanto, tal, cada, un, así, <de +
adjetivo>, <de un + adjetivo>, <una de + sustantivo>;
– consecutive di modo, introdotte da que in rapporto a <de modo>, <de manera>, <de forma>, <de suerte>;
– consecutivo-comparative; la subordinata è introdotta da <como para> in rapporto ai quantificatori tanto, bastante, suficiente;
– causali-intensive, che sono una parafrasi delle consecutive di intensità. Si
caratterizzano in quanto la subordinata è introdotta dalla preposizione de seguita da como o da que relativo.
Secondo gruppo: coordinate e giustapposte.
– coordinate con i nessi luego, conque, <de {modo/manera/forma/ suerte} que> y
<así (es) que>;
– giustapposte
– con gli avverbi di funzione coesiva <por lo tanto>, <por tanto>, <en consecuencia>, <por consiguiente>, entonces, pues, <así (pues)>, <de {este/ese}
modo>, <de {esta/esa} manera>, <de {esta/esa} forma>, <de {esta/esa}
suerte>;
– con gli intensificanti tan, tanto, tal o así, come introduttori di frasi giustapposte che seguono ad altre che esprimono la conseguenza.
Felisa Bermejo Calleja
155
Anche in italiano, le consecutive sono divise in due gruppi: le consecutive
con antecedente e le consecutive senza antecedente. Serianni (1988, pp.
492-493) stabilisce la divisione tra consecutive forti (con antecedente) e
deboli (mancanza di antecedente); Giusti (2001 II, pp. 825-826) individua
due gruppi: con antecedente e libere. «La consecutiva con antecedente
esprime una conseguenza dell’elemento modificato dall’antecedente,
mentre la consecutiva libera esprime la conseguenza dell’evento espresso
dalla principale. La caratteristica principale del primo tipo [con antecedente] è di essere sottocategorizzato da un modificatore (avverbio o aggettivo) di un elemento della frase principale. Il secondo tipo di frase consecutiva [libera], invece, può essere considerato un avverbiale di frase»
(Giusti 2001 II, p. 826).
Mettere in parallelo le frasi consecutive in italiano e spagnolo presenta una
certa difficoltà, perché la classificazione stabilita dalle grammatiche parte
da criteri diversi. Se la classificazione italiana si basa sull’opposizione “con
antecedente/libere”, la classificazione spagnola tiene anche conto della
possibilità dell’uso del congiuntivo e dell’incidenza degli operatori modali.
In effetti, in spagnolo solo le consecutive subordinate possono avere alternanza indicativo/congiuntivo, mentre le coordinate hanno esclusivamente il modo indicativo. In italiano, invece, la possibilità di alternanza
indicativo/congiuntivo si estende alle consecutive con antecedente e a
quelle libere.
Un altro aspetto di diversità riguarda i nessi <in {modo/maniera} che>, i
quali in italiano sono inseriti tra le consecutive libere, mentre in spagnolo
fanno parte delle subordinate se non seguono ad una pausa (possono
avere il verbo all’indicativo o al congiuntivo), ma fanno parte delle coordinate se seguono ad una pausa (il verbo è all’indicativo).
Infine, una dissimmetria netta è data dall’esistenza in italiano di consecutive infinitive. In spagnolo tale struttura è inesistente, ad eccezione delle
consecutive comparative.
Ad ogni modo, in linea di massima e tenendo conto degli aspetti segnalati,
la corrispondenza tra le consecutive italiane e spagnole è perfettamente
plausibile. Tranne che per i nessi <in {modo/maniera} che>, infatti, tutte le
consecutive denominate in spagnolo “subordinate” hanno una struttura
che richiede l’antecedente (come viene definito in italiano) ovvero
l’intensificador o encarecedor (in spagnolo).
156
Consecutive
2. Consecutive subordinate
L’insieme della costruzione consecutiva si appoggia su una struttura che
permette un rapporto tra un antecedente intensificante e una frase introdotta da que in spagnolo e da che in italiano (o da da se la subordinata è
infinitiva).
«En las consecutivas el contenido que sobresale es el de intensidad. Gracias a la referencia catafórica de los antecedentes intensivos tan(to), tal, etc.
hacia la oración subordinada, esta actúa como una referencia superlativa,
esto es, como una especie de unidad de medida, de «vara» lingüística que
expresa la misma circunstancia o cualidad aludida en el termino intensificado, pero considerada ahora en su máximo grado» (Álvarez 1999, p.
3742).
2.1. Nessi (correlazione tra intensificante e que / che)
2.1.1. Antecedenti intensificanti (intensificadores)
precedono un aggettivo, avverbio o locuzione avverbiale
spagnolo
italiano
così
tanto
talmente
tan
precedono un nome
spagnolo
tanto
tal
cada
un
una de
italiano
tanto
talmente
un
precede un aggettivo
spagnolo
de
de un
italiano
Felisa Bermejo Calleja
157
segue un verbo
spagnolo
italiano
tanto
talmente
tanto
segue un nome
tale
2.1.2. Que
Tra i que esistenti, Álvarez (1999, pp. 3767-3768) distingue que consecutivo, que relativo, que comparativo e que completivo. Quest’ultimo è propriamente una congiunzione, che fa anche parte di nessi congiuntivi quali
aunque, <puesto que>, <ya que>, <así que>, ecc. L’autore ha individuato un
que consecutivo le cui caratteristiche sono:
– è privo di funzione all’interno della subordinata perché non è pronome
dell’antecedente (a differenza del que relativo);
– come anaforico, presenta l’intensità con cui viene valutato un sintagma della
frase principale come causa del contenuto della subordinata.
2.1.3. Correlazioni
spagnolo
consecutive
subordinate
di intensità
tan+{agg/avv}+que
{tanto/tal}+n+que
v+<tanto que>
cada+n+que
un+n+que
así...que
<de+agg>...que
<de un+agg>...que
<una de+n>...que
italiano
consecutive con antecedente
esplicite
infinitive
{così/tanto/talmente}
+{agg/avv}+che
{tanto/tale}+n+che
n+<tale che>
v+<{tanto/talmente}+che>
{così/tanto/talmente}
+{agg/avv}+da
{tanto/tale}+n+da
n+<tale da>
v+<{tanto/talmente}
da>
un +...+ da
158
Consecutive
spagnolo
consecutive
subordinate
comparative
tanto...<como para>
bastante...<como
para>
suficiente ...<como
para>
causali intensive
de...como
de...que
di modo
<de (tal) modo que>
<de (tal) manera que>
<de (tal) forma que>
<de (tal) suerte que>
italiano
consecutive con antecedente
esplicite
infinitive
troppo...perché
abbastanza...perché
troppo...{per/da}
abbastanza...{per/da}
(vedere infra “libere”)
Nei corpora non si sono trovate le seguenti correlazioni di intensità:
“verbo + <tanto que>”, “cada + nome + que”, <así ... que> né “verbo +
<{tanto/talmente} che>”, “verbo + talmente da”, “un + ... + da”.
Tra le consecutive comparative, non vi sono casi con l’intensificante
tanto/tan in spagnolo, né con abbastanza in italiano nella struttura esplicita.
Non si è trovata nessuna occorrenza della correlazione “de ... como” come
pure del nesso <de (tal) suerte que>.
Le consecutive comparative possono (<como para>) costruirsi con
l’infinito anche in spagnolo.
2.2. Modo verbale nella subordinata consecutiva
2.2.1. Indicativo
L’indicativo è il modo prevalentemente usato nelle subordinate consecutive, in particolare nella espressione di intensità; l’uso (molto minore) del
congiuntivo dipende d’altronde da fattori esterni alla costruzione consecutiva, e di solito serve ad esprimere che la conseguenza non è reale. I
corpora C-ORAL hanno effettivamente confermato tale frequenza d’uso,
in quanto l’indicativo è il modo usato in tutte le occorrenze delle subordinate di intensità.
Felisa Bermejo Calleja
159
2.2.2. Congiuntivo
2.2.2.1. In spagnolo
– Si usa unicamente il congiuntivo, quando il verbo della proposizione principale è un imperativo o svolge la funzione conativa.
– Nella subordinata consecutiva il congiuntivo è obbligatorio, quando la principale ha il verbo al congiuntivo.
– La subordinata consecutiva può avere il congiuntivo, quando la principale ha
una negazione.
– L’alternanza indicativo/congiuntivo nella subordinata consecutiva è possibile
quando nella principale sono usati avverbi di dubbio o possibilità come quizás, posiblemente, probablemente, ecc.
I tre contesti in cui Pérez Saldanya (1999, p. 3296) segnala che si utilizza il congiuntivo sono «las consecutivas subordinadas que asumen un matiz final, las consecutivas subordinadas que se encuentran dentro del ámbito de un operador
modal y las consecutivas coordinadas introducidas por el nexo <de {ahí/aquí}
que>». Con l’eccezione delle coordinate introdotte da <de {ahí/aquí} que>, costruite obbligatoriamente con il congiuntivo, le altre coordinate hanno il verbo
all’indicativo. Quindi solo le subordinate possono, in dipendenza di determinati
fattori, essere costruite con il congiuntivo.
2.2.2.2. In italiano
– Il congiuntivo compare quando la consecutiva assume una connotazione di
eventualità.
– Il congiuntivo compare anche con frequenza in frasi negative.
– È possibile trovare il congiuntivo dubitativo. «La frase consecutiva viene costruita regolarmente con il congiuntivo solo se il suo contenuto è messo in
discussione e si ha dunque a che fare con un congiuntivo dubitativo» (Wandruszka 2001 II, p. 428)
Serianni (1988, p. 493) indica esplicitamente che nelle consecutive il congiuntivo compare abbastanza spesso in frasi «introdotte da <in modo (tale)
che> (ma non è davvero una regola fissa, specie nel registro informale)».
Nei corpora analizzati, il nesso <in modo che> introduce un buon numero
di frasi con il verbo al congiuntivo: undici occorrenze su quattordici.
Le subordinate consecutive di intensità possono presentare alternanza indicativo/congiuntivo, ma nei corpora C-ORAL non si è riscontrata nessuna occorrenza con il verbo al congiuntivo; tutti i casi hanno il verbo
all’indicativo, sia in italiano sia in spagnolo.
160
Consecutive
Le subordinate consecutive comparative, se sono esplicite, hanno il verbo
al congiuntivo, visto che il secondo membro della correlazione è <para
que> in spagnolo, e perché finale in italiano.
Tra le subordinate consecutive di modo si sono trovate alcune occorrenze
con il verbo al congiuntivo e altre con il verbo all’indicativo; esse sono,
quindi, le uniche a presentare casi di alternanza dei modi verbali.
2.2.3. Infinito
In spagnolo la subordinata consecutiva di intensità non ha la struttura implicita, eccetto il caso delle consecutive comparative. Nelle consecutive
comparative, il secondo elemento della correlazione è <como para>, e
quindi la preposizione para rende possibile l’uso dell’infinitiva.
In italiano, nelle consecutive di intensità la possibilità di usare l’esplicita o
l’infinitiva è doppia, perché la correlazione stabilita tra intensificante e subordinata è identica; cambia l’introduttore a seconda che il verbo sia finito:
che, o infinito: da. Tale possibilità è inesistente in spagnolo.
2.3. Repertorio delle consecutive di intensità
2.3.1. Consecutive di intensità in spagnolo
tan + {agg/avv} + que
(239)
// hhh / la tierra tembló / tan fuerte / que en muy pocos minutos /
ciudades enteras / quedaron reducidas a escombros // [emedrp06]
tanto + nome + que
(240)
LOC: / querido pensar / viéndote en la tele en el despacho / digo / este
tío está tan contento / y lleva una temporada / de tanta felicidad / que
eso se le tiene que acabar notando // [emedsp02]
tal + nome + que
(241)
// y es decir / si / Cristo / no existió / si fue un puro mito / habría que
[/] que [/] que hacerle a ese / creador del mito / tal monumento / que
no habría visto yo a nadie / parecido a este hombre // un creador fantástico // [emedts03]
Felisa Bermejo Calleja
161
verbo + <tanto que>
(242) Gritaba tanto que no podíamos oír nada (Álvarez 1999, 3741).
cada + nome + que
(243)
Cuenta cada cosa que te mueres (Álvarez 1999, 3741).
un + nome + que
(244)
él / como yo he dicho / a Óscar le tiene un asco que no le puede ni ver
// [efammn03]
Tutte le occorrenze sono di registro informale.
así ...que
(245)
Así estarán de secas, con tanto calor, que no eres capaz ni de pasarlas
(Álvarez 1999, 3741).
<de + agg> ... que
(246)
// tengo + me he lavado la cara y todo ahora mismo / y tengo los ojos
hechos polvo / de cansa<d>a que estoy // [efamdl12]
<de un + agg> ... que
(247)
// y luego / cuando llegamos a Nueva Orleans / aterrizamos / y nos
dice la piba / toda vacilona / bienvenidos / al aeropuerto / de / Nueva
York // hhh / estaba bromeando // estamos en Nueva Orleans // hhh
en ese plan / o sea hhh / fue demasiado // y / yo creo que sería algo así
// yo creo que montaría mi propio espectáculo // pero fue genial / fue
/ de un creativo / &mm / de un / humorístico / &mm tan / ajeno / a las
normas / tan ajeno / a lo que es / propio / en / el estado de Nueva
York / que yo me quedé flipada // esa fue nuestra [/] nuestra bienvenida a Nueva Orleans // [efammn06]
<una de + nome>...que
(248)
Había una de gente que no se cabía (Álvarez 1999, 3763).
162
Consecutive
2.3.2. Consecutive di intensità in italiano
2.3.2.1. Esplicite
{così/tanto/talmente} + {agg/avv} + che
(249) a. PAP: e ni' quel mulino / trovarono [/] l' uomo / più forte / che gl'
avean mai visto // l' era così forte / che giocava alle murielle / con le macine // [ifammn04]
b. // che a Gesù di Nazareth / ha reso testimonianza il padre / lo spirito /
e / così visibilmente / che questa testimonianza / è verace // [inatpr03]
c. CLA: xxx topi / sentivo rumori durante la notte / però / ero talmente
stanco <che &do> [/] dormivo // [ifammn03]
d. // e quando co' Togliatti / e tanti altri fatti / che poi so' avvenuti /
eccetera // e allora / &he / perché il pericolo principale / era il comunismo // gli era arrivato talmente dentro [/] dentro al cervello / che questi
vedevano lucciole per lanterne // [ifammn02]
{tanto/tale} + nome + che
(250)
// ma è altrettanto vero / che gli antiretro virali / possono allungare la
vita di quindici / e anche di venti anni / diminuendo le morti per AIDS
del cinquanta per cento // della / tossicità / Medici Senza Frontiere /
tiene tanto conto / che in Africa / gli specialisti / hanno ripetutamente
osservato miglioramenti notevoli / anche con un decimo delle dosi
prescritte in Occidente // imedrp03]
nome + <tale che>
(251)
MAX: che gli [/] i rendimenti dei titoli di stato sono scesi +
DOM: certo // <certo // certo / certo> //
MAX: / [<] <a un livello tale> / che / allora forse / potrebbe essere
&com [/] cominciare a dire / così / da una parte / se non ci sono strumenti <convincenti> / di rientro dall'altra parte + [inatbu01]
verbo + <{tanto/talmente}+ che>
(252)
Il fumo mi disturba tanto/talmente che non posso sedermi mai vicino a
Stefano (Giusti 2001 II, p. 827).
Felisa Bermejo Calleja
163
2.3.2.2. Implicite
{così/tanto/talmente} + {agg/avv} + da
(253) a. MIS: ma allora / che cosa può essere successo / a questa donna / che
ha sempre condotto una vita tanto lineare / da far escludere ogni ipotesi
di fuga ? e perché nessuno / dà importanza al fatto / che sia uscita con
un milione di lire / in contanti ? [imedrp04]
b. // ma un giorno / Marco / si presenta talmente fuori di testa / da
spaventare madre e figlia // [imedrp04]
{tanto/tale} + nome + da
(254)
VFC: la missione esplosiva / è la stessa che ha acceso la guerra in Cecenia // petrolio / oleodotti / decine di gruppi etnici // tanto odio / da
bastare per dieci guerre // è un posto / estremamente pericoloso //
[imedrp02]
nome + <tale da>
(255)
// perché io / &n [/] ne sento molta / di energia positiva / e quindi /
generalmente / vivo le mie giornate / molto serene / tranquille ... mi dà
infelicità / il / poter credere / di [/] di non [/] il poter credere / di non
aver più quest' energia // e quindi / di [/] di cadere / in uno stato /
magari / depressivo / tale da [/] da non essere più felice // quando invece / io / sono tanto felice // [imedin04]
verbo + <tanto da>
(256)
/ con lo scorrere della pellicola / quindi si apre / e si chiude /
ventiquattro volte al secondo // cosicché / quando / si chiude / lo scorrimento / e quindi la cornice del fotogramma / non viene vista // e si
riapre immediatamente / quando il fotogramma / sosta / per un ventiquattresimo di secondo / davanti a questa finestrella / tanto da poter essere proiettato //
<un + ... + da>
(257)
Aurelio è un petulante da evitare (Giusti 2001 II, p. 827).
164
Consecutive
2.4. Repertorio delle consecutive comparative
2.4.1. Consecutive comparative in spagnolo
Sono le sole che possono avere la subordinata implicita all’infinito.
2.4.1.1. Esplicite
tanto...<como para>
(258)
Sus problemas no son tantos como para que no los solucione el tiempo
(Álvarez 1999, 3785).
tan...<como para>
(259)
No es tan alto como para que llegue al techo (Álvarez 1999, 3741).
suficiente ... <como para>
(260)
CAR: [<] <es decir / sí [/] sí> / ¡hombre! / yo creo que sabe lo suficiente
/ como para que / si yo le digo bienes / pues son / bienes / muebles /
corporales / por ejemplo // adquisiciones de bienes // <xxx> //
[enatbu01]
2.4.1.2. Implicite
tan...<como para>
(261)
Nadie es tan insensato como para elegir la guerra mejor que la paz (Álvarez 1999, p. 3785).
bastante ... <como para>
(262)
/ y después me lo contó // porque / bueno / Paco / valoraba / bastante
la amistad / como para preferir ser sincero conmigo // [efammn04]
suficiente ... <como para>
(263)
FER: qué bien // ese pastor tiene la suficiente [/] o ese marinero / o ese
agricultor / o ese / &eh [/] ese campesino / que tiene la suficiente sensibilidad / si no ha tenido una educación / por desgracia / para él / no ?
y por desgracia para toda la sociedad / que merece / sin embargo tiene
la suficiente sensibilidad como para escuchar una música de Haendel / de
Mozart / y / quedarse como nos decía / &ah / una vez un [/] un pastor
Felisa Bermejo Calleja
165
/ tengo que buscar un árbol / corriendo / para apoyarme porque si no /
me desmayo / no ? xxx / qué bonito // [emedrp01]
2.4.2. Consecutive comparative in italiano
Serianni (1988, pp. 495-496) denomina queste costruzioni “proposizioni di
adeguatezza”, e ritiene che esse siano «un tipo di proposizione affine alla
consecutiva in cui la conseguenza non è realizzata, ma collegata a un certo
rapporto di intensità».
2.4.2.1. Esplicite
troppo ... perché
(264)
MAR: [<] <comunque> / state discutendo delle cose che # non
interessano proprio //
ANT: a me interessano // e poi lui è troppo presuntuoso / perché io ci
lasci stare // [ifamdl01]
<abbastanza ... perché>
(265)
Una direttrice abbastanza energica perché possa tenere in pugno l’intera
ditta (Giusti 2001 II, p. 827).
2.4.2.2. Implicite
troppo ... {per/da}
(266)
// e che / i medicinali / hanno un costo troppo elevato / per essere
accessibili a tutti [imedrp03]
abbastanza ... {per/da}
(267)
// il concilio si aprì / a Ferrara / e a Ferrara / stette poco / poco più di
un anno e mezzo / però abbastanza / per far passare da Ferrara / una /
serie / di dotti / greci / i dotti / vescovi / greci / dotti / vescovi / bizantini / che / portarono a Ferrara / il gusto e la curiosità / del greco /
del greco // [inatte01]
166
Consecutive
2.5. Repertorio delle consecutive causali intensive
de ... que
(268)
// HEL: [<] <cómo> molan / los calzoncillos / de + es que David
[///] o sea yo me lo imagino / a David con estos calzoncillos / y me
parto de risa hhh // se los podías poner / subirse a la mesa / y hacemos
un strip-tease / o algo así // y Susana / cuando le vea con estos calzoncillos / vamos / de la risa que le va a entrar / no van a hacer nada / ya
verás // [efamdl28]
2.6. Consecutive di modo
2.6.1. <de {modo/manera/forma} que>
Questo nesso ha dato origine a diverse classificazioni non solo all’interno
delle consecutive, ma anche in altri tipi di subordinate.11 Ad ogni modo,
noi ci limiteremo qui all’ambito delle consecutive.
Álvarez (1999, pp. 3780-3783) stabilisce una prima distinzione tra il nesso
senza l’intensificante tal, e quello con l’intensificante tal. La frase costruita
con <de {tal modo/tal manera/tal forma} que> è propriamente consecutiva.
La frase costruita con <de {modo/manera/forma} que>, senza tal, è, secondo
Álvarez, una subordinata di struttura relativa e di contenuto modale: «modal el valor determinante de su estructura, el único formal y sistemáticamente expresado, e independiente de las particulares alusiones a las diversas significaciones producidas en el interior de la oración». Le altre significazioni di tale struttura relativa sono la conseguenza e la finalità. In questo
senso, l’autore afferma che «al sentido consecutivo contribuye fundamentalmente la correlación del tiempo cronológico, que excluye que en la subordinada se indique un tiempo anterior al expresado en la principal. El
valor final surge, por su parte, de la combinación del verbo subordinado
con subjuntivo». Ad ogni modo Álvarez, dopo aver fatto questa precisazione, include i nessi <de {modo/manera/forma} que> tra quelli consecutivi.
Una questione da analizzare è quella relativa al tipo di rapporto esistente
tra la frase introdotta da <de {modo/manera/forma} que>, e l’altra frase con
cui essa si allaccia; in altri termini, occorre chiarire se il rapporto stabilito
tra esse è di coordinazione o di subordinazione. Allo stesso tempo, è
necessario determinare anche qual è il criterio per distinguere il tipo di
11
Sono inseriti tra le subordinate finali da Sastre (2004, p. 188).
Felisa Bermejo Calleja
167
rapporto. Strettamente associata a questa questione, c’è poi quella relativa
all’uso del modo indicativo o congiuntivo.
Si usa (o si può usare) il congiuntivo nella coordinata? Dato che Álvarez
include <de {modo/manera/forma} que> nell’elenco di nessi subordinanti e
coordinanti, non si riesce a capire immediatamente quale sia la distribuzione del modo verbale. Infatti, quando questo autore tratta la coordinazione consecutiva, non affronta l’argomento del modo verbale; quindi
l’assenza di una indicazione espressa induce a pensare che non ritenga
necessario occuparsi di tale argomento, in quanto si usa sempre
l’indicativo. Invece, quando affronta le subordinate, egli tratta delle questioni relative all’uso del congiuntivo in maniera esplicita.
Pérez Saldanya (1999, p. 3295), che si occupa specificamente del modo
nelle subordinate avverbiali, include tra le coordinate consecutive i nessi
<de {modo/manera/forma} que>, senza l’intensificante tal; tra le subordinate
egli include le stesse locuzioni, ma con la possibilità di inserire tal: <de (tal)
{modo/manera/forma} que>.
In conclusione, <de {modo/manera/forma} que> (senza tal) possono introdurre sia consecutive coordinate sia consecutive subordinate.
In quanto al criterio per distinguere la coordinata dalla subordinata, conviene ricordare che le coordinate «presentan independencia sintáctica e
melódica respecto a la oración con la que se establece la relación consecutiva», mentre le subordinate «se integran en la estructura del predicado de
la oración que señala la causa» (Pérez Saldanya 1999, p. 3295). Un primo
elemento che indica l’indipendenza sintattica e melodica è la pausa. Nella
trascrizione effettuata nei corpora riteniamo pausa quella che supera il ½
secondo e che è segnalata con doppia sbarra (//). Un altro elemento indicativo di indipendenza è che la coordinata non è nell’ambito di azione
della negazione. Per esempio, siccome l’operatore modale di negazione
non incide sulla coordinata introdotta da <de {modo/manera/forma} que>,
perché appunto rimane fuori del suo ambito, è impossibile che si verifichi
l’uso del congiuntivo: «No le contesté, de manera que se {sintió/*sintiese} ofendido» (Pérez Saldanya 1999, p. 3296). Diversamente succede se si tratta di
una subordinata introdotta dagli stessi nessi <de {modo/manera/forma} que>
e che si trova nell’ambito della negazione; in questo caso il valore di verità
della conseguenza è annullato, il che richiede l’uso dell’congiuntivo: «No le
contesté de manera que se {*sintió/sintiese} ofendido» (Pérez Saldanya 1999, p.
3297). Con il verbo al congiuntivo, queste consecutive denominate “di
modo” hanno il più delle volte un valore finale. La conseguenza «puede
asumir un matiz final y referirse al objetivo que se pretende conseguir con
168
Consecutive
la manera como se realiza lo dicho en la oración principal» (Pérez Saldanya
1999, pp. 3295-3296). Si utilizza il congiuntivo quando la frase non designa un fatto, ma la finalità o conseguenza eventuale da raggiungere. Il
congiuntivo è obbligatorio nei contesti in cui l’idea di finalità dipende da
un verbo all’imperativo, da un verbo volitivo oppure dalla congiunzione o
preposizione finale.
2.6.2. Consecutive di modo in spagnolo
2.6.2.1. Subordinata con verbo all’indicativo
<de modo que>
(269)
// también Fenosa sube un cuatro por ciento / y mejoran Endesa y
Hidrocantábrico / después de que se haya sabido que el grupo Ibersuizas / donde está presente / el financiero Juan Abelló / apoya la oferta /
de RWE // avanzan también los bancos y Telefónica / de modo que los
índices suben algo más del uno por ciento // [emednw05]
<de manera que>
(270)
/ así seguimos hasta que llegamos / a Rabat / a media tarde / media
tarde avanzada // bastante cansados / bastantes deseosos de [/] de darnos un baño / de dormir / en fin / y menos / de comer o de cualquier
otra cosa / pero había que cumplir / con las normas de hospitalidad marroquí / de manera que / la casa / a la que llegamos / y que nos acogió /
casi con banderas desplegadas / por un lado porque había que festejar la
tesis / por otro lado porque había que recibir al profesor / en fin / lo
habitual en todos estos casos / pues / &eh / nos [/] nos entretuvo /
[efammn09]
<de forma que>
(271)
/ pero si os fijáis / &eh / lo que tiene / esa chimpancé en la mano es
una fruta / y lo que está es / restregándola contra / la pared / de forma
que lo que obtiene es el zumo / eh ? de la fruta / o sea es una / técnica /
de / manipulación del alimento / de transformación del alimento //
[enatco01]
<de tal manera que>
(272)
// pero ya vamos / tres años / en que / los &establec [/] lo [/] los establecimientos más baratos / están siendo ocupados / por supermercados
de barrio // no cabe duda de que ha habido una [/] un movimiento
Felisa Bermejo Calleja
169
fuerte // ha habido una [/] una auténtica reacción por parte de estos
establecimientos / y ofrecen en estos momentos / precios / &eh / mucho más competitivos // de tal manera / que en la encuesta / que hoy
presentamos / en el setenta y cinco por ciento de las ciudades / el establecimiento más barato se corresponde con lo que conocemos como supermercado de barrio / [enatps01]
<de tal forma que>
(273)
PED: como / el período en el que no circula el agua para riego / es bastante amplio / pues / &eh / por desgracia / estas aguas son utilizadas
con frecuencia / para [/] para uso / de riego // y / lo que hacen es extender / &eh / esta contaminación / pues por los suelos de la vega //
de tal forma pues que / se están salinizando / eso está provocando pérdidas
/ importantes de cosechas / que ya son crónicas / [emedrp05]
2.6.2.2. Subordinata con verbo al congiuntivo
<de modo que>
(274)
/ a la hora de hacer / una suma vectorial de momentos dipolares /
simplemente por / la sencilla &ma [/] matemática sencilla / que es suma
de vectores / puedo obtener / un momento dipolar mayor // por todo
tengo que contarlo / de modo que / los momentos dipolares se sumen / ya
que en la suma vectorial / cuando lo colocas en dirección contraria / los
momentos dipolares se restan // es un tema simplemente como si tuvieras flechas // [enatte02]
<de tal manera que>
(275)
/ creemos sinceramente / en segundo lugar / que la automatización del
servicio en sí mismo / es una clave / para la efectividad / es decir / yo
puedo / &eh / procesar / &mm / con mayor o menor éxito / un mensaje / textual / pero desde luego / lo que necesito es / gestionar / la necesidad / del servicio / de una forma automática / de tal manera que el
cliente / no tenga que / de una forma manual / remitirnos / sus necesidades / sino que sea un sistema automático / [enatbu03]
<de tal forma que>
(276)
// en algunos medios se ha especulado / también / con que se ordene
la emisión / simultánea / de espacios gratuitos provinciales / de tal forma
/ que coincidan en el tiempo / en Álava / en Vizcaya y en Guipúzcoa //
[emednw06_1]
170
Consecutive
<de forma tal que>
(277)
// &eh / nosotros / desde el gobierno regional / en este momento /
pues estamos haciendo desde hace ya unos años / una [/] una [/] una
serie de obras / de infraestructura sobre el mismo / de forma tal / que
podamos eliminar / de una vez por todas / los vertidos / &eh / bueno /
pues de / &eh / &res [//] de origen industrial / o de origen urbano /
sin depurar / que van al cauce del río // [emedrp05]
2.6.3. Consecutive di modo in italiano
I nessi <in modo che>, <di modo che> e <in maniera che> sono stati classificati
all’interno delle consecutive libere. Le consecutive libere si contrappongono a quelle con antecedente. Tuttavia, il criterio del rapporto tra le frasi
(ossia se vi è coordinazione o subordinazione), così come si è posto il
problema in spagnolo, ci obbliga a considerare all’interno delle subordinate quelle consecutive introdotte da <in modo che> con il verbo al congiuntivo. <In modo che> è l’unico nesso riscontrato nel corpus C-ORAL
che introduce la frase al congiuntivo. Il fatto stesso di avere il verbo al
congiuntivo fa sì che la frase sia integrata, e quindi subordinata. D’altro
canto, con questo nesso ci sono undici occorrenze con il verbo al congiuntivo, di fronte a tre casi con il verbo all’indicativo.
Un fatto interessante è che delle undici occorrenze, cinque hanno come
verbo principale il verbo fare, e queste cinque occorrenze appartengono al
registro formale (tre med e due nat). Le sei occorrenze restanti, dipendenti
da altri verbi diversi da fare, appartengono tutte al registro informale (cinque fam e una tel).
L’uso del verbo fare rimanda a due strutture: il fare causativo e la costruzione <far sì che>. In entrambi i casi si richiede l’impiego del congiuntivo
nella frase dipendente. «Fare, nel suo valore causativo, richiede il congiuntivo soprattutto se compare all’imperativo e l’intera struttura frasale è perciò modalizzata in senso volitivo. [...] Nelle frasi consecutive dipendenti da
<fare sì che> compare di regola il congiuntivo anche se non si tratta di una
conseguenza intenzionale e lo stato di cose descritto dalla subordinata è
fattivamente già realizzato» (Wandruzska 2001 II, p. 421).
<in modo che>
(278) a. CRI: okay ? evidentemente / ha suonato // io ho [/] l' ho bloccato / l'
ho bloccato in modo che dopo sei minuti mi risquillasse // l' ho bloccato /
e &nel [/] dalle otto e tre quarti / alle otto e cinquanta / e qualcosa /
Felisa Bermejo Calleja
171
poco più delle otto e cinquanta / cinquanta due / questa qui c' ha avuto
/ 'sto [/] 'sti sei / sette minuti de tempo / pe' / insomma / per entra' /
guarda' / e portarse via il cellulare mio / e il giaccone di Sergio col portafoglio // [itelpv13]
b. // non tanto piccini / perché poi deve / eh / bollire tanto / tantissimo
// tre / anche / due / tre ore // tre ore / piano piano / in questa broda
/ girarla / in modo che non si attacchi / perché in genere se no / i fagioli
son collosi / e s' attaccano // [ifammn11]
c. CIA: la giustificazione / o la [/] la ragione per la quale / si diceva / no
in Africa / non [/] non si possono dare / sono troppo cari / per cominciare // ma anche / risulta difficile seguire i pazienti / fare in modo che
prendano bene / la [/] la terapia / come è [/] è necessario per far sì che
sia efficace // è per questo che / nasce il progetto per / cercar di dimostrare che invece è possibile // [imedrp03]
d. / ovviamente / guarire da un malanno / uno che c' ha / un / un edificio
che c' ha una lesione // cioè / io devo / trovare la causa / di questa lesione / e devo fare in modo / che il &f [/] funzionamento di quest' oggetto / non procuri / un ampliamento della lesione / [inatpe02]
Inoltre, sono da ritenere subordinate anche le consecutive introdotte da
<in modo da> con il verbo all’infinito.
<in modo da>
(279) a. ANG: è questo xxx // <cioè / da qui / si era pensato di fare una muratura piena> / e da qui / appunto / una schermatura più leggera / in
modo da far intravedere / quello che c' era dietro // [ifamcv16]
b. // cioè nel senso / &he senza togliere niente a tutti i compagni che l'
han [/] l' hanno costruita e la costruiscono / però ci vuole chiarezza //
ci vuole &estremame [///] cioè / moltissima chiarezza // in modo anche
/ da non essere accusati poi / o che ci siano <fraintendimenti / di essere
strumentalizzati da un partito politico> // [ipubcv01]
3. Consecutive coordinate o libere
Le consecutive coordinate sono indipendenti; pertanto ognuna di esse si
può presentare sola, indipendentemente dall’altra. Siccome il rapporto è di
coordinazione, le due frasi sono unità che svolgono una funzione equivalente.
172
Consecutive
3.1. Nessi
spagnolo
consecutive coordinate
nessi coordinanti o connettori consecutivi
luego
conque
<así (es) que>
<de modo que>
<de manera que>
<de forma que>
<de suerte que>
italiano
consecutive libere
introduttori consecutivi
cosicché
sicché
<tanto (più) che>
<a (tal) punto che>
<di modo che>
<in modo (tale) che>
<in maniera (tale) che>
Nei corpora di C-ORAL non si è trovato nessun caso di luego consecutivo
(le numerose occorrenze sono di luego temporale). È da notare con sorpresa che non vi è nessun caso di conque, nonostante esso sia considerato il
nesso consecutivo più colloquiale (cfr. Álvarez 1999, p. 3792). Di fatto in
questi corpora orali, che dispongono di un ampio campionario di conversazioni, esso non è stato usato in assoluto. Anche se ci sono occorrenze
del nesso <de forma que>, le frasi non sono però coordinate, bensì subordinate. Del nesso <de suerte que> non c’è nessun caso. Fra i nessi italiani
non si è trovata nessuna occorrenza di <a (tal) punto che>.
L’elenco degli introduttori consecutivi che abbiamo appena proposto è
tratto da Giusti (2001 II, pp. 825-832). La corrispondenza tra i nessi spagnoli e italiani che abbiamo stabilito si basa sull’identità delle caratteristiche descritte da Álvarez per lo spagnolo, e da Giusti per l’italiano. Anche
se ricevono diverse denominazioni, e anche se la classificazione di tali
espressioni riceve un approccio diverso nelle due lingue, la caratterizzazione dei nessi coordinanti nelle due lingue permette di trovare
l’equivalenza tra di essi.
Per quanto riguarda le caratteristiche dei connettori consecutivi (Álvarez
1999, pp. 3790-3793), i nessi coordinanti:
– sono esclusivamente connettori di frase. Le due frasi, trattandosi di coordinazione, sono unità equifunzionali e ognuna di esse si può presentare isolata in
assenza dell’altra;
– sono unità atone;
Felisa Bermejo Calleja
173
– non possono spostarsi con la frase che introducono, a differenza dei nessi
subordinanti (che costituiscono un’unità con la proposizione che introducono);
– introducono una frase che può avere il nucleo verbale con funzione conativa;
– sono nessi binari, vale a dire si interpongono soltanto tra due elementi;
– possono essere usati come elementi pragmatici, cioè possono far parte di
frasi isolate senza presupporre l’esistenza di un’altra frase precedente, con cui
la successiva si allaccia in rapporto di coordinazione.
3.2. Modo verbale
In spagnolo, con i nessi coordinanti 12 si usa esclusivamente l’indicativo.
In italiano, sebbene l’indicativo sia il modo predominante, con tutti gli introduttori consecutivi è possibile l’uso del congiuntivo. «Le congiunzioni
sicché, <così che>, <in modo/in maniera che>, ecc., che in funzione consecutiva reggono normalmente l’indicativo, possono assumere nella frase dipendente un significato finale. Il modo è dunque l’indizio sicuro per stabilire se si ha a che fare con una conseguenza intenzionale oppure no»
(Wandruszka 2001 II, p. 428).
₪ Il contrasto tra l’italiano e lo spagnolo rispetto alla possibilità dell’uso
del congiuntivo con le consecutive coordinate si rivela soprattutto con i
nessi coordinanti cosicché e sicché. L’affinità fonica con <así (es) que> induce
a considerarli equivalenti tanto semanticamente quanto sintatticamente;
ma in spagnolo la frase introdotta da <así (es) que> ha sempre il verbo
all’indicativo.
Rispetto a <de {modo/manera/forma/suerte} que>, la dissimmetria si verifica
se tali nessi introducono una coordinata.
Pérez Saldanya (1999, p. 3295) sottolinea che i nessi coordinanti <de
{modo/manera/forma/suerte} que>, proprio perché non introducono una subordinata, selezionano esclusivamente l’indicativo. Nella sua classificazione, i connettori <de {modo/manera/forma/suerte} que> fanno parte da un lato del gruppo dei
nessi coordinanti (selezionando esclusivamente l’indicativo), e dall’altro lato del
12
Sebbene Porto Dapena (1991, p. 204) affermi che le consecutive sia subordinate sia coordinate possono avere il verbo al congiuntivo, in realtà tra le coordinate
con verbo al congiuntivo indica quelle introdotte da <de ahí che>, ma nella nostra
classificazione, che segue quella di Álvarez (GDLE 1999, pp. 3741-3742), tale
connettivo introduce una consecutiva giustapposta.
174
Consecutive
gruppo dei nessi subordinanti; in questo ultimo caso possono selezionare, a seconda dei contesti, l’indicativo o il congiuntivo. (Cfr. anche Álvarez 1999: 37693770). Dato che le coordinate sono indipendenti sintatticamente e melodicamente
rispetto alla frase di cui esprimono la conseguenza, si produce una pausa (che
nella scrittura si può rappresentare con virgola, punto e virgola e persino punto).
Noi, nei corpora che stiamo analizzando, abbiamo interpretato come pausa quella
comunque superiore a ½ secondo, rappresentata nella trascrizione con // (pausa
da ½ a 1 secondo) oppure /// (pausa superiore a 1 secondo).
3.3. Repertorio nessi coordinanti spagnoli
luego
(280)
Llueve, luego no saldremos (Álvarez 1999, p. 3741).
conque
(281)
Hace frío, conque ponte el abrigo (Álvarez 1999, p. 3741).
<así que>
(282) a. [/] y se / había hecho imposible llegar a Rabat / a una hora de comer
razonable / pues lo que hicimos fue / parar / en una de las playas / y /
festejarlo con una / paella / porque se trataba de un restaurante español
// así que / el ingreso no pudo ser / más atípico / para los hábitos generales de cualquiera de los tres viajeros / en [/] en cualquier lugar //
[efammn09]
b. ARA: me apetece // así que yo mañana iré / [efamdl37]
c. // eh ? nos queda el pensamiento // así que / el cógito cartesiano es / el
último anclaje / sobre el cual / se puede construir / el nuevo gobierno
// [enatte04]
<así es que>
(283)
// ¡hombre! / qué menos / que usted estuviera / con el concejal de tráfico / al pie del cañón / todo el día / para ver si había tenido éxito // si
así es que / ni usted mismo se lo creía // por lo tanto + quiero decir que
estas actuaciones no se pueden volver a repetir // [enatpd02]
<de modo que>
(284)
// esto es muy importante // de modo que las vacas esas / que usted
menciona / que se han detectado en Galicia / son todas / de la serie &be
Felisa Bermejo Calleja
175
[/] frisona / de las que producen leche / y son mayores / y no han
creado ningún problema // porque la leche en este momento además
tiene / muy buenos precios / y no es contaminante // ni contaminable
// de modo que en realidad / el problema es / en gran parte teórico //
[emedin05]
<de manera que>
(285) a. / y [/] y no teníamos / ni la menor idea / de por dónde estábamos
yendo / hacia dónde estábamos yendo / y cómo estábamos yendo // de
manera que / me fie de mi orientación / solar / y conduje / hacia el este /
como Dios me dio a entender / [efammn09]
b. / el padre / la madre / se pone a jugar / a enseñarle a jugar / con un
juego de construcciones / y va diciendo / ponemos éste aquí / éste es
muy alto / éste no vendrá bien / esto / qué difícil es / ya lo hemos conseguido / etcétera // de manera que / en realidad / este / lenguaje / aparentemente / exclusivamente dirigido / al pensamiento y a la acción /
en realidad / ha sido adquirido / en una relación / comunicativa //
[enatco03]
Si sono riscontrate cinque coordinate consecutive introdotte da <de manera
que> e tre introdotte da <de modo que>. Ci sono anche esempi con <de
forma que>, ma nelle occorrenze trovate nei corpora questo nesso introduce consecutive subordinate e non coordinate.
3.4. Altri nessi spagnoli
<tanto que>
Porto Dapena (1991, p. 206) prende in esame <tanto que> e ritiene che la
costruzione a cui dà origine sia una variante rispetto alla subordinata
consecutiva: «el elemento intensivo [tanto] puede colocarse fuera de la
oración principal, uniéndose directamente [...] a la subordinada, y produciéndose al mismo tiempo un corte entre aquélla y esta». È da notare che
l’autore non include <tanto que> né tra i nessi subordinanti né tra quelli
coordinanti, così come non definisce il tipo di struttura frasale. Álvarez
(1999, p. 3765) inserisce <tanto que> nelle consecutive periferiche, e spiega
che lo spostamento dell’intensificante al secondo membro può essere dovuto all’impossibile coesistenza con un quantificatore presente nel primo
membro (mucho, muy, etc.), oppure alla presenza di una costruzione com-
176
Consecutive
parativa (La convalecencia de Martín fue muy rápida, tanto que a él casi le pareció
que se curaba demasiado pronto).
<hasta el punto de>
Porto Dapena (1991, p. 207) considera anche la locuzione <hasta el punto
de que>, e afferma che essa è collegabile semanticamente alle consecutive,
ma non sintatticamente, dato che in tale costruzione la congiunzione que
introduce una subordinata completiva dipendente dal sostantivo punto.
Álvarez (1999, p. 3765) inserisce hasta tal punto ... que (equivalente di <a
(tal) punto che>) nelle consecutive periferiche. Non sono state trovate occorrenze con hasta tal punto, ma con hasta el punto de.
(286) a. / no sé que hay como una especie de / seguir juntos ahí / un vínculo /
muy estrecho / una amistad / una hermandad / o lo que sea / nos llevamos fenomenal / nos queremos muchísimo / hasta el punto de bueno /
de haber [///] de que eso / de habernos dicho que / fuera de la familia
/ la persona que más le importa a cada uno / es la otra // [efammn04]
b. // en trescientos mil / hogares españoles / se cuida / a un paciente /
que muchas veces no tiene / conciencia de su enfermedad // una convivencia / a menudo difícil / que puede hacer estallar / la dinámica familiar // hasta el punto / de que el quince por ciento de las personas que se
ocupan de un enfermo mental / acaban padeciendo / ellos mismos / algún desarreglo // [emedrp02]
Segnaliamo questi nessi per la loro equivalenza con i corrispettivi italiani,
che le grammatiche italiane considerano come introduttori connettivi: <a
(tal) punto che>, <tanto che> (vedere infra).
3.5. Repertorio nessi coordinanti italiani
cosicché
(287)
// ma / con degli espedienti meccanici / questa finestrella / così come
la pellicola scorre / e / ogni secondo / ci fa scorrere / davanti a questa
finestrella / ventiquattro fotogrammi / nello stesso modo la finestrella /
si apre / e chiude / in maniera sincronizzata / con lo scorrere della pellicola / quindi si apre / e si chiude / ventiquattro volte al secondo //
cosicché / quando / si chiude / lo scorrimento / e quindi la cornice del
fotogramma / non viene vista // [ifammn13]
Felisa Bermejo Calleja
177
sicché
(288) a. CLA: no / due o tre chilometri // due o trecento metri di dislivello //
'un è [///] in montagna / a salire / sai / fai presto // sa / comunque /
si sentì il colpo di fucile / sicché / voglio dire / tanto lontano 'un era //
però ci volea un' oretta / eh // mh // [ifammn03]
b. / e poi dopo / è andato [///] è ritornato a New York / a fare il Ph.D.
laggiù // &he / insomma / erano [///] praticamente era due anni che
'un si vedevan con Guido / sicché gl' aveva detto s' andava / e insomma
/ era venuto a prenderci // s' arriva a [/] a scendere / insomma / s'
arriva lì a [/] a i' nastro / mh / e queste valigie non arrivano // sicché / s'
aspetta ah ah ... insomma / alla fine / s' era rimasti / in cinque // e io
ho cominciato a preoccuparmi / perché / s' era tutte persone che / ho
visto che l' ho riconosciute / tutti quelli che erano montati a Firenze //
sicché ho detto / sta a vedere che / è successo un casino // infatti /
niente praticamente / vedo arrivare hhh la cosa / la + ha visto la &bor
[///] quella specie di scatola di plastica / quando son finiti i bagagli // e
i nostri bagagli / non c' erano // sicché / veramente cioè / io non ti dico
/ come ci son rimasta // [ifammn08]
Tutte le frasi hanno il verbo all’indicativo.
L’esempio (288 b) serve ad illustrare in modo immediato l’elevato numero
di casi in cui è usato sicché. In totale vi sono centosessantotto occorrenze,
tutte del registro informale: centocinquantotto di conversazioni o monologhi familiari, cinque di conversazioni pubbliche (pub) e cinque telefoniche. Conviene forse ricordare che il corpus italiano analizzato è stato realizzato dall’Università di Firenze, e che in Toscana è molto frequente l’uso
di questo nesso.
<tanto che>
(289)
/ una iniziativa / devo dire / saggia / dell' amministrazione / comunale
/ in particolare del sindaco / che aveva / capito / che in città / questo
problema si stava diffondendo / e si stava [/] stava / nascendo una
preoccupazione / tanto che / per due volte / ha / &he / fatto un' ordinanza / di moratoria / per la nascita / di nuove [/] di nuovi impianti //
[inatpd02]
Vi è una occorrenza veramente consecutiva su un totale di sei; le altre
sono temporali.
178
Consecutive
<a (tal) punto che>
(290)
Maria si dava molto da fare nella ditta, a tal punto che ormai aveva in
mano tutto lei (Giusti 2001 II, p. 829).
<di modo che>
(291)
ANT: [<] <sì / sì // anche &per> + sì // ho proprio / scritto un po' di
cose / di modo che / poi / riesco anche a rileggermele / <magari> all' ultimo <momento / rinfrescarmele> un po' // [itelpv04]
<in modo che>
(292)
MAB: quindi / diciamo / che / noi / s' è fatto oggi l' assemblea / ma in
modo da [///] cioè / per spiegare altre cose / che ci interessano // in
modo che / <la prossima settimana / martedì> / si comincia praticamente
subito con l' apertura del seggio // [ipubcv02]
<in maniera che>
(293)
[///] la gomma lacca l' è fatta uguale / grosso modo // e l' ha un colore
oro // e quindi poi / questa gomma lacca / tu la metti dentro lo spirito
/ &l [///] tu fa' i n maniera che la si diluisca insieme allo spirito / e poi
tu gli dai due / o tre mani / di questo &spiri [/] di questa gomma lacca /
in maniera che poi / i [/] il / diciamo così / il mobile gli splende / diventa
bellissimo / capito // [ifammn21]
4. Consecutive giustapposte
La costruzione consecutiva giustapposta costituisce un gruppo frasale che
mantiene una coesione interna mediante l’espressione di un rapporto consecutivo-deduttivo. Le frasi non sono unite da connettivi né da nessi subordinanti, ma la loro coesione si appoggia su unità di natura mista avverbiale-connettiva, che ricevono la denominazione di enlaces extraoracionales in
spagnolo e di “operatori di coordinazione avverbiale” in italiano.
Felisa Bermejo Calleja
179
4.1. Nessi
avverbi connettivi
spagnolo
“enlaces extraoracionales”
(giustapposizione)
<por (lo) tanto>
<por consiguiente>
<en consecuencia>
<así pues>
pues
<(y) así>
<de {este/ese} modo>
<de {esta/esa} manera>
<de {esta/esa} forma>
<de {esta/esa} suerte>
<de ahí que>
<de aquí que>
italiano
operatori di coordinazione avverbiale
quindi
perciò
dunque
<di conseguenza>
Nei corpora di lingua spagnola di C-ORAL non si trovano occorrenze di
<por consiguiente>, <de {este/ese} modo>, <de {esta/esa} suerte>.
L’elenco dei nessi e degli “enlaces extraoracionales”13 spagnoli è tratto da
Álvarez (1999, pp. 3767-3798). Questi “enlaces consecutivos” contribuiscono alla coesione della significazione delle frasi in un unico enunciato.
«La omisión del elemento coordinador y la expresión de sus compuestos
oracionales como simple yuxtaposición no conlleva necesariamente la desaparición de la significación relacional consecutiva-deductiva» (Álvarez
1999, p. 3793).
L’elenco degli operatori di coordinazione avverbiale è tratto da Scorretti
(2001 I, pp. 241-284) e da Lonzi (2001 II, p. 411); quest’ultima studiosa li
denomina “avverbi connettivi”.
13 Álvarez (GDLE 1999: 3793-3798) utilizza la denominazione “enlaces extraoracionales” perché sono usate in gruppi frasali giustapposti e quindi sarebbe incoerente chiamarli “nessi” o “conettori”. Tuttavia, nella stessa Grammatica, nel capitolo dedicato ai segnali discorsivi curato da altri autori (GDLE 1999: 4099-4121),
ricevono la denominazione di “conectores”. L’espressione “enlaces extraoracionales” è stata usata anche nell’Esbozo (1973, §3.22.3) dove si afferma che essi «denotan consecuencia de la oración que los precede inmediatamente o de todo el contexto anterior».
180
Consecutive
Álvarez (1999, p. 3794) sottolinea la natura avverbiale di questi operatori:
«No obstante las equivalencias semánticas con los diferentes nexos coordinantes, la categoría adverbial de estas expresiones queda fuera de toda
duda». Ciò è dimostrato dalle seguenti caratteristiche:
– possono spostarsi liberamente all’interno della frase che li accoglie;
– sono tonici (a differenza dei nessi coordinanti e subordinanti che sono atoni),
di conseguenza è possibile la comparsa nella stessa frase di altri operatori coordinanti;
– costituiscono un gruppo fonico indipendente e isolato tra pause, sia in posizione finale che intermedia;
– si possono presentare in una frase indipendente come elementi di coesione
pragmatica, e possono anche mettere in relazioni due parti di una stessa
frase, sia semplice che composta.
4.2. Modo verbale
In spagnolo, <de{ahí/aquí}que> seleziona obbligatoriamente il congiuntivo, e costituisce un’autentica eccezione nell’insieme di questi “enlaces”.
In effetti, per quanto riguarda tutti gli altri, sia in spagnolo sia in italiano,
nella frase che inizia o contiene gli avverbi connettivi si usa sempre
l’indicativo.
4.3. Repertorio di operatori avverbiali spagnoli
Nelle diverse occorrenze si potrà osservare, insieme a questi avverbi connettivi, la presenza della congiunzione y oppure e, e anche la libertà distributiva che gli avverbi hanno all’interno della frase. Sono due delle caratteristiche che distinguono gli avverbi connettivi dalle congiunzioni vere e
proprie.
<por lo tanto>
(294) a. // ya saben / que lo del sorteo xxx y de alimentos / es siempre los
miércoles // por lo tanto el miércoles / será la conferencia / [enatpr03]
b. // me parece que ahí es donde está la clave de la cuestión / y por lo tanto
hoy lo que hay que analizar es que un pueblo [/] un pueblo / &eh / con
un nivel / de vida alto / con un nivel de educación alto / un pueblo
Felisa Bermejo Calleja
181
democrático de fondo / ha / votado / miren ustedes / queremos la paz
/ pero no queremos la paz / a cualquier precio // [emedts02]
c. // hay / otros [/] otros animales que utilizan herramientas / en los que
se ha descrito por lo tanto una conducta instrumental / pero / &eh / son
de carácter [///] el uso de estas herramientas / es de carácter instintivo
//[enatco01]
Il totale delle occorrenze è ottanta. <Por lo tanto> è usato prevalentemente
nel registro formale (sessantotto casi). Il resto si distribuisce tra dieci in
pub e due in fam.
È da notare che <por lo tanto> (ottanta) è più usato di <por tanto> (trentasei).
<por tanto>
(295) a. // las antiguas Digital / que ahora son CompaQ // estas máquinas /
son sesenta y cuatro bits / con lo cual tienen un direccionamiento mejor
/ y más rápido / y &ac [/] actualmente / la caché está mucho más desarrollada / que / la que tienen los ordenadores Pentium // por tanto / al
ser la caché / mucho mayor / los cálculos necesitan menos acceso a
memoria // [enatte02]
b. // con esto / no quiero decir ni más ni menos / que cuando una persona va a comprar algo / si nota / que el vendedor / es alguien / cercano / se va a identificar con él / y por tanto va a comprar // si nota que
el vendedor es alguien lejano / distante / la posibilidad de compra es
mucho menor //[enatbu03]
c. HOM: Guardiola deja atrás once temporadas / en el club azulgrana /
tiene treinta años / finaliza contrato / queda por tanto / libre / para fichar por otro club / su carrera futbolística / va a terminar / en el extranjero / Francia [emednw02]
Vi è un totale di trentasei occorrenze di <por tanto>. Esso è usato fondamentalmente nel registro formale (med e nat) con trentaquattro casi registrati; solo due casi appartengono ai file di pub – considerato informale –;
non si riscontra nessun caso nei file fam.
<por consiguiente>
(296)
Hemos demostrado que nuestras conclusiones son válidas, por consiguiente, teníamos razón (Garcés 1994, p. 154).
182
Consecutive
<en consecuencia>
(297)
// los dos jugadores de la Unión Deportiva Las Palmas / Álvaro / y /
Ballano / tienen en estos instantes / su licencia / suspendida / por la
Federación / Española / de Fútbol // en consecuencia / su equipo / no
podrá contar con ellos / el próximo domingo // [emedsp05]
Sono state registrate tre occorrenze in totale.
<así pues>
(298)
en esos siglos / en ese periodo de tiempo / se acabó convirtiendo / en
miembro / de una nueva / y específica / institución social // que nació
/ con un supuesto regulador / básico / es decir / que como cuestión de
rutina / la ciencia / debía de ampliar / y modificar / el conocimiento /
existente / sobre la naturaleza / y también / sobre la sociedad // así pues
/ tenemos / un supuesto regulador / de / esa institución social específica / a la que llamamos / ciencia // [enatco02]
Ci sono cinque occorrenze, anche se quattro appartengono allo stesso parlante.
<(y) así>
(299) a. MAM: [<] <yo le he dicho> / que le diga a la dentista / que / a ver
cuándo van / esta semana / porque yo / tengo que ir a la Caja // porque claro / hoy le he dado la tarjeta / pero / voy a estar todos los días
dando la tarjeta // y así / prefiero ir yo / porque veo yo el dinero que se
va retirando y eso // me acerco yo mañana por la mañana [efamdl34]
c. // los virus / son parásitos intracelulares que pueden clasificarse según
los hospedadores que infectan // así / hay virus bacterianos / virus vegetales / y virus animales [emedts11]
<de este modo>
(300)
No solía frecuentar el lugar; poco o nada, de este modo, podrían probarle
(Álvarez 1999, p. 3794).
<de esta {manera/forma}>
(301) a. // objetivos que son / y repito / el poder proporcionar / capacidades
de &internali [/] de internacionalización / y de comunicaciones electrónicas / a empresas / que a priori / por sí mismas / no / son capaces / o
no / pueden desarrollar infraestructura / para llevarlo a cabo // de esta
manera / la apuesta consiste / en / integrar / lo más / &eh / &eh / po-
Felisa Bermejo Calleja
183
sible / el tratamiento de la tecnología / con el tratamiento de los contenidos // [enatbu03]
b. / lo que Merton llamó inicialmente como comunismo / y que por mor /
de los efectos / de la Guerra Fría / acabó / viniéndose en llamar / el
comunalismo // entendiéndose / bajo este término / la idea de que los
hallazgos de la ciencia / son producto / de la colaboración social / y por
lo tanto / son asignados / a la comunidad // de esta forma / las aportaciones / constituyen / una herencia común / en la cual / el derecho del
/ científico / es decir / del productor individual / queda limitado / al
reconocimiento / y a la estima / &po [/] por la aportación //
[efamdl42]
Si sono rilevate tre occorrenze di <de esta manera> e altre tre di <de esta
forma>.
<de ahí que>
(302)
/ eh ? uno lo que hace es contar historias / eh / lo [/] lo que uno hace
es narrar / lo que uno hace es contar / eh / y no hay ninguna pretensión
/ de someter la razón / a una / única norma // # de ahí que hayamos
desarrollado una cultura / como digo / más literaria / en este sentido /
menos / racionalista / [enatte04]
Si è trovata soltanto un’occorrenza di <de ahí que>. Nessuna, invece, con
<de aquí que>.
Álvarez (1999, p. 3797) segnala che <de ahí que> stabilisce un rapporto
fondamentalmente deduttivo. Una caratteristica peculiare è che nel suo
interno si può inserire un verbo del tipo proceder, resultar, derivarse, ecc.: De
ahí se {deriva, resulta, explica} ... que se encontrara tan satisfecho. In tal senso,
Porto Dapena (1991, p. 208) ritiene che l’enlace consecutivo <de ahí que>
sia il risultato dell’elisi di verbi di questo tipo (deducir, seguir, sacar, concluir,
...).
L’impiego del congiuntivo nella consecutiva introdotta da <de ahí que> è
dovuto al fatto che l’informazione che essa presenta è già nota: «La consecuencia introducida por <de ahí que> siempre es algo que los dos interlocutores ya conocen y que el hablante se limita a retomar después de informar sobre lo que lo causa» (Matte Bon 1995 II, p. 229). Tuttavia Porto
Dapena (1991, p. 208) sostiene che il congiuntivo è condizionato propriamente dall’avverbio connettivo <de ahí que>: «Se trata de un uso neutralizado del subjuntivo, ya que expresa una consecuencia real, como ocurre en todas las oraciones de este tipo, que por esa razón se expresan,
salvo este caso, siempre en indicativo».
184
Consecutive
₪ In italiano, nessun avverbio connettivo seleziona il congiuntivo. Sintatticamente, quindi, è impossibile individuare un equivalente in italiano.
4.4. Repertorio di operatori avverbiali italiani
dunque
Non tutte le novantacinque occorrenze di dunque sono di connettivo consecutivo. Dunque opera anche come segnale discorsivo con valore presentativo, o con valore di presa di turno per stabilire un contatto e per prendere la parola (GGIC 2001 III, p. 233). In questa ultima funzione è usato
nei files fam (dieci matches, contro due casi in cui dunque è connettivo), e
in tutti files tel (diciannove matches). Nei file nat, che sono di registro
formale, tutti i casi (trenta matches) hanno dunque come segnale discorsivo;
parimenti nei file med – sempre di registro formale – ci sono molti casi
con dunque come segnale discorsivo, accanto ad altri in cui dunque è
avverbio connettivo con valore consecutivo-conclusivo.
Avverbio connettivo
(303) a. // in previsione della [/] della GP1 / che sarà / il nome nuovo della cinquecento del [/] del futuro / &he / ci sarà questa introduzione del motore a quattro tempi / di mille / cilindrata + dunque / saranno motori
molto più potenti // l' Aprilia entrerà / come entrerà / la Honda Yamaha / e anche la Ducati // dunque / saranno tante possibilità / per diversi piloti // e / so che l' Aprilia / vorrebbe una mia collaborazione //
però / ecco / adesso è solo + bisogna parlarne // [imedsp01]
b. // un' altra medaglia / per gli azzurri // riepiloghiamo / Ilaria Bianco /
bronzo / nella sciabola femminile individuale / un bronzo / che arriva
dopo l'oro di Valentina Vezzali / nel fioretto femminile individuale / l'
argento / di Giovanna Trillini / sempre nel fioretto femminile individuale / e l' argento di Paolo Milanoli // dunque / le cose stanno andando
bene // [imedsp02]
c. // perché l' americani / co' l' inglesi / stavano proprio / in attesa di
quello // perché ancora c' erano in Italia // ce stanno tutt'ora // dunque
te poi figura' allora // volevano proprio quello // farci fare la fine della
Grecia // [ifammn02]
Segnale discorsivo
(304) a. ELA: quindi + va bene / i prossimi [/] i prossimi libri / che tu scriverai
/ hhh va bene / Anto ? va bene / nulla / allora / nulla / ti [/] ti saluto
//
Felisa Bermejo Calleja
185
ANT: va bene //
ELA: dunque / senti / io / sono un pochino indietro // perché / queste
tre tesi di dottorato / anche quella della Valentina / però io devo / riscrivere / un' altra relazione // [itelpv04]
b. STB: [<] <linguaggio> codificato / non c' è il rischio che non ci sia
comunicazione del [//] fra i due linguaggi ? quindi racchiusa / <xxx>
//
PAP: [<] <sì sì sì sì // sì sì sì sì> // certo che c' è // è questo / che vi
dicevo prima //
STB: ma +
PAP: eh / no // aspetta // perché c' arrivo // &he / e / dunque / la differenziazione / questa differenzazione / non può nascere / che da una
rottura del codice // [inatte02]
c. VER: dunque / hhh ## apriamo il congresso / e / qualche / nota di tipo
tecnico / che esula dalla mozione che io illustro // non so se tutti mi
conoscete // sono yyy Moreno / il segretario d' ateneo dello xxx CGIL
// e / ho / l' incarico / il mandato / a presentare la mozione / della [/]
dell' area / della CGIL / cambiare rotta / quindi del documento / della
CGIL / alternativo [inatps03]
(è il primo intervento in assoluto; di fatto, annuncia che si apre il congresso).
quindi
È l’operatore di coordinazione più usato. Sebbene nei 1048 matches si debbano distinguere gli usi come segnale discorsivo da quelli come avverbio
temporale, il numero di occorrenze di quindi con valore consecutivo è
sempre altissimo.
(305) a. GIN: una donna in gravidanza / può andare dovunque // quindi / può
andare benissimo al mare // può andare benissimo in spiaggia // può
fare il bagno // anzi / il nuoto / per esempio / è uno sport che noi
consigliamo moltissimo // [imedsc01]
b. // a me pare che questo documento / &he / sia un proposta importante / che il laboratorio per la democrazia fa alla città di Firenze / e
quindi spero che ci sia un dibattito / &he / intenso / stasera //
[inatpd01]
c. MAR: [<] <allora / essendo> vendita / c' è l' IVA al venti percento //
quindi / la pòi detrarre // quindi un caffè xxx a tre e cinquantotto // ora
/ quanti caffè consumate voi / mediamente / in un giorno ? [ifamcv05]
186
Consecutive
d. ROD: forse # / ne sono / come si dice / forse qualche piccola richiesta
/ mi è dovuta // visto che / devo sottostare ai vostri ordini / devo
sottostare alle vostre prove / perché avete / il mio amico come / ostaggio // e quindi / esigo che non gli sia fatto alcun male / se / naturalmente / # collaborerò // # se non collaborerò +vete [ifamcv07]
e. // ah / te sei del tre febbraio / quindi sei di socialismo rivoluzionario //
[ipubcv01]
perciò
Sono state riscontrate soltanto sei occorrenze di perciò.
(306)
DEC: in questo caso vediamo / un capello trattato / colorato / ripetutamente / colorato / perciò nel tempo / diventa più fragile / si spezza facilmente / e diventa più opaco // [imedsc03]
Diverso è il caso di per ciò, che non è mai un avverbio connettivo (e va anche distinto da <per questo>). Nelle occorrenze riscontrate, si può osservare che <per
ciò> serve a introdurre l’espressione <per ciò che riguarda>. Solo in una occorrenza
funziona come complemento del verbo e antecedente di relativo: la gratitudine per
ciò che la magistratura ha fatto [inatps01].
perciò vs. quindi
Secondo Ferrari (1995, p. 462), la proprietà anaforica e presupposizionale
sono i fattori che rispettivamente spiegano la differenza tra perciò e quindi.
Senza negare che quindi sia anche anaforico, esso è però sempre presupposizionale: «anche quando quindi si manifesta in modo anaforico, quindi
porta con sé la traccia della sua natura intrinseca presupposizionale». Perciò
mette in rapporto due enunciati testuali distinti; quindi può mettere in
rapporto un insieme di riferimenti e contenuti con l’enunciato che lo accoglie: «le due qualificazioni consecutive privilegiano connessioni di tipo
diverso: quindi dice che l’assunto consegue logicamente da un insieme di
assunti contestuali e perciò indica che il legame vale in particolare tra la
coppia di assunti veicolata dai due enunciati testualmente contigui».
(307)
SRE: [<] <ma / io> [/] io / dicevo dividiamo per gruppi anche l' affitto
//
ANG: allora / ottanta diviso tre / quanto fa ? <ottantuno> ?
SRE: [<] sono + <cioè / tipo> che / voi mettete / novanta / e noi
centocinque e centocinque // così m' aveva proposto Piero // # <è
mille lire in più> //
GPA: [<] <e noi quindi passiamo / da> trenta / a trentasette // <xxx>
// [ifamcv02]
Felisa Bermejo Calleja
187
4.5. Alcuni operatori di coordinazione avverbiale assenti
nell’inventario delle grammatiche
4.5.1. <Por eso> e <per questo>
Il connettivo <por eso> non viene segnalato, per citare alcuni casi, né da
Álvarez né da Porto Dapena né da Sánchez Montero. È indicato come
nesso consecutivo da Borrego/Asencio/Prieto (1985, p. 151), da Garcés
(1994, p. 155) e da Sastre (2004, p. 230).
Le caratteristiche peculiari di <por eso> possono forse spiegare tale assenza. Osservando le similitudini e le differenze con altri nessi spagnoli
(primo fra tutti <por tanto>), e soprattutto con il nesso italiano perciò (con
cui verrebbe naturale associarlo per affinità fonica e di formazione), viene
alla luce che <por eso> è in corso di grammaticalizzazione. In altri termini,
<por eso> è un sintagma preposizionale che funziona come tale all’interno
del predicato verbale, ma è anche un “enlace extraoracional” (un operatore di coordinazione avverbiale) alla pari di <por tanto>. Questa doppia
natura di <por eso> fa sì che solo in certi contesti, ma non in tutti, esso sia
sintatticamente e semanticamente equivalente a perciò.
Perciò è esclusivamente un operatore di coordinazione avverbiale; esso si
distingue in modo netto da <per questo> che, invece, è anche un sintagma
preposizionale, la cui funzione deriva dal significato lessicale di per e dalla
funzione anaforica del dimostrativo. <Per questo> non è citato nell’elenco
di operatori di coordinazione avverbiale fornito dalla GGIC.
4.5.2. <per questo> vs. perciò
Tra le differenze di <per questo> rispetto a perciò (cfr. Ferrari 1995: 251) vi è
il fatto che <per questo> può diventare il focus della versione scissa del secondo enunciato (308 a). <Per questo> è integrato nel predicato della frase;
la sua posizione basica è a destra del verbo, in modo che la frase che lo
accoglie ha la struttura canonica (308 b). Inoltre può essere preceduto da
focalizzatore (308 c).
(308) a. // milioni di indiani / erano esclusi dall' accesso ai farmaci // e fu per
questo che nel millenovecentosettanta / Indira Gandhi promulgò il xxx /
la legge sui brevetti / con la quale si può brevettare il processo di fabbricazione di un farmaco / ma non il prodotto / la molecola / la sua base
/ che si considera di dominio pubblico // fu così / che i prezzi scesero
/ e si salvarono milioni di vite umane // [imedrp03]
188
Consecutive
b. OND: l' attività sportiva / può essere veramente utile / per persone /
che hanno necessità / di riabilitazione // abbiamo seguito per questo /
una squadra di basket // [imedsc02]
c. PET: sono territoriali // ora + tant' è che / la &docu [/] tutta la documentazione / giunge agli uffici scolastici periferici // ed è stato proprio
per questo / che il ministro / ha impartito delle direttive / molto puntuali
/ e molto chiare / per sollecitare gli uffici scolastici periferici / che gestivano questi [/] che hanno gestito questi concorsi / <ad una rigida> +
[imedts02]
Si noti che in nessuno degli esempi precedenti si potrebbe usare perciò.
<Por eso> può, allo stesso modo di <per questo>, essere costruito in frase
scissa (309 a) e può essere collocato alla fine dell’enunciato (309 b). Può
infine avere un focalizzatore (309 c).
(309) a. PIL: / tal / cogiéndole del hombro / no sé qué / no sé cuantos / pero
es por eso / porque / no puede con uno / pues trata de &aga [/] de
arrastrar a otro // entonces será por eso // que ahora está muy [/] muy
colega con él // [epubdl08]
b. BEL: [<] <yo el primer año> que llegué eran / &eh [///] y por ejemplo
el dar un regalo y / no saber a quién / tampoco se lo regalabas / era
<un &poc [///] te obliga>
CRI: [<] <sí // lo del amigo invisible> //
BEL: lo del amigo invisible // por ejemplo que era [///] es una [///]
estaba bastante bien por eso / porque te obligaba un poco a pensar en
quién era // yo el primer año no sabía / ni a quién <regalaba>
//[epubdl18]
c. / también es un Dios / al cual / por mucho que nos comprenda / por
mucho que / nos tolere / por mucho que nos quiera / un Dios / al cual
digo / le duelen / nuestros pecados / le duelen nuestras ofensas / le
duelen nuestras traiciones / y por eso mismo / comienza este evangelio diciendo / ¡ay! de ti / Corazaín / ¡ay! de ti / Betsaida / no ? [enatpr01]
Se, nei casi appena visti, perciò non può essere usato nei contesti in cui è
impiegato <per questo>, esistono frasi in cui, al contrario, si impiega perciò
ma non è possibile usare <per questo>. Siccome i corpora offrono soltanto
sei occorrenze di perciò, non disponiamo di un match adatto al caso. Si osservi però questo esempio tratto da Ferrari (1995, p. 248): È andata a prendere l’ombrello; perciò piove. Qui non si può usare <per questo>, appunto a
causa del tipo di rapporto tra le due frasi (non si tratta propriamente di
causa-effetto, ma di una deduzione o “ipotesi”).
Felisa Bermejo Calleja
189
Il corpus italiano fornisce un esempio di perciò che difficilmente ammetterebbe la sostituzione con <per questo>.
(310)
MAM: [<] <eh / e riprende> <la sua cifra xxx> //
BAB: [<] <sì / è tuo / però> <attento perché> +
ANN: [<] <eh sì> //
BAB: / trenta milioni / quaranta milioni / faccio per dire / sono <i
miei> / perciò +
MAR: [<] <sì sì xxx> //
BAB: / è calcolato che / sarà / du' terzi // [ifamcv25]
Allo stesso modo, in spagnolo, <por eso> non sempre può sostituire <por tanto>.
(311)
// se cae la máquina / y entonces ya deja de funcionar // por tanto / tienes que / hacer lo siguiente / y es / coges el cálculo / y lo metes / a una
cola / de las pequeñas / de las de cinco minutos simplemente para ver /
que arranca bien // una vez que el cálculo haya arrancado / y ves que
funciona / pues simplemente ya coges ese cálculo y lo mandas a la cola
/ de dos días de <CPU> / [enatte02]
Nonostante le differenze segnalate, ci sono molti casi (la maggior parte
dopo la pausa //) nei quali <per questo> e perciò sono intercambiabili; si
deve quindi ritenere che <per questo> è anche un avverbio connettivo.
Nell’esempio seguente si potrebbe sostituire <per questo> con perciò, senza
riscontrare alcuna differenza significativa.
(312)
[///] non &sa [///] non [/] non assumevano nessuna carica politica / e
che erano semplici cittadini / e che vivevano nella povertà // per questo
diciamo / la figura dell' anziano / insomma è come se per me questi sessantadue anziani fossero tutti miei nonni / e io fossi il nipote a cui loro
tramandano le loro storie [ifammn16]
Nel seguente esempio, in modo speculare, si potrebbe sostituire perciò con
<per questo>.
(313)
JOX: [<] <e &p> [///] cioè / io ero abituato // si leggeva / e lei / ogni
tanto interrompeva e / aggiungeva tutte le cose //
VER: sì sì sì //
JOX: no ? eh // invece / &no [/] non l' ha fatto //
VER: mh mh //
JOX: perciò io credevo che non fosse da studiare // poi ha fatto una domanda su questa cosa ...
VER: mh mh //
JOX: e io / non l' ho saputa // [ifamcv03]
190
Consecutive
Il comportamento di <por eso> è parallelo a <per questo>.
Allo stesso modo, in determinati contesti, <por eso> potrebbe sostituire <por
tanto>.
(314)
// y una renovación de la flota / lleva / como mínimo / seis meses de
entrega de los autobuses // por tanto / todo lo que retrasemos / esa solución / va / en evidente detrimento / de / las posibilidades / de que
siga funcionando / el servicio de transporte urbano // [enatps02]
In conclusione, nell’atto di individuare le equivalenze tra gli avverbi connettivi spagnoli e italiani, si è potuto mostrare che la corrispondenza tra
<por eso> e <per questo> è bidirezionale e si compie in tutti i contesti. I due
avverbi sono quindi caratterizzati allo stesso modo; una di queste caratteristiche comuni è che essi non sono completamente grammaticalizzati.
₪ Per quanto riguarda perciò, questo operatore non trova in spagnolo un
unico equivalente; in certi contesti la corrispondenza si stabilisce con <por
eso> (si tratta dei medesimi casi in cui può essere sostituito con <per questo>); in altri contesti invece non è possibile tale corrispondenza, e allora è
necessario tradurre perciò con <por tanto>.
4.5.3. <per cui> e pertanto
Nemmeno <per cui> o pertanto sono citati tra gli operatori di coordinazione
avverbiali o tra gli avverbi connettivi.
Il numero di occorrenze di <per cui> con valore consecutivo (dopo //) è
molto alto, in quanto raggiunge i cinquantadue matches; si tratta di un dato
molto superiore alle occorrenze di perciò (che ha solo sei matches) e anche di
pertanto (che compare otto volte, di cui sette in registro informale).
Riteniamo opportuno richiamare l’attenzione sui nessi <per cui> e pertanto,
non solo per il loro uso frequente, ma anche perché non si sono osservate
differenze tra essi e gli altri avverbi connettivi.
(315) a. LOR: ancora di più // perché / già nel mio paesino / per delle cose che
[///] normali / veramente / come parlare / con un ragazzo in mezzo
alla strada / o fare un giro in macchina / anni e anni fa / quando avevo
/ tredici / quattordici anni / insomma / erano cose considerate in modo
molto diverso // per cui / sono abituata / diciamo / al pettegolezzo +
[imedts08]
b. // e / che cosa succede ? succede che / # non solo la Martina / non ha
più dormito / in quella casa / ma neanch' io / ho più dormito in quella
Felisa Bermejo Calleja
191
casa hhh // per cui / la casa è stata / completamente abbandonata /
praticamente / allora // [ifammn18]
c. // io vendevo un abbigliamento a un certo livello / però come lo vendevo io lo vendevano gli altri // pertanto / pe' entrare nelle simpatia di'
cliente / prima di tutto / se te tu vai in Puglia / bisogna tu sia ospite della Puglia // bisogna tu &ea / tu entri nella mentalità / anche di' pugliese // [ifammn14]
4.5.4. entonces
Questo avverbio connettivo, caratterizzato da una significazione fondamentalmente temporale, ha anche valore consecutivo, ed è inoltre un segnale discorsivo con altissima frequenza di uso.
In italiano entonces corrisponde ad allora, unità che non abbiamo trovato
inclusa tra gli avverbi connettivi consecutivi né nella GGIC (2001 II, p.
411) né nella grammatica di Serianni (1988, pp. 492-496).
In spagnolo, non tutte le grammatiche ritengono entonces un “enlace” consecutivo. Già Álvarez lo include in determinati elenchi (1999, p. 3793), ma
non lo cita in altri (1999, p. 3742). Né Borrego/Asencio/Prieto (1985), né
Porto Dapena (1991) riportano entonces tra i consecutivi; invece Garcés
(1994, p. 155) e Sastre (2004, p. 230) lo segnalano come nesso consecutivo.
(316) a. MIG: / [<] <tú lo que> quieres / es / la + por ejemplo la &c [/] la [/]
la liga // la liga en los últimos partidos / me parece que es a cinco partidos // las finales // entonces tú lo que estás deseando / es ganar el tres
cero // si [///] a ser posible // [efamdl03]
b. BER: beh / insomma // però + che ha fatto campagna elettorale / è
indubbio // allora / se si parla di neutralità / bisogna dire / perché l'
ambasciatore italiano / ha fatto una campagna elettorale / a favore di
Berisha // [imedts03]
5. Altri tipi di consecutive
5.1. Giustapposta intensiva
Questo gruppo frasale di significazione consecutiva riunisce due caratteristiche che si trovano di solito separate: il rapporto è di giustapposizione e
l’unità di coesione consecutiva è intensiva. Tali unità sono tan, tanto, tal, así
192
Consecutive
e sono posizionate nel secondo membro: Mató a su mujer y a sus tres hijos; tal
era su locura (Porto Dapena 1991, p. 207).
5.2. Consecutive sospese
La consecutiva è soppressa, ma il valore intensivo e consecutivo si mantiene. Lo sviluppo della costruzione è interrotto mediante un tonema sospeso, originando un tipo particolare di esclamazione. Tale interruzione è
possibile con qualsiasi intensificante.
(317) a. ABU: [<] <Sergio muy> [///] como siempre // ahí / correteando y +
pero bueno / cuando no se pone de mal humor / estupendo / porque
bueno / te hace reír / y todo // tiene esa cara tan simpática ...
[efamdl17]
b. CLA: è uguale // # insomma / io / son [///] mi son trovato lì / ad &i
[/] a [/] a [/] a contrattare una casa // per comprarla // perché mi piaceva così tanto ... [ifamcv17]
6. Riepilogo
Sulla base della classificazione stabilita da Álvarez (1999, pp. 3739-3804),
abbiamo considerato tre tipi di consecutive: subordinate, coordinate e
giustapposte. Le grammatiche italiane (GGIC 2001, pp. 825-832 e Serianni
1988, pp. 492-496) distinguono tra consecutive con antecedente e consecutive libere, che corrispondono alle subordinate e alle coordinate della
classificazione spagnola. Per le giustapposte, abbiamo dovuto prendere in
esame gli avverbi connettivi con valore consecutivo (GGIC 2001 I, pp.
241-284 e II, p. 411).
Rispetto al modo verbale delle consecutive, le condizioni che inducono
all’uso del congiuntivo sono a grandi linee le stesse nelle due lingue (conseguenza eventuale o non realizzata, valore finale, operatore di negazione,
ecc.), ma è diversa la distribuzione a seconda del tipo di consecutive. La
diversità si basa sulla considerazione (Pérez Saldanya 1999, pp. 3295-3297)
che in spagnolo, ricorrendo tali condizioni, solo le subordinate possono
avere il verbo al congiuntivo, e quindi le coordinate hanno sempre il verbo
all’indicativo. In italiano, invece, si ritiene che tanto le consecutive con
antecedente tanto quelle libere, ricorrendo tali condizioni, possono avere il
verbo al congiuntivo.
Felisa Bermejo Calleja
193
Le dissimmetrie rispetto all’uso del congiuntivo sono fondamentalmente
due:
– il connettivo spagnolo <de ahí que> obbliga alla scelta del congiuntivo;
– la presenza di avverbi frasali con valore di probabilità come quizá(s), probablemente, ecc. rende possibile (ma non obbligatorio) l’impiego del congiuntivo
nella subordinata.
Nella classificazione spagnola, i nessi <de {modo, manera, forma, suerte} que>
fanno parte sia dei nessi subordinanti che dei nessi coordinanti. Solo nel
primo caso il verbo può essere al congiuntivo. Le tabelle che seguono offrono una visione d’insieme della distribuzione dei modi.
<de {modo, manera, forma, suerte} que>
Questa tabella riporta il numero di occorrenze di questi nessi e la loro distribuzione in coordinate o subordinate, nonché l’indicazione del modo
verbale: indicativo o congiuntivo.
Quando hanno il verbo all’indicativo, il criterio per distinguere tra consecutive coordinate e subordinate è la durata della pausa: se la durata (rappresentata da /) non supera il ½ secondo, la frase è considerata subordinata; se la durata (rappresentata da //) va da ½ a un secondo, la frase è
coordinata.
<de modo que>
<de manera que>
<de forma que>
<de suerte que>
coordinate
(da 1/2 secondo a 1)
indicativo
3
5
subordinate
(meno di 1/2 secondo)
indicativo congiuntivo
1
2
1
3
<de tal {modo, manera, forma, suerte} que>
Con l’intensificante tal si tratta di nessi subordinanti.
totale
6
6
3
0
194
Consecutive
subordinante
indicativo congiuntivo
<de tal modo que>
<de tal manera que>
<de tal forma que>
<de forma tal que>
<de tal suerte que>
1
2
4
1
1
totale
0
5
3
1
0
<in {modo/maniera} che>; <di modo che>
<in modo che>
<in maniera che>
<di modo che>
indicativo
3
1
3
congiuntivo
11
totale
14
1
3
Soltanto con i nessi di modo si sono trovate, in italiano e in spagnolo, occorrenze con il verbo al congiuntivo. Con gli altri nessi, dove esiste la
possibilità dell’alternanza indicativo/congiuntivo tutte le occorrenze
hanno il verbo all’indicativo.
Capitolo 8
SUBORDINATE COMPARATIVE
1. Introduzione
In questo tipo di periodo si stabilisce un paragone tra un elemento comparato (nella principale), preceduto – obbligatoriamente in spagnolo – da un
quantificatore comparativo, e un secondo elemento (nella subordinata)
che rappresenta il punto di riferimento per stabilire l’uguaglianza o la
disuguaglianza.
Gutiérrez Ordóñez (1997, pp. 11-12) avverte che, per poter definire con
proprietà le comparative, occorre tener presente al contempo sia i criteri
semantici sia quelli formali; infatti, sebbene alcune costruzioni esprimano
comparazione, cioè siano comparative dal punto di vista semantico, esse
non rispondono formalmente alla struttura comparativa (ad esempio il
verbo preferir). Viceversa, alcune costruzioni contengono elementi formali
comparativi quali i quantificatori, ma non per questo esprimono comparazione (ad esempio le consecutive). L’autore propone una definizione mista
che combina i due criteri: «Las comparativas son estructuras de la lengua
porque tienen naturaleza de signo: presentan un significado (“comparación”) unido solidariamente a un significante (estructuras del tipo más...
que, más... de, etc.)».
Nella struttura comparativa si individuano due membri che ricevono diverse denominazioni.
Belletti (2001 II, p. 832) descrive la struttura comparativa nei seguenti
termini: «Il costituente ‘comparato’ presente nella frase principale è detto
‘primo termine di paragone’ (o ‘della comparazione’); la frase comparativa
contiene o costituisce essa stessa il ‘secondo termine di paragone’ (o ‘della
comparazione’)».
Gutiérrez Ordóñez (1997, pp. 17-19) dà la denominazione di “segmento
A” alla base di valutazione con il termine intensificato, e di “segmento B”
alla struttura in parallelo che rappresenta il punto di riferimento o norma.
Sáez del Álamo (1999, p. 1131) distingue tra “elemento di grado comparativo” e “coda”; tra essi esiste un rapporto di interdipendenza, dato che il
primo richiede, alla sua destra, la presenza della coda. L’insieme costituito
196
Subordinate comparative
dall’elemento di grado e dalla coda conforma il “quantificatore comparativo” che è un costituente discontinuo. Per López García (1994, p. 215)
l’espressione comparativa è uno schema percettivo all’interno di un rapporto in cui una forma forte, denominata “comparato”, si confronta con
una forma debole, denominata “comparante”, che serve da sfondo nel
confronto. Alarcos (1994, p. 341) denomina il secondo membro “base
della comparazione”.
Il presente capitolo si circoscrive all’analisi delle strutture comparative che
contengono come secondo termine di comparazione una proposizione
subordinata con il verbo finito esplicito.
In spagnolo, due importanti questioni hanno suscitato una viva polemica
tra gli studiosi; una riguarda la natura del que e del como, introduttori della
proposizione subordinata comparativa, e l’altra si riferisce alla natura
coordinata o subordinata del rapporto tra i due termini della comparazione.
La differenziazione del traspositore que nelle comparative rispetto al que
completivo è fuori dubbio; rimane, però, il fatto che esso è stato assimilato
al que relativo. Di fronte a tale assimilazione Gutiérrez Ordóñez (1997, pp.
33-34) reagisce offrendo una serie di argomenti a favore dell’esistenza di
un que propriamente “comparativo”, che non svolge nessuna funzione
nella subordinata; questa è una delle caratteristiche che lo distinguono
nettamente dal que relativo. Secondo l’autore neanche il como è assimilabile
al relativo. Il como comparativo, a differenza del relativo, non ha coreferenza con un altro sintagma del primo membro, né svolge alcuna funzione
nella subordinata. Inoltre introduce una subordinata avverbiale e non
aggettiva (cfr. Gutiérrez Ordóñez 1997, pp. 54-55).
Per quanto riguarda la natura subordinata, inordinata o coordinata della
proposizione che costituisce il secondo termine della comparazione,
López García (1994, pp. 211-215) offre una dettagliata descrizione dello
stato della questione, a cui rimandiamo. Il punto di vista adottato nel presente studio è basato sugli argomenti addotti da Gutiérrez Ordóñez (1997,
pp. 30-32), il quale sostiene che il rapporto stabilito nelle comparative è di
subordinazione: «la aplicación de la prueba de la conmutación por cero
nos muestra claramente que el segundo segmento está en relación de subordinación. Más en concreto, se hallan subordinadas al cuantificador
(más, menos, ...)».
Felisa Bermejo Calleja
197
2. Tipologia, caratteristiche e peculiarità delle comparative in
spagnolo
Nelle comparative si possono compiere alcune distinzioni. La prima è
quella che separa le comparative proprie, oggetto di studio del presente
capitolo, dalle pseudocomparative, le quali, invece, rimangono fuori dal
nostro campo di interesse.
Le comparative proprie si dividono in comparative di disuguaglianza e
comparative di uguaglianza, e comprendono inoltre le cosiddette comparative relative (Gutiérrez Ordóñez 1997, p. 37). Un altro tipo, infine, è
quello costituito dalle comparative contrastive o proporzionali (Porto
Dapena 1991, p. 203).
Le pseudocomparative sono costruzioni in cui sono usati i quantificatori
comparativi (más/menos...que/de) e quindi appaiono formalmente comparative, ma non lo sono dal punto di vista semantico.
(318) a. En el mundo hay más mujeres que Helena (Gutiérrez Ordóñez 1997, p.
12).
b. Es trabajador más que inteligente (Gutiérrez Ordóñez 1997, p. 12).
Questo capitolo affronta, quindi, l’analisi delle comparative proprie che
hanno come secondo termine di paragone una proposizione subordinata.
2.1. Secondo termine di paragone (segmento B), costituente di
frase semplice o complessa?
Conviene innanzitutto ricordare che le costruzioni comparative possono
essere frasi semplici, in cui il secondo termine di paragone non contiene
un verbo, e quindi non costituisce una proposizione subordinata. Allo
stesso tempo, conviene anticipare che le comparative di disuguaglianza
“non relative” si costruiscono come frasi semplici, salvo che il primo termine di paragone contenga come elemento comparato un sintagma verbale. Vediamo ora di spiegare più in dettaglio queste caratteristiche.
Per quanto riguarda la possibilità che il secondo termine di paragone sia
una proposizione subordinata, ciò dipende da due gruppi di varianti. Le
possibilità variano, a un primo livello, se il tipo di comparativa è di uguaglianza o di disuguaglianza e, ad un secondo livello, se il tipo di sintagma
che conforma l’elemento comparato è nominale, aggettivo, avverbiale o
verbale.
198
Subordinate comparative
Nelle comparative di uguaglianza, il secondo termine di paragone può essere costituito da una subordinata, cioè como può introdurre una proposizione subordinata. Invece, nelle comparative di disuguaglianza, tale opzione è impossibile; in altri termini, al costituente comparativo
más/menos...que non segue mai una proposizione subordinata (cfr. Sáez del
Álamo 1999, p. 1133). Quest’ultima affermazione è forse da precisare, in
quanto la stessa studiosa segnala che se l’avverbio quantificatore modifica
l’avvenimento espresso dalla principale, cioè il verbo, è possibile trovare
una subordinata come secondo termine di comparazione introdotto da
que: Teo gasta más que gana (cfr. Sáez del Álamo 1999, p. 1134). In realtà c’è
anche un altro caso in cui il costituente comparativo más/menos...que ha
come coda una proposizione subordinata. Si tratta di comparazioni con
elementi contrapposti: Ana compró menos libros que tebeos vendía Luis. «El
sustantivo tebeos de la coda tiene como ‘correlato’ al sustantivo libros en la
cláusula principal» (Sáez del Álamo 1999, p. 1142).
Anche Gutiérrez Ordóñez (1997) affronta la questione del segmento B
come costituente di frase semplice o frase complessa. Lo studioso, senza
fare distinzioni tra comparative di uguaglianza o disuguaglianza, afferma
apertamente che nel caso in cui nella principale l’elemento comparato sia
un sintagma verbale, il secondo termine di comparazione è subordinato e
ha carattere orazionale. Questo autore estende il “carácter oracional” persino al “término subordinado” che non ha verbo espresso, perché ritiene
che l’ellissi sia dovuta alla non ripetizione del verbo della principale: Lee
más novela que poesía. Nel caso in cui, invece, nella principale l’elemento
comparato sia un sintagma nominale o aggettivale, lo studioso sottolinea
l’inesistenza del carattere orazionale e quindi l’impossibilita di subordinazione nelle comparative: «Cuando el núcleo de la estructura comparativa
es un nombre o un adjetivo, entonces no hay oración comparativa» Gutiérrez Ordóñez (1997, p. 21).
2.2. Comparative proprie relative
In conseguenza di quanto abbiamo appena visto, il nucleo centrale da cui
dipende la possibilità di formare una subordinata nel segmento B si deve
cercare nel segmento A (primo termine di paragone), come elemento
comparato. Se questo è formato da un sintagma nominale o aggettivo, allora il segmento B (secondo termine di paragone) non sarà una proposizione. Tale impossibilità fa sì che nelle comparative di disuguaglianza
Felisa Bermejo Calleja
199
(tranne quelle con SV) si debba usare, in testa alla proposizione subordinata, una struttura esplicitamente relativa.
Effettivamente, all’interno delle comparative proprie si individua un
gruppo costituito dalle comparative relative, che hanno esplicitamente una
costruzione relativa.14 La comparativa relativa è una struttura che, oltre ad
avere un contenuto comparativo, ha una costruzione relativa “pura” costituita dal que relativo preceduto da {lo/el/la/los/las}. La comparativa relativa presenta una serie di caratteristiche peculiari, tra cui la più rilevante è
l’uso della preposizione de come introduttore del secondo segmento, comparante o coda: <de {lo/el/la/los/las} que>.
(319)
El problema es más complejo de lo que se pensaba.
In questo senso, López García (1994, p. 252) afferma che l’uso della costruzione relativa serve specialmente alle comparative di disuguaglianza,
perché rende possibile in esse l’uso del verbo coniugato. Esso risolve,
dunque, un’incompetenza del sistema: «Las comparativas de desigualdad
se caracterizan porque no admiten un verbo conjugado en el comparante
– un perro es más feroz que un gato, pero *un perro es más feroz que suele ser un gato
[...]; en este caso la construcción relativa resuelve una incompetencia del
sistema y tenemos como única alternativa un perro es más feroz de lo que suele
ser un gato» (López García 1994, p. 249).
In conclusione, nelle comparative di disuguaglianza la proposizione subordinata è introdotta dalla particella de seguita dalla sequenza
<{lo/el/la/los/las} que>. Se il nucleo del costituente comparativo è un aggettivo, un avverbio o un verbo, non esistono elementi di concordanza e
la sequenza si limita a <de lo que>, in cui la comparsa del neutro è obbligatoria. Se, invece, l’elemento comparato è un nome, di solito si stabilisce
la concordanza tra esso e {el/la/los/las}, senza però escludere la possibilità
dell’uso del neutro lo. Secondo López García (1994, p. 249) «lo es el fórico
propio de este tipo de construcciones», le quali in realtà sono propriamente comparative, visto che non c’è concordanza con lo. Quindi, l’uso
14
Si tratta, quindi, di una questione diversa dall’analogia che alcuni studiosi, tra
cui Alarcos, hanno stabilito tra subordinate relative e comparative. Alarcos raggruppa relative, comparative e consecutive, ritenendo che nei tre tipi di costruzione si possa individuare un antecedente, che nelle due ultime è identificato con il
quantificatore o l’intensificante dell’elemento comparato: «La oración transpuesta
presupone la existencia de una especie de antecedente cuantificado» (Alarcos
1994, p. 342).
200
Subordinate comparative
degli articoli {el/la/los/las} “constituye una extensión” dell’impiego del
neutro lo.
Per quanto riguarda le comparative di uguaglianza, siccome non hanno
restrizioni nell’uso del verbo coniugato, esse ammettono le due costruzioni, anche se è molto più frequente (e si sente come più naturale) la costruzione propria non relativa, mentre quella relativa risulta “rara” (López
García 1994, p. 252). Nelle comparative di uguaglianza il secondo termine
di paragone non è introdotto dalla preposizione de, bensì mantiene la
forma como, alla quale segue l’articolo e il relativo que. La struttura comparativa è costituita da “tanto(-a,-os,-as)...<como {lo/el/la/los/las} que>”.
(320) a. Cuesta tanto como la que compraste tú.
b. Es tan cara como la que compraste tú.
3. Nessi. Elementi comparativi
Anche se non è molto appropriato denominare “nessi” gli elementi che
collegano e conformano la struttura comparativa, nel titolo abbiamo
conservato questo termine per mantenere l’omogeneità con gli altri capitoli.
Gli elementi di grado comparativi (más, menos, tanto/più, meno, tanto), che
intensificano il primo termine di paragone, richiedono la presenza del
secondo termine di paragone, con in testa i traspositori comparativi (que,
de, como/di quanto, quanto, ecc.) che introducono la proposizione subordinata comparativa.
3.1. Elementi comparativi in spagnolo
Disuguaglianza:
{más/menos}...{SA/SN/SV}...<de {lo/el/la/los/las} que>
{más/menos}...SV...que
Uguaglianza:
{tan/tanto/tanto(-a,-os,-as)}...{como/cuanto}
Felisa Bermejo Calleja
201
Más e menos sono invariabili. Tan precede aggettivi e avverbi. Tanto è invariabile quando modifica direttamente il verbo. Tanto ha i morfemi di genere e numero quando modifica un nome, e quindi concorda con esso. Gli
elementi comparativi svolgono la funzione propria degli avverbi quando
modificano un aggettivo, un altro avverbio o il verbo; essi svolgono la
funzione di aggettivi quando modificano un nome.
Per quanto riguarda la sequenza <de {lo/el/la/los/las} que>, introdotta
dalla preposizione de, Bello (1847, p. 301) segnala che in essa sarebbe possibile usare, in alternativa alla preposizione, la congiunzione que, anche se
ciò può avere un effetto cacofonico. Sulla base degli esempi che offre
(Volvió el presidente a la ciudad menos temprano de lo que se esperaba; Se encontraron
al ejecutar la obra mayores incovenientes de los que se habían previsto), Bello commenta: «Que lo que o que los que no hubiera sido impropio o extraño; pero se
prefiere la preposición [de] como más agradable al oído». Anche López
García (1994, p. 251), oltre a segnalare la possibilità di usare in alternanza
de/que in tali sequenze, propone esplicitamente tale alternanza nella struttura: «Comparado de/que + el/la/los/las/lo + que + Comparante». (Vedere
infra l’occorrenza con SV).
₪ In spagnolo, la forma apocopata tan è l’unica possibile se precede aggettivi o avverbi. In italiano si usa tanto.
3.2. Elementi comparativi in italiano
Disuguaglianza:
{più/meno} ... <di quanto>
Uguaglianza:
{ø/tanto} ... quanto
Più e meno sono invariabili. Tanto è invariabile se modifica il verbo o
l’aggettivo, ma concorda in genere e numero se modifica un nome. Anche
quanto varia se modifica un nome.
₪ In spagnolo, cuanto non è mai usato nelle comparative di disuguaglianza.
Inoltre nelle comparative di uguaglianza ha un uso molto ristretto. La sequenza <cuanto {más/menos}>, invece, è d’uso frequente nelle comparative
proporzionali (vedere infra).
202
Subordinate comparative
3.3. Costituenti comparativi spagnoli e italiani a confronto
spagnolo
primo termine di paragone
quantificatore
agg
avv
v
modifica
x
x
x
más
secondo termine di
paragone (proposizione
subordinata)
<de lo que>
{<de lo que>/que}
<de {lo/el/la/los/las} que>
<de lo que>
{<de lo que>/que}
<de {lo/el/la/los/las} que>
como
como
{como/cuanto(-a,-os,-as)}
n
x
disuguaglianza
x
x
x
menos
x
uguaglianza
italiano
tan
tanto
tanto(-a,os,as)
x
x
x
x
primo termine di paragone
quantificatore
agg
avv
v
modifica
x
x
x
più
disuguaglianza
meno
uguaglianza
--tanto
x
x
n
x
x
x
x
x
x
secondo termine di
paragone (proposizione
subordinata)
<di quanto>
<di quanto(-a,-i,-e)>
<di quanto>
<di quanto(-a,-i,-e)>
quanto
quanto
4. Comparazione di disuguaglianza
Il secondo termine di paragone è costituito da un’intera frase, vale a dire
da una proposizione subordinata in cui il verbo è coniugato ed è esplicito.
4.1. Primo termine di paragone: sintagma aggettivo – secondo
termine di paragone: proposizione subordinata
4.1.1. In spagnolo
{más/menos} SA <de lo que> Vs
(321)
// pero a medida que se van haciendo más estudios con / monos / es
decir / con / otros primates que no son / los simios / se va encontrando que / son mucho más complejos de lo que anteriormente se había
pensado // [enatco01]
Felisa Bermejo Calleja
203
4.1.2. In italiano
{più/meno} SA <di quanto> Vs
(322) a. // beh / qui insomma c' è una &provo [/] c' è una / &he / propensione
/ a ritenere / un pò più tardivi / di quanto sono in realtà // [inatco03]
b. // ma non mi pare possibile / non mi pare / realisticamente proponibile / reintrodurre una discussione / che faccia / ricacciare indietro / i'
dibattito politico di questo paese / fino a / riproporre / una [/] una
legge elettorale / più proporzionale / di quanto è attualmente oggi //
[inatps02]
Le uniche due occorrenze hanno il verbo all’indicativo e non hanno il non
espletivo. I files “nat”, a cui appartengono i due esempi, sono catalogati
come registro formale (formal in natural context). Di conseguenza, possiamo
affermare che l’indicativo non viene usato soltanto nello “stile dimesso”,
come sostiene Belleti (2001 II, p. 838). Di fatto, Wandruszka (2001 II, p.
459) e Dardano/Trifone (1983, p. 319) affermano senza restrizioni che si
usano i due modi: indicativo e congiuntivo.
Nella comparativa di disuguaglianza, la forma quanto può essere sostituita
«più o meno produttivamente» da una «struttura di tipo esplicitamente
relativo la cui testa sia il pronome dimostrativo quello» (Belletti 2001 II, p.
838). Il verbo è all’indicativo.
(323)
// l' ironia della sorte ha voluto che / su questa fila / accanto a me / sia
a sinistra che a destra / ci siano tre persone che si chiamano Mario /
come me // sono / dei bravi agricoltori / forse più di quello che non sono
io // magari hanno anche più tempo // e quindi / hanno un orto più
fornito / del mio // [ifammn24]
Si noti che in questa occorrenza viene usato il non espletivo.
₪ In italiano la subordinata può avere un non espletivo (possibile sia in <di
quanto non> sia in <di quello che non>): Gianni si è mostrato più adatto a questo
incarico di quanto non sperassimo. In spagnolo, tale possibilità è inesistente.
204
Subordinate comparative
4.2. Primo termine di paragone: sintagma nominale – secondo
termine di paragone: proposizione subordinata
4.2.1. In spagnolo
{más/menos} SN <de {lo/el/la/los/las} que> Vs
(324)
CAR: y si / has cobrado / menos [/] menos IVA / del que tú / has pagado
/ pues entonces / te sale a compensar / o a devolver / a final de año /
o lo que sea // entonces / <eso> // [enatbu01]
<Los que> e <las que> possono essere rispettivamente sostituiti da cuantos
e cuantas, ma il loro uso è molto ristretto.
4.2.2. In italiano
{più / meno} SN <di quanto/a/i/e (non)> Vs
(325)
Gianni ha scritto più articoli di quanti tu (non) creda (GGIC 2001 II, p.
838).
Sebbene quanto possa essere invariabile, Belletti (2001 II, p. 839) segnala
che esso «si accorda preferibilmente in genere e numero» con il nome del
primo termine di paragone. La stessa autrice aggiunge che è preferibile
l’inserzione del non espletivo rispetto alla sua assenza.
₪ In italiano la subordinata può avere un non espletivo; in spagnolo, invece, ciò non è possibile.
4.3. Primo termine di paragone: sintagma verbale – secondo
termine di paragone: proposizione subordinata
4.3.1. In spagnolo
{más/menos} SV <de lo que> Vs
(326) a. // hhh / lo primero entonces que [/] que conseguí / pues es ver / &eh
+ uno se encuentra con uno mismo / ve que / uno mismo / puede mucho más de lo que / en principio / cree que puede / por ejemplo / uno se
da cuenta que puede andar cuarenta kilómetros / que puede estar / dos
horas andando / por la mañana en ayunas / y no pasa nada //
[epubmn02]
Felisa Bermejo Calleja
205
b. // pero por primera vez / en estos últimos años / en este momento /
tenemos / una inflación / que crece / más / que lo que crece la economía
// [emedin02]
Si noti che nell’esempio (326 b), la sequenza non è introdotta dalla preposizione de, bensì dalla congiunzione que. Come abbiamo già visto, diversi
grammatici segnalano infatti l’uso di de/que in alternanza, come per
esempio Bello (1847, p. 301) e López García (1994, p. 251).
{más/menos} SV que Vs IND
(327)
Se miente más que se habla. (Alarcos 1994, p. 341)
Soltanto se l’elemento comparato è un SV, è possibile costruire una
struttura comparativa di disuguaglianza che ha come secondo segmento
una proposizione subordinata comparativa propria e non relativa (cfr.
Gutiérrez Ordóñez 1997, p. 21 e Porto Dapena 1991, p. 200). Il verbo è
all’indicativo.
4.3.2. In italiano
{più/meno} SV <di quanto (non)> Vs
(328)
// e Rommel / nel suo diario / nelle sue memorie / scrisse / con l'
Ariete / noi abbiamo perduto / i nostri più vecchi camerati / ai quali /
bisogna riconoscerlo / avevamo sempre richiesto / più di quanto non potessero
fare / con il loro armamento // [imedrp01]
Anche in questo caso è preferibile l’inserzione del non espletivo.
₪ In italiano la subordinata può avere un non espletivo; in spagnolo,
invece, ciò non è possibile.
{più/meno} SV <di quello che> Vs
(329)
ASS: [<] <questo capitale> + no // le frutta / molto di più / di quello
che le è fruttato nel corso del piano / perché / per noi / non ci sono più
il <tasso di rischio in caso di xxx> + [ipubdl02]
206
Subordinate comparative
4.4. Un caso particolare in spagnolo: de o que prima della
sequenza <{el/la/los/las} que>?
Abbiamo già indicato che se la comparativa di disuguaglianza è relativa, la
subordinata è introdotta dalla preposizione de seguita da <lo/el/la/los/las
que>. Troviamo, però, frasi in cui l’elemento che precede la struttura
relativa non è la preposizione, bensì il que comparativo. Descrivere in quali
contesti e per quali motivi sia usato de o que è estremamente arduo, in
ragione del fatto che gli studiosi hanno opinioni a volte discordanti, e
anche del fatto che in queste frasi si incrociano strutture sintattiche
diverse, anche se all’apparenza identiche.
Come abbiamo indicato prima, studiosi come Bello (1847, p. 301) e López
García (1994, p. 251), anche se con alcune riserve, segnalano l’uso di que in
alternanza alla preposizione de in queste strutture relative. Tuttavia, altri
studiosi propongono come testa della sequenza nella comparativa relativa
soltanto la preposizione de, e si limitano a far riferimento alla
congiunzione que come testa di tale sequenza in casi specifici.
Per non perderci in una rete di vedute contrastanti, passiamo a indicare i
punti fermi della questione.
A. In una comparativa relativa, se l’elemento intensificato è un sintagma
aggettivo o avverbiale, la subordinata è introdotta da <de lo que>. Nella
sequenza è usato esclusivamente lo neutro.
(330)
// pero a medida que se van haciendo más estudios con / monos / es
decir / con / otros primates que no son / los simios / se va
encontrando que / son mucho más complejos de lo que anteriormente se
había pensado // [enatco01]
B. Se l’elemento intensificato è un sintagma nominale, la subordinata è
introdotta da <de {lo/el/la/los/las} que>. Siccome l’introduttore è de, si
tratta di una comparativa relativa. Nonostante, in questo caso, cioè con
SN, la subordinata può essere introdotta da que comparativo.
(331) a. Juan compró menos libros de los que vendía Luis (Sáez del Álamo 1999,
p. 1138).
b. Juan compró menos libros que los que vendía Luis (Sáez del Álamo 1999,
p. 1138).
Felisa Bermejo Calleja
207
C. Se l’elemento intensificato è un aggettivo, ma tale aggettivo fa parte di
un SN, la subordinata può essere introdotta dal que comparativo seguito
dall’articolo concordato con il nome nucleo del SN, che è l’antecedente
del que relativo successivo: <que (comparativo) {el/la/los/las} que
(relativo)>.
(332)
[<] <bueno> / os ruego a todos &inter [/] &in [/] intervenciones un poquito más breves / que las que ha tenido el embajador Puente Ojea / porque se nos va el <programa> // [emedts03]
Il primo que è comparativo. Il secondo que è relativo, e il suo antecedente è
il nome “intervenciones”, e questo nome non è l’elemento intensificato
(ricordiamo che nelle comparative relative il que ha come antecedente il
nucleo del sintagma intensificato). L’elemento intensificato è l’aggettivo
“breves”, preceduto dal quantificatore comparativo más. Non è, quindi, un
SA, ma un SN in cui l’elemento quantificato è l’aggettivo.
La chiave viene data dall’antecedente del que relativo. Se l’antecedente è
quantificato, il secondo segmento inizia con de. Se invece l’antecedente
non è quantificato, il secondo segmento si apre con que comparativo (cfr.
Gutiérrez Ordóñez 1997, pp. 44-46).
D. Se il secondo termine di comparazione ha un verbo del tipo pensar, creer,
parecer, decir, necesitar, esperar, ecc., dal quale dipenderebbe una completiva
con un verbo identico a quello del primo termine di comparazione, è
possibile soltanto la comparativa relativa, cioè introdotta da de (cfr.
Gutiérrez Ordóñez 1997, p. 47).
(333)
Juan compró más libros de {los/lo} que yo pensaba (Sáez del Álamo
1999, p. 1136).
La frase non elisa sarebbe:
(334)
Juan compró más libros de {los/*lo} que yo pensaba que compraría (Sáez
del Álamo 1999, p. 1136).
4.5. Comparative proporzionali
Porto Dapena (1991, p. 203) ritiene più appropriata la denominazione di
“proporcionales” rispetto a quella solitamente usata di “contrastivas”,
visto che, secondo l’autore, queste frasi stabiliscono tra loro un rapporto
di proporzionalità.
208
Subordinate comparative
In spagnolo, queste strutture hanno come elementi correlativi <(tanto)
{más/menos}> nella principale e <cuanto {más/menos}> nella subordinata,
sia in quest’ordine sia in quello contrario.
(335) a. // vamos que [/] que gira más / cuanto <más carga / aerodinámica /
tienes / en el alerón delantero> // [epubdl09]
b. // en Inglaterra hay casas de apuestas / que tú puedes apostar / a todo
lo que quieras // [efamdl31]
c. [/] a lo que quieras // allí seguramente a quién gana y a quién pierde //
lo que pasa es que te dan más / cuanto más difícil sea la apuesta //
[efamdl31]
d. // porque hay una máxima / que dice / que cuanto más coincidas con otro
/ mejor hecha está la información // [enatpe04]
Un’altra correlazione è <(tanto) {más/menos}> ... <mientras {más/menos}>
sia in quest’ordine sia in quello contrario.
(336)
Mientras más trabaja, más quiere seguir trabajando Garcés 1994, p. 162).
In italiano «è possibile anche un uso correlativo dell’avverbiale comparativo più preceduto dal modificatore tanto» (GGIC 2001 II, p. 840).
L’altro elemento della correlazione è <quanto più>.
(337) a. // perché / quanto più / ciascuna gamba dell' Ulivo / è forte / tanto più l'
Ulivo / nel suo insieme / sarà forte /// [imedts04]
b. MIC: [<] <e tanto meglio ti riesce> + e tanto meglio ti riesce / quanto più
# sei / quel personaggio // [ifamdl01]
5. Comparazione di uguaglianza
5.1. Primo termine di paragone: sintagma aggettivo – secondo
termine di paragone: proposizione subordinata
5.1.2. In spagnolo
tan SA como Vs
(338)
Es tan inteligente como me imaginaba (Garcés 1994, p. 159).
Felisa Bermejo Calleja
209
5.1.3. In italiano
{-- /tanto} SA quanto Vs IND
Il SA comparato può essere preceduto da tanto, oppure non essere
preceduto da nessun modificatore.
(339)
[///] una parente di Guido / che lavora a Roma all' Alitalia / c' aveva
riservato i due posti / quelli vicini all' uscita di sicurezza / sai // quindi
/ &he ci si poteva + cioè / praticamente davanti 'un ci s' aveva nessuno
// quindi si potevano allungare le gambe / ci si poteva alzare senza
chiedere il permesso / insomma / si stava bene diciamo // &he / e
nulla / che si fa questo viaggio / che è / diciamo / non faticoso quanto mi
immaginavo / eh // insomma / anche Guido / tranquillo // sai lui fa
sempre / insomma / fa sempre il &ghi [///] il baldanzoso // però /
insomma / anch' io / tranquilla [ifammn08]
Nell’unica occorrenza trovata, l’aggettivo non è modificato da nessun
quantificatore comparativo.
₪ In spagnolo è obbligatoria la presenza del modificatore.
5.2. Primo termine di paragone: sintagma nominale – secondo
termine di paragone: proposizione subordinata
5.2.1. In spagnolo
Nell’uguaglianza non si usano le strutture esplicitamente relative. Le due
possibili strutture sono:
– tanto(-a,-os,-as)...como;
– tanto(-a,-os,-as)...cuanto(-a,-os,-as).
(340) a. PAC: de la serie // y este programa va a correr tantas veces / como &vec
[/] como veces venga en [/] en [/] en a dólar // [epubdl15]
b. Alcanzó tanto cuanto se propuso (Garcés 1994, p. 159).
5.2.1. In italiano
Nell’italiano non abbiamo trovato riferimenti a strutture di questo tipo.
Nella GGIC (2001 II, pp. 832-853) l’unico caso con proposizione
subordinata, segnalato da Belletti, ha un SA nel primo termine di
210
Subordinate comparative
paragone. Invece Belletti, quando tratta il SN (GGIC 2001 II, pp. 835836) e il SV (GGIC 2001 II, pp. 836-837), non fa accenno alla “frase
intera” come secondo termine di paragone. Inoltre, nei corpora non c’è
nessuna occorrenza di questi due ultimi tipi.
6. Un caso particolare in italiano: il secondo termine di paragone
è una proposizione con il clitico ne
Si usa sia nella comparazione di disuguaglianza sia in quella di uguaglianza.
La proposizione che costituisce il secondo termine di paragone contiene il
pronome clitico ne, che riprende un nome presente esplicitamente nel
primo termine di comparazione.
(341) a. Gianni ha certamente detto più sciocchezze di quante ne hai dette tu
(GGIC 2001 II, p. 841).
b. Hai letto tanti libri tu in un mese quanti ne ha letti lui in un anno (GGIC
2001 II, p. 841).
₪ In spagnolo questa struttura è inesistente; per esprimere un rapporto di
questo tipo sarebbe necessaria una struttura esplicitamente relativa (<de
{lo/el/la/los/las} que>).
7. Comparativi sintetici
L’italiano e lo spagnolo hanno ereditato dal latino alcune forme
comparative di formazione sintetica. Di queste, alcune mantengono il
carattere comparativo: mejor, peor, mayor e menor, in spagnolo; migliore,
peggiore, maggiore e minore, in italiano.
₪ In spagnolo, mejor e peor rappresentano il grado comparativo sia degli
aggettivi bueno e malo sia degli avverbi bien e mal. In italiano, migliore e minore
sono rispettivamente i comparativi degli aggettivi buono e cattivo.
Corrispondenti agli avverbi bene e male sono le forme meglio e peggio. A
questo proposito, Belletti (2001 II, p. 851) segnala che in posizione
predicativa è ammesso l’uso delle forme avverbiali meglio e peggio: Il suo
ultimo film è meglio/peggio di quanto non pensassimo.
Felisa Bermejo Calleja
211
Le forme sintetiche si comportano, rispetto alla subordinata comparativa,
allo stesso modo dei costituenti quantificati con più o meno.
In spagnolo queste forme costituiscono l’elemento comparato del primo
termine di paragone; il secondo termine può essere una subordinata
comparativa propria o una comparativa relativa:
– {mejor/peor/mayor/menor}...que Vs;
– {mejor/peor/mayor/menor}...<de lo que> Vs.
Nelle uniche occorrenze trovate, le comparative sono di tipo relativo.
(342) a. / pues la economía española se comporta / &eh / yo creo que con
[///] no sólo razonablemente / sino / comparativamente / mejor / de lo
que nos sucedía / hace unos años / y / vamos a crecer otra vez / por
encima de la media europea [emednw01]
b. // vuelvo a pedir yo la cuenta // oiga / por favor / la cuenta // sí // sí
// la están terminando de elaborar // pero [/] pero [/] pero qué están
hablando ? empiezo yo a estar alarmado // digo / a ver si va a ser peor de
lo que había pensado // efectivamente / terminan por traer la cuenta / la
mira / Chema / y pone / cara de póquer // no dice nada // se la pasa
al Jimi / y el Jimi / pega el respingo / hhh / para arriba // de susto // y
Chema en ese momento se derrumba // se derrumba / se echa las
manos a la cabeza / y dice / qué hemos hecho // hhh qué / hemos
hecho // [efammn05]
In italiano la struttura con le forme sintetiche comparative è: {migliore/peggiore/maggiore/minore}...<di quanto> Vs + CONG.
(343)
COL: mah / secondo me / in questo periodo / in Cina c' è un
allentamento / della tensione interna // e oggi i Cinesi / godono di
molta maggiore libertà / di quanto abbiano &dovu [///] goduto / nel corso
dell' intera loro storia // [imedts07]
212
Subordinate comparative
8. Modo verbale della subordinata comparativa
8.1. In spagnolo
8.1.1. Indicativo
Soltanto in un caso si può affermare con sicurezza che l’uso dell’indicativo
è esclusivo: le comparative di disuguaglianza il cui elemento comparato è
un sintagma verbale. Questo è anche l’unico caso di subordinata
comparativa propria nella comparazione di disuguaglianza; conviene
dunque ricordare che, se l’elemento quantificato è un SN o un SA, si deve
adottare la struttura relativa, perché il secondo termine sia una frase
subordinata con verbo finito ed esplicito. «Solamente cuando la
comparación se establece entre dos acciones verbales cabe esperar la
aparición de un verbo tras el enlace comparativo: Felipe habla más que hace.
[...] El verbo que aparece en la oración subordinada va siempre en
indicativo» (Porto Dapena 1991, pp. 200-201). Sebbene questo studioso lo
estenda anche alle comparative di uguaglianza, l’uso esclusivo
dell’indicativo si limita, a nostro avviso, alle comparative di disuguaglianza.
8.1.2. Alternanza indicativo/congiuntivo
Tranne il caso appena indicato, in tutte le altre strutture comparative è
possibile l’alternanza del modo indicativo/congiuntivo del verbo della
subordinata in spagnolo. Tali strutture sono le comparative relative (344),
le comparative proprie di uguaglianza (345) e le comparative proporzionali
(346).
(344) a. Gasta más de lo que gana (Porto Dapena 1991, p. 202).
b. Debes pagarle más de lo que te pida (Porto Dapena 1991, p. 202).
(345) a. Federico escribe tanto como lee (Porto Dapena 1991, p. 200).
b. Viajarás tanto como quieras (Borrego/Asencio/Prieto 1985, p. 156).
(346) a. Cuanto más dinero tiene, más quiere (Garcés 1994, p. 162).
b. Cuanto más estudies, más posibilidades tendrás de conseguir la plaza
(Garcés 1994, p. 162).
Il criterio della selezione di uno dei modi è collegato ai criteri delle
subordinate relative; quindi se il referente è presentato come specifico e il
Felisa Bermejo Calleja
213
parlante si compromette con quanto affermato, il modo è indicativo; se
invece il referente è presentato come non specifico e il parlante non si
compromette con quanto affermato, il modo è il congiuntivo. La non
specificazione e il non impegno da parte del parlante è favorito dalla
presenza, nella principale, di un tempo futuro o con proiezione al futuro.
Nei corpora di spagnolo di C-ORAL, con la sola eccezione delle
comparative proporzionali che presentano alternanza, tutte le occorrenze
hanno il verbo della subordinata comparativa all’indicativo.
8.2. In italiano
8.2.1. Indicativo
Le subordinate comparative di uguaglianza hanno sempre il verbo
all’indicativo. «L’indicativo è possibile marginalmente nella comparativa di
disuguaglianza, ma il congiuntivo è sistematicamente escluso da quella di
uguaglianza» (Belletti 2001 II, p. 844).
(347)
Maria è tanto intelligente quanto Luisa è pigra (GGIC 2001 II, p. 844).
Tra le comparative di disuguaglianza, si usa prevalentemente il modo
indicativo nella «struttura di tipo esplicitamente relativo la cui testa sia il
pronome dimostrativo quello» (Belletti 2001 II, p. 838).
(348) a. // a volte / girando il mondo / troviamo persone che sanno della
nostra cultura / più di quello che sappiamo noi // [inatps01]
b. ASS: [<] <questo capitale> + no // le frutta / molto di più / di quello
che le è fruttato nel corso del piano / perché / per noi / non ci sono più
il <tasso di rischio in caso di xxx> + [ipubdl02]
8.2.2. Congiuntivo/indicativo
Le subordinate comparative di disuguaglianza introdotte da <di quanto>
possono avere il verbo al congiuntivo o all’indicativo.
(349) a. // e Rommel / nel suo diario / nelle sue memorie / scrisse / con l'
Ariete / noi abbiamo perduto / i nostri più vecchi camerati / ai quali /
bisogna riconoscerlo / avevamo sempre richiesto / più di quanto non potessero
fare / con il loro armamento // [imedrp01]
214
Subordinate comparative
b. COL: mah / secondo me / in questo periodo / in Cina c' è un
allentamento / della tensione interna // e oggi i Cinesi / godono di
molta maggiore libertà / di quanto abbiano &dovu [///] goduto / nel
corso dell' intera loro storia // [imedts07]
L’uso dell’indicativo è marca di espressione poco accurata per Belletti
(2001 II, p. 838): «stile dimesso» e per Serianni (1988, p. 519): «oggi
caratteristico del livello meno formale; ma un tempo l’indicativo era
adoperato senza restrizioni di sorta». Invece né Dardano/Trifone (1983, p.
319) né Wandruszka (2001 II, p. 459) segnalano distinzioni di registro
rispetto all’uso dell’indicativo o del congiuntivo: «Nelle frasi comparative
introdotte da (di) quanto sono usati sia il congiuntivo che l’indicativo».
È da notare, in effetti, che si usa l’indicativo in due occorrenze appartenenti al registro formale.
(350) a. // beh / qui insomma c' è una &provo [/] c' è una / &he / propensione
/ a ritenere / un pò più tardivi / di quanto sono in realtà // [inatco03]
b. // ma non mi pare possibile / non mi pare / realisticamente
proponibile / reintrodurre una discussione / che faccia / ricacciare
indietro / i' dibattito politico di questo paese / fino a / riproporre / una
[/] una legge elettorale / più proporzionale / di quanto è attualmente oggi
// [inatps02]
8.3. Altre subordinate nel secondo termine di paragone
Sia in spagnolo sia in italiano, il secondo termine di paragone può essere
costituito da una subordinata temporale o da una subordinata
condizionale. In questi casi, il modo verbale dipende dal tipo di subordinata (vedere cap. 3 e cap. 9).
(351) a. Me siento mejor ahora que cuando tenía 20 años (Porto Dapena 1991, p.
201)
b. // y claro como / lo teníamos bueno + me bajaba / a jugar a la calle / a
[/] a [///] me bajaba yo / que jugara él / porque no lo quería dejar solo
no le fuera + porque / tenía más responsabilidad / que si fuera mío
propio / [efammn02]
c. Si svegliò più stanco di quando era andato a dormire (Serianni 1988, p.
519)
Felisa Bermejo Calleja
215
9. Riepilogo
In spagnolo, le comparative di disuguaglianza adottano la struttura delle
comparative relative. Soltanto se l’elemento quantificato è un SV possono
anche essere costruite come comparative proprie.
In italiano, nelle subordinate comparative di disuguaglianza introdotte da
<di quanto> si può usare il verbo al congiuntivo o all’indicativo, mentre in
quelle introdotte da <di quello che> si usa piuttosto l’indicativo. Nelle
subordinate comparative di uguaglianza introdotte da quanto il verbo è
sempre all’indicativo.
In spagnolo, tranne un caso specifico (comparative proprie di disuguaglianza, primo termine SV), è possibile l’alternanza indicativo/congiuntivo nelle subordinate comparative; tale alternanza dipende
dagli stessi fattori che intervengono nella selezione del modo delle
subordinate relative.
Nel confronto tra l’italiano e lo spagnolo si osservano dissimmetrie nel
quantificatore di uguaglianza, negli introduttori subordinanti, nel tipo de
comparativa che seleziona esclusivamente l’indicativo e nei criteri per
l’alternanza dei modi.
– Nel quantificatore di uguaglianza. In spagnolo, tan va apocopato obbligatoriamente se precede aggettivi e avverbi. In italiano è possibile omettere il
quantificatore, mentre in spagnolo è obbligatoria la presenza del modificatore
(tan, tanto,-a,-os,-as).
– Certe sequenze sono utilizzate solo in una delle due lingue oggetto di studio:
lo spagnolo ha a disposizione <de {lo/el/la/los/las} que> l’italiano, <(di)
quanto>. È da notare che sebbene in spagnolo esista la possibilità di usare
cuanto, la realtà della lingua dimostra che il suo uso è praticamente nullo.
– In spagnolo, il tipo di comparativa che seleziona esclusivamente il verbo
all’indicativo è la comparativa propria di disuguaglianza con SV comparato
({más/menos} SV que Vs IND), mentre in italiano è la comparativa di
uguaglianza ({-- /tanto} SA quanto Vs IND).
– I criteri che determinano l’uso dei modi verbali nelle strutture in cui possono
alternarsi indicativo o congiuntivo sono diversi.
Capitolo 9
SUBORDINATE CONDIZIONALI
1. Introduzione
Nel periodo condizionale, la frase subordinata, denominata protasi,15
esprime la condizione da cui dipende il compimento del contenuto della
principale, denominata apodosi. Le frasi complesse condizionali ricevono
anche il nome di periodo ipotetico.
1.1. Condizione, ipotesi, altri contenuti
Secondo Montolío (1999, pp. 3647-3648), non tutte le frasi condizionali
rappresentano la formulazione di un’ipotesi; l’identificazione tra i due
concetti è propria della logica. Perché ci sia una condizione deve esserci
una relazione di necessità tra il contenuto della protasi e dell’apodosi.
Per stabilire un’ipotesi, è necessario che la protasi sia orientata temporalmente verso il futuro; in tal caso si hanno frasi che effettuano una
predizione o congettura.
Infatti, per quanto riguarda il riferimento al passato, «di solito i costrutti
condizionali con i tempi passati dell’indicativo sono più facilmente
interpretati come causali, cioè “fattuali”, piuttosto che ipotetici»
(Mazzoleni 2001 II, p. 755).
(352)
// cioè / se entravi / in questo capannone / dove c' erano le piscine / era
un puzzo insopportabile /// [ifammn23]
Le ipotetiche costituiscono quindi, secondo Montolío, un sottogruppo
delle frasi condizionali. Ad ogni modo, pur essendo indubbio che non
tutte le condizionali sono ipotetiche, nella maggior parte dei casi esse
esprimono un’ipotesi, persino con indicativo nella protasi; in altri termini
15 Protasi e apodosi sono le denominazioni che hanno ricevuto i membri del periodo ipotetico. Essi hanno, tuttavia, anche altri nomi, a seconda delle correnti e
degli autori; in spagnolo, oltre a prótasis-apodósis, sono denominati condicionante-condicionado; antecedente - consecuente ... (cfr. Montolío 1999, pp. 3643-3737).
218
Subordinate condizionali
«las oraciones condicionales remiten a eventos no factuales o
contrafactuales, independientemente del modo que se utilice en la
prótasis» (Pérez Saldanya 1999, p. 3305). Il seguente esempio illustra l’uso
di verbi all’indicativo con l’espressione di una ipotesi:
(353)
UEL: [<] <xxx> // si se enteran / de lo bien que escribe / pues seguro
que le fichan //
OÑO: seguro que le fichan para Hollywood // [efamdl20]
Oltre alle distinzioni tra condizione e ipotesi, il nesso prototipico
condizionale, si in spagnolo, se in italiano, può introdurre subordinate il cui
contenuto non costituisce propriamente nemmeno una condizione
rispetto alla principale: Si te encuentras mal, nuestro vecino médico acaba de llegar a
casa (Montolío 1999, p. 3648). La studiosa cita qui Ducrot, per spiegare
che il rapporto tra i membri di una frase condizionale è basato su una
supposizione e un’implicazione pragmatica. Questa definizione pragmatica
permette di caratterizzare come “condizionali” delle costruzioni nelle quali
non c’è, a rigore, un rapporto di necessità.
In spagnolo
(354)
PIE: pues si no te haces rica / es porque no quieres [efamdl33]
In italiano
(355)
CRI: nel senso / se fosse stato qualcuno che ha [/] che ha proprio aperto la
porta / Laura stava sveglia // [itelpv13]
2. Tipologia e classificazione delle frasi condizionali
2.1. Classificazione tripartita
In latino il periodo ipotetico era suddiviso in tre tipi: casus realis, casus
possibilis e casus irrealis; ogni tipo di periodo era a sua volta correlato ad una
specifica concordanza di modo e tempi: «L’indicativo segnala una ipotesi
reale, il congiuntivo imperfetto ed il condizionale semplice segnalano una
ipotesi possibile, o una ipotesi irreale nel presente, ed il congiuntivo
piuccheperfetto ed il condizionale composto segnalano una ipotesi irreale
nel passato» (Mazzoleni 2001 II, p. 760). Né l’italiano né lo spagnolo
hanno mantenuto questo correlato di forma e significazione; di
conseguenza, a una stessa forma verbale può corrispondere più di una
Felisa Bermejo Calleja
219
lettura. Per esempio, in uno schema con verbi all’indicativo la lettura è di
solito reale, ma ci sono anche casi in cui l’interpretazione è controfattuale.
(356)
ELE: porque [/] porque sí // porque si me lo dice esto / dos semanas
antes de irme / imagínate / dos días antes de irme / está / <subiéndose
por la pared / y cuando vuelva> / [efamcv10]
Schemi prototipici
Nel sistema standard dell’italiano e dello spagnolo, anche per motivi di
fedeltà alla tradizione, si è mantenuta la classificazione tripartita dei tipi di
costrutti condizionali; essi servono quindi di base per mettere ordine
nell’elevato numero di combinazioni modo-temporali che le strutture
condizionali ammettono, con interpretazioni plurali.
Seguiamo la classificazione di Montolío (1999, pp. 3643-3737), basata su
quella più abituale16 (‘probabile’, ‘improbabile’, ‘irreale’), che individua tre
tipi di condizionali (reali, potenziali e irreali) che nella tabella sono
rappresentati con gli schemi prototipici. A questi, affianchiamo altri
schemi modo-temporali che possono, pur essendo differenti, a loro volta
avere la stessa interpretazione di quelli prototipici. In altri termini, ogni
schema prototipico è specializzato in uno dei valori, ma tra schema e
valore non c’è un rapporto di esclusività; il prototipico non è l’unico
schema a poter esprimere quel dato valore, né questo rappresenta l’unica
interpretazione che quello schema possa ricevere.
schema prototipico
altri schemi
realtà
indicativo – indicativo
potenzialità
cong. imperfetto – condizionale
semplice
ind. presente – ind. presente
ind. presente – ind. futuro
(ind. imperfetto – ind. imperfetto)
irrealtà
cong. piuccheperfetto – condizionale
composto
cong. imperfetto – condiz. semplice
ind. imperfetto – ind. imperfetto
ind. presente – ind. presente
16
Oltre alle due proposte di classificazione bipartita che saranno sviluppate più avanti, c’è da segnalare la classificazione creata in spagnolo dal grammatico López
García (1994: 131), il quale individua quattro tipi di condizionali “según que la
modalidad del condicionado sea deóntica, dinámica, epistémica o alética”. Lo
stesso autore (1994: 124-130) offre inoltre un resoconto delle diverse classificazioni delle condizionali in spagnolo. Per un panorama bibliografico generale sulle
condizionali cfr. Moreno 1993.
220
Subordinate condizionali
Inoltre ci sono schemi “misti”, le cui combinazioni permettono interpretazioni con valori aggiunti (si vedano più avanti gli schemi “presente –
condizionale” oppure “congiuntivo imperfetto – indicativo presente”).
Schema modo-temporale e contesto
Come si può osservare nella tabella, la divisione tripartita distingue i tre
schemi prototipici associati ai valori di realtà, potenzialità e irrealtà;
ognuno di tali schemi, però, può anche esprimere il valore attribuito a un
altro di essi. Ci sono due motivi che spiegano questo fenomeno. Il primo è
che il contesto offre le chiavi interpretative per giudicare se il valore è di
realtà o irrealtà, oppure di potenzialità o irrealtà. Il secondo si basa sul
rapporto temporale tra il tempo veicolato dall’enunciato (costrutto
condizionale) e il momento dell’enunciazione. «Al formular una oración
condicional [si p, q], se produce una situación de contraste entre dos
mundos: aquel en el que se formula la suposición hipotética (mundo de la
enunciación o real) y un mundo posible, el creado lingüísticamente por el
enunciado, en el que dado el antecedente [la condizione], se produce la
consecuencia. La opinión subjetiva del hablante sobre el grado de
coincidencia de los dos mundos, es decir, sobre la expectativa de
cumplimiento en el mundo real de los hechos que expresa la oración
(mundo posible), se refleja [...] en el uso de unos determinados tiempos y
modos verbales» (Montolío 1999, p. 3659). La classificazione tripartita
indicata sopra organizza tali combinazioni modo-temporali, ma nell’interpretazione di un enunciato condizionale sia come probabile sia come
irreale, intervengono non solo la combinazione verbale utilizzata, ma
anche altri elementi linguistici, come pure la conoscenza extralinguistica
del parlante.
2.1.1. Realtà
Questo tipo comprende i costrutti con una combinazione verbale
all’indicativo; di conseguenza, gli schemi verbali sono numerosi.
Tra i costrutti condizionali reali, alcuni sono interpretati come fattuali.
2.1.1.1. si/se + indicativo presente – indicativo presente
In spagnolo
Felisa Bermejo Calleja
221
(357) a. // es decir / una / o bueno / &mm / si son dos o tres informaciones /
se puede hablar de dos o tres páginas / no ? unas dos páginas / hacemos
cada uno // normalmente / si es una información muy importante / va
en página impar / y [/] y / a partir de la siete // [enatpe04]
b. // entonces tú / si vas esquiando / o vas de cualquier manera / &eh / la
sombra del bastón normalmente de esquí / o de tu propio cuerpo /
pues / te está [/] te está indicando un rumbo / esa sombra // [emedin04]
In italiano
(358) a. SRB: [<] <perché &rie> [/] perché [/] perché rientro a lavorare alle
quattro // &he / le quattro riparto / quattro e mezzo si riapre i negozio
/ e le sette e mezzo // &he / la sera / a cena / alle otto e mezzo così
// e poi se sono stanco / vado a letto / se no esco // [ifamdl06]
b. ANG: [<] <ma guarda / l' ho provato [l’impianto]> veramente in tutte
le posizioni // se mi metto lì / non fischia // però / non mi sento io /
<più io> // [ifamcv02]
2.1.1.2. si/se + indicativo imperfetto – indicativo imperfetto
In spagnolo
(359)
ABE: trece a dos // o sea que nos daban / más de seis veces lo que
habíamos apostado si [/] si ganábamos // y ya / claro / haciendo ahí los
cálculos / cuarenta / o sea / nos tocaban / unas cuarenta libras //
[efamdl31]
In italiano
(360)
MAU: [<] <si> doveva ripetere i dialoghi / e se qualcuno sbagliava un
[//] non una virgola / un' intonazione / eh uh lo diceva xxx // quel
nove era più secco hhh // [ifamcv06]
2.1.2. Potenzialità
2.1.2.1. Schema prototipico
Lo schema caratteristico è “congiuntivo imperfetto – condizionale
semplice”; esso però non è l’unico, come si vedrà nel repertorio.
si/se + congiuntivo imperfetto – condizionale semplice
In spagnolo
222
(361)
Subordinate condizionali
// está enamorado de Raquel / y quiere volver con ella // y nada pues
si / Raquel quisiera perfectamente / podría estar con él // pero
perfectamente // perfectamente // [efammn03]
In italiano
(362)
// e penso che / se dovessi scegliere / di [///] un' altra città / sceglierei Milano // &he + [ifamdl05]
Questo schema non esprime soltanto potenzialità: «La combinazione
“congiuntivo imperfetto nella protasi + condizionale semplice
nell’apodosi” sembra neutralizzare l’opposizione tra “mera ipoteticità” e
“controfattualità” poiché può esprimere sia l’uno sia l’altro valore
semantico» (Mazzoleni 2001 II, p. 758).
2.1.2.2. Altri schemi
si/se + presente – presente
Il valore fattuale, non fattuale o controfattuale non è legato biunivocamente a una combinazione modo-temporale nel periodo condizionale.
L’interpretazione non dipende soltanto dallo schema (non c’è infatti un
correlato), ma da altri fattori. Si osservano infatti differenze, pur
utilizzando lo stesso schema modo-temporale. Tali differenze derivano dal
contesto, dal grado di coincidenza tra mondo dell’enunciazione e mondo
creato dall’enunciato, oppure dal rapporto temporale dell’enunciato con il
momento dell’enunciazione (cioè se le forme verbali indicano, rispetto a
quest’ultimo, anteriorità, simultaneità o posteriorità, il che permette di dare
un’interpretazione determinata).
Nell’esempio (363) solo il contesto ci permette di discernere se si tratta di
un’affermazione basata su una pratica abituale e già consolidata (quindi appartenente al passato e applicabile anche al presente), oppure se fa
riferimento a una situazione puntuale che si verificherà eventualmente in
un momento del futuro, in dipendenza dalla condizione espressa. Con lo
schema modo-temporale presentato dall’esempio, entrambe le
interpretazioni sono possibili. Dal contesto della conversazione a cui
abbiamo potuto accedere mediante il corpus, abbiamo dedotto che si
tratta di una circostanza limitata a un giorno preciso: solo quel sabato di
quella settimana.
(363)
MAM: yo estoy esperando / Consuelo / porque si no trabaja el sábado /
nos vamos el sábado / por la mañana // [efamdl32]
Felisa Bermejo Calleja
223
I seguenti esempi presentano lo schema “presente – presente” e designano
eventi proiettati al futuro, con un chiaro valore di “potenzialità”.
In spagnolo
(364)
LUI: / sino que hay que / rellenar la clase del año que viene // vamos
// básicamente / si tú / el año que viene / te plantas con diez / y no
puedes rellenar una clase / pues ese curso no lo puedes dar + [efamdl15]
In italiano
(365)
NIL: sì sì // no / anch' io // voglio comprarmi / un paio di sandalini / se
domani li trovo // [ifamdl11]
si/se + presente/futuro – futuro/imperativo
Il futuro è intrinsecamente associato alla non-fattualità e al valore della
possibilità. L’orientamento al futuro si può esprimere con diverse forme
verbali. Occorre tenere presente che in spagnolo, in abbinamento con il
futuro nell’apodosi, può comparire nella protasi il presente e anche la
perifrasi di futuro. In italiano, oltre al presente, nella protasi può essere
usata una forma del futuro. Inoltre, nelle due lingue, la protasi può avere
una forma dell’imperativo, che è in sé orientato al futuro, sia esso più o
meno immediato.
si/se + indicativo presente – indicativo futuro
In spagnolo
(366)
EST: y bueno / pues si juegan un partido amistoso / pues <iremos a verlo>
// [efamdl39]
In italiano
(367)
// e il lupo gli disse / mah / dai / io ti posso aiutare // conosco una
bella scorciatoia // se te passi da questa parte / vedrai / ci metterai molto
meno // [ifammn25]
si + perifrasi di futuro – indicativo presente
In spagnolo
(368)
// &eh / esa es la primera comida que [/] de tesis doctoral que he
hecho en un Vips / y / desde luego si sus resultados van a ser tan buenos
como los de / esta vez / estoy dispuesto / a hacer todas las comidas de
tesis doctorales en los Vips // [efammn09]
224
Subordinate condizionali
se + indicativo futuro – indicativo futuro
In italiano
(369)
// se al terzo giorno / al terzo mattino / quando il gallo canterà / tu
sarai / &he &s [///] avrai ancora in mano il libro / non sarai scappato /
allora / ti ricompenserò // [ifammn20]
si/se indicativo presente – imperativo
In spagnolo
(370) a. LUC: [<] <y me va a decir> / pues si conoces algún niño disléxico / pues
evalúale / y aplícale / <sabes ? un programa / de intervención / no sé qué
/ y lo haces> [epubdl05]
b. ALV: si está de acuerdo / pulse uno para continuar / [etelef08]
In italiano
(371)
WOM: [<] <sì> // e quindi lui dice / aspetta / magari / due settimane
// due o tre settimane / e lui dice / se non / mi entra nulla / fino a fine
di [/] fino a inizio di luglio / prendi queste che c' hai [ifamcv28]
2.1.3. Irrealtà
2.1.3.1. Schema prototipico
si/se + congiuntivo piuccheperfetto – condizionale composto
Nei periodi ipotetici dell’irrealtà o controfattuali, la combinazione più
rappresentativa è “congiuntivo piuccheperfetto – condizionale
composto”. Di fatto, questa costruzione è interpretata normalmente come
controfattuale, e soltanto in circostanze e con condizioni contestuali
molto particolari è possibile darne una lettura di probabilità. Segnala
Mazzoleni (2002, p. 72) che la controfattualità per i periodi ipotetici al
“congiuntivo piuccheperfetto – condizionale composto” è frutto di «una
“implicatura conversazionale generalizzata” (che sorge a meno che il
cotesto e/o il contesto la blocchino)».
In spagnolo
(372)
ARA: porque hhh le digo [/] digo qué te ha pasado ? dice nada / que me
he [/] que me he cortado el dedo // dice soy carnicero / y / claro / no
me voy a pintar // si hubiera / sido secretario / pues a lo mejor / me
Felisa Bermejo Calleja
225
hubiera pinchado con un boli // dice / pero al ser carnicero / pues me he
llevado media uña // [efamdl37]
In italiano
(373)
/ quando tu dici / noi avremmo votato a favore / se fossero andati i baschi
&bl [/] blu dell' ONU / quelli vanno anche con dei fucili / sulle spalle /
eh // quindi non c' entra niente <con il pacifismo> // [imedts03]
2.1.3.2. Altri schemi
si/se + congiuntivo imperfetto – condizionale semplice
Lo schema “congiuntivo imperfetto – condizionale semplice” può anche
essere interpretato come controfattuale, ma solo quando «si aggiungono
altre indicazioni di falsità, provenienti in genere dal confronto fra
contenuto proposizionale espresso e cotesto e contesto extralinguistico»
(Mazzoleni 2001 II, p. 758).
Questo schema può quindi esprimere sia potenzialità (improbabilità, non
fattualità), sia irrealtà (controfattualità). L’interpretazione della frase Se
fossi/diventassi ricco, mi comprerei tre auto nuove è diversa: con fossi è
controfattuale, con diventassi è probabile, anche se remotamente. La
controfattualità non dipende solo dallo schema verbale, ma anche dal
contenuto delle proposizioni, e può anche dipendere dal contesto
comunicativo. In definitiva, per i periodi ipotetici con la combinazione
“congiuntivo imperfetto – condizionale semplice”, la controfattualità è
«un “effetto di senso” complesso, che dipende dall’interazione fra i
significati formali, i contenuti proposizionali espressi, e le informazioni
cotestuali e contestuali: tecnicamente si tratta di una «implicatura
conversazionale particolarizzata» (che sorge solo se il cotesto e/o il
contesto la innescano)» (Mazzoleni 2002, p. 72).
In spagnolo
(374)
// y si / las cámaras recogiesen / el olor / infecto / que estamos aquí /
oliendo / no haría falta explicar más nada // esto es / una inmundicia /
y con esto se riega en la vega baja del Segura // [emedrp05]
In italiano
(375)
// se tornassi indietro di [/] di [/] di [/] di trent' anni / lo rifarei ancora
&p [/] ancora più volentieri / 'apito // fare il rappresentante /
[ifammn14]
226
Subordinate condizionali
si/se + presente – presente
Due esempi in spagnolo con lo schema “presente – presente” sono
controfattuali. Montolío (1999: 3672) segnala che l’uso di tale schema con
valore controfattuale appartiene al “español oral coloquial”, insieme agli
altri schemi verbali all’indicativo che possono presentare l’informazione
come irreale.
(376) a. ELE: porque [/] porque sí // porque si me lo dice esto / dos semanas
antes de irme / imagínate / dos días antes de irme / está / <subiéndose
por la pared / y cuando vuelva> / [efamcv10]
b. PIL: y para una cosa que me regala ...
VIS: no // pero ...
PIL: digo qué raro / que no me haya quitado el reloj //
VIS: <hhh> //
%act: (1) laugh
PIL: [<] <una patada en todo el culo le doy / si me quita el reloj> //
vamos // [efamdl12]
si/se + indicativo imperfetto – indicativo imperfetto
Due esempi in italiano illustrano come uno schema con l’indicativo
passato nella protasi e nell’apodosi, possa esprimere “irrealtà”.
In italiano
(377) a. POL: però se c' era un manuale unico / l' era meglio / eh // <xxx> //
[ifamcv27]
b. VAL: la borsa / ce l' hai ?
NIL: no // bisogna mi compri anche quella //
VAL: se 'un me la metteo io / te la prestavo // [ifamdl11]
2.2. Due proposte di classificazione bipartita
2.2.1. Mazzoleni (2002)
Partendo dalla tripartizione classica e utilizzando le combinazioni
morfosintattiche rappresentative dei tre tipi, Mazzoleni (2002) stabilisce
due opposizioni:
A. La prima oppone lo schema formato da verbi all’indicativo presente
allo schema formato dalla combinazione “congiuntivo imperfetto –
condizionale semplice”.
Felisa Bermejo Calleja
227
(378) a. Se nevica prima di domenica, possiamo andare a sciare (Mazzoleni 2002, p.
68).
b. Se nevicasse prima di domenica, potremmo andare a sciare (Mazzoleni 2002,
p. 68).
Mazzoleni (2002, pp. 68-69) ritiene che «a questa opposizione morfosintattica corrisponda un’articolazione semantico-pragmatica relativa
all’atteggiamento del parlante rispetto alla posizione dei contenuti
proposizionali espressi sul continuum modale-espistemico ‘Vero-Falso’,
ovvero rispetto al loro grado di ipoteticità-probabilità: l’indicativo ne
segnala la ‘possibile verità’ [probabilità], il congiuntivo ed il condizionale la
‘possibile falsità’ [improbabilità]». Visto che il cambiamento
morfosintattico comporta un cambiamento semantico, l’uso oppositivo di
tali schemi costituisce pertanto l’implicatura convenzionale della scelta
formale. Questa spiegazione fa rientrare come “normale” e non più come
estranea la concordanza “mista reale”, che combina indicativo nella
protasi con condizionale nell’apodosi oppure congiuntivo nella protasi
con indicativo nell’apodosi, che sono considerati «casi di modulazione
differenziale del grado di probabilità-ipoteticità dei contenuti espressi». Lo
stesso autore indica che tali combinazioni si trovano esemplificate non
solo nell’italiano colloquiale, ma anche nello scritto formale, e che sono
documentate diacronicamente.
B. La seconda opposizione mette a confronto la combinazione “congiuntivo imperfetto – condizionale semplice” (vista già nella precedente
opposizione) e la combinazione “congiuntivo piuccheperfetto –
condizionale composto”.
(379) a. Se fossi un marziano, avrei le orecchie verdi (Mazzoleni 2002, p. 71).
b. Se avessimo saputo in tempo del tuo matrimonio ti avremmo mandato almeno
un telegramma di congratulazione (Mazzoleni 2002, p. 66).
In questo caso, però, la differenza non è semantica, poiché entrambi gli
schemi esprimono ‘sicura falsità’, cioè la controfattualità o l’irrealtà. La
differenza è temporale, presente vs. passato: «l’irreale nel presente-futuro
espresso con il congiuntivo imperfetto ed il condizionale semplice», di
fronte «all’irreale nel passato espresso con il congiuntivo piuccheperfetto
ed il condizionale composto» (Mazzoleni 2002, p. 71). L’incrocio delle due
combinazioni conferma il valore temporale dell’opposizione: «Ciò che
viene rimarcato è proprio lo stacco cronologico-aspettuale fra il passato
228
Subordinate condizionali
compiuto ed il presente imperfettivo dei contenuti proposizionali espressi»
(Mazzoleni 2002, p. 71).
2.2.2. Veiga (1991)
Un’altra proposta di opposizione binaria nei periodi ipotetici proviene da
Alexandre Veiga (1991); in questo caso, si tratta di un approccio
strettamente funzionalista.
Per Veiga i costrutti condizionali sono di due tipi. Lo studioso crea tale
divisione sulla base «dell’unica opposizione modale pertinente: /irreal/-/no
irreal/» che emerge dall’opposizione tra le forme verbali utilizzate nella
protasi. In questa opposizione i contorni del concetto “irreal” sono molto
più ampi di quelli della controfattualità; di fatto, “irreal” comprende
l’improbabilità e la negazione implicita.
Il tratto “±irreal” costituisce, secondo l’autore, l’unica opposizione
funzionale nella protasi con si. Di fatto, i diversi tipi di condizionali
devono avere come criterio, secondo Veiga, le forme verbali utilizzate
nella protasi: «Solo puede ser válido el establecimiento de “tipos” de
condicionales en cuanto al valor de sus prótasis si atendemos a la realidad
estricta del sistema» (Veiga 1991, p. 243).
Nella protasi, le forme verbali utilizzate sono di indicativo (tranne quelle
di futuro in spagnolo) o di congiuntivo, in opposizione tra loro; esse cioè
si organizzano in coppie di opposti, nelle quali un membro è all’indicativo
e l’altro al congiuntivo. Tale organizzazione in coppie di opposti è basata
su due tipi di rapporto temporale rispetto al momento dell’enunciazione:
rapporto temporale presente-futuro (Veiga 1991, pp. 231- 235) o rapporto
temporale passato. Su questa base, Veiga crea le seguenti coppie di opposti
nella protasi del periodo ipotetico:
presente-futuro
presente
futuro
passato
co-pretérito
pretérito
ante-presente
pre-futuro
ante-pretérito
si tengo/si tuviese (ra)
si tengo/si tuviese (ra)
si tenía/si tuviese (ra)
si tuve/si hubiese (ra) tenido
si he tenido/si hubiese (ra) tenido
si he tenido/si hubiese (ra) tenido
si había/si hubiese (ra) tenido
Felisa Bermejo Calleja
229
2.2.2.1. Presente: si tengo/tuviese (ra)
(380) a. Si Raquel está en casa, podemos llamarla (Veiga 1991, p. 233)
b. Si Raquel estuviese en casa, podríamos llamarla (Veiga 1991, p. 232)
Con la forma al congiuntivo imperfetto si esprime “l’irrealtà” che, come
dicevamo, comprende l’improbabilità e la negazione implicita (cfr. 142155). Ci sono enunciati che permettono di formulare l’equivalenza totale
con una negazione implicita: Si fuera inglés, tomaría té (Veiga 1991, p. 231),
da cui si decodifica che il parlante “non è inglese”. In altri casi, invece, la
frase fa riferimento a fatti che non sono stati comprovati dal parlante, ma
soltanto supposti o assunti come non veri (Veiga 1991, p. 232); per
esempio, la frase Si Raquel estuviese en casa, podríamos llamarla (Veiga 1991, p.
232) può essere formulata da un parlante che ignora lo stato di cose e non
ha nessuna prova, ma ha la convinzione che i fatti di cui parla non siano
veri oppure siano molto improbabili. Tale frase potrebbe apparire in due
contesti diversi, e potrebbe essere parafrasata con due enunciati diversi:
(381 a) che indica negazione e (381 b) che indica improbabilità.
(381) a. Lástima que Raquel no esté en casa, si estuviese, podríamos llamarla
(Veiga 1991, p. 232).
b. No sé si Raquel estará en casa, pero si estuviese, podríamos llamarla
(Veiga 1991, p. 232).
La forma verbale all’imperfetto congiuntivo esprime due sfumature
modali diverse: negazione implicita nel primo contesto e assunzione da
parte del parlante della non probabilità nel secondo, «sin que la diferencia
deje de ser meramente de matiz» (Veiga 1991, p. 232).
Al contrario, la forma all’indicativo presente (si tengo), sebbene esistano
anche diverse sfumature modali, ha un valore forte: designa un’azione il
cui compimento è segnalato come ignorato, ma senza nessun indizio sul
grado di probabilità.
(382)
Si Raquel está en casa, podemos llamarla [ignoro si está] (Veiga 1991, p.
233).
2.2.2.2. Futuro: si tengo/tuviese (ra)
(383) a. Si mañana llueve, nos quedaremos en casa (Veiga 1991, p. 234).
b. Si mañana lloviera, nos quedaríamos en casa (Veiga 1991, p. 234).
230
Subordinate condizionali
In riferimento al futuro, l’opposizione di irrealtà è un’opposizione di gradi
di probabilità, ma non implica la negazione. «La orientación en futuro, por
el carácter forzosamente hipotético de las acciones que expresa» indica
«procesos improbables y que el hablante considera que no van a tener
lugar», ma non può negarli, come nella frase Si mañana lloviera, nos
quedaríamos en casa (Veiga 1991, p. 234). Con la forma verbale all’indicativo
non si segnala alcuna sfumatura di improbabilità: Si mañana llueve, nos
quedaremos en casa (= puede que llueva) (Veiga 1991, p. 234).
L’indicativo presente è la forma che corrisponde alla funzione modale
meno marcata, ed è «la encargada de expresar procesos futuros
simplemente posibles en cuyo grado de probabilidad el hablante no entra»;
ad essa si oppone il congiuntivo imperfetto, che «señala siempre un grado
comparativamente mayor de improbabilidad: si mañana llueve/si mañana
lloviera~-se» (Veiga 1991, p. 235).
Nel passato, l’elemento congiuntivo dell’opposizione esprime sempre una
negazione implicita.
3. Nessi condizionali
3.1. Nessi condizionali spagnoli e italiani a confronto
3.1.1. In spagnolo
– Locuzioni con si: <como si>, <por si>, <salvo si>, <excepto si>.
– Locuzioni preposizionali con valore condizionale che si usano sempre con il
congiuntivo: <en (el) caso de que>, <a condición de que>, <en el supuesto de que>,
ecc. (Pérez Saldanya 1999, p. 3303).
– Locuzioni o congiunzioni che possiedono funzioni temporali o modali con
l’indicativo, ma possono assumere valori secondari condizionali se si
costruiscono con il congiuntivo: locuzioni temporali cuando, mientras, <siempre
que>; congiunzioni con valore “excluyente” <salvo que> e <excepto que>;
congiunzione modale e causale como (Pérez Saldanya 1999, p. 3303).
₪ Mientras oltre al valore temporale assume in spagnolo valore condizionale; in italiano, invece, mentre è esclusivamente temporale.
₪ La congiunzione como con valore condizionale non ha un equivalente
formale in italiano.
Felisa Bermejo Calleja
231
3.1.2. In italiano
– Locuzioni con se: <come se>.
– Locuzioni preposizionali con valore condizionale che si usano sempre con il
congiuntivo: <a condizione che>, <a patto che>, qualora, purché, ove, <sempre che>,
<nel caso che>, <nell’eventualità che>, <nell’ipotesi che>, <posto che>, <ammesso
che>.
– quando.
₪ <Sempre che> è nesso condizionale; non si usa come temporale, a
differenza dello spagnolo <siempre que>. <Sempre che> equivale quindi a
<siempre y cuando> che ha subìto un processo simile; l’uso nella attualità è
condizionale.
spagnolo
si
<como si>
<salvo si>
< menos si>
<excepto si>
italiano
se
<come se>
spagnolo
italiano
<a patto che>
qualora
purché
ove
<sempre che>
<a condizione che>
<nel caso che>
<nell’ipotesi che>
<nell’eventualità che>
<con tal (de) que>
<siempre y cuando>
<siempre que>
<a condición de que>
<en (el) caso de que>
<en el supuesto de que>
<en la suposición de que>
<en la hipótesis de que>
<en la eventualidad de que>
como
mientras
cuando
<suponiendo que>
---
--(finché)
quando
<supposto che>
<ammesso che>
232
Subordinate condizionali
spagnolo
<a no ser que>
<a menos que>
<salvo que>
<excepto que>
spagnolo
<con tal de>
<en caso de> + infinito
<a condición de>
con + infinito
de + infinito
gerundio
participio
italiano
<a meno che>
<salvo che>
<tranne che>
<eccetto che>
fuorché
italiano
<pur di>
<a patto di>
<a condizione di>
a + infinito
gerundio
participio
I corpora di C-ORAL non forniscono esempi di alcuni nessi. In spagnolo:
<salvo si>, <excepto si>,<a condición de que>, <en la suposición de que>, <en la
hipótesis de que>, <en la eventualidad de que>, <suponiendo que>, <excepto que>,
<salvo que>, <a condición de>. In italiano: <nell’ipotesi che>, <nell’eventualità
che>, <posto che>, <ammesso che>, <tranne che>, <eccetto che>, fuorché, <pur
di>, <a patto di>, <a condizione di>.
Osservazioni:
In spagnolo
<suponiendo que> introduce una subordinata condizionale se è accompagnato dal verbo al congiuntivo; nel corpus si sono trovate due
occorrenze, ma con il verbo all’indicativo. Esse sono quindi da considerare completive.
In italiano
Mazzoleni (2001 II, p. 772) segnala che «Qualora, quando, ove e laddove
appartengono allo stile alto, ed in particolare connotano un linguaggio
giuridico-burocratico-amministrativo». Su qualora, Serianni (1988, p. 502)
osserva che «è abbastanza comune, specie nell’italiano scritto». È comune
anche nel parlato, dal momento che nei corpora C-ORAL si è rilevato che
qualora è il nesso più usato in assoluto, con la precisazione che i file
contenenti gli esempi sono di registro formale: nat e med.
Felisa Bermejo Calleja
233
Per quanto riguarda, invece, i nessi «creatori di mondi possibili», effettivamente si sono trovate occorrenze soltanto di <nel caso che>; di
conseguenza, è confermata l’affermazione di Mazzoleni (2001 II, p. 772):
«Sono piuttosto dello stile formale ammesso che, supposto che, nell’ipotesi che,
nell’eventualità che; più corrente: nel caso che». A ciò si può aggiungere che
questi nessi vengono usati nella modalità scritta.
3.2. Si e locuzioni preposizionali condizionali: differenze in quanto
alla distribuzione modale
– si ammette l’indicativo nella protasi;
– le locuzioni preposizionali <en (el) caso de que>, <a condición de que>, <en el
supuesto de que>, ecc., invece, selezionano il congiuntivo.
(384) a. Se alegrarán mucho si puedes ir a verlos.
b. Se alegrarán mucho en caso de que puedas ir a verlos.
Secondo Pérez Saldanya (1999, p. 3304) il contenuto della subordinata è in
entrambi gli esempi non fattuale; perciò l’uso del modo indicativo o
congiuntivo risponde a cause sintattiche: «concretamente, a las
peculiaridades sintácticas de las conjunciones o las locuciones que en cada
caso funcionan como elementos modalizadores».
Le differenze rispetto al modo verbale nella protasi non si osservano più
se nell’apodosi il verbo è al condizionale, perché in tal caso nella protasi si
usa il congiuntivo per tutti i nessi.
3.3. Modi e tempi verbali nella protasi introdotta da si/se
indicativo presente
indicativo passati
indicativo futuro
congiuntivo imperfetto
congiuntivo piuccheperfetto
si
x
x
--x
x
se
x
x
x
x
x
Nelle due lingue sono esclusi dalla protasi il congiuntivo presente e
passato prossimo, il condizionale e l’imperativo. In spagnolo, inoltre è
escluso il futuro. Le stesse limitazioni incontrano i nessi complessi che
234
Subordinate condizionali
hanno si/se come componente: <como si>/<come se>, <salvo si>, <excepto
si>, ecc.
₪ In spagnolo non si usa il futuro nella protasi.
Conviene ricordare qui che il nesso si non ha soltanto valore condizionale, ma ha
anche altre funzioni e usi (congiunzione completiva, causale, concessiva); in questi
casi la subordinata introdotta da si può avere il verbo al futuro. Oltre alle subordinate completive interrogative indirette totali introdotte dalla congiunzione si (385
a), esistono altre subordinate introdotte da si che hanno un’interpretazione causale
(385 b) oppure un’interpretazione concessiva (385 c), che ammettono le forme
verbali del futuro e del condizionale (cfr. Veiga 1991, pp. 226-227), «hecho que
supone la comprobación formal de su disparidad funcional con la conjunción
condicional por excelencia» (Veiga 1991, p. 226).
(385) a. pregúntale si vendrá (Veiga 1991, p. 226).
b. y si esto haríamos con un desconocido, con más razón debemos hacerlo
por un amigo (esempio tratto a propria volta da Rojo e Montero) (Veiga
1991, p. 226).
c. no hemos de perder de vista que si el próximo congreso se celebrará en
Barcelona, nada impide que en una ocasión futura sea nuestra
Univesidad la organizadora (Veiga 1991, p. 227).
3.4. Locuzioni condizionali
Montolío (1999, p. 3701) divide le locuzioni preposizionali con valore
condizionale, denominate “conectores condicionales complejos”, in tre
sottogruppi.
– Affermative: <a condición (de) que>, <con tal (de) que>, <siempre que>, <siempre y
cuando>, <a condición de>, <con tal de>.
– Negative: <a no ser que>, <a menos que>, <salvo que>, <excepto que>.
– “Creatrici di mondi possibili”: <{en el caso/en la suposición/en el supuesto/en la
hipótesis/en la eventualidad} de que>.
Le locuzioni affermative presentano una condizione favorevole per il
compimento del contenuto dell’apodosi. Le negative, invece, specificano
le circostanze sfavorevoli in cui non si compirà il contenuto dell’apodosi, e
presentano tali circostanze come contrarie alle aspettative.
I “creatori di mondi possibili” sono locuzioni che hanno come nucleo un
nome con significato di “condizione, nel senso di ‘mondo possibile’” (cfr.
Montolío 1999, p. 3709).
Felisa Bermejo Calleja
235
Questa classificazione si può applicare ai nessi italiani (diversi da se). La
disposizione della precedente tabella che riporta i nessi, risponde in linee
generali a questo criterio di classificazione.
Caratteristiche delle locuzioni preposizionali o nessi complessi:
– presentano un carattere aperto, ipotetico; non possono introdurre una frase
con interpretazione fattuale;
– per quanto riguarda il valore informativo, il carattere delle frasi introdotte da
questi nessi è rematico;17 l’informazione che introducono non può essere
considerata data o condivisa;
– la condizione non è un punto di partenza, bensì un punto d’arrivo, una limitazione fatta ad un’affermazione precedente.
Serianni (1988, p. 501) divide i nessi complessi in due gruppi:
– congiunzioni ipotetiche: ove, qualora, ...
– congiunzioni “condizionali restrittive”: purché, <sempre che>, <a condizione che>,
<a patto che>.
Queste ultime ricevono tale denominazione perché «non presentano
ipotesi, bensì condizioni», e indicano «un’esigenza che dev’essere
soddisfatta perché un fatto qualsiasi possa verificarsi».
4. Modo verbale nella subordinata condizionale
4.1. Due gruppi
Rispetto al modo verbale nella protasi, si individuano due gruppi ben
differenziati a seconda del nesso introduttore:
– il nesso più prototipico, si in spagnolo, se in italiano, ammette sia il modo
indicativo che il congiuntivo. Le due lingue escludono dalla protasi il
condizionale e il congiuntivo presente e passato prossimo. Lo spagnolo
inoltre esclude il futuro;
– gli altri nessi (<a condición de que>/<a condizione che>, ecc.) selezionano
necessariamente il congiuntivo. Sono nessi complessi, e tra i componenti non
hanno la congiunzione si.
17 Montolío (1999, p. 3705) segnala che il valore rematico di queste frasi spiega
l’impossibilità di abbinamento con entonces.
236
Subordinate condizionali
4.2. Uso dei tempi e dei modi nella protasi
Secondo Pérez Saldanya (1999, pp. 3305-3307), nei costrutti condizionali,
alcune opposizioni temporali sono reinterpretate come opposizioni
modali.
– Protasi con presente: la condizionale assume un carattere aperto (reale) e fa
riferimento a una situazione compatibile con il mondo dell’enunciazione;
essa quindi può essere reale o realizzabile.
– Protasi con congiuntivo imperfetto: la condizione acquisisce un valore
marcatamente ipotetico e persino controfattuale (irreale), e di conseguenza fa
riferimento a una situazione che il parlante concepisce come difficilmente
compatibile, o del tutto incompatibile, con il mondo dell’enunciazione.
– Protasi con congiuntivo piuccheperfetto: la subordinata è controfattuale
perché la condizione è passata ed è incompatibile con il mondo
dell’enunciazione.
«Son factores de carácter puramente contextual los que otorgan a la
oración subordinada un valor no factual o contrafactual» (Pérez Saldanya
1999, p. 3306), come negli esempi (386 a, b). (Vedere 2.1.).
(386) a. Si nos tocase la lotería, podríamos pagar todas las deudas (Pérez
Saldanya 1999, p. 3306).
b. Si yo fuese él, me dedicaría a descansar y a disfrutar de la vida (Pérez Saldanya 1999, p. 3306).
Per quanto riguarda il valore aspettuale, il passato prossimo o il trapassato
possono apparire rispettivamente negli stessi contesti del presente o
dell’imperfetto, con lo stesso valore modale, sempre che segnalino la perfettività
dell’evento (finale e risultato). Per quanto riguarda il valore temporale, in spagnolo
il passato prossimo e il trapassato indicano rispettivamente anteriorità riguardo al
presente o imperfetto (cfr. Pérez Saldanya 1999, p. 3307).
5. Nesso condizionale prototipico: si in spagnolo; se in italiano.
Combinazioni modo-temporali
I diversi schemi modo-temporali rappresentati dalle occorrenze riscontrate
nei corpora di C-ORAL-ROM sono i seguenti:
Felisa Bermejo Calleja
237
Protasi con indicativo presente
si/ se indicativo presente – presente
si/ se indicativo presente – imperativo
si/ se indicativo presente – futuro
si indicativo presente – perifrasi di futuro
si/se indicativo presente – condizionale semplice
se indicativo futuro – futuro
si perifrasi di futuro – presente
Protasi con indicativo passato
si/se indicativo imperfetto – indicativo imperfetto
si/se indicativo passato remoto nella protasi
Protasi con congiuntivo imperfetto
si/se congiuntivo imperfetto – condizionale semplice
si/se congiuntivo imperfetto – indicativo imperfetto
si/se congiuntivo imperfetto – condizionale composto
si congiuntivo imperfetto – congiuntivo piuccheperfetto
si/se congiuntivo imperfetto – condizionale composto
si/se congiuntivo imperfetto – indicativo presente
si/se congiuntivo imperfetto – imperativo
si/se congiuntivo imperfetto – futuro
si/se condizionale semplice – condizionale semplice
Protasi con congiuntivo piuccheperfetto
si/se congiuntivo piuccheperfetto – condizionale composto
si congiuntivo piuccheperfetto – congiuntivo piuccheperfetto
si/se congiuntivo piuccheperfetto – condizionale semplice
si/se congiuntivo piuccheperfetto – indicativo presente
si/se congiuntivo piuccheperfetto – indicativo imperfetto
Questa sezione presenta tali schemi corredati dalle occorrenze riscontrate
nei corpora, accompagnate anche dalle interpretazioni contestuali fornite
dagli stessi corpora.
238
Subordinate condizionali
5.1. si/se indicativo presente nella protasi
5.1.1. si/se indicativo presente – presente
La combinazione “presente – presente” nel periodo ipotetico è la più frequente, come dimostrano gli studi basati sui corpora sia orali sia scritti
(cfr. Montolío 1999, p. 3662).
5.1.1.1. Usi
I costrutti condizionali con lo schema “presente – presente”
A. possono esprimere azioni parallele (parzialmente o totalmente)
In spagnolo
(387) a. // ¡ah! eso sí / que si va a Barcelona / yo también voy / eh ? [ifamdl39]
b. // entonces tú / si vas esquiando / o vas de cualquier manera / &eh / la
sombra del bastón normalmente de esquí / o de tu propio cuerpo /
pues / te está [/] te está indicando un rumbo / esa sombra // [emedin04]
In italiano
(388) a. VAL: no / invece anche per noi // io / se piove / mi bagno i piedi //
[ifamdl11]
b. ANG: [<] <ma guarda / l' ho provato [l’impianto]> veramente in tutte
le posizioni // se mi metto lì / non fischia // però / non mi sento io /
<più io> // [ifamcv02]
B. Possono esprimere azioni abituali o reiterate, o verità onnitemporali.
Sono i casi in cui si/se sembra equivalente a cuando/quando (Montolío 1999,
p. 3663).
In spagnolo
(389)
/ pero para aquellas personas / que tienen problemas en sus piernas / y
/ en [/] sobre todo en los tobillos / en los tobillos y en los pies que son
/ el sostén / de todo el cuerpo / no ¿ es como una torre / si las bases
no están bien / no podemos esperar nada mejor arriba / es muy
importante / abrir / la movilidad / del / tobillo / separando / como
hago en tracción / la luz / articular // [emedts10]
In italiano
Felisa Bermejo Calleja
(390)
239
PZI: [<] <se la> terra / se la terra / è buona / pe’ i’ prodotto / pe’ / insomma / pe’ la pianta che ci sta / il prodotto viene <meglio> //
[ifamcv11]
C. La protasi esplicita uno sfondo discorsivo. Si usa nella lingua
conversazionale quando il parlante compie un’esposizione o
un’argomentazione. È molto usato nel linguaggio giornalistico e nella
saggistica (cfr. Montolío 1999, p. 3663).
In spagnolo
(391) a. // si os fijáis / en ningún momento / en ningún momento / dice la
parábola / que el que está banqueteando le pegue con una garrota / en
la cabeza / a Lázaro // no / eso no lo dice // no le hace caso / no le
atiende / no le mira // [enatpr02]
b. // es decir / que si comparamos el desarrollo español / con el desarrollo
en Estados Unidos / o en Gran Bretaña / o en otros lugares / pues
sorprende / que precisamente estos estudios hayan [///] no [/] no estén
aquí // no [/] no hayan sido parte del desarrollo de la Sociolingüística /
aquí // [enatco04]
5.1.1.2. Condizione irreale
È proprio del parlato, dell’oralità, l’uso della combinazione “presente –
presente” per esprimere una condizione irreale, controfattuale. La frase al
presente è inserita in un discorso narrativo passato; appunto ciò rende
possibile l’interpretazione di controfattualità.
In spagnolo
(392) a. ELE: porque [/] porque sí // porque si me lo dice esto / dos semanas
antes de irme / imagínate / dos días antes de irme / está / <subiéndose
por la pared / y cuando vuelva> / [efamcv10]
b. PIL: y para una cosa que me regala ...
%alt: (2) pa
VIS: no // pero ...
PIL: digo qué raro / que no me haya quitado el reloj //
VIS: <hhh> //
%act: (1) laugh
PIL: [<] <una patada en todo el culo le doy / si me quita el reloj> //
vamos // [efamdl12]
240
Subordinate condizionali
5.1.1.3. Orientato al futuro
A. La forma verbale al presente dell’apodosi è orientata verso il futuro,
mentre la protasi indica un’azione nel momento specifico
dell’enunciazione (che provoca una situazione nell’avvenire).
Questo uso, nonostante la segnalazione di Montolío (1999, p. 3664), trova
un riscontro quasi nullo nei corpora spagnoli e italiani di C-ORAL. In
spagnolo si è trovato un unico caso; in italiano, tre.
In spagnolo
(393)
PRI: dice / pues si no vienen / pues llamo a Juanito / o a David // una
mierda / vas a llamar / [efamcv07]
In italiano
(394) a. BUT: [<] <eh / se mi ascolti> / forse capisci cosa voglio dire // altrimenti
non potrai // [imedts03]
b. ELA: perché se ti dà [/] se ti presta / <l' originale / si fà le fotocopie a colori> ... [ifamcv01]
c. SIL: però non so dove andarli [legni di acacia] a trovare // se li vedo / te
lo so dire / domenica / va' // [itelpv01]
In realtà sono stati trovati diversi casi orientati al futuro, ma non si
trattava solo dell’apodosi, bensì di tutto l’enunciato, protasi e apodosi. In
questo modo, i verbi al presente orientati al futuro possono far
riferimento ad azioni sequenziali o simultanee, entrambe al futuro (vedere
infra punto B).
B. Le forme verbali al presente sia della protasi sia dell’apodosi designano
un evento proiettato al futuro. Possono essere considerate forme del
presente con valore di futuro, il cui uso non è esclusivo delle condizionali.
Inoltre, in spagnolo, le forme verbali del futuro sono escluse della protasi.
Ad ogni modo, anche in italiano è esemplificato l’uso del presente con
valore futurale.
In spagnolo
(395) a. LUI: / sino que hay que / rellenar la clase del año que viene // vamos
// básicamente / si tú / el año que viene / te plantas con diez / y no
puedes rellenar una clase / pues ese curso no lo puedes dar + [efamdl15]
Felisa Bermejo Calleja
241
b. UEL: [<] <xxx> // si se enteran / de lo bien que escribe / pues seguro
que le fichan //
OÑO: seguro que le fichan para Hollywood // [efamdl20]
In italiano
(396) a. GIA: allora / i bambini non hanno molti problemi / di [/] di doverlo
sapere tanto tempo prima // basta / avvertirli tre giorni prima / perché
loro facciano / la cosa ai genitori / xxx // # se il tempo è brutto / si
sposta / <alla prima settimana> // [ipubcv03]
b. NIL: sì sì // no / anch' io // voglio comprarmi / un paio di sandalini / se
domani li trovo // [ifamdl11]
C. Il presente dell’apodosi equivale a un imperativo e ha valore esortativo.
In spagnolo
(397)
CAR: &ah / pues vamos a mirarlo / y [/] y si está / &mm / se lo dices /
y [/] y que venga [epubdl01]
In italiano
(398) a. LUC: e prima esce // eh / stasera // xxx / dice / se la viene a riprendila
/ la telefoni / per esse' sicura // [ifamcv22]
b. pe' l' appunto sabato e domenica / gl' è andato a una festa a Galliano //
gl' era tanto // sicché gli dissi / se sono operata / nini / vai // [ifamcv22]
5.1.2. si/se indicativo presente – imperativo
L’imperativo ha necessariamente un carattere proiettato al futuro.
In spagnolo
(399) a. LUC: [<] <y me va a decir> / pues si conoces algún niño disléxico / pues
evalúale / y aplícale / <sabes ? un programa / de intervención / no sé qué
/ y lo haces> [epubdl05]
b. ALV: si está de acuerdo / pulse uno para continuar / [etelef08]
In italiano
(400)
WOM: [<] <sì> // e quindi lui dice / aspetta / magari / due settimane
// due o tre settimane / e lui dice / se non / mi entra nulla / fino a fine
di [/] fino a inizio di luglio / prendi queste che c' hai [ifamcv28]
242
Subordinate condizionali
5.1.3. si/se indicativo presente – futuro
Di solito, l’uso del futuro nell’apodosi sottolinea la sequenzialità delle
azioni indicate in ogni membro del periodo condizionale; non si tratta
quindi di azioni parallele.
In spagnolo
(401) a. VER: y me da una sensación / de que yo / no sé nada // o sea / que si
/ me pillan en una empresa / me tendrán que enseñar todo // porque yo
no [/] por mí misma / no sé hacer / las cosas / sabes ? [efamdl13]
b. // y si jamás abrimos la puerta / no veremos a alguien / que está tirado //
al inmigrante le podemos / ver / o no ver // [enatpr02]
In italiano
(402) a. // e il lupo gli disse / mah / dai / io ti posso aiutare // conosco una
bella scorciatoia // se te passi da questa parte / vedrai / ci metterai molto
meno // [ifammn25]
b. RUF: la canzone / Vola con me / di / De Crescenzo / che / è un
grandissimo / artista / secondo me // e la dedico / a una persona / se
posso dedicarla / che / se mi sta guardando / capirà sicuramente / che è
dedicata / a questa persona // [imedin04]
5.1.4. si indicativo presente – perifrasi di futuro
La perifrasi formata dal presente del verbo ir seguita dalla preposizione a e
dal verbo all’infinito ha valore di futuro, e in molti contesti sostituisce la
forma verbale dell’indicativo futuro.
<{voy/vas/va/vamos/vais/van} a> + infinitivo
In spagnolo
(403) a. DOL: / si surge alguien / del perfil que usted me pide / de las
características / yo me voy a poner en contacto con usted y se lo voy <a
decir> // [epubdl07]
b. LOC: inevitablemente / porque si no le pregunto algo / me van a regañar /
&eh / qué piensa usted la trayectoria del Valencia este año ? <¡agua!>
// [emedsp04]
c. CAR: entonces bueno / &mm / de todas formas [el título de estudios
avanzados] lo puedes pedir / cuando quieras // no hace falta que lo
Felisa Bermejo Calleja
243
pidas inmediatamente / después de [/] de acabar / el trabajo de
investigación / lo puedes pedir / al año siguiente / o cuando pasan
cuatro años / o cinco // pero vamos / si / tú lees tesis / te lo van a pedir
/ antes // [epubdl01]
d. / el cliente nos dijo que [/] que hace poco tuvieron problemas en [/] en
Chile con un terremoto / y les levantó todos los bastidores del suelo //
evidentemente / chapa de tres / si viene un terremoto / lo va a levantar //
pero / se ha quedado el cliente un poco más tranquilo // nosotros / no
hacemos / antisísmicos // pero vamos / se ha quedado un poco más
tranquilo // [enatpe01]
e. PAC: / dijo / pues / si me llamas más allá de las nueve / va a estar Miguel
solo / <porque> + [efamdl09]
5.1.5. si/se indicativo presente – condizionale semplice
Questa combinazione costituisce uno schema misto, ed è molto utilizzata
soprattutto nel linguaggio giornalistico. Il presente della protasi è in stile
diretto, mentre il condizionale dell’apodosi sembra appartenere a un
discorso riferito. «La inserción del condicional aquí impone un
distanciamiento con respecto a lo enunciado, puesto que señala que no se
trata de ideas propias del enunciador; ello explica que sea un esquema
predominantemente utilizado por el lenguaje periodístico» (Montolío
1999, p. 3665).
Tuttavia, la stessa studiosa segnala che nei corpora orali – e le occorrenze
del C-ORAL lo confermano – l’uso del condizionale non ha a che vedere
con il discorso indiretto, bensì con diversi gradi di aspettativa. «La
presencia del condicional en contextos como estos constituye un
fenómeno en progreso, del que parece posible augurar un avance en
competencia con las formas indicativas» (Montolío 1999, p. 3665).
Effettivamente, negli esempi trovati in C-ORAL il presente indica un
maggior grado di aspettativa di compimento rispetto al congiuntivo
imperfetto. D’altro lato, però, il condizionale nell’apodosi apporta l’idea di
eventualità; si potrebbe anche affermare che il vincolo tra condizione e
conseguenza s’indebolisce. Infine, è da segnalare che i verbi nell’apodosi
(al condizionale) sono verbi modali o costituiscono perifrasi con valori di
possibilità e di obbligo.
In spagnolo
(404) a. SER: es que el tema / es que si no te hacen una estación / y utilizan la
vieja / primero / tendrías que ir / con un tren / hasta la vieja // hasta la
244
Subordinate condizionali
[/] hasta donde puedas coger el tren // que sería / la nueva estación //
pero es que no [/] no hay + [efamcv13]
b. MAY: [<] <es que si yo trabajo el sábado por la tarde> / debería de tener
un día entero libre // [efamdl22]
In italiano
(405) a. GAB: i cacciatori di teste / però / sono scatenati / in questo modo //
perché / se sappiamo / che le prime teste sono false / e [/] e se ce ne
possono essere / di vere / tutto Livorno / potrebbe esser messo
<sottosopra> // [imedts01]
b. / &he così / diciamo / non far proliferare / questi / antenne per
telefonini / cellulari // allora / se prendiamo atto di questo / dovremmo
rivoltarci tutti / nei confronti di chi / tutti i giorni / dico / tutti i giorni
/ attenta / alla salute della gente // [inatpd02]
c. + se riesco a sorpassare questa prova / vorrei poter usufruire / &de [///]
dei vostri laboratori magici / e biblioteche magiche per /inventare degli
incantesimi che possano / aumentare il mio potere / # [ifamcv07]
5.2. se indicativo futuro – futuro
In italiano, il periodo ipotetico ammette la concordanza di due forme
verbali al futuro.
In italiano
(406) a. [///] vedi questo libro / tu lo devi leggere // leggere leggere leggere //
ci metterai / tre notti a leggerlo // in quelle tre notti / succederanno /
delle cose incredibili // che ti faranno molta paura // ma tu dovrai /
continuare a leggere // se al terzo giorno / al terzo mattino / quando il
gallo canterà / tu sarai / &he &s [///] avrai ancora in mano il libro /
non sarai scappato / allora / ti ricompenserò // il soldato accetta //
[ifammn20]
b. MAA: se ci saranno nuovi arrivi / saranno nostri / &proba [/] probabilmente // perché / delle altre due quarte / una ce n' ha ventuno / e una
ventidue // [ipubcv02]
₪ In spagnolo, l’indicativo futuro non è ammesso nella protasi. Pertanto,
quando l’evento è orientato al futuro, la combinazione sarà: nella protasi,
presente; nell’apodosi, futuro o perifrasi di futuro (o anche presente con
valore di futuro; come si è visto, però, questo è molto meno frequente).
Felisa Bermejo Calleja
245
Tuttavia, è di grande interesse rilevare che, in spagnolo, nella protasi è
possibile utilizzare la perifrasi di futuro.
5.3. si perifrasi di futuro – presente
In spagnolo la perifrasi di futuro sostituisce in molti contesti la forma
verbale futura.
È da sottolineare che nel costrutto condizionale, mentre nella protasi la
forma verbale futura è inammissibile, la perifrasi di futuro è di uso
corrente.
In spagnolo
(407) a. / acabamos en la solución menos convencional posible para la comida
de una tesis doctoral / que fue / irnos / a un Vips / cercano // &eh /
esa es la primera comida que [/] de tesis doctoral que he hecho en un
Vips / y / desde luego si sus resultados van a ser tan buenos como los de
/ esta vez / estoy dispuesto / a hacer todas las comidas de tesis doctorales
en los Vips // [efammn09]
b. LUC: si lo vas a pasar mal / yo prefiero acompañarte // [efamdl21]
c. EVO: [<] <es verdad> / porque lo hicieron en un orfanato / y tiene
que ser el niño pequeñito //
EVA: es / &eh [/] [la peli] si la vas a ver [el niño] es el de tazón // el del
pelo / cortado así tazón / rubito / y con los dientes / así / <un poco>
...
FER: [<] <así que> es el hermano ...
EVA: del primo de / Sergio // el novio de María // [epubcv02]
5.4. si/se indicativo passato nella protasi
5.4.1. si/se indicativo imperfetto – indicativo imperfetto
5.4.1.1. Reali
Generalmente, questa combinazione serve ad esprimere eventi abituali nel
passato; il nesso si/se, pertanto, equivale a <cada vez que>/<ogni volta che>,
cuando/quando. Questa combinazione indica «circostanze pienamente reali;
in tal caso si ha spesso “un sottosenso temporale che si accosta a
ogniqualvolta”» (Serianni 1988, p. 498)
246
Subordinate condizionali
In spagnolo
(408)
/ pues el tío le cogía una [/] una manía al otro / y una rabia ... o si / Jon
me hacía caso y me hacía hacerle caso a él / se enfadaba con él / y le pegaba
// [epubdl08]
In italiano
(409)
MAU: [<] <si> doveva ripetere i dialoghi / e se qualcuno sbagliava un
[//] non una virgola / un' intonazione / eh uh lo diceva xxx // quel
nove era più secco hhh // [ifamcv06]
5.4.1.2. Controfattuali
Questa combinazione è usata anche per esprimere eventi controfattuali,
dato che si riferisce a un’ipotesi non realizzata.
Montolío (1999, p. 3669) la segnala come appartenente alla varietà
“substandard” e come marcata sociolinguisticamente. Anche Mazzoleni
(2001 II, p. 761) per l’italiano fa un’osservazione simile: «Per i costrutti
controfattuali [...], il sistema “substandard” utilizza l’indicativo imperfetto
in protasi e apodosi».
Tuttavia, lo stesso studioso (2001 II, p. 754) considera anche questa
realizzazione come appartenente alla «variante colloquiale del sistema
standard, presente talora anche in livelli più alti, [che] prevede la possibilità
che l’indicativo imperfetto sostituisca il congiuntivo piuccheperfetto nella
protasi e/o il condizionale composto nell’apodosi».
Per Serianni (1988, p. 497), che cita Sabatini, la combinazione “imperfetto
– imperfetto” con valore irreale è un «costrutto tipico del registro
colloquiale, benché in espansione», con l’aggiunta che «oltre che nel
parlato, questo uso dell’indicativo irreale [...] compare sovente nella prosa
narrativa». In più, però, Serianni sottolinea che anche nell’orale il costrutto
“congiuntivo – condizionale” è largamente diffuso nella prosa colloquiale.
Effettivamente anche nel parlato, a giudicare dalle occorrenze riscontrate
nei corpora di C-ORAL, per esprimere la ‘controfattualità’ è molto più
frequente l’uso della combinazione “congiuntivo – condizionale” che
quella “indicativo – indicativo”.
In spagnolo
(410)
// y qué pasa ? que / mi madre dijo que por favor que la matasen los
nervios / de las muelas que le iban a dejar / porque claro si le daba luego
problemas / pues / tenían que quitar otra vez / todo el puente para
<matármelos> // [efamcv06]
Felisa Bermejo Calleja
247
L’esempio spagnolo – l’unico trovato nei corpora di C-ORAL – è però un
segmento di discorso riferito, nel quale le forme verbali all’imperfetto
corrispondono a forme verbali del presente in stile diretto.
Si sarebbe potuto enunciare con le forme al “congiuntivo piuccheperfetto –
condizionale composto” del discorso riferito, ma in questo caso tale struttura
corrisponderebbe a quella composta dalle forme del “congiuntivo imperfetto –
condizionale semplice” del discorso diretto.
In italiano
(411) a. POL: però se c' era un manuale unico / l' era meglio / eh // <xxx> //
[ifamcv27]
b. VAL: la borsa / ce l' hai ?
NIL: no // bisogna mi compri anche quella //
VAL: se 'un me la metteo io / te la prestavo // [ifamdl11]
5.4.2. si/se indicativo passato nella protasi
5.4.2.1. si/se indicativo passato remoto nella protasi
In spagnolo, ci sono pochissime occorrenze. Si si abbina con tempi diversi
nella protasi. In italiano non sono stati trovati casi con verbi al passato remoto.
In spagnolo
(412) a. + no porque me halaguen de lo que estoy haciendo / o no / o no
haciendo / simplemente les + si me salió bien qué bueno / pues doy la
cara / si me salió mal / de todos modos tengo que darla // [emedrp03]
b. ¡hombre! / si estuviste en la Oriental / estabas sin &cober [/] sin cobertura
? [efamdl05]
c. // y es decir / si / Cristo / no existió / si fue un puro mito / habría que
[/] que [/] que hacerle a ese / creador del mito / tal monumento / que
no habría visto yo a nadie / parecido a este hombre // un creador
fantástico // [emedts03]
In italiano
(413)
Se il nonno decise così, avrà avuto le sue buone ragioni.
Tranne con strutture particolari, non si usa il perfetto semplice in protasi e in apodosi nello stesso periodo ipotetico (cfr. Mazzoleni 2001 II, p. 756). «Il doppio
passato remoto è poi accettabile solo in costrutti dal valore ad es. concessivo-
248
Subordinate condizionali
avversativo (Se Picasso attraversò tutte le avanguardie storiche, le sue opere furono in ogni caso
tra i migliori esempi di classicità del ‘900) e non in quelli dove fra i contenuti
proposizionali espressi si istaura il tipico rapporto ‘condizione-conseguenza’ (??Se
prenotammo in tempo, assistemmo alla prima di Falstaff)» (Mazzoleni 2002, p. 67).
Tra italiano e spagnolo, le eventuali differenze nella distribuzione dell’uso
del passato remoto e prossimo nel periodo ipotetico rispondono ai diversi
valori temporali che tali forme hanno nel sistema verbale di ogni lingua.
₪ Rispetto al passato remoto dei due primi casi in spagnolo, i corrispettivi
in italiano avrebbero il verbo al passato prossimo.
5.4.2.2. si/se indicativo passato prossimo nella protasi
Per quanto riguarda il passato prossimo, negli esempi trovati non si
osserva nessuna differenza tra le due lingue.
In spagnolo
(414) a. CAR: si has cobrado más IVA / del que / tienes que pagar / pues lo compensas / con el trimestre siguiente // [enatbu01]
In italiano
(415) b. // &he / per esempio / l' industria del mobile / se ha segnato il passo / in
certi momenti / ha lasciato spazio a commercializzazione del mobile //
[ipubmn02]
Le eventuali differenze, come abbiamo già indicato, rispondono ai diversi
valori temporali che queste forme verbali hanno nelle due lingue.
In spagnolo
(416)
Si el año pasado fuiste de vacaciones a la montaña, este año podrías ir a la
playa.
In italiano
(417)
Se l’anno scorso sei andato in vacanza in montagna, quest’anno potresti
andare al mare.
Felisa Bermejo Calleja
249
5.5. si/se congiuntivo imperfetto nella protasi
5.5.1. Frequenza di uso delle forme in -se- o in -ra- in spagnolo
Nei corpora C-ORAL di spagnolo, si è osservato che è più frequente l’uso
delle forme in -ra-. In più, si è rilevato che le forme in -se- sono usate
esclusivamente nella combinazione canonica “congiuntivo imperfetto –
condizionale semplice”; se la combinazione è “mista”, l’unica forma
utilizzata è con la sillaba -ra-. Sono soltanto tre le occorrenze riscontrate
con il congiuntivo imperfetto recante la sillaba -se-. Con la sillaba -ra- ci
sono sei occorrenze – dunque il doppio – con la combinazione canonica,
e dieci occorrenze con combinazione mista. Considerando dunque il totale
di occorrenze, si sono riscontrate sedici forme in -ra- contro tre forme in se-.
La prevalenza delle forme in -ra- nel costrutto condizionale nei corpora CORAL non fa che confermare la sua predominanza nell’uso generale, sia
nello spagnolo di Spagna sia in quello dei paesi ispanici. «Los trabajos
dialectológicos y sociolingüisticos disponibles muestran de forma casi
unánime el mayor empleo actual de la forma cantara. Por el contrario, el
predominio de cantase había sido considerable durante todo el periodo
clásico y al menos hasta mediados del siglo XIX, iniciándose a partir de
ese momento un rápido declive que llega hasta nuestros días» (Blas Arroyo
2005, p. 86).
5.5.2. si/se congiuntivo imperfetto – condizionale semplice
Questa combinazione è quella rappresentativa dell’espressione della
‘potenzialità’ o “casus possibilis”, ma può anche esprimere la controfattualità, «de ahí que las estructuras <si + imperfetto de subjuntivo>
fluctúen entre la potencialidad y la irrealidad» (Montolío 1999, p. 3661).
Sia in spagnolo sia in italiano lo stesso schema verbale può essere
l’espressione dei due valori: possibilità o impossibilità.
Tuttavia la struttura «<si + imperfecto de subjuntivo> constituye el
esquema prototípico de las condicionales potenciales; de hecho, el valor
de irrealidad es un efecto de sentido que deriva de factores externos que se
suman a la estricta combinación verbal» (Montolío 1999, p. 3661; cfr.
anche Mazzoleni 2002, p. 72).
250
Subordinate condizionali
5.5.2.1. Potenzialità
La nozione di potenzialità è legata al non compromesso, da parte del
parlante, rispetto alla probabilità di realizzazione del contenuto proposizionale (cfr. Montolío 1999, p. 3667).
In spagnolo
(418)
// por lo tanto ahora el Partido Popular / políticamente / sería un
traidor / si ahora / dijera / que se desmarca // [enatps02]
In italiano
(419)
MIS: qualcuno ci dice che Bruna Galante / la sera della scomparsa / è
stata con la sua amica / anche in un altro bar // se così fosse / si aprirebbe
uno spiraglio // che ci aiuterebbe a comprendere / questa storia / piena
di misteri // [imedrp04]
Quando gli eventi sono orientati verso il futuro, il parlante manifesta dei
dubbi rispetto alla probabilità di realizzazione dei fatti.
In spagnolo
(420)
[/] que quedan muchas veces / porque Jorge / está enamorado de
Raquel // está enamorado de Raquel / y quiere volver con ella // y
nada pues si / Raquel quisiera perfectamente / podría estar con él // pero
perfectamente // perfectamente // [efammn03]
In italiano
(421)
HED: [<] <perché> se a Monte Morello ci fosse / piglierei un po' di [/] di
legni // [itelpv01]
In alcune occasioni l’enunciato con questo schema fa riferimento a una
situazione che non è reale nell’attualità, nel momento dell’atto
comunicativo, ma che viene ipotizzata al fine di prevedere la conseguenza
possibile nel caso si verificasse (cfr. Montolío 1999, p. 3668).
In spagnolo
(422)
// es decir / si pudiéramos ver el espectro / digamos / &mm / solar / es
decir el mundo de los colores / en un plano vertical / de la cabeza a los
pies / veríamos que los colores fríos / están arriba / los colores cálidos /
están abajo / y que en esta zona del diafragma / digamos coexistirían /
el [/] el verde / y el amarillo / que no por casualidad son /
emblemáticamente los colores de la fotosíntesis / no ? [emedsc03]
In italiano
Felisa Bermejo Calleja
(423)
251
// ma se noi / si facesse un esperimento [...] e si mettesse / in una stanza
/ tutti i dirigenti della sinistra // al buio / così non si riconoscono //
poi / dopo / c' ha pensato / che / probabilmente / se si riconosceva la
voce // con un distorsore della <voce> // [...] distorsore della voce / si
vedrebbe / che in realtà / tutti sarebbero d'accordo // [ifamcv23]
«La combinazione “congiuntivo imperfetto nella protasi + condizionale
semplice nell’apodosi” sembra neutralizzare l’opposizione tra “mera
ipoteticità” e “controfattualità”, poiché può esprimere sia l’uno sia l’altro
valore semantico: [Se piovesse molto forte, uscirei con l’ombrello]» (Mazzoleni
2001 II, p. 758).
Per quanto riguarda l’aspetto sociolinguistico di questa struttura, Montolío
(1999, p. 3668) segnala che in essa sembra confermarsi l’idea che le forme
standard siano associate ai livelli socioculturali più alti: «Es predecible por
consiguiente, que se siga considerando a esta variante como la más
prestigiosa para la expresión de potencialidad».
5.5.2.2. Controfattualità
Mediante l’imperfetto congiuntivo si attua la sospensione della realtà dei
fatti; se l’azione è proiettata verso il futuro, i fatti sono presentati con una
minore aspettativa di compimento (rispetto al presente); se fa riferimento
a un’azione attuale rispetto al momento dell’enunciazione, la sospensione
della realtà diventa impossibilità assoluta.
Se compaiono esplicitamente gli avverbi ahora, adesso o espressioni simili,
ciò «informa que el mundo del enunciado es incompatible en la actualidad
con el mundo en el que se produce la enunciación. En la interpretación de
estas oraciones como irreales cabe considerar, además de la presencia de
tales deícticos temporales, la existencia de verbos estativos, es decir que
expresan no un proceso sino un estado que en principio no se espera que
cambie en el futuro» (Montolío 1999, p. 3661). Un esempio di Söhrman
ripreso da Montolío illustra molto chiaramente che, quando il verbo è di
carattere stativo, l’irrealtà può essere espressa dal congiuntivo imperfetto
orientato verso ‘adesso’, ma quando il verbo è di significato dinamico, per
l’espressione dell’irrealtà è necessario l’uso del piuccheperfetto:
(424)
Si [Adolfo Suárez] fuera alemán, seguramente se confundiría con el
joven Werther, si fuera venezolano tendría las características de José
Lezama Lima, y si hubiera nacido inglés vendría a parecerse al
252
Subordinate condizionali
rabiosamente romántico lord Byron [Ya, 29-IV-11990] (Montolío 1999,
p. 3662).
Nei seguenti esempi, la lettura controfattuale viene immediatamente
suggerita dal confronto dei fatti espressi dai verbi con il momento
dell’enunciazione che evoca una realtà contraria a quei fatti.
In spagnolo
(425)
GAB: si lo supiera / en estos momentos sería multimillonario / porque
jugaría a la lotería cada día y ganaría // [emedsp06]
In italiano
(426)
// certo è / che se avessi vent' anni / e uno mi chiedesse / cosa vuoi fare
da grande / ti dico subito / che / forse / questo lavoro / non lo sceglierei
// [ifammn13]
In altre occasioni, il valore di irrealtà viene determinato dal contesto
linguistico e/o extralinguistico: «Si aggiungono altre indicazioni di falsità,
provenienti in genere dal confronto fra contenuto proposizionale espresso
e contesto extralinguistico» (Mazzoleni 2001 II, p. 758). È il contesto
extralinguistico, con l’insieme di conoscenze che condividono gli
interlocutori, a permettere di interpretare l’esempio (427) come
controfattuale, dato che, almeno per adesso, le telecamere non sono in
grado di riprendere né di trasmettere gli odori.
In spagnolo
(427)
// y si / las cámaras recogiesen / el olor / infecto / que estamos aquí /
oliendo / no haría falta explicar más nada // esto es / una inmundicia /
y con esto se riega en la vega baja del Segura // [emedrp05]
Nel seguente esempio il contesto linguistico, cioè l’informazione prima o
dopo l’enunciato, permette di chiarire se il soggetto non ha altri soldi e il
parlante lo sa (e quindi l’ipotesi sarebbe “irreale”); oppure se ne ha, ma il
parlante non ne è sicuro, e suppone che ne abbia o ne avrà nel futuro (in
questo caso l’ipotesi sarebbe “potenziale”).
In italiano
(428)
DOM: [<] cioè / <se avesse &di> [//] altre disponibilità / di
investimento / no // ecco / nel breve / sarebbe disposto <a
sopportare> + [inatbu01]
Felisa Bermejo Calleja
253
5.5.3. si/se congiuntivo imperfetto – indicativo imperfetto
In spagnolo, si sono trovate tre occorrenze di questa struttura, mentre in
italiano nessuna.
Anche se in spagnolo questo schema non è ritenuto di uso normativo, è
molto utilizzato nel registro colloquiale, e quindi potrebbe essere
considerato come appartenente allo standard informale (cfr. Montolío
1999, p. 3669). L’uso dell’indicativo imperfetto al posto del condizionale,
implica un impegno maggiore da parte del parlante per quanto riguarda la
realizzazione dell’evento indicato dall’apodosi, se si verifica la condizione
espressa nella protasi. Non si tratta quindi di una mera sostituzione di
forme verbali, ma dell’uso di una variante. La forma dell’indicativo
imperfetto è più assertiva.
In spagnolo
(429) a. ELE: y el pobre me decía [/] me decía / pero [/] pero / qué pasa ? o sea
no te importo nada ? <y yo>
ANA: [<] <claro> //
ELE: / le decía / o sea / mira / bueno / para empezar / si no me
importara / no estaba ahora mismo aquí // eso / para empezar // porque
he estado contigo + no / <perdona> / [efamcv10]
b. // y eso a mí no me parece raro / porque es un buen programa / lo que
pasa que lo hacían más en plan realista / habían recreado toda la época
de los dinosaurios / y ese programa tuvo un montonazo de audiencia //
y lo pusieron [/] porque lo pusieron a las nueve y media / los sábados /
una hora de mucha audiencia / y la gente cogió y lo vio // si en vez de
Tómbola / pusieran otro programa / de esas características / <a lo mejor
también tenía audiencia> // [efamdl18]
c. ALV: yo se lo dije // que si tuviera dinero me [/] le decía a ver si me podía sacar otro su tío //
JOA: es que tío / <xxx> +
ALV: [<] <es que> le hace un [/] un veintipico por ciento / y aparte le
quita el IVA //
JOA: ¡madre mía! //
ALV: con lo cual / un cuarenta por ciento de descuento // [etelef08]
5.5.4. si/se congiuntivo imperfetto – condizionale composto
Il condizionale composto indica un processo realizzato in precedenza a
quello indicato nella protasi.
254
Subordinate condizionali
In spagnolo
(430)
– Este coche no va bien. A este coche le pasa algo.
– ¿Por qué? Yo no he notado nada raro.
– No, no. Si todo fuera bien, no habría tardado tanto en adelantar a esos
dos camiones (García Santos 1988, p. 225).
In italiano
(431) a. SAM: se non [/] se non fossi certo di quello che dico / non l' avrei mai
detto // [inatla03]
b. MAR: [<] <bene> // <allora / avete capito> / se no tra l' altro non
sarebbe qui / ma non lo avremmo reiterato / tra virgolette / nell' errore di
invitarli / se non fossimo convinti già / non solo della buona fede / ma
dello spessore culturale // [imedts02]
5.5.5. si congiuntivo imperfetto – congiuntivo piuccheperfetto
In spagnolo, nell’apodosi il congiuntivo piuccheperfetto si alterna con il
condizionale composto (vedere infra), e indica anch’esso la differenza di
tempi, cioè l’anteriorità dell’evento espresso nell’apodosi rispetto a quello
espresso nella protasi.
In spagnolo
(432)
CUR: [<] <¡hombre! / por qué> hace esa pregunta / si no es porque /
hay / dentro de la estrategia del Partido Socialista / el que / no hay
diálogo social / y el que la posición de UGT / es la que hay que
defender ? si estuviera de acuerdo con Comisiones Obreras / pues no
hubiera hecho esa pregunta // hubiera dicho yo / por qué va tan bien el
diálogo social / [emedts01]
₪ In italiano, nell’apodosi non è possibile usare il congiuntivo piuccheperfetto, ma solo il condizionale composto.
5.5.6. si/se congiuntivo imperfetto – indicativo presente
La protasi con il congiuntivo imperfetto costituisce un’ipotesi che esprime
un alto grado di improbabilità. Gli esempi (433 a, b) sono orientati al
futuro.
L’apodosi al presente attualizza l’azione indicata, riportandola narrativamente al momento attuale. In certi enunciati, il presente conferisce una
Felisa Bermejo Calleja
255
forte assertività al contenuto dell’apodosi e trasmette la ferma convinzione
del parlante, che di conseguenza si impegna con quanto affermato.
In italiano c’è un elevato numero di occorrenze con questa combinazione:
sette in totale. In spagnolo se ne incontrano quattro.
In spagnolo
(433) a. BEA: sí // bueno / te dejo el análisis / también // te puede ayudar //
vamos / te puede ayudar...
LUC: <sí hhh> // %act: (1) laugh
BEA: [<] <si te vieras> / muy liada / vamos / <ya ves tú / qué
problema> //
LUC: [<] <me puede venir muy bien> // [epubdl05]
b. PIL: [<] <y Carlota puede sacar la> [/] la flauta +
LOL: ¡ah! // ésa es otra // pero claro // si Carlota se viniera a España /
que no lo va a hacer / ya / podemos quedar con el del violín / hhh / <y
&no> [/] %act: (26) laugh
PIL: [<] <y ya hacéis un trío> //
LOL: y hacemos un trío // <bueno> + [efamdl01]
In italiano
(434) a. JHO: che senso // vale a dire se io dovessi accettare / perdo il personaggio
// perché alla fine diventa uno Zentarim // [ifamcv07]
b. [///] in salotto davanti / 'un vo mai a leggere // perché se / andassi / mi
mandan via // [ifamcv13]
c. // ma se si dovesse anche rivelare / non nocivo / noi / allo stato delle
cose di oggi / data l' incertezza della letteratura scientifica su questo
problema / abbiamo il dovere / di &he evitare / che il [/] i cittadini /
siano sottoposti / a quest' ulteriore / bombardamento di onde
elettromagnetiche // [inatpd02]
5.5.7. si/se congiuntivo imperfetto – imperativo
Il congiuntivo imperfetto, in contrasto con l’indicativo presente, sottolinea
l’improbabilità e l’eventualità.
In spagnolo
(435) BAR: yo el viernes / pues salgo de / la universidad de trabajar a las [/]
pues yo creo que a las / dos y media como muy tarde / podría estar //
hombre si comemos con Jose / llego antes // llego a las dos y cuarto /
o por ahí //
256
Subordinate condizionali
ABU: bueno / pues no // quedamos a la hora que tú / vienes / pero
vente pronto // si hubiera alguna novedad / [etelef02]
In italiano
(435 bis) / niente / ci dovrebbero essere tutti / questi pezzi qua / perché sono
già matricole / già state inserite / però / se te non dovessi trovare i pezzi /
vai da Fazzi della [/] dell' ufficio gestione dati e / niente / senti se è
libero / te li fai inserire subito // [ifammn17]
5.5.8. si/se congiuntivo imperfetto – futuro
L’imperfetto, come si è già detto, ipotizza con un alto grado di improbabilità.
L’uso del futuro nell’apodosi è segnalato da Mazzoleni per l’italiano; lo
studioso sottolinea che esso «trasforma il costrutto nell’espressione di un
proposito», interpretazione che si applica molto bene all’esempio (437 a).
In spagnolo
(436)
JES: pero porque van un día a comer por ahí // si fueran todos los / días
/ o / tres o cuatro días a la semana / ya verás como echaban de menos
//
MAD: ¡hombre! / <xxx> //
JES: [<] <la comida de aquí> // porque / no es lo mismo comer de
cuchara / [efamdl10]
In italiano
(437) a. MAR: ma non vuole fare la cantante / no ?
RUF: no // no // se / dovesse però capitarmi / &he / un' occasione /
anche / &he / nel campo musicale / sicuramente +
MAR: vuole accennare qualcosa / questa notte ? <una canzone
napoletana xxx> +
RUF: [<] <ma / seguirò> sicuramente / la cara Giovanna / che [/] che
canta una canzone / a me / molto al cuore // seguirò lei // [imedin04]
b. MIC: [<] <ma lui> non si deve sentire / un altro personaggio // deve
essere / un altro personaggio //
ANT: secondo me / tu / se dovessi fare il regista / attori / per i tuoi film
/ non ne troverai mai //
MIC: è chiaro // perché io sono una persona seria // un professionista
serio // [ifamdl01]
Felisa Bermejo Calleja
257
5.5.9. si/se condizionale semplice – condizionale semplice
In spagnolo, la sostituzione del congiuntivo imperfetto con il condizionale
semplice nella protasi è un fenomeno diatopico, che in Spagna si verifica
in certe zone del nord. «La sustitución de las formas del imperfecto de
subjuntivo (cantara/cantase) por las del condicional (cantaría) aparece
plenamente consolidada en una amplia zona dialectal peninsular, que
comprende las regiones de Navarra, La Rioja, País Vasco, Cantabria y una
buena parte de Castilla y León» (Blas Arroyo 2005, p. 100). Questo
fenomeno, «en América, ha sido registrado en Argentina [...]. Se presenta
igualmente en otros lugares del continente americano [...] Santo Domingo,
Guatemala, Colombia, Ecuador y Chile» (Ridruejo Alonso 1990, p. 374). Il
fenomeno però non si limita alle subordinate condizionali, ma si estende
anche alle subordinate finali, temporali, sostantive, ecc. (Veiga 1991, p.
248). La Real Academia della lingua spagnola disapprova questo uso, che
considera «vulgarismo que no cabe en la conversación culta o en la lengua
literaria» (Esbozo 1973, p. 473).
In italiano, il fenomeno non è collegato alla geografia bensì alla parlata
infantile o a livelli socio-culturali bassi. «L’uso del condizionale anche nella
protasi [...] è molto comune nel linguaggio infantile in tutta Italia»
(Mazzoleni 2001 II, p. 755). Berruto (2003, p. 119) segnala che il “periodo
ipotetico a doppio condizionale” è un tratto frequente dell’italiano
popolare, mentre non è riscontrabile nell’italiano colloquiale.
I corpora C-ORAL non riportano nessun esempio in spagnolo, in quanto
la registrazione è stata effettuata nell’area di Madrid e dintorni, anche se i
partecipanti possono avere origini geografiche diverse.
C’è un’occorrenza in italiano.
In italiano
(438)
FRA: [<] <tre caffè> mediamente // se sarei a casa / ne farei di più /
però a casa <non ci sono mai> // [ifamcv05]
La registrazione è stata compiuta a Firenze, ma il parlante “FRA” è di
origine calabrese; è un uomo tra i 25 e i 40 anni, artigiano, di cui non è
stato indicato il livello d’istruzione.
258
Subordinate condizionali
5.6. si/se congiuntivo piuccheperfetto nella protasi
5.6.1. Frequenza di uso delle forme in -se- (hubiese) o in -ra- (hubiera)
nella protasi
Per quanto riguarda la frequenza di uso della forma in -se- o in -ra- nella
protasi, è più frequente la forma in -ra-, con otto occorrenze di fronte a
quattro.
5.6.2. Frequenza di uso dell’ausiliare habría o hubiera nell’apodosi
Per quanto riguarda la forma verbale utilizzata nell’apodosi, si è riscontrato un solo caso con il condizionale composto. Ci sono invece sette
occorrenze con il piuccheperfetto, ma non tutte sono forme in -ra-,
perché in due casi è stato usato l’ausiliare hubiese. È da notare che si ripete
la stessa forma scelta nella protasi.
Anche il corpus C-ORAL conferma quindi i dati raccolti da altri corpora
orali sullo scarso o nullo uso del condizionale composto, come segnala
Montolío (1999, p. 3671): «En los ejemplos procedentes de corpus de
lengua oral sólo se encuentran en la apódosis formas de pluscuamperfecto
de subjuntivo, y la lengua escrita periodística se decanta también
claramente por esta secuencia de formas verbales». Questi dati inducono la
studiosa a suggerire che forse non c’è veramente un’alternanza, dato che si
registrano così pochi casi con condizionale composto.
5.6.3. Controfattualità
I periodi ipotetici con la combinazione “congiuntivo piuccheperfetto –
condizionale composto” sono interpretati di norma come controfattuali,
perché la condizione è passata ed è incompatibile con il mondo
dell’enunciazione.
Tuttavia Mazzoleni (2001 II, p. 758) segnala il fatto che la combinazione in sé non
garantisce la lettura controfattuale, perché questa interpretazione richiede anche
dei dati del contesto linguistico.
Felisa Bermejo Calleja
259
5.6.4. si/se congiuntivo piuccheperfetto – condizionale composto
In spagnolo, c’è solo un caso con il condizionale composto nell’apodosi
(gli altri hanno il congiuntivo piuccheperfetto); in italiano si sono trovate
sei occorrenze. Nelle due lingue, gli esempi sono di files (med e nat)
appartenenti al registro colto.
In spagnolo
(439)
// porque / lo demuestra / el hecho de que el uno de mayo / siga
vigente / no ? el uno de mayo / a fin de cuentas / qué es ? la
conmemoración / de acontecimientos / trágicos / de hace ciento diez
años / no ? de los que lamentablemente / el movimiento obrero está /
sobrado // quiero decir / que si hubiera [/] si hubieran quedado anclados
/ en su pasado / el primero de mayo habría pasado también a mejor vida
/ no ? porque ha habido tantos acontecimientos posteriores / tan
trágicos / o más que aquel / de / Chicago / que / no [/] no [///] habría
perdido su vigencia // [emedin01]
In italiano
(440) a. MIC: senti / ma' / Gina Lolobbriggida / <se fosse stata> giovane oggi +
MAR: [<] <va bene / è yyy / yyy> ...
MIC: avrebbe fatto tutt' altro tipo di film // [ifamdl01]
b. // se si fosse aggiunto anche / il rifiuto delle olimpiadi / certamente i cinesi
/ si sarebbero convinti / che l' Occidente vuole isolarli / vuole riportarli /
ad una situazione di inferiorità / dalla quale si sono liberati / negli ultimi
cinquant' anni // [imedts07]
c. // all' inizio del duemilauno / CIPLA ha fatto quest' offerta di
trecentocinquanta dollari a Medici Senza Frontiere // si comincia ora a
intravedere / a livello delle grandi industrie / un' offerta di circa seicento
dollari // le grandi compagnie / non avrebbero fatto spontaneamente
queste proposte / se non ci fosse stata questa concorrenza sul mercato
mondiale // [imedrp03]
d. + io credo che la vera vergogna / sarebbe stata / se noi avessimo assistito alla
deriva caotica / alla tragedia / dell' Albania / senza curarci / che lì /
potesse finire / in un' altra Jugoslavia // [imedts03]
260
Subordinate condizionali
5.6.5. si congiuntivo piuccheperfetto – congiuntivo piuccheperfetto
Per Ridruejo Alonso (1990, p. 376) l’uso del condizionale composto e del
piuccheperfetto nell’apodosi è un caso di neutralizzazione motivata dal
fatto, più ampio, che l’opposizione tra condizionale e congiuntivo passato
è percepita dal parlante come di scarso rendimento e poca trasparenza. Per
il medesimo autore (1990, p. 376), è molto breve la distanza tra i valori
temporali e modali di amaría e amara; questo fatto spiega da un lato l’uso di
amaría per amara nella protasi in certe zone, e giustifica, dall’altro, certi casi
di neutralizzazione, come per esempio nell’apodosi.
(441)
Si hubiera tenido dinero lo habría comprado/hubiera comprado.
5.6.5.1. Si hubiera + participio – hubiera + participio
Ci sono cinque occorrenze con la combinazione di congiuntivo piuccheperfetto con l’ausiliare hubiera. Appartengono indistintamente al
registro familiare (tre) e al registro colto (due) (med e nat). È da notare che
non ci sono casi con la combinazione incrociata hubiese-hubiera.
In spagnolo
(442) a. / porque se supone que no puedes meter dólares / que los tienes que
declarar ... bueno / todo allí // si me hubiera querido / meter / &mm /
mil kilos de heroína hhh / los hubiera metido / porque es que nadie /
controló nada // [efamcv04]
b. ARA: porque hhh le digo [/] digo qué te ha pasado ? dice nada / que me
he [/] que me he cortado el dedo // dice soy carnicero / y / claro / no
me voy a pintar // si hubiera / sido secretario / pues a lo mejor / me
hubiera pinchado con un boli // dice / pero al ser carnicero / pues me he
llevado media uña // digo ¡joder! // así es que / tía ... [efamdl37]
c. JOS: [<] <qué pasó ayer> / con Pilar Urbano ? <que me acabo de
enterar> //
LUI: [<] <no / no lo sé> // &eh / por qué no has &es [/] por qué
[///] si hubieras escuchado la radio lo [///] <te hubieras enterado> //
JOS: [<] <estaba de viaje> / Luis // [emedts02]
₪ In italiano non è possibile utilizzare il congiuntivo piuccheperfetto
nell’apodosi.
Felisa Bermejo Calleja
261
5.6.5.2. Si hubiese + participio – hubiese + participio
Si sono trovate due occorrenze con l’ausiliare hubiese nell’apodosi. Lo
schema non è “normativo”. È interessante il fatto che tale forma è stata
utilizzata nei casi in cui la protasi presenta lo stesso ausiliare; in altri
termini, non si sono trovate combinazioni incrociate con hubiese e hubiera.
In spagnolo
(443) a. // y después de estar tú tanto tiempo / haciéndole un servicio / como
has hecho / que has ido / a hacerle su avío a ella / ahora que no le
interesa / pues ... y la llamé y [/] y discutí con ella // vamos / se lo dije
// y luego / dice ya sabes que puedes venir cuando quieras // digo / no
// en estas condiciones / usted sabe que no // si usted hubiese sido una
persona más honrada y más leal / yo le hubiese ido yendo // eh ? cuando
[/] cuando hubiese podido // digo pues ya pues / ya no / ahí ya no
estoy tampoco // [efammn08]
b. LOC: oye / Fernando / tengo una duda / se entiende uno mejor / por
[/] por [/] por ley natural / con los que estás conviviendo todos los días
del año / que con los que ves nada más que en las convocatorias ? lo
digo porque la jugada ha sido de tiralíneas / Raúl / Helguera / y tú //
MOR: sí // yo creo que / ha dado la casualidad / que hemos estado ahí
los tres de [/] del Madrid / no ? pero bueno / yo creo que si hubiese estado
otro / &tam [/] también lo hubiésemos / hecho así o / por lo menos / &eh
/ hubiésemos intentado que hubiese salido / no ? lo que pasa que la casualidad ha hhh sido que / la hemos tocado los tres del Madrid hhh //
[emedsp02]
₪ In italiano non è possibile il congiuntivo piuccheperfetto nell’apodosi.
5.6.6. si/se congiuntivo piuccheperfetto – condizionale semplice
Il periodo è controfattuale; l’azione della protasi appartiene al passato,
mentre l’azione dell’apodosi giunge al momento dell’enunciazione.
In spagnolo
(444) a. ALV: con lo cual / un cuarenta porciento de descuento //
JOA: pues que yo no tengo de dónde sacar yo ahora doscientas mil
pesetas / ni vamos //
%alt: (1) pos
ALV: yo es que no tengo un pavo // vamos / si no &s [/] ya ves que si
me lo compraba //
JOA: si por ejemplo no hubiese hecho el curso / con el dinero que gane así
262
Subordinate condizionali
en lo del trabajillo / pues / sí que me lo podría permitir // pero luego
también piensas y dices / qué haces / teniendo un PC bueno + sí &a
[///] por pijería // porque a mí me gustaría tenerlo // pero / qué haces
con dos ordenas en casa ? hombre yo la cuestión <sería> + [etelef08]
b. VER: [<] <sabes> ? ¡coño! / estoy haciendo &a [/] ahora / que mejor /
si lo hubiera hecho antes / podría hacer / después / o sea / <hhh> /
[efamdl13]
In italiano
(445)
VFC: se queste persone fossero nate nel nord del mondo / avrebbero più
speranza di vita // ma non qui in Africa // nel mondo ricco / l' AIDS è
sotto controllo // [imedrp03]
In spagnolo ci sono due occorrenze: una con hubiera e l’altra con hubiese
nella protasi. In italiano si è trovato un solo caso.
5.6.7. si/se congiuntivo piuccheperfetto – indicativo presente
Mentre l’azione della protasi appartiene al passato, lo stato di cose indicato
dall’apodosi mantiene qualche tipo di attualità.
In spagnolo
(446) a. VIC: ¡hombre! / eso está claro / no ? que no haber debutado / pues
sería una desilusión // pero bueno / ya te digo / que el que manda es el
entrenador y / si no me hubiera sacado pues / no pasa nada / no ?
[emedsp02]
b. DAS: y ya nada / los techos del [/] la cocina / del baño / ya están / y /
me falta la habitación pequeña / y el comedor // el comedor va a ser lo
peor // [...]
DAS: es alisar // lo peor es alisar // porque claro / si hubiésemos dado
una &men [/] una mano de temple / pues ya está todo hecho / y ya está
/// [epubdl10]
In italiano
(447)
// quindi tutti i prezzi vanno controllati che siano in euro / e poi /
niente / se c' hai da fare delle modifiche / più o meno se l' ultimo
prezzo che è stato mandato via / nel novantotto / considera un &an [/]
un aumento annuo del cinque per cento // e poi / appunto / se fosse
stato in lire / considera la conversione in euro / e [/] e va bene così //
[ifammn17]
Felisa Bermejo Calleja
263
In spagnolo ci sono due occorrenze: una con hubiera e l’altra hubiese nella
protasi. In italiano si è trovato solo un caso.
5.6.8. si/se congiuntivo piuccheperfetto – indicativo imperfetto
In spagnolo
(448)
Si hubiera tenido dinero, claro que te lo compraba.
In italiano
(449)
// poi / da quest' altra parte / ci sono le zucche // che io / avevo
messo / circa un mesetto e mezzo fa / dentro a una serra di vetro //
come vedi sono + c' hanno già le zucchettine // altrimenti / se le avessi
messe / in terra libera / ci voleva ancora un &pa [///] un mesetto circa /
per avere i frutti // [ifammn24]
In italiano vi sono tre casi.
5.7. <como si> / <come se>
In questo costrutto, alla condizione ipotetica introdotta da si/se si aggiunge
il significato comparativo introdotto da como/come. «Constituye un recurso
gramatical máximamente económico, pues subsume la expresión de una
comparación condicional hipotética que desempeña una función adverbial
modal» (Montolío 1999, p. 3679).
La costruzione è stata considerata un’elisione, nel senso che dopo <como
si>/<come se> viene omessa l’apodosi, che sarebbe allo stesso tempo la
proposizione principale della frase comparativa.
Questo nesso si combina soltanto con congiuntivo passato (imperfetto e
piuccheperfetto).
La struttura ha diversi valori semantici che danno luogo a diverse funzioni:
uso descrittivo metaforico; uso della protasi come una congettura;
espressione di sorpresa o disapprovazione da parte del parlante, ecc.
In spagnolo
(450) a. // y lo que hacen / es / &eh / coger / hojas secas / que se las meten en
la boca / las mastican / eh / luego se las sacan / y las meten en agujeros
de troncos / en donde puede haber quedado agua // de forma / que
estas hojas lo que hacen es absorber el agua / como si fueran una esponja
// sacan / de nuevo estas hojas / y / las estrujan / obteniendo el agua
que ha quedado / en las hojas // [enatco01]
264
Subordinate condizionali
b. // y al revés / una persona que ha pasado mucho tiempo sin reírse / se
va apagando / no ? como si la risa / ayudara a fijar luz / exactamente en
ese mismo proceso de <fotosíntesis> // [emedsc03]
c. // estábamos en la fiesta de Eva / entra en la cocina / y salta así porque
así / a ver quién [/] quién de aquí está casado ? por favor / vaya
comentario más estúpido // y dijo [/] y &s [/] salta Sergio / pues
ninguno estamos casados / por qué lo dice ? es que además que / así /
sin ton ni son // quién de aquí está casado ? dice // como si fuera un
orgullo // está casado // soy [/] soy el más guay / porque he estado
casado //[efammn03]
In italiano
(451) a. ELE: trapianto / è proprio [///] è come se ci fosse una luce alla fine del
tunnel // [imedsc01]
b. ISP: [<] <è come se venisse> da me un bambino / che gli piacciono soltanto le patatine / io non posso dargli solo le <patatine> // [inatpe03]
c. // ed è per questo che / la sua data / il millequattrocentoventinove /
specie è stata enfatizzata / proprio come / l' inizio di Ferrara / insomma
/ come se prima a Ferrara non ci fosse stato nulla // [inatte01]
Altri nessi complessi che contengono si sono <menos si>, <salvo si> e
<excepto si>, che presentano la condizione come l’unico ostacolo che
impedisce la realizzazione del fatto.
<salvo si>
(452)
Llegaremos pronto a cenar, salvo si tengo alguna urgencia (Garcés 1994,
p. 123).
<menos si>
(453)
Yo me ocuparía de las labores domésticas, menos si tuviera que trabajar
todo el día en la oficina (Garcés 1994, p. 123).
<excepto si>
(454)
Los sábados no trabajo, excepto si nos metemos en un atasco (Garcés
1994, P. 123).
Felisa Bermejo Calleja
265
6. Nessi condizionali diversi da si/se
6.1. Nessi condizionali “affermativi”
6.1.1. In spagnolo
<con tal (de) que>
(455)
ARA: [<] <y> llega el fin de semana / los padres están todo el día trabajando / llegan por la noche / y a lo mejor / ya les han dado de cenar /
xxx la vecina / o la persona que le cuide / o quien sea // y llega el padre
por la noche / y no los ve // llegan los fines de semana / y con tal de que
estén juntos / y que el niño se calle / se lo llevan al burger / se lo llevan
no sé dónde ... le rompen / el esquema // [efamdl15]
<siempre y cuando>
(456)
RAU: verás // la legislación / ahora mismo en España / te dice / que
vehículo es todo aquello / que está / capacitado / para circular por vía
pública / o vía / privada +[...]
RAU: / o privada / incluso / donde se van a mover / un conjunto /
indeterminado de vehículos / es decir / &eh / &eh / cualquier recinto
[/] cualquier recinto de España se considera [/] se considera / que
estaría dentro / los vehículos / siempre y cuando / no / &eh [/] no [/] no
se muevan a través del mar o del aire // es decir / <o del ferrocarril>
// [epubdl04]
<siempre que>
(457) a. // se están iniciando los trabajos de revisión del plan / y / no me parece
/ en [/] &eh / mal / que se / elabore esta ordenanza / siempre que vaya /
incluido / en los trabajos de esa revisión del plan / porque si no nos
supondría / un trabajo doble / [enatpd01]
b. RAU: [<] <mil> litros // siempre que superen los mil litros / se considera
ya una instalación <petrolífera> // [epubdl04]
I corpora di lingua spagnola forniscono quattro occorrenze di <siempre
que> con valore condizionale. Inoltre se ne trovano otto con valore
temporale (vedere supra cap. 8).
₪ In italiano, <sempre che> ha soltanto valore condizionale; non ha un uso
temporale come in spagnolo.
266
Subordinate condizionali
<a condición de que>
(458)
Le concedieron el crédito a condición de que pagara cada mes las letras
(Garcés 1994, 130).
6.1.2. In italiano
<a patto che>
(459)
VFA: benissimo anche la montagna / a patto che non si superino i mille
duecento metri / [imedsc01]
qualora
(460) a. // ma è anche vero che / Facchetti ha / pur confermando queste
intenzioni di Moratti / ha detto che / Vieri potrebbe essere ceduto /
qualora arrivassero offerte adeguate / che peraltro / al momento / non
sono ancora pervenute //[imedsp02]
b. ROS: le alternative terapeutiche / qualora esista un' allergia / comprovata
alla penicillina / sono / o una cefalosporina / in questo caso c' è il
rischio di allergie crociate / oppure l' eritromicina / o comunque un
macrolide //[inatco03]
Si sono trovate sette occorrenze, di cui due al congiuntivo presente e
cinque al congiuntivo imperfetto. Tutti gli esempi appartengono a registri
colti: med e nat. È da sottolineare che qualora è il nesso condizionale più
usato in assoluto.
purché
(461)
BAB: anche la manutenzione ordinaria // purché / non ne sia stato fatto
/ un uso indebito // [ifamcv25]
ove
(462)
SEG: / della presidenza delle commissioni xxx / aventi funzioni di
controlli di garanzie / ove costituito // quindi / nel momento in cui xxx
vengan costituite +
FUN: allora però / siccome già il nostro comma otto / dell' articolo / in
questione / ti dice / il consiglio / può nominare al suo interno una
commissione di indagine <xxx> + [inatpe01]
Felisa Bermejo Calleja
267
Ove è caratterizzato, perché impiegato in un «linguaggio giuridicoburocratico-amministrativo» (Mazzoleni 2001 II, p. 772). L’occorrenza
trovata, sebbene orale, conferma tale caratterizzazione.
<a condizione che>
(463)
A condizione che tu mi faccia uno dei tuoi caffè, ti sarò eternamente grato
(Mazzoleni 2001 II, p. 773).
<sempre che>
(464)
ROD: due / settimane per livello ? allora / all' incirca sei settimane // e
l' altro +
SIM: sempre che ti riesca / poi alla fine // [ifamcv07]
₪ In spagnolo, oltre al valore condizionale, <siempre que> ha un valore
temporale, equivalente come significato a <ogni volta che>.
6.2. Nessi condizionali “negativi”
Borrego/Asencio/Prieto (1985, pp. 56 e 145) considerano <a no ser que>,
<a menos que>, <excepto que>, <salvo que> nessi di subordinate
“excluyentes”, che si costruiscono con l’indicativo o con il congiuntivo.
Inoltre, indicano che <salvo que> e <excepto que> possono avere valore
condizionale, ma in questo caso selezionano esclusivamente il modo
congiuntivo nella subordinata. Anche Pérez Saldanya (1999, p. 3300)
segnala <salvo que> e <excepto que> come nessi condizionali quando
selezionano il congiuntivo, ma li reputa nessi concessivi quando
selezionano l’indicativo.
Sia Serianni (1988, p. 521-523) che Dardano/Trifone (1983, p. 325)
classificano i nessi <tranne che>, <eccetto che>, <salvo che>, fuorché, <se non
che> <a meno che non> all’interno delle subordinate eccettuative. Gli autori
indicano che possono selezionare sia l’indicativo sia il congiuntivo.
Nel presente studio si segue la classificazione di Montolío, che colloca
questi nessi tra i condizionali negativi.
268
Subordinate condizionali
6.2.1. In spagnolo
<a no ser que>
(465) a. PAC: / [<] <si se te pica> la muela no te enteras // a no ser que te la
mires por detrás en el espejo // <no> ? [efamcv06]
b. MAL: pues la verdad que / la vida militar / fuera en la calle / no es de
un uso / demasiado práctico // a no ser que cada uno / por su cuenta / o
por cursos que realice en el ejército / se especialice en algún [/] algún tipo
de trabajo / para poder / sobrevivir fuera // [emedrp04]
<a menos que>
(466)
[/] una forma de habla / que / desde un punto de vista / tanto histórico
/ como sincrónico / nos interesaría / ver / cuál es el estado de una
lengua / que sería una lengua patrimonial / nuestra / de alguna manera
/ no ? a menos que no la consideremos / patrimonio // [enatco04]
<salvo que>
(467)
Iremos al campo el fin de semana, salvo que esté lloviendo (Garcés 1994,
127).
<excepto que>
(468)
Llegarán mañana, excepto que se produzca algún imprevisto.
6.2.2. In italiano
<a meno che>
(469)
GPA: [...] + io ne capisco poco / però / mi sembra anche a me 'na cosa
mastodontica / pe' [/] per quello che ci dobbiamo fare // [...]
LEO: [<] sì / <a meno che poi non lo usi / magari> / &dic / un domani
fai delle serate / lo porti dietro // [...]
SRE: quello lo puoi usare // te lo puoi anche portare a casa / il mixer
// e usarlo // [ifamcv02]
<tranne che>
(470)
Non prenderò i biglietti, tranne che tu mi dica di farlo
Felisa Bermejo Calleja
269
<eccetto che>
(471)
Nessuno deve compiere del male, eccetto che ciò impedisca un male maggiore.
fuorché
(472)
Ti aiuterò, fuorché tu non abbia già finito il lavoro (De Mauro 2000).
6.3. Nessi condizionali “creatori di mondi possibili”
6.3.1. In spagnolo
<en el caso de que>
(473) a. MIG: [<] <pero bueno / que> ya / en el caso de que / sea a finales de /
marzo / pues ya coges el sueldo de este mes // [efamcv01]
b. // bueno / en el caso de que / [/] bueno de que / no se identifique / por
ejemplo que se haga la rueda de reconocimiento y no se haya
identificado a esta persona / se pone en prisión // [enatla02]
Ci sono sei occorrenze. È il nesso complesso più usato nei corpora di spagnolo di C-ORAL. Non sono stati trovati casi di <en caso de que>.
<en el supuesto de que>
(474)
// pero bueno / estoy hablando / en el supuesto de que no tenga que ir a
ningún sitio // hhh // entonces lo que hago / es subir a la redacción /
y entonces allí primero [/] lo primero que hago / es fumarme un cigarro
// me fumo un cigarro / y me leo la prensa // [enatpe04]
<en la suposición de que>
(475)
Incluso en la suposición de que estuviera yo también en Madrid, no te podría ayudar porque no sé conducir.
<en la hipótesis de que>
(476)
En la hipótesis de que llamara, pregúntale cuál es su nuevo número.
<en la eventualidad de que>
(477)
En la eventualidad de que pierdas el tren, te conviene saber que hay un
autobús media hora más tarde.
270
Subordinate condizionali
<suponiendo que>
(478)
Suponiendo que hubieras ido, te habría pesado (Santos Río 2003, p. 610).
6.3.2. In italiano
<nel caso che>
(479)
// è / questa / l' elemento di riflessione // come ci si deve atteggiare
noi / se si riconferma l' atteggiamento della commissione / che era
quello di dire / conta anche l' anzianità / perché l' anzianità / permette
di fare un tipo di discorso del super / e [/] e non soltanto dello
specializzato / e poi i margini che ci restano / nel caso che rimaniamo
ognuno della propria opinione / e quindi non vengono passati e [/] e gli
elettrauto / e [/] e i motoristi e i meccanici generici e così via / se
andiamo di fronte ai' magistrato // [inatbu02]
<nell’ipotesi che>
(480)
Nell’ipotesi che Giampiero riesca ad affittare quella casa al mare […],
passeremo da lui una settimana in luglio (Mazzoleni 2001 II, p. 772).
<nell’eventualità che>
(481)
Nell’eventualità che piovesse molto forte, uscirei con l’ombrello (Mazzoleni
2001 II, p. 774).
<(supposto che>
(482)
Supposto che domenica ci sia bel tempo, andremo a sciare (Mazzoleni
2001 II, p. 774).
<ammesso che>
(483)
Ammesso che quell’edificio fosse stato venduto, nell’archivio del catasto ce
ne sarebbe traccia (Mazzoleni 2001 II, p. 774).
<a condizione che>
(484)
A condizione che tu mi faccia uno dei tuoi caffè, ti sarò eternamente grato
(Mazzoleni 2001 II, p. 773).
Felisa Bermejo Calleja
271
6.4. Nessi temporali con valore condizionale
6.4.1. In spagnolo
cuando
(485) a. // la harina / hhh / para el pan // me la venía a dejar a la casa // y /
me la cobraba cuando tuviera dinero / el [/] el caballero ese / porque era
&mu [/] muy buena persona // [efammn01]
b. LOC: [<] <&eh / es que / eso> es dibujar la molécula en el ordenador
// lo reorientas con el ratón del ordenador / y cuando veas que ya ha
quedado / bien / la salvas // en disco // [enatte02]
mientras
Quando mientras ha valore condizionale seleziona il verbo al congiuntivo.
Se il verbo è al passato, l’interpretazione condizionale è fuori di dubbio; se
invece è al presente, ci sono due possibili letture, come temporale o come
condizionale. In genere il contesto linguistico permette di discriminare il
senso. I due esempi trovati in C-ORAL sono chiaramente condizionali:
(486) a. MAM: [<] <no / pero yo> / mientras Miguel / no me diga / lo contrario
/ no puedo ir a sacar los billetes // [efamdl32]
b. JUA: eso es // o sea que entonces / vamos a ver / don Gabriel / a mí
me parece que / si el Barcelona ficha / a Riquelme / ficha / a un
grandísimo futbolista / pero como / los periodistas / que hablamos
tanto y tanto y tanto / y de tantos jugadores hhh / pues ya empezamos
a no fiarnos / &mm / pensamos / y hemos dicho aquí / mientras no le
veamos / con la camiseta azulgrana / no nos lo creeremos //
[emedsp06]
Il nesso equivalente in italiano sarebbe finché. Per un maggior approfondimento dell’argomento, rimandiamo al capitolo 3 dedicato alle subordinate
temporali.
₪ Il nesso italiano mentre non ha valore condizionale.
272
Subordinate condizionali
6.4.2. Italiano
quando
«Imprime alla proposizione un’accentuata connotazione temporale»
(Serianni 1988, p. 502). Rispetto allo spagnolo, in italiano è più facile
individuare il valore condizionale grazie al modo congiuntivo del verbo.
(487) a. // si poteva dire / noi interveniamo / quando si siano determinate /
delle condizioni di evoluzione politica / che consentano / la
ricostruzione di una convivenza / civile / che oggi / invece / sono
impedite / da una presenza / <come questa> //[imedts03]
b. [///] in una situazione in cui / clinicamente / non c' è dubbio che il
cento per cento / è la risposta giusta // salvo / in qualche modesto caso
/ quando ci sia un rischio emorragico particolare / e il vantaggio può
essere scarso // avanti //[inatco03]
6.5. Il nesso spagnolo como
Il costrutto condizionale introdotto da como è caratteristico dello spagnolo
orale. Anche se non ha esclusivamente questa funzione, si può affermare
che si è specializzato nell’espressione di messaggi minacciosi oppure di
ammonizioni.
(488) a. CRI: hhh / sí // de vez en cuando me entran las crisis // digo / como la
coja la mato // la voy a partir la cabeza // y esas cosas // pero +
[efamcv03]
b. VIS: [<] <has cerrado> la puerta de la cocina / del / &pa [/] del
comedor ? # nada / a mí // yo no digo nada // así [/] así os coman //
luego me + y si + ojalá no haya nada // pero como haya algo / te vas a
enterar // [efamdl12]
c. MAN: como no haga un horario para cada cosa /
RAU: es que si <no macho / es>
MAN: [<] <ya no hago nada> // [etelef01]
Il fatto rilevante è che la condizione introdotta da como presenta come inaspettata la realizzazione del contenuto dell’apodosi.
(489) a. SEV: sí // no // y me dice ahora te llamo / vale ? y yo / vale // y yo
me he ido al examen / y digo como este se crea que me llevo el móvil / y
yo no me lo llevo ni nada / va a decir qué cabrona / como sabe que soy
yo / no me coge <el teléfono / hhh> / [efamdl25]
Felisa Bermejo Calleja
273
b. VER: no / pues / como vayas al norte / con la idea esa del [/] del agua
calentita / <y no sé qué> ...
ADR: [<] <sí> //
VER: el norte es que te corta // <es> [efamdl41]
c. // pero claro tienes que tener el trabajo / muy bien preparado / porque
/ normalmente en la cola hay muchos trabajos / y el tuyo entra al cabo
de cuatro o cinco días / con lo cual / como resulte / que tu cálculo / lo
tengas mal preparado / cuando entre / coge y casca // se cae la
máquina / y entonces ya deja de funcionar // [enatte02]
₪ L’italiano non dispone di un nesso formalmente equivalente a como.
6.6. Condizionali con verbo non finito
6.6.1. Locuzioni + infinito
6.6.1.1. In spagnolo
<con tal de>
(490)
/ como lo típico cuando estás en un restaurante / y le mola la camarera
/ y empieza a decir tonterías / inconmensurables / <con tal de llamar su
atención> // [efamdl02]
<en caso de>
(491)
// o sea que todos los datos técnicos se &c [/] se cumplen // que no
hay ningún error // en caso de haberlos / se desecha la pieza que no valga
/ y se &r [/] y se realiza el mismo proceso / hasta que se construye una
/ que sí [/] que sí acepte / los datos técnicos de partida // [enatpe01]
6.6.1.2. In italiano
<pur di>
(492)
Pur di ottenere un lavoro, sono disposto a trasferirmi in una’altra città
(Mazzoleni 2001 II, p. 775).
<a patto di>
(493)
A patto di lavorare con te, accetterei qualsiasi condizione (Mazzoleni
2001 II, p. 775).
274
Subordinate condizionali
<a condizione di>
(494)
A condizione di partire con te, Enrico avrebbe disdetto ogni impegno di
lavoro (Mazzoleni 2001 II, p. 775).
6.6.2. Preposizione + infinito con valore condizionale
6.6.2.1. In spagnolo
con + infinito
(495)
MIG: pero / si tú estás en una final / lo que quieres es ganar //
entonces / con ganar tres cero / ya te sobra // [efamdl03]
de + infinito
(496)
GEM: ¡hombre! / a mí lo dilo // porque si eso vamos [///] de venir para
acá / cuando vengamos para acá / nos pasamos por el Tele Pizza / y
nos traemos dos pizzas // [efamdl24]
6.6.2.2. In italiano
a + infinito
(497)
// credo che i rinforzi difensivi / di cui ha bisogno / si possono anche
reperire / senza bisogno di fare / colpi di scena straordinari // ma a
pensare / &he / Rui Costa / pensare Inzaghi / pensare Shevchenko / è
una compagnia / che darà sicuramente / molti pensieri / a quelli che
credono già di essere / in primissima linea // se devo dare un voto /
particolare / al Milan / glielo do volentieri // [imedts07]
6.6.3. Gerundio con valore condizionale
6.6.3.1. In spagnolo
(498)
/ y luego pues son coches que pesan muy poco / y tienen la última
tecnología / llevan un motor / de tres mil centímetros cúbicos / sin
turbo / que / puede proporcionar ochocientos / &eh / o bueno casi
novecientos caballos de potencia // pensando que es un coche de unos
seiscientos kilos de peso / pues / &eh / las aceleraciones / son muy
fuertes // [epubdl09]
Felisa Bermejo Calleja
275
6.6.3.2. In italiano
(499) a. PAS: eh / assolutamente sì // considerando che / l' epidemia / inizierà /
alla fine di dicembre / i primi di gennaio // e poiché l' immunità / viene
conferita / dopo circa due settimane / assolutamente siamo ancora in
tempo // [imedsc02]
b. ASS: # praticamente / il discorso è questo // versando / sui tre milioni l'
anno / sia / nella forma che privilegia il capitale / sia nella forma che
privilegia la rendita / lei / a scadenza / ha + tenendo conto che questi
progetti / sono a normativa ISVAP // quindi / il rendimento /
ipotizzato / è pari al sette virgola cinque per cento / quindi è
sottostimato perché / il nostro rendimento / come le feci vedere / per il
millenovecentonovantotto / è il nove virgola novantatre per cento //
[ipubdl02]
7. Riepilogo
7.1. Dissimmetrie nelle combinazioni modo-temporali nei periodi
con il nesso si
Futuro nella protasi
Mentre in italiano il futuro è usato nella protasi, generalmente abbinato a
un altro futuro nell’apodosi, in spagnolo tale forma verbale non è
ammessa nella protasi; di conseguenza, la combinazione tipica per un
periodo ipotetico “reale” orientato al futuro è “presente – futuro” (o
“presente – perifrasi di futuro”).
Perifrasi di futuro nella protasi
Nonostante le forme dell’indicativo futuro non si possano usare nella
protasi delle condizionali spagnole, si può impiegare la perifrasi di futuro
composta dal presente del verbo ir + a + infinito.
Tale perifrasi, commutabile con le forme del futuro, non ha corrispondenza in italiano.
Congiuntivo piuccheperfetto nell’apodosi
In spagnolo è possibile utilizzare il congiuntivo piuccheperfetto con
l’ausiliare in -ra- (hubiera) nell’apodosi, nella stessa posizione del
condizionale composto. Gli studi basati su corpora, e anche C-ORAL,
276
Subordinate condizionali
hanno rilevato una maggior frequenza del congiuntivo piuccheperfetto
rispetto al condizionale composto.
protasi
hubiera + participio
protasi
hubiese + participio
apodosi
hubiera + participio
hubiese + participio
condizionale composto
condizionale semplice
presente
apodosi
hubiera + participio
hubiese + participio
condizionale composto
condizionale semplice
presente
5
0
1
1
1
0
2
0
1
1
7.2. Dissimmetrie rispetto ai nessi diversi da si
como
L’italiano non dispone formalmente di un nesso condizionale equivalente
a como; in spagnolo esso è caratteristico del parlato, e ha
fondamentalmente una funzione comunicativa di ammonizione.
<siempre que>
In spagnolo, <siempre que> ha valore sia temporale che condizionale; come
temporale equivale a <ogni volta che>; come condizionale, a <sempre che>,
che in italiano è esclusivamente condizionale.
mientras
In italiano mentre non ha valore condizionale; lo spagnolo mientras, invece,
sì. L’equivalente di mientras in italiano sarebbe finché con valore
condizionale; tuttavia, a differenza delle grammatiche spagnole che
includono mientras tra l’elenco dei nessi condizionali, le grammatiche
italiane non includono finché tra i condizionali. Nella GGIC (2001 II, p.
456) è peraltro segnalata la sua sfumatura condizionale.
Capitolo 10
SUBORDINATE CONCESSIVE
1. Introduzione
Nella frase concessiva si cela un rapporto causale generalmente accettato,
che la subordinata concessiva, però, pone come un’antitesi, in modo tale
che la causa diventa un’obiezione, ma tale obiezione diventa infine
inefficace. In altre parole, si stabilisce un contrasto tra ciò che veramente
succede e ciò che ci si sarebbe aspettato, che a propria volta costituisce
una norma comunemente accettata. La subordinata concessiva fa scattare
un’inferenza contraria al compimento del contenuto della principale, che
nonostante ciò si avvera.
Lo studio di questi costrutti richiede di tener conto sia degli aspetti formali
sia di quelli contestuali; quindi si deve affrontare l’analisi della struttura
sintattica e dell’interpretazione semantica e pragmatica.
La tipologia delle subordinate concessive è molto varia, in quanto ci sono
concessive proprie e improprie, con contrasto diretto e indiretto, con
valore condizionale o a-condizionale, introdotte da congiunzioni (e anche
locuzioni congiuntive) oppure da strutture particolari. Di fronte a tale
varietà il presente studio concentra l’attenzione sulla selezione del modo
verbale nella subordinata concessiva; la classificazione proposta ruota
quindi intorno a questo perno.
2. Nessi concessivi
2.1. Presentazione
«Il rapporto concessivo appartiene a un livello più complesso e astratto di
quello al quale si situano gli altri legami di subordinazione. Nel passaggio
dal latino alle lingue romanze le congiunzioni concessive “sono le ultime a
comparire e a fissarsi come tali”» (Serianni 1988, p. 504).
278
Subordinate concessive
In spagnolo, le subordinate concessive introdotte dal nesso aunque – il più
rappresentativo – ammettono, senza eccezione, tutti i modi e tempi verbali
del sistema spagnolo. Altri (<a pesar de que> e <pese a que>) si abbinano a
diversi modi, ma con alcune restrizioni. Altri nessi, infine, selezionano
esclusivamente un modo verbale: <si bien> + indicativo; <aun a riesgo de
que> + congiuntivo.
In italiano, le subordinate concessive introdotte dal nesso anche se
ammettono tutti i tempi dell’indicativo; del congiuntivo, invece, selezionano soltanto l’imperfetto e il piuccheperfetto. Tutti gli altri nessi
italiani (benché, nonostante, ecc.) si costruiscono esclusivamente con il modo
congiuntivo.
Non è possibile stabilire una corrispondenza biunivoca tra i nessi
concessivi spagnoli e quelli italiani, sia per il significato lessicale che ancora
custodiscono, sia per la selezione dei modi verbali della subordinata. Per
questo motivo la tabella seguente li presenta in parallelo, ma senza una
correlazione orizzontale (vedere infra 2.3.).
La sequenza introdotta dalla preposizione por/per contiene diversità di elementi. Tale formula concessiva viene presentata in parallelo nelle due
lingue (vedere infra 2.4.).
Un tipo particolare di subordinata è quello costituito da formule reduplicative di verbi al congiuntivo18 che hanno valore concessivo. La
corrispondenza viene proposta qui con strutture relative che possono
acquisire valore concessivo; tali strutture esistono anche in spagnolo,
come indicato nella colonna a destra (vedere infra 2.5.).
18
Per Alarcos (1994, p. 376) sono indipendenti con senso concessivo.
Felisa Bermejo Calleja
279
2.2. Tabella dei nessi di concessive esplicite
indicativo /congiuntivo
spagnolo
aunque
<aun cuando>
<a pesar de que>
<pese a que>
italiano
<anche se>
solo indicativo
spagnolo
italiano
<si bien>
<(aun) a sabiendas de que>
<y eso que>
solo congiuntivo
spagnolo
<(aun) a riesgo de que>
<así (que)>
siquiera
italiano
benché
sebbene
<malgrado (che)>
<nonostante (che)>
<per quanto>
quantunque
ancorché
seppure
Non si sono trovate occorrenze di <aun cuando>, <(aun) a sabiendas de
que>, <(aun) a riesgo de que>, <así (que)>; sebbene, <malgrado (che)>,
quantunque, ancorché, seppure.
Si deve segnalare che <excepto que>, <salvo que> sono nessi che trovano
collocazioni diverse a seconda degli autori. Pérez Saldanya (1999) li situa
tra i nessi concessivi che selezionano l’indicativo. Montolío (1999), sempre
nella GDLE, li include tra i nessi condizionali (vedere supra cap. 9). Garcés
(1994, p. 127 e 145) li considera sia condizionali sia concessivi; nel primo
caso si costruiscono con il verbo al congiuntivo, nel secondo con il verbo
all’indicativo.
280
Subordinate concessive
2.3. Tabella dei nessi di concessive implicite
infinito
spagnolo
italiano
<a pesar de>
<pese a>
per
<a riesgo de>
para
gerundio
spagnolo
italiano
aun
<ni siquiera>
infinito/gerundio
spagnolo italiano
nemmeno
neppure
pur
I corpora di C-ORAL non riportano casi di <a riesgo de>, aun, <ni
siquiera>; per, nemmeno, neppure.
2.4. Tabella dei nessi complessi introdotti dalla preposizione por
in spagnolo e per in italiano
indicativo /congiuntivo
spagnolo
ita.
<por más que>
<por más> + n + que
congiuntivo
spagnolo
<por mucho que>
<por mucho(a,os,as)>
+ n + que>
por + {agg/avv} + que
italiano
<per quanto>
<per quanto (a,i,e)>
+n
per + {agg/avv}
+ che
2.5. Tabella delle formule con ripetizione delle forme verbali
spagnolo
v cong quien v cong
v cong lo que v cong
v cong donde v cong
v cong como v cong
italiano
chiunque v cong
checchè v cong
qualunque [...]
qualsiasi [...]
dovunque/ovunque v cong
comunque v cong
spagnolo
quienquiera que v cong
cualquiera que v cong
cualquier [...] que v cong
dondequiera que v cong
comoquiera que v cong
Felisa Bermejo Calleja
spagnolo
que v cong o que no v cong
v cong o no v cong
v cong o no
281
italiano
che v cong. o (che) non v cong
v cong. o non v cong
che v cong o no/meno
3. Nessi che ammettono in alternanza l’indicativo o il congiuntivo
3.1. Presentazione
3.1.1. In spagnolo
Per i nessi che ammettono l’alternanza dei modi indicativo/congiuntivo,
in genere l’alternanza modale dipende, da un lato, dall’idea del parlante sul
grado di aspettativa rispetto al compimento dei fatti enunciati, e dall’altro
lato dalla capacità informativa che il parlante riconosce al contenuto
dell’enunciato.
Nessi: aunque, <aun cuando>, <a pesar de que>, <pese a que>.
I nessi aunque, <aun cuando> introducono subordinate concessive di tutti i
tipi: fattuali con indicativo (500-504), fattuali con congiuntivo tematico
(514-516), semifattuali con congiuntivo ipotetico (522) e contrafattuali con
congiuntivo di irrealtà (523).
Nella caratterizzazione effettuata da Mazzoleni (1990, p. 61) dei costrutti
concessivi in alcune lingue d’Europa (italiano, francese, spagnolo, inglese,
tedesco, russo, slovacco, ungherese e greco moderno), emerge che «Lo
spagnolo si è rivelato diverso dalle altre lingue anche per la costituzione
morfologica dell’introduttore [...] aunque, che non presenta un morfema
condizionale (si) ma un complementatore (que)».
I nessi <a pesar de que> e <pese a que> introducono subordinate fattuali, sia
con indicativo (507-508) che con congiuntivo tematico; con quest’ultimo
valore, però, sono di scarso uso, perché si preferisce aunque.
282
Subordinate concessive
3.1.2. In italiano
Nessi: <anche se>.
Il nesso anche se introduce concessive fattuali (510-513) e semifattuali con
congiuntivo ipotetico (524), e controfattuali con congiuntivo di irrealtà
(525). Mazzoleni denomina le non fattuali “condizionali concessive”.19
3.2. Fattori che incidono nell’alternanza indicativo/congiuntivo
Due sono i fattori che determinano l’impiego del congiuntivo nella
subordinata: il carattere non fattuale, e il carattere non informativo.
Quest’ultimo, per quanto concerne il modo congiuntivo, interessa soltanto
le subordinate concessive spagnole.
Riguardo al carattere fattuale/non fattuale, l’enunciato:
– ha carattere fattuale se esprime contenuti constatati e di compimento effettivo;
– ha carattere semifattuale se esprime contenuti relativi a fatti che il parlante
ritiene di possibile (anche se difficile) realizzazione. Riflette quindi il diverso
grado di probabilità del compimento del fatto espresso;
– ha carattere controfattuale se esprime contenuti di irrealtà: il parlante “sa”
che i fatti non si stanno compiendo nel presente o non si sono compiuti nel
passato.
Rispetto al carattere informativo/non informativo, l’enunciato:
– ha carattere informativo se il parlante trasmette (o crede di trasmettere)
“informazione nuova”. Indipendentemente dal fatto che l’interlocutore sia o
non sia già stato informato in altra sede o momento, l’importante è che il
parlante emette il messaggio convinto di offrire un’informazione ancora
sconosciuta all’interlocutore;
– non ha carattere informativo se il parlante sa che l’interlocutore è al corrente
dell’informazione che contiene l’enunciato, oppure è così che crede, oppure
non gli interessa informarlo.
19 Le condizionali concessive non vanno confuse con le subordinate “concesivocondicionales” (che comprendono tra l’altro le concessive con le formule reduplicative di verbi), studiate da Flamenco (1999, pp. 3842-3849).
Felisa Bermejo Calleja
283
3.3. Concessiva fattuale con indicativo
Si usa l’indicativo quando la frase esprime contenuti verificati (fattuali),
vale a dire fatti constatati o che il parlante ritiene di realizzazione effettiva.
Le concessive fattuali con indicativo segnalano quindi la realizzazione
effettiva di un fatto, sia nel presente che nel passato, oppure esprimono la
convinzione della realizzazione di un fatto proiettato verso il futuro.
Dunque nell’atto comunicativo il parlante conosce l’evento espresso dalla
subordinata, e ritiene che l’interlocutore ne sia invece all’oscuro. Pertanto,
l’uso dell’indicativo risponde anche all’intenzione di somministrare
“informazione nuova”.
Interessa i nessi spagnoli aunque, <aun cuando>, <a pesar de que>, <pese a
que> e il nesso italiano <anche se>.
3.3.1. In spagnolo
aunque
presente
(500)
// ya saben / que el gobierno / ha rebajado / la previsión de
crecimiento económico / para este año / aunque mantiene / eso sí / las
expectativas / de creación / de empleo // [emednw01]
passato prossimo
(501)
// por otro lado Andrés / aunque en su momento yo he tenido un poco
un mal concepto de él / ese concepto / a raíz / de precisamente las
movidas con Rol / Susana / y / ¡ah! / y / movidas que hubo antes de
cotilleos / y tal / en el grupo / una temporada un poco culebrónica /
&eh / mi opinión / de Andrés después de eso / cambió bastante //
reconozco que / ahora mismo / es uno de los mejores amigos que
tengo / y espero que la cosa / siga igual [efammn04]
imperfetto
(502)
// después de comer / venía la siesta / hasta las cinco y media / seis de
la tarde / aunque todos íbamos en solitario / hicimos una amistad
extraordinaria / en esos primeros días / entonces dedicábamos / como
hora / hora y media / en los primeros días / pues / a darnos masaje /
curarnos ampollas / curar los pies / el [///] [epubmn02]
passato remoto (simple o indefinido)
284
(503)
Subordinate concessive
// y / novedades durante la noche pues muy pocas // aunque estuvo lloviendo / sobre todo / en / puntos de Galicia / y el Cantábrico //
[emedmt02]
perifrasi di futuro
(504)
&mm / hablaremos un poco de la &natu [/] de [/] de cuáles son las [/]
los [/] las líneas fundamentales para / hacer un diagnóstico sobre [///]
bueno más que un diagnóstico / comprender la naturaleza / y hacer un
diagnóstico sobre su valor // eh ? &eh / bueno / pues hablar un poco /
aunque / en un curso como este no vamos a poder profundizar mucho /
porque es un curso de tres [/] de tres meses / pero dar unas ideas
generales sobre lo que es la litosfera / [enatte01]
futuro
(505)
/ &eh / en el [/] xxx el transcurso de los dos primeros años / esta
persona / sus expedientes serán / civilmente / a vista de todo / el
mundo / pues serán / &eh [/] serán limpios / sino será una persona
que dejará de tener en antecedentes penales aunque como he dicho /
seguirá también estando / en los archivos de la policía judicial porque
esto se / &eh [/] se considera que facilitará / sus investigaciones //
[enatla02]
condizionale
(506)
/ y Elena / pues / nada / después de dejarlo / Paco y ella / se lió con /
el que / por aquel entonces era / casi uno de los / mejores amigos de
Paco / diría yo / que era Xabi [...] // y / bueno / nada / que hhh Elena
y él se [/] se liaron / y / bueno / Paco / pues como / que no se lo tomó
muy bien / no ? la [/] estas cosas que pasan // y / nada / entonces /
bueno / llegó un momento que entre / yo con Susana / Paco por ahí /
pelín despechado / aunque eso tampoco duraría demasiado / &eh
[efammn04]
<a pesar de que>
(507) a. / incluso se levanta el secreto de sumario y todo apunta a que esta
persona / ha estado / implicada en el juicio / pues a pesar de que todavía
no es culpable / porque no se ha decretado / que sea / o que no / sea /
culpable esta persona / seguirá estando en / prisión // [enatla02]
b. / el lugar es muy hermoso / porque está / al lado del puerto / y en
Casablanca / la vista es muy bonita / a pesar de que los guardias / nos
impidieron acercarnos / al [/] al borde / del malecón / junto al mar /
[efammn09]
Felisa Bermejo Calleja
285
Su un totale di cinque occorrenze, tre hanno il verbo all’indicativo (due al
presente e una al passato semplice).
<pese a que>
(508)
// la cuestión / fue esa // pero como Susana quería / que yo volviese /
con ella / y que le dijese que la quería / y yo todavía no se lo podía decir
/ y pese a que nos lo estábamos pasando muy bien / Susana decidió /
dejarlo / antes de que en cualquier momento / se cruzase otra / y
volver con Paco Rol // [efammn04]
Vi è soltanto un’occorrenza.
<aun cuando>
(509)
Aun cuando no la llamaba nunca, ella seguía pensando en mí (Garcés
1994, p. 143).
3.3.2. In italiano
<anche se>
presente
(510)
ROS: questa è al mare con la mamma // &he / io faccio le vacanze /
quasi tutte le estati / con / mia sorella e con mia mamma // subito
dopo il ritiro / quando mio marito parte // anche se vado via con le
amiche / e con gli amici / mamma è con me // &he / anche perché / è
una persona &u [/] molto giovane / e quindi / si trova benissimo //
[imedin01]
passato prossimo
(511)
// nella prima tappa / il gruppo si ferma ad un passaggio a livello // ma
questo non impedisce ad Eric Zabel di salire sul gradino più alto del
podio // mentre / Cristoph Mourot / riesce a mantenere la maglia gialla
// anche se l' eroe del giorno / è stato il neo campione italiano Daniele
Nardello / che a seguito di una brutta caduta / ha tagliato il traguardo
con dodici minuti di ritardo // [imedsp01]
passato imperfetto
(512)
LOR: / &he / quello di diventare attrice / era / un mio sogno &de [/]
di quando ero bambina // di quando avevo / sei o sette anni / mi
ricordo trovai / una piccola foto di / Marylin Monroe / in bianco e nero
// e / non lo so / mi trasmise / qualcosa di [/] di veramente bello / in
286
Subordinate concessive
un [/] ad un momento [/] in un momento / desiderai di essere/ un'
attrice / anche se ancora / non sapevo neanche /che esistevano i film / e
tutto quanto // e quindi / avevo un sogno // [imedts08]
passato remoto
(513)
CLA: [<] <però / era questo> // la responsabilità del partito comunista
/ allora / era tanta // e [/] e se [/] e furono lungimiranti // &he / da
non arriva' / al punto estremo / capito // anche se / come dicevo / una
parte della classe operaia / rimase / scioccata // da non aver fatto questo
[/] questo passo gigantesco in avanti // però / sarebbe stato un passo
gigantesco mortale // per tutto il movimento operaio // [ifammn02]
Il nesso <anche se> ammette tutti i tempi dell’indicativo.
Per quanto riguarda l’uso del presente nella subordinata, Mazzoleni (2001
II, p. 788), attraverso l’esempio Anche se piove, esco/uscirò senza ombrello, fa
notare che esso «può essere interpretato sia come costrutto concessivo
fattuale, se il presente è considerato “deittico”, sia come costrutto
condizionale concessivo, se il presente ha valore “generico”».
3.4. Concessiva fattuale con congiuntivo tematico (e polemico)
A differenza del congiuntivo ipotetico, con il congiuntivo tematico le
concessive hanno carattere fattuale, perché segnalano anche il compimento effettivo di un fatto, sia nel presente che nel passato, oppure
esprimono la convinzione del compimento di un fatto proiettato temporalmente verso il futuro. La differenza sta nell’atto comunicativo,
poiché il parlante, che conosce il fatto espresso dal verbo della subordinata, dà per scontato che anche l’interlocutore lo conosca; oppure il
parlante non ritiene necessario informarlo; o infine gli è indifferente se lo
conosce o meno. In definitiva, l’uso del congiuntivo risponde qui
all’intenzione comunicativa di somministrare non un’informazione nuova,
ma un’informazione ritenuta già conosciuta.
A volte è il contesto linguistico (cotesto) a fornire l’informazione che poi
viene ripresa dalla subordinata concessiva, come negli esempi seguenti:
(514) a. DAM: &mm / bueno / Esther / &eh / yo creo que la contestación es /
muy clara // el agua / puede tener / el agua del grifo / más / o menos
calcio // pero si se bebe / &eh / mucha agua / &eh / se está
previniendo la aparición de cálculos // no importa // ustedes / pueden
Felisa Bermejo Calleja
287
tomar perfectamente / el agua / del grifo // aunque tenga / calcio //
[emedts08]
b. [//] están / atrapados en la gruta / los otros / la hermana / el ricachón
/ y el otro / pues / estaban ahí / metidos / discutiendo / intentando
beber agua / porque parece ser que / a esas altitudes / y / con esas /
temperaturas / pues / al cabo de [/] de un cierto tiempo / pues se te
encharcan los pulmones / o algo así // y entonces tienes que beber
líquido // y / pues son / no sé / unas cuantas horas / no sé si son
veinticuatro horas / o algo así eran / y después de esas veinticuatro
horas / pues ya / aunque sigas bebiendo agua / se te encharcan //
[efammn10]
A volte la condivisione d’informazione tra emittente e ricettore si retrodata nel passato, cioè in precedenti atti comunicativi; quindi, senza
bisogno di un contesto linguistico attuale, l’informazione viene
ugualmente ripresa con la consapevolezza aggiuntiva della condivisione.
(515)
// entonces / &eh / meter a un chico de veintinueve años / en un
grupo / que somos / muy infantiles / porque realmente / nosotros
aunque / &est [///] tengamos veintitrés años / podemos dar la [/] la
apariencia de un grupo un poco / más [/] más joven / no ? [efammn03]
A volte il parlante dà per scontato che l’interlocutore è al corrente del
contenuto del messaggio, sulla base della credenza che certe informazioni
siano condivise, in quanto disponibili alla generalità dei membri della
comunità linguistico-culturale a cui i protagonisti dell’atto comunicativo
appartengono.
(516)
/ en [/] en Galicia / pues en Santiago / amanece / unos veinte minutos
más tarde que en Castilla / entre Coruña y Barcelona hay casi cuarenta y
cinco minutos astronómicos / aunque tengamos la misma hora oficial en
toda España / [epubmn02]
In definitiva, l’informazione che il parlante trasmette non è nuova, ma già
‘data’. Avendo quindi presente questo fattore, si può osservare la
differenza tra questi enunciati:
(517) a. Aunque haga mal tiempo, voy a la playa. =/= Aunque hace mal tiempo,
voy a la playa.
b. Aunque sea española, no bailo flamenco. =/= Aunque soy española, no
bailo flamenco.
Con il congiuntivo, il parlante trasmette un’informazione ritenuta ‘già
data’, cioè conosciuta, condivisa o non rilevante. Con l’indicativo, al
288
Subordinate concessive
contrario, il parlante considera che l’informazione sia ‘nuova’ per il
destinatario, oppure rilevante.
₪ In italiano, dato che ogni nesso seleziona esclusivamente un modo
verbale, non è possibile creare un’opposizione tra i modi delle forme
verbali sulla base del valore informativo. <Anche se> ammette i congiuntivi
passati con valore ipotetico, ma non si costruisce con il congiuntivo
presente; di conseguenza, il congiuntivo con valore tematico non ha
alcuna applicazione.
Polemico
In contesti conversazionali, si usa il congiuntivo come contestazione, cioè
come risposta discordante che riprende quello che è già stato detto
dall’interlocutore. Non si tratta pertanto di informazione nuova. Il
congiuntivo polemico costituisce un uso particolare del congiuntivo
tematico. La subordinata è la replica all’argomentazione dell’interlocutore,
che in qualche modo tenta di invalidare gli argomenti che quest’ultimo
potrebbe sostenere.
L’etichetta “subjuntivo polémico” è stata impiegata da Vallejo20 in un
articolo pubblicato nel 1925, dove l’autore analizza e descrive l’uso di
questo congiuntivo nelle concessive concludendo che «este subjuntivo
requiere, pues, hechos reales y previamente presentados (explícita o
implícitamente) de una parte, y una actitud polémica, por otra» (Veiga
1991, p. 295).
Questo uso interessa i nessi aunque, <aun cuando>, <a pesar de que> e <pese
a que>, ma questi tre ultimi si impiegano molto poco.
(518)
GAR: [<] <ya / entonces / espera> / entonces a lo mejor / si hacemos
otra llamada más / y le llamamos otra vez / &eh / es un poco /
excesivo / no ? <xxx> // [...]
INT: que por otro lado / pues bueno / si es un cliente / aunque se /
enfade / porque le hagas una tercera llamada / si te dice que no / te da lo
<mismo que>
₪ In italiano non si usa il congiuntivo “polemico” nelle subordinate
concessive. Si può usare il futuro “di probabilità”, del quale Serianni
(1998, p. 505) segnala il valore concessivo (vedere infra).
20 J. Vallejo 1925, Sobre un aspecto estilístico de D. Juan Manuel, in Homenaje a Menéndez
Pidal, Madrid, Hernando, II, 1933, pp. 63-85. La citazione è alla pagina 67.
Felisa Bermejo Calleja
289
3.5. Concessiva non fattuale
Interessa i nessi spagnoli aunque, <aun cuando> e il nesso italiano <anche
se>.
Con il nesso spagnolo aunque la non fattualità si esprime con il modo congiuntivo nella subordinata; con il nesso italiano <anche se>, è invece
possibile costruire la concessiva non fattuale con verbo all’indicativo, in
particolar modo con l’indicativo presente.
Un aspetto rimasto poco chiaro riguarda l’interpretazione ricevuta dalla subordinata se è usato il futuro.
In spagnolo, secondo Flamenco García (1999, pp. 3830-3831), il futuro nella subordinata può essere impiegato in contesti non fattuali, ma, a differenza delle
forme del congiuntivo, è poco frequente. Il futuro semplice serve ad indicare che
il contenuto della subordinata è ritenuto di “probable realización”: Aunque ahora
estará en su cuarto, no debemos molestarle (con il congiuntivo presente, il parlante lo
considera di “posible realizazión”; con il congiuntivo imperfetto, di “cumplimiento improbable”). Tuttavia, lo stesso Flamenco García (1999, pp. 3828-3829)
segnala l’uso del futuro nei contesti fattuali: Aunque recibiré el dinero esta tarde, no me
lo gastaré.
I corpora di spagnolo del C-ORAL offrono soltanto un esempio con futuro.
(519)
/ &eh / en el [/] xxx el transcurso de los dos primeros años / esta
persona / sus expedientes serán / civilmente / a vista de todo / el
mundo / pues serán / &eh [/] serán limpios / sino será una persona
que dejará de tener en antecedentes penales aunque como he dicho /
seguirá también estando / en los archivos de la policía judicial porque
esto se / &eh [/] se considera que facilitará / sus investigaciones //
[enatla02]
In italiano, Mazzoleni (2001 II, pp. 793-794) segnala l’uso del futuro nelle condizionali concessive, ovvero nelle concessive non fattuali, e specifica che
nell’esempio fornito (Anche se domenica ci sarà (sicuramente) bel tempo, non potremo
andare a sciare: ho del lavoro da finire) il contenuto della subordinata «assume molto
difficilmente l’interpretazione di concessivo fattuale: anche l’inserimento di
sicuramente non riesce a conferire la certezza della verità al contenuto
proposizionale della subordinata, che è proiettato nel futuro». Comunque anche
Mazzoleni (2001 II, p. 788), quando analizza le concessive fattuali, segnala il
futuro come uno dei tempi usati per l’espressione di tali concessive (Anche se
stasera andrò a cena fuori, non ho proprio voglia di preoccuparmi del vestito).
290
Subordinate concessive
I corpora di italiano del C-ORAL non forniscono nessun esempio con futuro
nella subordinata concessiva.
I dati appena segnalati ci portano a concludere che il futuro è usato nei due contesti: fattuale e non fattuale.
3.5.1. Aunque
3.5.1.1. Contesti semifattuali
A. Si usa il congiuntivo ipotetico per esprimere contenuti semifattuali: il
parlante non conosce il fatto che il verbo della subordinata denota e
perciò non si esprime apertamente sulla realizzazione effettiva di esso, ma
lo presenta con un maggiore o minor grado di contingenza.
Si usa il congiuntivo presente quando la frase esprime contenuti non
verificati, riferiti al presente o al futuro, che il parlante ritiene di realizzazione probabile.
(520) a. INM: pues yo había pensado / Luisa / por ejemplo / hacer como una
&compara / o sea / centrarme / en dos centros // aunque tenga que /
hacer / más cosas / <sabes ? xxx> // [epubdl02]
b. CAR: tú no pierdas el resguardo / porque / si te piden título / aunque no
tengas el título / &mm / con el resguardo te hace la misma función //
[epubdl01]
Lo schema della frase è il seguente: la subordinata contiene un verbo
congiuntivo presente; la principale contiene una forma verbale futurale
(futuro, imperativo, perifrasi di futuro o presente con valore di futuro).
(521) a. Aunque haga mal tiempo, irá a la playa.
b. Aunque haga mal tiempo, vete a la playa.
c. Aunque haga mal tiempo, va a ir a la playa.
d. Aunque haga mal tiempo, va a la playa (el próximo fin de semana).
₪ Il nesso italiano <anche se> non ammette il congiuntivo presente nella
subordinata che introduce (<anche se> ha gli stessi limiti combinatori del
nesso condizionale se).
B. Si usa il congiuntivo imperfetto quando la frase fa riferimento a un
fatto (ipotetico) orientato al futuro, che il parlante ritiene di realizzazione
poco probabile.
Felisa Bermejo Calleja
(522)
291
// es que no sé lo que voy a hacer // porque es que el problema / es
que / aunque lo dejara con Andreas + o sea / vale // yo voy a estar con
Fran // pero / por qué ? porque / o sea porque tampoco hay nadie que
me interese además en Madrid / sabes ? [efamdl30]
Mediante l’uso del congiuntivo presente o imperfetto, il parlante esprime
un maggior o minor grado di probabilità di compimento del contenuto
della subordinata.
3.5.1.2. Contesti controfattuali
Per quanto riguarda i contesti controfattuali, il parlante sa che il fatto né si
compie nel presente né si è compiuto nel passato. È pertanto una
negazione implicita del fatto stesso.
Le forme verbali che esprimono questi contenuti di irrealtà sono il
congiuntivo imperfetto e trapassato. Con l’imperfetto si fa riferimento al
presente, cioè a situazioni in cui il parlante sa che l’evento non si realizza
(523 a). Con il trapassato si fa riferimento a situazioni del passato, e il
parlante sa che l’evento non si è verificato (523 b).
(523) a. ANA: [<] <entonces> / aunque quisieras &te [/] tenerlo muchas horas /
no era / tampoco <muy> ...
GEM: [<] <muchas tampoco> había //
ANA: muchas tampoco había // no había películas de vídeo / tal // era
otra [/] otro horario // [efamdl40]
b. / los [/] los kilómetros que a mí se me exigían / los había hecho uno [/]
uno detrás de otro andando // porque es que era verdad // otra cosa es
que yo hubiera hecho los últimos / kilómetros andando // y aún así /
aunque yo los hubiera hecho / el aceptar / que yo había / hecho / tanto /
cuánto / trayecto en autobús / podría haber sido dentro de una ciudad
// para hacer cualquier gestión // [efammn05]
3.5.2. <anche se>
Mazzoleni (2001 II, pp. 790-796) denomina questo tipo di frasi
“condizionali concessive”; esse condividono con le concessive fattuali il
rapporto di contrasto tra i due membri della frase complessa, ma si
differenziano da esse perché nelle condizionali «il contenuto della
subordinata può essere vero o falso». Questo aspetto «deriva
dall’interazione della semantica del costrutto condizionale con il significato
di anche». Dato che «i costrutti condizionali concessivi risultano
dall’inserimento di un elemento di tipo anche in una struttura condizio-
292
Subordinate concessive
nale», con questo nesso si riproducono gli schemi modo-temporali dei
periodi condizionali.
3.5.2.1. Contesti semifattuali
(524) a. SAB: [<] <perché> la stanza / è anche abbastanza grande // quindi
anche se fo un colore un po' acceso / cioè scuro / non è che la
rimpicciolisca più di tanto / capito // [...]
IDA: [<] <dipende> anche / secondo me / dallo stile che / vuoi dare /
all' ambiente //
SAB: eh / non lo so // perché / ci sarà da comprare anche un armadio
/ qualcosa // oggi sono andata all' Ikea + [itelpv16]
b. + ricordati che ora / tutti i prezzi devono uscire in euro // ora / niente
più lire / niente più dollari ... anche se dovesse per caso / durante la mia assenza / arrivare un ordine in [/] in dollari / va rimandato indietro e va
richiesto / in euro / perché non si accettano più // [ifammn17]
I due esempi sono enunciati orientati al futuro.
Il grado di probabilità di compimento del contenuto della subordinata è
ritenuto maggiore da parte del parlante con l’indicativo. In realtà in
italiano, come è stato segnalato da Mazzoleni (2001 II, p. 788), con gli
enunciati al presente rimane l’ambiguità rispetto all’interpretazione fattuale
o semifattuale; sintatticamente non ci sono marche specifiche, e di
conseguenza è il contesto a permettere la disambiguazione.
₪ In spagnolo, per gli enunciati con interpretazione non fattuale si usa il
congiuntivo, sia il presente (non ammesso da <anche se>) sia i passati.
3.5.2.2. Contesti controfattuali
(525) a. / anche perché il caso / innanzitutto / non era una semplice burla /
come io ho cercato di dimostrare in quel libro / seconda / anche se fosse
stato una semplice burla / cosa che io escludo / &he / sarei molto
curioso / di verificare i meccanismi / di come mai / si può equivocare /
una testa / rimasta in acqua / una notte sola / con una testa / rimasta in
acqua / <settantacinque anni> // [imedts01]
b. // il tempo / ci ha dato ragione / dimostrato una certa lungimiranza //
il primo / è che / la custodia e la manutenzione di queste teste / stava a
rappresentare / la custodia di un bene / comunque della città di Livorno
/ per il valore che poi avevano finito per assumere / in senso / di fatto
/ in senso di cronaca //
Felisa Bermejo Calleja
293
GAB: questo / dunque / anche se fossero davvero false //
ASS: eh / ma certamente // [imedts01]
Nel primo esempio si fa riferimento a un evento già passato, nel secondo
si fa riferimento al momento presente dell’enunciato.
3.6. Contrasti: uso del congiuntivo in spagnolo
3.6.1. Contenuto ipotetico
In spagnolo, il contenuto ipotetico viene espresso anche dal congiuntivo
presente, che forma insieme agli altri due tempi del congiuntivo una
gradazione della probabilità con cui il parlante ritiene si verificheranno o
meno i fatti.
(526) a. Aunque me llame, no hablaré con él.
b. Anche se mi {chiamerà/chiama}, non parlerò con lui.
c. Aunque me llamase, no hablaría con él.
d. Anche se mi chiamasse, non parlerei con lui.
e. Aunque me hubiese llamado, no habría hablado con él.
f. Anche se mi avesse chiamato, non avrei parlato con lui.
Questa terna esprime diversi gradi di probabilità:
– possibile > presente (a, b)
– poco probabile> imperfetto (c, d)
– impossibile > trapassato (e, f)
È il caso di ricordare che questa scala si presenta uguale nell’espressione volitiva
con ojalá:
spagnolo
Ojalá me llame.
Ojalá me llamase.
Ojalá me hubiera llamado.
italiano
--Magari mi chiamasse.
Magari mi avesse chiamato.
La frase Ojalá me llame non trova corrispondenza formale in italiano. La frase
Magari mi chiamerà ha soltanto valore di probabilità e non di desiderio.
Come si vede, l’italiano non ha un uso del congiuntivo presente con valore
ipotetico, capace di esprimere anche il maggior grado di probabilità. La
294
Subordinate concessive
frase equivalente a Aunque me llame, no hablaré con él è costruita in italiano
con il futuro dell’indicativo: Anche se mi chiamerà, non parlerò con lui, oppure
con il presente dell’indicativo: Anche se mi chiama, non parlerò con lui. Tuttavia
con il presente la concessiva dà origine a due interpretazioni, in quanto
può avere carattere fattuale o ipotetico (Mazzoleni 2001 II, p. 788).
D’altro canto, in spagnolo si può dire Aunque me llamará, no hablaré con él; in
questo caso il grado di probabilità è altissimo (Flamenco García 1999, p.
3830), al punto di sfiorare la sicurezza. Il futuro è però solo possibile con
aunque y aun cuando, perchè a pesar de que e pese a que non selezionano mai il
futuro nella subordinata.
3.6.2. Carattere non informativo
In spagnolo il carattere non informativo è rilevante e richiede la presenza
del congiuntivo, ma la frase ha carattere fattuale.
Per quanto riguarda la replica, in italiano non si usa il congiuntivo nella
subordinata introdotta da <anche se>; ciò invece accade in spagnolo con i
nessi (comprese le formule con por) che ammettono l’alternanza indicativo/congiuntivo. Il carattere non informativo costituisce uno dei valori
del congiuntivo.
Sia una lingua che l’altra ha a disposizione altri elementi per la replica, e
uno di essi è l’uso del futuro di probabilità (in spagnolo, anche del
condizionale). Si osservi questo dialogo nelle due lingue:
(527) a. –Esta película es muy interesante.
–Será interesante, pero es demasiado lenta.
b. –Questo film è molto interessante.
–Sarà interessante, ma è troppo lento.
Parafrasando queste frasi con subordinate concessive, emerge l’uso
spagnolo del congiuntivo presente, a differenza dell’italiano.
(528) a. –Esta película es muy interesante.
–Aunque sea interesante, es demasiado lenta.
b. –Questo film è molto interessante.
–Anche se è interessante, è troppo lento.
Serianni (1998, p. 505) segnala il valore concessivo dell’uso del futuro in
una struttura che denomina “concessiva indipendente”, il cui predicato «è
costituito da un futuro semplice o anteriore oppure da un congiuntivo;
Felisa Bermejo Calleja
295
nella proposizione che funge da sovraordinata figura quasi sempre una
congiunzione avversativa». L’aspetto più significativo è legato al
commento di Serianni sull’interpretazione di tali concessive indipendenti,
in quanto presentano punti comuni con il congiuntivo “polemico”
spagnolo. Esse infatti «hanno una più forte componente emotiva,
sottolineando il distacco dell’interlocutore da una circostanza che viene, sì,
concessa, ma che si considera ininfluente o irrilevante». Queste
affermazioni rafforzano il parallelismo nella replica tra l’espressione
concessiva e l’espressione del futuro epistemico.
4. Nessi che selezionano solo l’indicativo. Le concessive
fattuali
Soltanto in spagnolo ci sono nessi che selezionano esclusivamente il modo
indicativo nella subordinata concessiva; sono <si bien>, <y eso que>, <(aun)
a sabiendas de que>.
<si bien>
(529)
// esto qué quiere decir ? quiere decir que / ante un mundo sin barreras
/ en el mundo de Internet / nos estamos / planteando / directamente /
que / si bien / las / barreras / temporales / y espaciales / se han visto &su
[/] superadas / por las / telecomunicaciones / las barreras / de /
aquellas / personas que están detrás de las máquinas / son [/] que son
las que realmente procesan la información / exigen / necesariamente /
una / superación de las barreras / culturales y lingüísticas // [enatbu03]
I file in cui si sono trovate le tre occorrenze di si bien sono marcati come di
registro formale.
La locuzione <si bien> «se halla muy extendida en la lengua escrita,
especialmente en el lenguaje periodístico» (Flamenco García 1999, p.
3834).
₪ In italiano il nesso sebbene seleziona il modo congiuntivo nella
subordinata, a differenza del nesso spagnolo <si bien> con cui presenta
una forte somiglianza a livello lessicale.
<y eso que>
(530)
PAS: mira // este verano he estado en Mérida / y una de las cosas que
hice en Mérida / es que ahí hay unas / cenas romanas // son de un
296
Subordinate concessive
libro de recetas que encontraron / y esas recetas / pues han decidido
hacerlas // bueno / era impresionante los sabores tan distintos y tan
extraños // y eso que los habían suavizado / porque llevaban ya unos
cuantos años haciéndolo y la gente se &que [/] se quejaba un poco de
que claro / el gusto era muy / [...] / [<] <fuerte> // [efamcv04]
Le due occorrenze trovate appartengono a file del registro informale
(fam). Questa espressione «es muy frecuente en la lengua hablada»
(Flamenco García 1999, p. 3834).
La subordinata introdotta da <y eso que> è sempre il secondo membro
della frase complessa. Come significazione, si potrebbe stabilire un
parallelismo con l’espressione italiana <e pensare che>.
<(aun) a sabiendas de que>
(531)
Nos dejaron solos aun a sabiendas de que nos perderíamos (Flamenco García 1999, p. 3836).
Flamenco García (1999, p. 3836) segnala che questo nesso ha una
frequenza d’uso molto bassa.
5. Nessi che selezionano esclusivamente il congiuntivo
5.1. In spagnolo
I nessi che in spagnolo selezionano esclusivamente il congiuntivo sono
<así (que)>, <(aun) a riesgo de que> e siquiera + ser.
<así (que)>
(532) a. Esta prueba, así sea fundamental, no sirve para la acusación porque se ha
obtenido por medios ilícitos (Flamenco García 1999, p. 3833).
b. No conseguirás que se tome el jarabe, así lo mates (Flamenco García
1999, p. 3833).
Le concessive introdotte da así esprimono contenuti ipotetici o di irrealtà.
Rispetto al livello sociolinguistico «esta construcción presenta una
particularidad: se usa tanto en registros muy cultos [...], como muy
coloquiales [...]; sin embargo, es de uso bastante restringido en un español
estándar o medio» (Flamenco García 1999, p. 3833).
Felisa Bermejo Calleja
297
<(aun) a riesgo de que>
(533)
Le ayudó aun a riesgo de perder su vida (Flamenco García 1999, p. 3836).
Questa locuzione ha una frequenza di uso molto bassa.
siquiera
(534)
Merece ser castigado, siquiera {sea/fuera} otro el cerebro del crimen
(Flamenco García 1999, p. 3834).
La subordinata introdotta da siquiera occupa sempre il secondo membro
del costrutto e introduce concessive con valore ipotetico. Siquiera viene
solitamente usato abbinato al verbo ser al presente o imperfetto
congiuntivo. Si usa in un registro colto ed equivale a <aunque sólo>,
<cuando menos>.
5.2. In italiano
Per Mazzoleni (2001 II, p. 788), le subordinate concessive introdotte da
nessi che selezionano solo il congiuntivo sono fattuali.
I nessi che in italiano selezionano esclusivamente il congiuntivo sono
benché, sebbene, <malgrado (che)>, <nonostante (che)>, quantunque, <per quanto>,
ancorché, seppure.
benché
(535)
NIN: [<] <è piaciuto> perché / è un progetto che / ha dell' innovativo
// benché la costruzione di strumenti musicali / sia una cosa di [/] di
molto antico / però il fatto che unisce / la tecnologia / all' artigianato /
è un qualcosa che è stato visto / sempre bene / da <xxx // di buon
occhio> // [imedts05]
Si è trovata solo un’occorrenza, e il registro del file è formale.
<nonostante (che)>
(536) a. // però / resto affascinato / del fatto che / uno strumento così /
produca voce // questo non lo riesco a capire // nonostante una
spiegazione tecnica / e ora cerco di dartela / ci sia / però riesco a /
affascinato da questa cosa // [ifammn13]
298
Subordinate concessive
b. // in cui / era riportato il richiamo / del ministro ai provveditori / ad
una puntuale applicazione / della legge sulla trasparenza ... eh / sì /
perché Scafoglio / per ottenere quel compito / e altri candidati /
avevano &su [/] dovuto sudare le [/] le proverbiali sette camicie //
nonostante ci fosse la legge / cosiddetta sulla trasparenza // ecco perché /
ci rispondevano così all'epoca // [imedts02]
Di un totale di sette occorrenze, solo una appartiene a un file di registro
informale (fam).
<per quanto>
(537) a. // allora / i compagni dirigenti del partito di allora / diedero un
indirizzo di pacificazione // ma per quanto sia stato de pacificazione / tu
capisci / le armi / uscirono fòri le armi un' altra volta / le armi della
resistenza / gruppi armati / da tutte la parti // [ifammn02]
b. // gli argomenti / che vorremmo / approfondire / riguardano tre
aspetti / della / vita toscana / e per quanto / &he / tutti e tre / &he /
abbiano come base / l' arte / in realtà ognuna di loro / come poi
sentiremo / ha risvolti / completamente diversi // [imedts01]
Due occorrenze appartengono al registro formale e una al familiare.
sebbene
(538)
Sebbene avessi ragione, tuttavia non ho voluto insistere
(Dardano/Trifone 1983, p. 320).
<malgrado (che)>
(539)
Malgrado i prezzi fossero saliti, il negozio all’angolo era ancora conveniente (Mazzoleni 2001 II, p. 789).
quantunque
(540)
Quantunque l’onorevole fosse molto in ritardo, decidemmo di aspettarlo
per evitargli eventuali spiacevoli incontri (Mazzoleni 2001 II, p. 805).
ancorché
(541)
Ancorché quell’anno l’inverno fosse giunto molto presto, nel fondovalle la
temperatura non era rigida (Mazzoleni 2001 II, p. 805).
Felisa Bermejo Calleja
299
seppure
(542)
Non c'è riuscito, seppure ce l'abbia messa tutta (De Mauro 2000).
6. Concessive implicite
6.1. Con infinito
6.1.1. In spagnolo
<a pesar de>
(543)
/ por lo tanto hay gente / que sí que lo puede dejar / con una relativa
facilidad a pesar de ser adictivo / y otras / que / tienen / una / dificultad
/ casi insalvable para / poder dejarlo // [emedts09]
<pese a>
(544)
Pese a ser una belleza, no se lo tiene nada creído (Garcés 1994, p. 143).
<a riesgo de>
(545)
A riesgo de tener que dejar mi cargo, no puedo seguir por ese camino
(Garcés 1994, p. 144).
para
(546) a. // es decir / sentía que para ser mi vecino / tenía de Marruecos un
conocimiento muy inferior al que tengo de Portugal / o de Italia / o de
Francia // [efammn09]
b. JOA: ¡ostras! //
ALV: un cañón / tío // para ser un portátil / es un cañón que te cagas
//
JOA: y qué tiene ? &eh / DVD grabador ?
ALV: tiene grabadora y DVD // [etelef08]
c. // y bueno / entramos / para ser una marisquería de Santiago / tenía un
aspecto así sofisticado / no ? unas [///] decoración / Art Deco / así /
muy bonito // muy bonito // [efammn05]
300
Subordinate concessive
6.1.2. In italiano
per
(547)
Per essere così giovane, tuo figlio è molto maturo (Mazzoleni 2001 II, p.
805).
nemmeno
(548)
Nemmeno a pagarla a peso d’oro si riesce a trovare una stanza libera a
ferragosto (Mazzoleni 2001 II, p. 805).
6.2. Con gerundio
In spagnolo
aun
(549)
Aun llegando tarde, tuvimos tiempo de ver toda la exposición (Garcés
1994 , p. 147).
<ni siquiera>
(550)
Ni siquiera pagándolo a peso de oro, te lo vendería.
In italiano
pur
(551) a. / il meccanismo di come / da un fascio di luce / si arriva alla voce / è
questo // e a me questo / seguita ad affascinarmi // perché anche se c'
è una spiegazione / tutto sommato / pur non venendo da una formazione
tecnica / elettrica / o tecnologica / però insomma / la comprensione /
diciamo / è facile // [ifammn13]
b. // ma è anche vero che / Facchetti ha / pur confermando queste
intenzioni di Moratti / ha detto che / Vieri potrebbe essere ceduto /
qualora arrivassero offerte adeguate / che peraltro / al momento / non
sono ancora pervenute // imedsp02]
c. // in un esposto / presentato alla procura / presso la Pretura di Livorno
/ il Saracino l' accusava / di aver / proceduto / all' autenticazione delle
opere / per conquistarsi la fama / di scopritrice / delle teste Modì / pur
sapendole false // [imedts01]
Felisa Bermejo Calleja
301
Con nove occorrenze di fronte a nessuna, risulta evidente che pur +
gerundio è molto più frequente del corrispettivo spagnolo aun + gerundio.
<neppure>
(552) Neppure sorpassando in curva cieca son oriuscito a farmi dare una
multa (Mazzoleni 2001 II, p. 805).
6.3. Con participio
<anche se>
(553) a. // in realtà io l' ho conosciuto / anche se incontrato magari a piazza
Duomo / l' ho conosciuto all' hotel Rafael // [inatla02]
b. SEG: il &s [///] no / dice / c' è proprio un altro articolo // il seggio
consiliare / che rimanga vacante per qualsiasi causa / anche se sopravvenuta
/ è attribuito al candidato che nella medesima lista / segue
immediatamente l' ultimo detto // [inatpe01]
7. Nesso complesso introdotto dalla preposizione por in spagnolo
e per in italiano
7.1. Alternanza indicativo/congiuntivo
<por más que>
Con indicativo la subordinata concessiva ha carattere fattuale. Il costrutto
con questo nesso non ammette né futuro né condizionale.
(554)
ALV: [<] <te instalaste> el Panda / al final ?
JOA: sí / pero una caca de vaca // porque era / la / versión / trial esa /
y / por más que lo intenté / cascar / nada // no me dejaba ni actualizarse
en línea / no me dejaba nada // [etelef08]
<por más + SN + que>.
Se la subordinata concessiva si costruisce con il congiuntivo può avere
valore ipotetico oppure carattere tematico.
302
Subordinate concessive
Congiuntivo ipotetico
(555)
Por más libros que leyera, no conseguiría dar con la solución (Flamenco
García 1999, p. 3836).
Congiuntivo tematico
(556)
A: Parece ser que han presentado más pruebas.
B: Ya lo sé, pero por más pruebas que hayan presentado, eso nunca se
llegará a saber (Flamenco García 1999, p. 3836).
7.2. Selezione del congiuntivo
«Tramite l’utilizzo della struttura “per X che F (con verbo al congiuntivo)”
si costruiscono proposizioni concessive fattuali articolate in genere su
elementi aggettivali» (Mazzoleni 2001 II, p. 789). È da porre in rilievo
l’affermazione del carattere fattuale della subordinata concessiva
introdotta da tale struttura. La sottolineiamo perché in spagnolo, con la
corrispettiva formula composta da “por... que”, Flamenco García (1999, pp.
3837-3838) segnala invece il carattere ipotetico delle concessive,
aggiungendo che possono avere carattere fattuale soltanto in contesti
dialogici con il congiuntivo tematico “polemico”.
Secondo Mazzoleni (2001 II, p. 799), le concessive costruite con le
formule <per ... che> (raggruppate tra gli operatori di subordinazione
“categoriali”) non hanno carattere ipotetico: «Non sono interpretabili
come condizionali concessive, poiché l’elemento su cui si articolano non è
presentato come possibile, ma come certo». Come dimostrazione,
Mazzoleni le confronta con le loro parafrasi avversative:
(557) a. Per poche che fossero le sue pretese, mantenerlo per un periodo così lungo
non sarebbe certo stato uno scherzo (Mazzoleni 2001 II, p. 799).
b. Le sue pretese erano poche, ma mantenerlo per un periodo così lungo
non sarebbe certo stato uno scherzo (Mazzoleni 2001 II, p. 799).
Se può applicare la stessa prova dimostrativa agli esempi spagnoli:
(558) a. ANA: [<] <entonces / por mucho> que quisieras estar [viendo la televisión]/ al mediodía te la quitaban / no sé [/] a no sé qué hora <también
se &ce [/] se acababa>... [efamdl40]
b. Tú querías estar [viendo la televisión], pero al mediodía te la quitaban.
Felisa Bermejo Calleja
303
In realtà, nella concessiva non si afferma che il soggetto “voleva” guardare
la tv, ma si fa riferimento all’eventualità che volesse guardarla; si tratta cioè
di un’ipotesi.
(559)
[/] y lo dice todo serio // pues / qué pasa ? porque yo no entiendo / el
chiste // se lo tienes que explicar los chistes / a todo le saca punta / a
todo // una frase por mínima que sea / pero [/] pero eso &por [///] es
que no entiendo // pero eso por qué lo dices ? pero / ¡ah! / que esto es
[///] y esas cosas / no las harás de coña ? ¡ah! / pues mi [/] mi madre
tiene el pelo / rojo // ¡ah! / que tu madre tiene el pelo rojo ? tía / se lo
cree todo // [efammn03]
Una parafrasi di questo esempio non è possibile.
Dovremmo concludere che queste formule concessive introdotte dalla
preposizione por in spagnolo e per in italiano hanno valori diversi
nonostante la similitudine formale? Riassumendo, in italiano le concessive
costruite con la formula <per...che> hanno, secondo Mazzoleni, carattere
fattuale; in spagnolo invece, secondo Flamenco, quelle con la formula
<por...que> hanno prevalentemente carattere ipotetico.
7.2.1. In spagnolo
<por mucho que>
La formula con mucho in genere fa riferimento a situazioni ipotetiche.
(560) a. ANA: [<] <entonces / por mucho> que quisieras estar / al mediodía te la
quitaban / no sé [/] a no sé qué hora <también se &ce [/] se acababa>
[la televisión]... [efamdl40]
b. HOM: imagínate que tú estás / oyendo voces que te hablan / y por mucho
que alguien te diga que esas voces no existen / tú / las estás oyendo /
como me estás oyendo a mí ahora // [emedrp02_1]
In contesti dialogici il congiuntivo può avere carattere polemico.
(561)
EMI: a lo mejor lo tiene // pero lo del [/] lo <del> / [...]
EMI: / plagiado es muy fuerte //
BEA: cuáles / de ellos ?
EMI: el [/] el que escribe en asturiano //
[...]
BEA: me parece fatal / eh ?
EMI: Manuel dice que no // Manuel dice que es intertextualidad //
pero bueno // por mucho que no se defienda / a mí / no me parece
304
Subordinate concessive
intertextualidad // y además yo a mis amigos les critico / cuando quiero
// para eso son mis amigos //
BEA: y que [/] y qué es una copia / literal / o sea ...
EMI: no // es una <traducción> // [efamdl23]
Si sono trovate cinque occorrenze della formula concessiva <por mucho
que> costruita con il verbo al congiuntivo. Tuttavia, sorprendentemente e
al di fuori della norma, c’è una sesta occorrenza costruita con il verbo
all’indicativo, appartenente a un file di registro informale (pub); la parlante
è una maestra.
(562)
PIL: ya // o Jerónimo / pues en un momento dado / yo con las tablas
de multiplicar / por ejemplo // dije jolín / qué bien / esto es una
oportunidad / porque / se sabía la tabla del dos / y yo ahí / qué bien /
venga / te las vas a aprender ahora todas / tal // y al día siguiente /
venga / la tabla del tres / y +
SIL: perdió el papel / ya //
PIL: se le perdió la <tabla> /
SIL: [<] <ya le> pregunté //
PIL: / y por mucho que tú pones / es que al final / dices / es que / da igual
// que no / no hay nada que hacer //
SIL: porque / son los hábitos // los hábitos no lo tienen / adquirido /
<en casa tampoco les insiste en ese orden> ... [epubdl08]
<por mucho(-a,-os,-as) + nome + que>
(563)
Por muchas propiedades que tenga, no podrá vivir sin trabajar.
<por + {agg/avv} + que>
Il contenuto della subordinata ha in genere carattere ipotetico, ma può
anche avere carattere tematico.
(564)
[/] y lo dice todo serio // pues / qué pasa ? porque yo no entiendo / el
chiste // se lo tienes que explicar los chistes / a todo le saca punta / a
todo // una frase por mínima que sea / [efammn03]
L’aggettivo o l’avverbio può essere preceduto dai quantificatori muy, más,
ecc.
(565)
// estas son maniobras / estrictamente / profesionales / que yo no
sugiero que se las / autohagan / o le pidan a nadie / que se las / realice
/ por más fácil que parezcan / porque podrían lastimarse / con / buena
intención / pero / lastimarse al fin // [emedts10]
Felisa Bermejo Calleja
305
7.2.2. In italiano
<per quanto>
Si può costruire una subordinata concessiva con la struttura “per quanto +
agg/avv”, o anche semplicemente con <per quanto> (vedere supra); «in
questi casi per quanto equivale grosso modo a benché» (Mazzoleni 2001 II, p.
790).
(566)
// allora / i compagni dirigenti del partito di allora / diedero un
indirizzo di pacificazione // ma per quanto sia stato de pacificazione / tu
capisci / le armi / uscirono fòri le armi un' altra volta / le armi della
resistenza / gruppi armati / da tutte la parti // [ifammn02]
<per quanto(-a,-i,-e) + nome>
(567)
Per quanti consigli tu gli dia, lui fa ciò che gli pare (Mazzoleni 2001 II, p.
803).
<per + {agg/avv} + che>
(568)
Per bella che sia, non riuscirà a vincere il concorso di Miss Italia.
8. Formule concessive con ripetizione del verbo
Le subordinate concessive costruite con le formule reduplicative di forme
verbali si caratterizzano per il fatto di essere prive di un nesso
identificabile (congiunzione, locuzione o preposizione).
Secondo Flamenco García (1999, p. 3842), che le denomina “concesivocondicionales”, esse condividono con le altre concessive (definite come
“propias”) il contrasto stabilito tra i membri della frase, ma si
differenziano «en que presentan el antecedente en términos de suposición,
dejándolo abierto o suspendido. El contenido proposicional de la prótasis
hace referencia, pues, a situaciones no factuales o de carácter hipotético.
Es precisamente esta característica lo que las aproxima a las condicionales
típicas».
García-Medall (2005, p. 286), che denomina queste strutture “concesivas
genéricas repetidas”, segnala che non sempre sono condizionali.
Secondo Mazzoleni (2001 II, p. 800), che le denomina “a-condizionali”,
esse si differenziano dalle altre concessive perché tra le proposizioni non
si instaura nessun rapporto di contrasto; «semplicemente l’ascoltatore può
306
Subordinate concessive
inferire che fra il tipo di evento presentato nella sovraordinata e uno di
quelli [...] nella subordinata, un contrasto ci possa essere». Mazzoleni
chiama tali concessive “a-condizionali” perché «il contenuto
proposizionale della subordinata non condiziona quello della
sovraordinata».
8.1. Con elemento relativo
In spagnolo, la ripetizione di due forme verbali al congiuntivo legate da un
elemento relativo può avere valore concessivo.
(569) a. // y como nosotros / no queremos ser cómplices / de ese silencio / y
porque estamos además comprometidos / con buscar una solución /
que si queremos esa convocatoria / de la comisión especial / y
esperemos / que se dé la solución / que no es otra / que sacar el nuevo
pliego / y hacer la nueva adjudicación / cueste / lo que cueste en los [/] en
los términos en los que nos estamos moviendo en este momento /
[enatps02]
b. // enseñanzas / se van sacando muchas / una / por ejemplo / es esa /
&eh / yo me propuse desde el primer día / no quejarme por nada / es
decir / viera lo que viera / intentaría mejorarlo / pero nunca / me quejaría
por nada // y / podría contar / muchas anécdotas de cómo / intentar
mejorar / lo que el Camino / te va dando // [epubmn02]
García-Medall (2005, p. 283) segnala che lo spagnolo e l’italiano sono le
uniche lingue romanze che dispongono di questo procedimento sintattico
di ripetizione verbale al congiuntivo con valore concessivo. Tuttavia, lo
studioso afferma che in italiano l’uso è più ristretto in quanto si limita a
alcuni verbi intransitivi che esprimo ‘evento’ (Succeda quello che succeda, non
andrò domani alla festa).
In italiano, non con tutti i relativi si possono costruire formule di questo
tipo; per esempio, esistono espressioni del tipo “vada come vada”, “sia come
sia”, ecc., ma non altre quali “?vada dove vada”, ecc.
La corrispondenza con la forma reduplicativa spagnola si può stabilire con
quantificatori in costruzioni relative: chiunque, checché, dovunque, qualsiasi, ecc.
(570) a. Venga quien venga, no le dejes entrar.
b. Chiunque venga, non lasciarlo entrare.
(571) a. Digan lo que digan, me resulta increíble.
b. Checchè si dica, mi pare incredibile.
Felisa Bermejo Calleja
307
(572) a. Vaya donde vaya, encontrará siempre amigos.
b. Dovunque vada, troverà sempre degli amici.
(573) a. Sea como sea, prefiero no hacerlo.
b. Comunque sia, preferisco non farlo.
Esempi riportati in C-ORAL sono:
(574) a. SEG: / e sull' andamento delle azioni ed istituzioni / enti o società / cui
il comune qualsiasi [/] a qualsiasi titolo partecipi / quindi è molto ampia /
la presidenza di tale commissione / è riservata con rappresentante <di
xxx> // [inatpe01]
b. ZIO: [<] <perché sennò> / voglio di' [/] &vo [///] comunque sia /
dovemo fa' 'na denuncia / con sospetto / no // ce mancherebbe // xxx
/ mica potemo denuncia' una persona senza essere sicuri // [itelpv13]
In spagnolo esistono anche frasi relative che hanno, come antecedenti, indefiniti
equivalenti: Cualquiera que venga. Quienquiera que sea. Dondequiera que vayas.
8.2. Con elemento disgiuntivo
Un’altra formula concessiva è quella formata dalla ripetizione di forme
verbali connesse mediante la congiunzione disgiuntiva o. Di solito la
seconda forma verbale è preceduta dalla negazione. A volte il verbo è
eliso.
spagnolo
que v cong. o que no v cong.
v cong. o no v cong.
v cong. o no
italiano
che v cong. o (che) non v cong.
v cong. o non v cong.
che v cong. o no/meno
8.2.1. In spagnolo
(575)
OTR: yo creo que se quite / o no el pasamontañas / ya la lucha / ya está
dada / no ? &eh / lo que importa es el [/] el pensamiento / no el [/] el
humano / no / no las [/] las caras / no ? nuestros gobernantes por lo
general / nos muestran la cara / no ? pero atrás de ello hay [/] hay este /
deshumanización / no ? y solamente piensan en [/] en las [/] en las
ganancias capitales / no ? [emedrp03_1]
308
Subordinate concessive
8.2.2. In italiano
(576) a. // è un qualche cosa / che va / comunicato agli altri // che sia
opportuno / o non opportuno / l' importante è che / se vivi un'
esperienza / e l' esperienza dell' incontro con Dio / non puoi altro che
comunicarlo / all' altro // affinché l' altro / sperimenti / la stessa gioia
che stai vivendo // [inatpr02]
b. DAN: [<] <hhh no // non> è questione di telenovelas // cioè / a me /
che Berlusconi ci abbia tre televisioni / o non ce n' abbia nessuna ... cioè /
preferisco non ce n' abbia nessuna // però / non vedo perché / per
levare un monopolio / si debba / di fatto + [ifamdl13]
Le forme verbali sono solitamente al congiuntivo, ma nello stile colloquiale si trova anche l’indicativo, come in questa occorrenza del CORAL:
(577)
SND: ti stavo dicendo / io ho detto / vuoi venire a ballare ? convinta
che io / già / sarei andata / indipendentemente / dalla sua scelta //
capito ? o lui viene / o non viene / io / comunque vado / a ballare //
[ifamcv21]
Nel seguente esempio è stata elisa anche la prima forma verbale, che si
lascia indovinare facilmente (ci sia) data la sua essenza esistenziale. Ad ogni
modo, il valore concessivo della formula, di cui rimangono solo la
congiunzione disgiuntiva e l’avverbio, si mantiene vivo e con forza
espressiva.
(578)
// comunque / effetti / collaterali o meno / l' Africa / ha disperatamente
bisogno degli antiretro virali / come in Occidente // più dell' Occidente
// e per questi farmaci / in Africa / circola la stessa battuta di una volta
per il cibo troppo calorico // preferisco morire di cancro a settant' anni
/ che domani di fame // [imedrp03]
9. Riepilogo
Quanto ai modi verbali, le differenze del funzionamento sintattico delle
subordinate concessive spagnole e italiane rispondono a criteri diversi.
In italiano, il modo viene imposto dal nesso. Da un lato, <anche se>,
tranne che negli usi ipotetici, seleziona sempre l’indicativo. Negli usi
ipotetici i verbi sono al congiuntivo imperfetto o trapassato; quindi non è
mai utilizzato il congiuntivo presente. Dall’altro lato, i restanti nessi (benché,
Felisa Bermejo Calleja
309
nonostante, sebbene, ecc.) selezionano sempre il congiuntivo. In italiano, il
carattere non informativo non ha rilevanza e non entra mai in gioco nella
scelta del modo verbale; in altre parole, in italiano non si usa il congiuntivo
tematico o di replica.
In spagnolo, ci sono diversi nessi che ammettono l’alternanza indicativo/congiuntivo: aunque, <a pesar de que>, <pese a que>, <por más que>.
Alcuni selezionano esclusivamente l’indicativo: <si bien>, <y eso que>,
<(aun) a sabiendas de que>, possibilità inesistente in italiano. Altri infine
selezionano esclusivamente il congiuntivo: <así (que)>, <(aun) a riesgo de
que>, siquiera.
Dal confronto tra i nessi italiani (anche se) e spagnoli (aunque, <a pesar de
que>, <pese a que>, <por más que>) che ammettono i due modi nella
subordinata, emergono fondamentalmente due differenze. La prima
riguarda il congiuntivo presente (e passato prossimo), che non è ammesso
da <anche se>, ma ricorre invece con i nessi spagnoli (anche con valore
ipotetico). La seconda differenza riguarda il carattere tematico con cui in
spagnolo è usato il congiuntivo, che non trova alcuna corrispondenza
nell’uso del congiuntivo italiano.
Capitolo 11
CONCLUSIONI
1. Modo verbale nella subordinazione
Nei capitoli precedenti, come si sarà notato, si è partiti dalla caratterizzazione di ogni subordinata avverbiale dal punto di vista dei diversi
studi grammaticali spagnoli e italiani; a ciò ha fatto seguito l’elenco dei
nessi spagnoli e italiani disposti in tabelle contrastive, con le relative
descrizioni, che ha poi portato all’analisi dettagliata del modo verbale.
La sezione dedicata al “modo verbale della subordinata” rappresenta il
nucleo della ricerca. In essa sono state presentate in parallelo le occorrenze
spagnole e italiane tratte dai corpora C-ORAL con la descrizione del
comportamento sintattico in ognuna delle lingue, individuando i fattori
che determinano l’uso del modo e sottolineando le dissimmetrie rilevate;
queste ultime costituiscono l’obiettivo del presente studio.
Infatti, accanto alle analogie sintattiche e semantiche tra le subordinate
avverbiali spagnole e italiane, sono emerse varie dissimmetrie che
presentano diversi gradi di distanza o che interessano ambiti differenti:
sintassi, semantica e pragmatica. Per quanto riguarda la reggenza
obbligatoria del modo, ad esempio, abbiamo rilevato dissimmetrie nelle
subordinate temporali, condizionali o con il nesso si bien rispetto a sebbene,
ecc. Per quanto riguarda i valori diversi e la capacità di introdurre un altro
tipo di frase dipendente, abbiamo evidenziato, ad esempio, differenze tra i
nessi como, <siempre que> in spagnolo rispetto a come o <sempre che> in
italiano. Dal punto di vista pragmatico, sempre a titolo di esempio, si è
potuto notare che il congiuntivo di replica è usato in spagnolo nelle causali
e nelle concessive, mentre in italiano il congiuntivo non è mai usato con
tale valore.
Al di là delle teorie sul valore unico o sui valori diversi del congiuntivo,
abbiamo radunato e selezionato dati appartenenti a diversi quadri teorici, e
li abbiamo coniugati con le risultanze emerse dall’esame delle occorrenze
dei corpora; in questo modo, la nostra analisi ci ha portato a individuare
diversi usi del congiuntivo, la cui presenza risponde a criteri differenti: a
312
Conclusioni
volte strettamente sintattici, a volte inquadrabili nell’ambito semanticopragmatico.
In determinati casi, il modo verbale permette di stabilire la classe
semantica della proposizione subordinata in cui si trova. In italiano, la
differenziazione esercitata dal modo verbale è particolarmente chiara nel
caso delle subordinate causali e finali; in esse, dato che condividono il
nesso perché, solo il modo verbale della subordinata ci permette di
interpretare di quale tipo si tratti (Andiamo al mare perché tu stai/stia bene). In
spagnolo, se il verbo è all’indicativo, la subordinata introdotta da como è
causale; se invece il verbo è al congiuntivo, sempre introdotta da como, la
subordinata è condizionale (Como está/esté cansado, se irá a dormir).
Nelle subordinate avverbiali esiste una correlazione tra il modo verbale
della subordinata e alcuni nessi. Si tratti quindi di selezione, determinazione o grammaticalizzazione, il fatto è che la subordinata
introdotta da un determinato nesso si deve costruire con uno solo dei
modi, o l’indicativo o il congiuntivo, con reciproca esclusione e senza
possibilità di alternanza. Per esempio, nelle due lingue si costruiscono con
l’indicativo le subordinate introdotte da tutti i nessi causali, tranne
porque/perché; si costruiscono esclusivamente con il congiuntivo le
subordinate introdotte dal nesso temporale <antes de que>/<prima che>, da
tutti i nessi finali e da tutti i nessi condizionali tranne si/se.
Da un altro lato, nelle frasi subordinate in cui la scelta di un modo non è
in correlazione con il nesso, la forma verbale può rispondere a fattori quali
la negazione (causali), i verbi intensionali (modali, comparative) o il
carattere futurale del verbo della principale, soprattutto in spagnolo (nelle
temporali è persino obbligatorio l’uso del congiuntivo). Questi fattori non
sono operativi in tutti i tipi di subordinata, né hanno, riguardo all’uso del
congiuntivo, lo stesso grado di incidenza nelle due lingue oggetto di
studio. Per esempio, nelle subordinate modali la presenza di un verbo
intensionale nella principale determina il congiuntivo nella subordinata,
ma questo stesso verbo in una temporale non ha nessun effetto sulla
selezione del modo verbale. Analogamente, la negazione ha effetti sulla
selezione del modo nelle causali, ma non ha nessun effetto nelle concessive o nelle condizionali.
Oltre a questi fattori, il congiuntivo è stato caratterizzato da alcuni valori
semantici (quali l’asserzione, la presupposizione, la non fattualità) o
pragmatici (quali la rilevanza informativa o il carattere argomentativo).
Felisa Bermejo Calleja
313
Anche se i valori semantici citati sono stati indicati da diversi autori come
l’unico valore del congiuntivo capace di abbracciare tutti gli usi, il fatto è
che, almeno nelle subordinate avverbiali, ognuno di essi, preso
isolatamente, non riesce a spiegare tutti i casi. Per questo motivo abbiamo
individuato un breve elenco di valori del congiuntivo.
La non asserzione e la non fattualità sono legate al carattere prospettivo o
futurale, oltre che all’ipotesi; questi valori (formulati in diverse maniere)
giustificano e spiegano soddisfacentemente l’uso del congiuntivo nelle
finali, nelle temporali di futuro e nelle condizionali e concessive ipotetiche.
La scarsa rilevanza informativa che il parlante vuole dare al contenuto
della subordinata si manifesta, in spagnolo, con l’uso del congiuntivo
soprattutto nelle concessive, come anche nelle causali, in contesti dialogici.
È il congiuntivo denominato polemico o di replica.
I valori che caratterizzano la subordinata al congiuntivo sono trasversali ai
diversi tipi di subordinazione; tuttavia, si è mostrato utile mantenere la
classificazione semantica dei tipi di subordinate avverbiali.
Nell’insieme, in diversi tipi di subordinate il congiuntivo, sia in italiano sia
in spagnolo, è legato alla non-fattualità del contenuto della subordinata nel
momento dell’avvenimento della frase principale.
(579) a. EST: no es bueno / que los problemas internos / acaben convirtiéndose
/ en problemas de gobierno // porque los ciudadanos / votan
programas / y políticos para que los desarrollen // y al final / los
problemas internos entorpecen los programas / y dificultan las
relaciones políticas // luego deseos de buena voluntad // [emednw04]
b. // questa critica è una critica che emerge quotidianamente nel fare /
&he / politica dal basso // e questo /deve essere uno dei punti forti di
dibattito / perché non ci possano essere ambiguità in questo senso //
[inatpd01]
Il congiuntivo è legato alla non asserzione (la non asserzione, sebbene non
in maniera esclusiva, è parallela alla non fattualità), ed è anche associato
alla non indicazione di verità del contenuto della subordinata.
(580) a. / los [/] los kilómetros que a mí se me exigían / los había hecho uno [/]
uno detrás de otro andando // porque es que era verdad // otra cosa es
que yo hubiera hecho los últimos / kilómetros andando // y aún así /
aunque yo los hubiera hecho / el aceptar / que yo había / hecho / tanto /
cuánto / trayecto en autobús / podría haber sido dentro de una ciudad
// para hacer cualquier gestión // [efammn05]
b. / anche perché il caso / innanzitutto / non era una semplice burla /
come io ho cercato di dimostrare in quel libro / seconda / anche se fosse
314
Conclusioni
stato una semplice burla / cosa che io escludo / &he / sarei molto
curioso / di verificare i meccanismi / di come mai / si può equivocare /
una testa / rimasta in acqua / una notte sola / con una testa / rimasta in
acqua / <settantacinque anni> // [imedts01]
In relazione a quest’ultimo concetto, si apre lo spazio per il ruolo del
parlante e/o del soggetto della predicazione. Di fatto il parlante, in
particolar modo in spagnolo mediante il congiuntivo – là dove esso si può
alternare con l’indicativo – non si sente compromesso con la verità del
contenuto della subordinata.
(581)
CAR: mi padre sí / no le [/] no le importaba // cuando le dije que me
quería meter / en la Marina / y demás / a él no le importó // dijo que
bueno / que hiciera lo que quisiera / si era lo que quería / pues que lo
hiciese // pero mi madre no // [emedrp04]
Infine, il congiuntivo in spagnolo è associato ad un non rilevante valore
informativo del contenuto della proposizione.
(582) a. FUE: después de que la tierra temblara durante casi tres minutos / en Bachau / no quedó / ningún hospital en pie // [emedrp06]
b. DAM: &mm / bueno / Esther / &eh / yo creo que la contestación es /
muy clara // el agua / puede tener / el agua del grifo / más / o menos
calcio // pero si se bebe / &eh / mucha agua / &eh / se está
previniendo la aparición de cálculos // no importa // ustedes / pueden
tomar perfectamente / el agua / del grifo // aunque tenga / calcio //
[emedts08]
2. Dissimmetrie
Di seguito, forniamo una sintesi delle dissimmetrie rilevate per ogni tipo di
subordinata.
2.1. Subordinate temporali
Modo verbale
Le subordinate temporali spagnole si costruiscono con il congiuntivo presente, se la frase è orientata al futuro; invece le italiane si costruiscono con
il futuro.
Felisa Bermejo Calleja
315
(583) a. / Josep Guardiola / que ha anunciado / que cuando acabe esta temporada
/ abandonará / el club // [emednw02]
b. / questo sarà / &he / discorso / che / faremo / volta / a volta / &he /
quando / analizzeremo i testi [inatte02]
Nelle implicite, in spagnolo si usa solitamente l’infinito semplice; l’italiano
predilige invece l’uso dell’infinito composto.
(584) a. // Che había sido un niño de las monjas / que le recogieron después de
quedarse huérfano // [emedrp02]
b. /// Bruna Galante / è scomparsa l' undici giugno scorso // dopo essersi
intrattenuta / per qualche ora / con una vecchia amica /in un bar di
Maiano / [imedrp04]
Nessi
In spagnolo, <después de que> ammette l’uso del congiuntivo anche al
passato, e ha un valore tematico.
(585)
FUE: después de que la tierra temblara durante casi tres minutos / en Bachau / no quedó / ningún hospital en pie // [emedrp06]
In italiano, la subordinata introdotta da <dopo che> ha sempre il verbo
all’indicativo.
(586)
// migliaia di cinesi &so [/] sono scesi nelle strade / nella piazza Tien
An Men / dopo che il comitato olimpico internazionale / ha deciso di assegnare alla capitale cinese / le olimpiadi del duemilaotto // [imedts07]
Mientras è temporale, ma può anche avere valore condizionale (604);
invece mentre è solo temporale.
(587) a. // no hay literas para todos / y se utiliza el sistema / de cama caliente
// mientras uno está de guardia / otro duerme // [emedrp04]
b. // niente / niente // ma un mattino / prestissimo / mentre sta facendo
la guardia / sente un rumore // scrhhac // [ifammn20]
<Siempre que> è un introduttore temporale (equivale a <ogni volta che>).
(588) a. MIG: y [/] y &e [/] y ella [/] y / Rosa siempre que llama / habla conmigo
... <hhh> // [efamcv01]
b. [/] sembra che sia imbarazzato // < ogni volta che dice qualcosa> +
[ifamcv12]
316
Conclusioni
2.2. Subordinate causali
Modo verbale
A differenza dell’italiano, che in questi contesti sintattici e comunicativi
usa sempre nella subordinata causale il verbo all’indicativo, in spagnolo è
possibile usare il congiuntivo.
Con negazione anteposta al verbo della principale:
(589)
Teresa no fue a clase porque estuviese enferma, sino porque debía preparar un examen (GDLE 1999, p. 3289).
Nelle interrogative:
(590)
[///] pero sólo es eso? sólo puede ocurrir / porque una parte de la tierra
esté / más deprimida que [/] que el resto / o [/] o puede ocurrir / &ah /
en otras partes / y por otras causas? [emedsc01]
Con elementi che indicano desiderio, probabilità:
(591)
/ en el juzgado de guardia / evidentemente / en el mayor de los secretos
/ dan el mandamiento / y la policía interviene // por qué no aparece la
droga ? quizás porque no la hubiera? [enatla01]
In una replica:
(592)
BEC: [<] <pero a mí lo que me joroba es [/] es que sea en> un medio
público // si lo demás me da igual // pero que en un medio público /
se paguen esas millonadas / porque alguien hable de su vida privada no me
parece ético // a mí es que no me parece ético // [efamdl18]
Se l’evento si situa in un tempo cronologico futuro:
(593)
[///] yo creo que cuando lo deje con Andreas / quiero dejarlo / porque
/ yo / quiera dejarlo / no porque el otro me diga / o lo dejas / o te dejo
yo / sabes ? [efamdl30].
Nessi
Per quanto riguarda la frequenza d’uso, sulla base del numero di occorrenze si è rilevato che il nesso più frequente, dopo porque e como, è in
spagnolo <ya que>, mentre il nesso che in italiano gli è più affine per
suono e composizione, giacché, è usato raramente. Al contrario, in italiano
<visto che> è il nesso più frequente, dopo perché e siccome, mentre in
spagnolo il nesso <visto que>, quasi identico formalmente, è molto poco
usato.
Felisa Bermejo Calleja
317
Per quanto riguarda il registro, il nesso italiano poiché è usato soltanto nel
registro formale. Il nesso spagnolo <puesto que> non è marcato dal punto
di vista del registro sociolinguistico.
2.3. Subordinate finali
In italiano, a differenza dello spagnolo, si può usare il verbo causativo fare
per esprimere finalità: <per far(e) > + infinito e <per far(e) sì che> +
congiuntivo.
(594)
VFC: in un paese in cui la paga mensile è di circa sessantamila lire / la
pesca di frodo / è un modo per tirare avanti // il ricavo di uno storione
/ è sufficiente per far vivere un mese / un' intera famiglia // [imedrp02]
(595)
/ no in Africa / non [/] non si possono dare / sono troppo cari / per
cominciare // ma anche / risulta difficile seguire i pazienti / fare in
modo che prendano bene / la [/] la terapia / come è [/] è necessario per
far sì che sia efficace // è per questo che / nasce il progetto per / cercar
di dimostrare che invece è possibile // [imedrp03]
2.4. Subordinate consecutive
Modo verbale
Il connettivo spagnolo <de ahí que> seleziona esclusivamente il congiuntivo. In italiano non c’è un corrispettivo formale di tale nesso.
(596)
uno lo que hace es contar historias / eh / lo [/] lo que uno hace es
narrar / lo que uno hace es contar / eh / y no hay ninguna pretensión /
de someter la razón / a una / única norma // # de ahí que hayamos
desarrollado una cultura / como digo / más literaria / en este sentido /
menos / racionalista / [enatte04]
In spagnolo è possibile usare il congiuntivo se nella frase sono presenti avverbi frasali che esprimono probabilità come quizá(s), probablemente, ecc.,
mentre in italiano è impossibile.
(597)
Posiblemente haya salido con el tiempo tan justo que {ha/haya} tenido que
coger un taxi (GDLE 1999, p. 3297).
318
Conclusioni
2.5. Subordinate comparative
Modo verbale
I criteri che determinano l’alternanza dei modi nella subordinata
comparativa sono diversi.
In spagnolo, le comparative di disuguaglianza con SV hanno sempre il
verbo all’indicativo.
(598)
Felipe habla más que hace (Porto Dapena 1991, p. 201).
In italiano, invece, è la comparativa di uguaglianza ad avere sempre il
verbo all’indicativo.
(599)
Maria è tanto intelligente quanto Luisa è pigra ( GGIC 2001 II, p. 844).
2.6. Subordinate condizionali
Modo verbale
In spagnolo, a differenza dell’italiano, non si usa il futuro nella protasi con
si.
(600) a. EST: y bueno / pues si juegan un partido amistoso / pues <iremos a verlo>
// [efamdl39]
b. // se al terzo giorno / al terzo mattino / quando il gallo canterà / tu
sarai / &he &s [///] avrai ancora in mano il libro / non sarai scappato /
allora / ti ricompenserò // [ifammn20]
Tuttavia, in spagnolo si può usare la perifrasi di futuro (presente del verbo
ir + a + infinito). In italiano, no.
(601)
// &eh / esa es la primera comida que [/] de tesis doctoral que he
hecho en un Vips / y / desde luego si sus resultados van a ser tan buenos
como los de / esta vez / estoy dispuesto / a hacer todas las comidas de
tesis doctorales en los Vips // [efammn09]
In spagnolo è possibile usare nell’apodosi il congiuntivo piuccheperfetto
con l’ausiliare in -ra- (hubiera). In italiano, no.
(602)
ARA: porque hhh le digo [/] digo qué te ha pasado ? dice nada / que me
he [/] que me he cortado el dedo // dice soy carnicero / y / claro / no
me voy a pintar // si hubiera / sido secretario / pues a lo mejor / me
hubiera pinchado con un boli // dice / pero al ser carnicero / pues me he
llevado media uña // [efamdl37]
Felisa Bermejo Calleja
319
Nessi
Tre autentici falsi amici sono: como, <siempre que> e mientras.
In spagnolo como (603) e mientras (604) possono essere nessi condizionali (il
primo è anche modale e causale, il secondo è anche temporale (587 a)). In
italiano, né come né mentre hanno valore condizionale.
(603)
CRI: hhh / sí // de vez en cuando me entran las crisis // digo / como la
coja la mato // la voy a partir la cabeza // y esas cosas // pero +
[efamcv03]
(604)
/ y hemos dicho aquí / mientras no le veamos / con la camiseta azulgrana /
no nos lo creeremos // [emedsp06]
Per quanto riguarda <siempre que>, esso è un nesso sia temporale (588 a)
sia condizionale (605 a); di qui la differenza con il <sempre che> italiano,
che è esclusivamente condizionale (605 b).
(605) a. RAU: [<] <mil> litros // siempre que superen los mil litros / se considera
ya una instalación <petrolífera> // [epubdl04]
b. ROD: due / settimane per livello ? allora / all' incirca sei settimane // e
l' altro +
SIM: sempre che ti riesca / poi alla fine // [ifamcv07]
2.7. Subordinate concessive
Modo verbale
In italiano tutti i nessi concessivi, tranne <anche se>, selezionano esclusivamente il modo congiuntivo. Il nesso <anche se> ammette l’alternanza
(607), ma esclude il congiuntivo presente e passato prossimo (607 b).
In spagnolo, vi sono nessi che selezionano esclusivamente il congiuntivo,
altri che selezionano esclusivamente l’indicativo e altri che ammettono
l’alternanza:
– selezionano il congiuntivo: <así (que)>, <(aun) a riesgo de que>, siquiera;
– selezionano l’indicativo: <si bien>, <y eso que>, <(aun) a sabiendas de que>
(possibilità inesistente in italiano);
– alternanza indicativo/congiuntivo: aunque, <a pesar de que>, <pese a que>, <por
más que>.
Un falso amico “sintattico” è rappresentato dal nesso <si bien> in
spagnolo e sebbene in italiano, in quanto il primo regge l’indicativo e il
secondo il congiuntivo.
320
Conclusioni
(606) a. // esto qué quiere decir ? quiere decir que / ante un mundo sin barreras
/ en el mundo de Internet / nos estamos / planteando / directamente /
que / si bien / las / barreras / temporales / y espaciales / se han visto &su
[/] superadas / por las / telecomunicaciones / las barreras / de /
aquellas / personas que están detrás de las máquinas / son [/] que son
las que realmente procesan la información / exigen / necesariamente /
una / superación de las barreras / culturales y lingüísticas // [enatbu03]
b. Sebbene avessi ragione, tuttavia non ho voluto insistere (Dardano/Trifone
1983, p. 320).
In ambedue le lingue, con aunque/<anche se>, il congiuntivo si usa per
l’espressione dell’ipotesi; ma in spagnolo, a differenza dell’italiano, il
congiuntivo presente è usato con valore ipotetico e rappresenta il maggior
grado di probabilità (607a).
(607) a. Aunque me llame, no hablaré con él.
b. Anche se mi {chiamerà/chiama}, non parlerò con lui.
c. Aunque me llamase, no hablaría con él.
d. Anche se mi chiamasse, non parlerei con lui.
e. Aunque me hubiese llamado, no habría hablado con él.
f. Anche se mi avesse chiamato, non avrei parlato con lui.
Solo in spagnolo l’alternanza indicativo/congiuntivo obbedisce a necessità
comunicative; di fatto il congiuntivo ha qui un valore tematico e di replica,
di cui è privo il congiuntivo italiano nelle concessive.
(608) a. –Esta película es muy interesante.
–Aunque sea interesante, es demasiado lenta.
b. –Questo film è molto interessante.
–Anche se è interessante, è troppo lento.
2.8. Tendenze generali
Dopo la sintesi delle dissimmetrie che nel presente studio abbiamo fornito
per ogni tipo di subordinata analizzata, rimane solo da dire che non è
possibile ridurre tali dissimmetrie ad un denominatore comune, ad una
nozione che concentri in sé le molteplici forme del loro manifestarsi.
Tuttavia, se tentiamo di individuare delle tendenze generali, possiamo
segnalarne tre:
Felisa Bermejo Calleja
321
– in italiano, solitamente sono i nessi a selezionare il modo verbale; è quindi
meno frequente che in spagnolo trovare nessi che ammettano l’alternanza
indicativo/congiuntivo;
– in spagnolo, l’orientamento al futuro dell’enunciato incide sulla scelta dell’uso
del congiuntivo, mentre in italiano il futuro non costituisce un operatore
modale e quindi non favorisce l’uso di tale modo;
– sempre in spagnolo, l’alternanza dei modi verbali acquista una funzione
comunicativa, perché può segnalare il grado di distanza tra il parlante e
quanto da lui affermato. Da questa prospettiva, il congiuntivo ha anche un
valore tematico e trova inoltre un uso, inesistente in italiano, di carattere
argomentativo: si tratta del cosiddetto congiuntivo di replica o polemico.
Quest’ultima dissimmetria contiene senza dubbio uno degli aspetti più
interessanti che sono emersi nel presente lavoro: l’utilizzo che il parlante
spagnolo fa del congiuntivo per necessità comunicative in un contesto
dialogico di replica (e non solo). Merita sottolineare, ancora una volta, il
fatto che si tratta di un valore del congiuntivo che ha una grande
operatività in lingua spagnola, mentre in italiano tale impiego è del tutto
inesistente. Questa differenza è particolarmente importante, in quanto
evidenzia non solo una particolare strategia comunicativa a disposizione
del parlante spagnolo, ma anche (e soprattutto) una disparità nel concetto
stesso di congiuntivo che hanno le due lingue. In un certo senso,
nell’italiano l’uso del congiuntivo rimane all’interno dei limiti strutturali
della sintassi, in quanto esso può essere imposto o indotto, ma mai scelto
dal parlante in modo autonomo. In spagnolo, invece, il congiuntivo supera
questi confini, e può essere utilizzato come scelta libera, cioè non determinata da un altro elemento linguistico. Tale scelta può essere volta in
due direzioni: esprimere la distanza del parlante rispetto a quanto afferma
(funzione che il congiuntivo italiano esplica nelle completive), e polemizzare con l’affermazione dell’interlocutore (funzione che il congiuntivo italiano non ha). In quest’ultima veste, il congiuntivo spagnolo
mostra la capacità di collegare strettamente il parlante, l’interlocutore e la
situazione discorsiva, con effetti di notevole efficacia. Proprio tale capacità
comunicativa è una garanzia della vitalità del congiuntivo nella lingua
spagnola, tendenza tra le più significative della situazione attuale.
Vi sono poi anche altri aspetti interessanti, seppur di portata minore, che è
stato possibile individuare grazie al fatto che questo lavoro, affrontando
un campo della subordinazione relativamente limitato, ne ha consentito
un’analisi assai approfondita. Di fatto, è stato tale esame dettagliato a
permettere di individuare alcuni aspetti poco esplorati in chiave
322
Conclusioni
contrastiva e che costituiscono fenomeni a sé, come l’uso della
costruzione causativa con valore finale in italiano, o il parallelismo tra gli
avverbi connettivi spagnoli e italiani (por eso/per questo; perciò) nelle
consecutive. Si sono potuti scandagliare in profondità anche altri
argomenti non inediti, come il confronto tra alcuni nessi quali mientras
(que)/mentre; finché o como/come, o come le dissimmetrie tra costruzioni
implicite ed esplicite.
Inoltre, l’aver usato come esempi realizzazioni di parlanti nelle due lingue,
e non semplici traduzioni come in analoghi lavori precedenti, ha reso
possibile osservare alcuni aspetti curiosi dello spagnolo, come l’uso
sistematico del congiuntivo passato nelle subordinate temporali introdotte
da después de que nel parlato, o la possibilità di usare la perifrasi di futuro
nella protasi delle subordinate condizionali, nonostante la restrizione
dell’uso delle forme verbali del futuro in tale posizione.
Infine, in rapporto alla varietà orale dei corpora utilizzati, si deve segnalare
un ultimo aspetto non trascurabile: cioè che i parlanti, nelle subordinate
avverbiali, usano il congiuntivo in maniera stabile e costante. In altri
termini, contrariamente alle previsioni più pessimistiche, è quasi nullo il
numero (e la rappresentatività) dei casi in cui si registra una sostituzione
inaccettabile del congiuntivo con l’indicativo.
Allegato
Il modo verbale e i nessi subordinanti
(tabelle)
La presentazione in tabelle dei nessi in corrispondenza del modo verbale
della subordinata che introducono hanno il grande vantaggio di superare la
frammentazione dell’informazione fornendo una panoramica generale con
una visione dell’insieme. Per quanto riguarda i limiti della presentazione
tabellare, gli schemi per propria natura sono riduttivi e richiedono
generalmente delle precisazioni, ma a tale mancanza si può sopperire con
la consultazione dei capitoli corrispondenti ad ogni tipo di subordinata.
1. Indicativo
Temporali
spagnolo
italiano
quando
appena
come
non appena
allorché
man mano
via via che
ogni volta che (ogni qual volta )
tutte le volte che
mentre
intanto
da quando, dacché
dopo che
una volta che
324
Allegato
Modali
spagnolo
italiano
come
secondo che
nel modo che
Causali
spagnolo
italiano
perché
siccome
visto che
in quanto
dato che
poiché
dal momento che
che
giacché
como
ya que
puesto que
dado que
que
pues
visto que
en vista de que
Finali
spagnolo
italiano
Consecutive
spagnolo
luego
conque
así (es) que
por (lo) tanto
por consiguiente
en consecuencia
así pues
pues
(y) así
de {este/ese} modo
de {esta/esa} manera
de {esta/esa} forma
de {esta/esa} suerte
italiano
cosicché
sicché
tanto (più) che
a (tal) punto che
di modo che
in modo (tale) che
in maniera (tale) che
quindi
perciò
dunque
di conseguenza
Felisa Bermejo Calleja
325
Comparative
spagnolo
más SV que
menos SV que
italiano
più di quello
meno di quello
{-- /tanto} SA quanto
Condizionali
spagnolo
italiano
Concessive
spagnolo
italiano
si bien
(aun) a sabiendas de que
y eso que
2. Congiuntivo
Temporali
spagnolo
antes de que
italiano
prima che
Modali
spagnolo
italiano
Causali
spagnolo
italiano
326
Allegato
Finali
spagnolo
para que
a fin de que
con el fin de que
con el objeto de que
con el propósito de que
con (la) intención de que
con objeto de que
al objeto de que
que
a que
italiano
perché
affinché
acciocché
onde
a che
che
Consecutive
spagnolo
italiano
de ahí que
de aquí que
Comparative
spagnolo
italiano
Condizionali
spagnolo
como si
a condición de que
con tal (de) que
siempre y cuando
siempre que
en (el) caso de que
en el supuesto de que
en la suposición de que
en la hipótesis de que
en la eventualidad de que
como
mientras
cuando
italiano
come se
a condizione che
a patto che
qualora
purché
ove
sempre che
nel caso che
nell’ipotesi che
nell’eventualità che
quando
Felisa Bermejo Calleja
327
Concessive
spagnolo
(aun) a riesgo de que
así (que)
siquiera
por mucho que
por mucho (a,os,as) + n + que
por + {agg/avv} +que
italiano
benché
sebbene
malgrado (che)
nonostante (che)
per quanto
quantunque
ancorché
seppure
3. Indicativo o congiuntivo
Temporali
spagnolo
cuando
en cuanto
apenas
tan pronto como
no bien
a medida que
conforme
según
cada vez que
siempre que
mientras (que)
en tanto que
hasta que
desde que
después de que
una vez que
italiano
Modali
spagnolo
italiano
como
según
conforme
Causali
spagnolo
porque
italiano
non perché
328
Allegato
Finali
spagnolo
italiano
Consecutive
spagnolo
tan + {agg /avv} + que
{tanto/tal} + n + que
v + tanto que
cada + n + que
un + n + que
así ... que
<de + agg> ... que
<de un + agg> ... que
<una de + n> ... que
tanto ... como para
bastante ... como para
suficiente ... como para
de (tal) modo que
de (tal) manera que
de (tal) forma que
de (tal) suerte que
italiano
{così/tanto/talmente + {agg/avv}
+ che
{tanto/tale + n + che
n + tale che
v + {tanto/talmente} che
troppo ... perché
abbastanza ... perché
in modo che
Comparative
spagnolo
italiano
tan SA como
tanto-a-os-as ... como
{più/meno} ... di quanto
{más/menos} ...
cuanto{más/menos}
{más/menos}... mientras
{más/menos}
tanto più ... quanto più
Condizionali
spagnolo
si
italiano
se
Felisa Bermejo Calleja
329
Concessive
spagnolo
aunque
aun cuando
a pesar de que
pese a que
por más que
por más + n + que
italiano
anche se
4. Modo verbale per ogni tipo di subordinata
Temporali
Indicativo
spagnolo
italiano
quando
appena
come
non appena
allorché
man mano
via via che
ogni volta che
(ogni qual volta)
tutte le volte che
mentre
intanto
da quando, dacché
dopo che
una volta che
Cogiuntivo
spagnolo
antes de que
Indicativo o congiuntivo
italiano
spagnolo
prima che
cuando
en cuanto
apenas
tan pronto como
no bien
a medida que
conforme
según
cada vez que
siempre que
mientras (que)
en tanto que
hasta que
desde que
después de que
una vez que
italiano
Modali
Indicativo
spagnolo
italiano
come
secondo che
nel modo che
quasi che
Cogiuntivo
spagnolo
italiano
Indicativo o congiuntivo
spagnolo
como
según
conforme
italiano
330
Allegato
Causali
Indicativo
Cogiuntivo
spagnolo
italiano
como
ya que
puesto que
dado que
que
pues
visto que
en vista de que
perché
siccome
visto che
in quanto
dato che
poiché
dal momento che
che
giacché
spagnolo
italiano
Indicativo o congiuntivo
spagnolo
porque
italiano
non perché
Finali
Indicativo
spagnolo
Cogiuntivo
italiano
Indicativo o congiuntivo
spagnolo
italiano
para que
a fin de que
con el fin de que
con el objeto de que
con el propósito de que
con (la) intención de que
con objeto de que
al objeto de que
que
a que
perché
affinché
acciocché
onde
a che
che
spagnolo
italiano
Concessive
Indicativo
spagnolo
si bien
(aun) a
sabiendas de
que
y eso que
Cogiuntivo
it.
spagnolo
(aun) a riesgo de que
así (que)
siquiera
por mucho que
por mucho (-a,-os-,as)
+ n + que
por + {agg/avv}
+que
Indicativo o congiuntivo
italiano
spagnolo
italiano
benché
sebbene
malgrado (che)
nonostante (che)
per quanto
quantunque
ancorché
seppure
aunque
aun cuando
a pesar de que
pese a que
por más que
por más + n + que
anche se
Felisa Bermejo Calleja
331
Comparative
Indicativo
spagnolo
Cogiuntivo
italiano
spagnolo
Indicativo o congiuntivo
it.
spagnolo
italiano
tan SA como
tanto(-a,-os,-as) ... como
más SV
que
menos SV
que
più di quello
meno di quello
{-- /tanto}
SA quanto
{più/meno} ... di
quanto
{más/menos} ...
cuanto{más/menos}
{más/menos}... mientras
{más/menos}
tanto più ...
quanto più
Consecutive
Indicativo
spagnolo
luego
conque
así (es) que
por (lo) tanto
por consiguiente
en consecuencia
así pues
pues
(y) así
de {este/ese}
modo
de {esta/esa}
manera
de {esta/esa}
forma
de {esta/esa}
suerte
Cogiuntivo
italiano
cosicché
sicché
tanto (più) che
a (tal) punto che
di modo che
in modo (tale)
che
in maniera
(tale) che
quindi
perciò
dunque
di conseguenza
spagnolo
de ahí que
de aquí que
Indicativo o congiuntivo
it.
spagnolo
italiano
tan + {agg/
avv} + que
{tanto/tal} +
n + que
v + tanto que
cada + n +
que
un + n + que
así ... que
<de + agg>
... que
<de un +
agg> ... que
<una de + n>
... que
{così/tanto/talmente
+ {agg/avv} +
che
{tanto/tale + n +
che
n + tale che
v + {tanto/
talmente} che
tanto ... como
para
bastante ...
como para
suficiente ...
como para
troppo ... perché
abbastanza ... perché
de (tal) modo
que
de (tal) manera
que
de (tal) forma
que
de (tal) suerte
que
in modo che
332
Allegato
Condizionali
Indicativo
spagnolo
italiano
Cogiuntivo
Indicativo o congiuntivo
spagnolo
italiano
como si
a condición de que
con tal (de) que
siempre y cuando
siempre que
en (el) caso de que
en el supuesto de que
en la suposición de que
en la hipótesis de que
en la eventualidad de que
como
mientras
cuando
come se
a condizione che
a patto che
qualora
purché
ove
sempre che
nel caso che
nell’ipotesi che
nell’eventualità che
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Volumi già pubblicati:
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Giovanni Nadiani in collaborazione con Nicolina Pomilio e Vanio Preti,
Prosa breve tedesca. Il movimento della traduzione.
Paula Loikala, Lingua, cultura e letteratura finlandese in Italia.
Gabriele Bersani Berselli e Fabrizio Frasnedi, Le semantiche.
Mariachiara Russo, L’interpretazione consecutiva dallo spagnolo in italiano.
Conoscere altri sistemi per sviluppare il proprio.
Marco Baroni and Silvia Bernardini, Wacky! Working Papers on the Web as
Corpus.
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María Isabel Fernández Garcia, El encuentro dialogico en el ciberespacio.
Funciones y usos de los hispanismos en las variedades lingüísticas del italiano
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Robert L. Fulton, When We Waken the Dead. Readings on Memory and
Death in Joyce.
Francesco Giardinazzo, Il gesto di Hermes. L’ermeneutica, i classici, la letteratura moderna (Hölderlin Flaubert Broch Pound).
Mª Enriqueta Pérez Vázquez, El infinitivo y su sujeto en español.
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Trenta.
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L’offerta del terminologo, le esigenze del professionista. Una ricerca dal vivo.
Raffaella Baccolini and Patrick Leech (eds.), Costructing Identities.
Remo Bracchi, Dai sentieri dei campi ai guadi della storia. Profilo di dialetti delle
Alpi lombarde: Tirano, Montagna in Valtellina, Premana.
Silvia Camilotti, Lingue e letterature in movimento. Scrittrici emergenti nel panorama letterario italiano contemporaneo.
Felisa Bermejo Calleja, Le subordinate avverbiali. Uno studio contrastivo spagnoloitaliano.
Finito di stampare nel mese di dicembre 2008
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