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Le subordinate avverbiali

Questa monografia, che si inserisce nell’ambito della linguistica contrastiva spagnolo-italiano, affronta lo studio sincronico delle subordinate avverbiali nelle due lingue. Tali subordinate sono esaminate in forma parallela sia nella descrizione teorica che nell’esemplificazione, costituita da enunciati tratti da corpora orali. I tipi analizzati sono otto: temporali, modali, causali, finali, consecutive, comparative, condizionali e concessive. Ad ogni tipo è dedicato un singolo capitolo, che fornisce sintesi parziali e tabelle con i nessi subordinanti in spagnolo e in italiano; queste ultime, oltre che efficaci per illustrare la ricerca, sono particolarmente utili nella pratica didattica delle due lingue. Lo studio della selezione del modo verbale nelle subordinate avverbiali, che costituisce il nucleo centrale del volume, permette di evidenziare le dissimmetrie che si riscontrano nelle due lingue. Insieme a divergenze note, l’analisi ne mette in luce altre sinora poco studiate e, per ciò, particolarmente interessanti.

Studi Interdisciplinari su Traduzione, Lingue e Culture 7 Studi Interdisciplinari su Traduzione, Lingue e Culture Collana a cura del Dipartimento di Studi Interdisciplinari su Traduzione, Lingue e Culture (SITLeC) dell’Alma Mater Studiorum – Università degli Studi di Bologna, sede di Forlì. La collana del SITLeC, fondata nel 2004, raccoglie le pubblicazioni prodotte nell’ambito dell’attività scientifica dei suoi afferenti e degli studiosi che operano negli stessi ambiti a livello nazionale e internazionale. Si propone come luogo editoriale di scambio e di dialogo interlinguistico e interculturale allo scopo di diffondere e rendere disponibili, a livello cartaceo e/o su supporto elettronico, i risultati della ricerca in diverse aree, come la linguistica teorica e applicata, la linguistica dei corpora, la terminologia, l’interpretazione, gli studi di genere, la critica letteraria, il teatro, gli studi culturali, gli studi sull’umorismo, privilegiando le dimensioni del tradurre, inteso come luogo di incontro e di scontro fra lingue e culture. Tutte le pubblicazioni sono approvate dal Consiglio di Dipartimento, sentito il motivato parere di almeno due esperti qualificati esterni. Il/la responsabile della Collana è il/la Direttore/rice del SITLeC, a cui si affianca un comitato scientifico internazionale, articolato e variabile in relazione alle tematiche trattate. Le subordinate avverbiali Uno studio contrastivo spagnolo-italiano Felisa Bermejo Calleja Bononia University Press Bononia University Press Via Farini 37 – 40124 Bologna tel. (+39) 051 232 882 fax (+39) 051 221 019 www.buponline.com email: [email protected] © 2008 Bononia University Press I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi. ISBN: 978-88-7395-418-7 Grafica: Alessio Bonizzato Stampa: Arti Grafiche Editoriali Prima edizione: dicembre 2008 a Pino Sommario 15 Ringraziamenti 17 Simboli, sigle e abbreviazioni 19 Presentación Félix San Vicente 21 Introduzione 23 23 26 29 29 Capitolo 1. Osservazioni preliminari 1. Studio contrastivo di lingue affini: spagnolo e italiano 2. Corpora e varietà linguistica 3. Il modo. Breve accenno storico 3.1. Modo della subordinazione: congiuntivo sintattico e semantico 3.2. Il modo vincolato al verbo 4. Modo e modalità 5. Il congiuntivo nella subordinazione 5.1. Il congiuntivo ha un valore unico o è polivalente? 5.2. Altri valori del congiuntivo 5.3. Fattori che determinano la selezione del modo 5.4. Armonizzazione dei criteri sui valori del congiuntivo 32 34 37 37 39 41 42 45 Capitolo 2. Le subordinate avverbiali 51 51 51 54 54 Capitolo 3. Subordinate temporali 1. Definizione 2. Nessi temporali 3. Repertorio di occorrenze in lingua spagnola 3.1. Esplicite 64 66 69 71 72 74 75 75 76 80 81 83 86 87 91 91 91 92 93 93 3.2. Implicite 4. Repertorio di occorrenze in lingua italiana 4.1. Esplicite 4.2. Implicite 5. Tempi e modi nella temporale in spagnolo 5.1. Restrizioni modo-temporali nelle frasi orientate verso il futuro 5.2. Cuando 5.3. Quando 5.4. Discorso indiretto. Congiuntivo passato 5.5. Cuando + congiuntivo passato 5.6. <después de que> + congiuntivo passato 5.7. <desde que> + congiuntivo passato 6. Valore temporale e valore condizionale 6.1. <siempre que> temporale e condizionale 6.2. Mientras 7. <mientras (que)> 7.1. <mientras (que)> non segue il modello “cuando” 7.2. <mientras que> 8. Mentre 9. Finché 10. Altri casi 10.1. <ahora que> 10.2. Apenas e appena 10.3. <después de> 11. Interrogative indirette 12. Riepilogo 95 95 95 95 96 96 96 Capitolo 4. Subordinate modali 1. Introduzione 2. Nessi modali 2.1. In spagnolo 2.2. In italiano 2.3. Tabella dei nessi modali 3. Modo verbale nella subordinata modale 57 58 58 62 63 63 96 99 102 103 103 104 105 107 107 107 108 108 109 110 116 117 118 119 122 125 126 127 127 129 130 131 132 132 132 3.1. Indicativo 3.2. Congiuntivo 3.3. Gerundio 4. Il nesso spagnolo como e il nesso italiano come. I diversi tipi di subordinate 4.1. Modale vs. Relativa. 4.2. Altre subordinate introdotte da como 4.3. Diversi usi e valori di come Capitolo 5. Subordinate causali 1. Introduzione 2. Nessi causali 3. Tipologia delle subordinate causali 3.1. Distinzione semantica 3.2. Causali integrate 3.3. Causali periferiche 4. Posizione della subordinata 5. Modo verbale nelle subordinate causali 6. La negazione 6.1. Avverbio di negazione anteposto al nesso causale 6.2. Avverbio di negazione anteposto al verbo della principale 7. Causale disgiuntiva 8. Porque + congiuntivo 8.1. Porque + congiuntivo in frase interrogativa 8.2. Porque + congiuntivo con valore finale 8.3. Porque + congiuntivo con valori collegati a un tempo cronologico futuro 8.4. Porque + congiuntivo: replica 8.5. Porque + congiuntivo con elementi dubitativi, ipotetici e volitivi 9. Riepilogo 9.1. Causali e congiuntivo: dissimmetrie 9.2. Nessi 135 135 135 135 137 139 140 140 143 146 146 147 148 149 150 150 Capitolo 6. Subordinate finali 1. Definizione 2. Nessi finali 2.1. Inventario e tabelle 2.2. Frequenza del nesso perché nel corpus di C-ORAL 3. Tipologia delle subordinate finali 4. Modo verbale delle subordinate finali 4.1. Esplicite 4.2. Implicite 5. Casi particolari 5.1. Verbi di movimento + {a/para} 5.2. <per far(e)> + infinito 5.3. <per far(e) sì che> 5.4. <servir para> ~ <servire {per/a}> 5.5. Subordinate finali senza nesso introduttore 6. Riepilogo 153 153 156 156 158 160 164 166 166 171 172 173 174 175 176 178 179 180 Capitolo 7. Consecutive 1. Introduzione 2. Consecutive subordinate 2.1. Nessi (correlazione tra intensificante e que / che) 2.2. Modo verbale nella subordinata consecutiva 2.3. Repertorio delle consecutive di intensità 2.4. Repertorio delle consecutive comparative 2.5. Repertorio delle consecutive causali intensive 2.6. Consecutive di modo 3. Consecutive coordinate o libere 3.1. Nessi 3.2. Modo verbale 3.3. Repertorio nessi coordinanti spagnoli 3.4. Altri nessi spagnoli 3.5. Repertorio nessi coordinanti italiani 4. Consecutive giustapposte 4.1. Nessi 4.2. Modo verbale 180 184 187 191 191 192 192 195 195 197 197 198 200 200 201 202 202 202 204 204 206 207 208 208 4.3. Repertorio di operatori avverbiali spagnoli 4.4. Repertorio di operatori avverbiali italiani 4.5. Alcuni operatori di coordinazione avverbiale assenti nell’inventario delle grammatiche 5. Altri tipi di consecutive 5.1. Giustapposta intensiva 5.2. Consecutive sospese 6. Riepilogo Capitolo 8. Subordinate comparative 1. Introduzione 2. Tipologia, caratteristiche e peculiarità delle comparative in spagnolo 2.1. Secondo termine di paragone (segmento B), costituente di frase semplice o complessa? 2.2. Comparative proprie relative 3. Nessi. Elementi comparativi 3.1. Elementi comparativi in spagnolo 3.2. Elementi comparativi in italiano 3.3. Costituenti comparativi spagnoli e italiani a confronto 4. Comparazione di disuguaglianza 4.1. Primo termine di paragone: sintagma aggettivo – secondo termine di paragone: proposizione subordinata 4.2. Primo termine di paragone: sintagma nominale – secondo termine di paragone: proposizione subordinata 4.3. Primo termine di paragone: sintagma verbale – secondo termine di paragone: proposizione subordinata 4.4. Un caso particolare in spagnolo: de o que prima della sequenza <{el/la/los/las} que>? 4.5. Comparative proporzionali 5. Comparazione di uguaglianza 5.1. Primo termine di paragone: sintagma aggettivo – secondo termine di paragone: proposizione subordinata 209 210 210 212 212 213 214 215 217 217 217 218 218 226 230 230 233 233 234 235 235 236 236 238 244 245 245 249 258 5.2. Primo termine di paragone: sintagma nominale – secondo termine di paragone: proposizione subordinata 6. Un caso particolare in italiano: il secondo termine di paragone è una proposizione con il clitico ne 7. Comparativi sintetici 8. Modo verbale della subordinata comparativa 8.1. In spagnolo 8.2. In italiano 8.3. Altre subordinate nel secondo termine di paragone 9. Riepilogo Capitolo 9. Subordinate condizionali 1. Introduzione 1.1. Condizione, ipotesi, altri contenuti 2. Tipologia e classificazione delle frasi condizionali 2.1. Classificazione tripartita 2.2. Due proposte di classificazione bipartita 3. Nessi condizionali 3.1. Nessi condizionali spagnoli e italiani a confronto 3.2. Si e locuzioni preposizionali condizionali: differenze in quanto alla distribuzione modale 3.3. Modi e tempi verbali nella protasi introdotta da si/se 3.4. Locuzioni condizionali 4. Modo verbale nella subordinata condizionale 4.1. Due gruppi 4.2. Uso dei tempi e dei modi nella protasi 5. Nesso condizionale prototipico: si in spagnolo; se in italiano. Combinazioni modo-temporali 5.1. si/se indicativo presente nella protasi 5.2. se indicativo futuro – futuro 5.3. si perifrasi di futuro – presente 5.4. si/se indicativo passato nella protasi 5.5. si/se congiuntivo imperfetto nella protasi 5.6. si/se congiuntivo piuccheperfetto nella protasi 263 265 265 267 269 271 272 273 275 275 276 277 277 277 277 279 280 280 280 281 281 282 283 286 289 293 295 5.7. <como si> / <come se> 6. Nessi condizionali diversi da si/se 6.1. Nessi condizionali “affermativi” 6.2. Nessi condizionali “negativi” 6.3. Nessi condizionali “creatori di mondi possibili” 6.4. Nessi temporali con valore condizionale 6.5. Il nesso spagnolo como 6.6. Condizionali con verbo non finito 7. Riepilogo 7.1. Dissimmetrie nelle combinazioni modo-temporali nei periodi con il nesso si 7.2. Dissimmetrie rispetto ai nessi diversi da si Capitolo 10. Subordinate concessive 1. Introduzione 2. Nessi concessivi 2.1. Presentazione 2.2. Tabella dei nessi di concessive esplicite 2.3. Tabella dei nessi di concessive implicite 2.4. Tabella dei nessi complessi introdotti dalla preposizione por in spagnolo e per in italiano 2.5. Tabella delle formule con ripetizione delle forme verbali 3. Nessi che ammettono in alternanza l’indicativo o il congiuntivo 3.1. Presentazione 3.2. Fattori che incidono nell’alternanza indicativo/congiuntivo 3.3. Concessiva fattuale con indicativo 3.4. Concessiva fattuale con congiuntivo tematico (e polemico) 3.5. Concessiva non fattuale 3.6. Contrasti: uso del congiuntivo in spagnolo 4. Nessi che selezionano solo l’indicativo. Le concessive fattuali 296 296 297 299 299 300 301 301 301 302 305 306 307 308 5. Nessi che selezionano esclusivamente il congiuntivo 5.1. In spagnolo 5.2. In italiano 6. Concessive implicite 6.1. Con infinito 6.2. Con gerundio 6.3. Con participio 7. Nesso complesso introdotto dalla preposizione por in spagnolo e per in italiano 7.1. Alternanza indicativo/congiuntivo 7.2. Selezione del congiuntivo 8. Formule concessive con ripetizione del verbo 8.1. Con elemento relativo 8.2. Con elemento disgiuntivo 9. Riepilogo 311 311 314 314 316 317 317 318 318 319 320 Capitolo 11. Conclusioni 1. Modo verbale nella subordinazione 2. Dissimmetrie 2.1. Subordinate temporali 2.2. Subordinate causali 2.3. Subordinate finali 2.4. Subordinate consecutive 2.5. Subordinate comparative 2.6. Subordinate condizionali 2.7. Subordinate concessive 2.8. Tendenze generali 323 323 325 327 329 Allegato. Il modo verbale e i nessi subordinanti (tabelle) 1. Indicativo 2. Congiuntivo 3. Indicativo o congiuntivo 4. Modo verbale per ogni tipo di subordinata 333 Bibliografia Ringraziamenti Un vivo, pieno e totale ringraziamento a Félix San Vicente, senza il cui generoso sostegno questo volume non avrebbe visto la luce. Ringrazio Elisabetta Paltrinieri per i numerosi e preziosi consigli linguistici, Hugo Lombardini per le sue attente letture e suggerimenti e Juan Carlos Barbero per le sue precise annotazioni. Grazie a Pino Menzio per il suo efficace intervento nella stesura definitiva in italiano. Un ultimo ringraziamento a Angela Ferrari e a Alfonso Zamorano Aguilar per le loro positive valutazioni e le loro puntuali indicazioni, nonché a Michele Prandi per la sua cortese disponibilità. Simboli, sigle e abbreviazioni Oltre ai simboli non convenzionali impiegati nel testo, indichiamo qui di seguito il significato dei simboli e delle abbreviazioni che compaiono negli esempi tratti dai corpora di C-ORAL-ROM. Segue l’elenco di sigle di alcuni specifici riferimenti bibliografici. Simboli e abbreviazione non convenzionali ₪ = Vp Vs = = Segnala una dissimmetria individuata tra la lingua spagnola e la lingua italiana. Verbo della proposizione principale. Verbo della proposizione subordinata. Simboli e abbreviazione dei corpora // ? ... + = = = = / [/] [//] = = = [///] = # <> = = [<] = & hhh xxx yyy yyyy = = = = = Pausa prosodica conclusiva. Pausa prosodica conclusiva con valore interrogativo. Pausa prosodica conclusiva per sospensione intenzionale del parlante. Pausa prosodica conclusiva per interruzione causata dall’interlocutore o dallo stesso parlante. Pausa prosodica non conclusiva. Pausa prosodica non conclusiva dovuta a un falso inizio. Pausa prosodica non conclusiva dovuta a un falso inizio con ripetizione parziale di materiale linguistico. Pausa prosodica non conclusiva dovuta a un falso inizio senza ripetizione parziale di materiale linguistico. Pausa durante il flusso del discorso. Marcano l’inizio e la fine della sovrapposizione di un determinato parlante. Specifica la relazione di sovrapposizione tra due catene testuali appartenenti a due parlanti. Frammenti di discorso. Elementi non linguistici o paralinguistici. Parola incomprensibile. Parola non trascritta. Segnale audio non trascritto. [med] [nat] = = Mezzi di comunicazione. Contesti naturali. 18 Simboli, sigle e abbreviazioni [fam] [pub] [tel] = = = Contesto familiare. Contesto pubblico. Dialoghi telefonici. Per poter localizzare l’occorrenza all’interno dei corpora C-ORAL-ROM, alla fine di ogni esempio verranno fornite le relative indicazioni tra parentesi quadre. Esempi: – [efamdl01] e=spagnolo, fam=contesto familiare, dl=dialogo, 01=numero del file; – [inatps03] i=italiano, nat=contesto naturale, ps=discorso politico, 03=numero del file. Gli enunciati segnati con [med] o [nat] appartengo al registro formale; quelli segnati, invece, con [fam] o [pub] o [tel] appartengono al registro informale. Sigle e denominazioni per riferimenti bibliografici CREA = DPD DRAE GDLE = = = GGIC = GRAE RAE Esbozo = = = RAE: Banco de datos (CREA), Corpus de referencia del español actual, http://www.rae.es. RAE 2005, Diccionario panhispánico de dudas, Madrid: Santillana. RAE 2001, Diccionario de la lengua española, http://www.rae.es. Bosque I., V. Demonte 1999 (a cura di), Gramática descriptiva de la lengua española, 3 vols., Madrid: Espasa Calpe. Renzi L., G. Salvi, A. Cardinaletti 2001 (a cura di), Grande grammatica italiana di consultazione, I, II, III, Bologna: Il Mulino. Grammatica della Real Academia Española. Real Academia Española. Real Academia Española 1973, Esbozo de una nueva gramática de la lengua española, Madrid: Espasa Calpe. Presentación Félix San Vicente En estos últimos años, cada vez son más numerosos y de mayor calado científico los estudios dedicados al análisis contrastivo del español e italiano, por lo que ya puede afirmarse que no hay sector en el que no se haya intentado desentrañar, desde diferentes posiciones metodológicas, la diversidad de estas dos lenguas con afinidad de origen y desarrollo, pero indiscutiblemente diferentes por tantas circunstancias no compartidas en el devenir histórico, cultural y social de las comunidades que las utilizan. No puedo enumerar autores y sectores. Lo más reciente y, quizá no todo, se encuentra en la bibliografía final del volumen colectivo Partículas/Particelle (San Vicente 2007), pero habría que sumar otros trabajos cuyo objeto es la traducción de obras literarias, tanto modernas como clásicas y contemporáneas con puntuales análisis textuales. No obstante, son todavía pocos los intentos, como el de Felisa Bermejo, de profundizar, a través del estudio que merece una tesis doctoral, un tema de tanta amplitud como es el de la subordinación. Del volumen de la tesis dirigida por Luciano Agostiniani, se presenta en este libro la parte más significativa, relativa a la subordinación adverbial que completa felizmente un panorama ya trazado por Sánchez Montero (1996), y definido por Torrente Sánchez-Guisande (1998) en lo que a las sustantivas se refiere. La monografía presentada se caracteriza por la especificidad del objeto de análisis, utiliza de manera crítica una tradición de estudios en ambas lenguas, a la que la autora aporta su perspectiva metodológica, integradora de lo formal, semántico y funcional; el tema está afrontado minuciosamente a través de un corpus representativo de ejemplos reales, explotado con inteligencia, lo que consigue explicitar una descripción más que suficiente de lo que se pretende demostrar. El celo por el detalle tiene como objetivo alcanzar la mayor precisión posible en el estudio de dos lenguas afines, en las que las analogías, a veces, no dejan ver las diferencias. La adecuación integradora del enfoque y los diferentes niveles de profundización permiten, en definitiva, observar y determinar ciertas disimetrías que dan nueva luz a fenómenos poco explorados y hasta ahora indiferenciados a nivel te- 20 Presentación órico. Van surgiendo de este modo significativas divergencias mediante un análisis exhaustivo que ha permitido sumar datos y elementos concretos para determinar una diferencia de mayor alcance entre la lengua española y la italiana, constatable, por ejemplo, en que en la primera el subjuntivo tiene una función pragmática de la que carece el italiano en las subordinadas adverbiales. La utilidad del presente análisis, radicado en la alternancia de modo, es de aplicación incuestionable no sólo para la reflexión metalingüística, sino también para la didáctica de la lengua y de la traducción, en cuyo horizonte no puedo sino complacerme con quienes desean renovar la gramática contrastiva, como fruto de una tradición de estudios cuya base queda definida en obras de planteamientos científicos de tanto valor como la que aquí se presenta. Introduzione Oggetto di questo lavoro è lo studio sincronico della sintassi delle frasi complesse di due lingue romanze, l’italiano e lo spagnolo, nello stadio attuale. Il suo obiettivo è quello di descrivere nelle linee generali il comportamento sintattico delle subordinate avverbiali spagnole e italiane, e in seguito confrontarle. Attraverso questa operazione sarà infatti possibile osservare e analizzare la modalità verbale selezionata dalla subordinata nell’una e nell’altra lingua. Tale studio contrastivo permetterà anche di stabilire dei punti fermi riguardo alle differenze o alle similitudini riscontrate, fatto che metterà in luce alcune particolarità sino ad ora poco esplorate. La nostra analisi si propone di osservare le condizioni sintattiche, semantiche e pragmatiche che determinano la scelta del modo verbale della subordinata. La descrizione sintattica richiederà una classificazione in parallelo dei tipi di subordinata sia in spagnolo sia in italiano. Allo stesso tempo si enumereranno i nessi delle subordinate che fungono da introduttori. Nelle osservazioni preliminari, in primo luogo verranno presentati alcuni aspetti metodologici: l’approccio contrastivo adoperato e l’utilizzo dei corpora orali per l’esemplificazione. Le parti successive tratteranno del modo: dopo un breve accenno storico, verrà illustrato il rapporto tra modo e modalità e, infine, saranno esposte alcune prospettive sui diversi valori del congiuntivo e sui fattori che ne determinano l’uso. Prima di entrare nella materia specifica, cioè prima di passare ad analizzare ogni tipo di subordinata, il primo capitolo offrirà una breve panoramica delle diverse classificazioni di cui sono oggetto le subordinate, nonché delle differenti denominazioni ricevute. Seguiranno poi otto capitoli che affrontano l’analisi di ogni tipo di subordinata avverbiale in spagnolo e in italiano, iniziando con lo studio delle subordinate temporali e modali per continuare con le subordinate causali, finali, consecutive, comparative, e infine con le subordinate condizionali e concessive. In ogni capitolo si proporrà uno studio contrastivo tra lo spagnolo e l’italiano, in cui la subordinata è oggetto di analisi relative a diversi aspetti: dalla descrizione teorica (tipologie e caratteristiche segnalate dagli studi grammaticali rispettivamente sullo spagnolo e sull’italiano) all’esame 22 Introduzione del modo verbale – indicativo o congiuntivo – nella subordinata, passando per il confronto dei nessi introduttori delle frasi dipendenti. Tutti gli esempi che compaiono nel presente lavoro sono tratti dai corpora di C-ORAL-ROM (Integrated reference corpora for spoken Romance languages edited by Cresti/Moneglia 2005), i quali raccolgono dialoghi, conversazioni e monologhi del parlato spagnolo e di quello italiano con due caratteristiche rilevanti: la rappresentatività della variazione linguistica orale e la comparabilità delle occorrenze (i corpora sono stati infatti concepiti in parallelo e realizzati in base agli stessi criteri, in modo che i dati appartengono agli stessi domini naturali, con le variazioni del parlato informale e del parlato formale). Capitolo 1 OSSERVAZIONI PRELIMINARI 1. Studio contrastivo di lingue affini: spagnolo e italiano L’analisi contrastiva ha come scopo principale quello di dare un quadro completo di tutte le simmetrie e dissimmetrie esistenti tra i sistemi fonologici e morfosintattici delle lingue prese in esame. Suo fine ultimo, nel campo dell’insegnamento delle lingue, è la ricerca della soluzione ai vari problemi di apprendimento, e la conseguente elaborazione di una strategia didattica adeguata che cerchi di eliminare i riflessi negativi dell’interferenza della lingua materna sulla lingua da apprendere. Nella sua forma originale, l’analisi contrastiva viene accettata sia come una teoria di apprendimento della L2, sia come un principio organizzativo intorno al quale pianificare l’insegnamento delle lingue straniere. A partire della seconda metà del Novecento, Charles Fries con Teaching and Learning English as a Foreign Language, pubblicato nel 1945, e Robert Lado con Linguistics Across Cultures, pubblicato nel 1957, hanno dato una svolta alle tecniche di studio delle lingue in chiave contrastiva. Nascono in questi anni le prime grammatiche contrastive per paragonare in modo sistematico e a tutti i livelli (morfologico, fonologico, sintattico, semantico e pragmatico) le grammatiche di due lingue diverse. L’insegnamento della L2 è in genere diventato oggetto di un più approfondito esame scientifico, che riserva una particolare attenzione all’esame delle corrispondenze interlinguistiche. È dunque in questo ambito che si sviluppa maggiormente l’analisi contrastiva, intesa come approccio rigoroso e scientifico volto allo studio dei vari punti di contatto e distacco tra lingue diverse. Nel caso dell’insegnamento / apprendimento di lingue straniere affini, l’analisi contrastiva ha una fondamentale importanza in quanto le lingue affini possono avere più punti di contatto tra loro, sia dal punto di vista sintattico che semantico. Molto significativa, a questo proposito, è l’analisi di due lingue così affini tra loro quali l’italiano e lo spagnolo. La loro vicinanza è molto marcata, e ciò si ripercuote sul processo di apprendimento, soprattutto a livelli di studio più approfonditi, infatti, l’ambiguo gioco di 24 Osservazioni preliminari simmetrie e dissimmetrie incide negativamente sulle prestazioni dei discenti. Diversi studiosi, a tale proposito, hanno avvertito che le somiglianze tra lingue imparentate facilitano, in particolare all’inizio, la comprensione del secondo idioma, ma possono costituire anche un ostacolo o una fonte di disturbo per una buona padronanza di esso, in particolare quando lo studente dà troppo peso alla similarità tra le lingue in questione, e non è in grado di distinguere le differenze più sottili. Nello specifico, prendendo in considerazione discenti di spagnolo italofoni, si possono così riassumere i risultati raggiunti nelle varie tappe nello studio e apprendimento della lingua straniera: in un primo momento essi, confortati dalle numerose analogie, ottengono buoni risultati in tempi brevi, ma in seguito attraversano una fase critica in cui incontrano difficoltà non previste e commettono diversi errori cercando, con l’utilizzo della tecnica del transfer attivo, di trasferire nella L2 strutture e nozioni della lingua materna. Possono uscire da questa situazione solo adottando un approccio contrastivo come sostegno per l’apprendimento: solo una profonda riflessione metalinguistica può infatti limitare gli aspetti negativi del transfer e le interferenze (cfr. Calvi 1995, p. 81). Di conseguenza, a causa della loro affinità, uno studio contrastivo tra la lingua spagnola e quella italiana è necessario ancor più di quello su due lingue percepite come lontane. Nell’opera, ormai imprescindibile, di M.Vittoria Calvi (1995), viene sottolineata la difficoltà dell’apprendimento dello spagnolo da parte di italofoni, della cui esistenza molti non sospettano. Essendo le due lingue molto vicine, il rischio che i due codici vengano percepiti come un tutt’uno è molto elevato; per questo motivo il processo di insegnamento / apprendimento deve necessariamente includere una profonda riflessione sul rapporto tra i sistemi linguistici in gioco. Sia che si voglia imparare l’italiano sia lo spagnolo, il fatto è che al primo approccio la percezione di familiarità rispetto all’altra lingua domina su qualsiasi altra impressione; ne segue un rilassamento che poggia sulla lingua materna e sulla base dell’affinità con la lingua che si sta imparando. Nelle fasi posteriori dell’apprendimento emergono le difficoltà: che, il più delle volte, consistono in dissimmetrie all’interno di aspetti linguistici che a grandi linee appaiono simili, ma che sono in realtà costellate di piccole ma significative differenze. Ci sarebbero molti esempi: si pensi soltanto all’uso del remoto italiano e dell’indefinido spagnolo, al gerundio, ai dimostrativi, ai pronomi di cortesia, oppure alla grande questione dell’uso dell’indicativo e del congiuntivo nella subordinata, con tutto un vario repertorio di similitudini e differenze. Felisa Bermejo Calleja 25 Le grammatiche contrastive sono uno strumento fondamentale nello studio per l’acquisizione di una lingua straniera, sia per la loro analisi approfondita delle lingue prese in esame, sia soprattutto per lo studio di tutti i potenziali errori che possono intercorrere nell’apprendimento di una lingua straniera. La prima grammatica contrastiva italiano-spagnolo è quella di Carrera Díaz, edita in Spagna nel 1984. Più tardi, nel 1997, lo stesso autore pubblicherà in Italia una grammatica spagnola, sempre contrastiva. Oltre a quella appena citata, esistono altre grammatiche generali e rivolte ai primi livelli di apprendimento, elaborate da ispanisti italiani e spagnoli, e pubblicate in Italia (Cerruti/Vian, Formichi/Nuzzo/Luque, Tavoni, Santos Unamuno, Jiménez/Fernández, Barbero/San Vicente, etc.). Inoltre, sempre in Italia, gli ispanisti specializzati in lingua hanno pubblicato diversi studi su aspetti linguistici puntuali e specifici, con un approccio contrastivo spagnolo-italiano. Molti di questi studi, in particolare negli ultimi anni, sono stati realizzati grazie alla capacità di iniziativa e di organizzazione del professor Félix San Vicente dell’Università di Bologna. Per avere un quadro complessivo della tipologia degli aspetti analizzati, si può consultare sia la bibliografia contrastiva elaborata da Calvi (2003), sia quella realizzata più recentemente da Barbero (San Vicente 2007, p. 269293). Per quanto riguarda le pubblicazioni di studi contrastivi specifici sul modo verbale e sulla subordinazione, oltre ad articoli con finalità didattica (Nicolás, 1995) o con un approccio teorico (Matte Bon, 2001, 2002), esistono libri specializzati che affrontano lo studio della subordinazione nelle lingue italiana e spagnola con diversi gradi di approfondimento. In tal senso, si va dal repertorio di frasi da tradurre di Di Stefano et al. (1994) allo studio diviso in due parti (teorica e traduttiva) di Lebeña e Coli (1994), che offre esempi tratti da diversi corpora di spagnolo scritto, corredati dalla relativa traduzione in italiano. Occorre soprattutto citare1 la pubblicazione di Sánchez Montero (1996), che rappresenta l’iniziativa più ambiziosa, in quanto abbraccia la totalità dei tipi di subordinate spagnole e italiane. Gli esempi, di norma inventati, che illustrano la teoria sono in lingua spagnola, tranne quando la dissimmetria richiede un’esemplificazione in italiano; in questo caso, la studiosa ne offre la traduzione in spagnolo. Il presente lavoro, invece, è circoscritto alle subordinate avverbiali, in modo che la 1 Ci sarebbe anche da considerare per il suo grande interesse il libro di Torrente (1998), che affronta lo studio delle subordinate sostantive; tale lavoro non è però, né per le intenzioni dichiarate né per la forma, uno studio contrastivo. 26 Osservazioni preliminari limitazione del campo di osservazione possa favorire la profondità dell’analisi. Gli esempi sono tratti dai corpora orali di lingua spagnola e italiana; tutti i casi sono quindi corredati da esempi autentici del parlato delle due lingue. Nel presente studio vengono descritte e paragonate le orazioni complesse avverbiali, seguendo i principi dell’analisi contrastiva; secondo questi ultimi, il materiale didattico più efficace è quello basato su una descrizione scientifica della lingua da imparare, accuratamente comparata con una descrizione della lingua nativa dei discenti (Fries, 1945). Anche se forse, nei primi livelli di insegnamento, il nostro studio non può essere utilizzato direttamente come materiale didattico, esso può tuttavia servire come base per l’elaborazione di testi per l’insegnamento; esso si augura di avere un’effettiva utilità come materiale di consultazione non solo per gli insegnanti, ma anche per gli studenti dei livelli superiori. Conviene segnalare che l’apprendimento di un tema come quello del congiuntivo non può essere limitato all’uso di materiale didattico comunicativo, perché quest’ultimo si rivelerebbe insufficiente; è invece necessaria anche la conoscenza teorica delle strutture subordinate. D’altro canto, come si è già accennato, solo un approfondimento della descrizione e del confronto di tali strutture permetterà di giungere alla conoscenza delle loro divergenze; per arrivare a tale consapevolezza, occorre quindi come primo passo una riflessione metalinguistica, per poter successivamente creare i presupposti per l’apprendimento effettivo delle subordinate e dell’uso del modo verbale (indicativo/congiuntivo). In conclusione, come si accennava sopra, lo studio contrastivo delle subordinate spagnole e italiane è necessario per individuare nello specifico le dissimmetrie, e in seguito per definire la loro identità, la loro portata e la loro consistenza. Il risultato dell’analisi troverà applicazione nella didattica delle due lingue, contribuendo ad una migliore assimilazione della lingua spagnola, e anche dell’italiana. Con il presente lavoro ci auguriamo di contribuire, nella misura delle nostre possibilità, a questa riflessione metalinguistica, con il fine di facilitare l’apprendimento dello spagnolo da parte di italofoni. 2. Corpora e varietà linguistica Se l’uso di occorrenze per illustrare le realizzazioni di una lingua è valido e auspicabile nell’ambito della linguistica applicata, esso si rivela assoluta- Felisa Bermejo Calleja 27 mente necessario nello studio contrastivo di due lingue, dato che, nel confronto linguistico, gli esempi frutto dell’introspezione potrebbero essere giudicati non rappresentativi, in quanto tali enunciati, pur con l’aiuto di specifica documentazione, sarebbero produzione di un parlante madrelingua solo di una delle due lingue a confronto. Considerando tali circostanze, nello studio contrastivo della sintassi del modo verbale in italiano e spagnolo appare chiara la necessità dell’utilizzo dei corpora. Tale impiego permette di esemplificare i casi analizzati con enunciati prodotti da parlanti concreti; le occorrenze fornite offrono dati linguistici autentici, che permettono di risalire a conclusioni valide a un livello più ampio e generalizzato dello studio linguistico. Inoltre, è di essenziale importanza la presenza del contesto, che risulta indispensabile per l’interpretazione di tali dati. Tramite il campionario offerto dai corpora, che è caratterizzato, non da ultimo, dai tratti dell’autenticità e rappresentatività (cfr. Barbera/Corino/Onesti 2007, pp. 26-88), anche i risultati della ricerca acquisiscono a propria volta tali requisiti di autenticità e rappresentatività. È noto che negli ultimi anni sono stati creati e pubblicati un buon numero di corpora, sia per la lingua italiana sia per la lingua spagnola; ciò è peraltro accaduto in forma indipendente, fatto che invalida la comparabilità necessaria per lo studio contrastivo che svolgiamo in queste pagine. Per esemplificare l’uso del modo verbale nelle due lingue, è infatti imprescindibile che tali esempi appartengano a contesti e registri comparabili, cioè contengano caratteristiche e condizioni simili, in modo che le differenze apprezzate tra le due lingue non possano essere attribuite ad altro che alle condizioni sintattiche o, eventualmente, pragmatiche. L’importante è che le differenze rilevate non siano di tipo diafasico, diastratico o diacronico, fatto che sarebbe possibile con l’uso di altri corpora, concepiti ed elaborati come corpora monolingui. Il presente studio, appunto in quanto contrastivo, richiede quindi dei “corpora multilingües comparables” (Abaitua 2002). Tali corpora contengono infatti testi in diverse lingue che, senza essere traduzioni, condividono caratteristiche determinate; in altri termini, tali testi non sono stati riuniti in forma arbitraria, bensì sono stati scelti sulla base di criteri comuni di selezione. Ciò che contraddistingue C-ORAL-ROM, oltre al suo carattere multilingue, è il fatto di costituire un insieme di corpora rappresentativi e comparabili. In tal senso, nella pubblicazione cartacea (Cresti/Moneglia 2005) si precisa che C-ORAL garantisce: a) la rappresentatività del parlato spontaneo di ogni lingua; b) la comparabilità attraverso i corpora delle quattro 28 Osservazioni preliminari lingue romanze; c) la possibilità di accesso simultaneo all’informazione acustica e testuale. I corpora hanno una distribuzione comparabile, caratteristica essenziale per potere a propria volta effettuare studi comparabili tra le lingue. Inoltre, i quattro corpora hanno lo stesso formato di trascrizione e impiegano lo stesso schema di notazione. Innanzitutto, come abbiamo già indicato, la scelta è stata motivata dalla necessità di trovare dei corpora “comparabili”. Una volta individuati i CORAL come i più adeguati, occorre tener conto che questi si caratterizzano per essere orali, varietà diamesica che si rivela di grande funzionalità nel presente lavoro. In termini generali, per la descrizione della lingua è di enorme interesse lo studio del parlato, perché con esso: a) si ricuperano le dimensioni comunicative e sociali; b) si presta attenzione alle modalità di uso; c) si ritorna alle realizzazioni stesse, per verificare se le spiegazioni formulate sono valide al fine di capire il vero comportamento linguistico (cfr. Narbona 1997, p. 96). Inoltre, lo studio del parlato ha una grande importanza nella linguistica applicata, in particolar modo per l’insegnamento della lingua come lingua straniera. Il parlato non deve essere visto soltanto come un fenomeno particolare e diverso rispetto alla realizzazione della lingua. In questo senso, conviene ricordare l’avvertenza di Voghera (De Mauro et alii 1993, p. 33), che suggerisce di non identificare il parlato con il “popolare o informale”, dato che esistono diversi tipi di parlato. «Sono state attribuite al parlato costruzioni che sembrano in realtà appartenere a varietà connotate dal punto di vista sociale (italiano popolare) o situazionale (italiano informale o trascurato) più che diamesico». Nel caso specifico dei corpora di C-ORAL-ROM, in essi la variazione linguistica è ben rappresentata. La differenziazione essenziale è quella tra parlato formale e parlato informale. Ognuno è rappresentato dal 50% dei testi. All’interno del parlato formale, una parte è stata riservata ai monologhi e ai dialoghi/conversazioni. La distribuzione è come segue: Corpora di C-ORAL informale formale 150.000 parole 150.000 parole contesto famigliare pubblico mezzi telef. 113.000 37.000 naturale monol convers monol convers 65.000 60.000 25.000 33.000 80.000 6.000 31.000 Felisa Bermejo Calleja 29 La raccolta dei dati è stata effettuata negli ultimi tre decenni del secolo scorso per i corpora in lingua italiana (corpora del parlato spontaneo italiano LABLITA dell’Università di Firenze – a partire dagli inizi degli anni ’70) e nell’ultimo decennio per i corpora in lingua spagnola (Corpora del parlato spagnolo dell’UAM – a partire dal 1991). Le occorrenze dei corpora C-ORAL, in quanto enunciati orali, presentano alcune caratteristiche degne di segnalazione. Per esempio, riguardo ai nessi segnalati dalle diverse grammatiche, i corpora permettono di individuare quelli più comunemente usati nella varietà orale (che coincidono con quelli della lingua generale), e allo stesso tempo permettono di cogliere quelli che non sono mai usati nel parlato (quelli solitamente caratterizzati dalle grammatiche come appartenenti alla lingua scritta o colta). Riguardo all’uso del congiuntivo nelle subordinate avverbiali, i corpora orali hanno evidenziato l’effettivo uso del modo congiuntivo nel parlato italiano, laddove la norma grammaticale lo prevede. Nei casi in cui l’assenza di occorrenze fornite dai corpora non ha reso possibile illustrare fenomeni significativi, generalmente l’esempio è stato preso da un’altra fonte, puntualmente segnalata. In conclusione, riteniamo sia indiscutibile la convenienza di offrire esempi tratti da corpora, in quanto essi forniscono una raccolta di dati reali, estratti da una lingua effettivamente prodotta dai parlanti. Per quanto attiene alla varietà, abbiamo compiuto una scelta basata sulla “comparabilità” dei corpora, caratteristica indispensabile per lo studio contrastivo. Solo alcuni risultati del presente studio sono effettivamente caratterizzanti del livello substandard orale; in generale, però, riguardo al modo verbale nelle subordinate avverbiali, gli usi sono rappresentativi delle due lingue a livello standard. Tale livello, d’altra parte, è particolarmente indicato per l’insegnamento della lingua estera, attività con cui l’approccio contrastivo è strettamente vincolato. 3. Il modo. Breve accenno storico 3.1. Modo della subordinazione: congiuntivo sintattico e semantico L’opera di Zamorano Aguilar (2005) traccia, attraverso l’analisi di numerose grammatiche pubblicate in Spagna e Ispanoamerica nel periodo 1771- 30 Osservazioni preliminari 1973, la mappa dello studio del congiuntivo per quanto riguarda la definizione e l’inserimento di questo modo nel sistema modale. All’interno del sistema modale spagnolo, le caratteristiche rilevanti per delimitare il congiuntivo di fronte agli altri modi (indicativo, imperativo, potenziale) possono essere ridotte a tre: il modo della subordinazione (dipendenza sintattica), il modo della soggettività del parlante (esprime giudizi) e il modo dell’irrealtà (esprime desiderio, dubbio, incertezza, possibilità, ecc.). Se il fatto è solo pensato dall’io, questa nozione può appartenere sia all’ambito soggettivo sia all’ambito dell’irrealtà. La dipendenza riporta invece all’ambito della subordinazione, e quindi della sintassi. Tanto Stewart (2002) per l’italiano, rispetto al congiuntivo che egli denomina “sintattico” (vedere infra), quanto Zamorano (2005) per lo spagnolo mettono in rilievo l’identificazione del congiuntivo come modo della dipendenza. In particolare, Zamorano sottolinea che fino all’edizione del 1920 della GRAE, la caratteristica che definiva il congiuntivo nelle grammatiche spagnole era la dipendenza (esso era cioè identificato come il modo della subordinazione). È a partire dal 1920, con l’edizione della GRAE e della grammatica di Lenz, che si inseriscono i concetti di volizione («expresa el hecho como un deseo», GRAE 1920) e di soggettività/irrealtà («el subjuntivo enuncia los hechos como existentes sólo en nuestra imaginación», Lenz 1920). Il carattere soggettivo si collega al mondo del “pensiero”, in una dimensione non necessariamente reale. In definitiva, il congiuntivo sarebbe il modo della “irrealtà” in opposizione all’indicativo come modo della “realtà”. Zamorano, dopo aver passato in esame le grammatiche ispaniche del periodo 1771-1973, divide le definizioni del congiuntivo secondo tre criteri: sintattico, semantico e misto (sintattico-semantico). Il criterio sintattico si trova in pochissimi autori (Castillo e Balbuena), che legano il congiuntivo a un’unità esplicita, solitamente una congiunzione o locuzione congiuntiva: para que, aunque, siempre que (cfr. Zamorano 2005, p. 98). La maggior parte delle grammatiche analizzate definiscono il congiuntivo con criteri misti. È da notare che Zamorano considera come criterio sintattico soltanto l’obbligatorietà del congiuntivo legata a un nesso, ma non legata a un verbo; invece, da altri autori la determinazione del modo da parte del verbo principale è considerata come appartenente all’ambito della sintassi (Bosque 1990; Prandi 2002). Per Zamorano il legame tra verbo della principale e modo congiuntivo nella subordinata è di indole semantica; di fatto gli studiosi, nell’indicare la dipendenza, fanno riferimento espressamente al significato: «Necesita juntarse con otro verbo expreso o suplido Felisa Bermejo Calleja 31 que perfeccione el sentido de la oración» (GRAE 1771-1984 citato en Zamorano 2005, p. 144). Schneider (1999, p. 23) segnala che in latino il congiuntivo cominciò a entrare nell’ambito della “clausola”, che in origine non gli era proprio. «Soprattutto nel latino tardo esso vi si diffuse talmente da esserne considerato dai grammatici latini un tratto tipico; ne è testimone la denominazione modus subiunctivus o modus coniunctivus, che per certi versi è fuorviante, perché associa la categoria grammaticale del modus al termine sintattico subiunctivus. Era dunque avvenuto un cambio di funzione: un sistema di morfemi nato per esprimere la modalità finì per segnalare la subordinazione» (Schneider 1999, p. 23). Il fatto è che nelle lingue romanze, nelle quali il congiuntivo viene usato anche nelle frasi indipendenti e non solo nelle subordinate o “clausole”, «l’oscillazione tra uso modale e uso sintattico è rimasta e ne rappresenta una peculiarità». Stewart (2002, p. 107) si pone la questione del congiuntivo sintattico o congiuntivo semantico quando analizza la concezione e la definizione del congiuntivo nella tradizione grammaticale italiana. Stewart ricorda che nella grammatica latina il “congiuntivo sintattico” era considerato privo di significato, e cita in tal senso Sant’Agostino, Diomede e Prisciliano, sebbene quest’ultimo aggiunga qualche accenno a valori semantici. Il congiuntivo «si associa in modo particolare alla subordinazione; era considerato il modo delle proposizioni subordinate» (Stewart 2002, p. 107). Lo studioso aggiunge che «il peso della tradizione della grammatica latina fece sì che il congiuntivo della subordinazione prevalesse anche nelle prime grammatiche italiane. Per grammatici come Alberti (1470), Fortunio (1516) e Giambullari (1522), al subienctivo o soggiuntivo corrispondeva in pratica qualunque forma verbale dipendente» (Stewart 2002, p. 108). Oltre a qualche tentativo da parte di alcuni grammatici, la caratterizzazione del congiuntivo come modo dipendente non si è modificata sostanzialmente fino alla metà dell’Ottocento. Alla fine del XIX secolo i trattatisti, «allontanandosi, anche se mai del tutto, da spiegazioni di carattere esclusivamente sintattico, tendevano a prediligere il fattore semantico, ad esempio nelle grammatiche di Fornaciari (1879), Zambaldi (1882), e Morandi e Cappuccini (1894)» (Stewart 2002, p. 109). Il congiuntivo è considerato allora il modo della possibilità (Fornaciari) oppure il modo dell’azione pensata, che si desidera, si suppone o si mette in dubbio (Zambaldi). Per Zambaldi (1882, pp. 80-81), il congiuntivo significa «esortazione o comando, desiderio, supposizione, concessione, condizione, dubbio». Questo tipo di definizione si trova tut- 32 Osservazioni preliminari tora nella maggior parte delle grammatiche italiane dei giorni nostri (Trabalza e Allodoli, 1934; Battaglia/Pernicone, 1951; Dardano/Trifone, 1983, ecc.). Tuttavia, Stewart riconosce che i contributi degli ultimi anni (Lepschy-Lepschy 1981, Wandruszka 2001, ecc.) affrontano il tema nell’ottica della prospettiva funzionale della frase. Infine, l’autore segnala che nonostante il congiuntivo in molte frasi dipendenti indichi circostanze reali e fatti accaduti (ad esempio nei predicati fattivi), esso è associato al modo dell’incertezza, del dubbio, ecc. come uno stereotipo. Effettivamente in una grammatica di spagnolo come seconda lingua, pubblicata nel 2004, si può leggere: «Cuando el hablante considera la acción verbal como cierta, experimentada, o es neutral ante ella, emplea el indicativo [...] Si se plantea dudas sobre ella y la presenta como hipotética, incierta o no experimentada, emplea el subjuntivo» (Gutiérrez Araus 2004, p. 36). Infine, Bosque (1990, p. 16) rileva che nella tradizione grammaticale spagnola e in genere nelle tradizioni delle lingue romanze, come l’italiano, il francese e il portoghese, la definizione del modo si basa su aspetti sintattici (selezione modale in spagnolo da parte di alcuni eruditi: Bello 1847, Salvá 1847, Togeby 1953) oppure è di natura semantica (concetti semantici associati ai morfemi verbali; per lo spagnolo Gili Gaya 1943, l’Esbozo 1973). Infine, anche Castronovo (1990, pp. 66-80) segnala che i criteri per delineare il modo sono misti: sintattici e semantici. 3.2. Il modo vincolato al verbo Una peculiarità nella tradizione grammaticale spagnola è il vincolo creato tra il modo e il verbo, anzi tra il modo e le flessioni verbali. Tale vincolo risale a Nebrija (1492), continua con Bello (1847) e si mantiene sia nella grammatica di Alarcos (1994) che negli scritti di Bosque (1990). La percezione del modo incardinato nel verbo ha impedito, nella maggior parte dei casi, di avere una visione globale della modalità, che potesse comprendere persino il modo verbale come una manifestazione di essa. Di conseguenza, a proposito del modo verbale, si può affermare che un importante percorso della grammatica spagnola apporta soluzioni con “personalidad propia” (López Rivera 2002, p. 18), nonostante i limiti posti dall’antichità greca. La lunga storia della grammatica ispana ha dato corpo alla cosiddetta “grammatica tradizionale”, dalla prima grammatica del castigliano di Nebrija (1492), passando per la prima grammatica della RAE del 1773, alle grammatiche di Bello (1847), Lenz (1920), Gili Gaya (1943) e Alarcos (1994) e tante altre, senza dimenticare la grammatica (Minerva) del Felisa Bermejo Calleja 33 Brocense (1587) (López Rivera 2002: 15). Fin dall’inizio (Nebrija 1492) e sino a nostri giorni (Alarcos 1994), è chiaro il vincolo del modo al verbo «en una relación que tiene todo el aspecto de enhebrar indisolublemente la afección (la categoría gramatical) con el elemento afectado (la unidad verbal)» (López Rivera 2002, p. 19). La percezione del modo associata alla forma verbale («Modo es aquello por lo cual se distinguen ciertas maneras de significado en el verbo», Nebrija 1492, p. 114) avrà continuità nelle grammatiche spagnole fino a nostri giorni, con poche eccezioni come quella del Brocense (Minerva 1587). Nebrija (1492) inizia anche una linea interpretativa comune rispetto alla caratterizzazione dei modi (indicativo: «mostramos lo que se hace»; congiuntivo: «juntamos un verbo con otro»; ottativo: «deseamos alguna cosa»; imperativo: «mandamos una cosa»); di fatto, dopo di lui si susseguiranno classificazioni dei verbi secondo la significazione del “mostrar”, “mandar” o “desear”, e inoltre si terrà sempre presente la dipendenza del verbo congiuntivo rispetto a precedenti reggenti. Questo è confermato da Bello ([1847] 2004, p. 158): «Llámanse modos las inflexiones del verbo en cuanto provienen de la influencia o régimen de una palabra o frase a que esté o pueda estar subordinado». Di conseguenza, i modi sono classificati in gruppi di verbi che condividono la reggenza o ambiti sintattici specifici. Nel XX secolo, si sviluppano due approcci diversi sul modo; di conseguenza, esso è caratterizzato o per il punto di vista soggettivo, o per l’atteggiamento mentale del parlante rispetto ai fatti che enuncia o all’azione verbale che comunica. Fino al 1960 la differenziazione del modo risponde “al punto de vista subjetivo”, principio sostenuto da Lenz (1920), R. Seco (1930) e Gili Gaya (1943). Dal 1960 in poi, è il turno della “actitud del hablante” nell’induzione dell’alternanza modale, come affermano Roca Pons (1960), M. Seco (1972), el Esbozo della RAE (1973), Alarcos Llorach (1994) ecc. (cfr. López Rivera 2002, p. 26). In definitiva, il modo ha la sua sede nei morfemi verbali e nei contenuti di attitudine del parlante (vedere infra 4. e 5.2.1.) Tuttavia, è innegabile l’esistenza di altre espressioni collegate all’ambito modale. La grammatica tradizionale ispana, che come si è detto identifica nel verbo l’espressione modale, tratta con una certa distanza le altre espressioni quali le perifrasi, i verbi modali e la modalità/modus della frase, che, sebbene modali, non appartengono alla categoria modale incardinata nelle flessioni verbali. I due termini modalidad e modus (in opposizione al dictum) sono stati usati per la tipificazione delle frasi semplici (enunciativas, exhortativas, desiderativas, dubitativas, interrogativas, exclamativas, ...). Il termine 34 Osservazioni preliminari modus è utilizzato da Gili Gaya (1943), el Esbozo (1973) e da Alcina e Blecua (1975), che seguono la distinzione di Bally (1932) modus/dictum. Il termine modalidad è usato da Marcos Marín (1972), R. Seco (1930), Roca Pons (1960) e M. Seco (1972) (cfr. López Rivera 2002, p. 52). Un’altra questione di cui si sono occupati i trattatisti è l’esistenza di una correlazione tra il modo verbale e il modus orazionale, che però non ha dato risultati definitivi. Soltanto mediante la nozione dell’ attitudine del parlante si può in qualche modo armonizzare i modi verbali con i tipi di frase stabiliti dalla modalità (modus orazionale). 4. Modo e modalità La definizione più comune della modalità ne distingue due tipi: modalità epistemica e modalità deontica. In linguistica, la modalità epistemica segnala il grado di validità attribuito dal parlante alla verità proposizionale dell’enunciato; in tal modo si crea una scala continua che include la certezza, la probabilità e la possibilità. La modalità deontica segnala il condizionamento sull’agente dell’azione espressa nell’enunciato, e ne fanno parte le modalità di comando, preghiera, divieto, ecc. (Bybee 1985). Squartini (2006) e Ridruejo Alonso (1999, p. 3214) mantengono rispettivamente per l’italiano e per lo spagnolo questa divisione binaria. Cresti (2002, pp. 133-145) raccoglie invece la suddivisione in tre tipi: aletica, epistemica e deontica, e López García (1994, p. 64) in quattro: aletica, dinamica, epistemica e deontica. Parallelamente, i modi più diffusi nelle lingue naturali si possono raggruppare in due categorie: i modi che esprimono una forza illocutiva (imperativo, ottativo, ammonitivo, proibitivo, interrogativo) e i modi che segnalano la posizione del parlante nei confronti del contenuto di verità dell’enunciato (congiuntivo, dubitativo, probabile, potenziale, condizionale) (Bybee 1985). D’altra parte, è bene ricordare che l’accezione più nota e diffusa di modalità risale alla formulazione di Bally (1932), in cui il modus richiama l’attitudine del parlante, cioè è il modo con cui il parlante considera il contenuto della sua enunciazione, contenuto referenziale o cognitivo, che è il dictum (Cresti 2002, pp. 133-145). Modus/dictum è la distinzione della tradizione grammaticale spagnola, che si mantiene anche nell’attualità, in parallelo ai contributi sulla modalità di semantisti e tipologi (Halliday 1970; Bybee 1985, 1990,1994,1995; Palmer 1986; ecc.). Felisa Bermejo Calleja 35 La maggior parte delle teorie che utilizzano la nozione della modalità nell’analisi linguistica si fondano sulle premesse delle analisi ereditate dalla logica, secondo la quale una proposizione è modalizzata – cioè modificata – da determinate forme linguistiche presenti nella frase. La modalità è anche una categoria prototipica di pensiero, secondo la quale il soggetto valuta il contenuto proposizionale o l’informazione che trasmette. In base alla valutazione, si configura nella frase una determinata operazione di modalizzazione, individuata in alcune marche linguistiche, mediante le quali il parlante esprime la sua “attitudine” riguardo a quanto dice. Una di quelle marche è il «modo verbale». Vieira (2003, p. 75) segnala che questa idea si trova già esplicitata nella Grammaire Raisonnée, dite de Port-Royal (1660); in essa, secondo questa studiosa, il congiuntivo è definito come il modo verbale che serve a marcare le affermazioni modificate; quindi mediante il congiuntivo si esprime un pensiero costruito, anzi un fatto su cui il soggetto effettua un’operazione logica che lo modifica. All’interno di questa visione logica, la subordinazione si configura sia al livello del pensiero umano sia al livello della sua espressione linguistica. Questo sarebbe il punto di partenza della polisemia del termine “modo”. Da un lato, in grammatica e in linguistica, il modo è definito come una categoria grammaticale specifica del verbo, cioè il modo verbale vero e proprio, dato che formalmente sono individuabili le inflessioni del paradigma verbale che in qualche maniera configurano opposizioni mutuamente escludenti. D’altro lato, in senso generico il “modo” corrisponde a un’attitudine del parlante che è definito con criteri mentalisti. È chiaro che il termine modo risulta, così, ambiguo, in quanto rimanda sia a una nozione linguistica (categoria grammaticale del modo verbale) sia a una nozione logica (atteggiamento del parlante su quanto afferma). Questi due versanti sono sempre da tenere presenti per il congiuntivo, in particolare per quei casi in cui è possibile la scelta da parte del parlante del modo indicativo o congiuntivo. Parallelamente, la “modalità”, il cui concetto originario è inteso all’interno della proposizione logica come l’ attitudine del soggetto (anche in senso filosofico), riceve l’invasione dell’ambito linguistico dal momento che si parla di “marca” di tale attitudine nella frase; tale attitudine indica la distanza del parlante nei confronti del contenuto proposizionale. È quindi difficile separare la modalità della logica dalla modalità della linguistica. Secondo Vieira (2003, p. 78), nell’uso del congiuntivo sono innegabili i vantaggi di tener conto dei sensi semantico-pragmatici associati alla costruzione della modalità. 36 Osservazioni preliminari Ridruejo Alonso (1999, pp. 3211-3219), dopo una prima differenziazione tra modalità logica e linguistica, fa riferimento a una doppia distinzione in linea con la tradizione europea. Da un lato, seguendo Jakobson, individua i termini “modalità dell’enunciazione” e “modalità dell’enunciato”. Da un altro lato, segnala la modalità epistemica e la modalità deontica, che è una «distinción más útil para el análisis de una lengua como el español». L’autore applica i concetti attribuiti a queste denominazioni allo studio delle subordinate completive, tralasciando le relative e avverbiali. Per quanto riguarda i modi indicativo e congiuntivo, ammette che esiste una differenza di significato tra essi, ma ritiene che si dovrebbe determinare bene in cosa consiste tale significato modale, perché non esiste una corrispondenza univoca tra i due modi (indicativo/congiuntivo) e i due contenuti delle modalità (epistemico e deontico), «sino que cada distinción formal asocia más de una diferencia de modalidad y a la inversa» (Ridruejo Alonso 1999, p. 3215). L’autore ritiene però valida la spiegazione più generalizzata, secondo la quale la distinzione del modo si basa sull’opposizione asserzione/non asserzione. Diversi studi recenti esaminano il fenomeno globalmente, considerando la modalità come grande categoria di contenuto modale, e solo tangenzialmente come modalità sintattica. Da questo punto di vista, il modo vincolato al verbo perde la sua preponderanza, e diventa uno tra gli elementi che veicolano la modalità. Gli studiosi spagnoli che hanno cercato di superare l’approccio solo verbale del modo si sono avvalsi di una soluzione dicotomica che confronta la modalità al modo; quest’ultimo è tributo espressivo della modalità. Secondo López García (1990, p. 139) fu Lenz (1920) a inaugurare la visione della modalità come criterio nozionale, anche se non ha materialmente usato il termine modalità, perchè ha distinto tra “juicios asertorios, problemáticos y apodícticos”. Hernández Alonso (1979) o Martinell (1985) sono gli studiosi spagnoli odierni che, insieme a Deguchi (1980) o Fukushima (1981), presentano il modo adattato all’ambito semantico come veicolo di espressione della modalità, intesa come “factótum modal completo” (cfr. López Rivera 2002, p. 69). Altri studiosi, partendo da premesse e lingue diverse, affrontano la modalità separandola dal modo verbale. López Rivera (2002, pp. 74-102) passa in rivista le diverse concezioni della modalità, sia dall’ottica della logica modale (Herslund 1989; Nolke 1989; Pedersen 1989), sia dal punto di vista funzionale e pragmatico (Halliday 1970; Hernández Sacristán 1988; Confais 1990; Mattews 1991; Maynard 1993), sia dalla prospettiva tipolo- Felisa Bermejo Calleja 37 gica (Bybee 1985; Bybee/Perkins/Pagliuca 1994; Bybee/Fleishmann 1995; Chung/Timberlake 1985; Palmer 1986). 5. Il congiuntivo nella subordinazione 5.1. Il congiuntivo ha un valore unico o è polivalente? Nel lungo percorso degli studi grammaticali, all’atto di caratterizzare il congiuntivo è frequente porsi la domanda sul valore di tale modo. Tale domanda «implica che questo modo abbia in tutti i suoi usi un valore sostanzialmente unico» (Prandi 1996: 29).2 Nella maggioranza degli studi grammaticali e in particolar modo nella tradizione grammaticale spagnola e italiana, il congiuntivo è stato definito riconducendolo ad un unico principio di fondo. Per lo spagnolo, questo è documentato dalla prima grammatica di Nebrija (1492) e la prima della Real Academia (1771), passando per Lenz (1920), sino ad Alarcos (1994). Per l’italiano, si possono leggere in tal senso le definizioni di Battaglia (1951), Dardano/Trifone (1985) o Serianni (1988). Per illustrare tale continuità, possono servire di esempio le definizioni di Alarcos per lo spagnolo e di Serianni per l’italiano. Secondo Alarcos (1994, p. 154), il congiuntivo «señala el carácter ficticio, no real, de lo que denota el significado de la raíz verbal». Per Serianni (1988, p. 324) il congiuntivo esprime «un certo grado di allontanamento dalla realtà o dalla constatazione obiettiva di qualcosa». Come si vede, pur con una certa varietà di formulazioni, l’uso del congiuntivo è sempre associato all’espressione di un processo che, rispetto alla realtà, è distante, non attuale e immaginato. Un altro valore fondamentale associato al congiuntivo è la soggettività. In spagnolo, gli esponenti di questa concezione sono stati Lenz (1920) e Gili Gaya (1943) della corrente psicologista, che è stata ripresa da García López con la sua grammatica “liminar”. Il concetto di “actitud del hablante” è appunto nato all’interno di questo indirizzo; dell’utilizzo odierno di questa nozione ci occuperemo più avanti. Più recentemente, un concetto forte che contraddistingue il congiuntivo romanzo è la non-asserzione. Asserzione significa comunicazione di un fatto. Se l’asserzione è il caso neutrale e non marcato dell’enunciato, 2 Lo studioso peraltro non si dichiara sostenitore di un valore unico per tutti gli usi del congiuntivo. 38 Osservazioni preliminari l’indicativo è quindi il modo non marcato. L’indicativo segnala l’asserzione, e il congiuntivo la non-asserzione (Bosque 1990, pp. 27-36; Bybee e Terrell 1990, pp. 145-163; Wandruzska 2001; Ridruejo Alonso 1999). Dato che il congiuntivo è usato anzitutto nelle subordinate, è stato ritenuto un modo verbale che sospende o neutralizza gli effetti assertivi della frase. Il valore di fondo, unico, attribuito al congiuntivo rappresenta l’altra faccia della moneta rispetto al valore appartenente all’indicativo. Di fatto, passando in esame la storiografia grammaticale, si osserva molto frequentemente la tendenza a definire l’opposizione indicativo/congiuntivo sulla base di due valori fondamentali di segno contrario (realtà/non-realtà; oggettività/soggettività; attualità/non attualità; assertività/non assertività), che servono a spiegare l’espressione modale come una sfera divisibile in due emisferi che, pur contrapposti, sono reciprocamente necessari. Alcuni studiosi sottolineano, invece, la polivalenza del congiuntivo. Schneider (1999, p. 34) afferma che a causa della «natura camaleontica del congiuntivo, ogni teoria unitaristica contiene elementi di verità e per tutte è possibile citare dei controesempi», in quanto si tratta di teorie molto generiche che si sforzano in ricondurre a un minimo comune denominatore gli usi del congiuntivo. Per Schneider, però, questo sforzo non agevola la comprensione del problema; lo studioso conclude affermando che «la molteplicità funzionale del congiuntivo è la testimonianza sincronica di stadi diacronici distinti e come tale va semplicemente registrata». Zamorano (2005, p. 369) mette a sua volta in rilievo «la polifuncionalidad y el carácter complejo del subjuntivo»; tale affermazione è riferita allo spagnolo, ma vale anche per le altre lingue romanze. Zamorano (2005, p. 370), sebbene ritenga auspicabile una spiegazione globale del congiuntivo che ne abbracci i diversi fattori, ammette che un approccio di questo tipo trova enormi difficoltà per riunire le diversità di livelli, metodologie e precisioni teoriche. «Ni los análisis semánticos, ni los sintácticos (cfr. Spaulding, 1941; Badía, 1953; Fente et al., 1975; Manteca, 1981; Takagaki, 1984, o Bosque 1990b) ni los pragmáticos (cfr. Sánchez Ramírez, 1989, o Miyoshi, 1981), ni el abordaje particular de múltiples cuestiones y puntos de vista pueden dar cuenta de manera monolítica de la capacidad expansiva del subjuntivo en español». Felisa Bermejo Calleja 39 5.2. Altri valori del congiuntivo 5.2.1. L’attitudine del parlante Il concetto di “actitud del hablante”, che era specifico della corrente psicologista, serve oggi a studiosi di diverse scuole per giustificare la presenza o l’assenza del congiuntivo nella subordinata. Nell’analisi semantica effettuata da Bybee e Terrell (1990, pp. 145-163), il valore dell’assertività è applicato alle subordinate completive all’interno della cosiddetta “ipotesi semantica”. Gli studiosi classificano i periodi in sei tipi sulla base di alcuni atteggiamenti che il parlante può adottare («según ciertas actitudes que el hablante puede adoptar»). Va sottolineato che questi studiosi recuperano tale concetto in chiave semantica solo nei casi di scelta libera del modo. La nozione dell’attitudine del parlante3 è stata anche ripresa in chiave pragmatica da Vieira (2003, p. 282). Oltre agli studiosi appena citati, numerosi altri autori, con punti di vista e approcci analitici molto diversi, tengono conto del “parlante” (l’intenzione, l’atteggiamento, il rapporto con la verità di quanto detto, il rapporto con le condizioni comunicative) per spiegare la scelta del modo verbale nelle subordinate. Per esempio, Manteca (1981, pp. 4-41) segnala che il congiuntivo è il risultato della non-asserzione del parlante; Porto Dapena (1991, p. 33) afferma che «el subjuntivo alude a una acción o proceso cuya existencia resulta más o menos problemática, esto es, que el hablante ve con independencia de que se cumpla o no». Non si può prescindere dalla nozione dell’attitudine del parlante, perché essa permette di considerare la distanza tra il parlante e ciò che dice (l’enunciato); questa distanza, in spagnolo e in minor misura in italiano, ha delle conseguenze formali riguardo al modo, nell’ambito dell’ipotesi, della tematicità e della valutazione del grado di verità (impegno del parlante). 3 Sarebbe necessario profilare meglio la nozione di “attitudine” del parlante per poterla inquadrare nell’ambito pragmatico. Il concetto così ricostruito permetterebbe di includere nella spiegazione degli usi dei modi verbali i fattori come quelli della relazione particolare di quel soggetto parlante con l’universo che lo circonda o con il suo interlocutore. 40 Osservazioni preliminari 5.2.2. La non-fattualità del contenuto della subordinata Le subordinate volitive e le subordinate finali hanno un contenuto non fattuale; in altri termini, lo stato di cose descritto nella subordinata non è stato “fatto”, compiuto o realizzato nel momento indicato dal verbo della reggente. Se questo verbo è al presente, allora tale stato di cose non si è “fatto” nel momento dell’enunciazione. Collegato al valore volitivo è quindi il valore prospettivo, che si osserva chiaramente nelle subordinate temporali italiane introdotte da prima che. Questo nesso nega la fattualità dello stato di cose nel momento dell’avvenimento della frase principale. Inoltre, non è presupposto necessariamente che il contenuto della frase dipendente sia stato o sia effettivamente realizzato (benché questo rappresenti sicuramente il caso normale). Le subordinate temporali spagnole orientate al futuro si costruiscono sempre con il verbo al congiuntivo. Anche le subordinate relative e modali, se sono orientate al futuro, si costruiscono tendenzialmente al congiuntivo. Il congiuntivo dunque è collegato strettamente al valore della non-fattualità. Tuttavia, sia Prandi (2002, p. 31) sia Wandruzska (2001 II, p. 451) avvertono che: «Si può dire che generalmente la non-fattualità del contenuto della frase dipendente rappresenta una condizione sufficiente ma non necessaria per l’impiego del congiuntivo». 5.2.3. La non-rilevanza informativa della frase dipendente 5.2.3.1. Congiuntivo tematico Il minor valore informativo della subordinata rispetto alla principale si osserva chiaramente nelle frasi con predicati fattivi, denominati tematici perché non hanno rilevanza informativa. Conviene dunque ricollegarsi ai concetti di tema e rema. Il contenuto della subordinata dipendente da predicato fattivo è già noto oppure è presupposto, e quindi non ha alcun valore informativo. Il peso comunicativo cade sulla frase principale che apporta qualcosa di nuovo. Queste subordinate si costruiscono con il verbo al congiuntivo. «Risulta evidente che il congiuntivo essenzialmente non è il modo dell’asserzione, cioè che con esso, per le sue peculiarità, non viene comunicato nessun fatto nuovo come effettivo rema dell’enunciato» (Wandruzska 2001 II, pp. 454). Altre subordinate al congiuntivo, come le concessive in spagnolo, possono veicolare anche uno scarso valore informativo. In questo tipo di subordi- Felisa Bermejo Calleja 41 nata si è individuato all’interno del valore tematico il cosiddetto congiuntivo “polemico”, che viene usato in contesti dialogici. 5.2.3.2. Congiuntivo polemico Il congiuntivo polemico è un caso particolare del congiuntivo tematico che si usa in una situazione dialogica in cui si replica, si contrasta l’opinione dell’interlocutore. L’idea espressa dalla subordinata è già conosciuta dal punto di vista informativo, e assume in più un valore avversativo, polemico, non cooperativo. Particolarmente in questi contesti, il parlante usa il congiuntivo per minimizzare il valore argomentativo che l’interlocutore intende dare a quell’enunciato. In spagnolo si osserva nitidamente nell’uso delle concessive: (1) – Me gusta porque es una ciudad muy bonita. – Aunque sea muy bonita, a mí no me gusta. In italiano il valore polemico si può esprimere, in un contesto simile, con l’uso del futuro di probabilità (come, d’altra parte, anche in spagnolo). (2) – Mi piace perché è una città molto bella. – Sarà bella, ma non mi piace. 5.3. Fattori che determinano la selezione del modo 5.3.1. Selezione del modo imposta Va premesso che in molti casi la scelta del modo viene imposta da un elemento della principale senza possibilità di variazioni, come succede per esempio con i predicati volitivi oppure con certi nessi della subordinazione avverbiale: <prima che>/<antes de que>; <a patto che>/<con tal que>; affinché/<a fin de que>, che selezionano il congiuntivo in esclusiva. Riguardo alle congiunzione subordinanti italiane, Prandi (1996, p. 40) afferma che «Nella sua qualità di perno della codifica, la congiunzione subordinativa di regola seleziona il modo della forma verbale subordinata. Dopo che e anche se, ad esempio, reggono l’indicativo, mentre prima che e benché reggono il congiuntivo». 42 Osservazioni preliminari 5.3.2. Selezione del modo indotta Mentre determinati nessi subordinanti impongono sistematicamente la scelta del modo, altri elementi linguistici inducono la scelta di uno dei modi, solo però in determinate condizioni: sono gli operatori modali o orazionali. Effettivamente, nello studio delle subordinate si deve tener conto dell’effetto che gli operatori modali hanno sulla selezione del modo verbale. Gli operatori orazionali sono: i quantificatori, la negazione, i verbi intensionali o non implicativi, i verbi al futuro o all’imperativo. La presenza di un operatore nella principale può indurre la selezione del congiuntivo nella subordinata. I quantificatori, la negazione e i verbi non implicativi hanno effetti simili nelle subordinate relative italiane e spagnole. I verbi al futuro e all’imperativo inducono il congiuntivo in spagnolo ma non in italiano; ciò accade anche nelle concessive e modali spagnole. La negazione agisce come operatore selettore di congiuntivo nelle subordinate dipendenti da predicati assertivi ed epistemici. Anche il modo delle subordinate relative e causali risente degli effetti della negazione. 5.3.3. Selezione del modo libera In altri casi, la scelta del congiuntivo è una possibilità a disposizione del parlante. Se ciò si verifica, il congiuntivo contribuisce a individuare la subordinata come punto focale, a far sì che il referente venga interpretato come non specifico, o a dare un grado inferiore di probabilità a quanto affermato. Prandi (1996. p. 32) sostiene che «solo nei casi in cui la sua scelta del modo è libera, e quindi alterna realmente con l’indicativo» il congiuntivo contribuisce attivamente a codificare il valore modale della proposizione che lo contiene. La rilevanza informativa, l’attitudine del parlante sono strumenti utili per spiegare la scelta di uno dei due possibili modi. 5.4. Armonizzazione dei criteri sui valori del congiuntivo La complessità e la diversità degli usi del congiuntivo nella subordinazione richiede una spiegazione articolata che comprenda i valori associati ai diversi livelli di analisi. Tali livelli sono la sintassi, la semantica e la pragmatica: è innegabile che l’uso del congiuntivo risponde a questi tre piani di attuazione (a seconda dei casi, in una dinamica di inclusione o di esclu- Felisa Bermejo Calleja 43 sione). Nonostante il nobile – e forse augurabile – tentativo di molti studiosi, che continuano a postulare e a ricercare un comune denominatore, è difficile concentrare in un solo valore del congiuntivo la diversità dei suoi usi. I principi individuati hanno diverse formulazioni, ma sono in realtà pochi. In primo luogo si deve far riferimento ai casi in cui il congiuntivo appare nella subordinata perché è determinato da un elemento linguistico esplicito, un verbo, un nesso, un operatore di polarità negativa, ecc. Tali determinazioni possono essere intese come di indole semantica, oppure come appartenenti all’ordine sintattico, o, infine, come il risultato del combinarsi delle due dimensioni. In secondo luogo, da una prospettiva semantica, l’uso del congiuntivo è stato associato al valore della non-asserzione, della non-affermazione o della sospensione dell’affermazione; oppure, sulla base di altri presupposti, è stato collegato alla non-fattualità. In terzo luogo, dal punto di vista della struttura informativa e di conseguenza del tema-rema, il congiuntivo rappresenta la parte tematica. La connessione con la realtà extralinguistica entra in gioco attraverso la dinamica della referenzialità (si pensi ad esempio alle subordinate relative con antecedenti non specifici). Infine, il parlante, l’interlocutore e le condizioni del momento dell’atto comunicativo sono fattori da tener presenti nella comparsa del congiuntivo (senza poter individuare in modo immediato cosa appartiene alla semantica e cosa alla pragmatica). Il criterio misto accoglie sia il meccanismo sintattico nella subordinazione sia il contenuto semantico-pragmatico. Con le tre prospettive suddette si possono individuare delle spiegazioni soddisfacenti dell’uso del congiuntivo. Le nozioni essenziali utilizzate (determinazione o selezione, non fattualità e incidenza del parlante-interlocutore) potrebbero, a grandi linee, essere collegate alle nozioni usate dalla tradizione grammaticale delle lingue romanze, quali la dipendenza, la non-realtà (desiderio, dubbio, incertezza), la soggettività (cfr. Zamorano 2005, p. 98 ss.). Il grande pregio degli studi odierni risiede nella delimitazione dei campi di esame e della differenziazione dei livelli di analisi; in certe correnti, per esempio, la gerarchizzazione di sintassi-semantica-pragmatica permette di situare ogni fattore che determina o giustifica l’uso del modo indicativo o congiuntivo nell’ambito e nella disciplina adeguata. Per quanto ci riguarda, siamo convinti della necessità di criteri misti che tentino di dar ragione del maggior numero possibile di frasi con il verbo al congiuntivo. Il congiuntivo racchiude in sé una serie di valori diversi tra loro; essi non sempre sono cumulativi, giacché se ne può manifestare uno 44 Osservazioni preliminari ad esclusione di un altro a seconda della struttura in cui viene utilizzato, o a seconda del contesto a cui appartiene l’enunciato. Capitolo 2 LE SUBORDINATE AVVERBIALI Consapevoli del fatto che le subordinate qui studiate non costituiscono propriamente un gruppo omogeneo, crediamo tuttavia necessario, sia per una convenzione fissata nel corso del tempo, sia per motivi pratici, utilizzare la denominazione “avverbiali” per raggruppare gli otto tipi di subordinate che analizzeremo nei successivi capitoli: temporali, modali, causali, finali, consecutive, comparative, condizionali e concessive. Individuare un gruppo con un’unica denominazione permette di distinguere immediatamente tali subordinate dalle altre esistenti, sostantive e aggettive (o relative). La motivazione per la scelta della denominazione “subordinate avverbiali” può essere riassunta in tre punti fondamentali. In primo luogo, l’oggetto ultimo del nostro studio è il modo verbale della subordinata; per questa ragione non ci siamo soffermati a lungo sulla questione della diversità di denominazioni che tali subordinate hanno ricevuto. Tuttavia, non abbiamo nemmeno eluso la questione, e di fatto, in ogni singolo capitolo, abbiamo richiamato i diversi studi sull’argomento. In secondo luogo, la contrastività dell’approccio di questo studio impone di seguire in parallelo due diverse tradizioni grammaticali; adottare quindi soluzioni terminologiche originali o innovative, anche se forse più rigorose, avrebbe reso più complicata l’esposizione e impossibilitato la presentazione in parallelo. L’ultima ragione della denominazione “subordinate avverbiali” si fonda sulla comprensibilità da parte di lettori, studenti o meno, non specializzati nelle questioni grammaticali terminologiche. Ad essi, data la complessità che presenta la subordinazione, si evita con questa soluzione di dover superare lo scoglio di una terminologia troppo specializzata. In definitiva, l’adozione del termine “avverbiali”, pur sacrificando altri aspetti, favorisce la chiarezza, tenendo anche conto che tale denominazione è quella usata nelle due tradizioni grammaticali nazionali ed è, sebbene con qualche riserva, generalmente accettata dagli studiosi di grammatica e di linguistica in generale. 46 Le subordinate avverbiali Occorrerà poi esporre, in primo luogo, lo stato della questione riguardo al binomio avverbiale/circostanziale, e in secondo luogo, le altre soluzioni nella loro classificazione. Le grammatiche italiane che abbiamo consultato usano la denominazione “avverbiale” (GGIC 2001) o “circostanziale” (Graffi 1994) per riferirsi alle subordinate che non sono né completive né relative. Nella GGIC (2001 II, p. 633), le subordinate avverbiali sono definite in contrasto con le funzioni svolte dalle subordinate sostantive (“argomentali”): «Le frasi avverbiali, invece, non sono richieste dal verbo principale e sono aggiunte alla frase principale sulla base di criteri semantici». Graffi (1994, p.117) giustifica la scelta del termine “circostanziale” in sostituzione di “avverbiale” in quanto «le frasi temporali, causali, ecc. si comportano come gli avverbi [...] non perché ne siano, in un certo senso, un’imitazione, ma perché entrambe queste classi di espressioni realizzano la stessa proprietà generale, quella cioè di essere degli elementi circostanziali». Né Dardano/Trifone (1983) né Serianni (1988) indicano un termine specifico per individuare l’insieme costituito dalle subordinate causali, finali, ecc. Dardano/Trifone (1983, pp. 310-326), senza preamboli, divide direttamente le subordinate in diversi tipi: oggettive, soggettive, dichiarative, causali, finali, consecutive, ecc. Serianni (1988, p. 463) cita alcune classificazioni di grammatici precedenti, ma poi esplicita la propria scelta di trattare «in modo autonomo ogni proposizione secondaria, evitando di collocarla forzatamente entro categorie generali». Anche nelle grammatiche spagnole sono generalmente adoperati i termini adverbial (M. Seco, Alarcos 1994, Pérez Saldanya nella GDLE) o circunstancial (Esbozo 1973, Hernández 1995); inoltre, nella tradizione spagnola, le diverse denominazioni implicano anche una sottodivisione e un determinato raggruppamento. El Esbozo (1973, p. 536) chiarisce che, mentre per la classificazione delle sostantive e relative si è basato sulla funzione sintattica, per la classificazione delle circostanziali si è invece fondato su un criterio semantico, e avverte che compariranno “zone intermedie” di delimitazione tra i sottogruppi. Nel calcolo statistico effettuato da Zamorano (2004, p. 320) a partire da un corpus costituito dalle grammatiche spagnole pubblicate tra 1953 e 1994, emerge che il 46,66% dei testi analizzati adopera il termine “adverbial” rispetto al 26,67% che usa il termine “circunstancial”. La GGIC (2001) classifica le subordinate in “argomentali” e “avverbiali”. Graffi (1994) usa i termini “sintagmi”, e denomina le subordinate come Felisa Bermejo Calleja 47 “argomentali” e “circostanziali”. Senza sottovalutare il fatto che un diverso punto di vista riesce, molte volte, a spiegare meglio determinati fenomeni, si può affermare che spesso è possibile stabilire delle corrispondenze tra categorie e classi di una o dell’altra corrente, o scuola . Lo stesso Graffi (1994, p. 115), facendo riferimento alla grammatica tradizionale, collega da un lato le “sostantive” con le “argomentali”, e dall’altro le “avverbiali”con le “circostanziali”, lasciando chiaro che, pur essendo diverso il principio che anima la classificazione, il comportamento sintattico trova una specifica corrispondenza. Dardano/Trifone (1983, p. 308) segnalano direttamente i diversi tipi di proposizioni subordinate. Escluse quelle riconducibili alle sostantive e alle aggettive, esse sono le seguenti: causali, finali, consecutive, temporali, comparative, condizionali, concessive, relative, modali, avversative, esclusive, eccettuative, limitative e incidentali. Serianni (1988), escluse le completive e le relative, distingue tra proposizioni causali, finali, consecutive, ipotetiche, concessive, temporali, comparative, modali, aggiuntive, esclusive, eccettuative, limitative. Per descrivere le frasi circostanziali, Graffi (1994) segnala che il comportamento tipico degli elementi circostanziali si caratterizza, in primo luogo, per il fatto che non devono essere obbligatoriamente presenti per far sì che la frase (o periodo) a cui appartengono sia grammaticale; e in secondo luogo, per la libertà di collocazione all’interno della frase (o periodo) di cui fanno parte. Per questo studioso ci sono diversi tipi di frasi circostanziali: causali, temporali, finali, ecc., ma non offre un elenco completo. Nella GGIC (2001 II, p. 633) le subordinate avverbiali si dividono in frasi temporali, causali, ipotetiche, concessive, finali, consecutive e comparative. La GGIC non prende in considerazione le subordinate modali. Nessuna delle grammatiche appena citate individua le locative come tipo di subordinate. L’Esbozo, insieme a M. Seco (1972) e ad altri grammatici (cfr. Zamorano 2004), come pure in parte Alarcos (1994), in merito alla classificazione dell’insieme totale delle subordinate, seguono il criterio secondo il quale si paragonano le categorie morfologiche (sostantivo, aggettivo, avverbio) delle frasi semplici con le proposizioni della frase composta. È da segnalare anche la classificazione stabilita da Alonso-Henríquez (1938-39) tra “inordinadas” (sostantive e relative) e “subordinadas propiamente dichas”; queste ultime comprendono le avverbiali. 48 Le subordinate avverbiali Per il raggruppamento delle subordinate si applicano diversi criteri: semantico, sintattico, formale e funzionale (cfr. Zamorano 2004, pp. 312316). Nello specifico, per la distinzione del gruppo delle avverbiali in diversi tipi, il criterio è semantico, sebbene vengano presi in considerazione anche criteri formali e funzionali. M. Seco (1972) individua quindici tipi di avverbiali: lugar, tiempo, paralelismo, contraste, modo, intensidad, comparación, causa, finalidad, consecuencia, condición, restricción, concesión, excepción e adición (cfr. Zamorano 2004, p. 317). L’Esbozo (1973, pp. 536-559) raggruppa tra le “circunstanciales” nove tipi di subordinate: di luogo, di tempo, di modo, causali, consecutive, concessive, condizionali, comparative e finali; e segnala che, trattandosi di una classificazione con criterio semantico, non è una diffrenziazione rigida, nella quale i membri si escludono tra loro. Anche Alarcos (1994) segnala nove tipi di orazioni “trasposte” o subordinate, ma compie dei raggruppamenti particolari. Distingue un gruppo denominato “avverbiali proprie” che comprende le subordinate locative, temporali e modali; ma in più indica che una parte delle sostantive svolge funzione circostanziale (di “aditamento”). Le altre subordinate avverbiali individuate da Alarcos sono: finali, causali, concessive e condizionali. Vengono lasciate da parte le comparative e le consecutive, per le quali Alarcos (1994, p. 342) stabilisce un’analogia con le relative, ritenendo che anche nelle comparative e nelle consecutive si possa individuare un antecedente, identificato con il quantificatore o l’intensivo dell’elemento comparato. È stato Narbona (1989 e 1990) a individuare la distinzione tra subordinate avverbiali proprie e improprie, ripresa in parte da Alarcos (1994) e da altri grammatici tra cui Veiga/Mosteiro (2006). Diversi studiosi hanno tentato delle sottoclassificazioni, senza però che nessuna di esse abbia avuto il sopravvento; tutto ciò dimostra che esiste effettivamente la necessità di evidenziare la diversità che c’è tra le subordinate raggruppate sotto l’etichetta “avverbiali”, perché esse di fatto non costituiscono un gruppo omogeneo. Nella GDLE (1999), Pérez Saldanya non include tra le avverbiali le subordinate comparative, categoria che non viene proprio presa in considerazione. Nell’insieme del testo della GDLE (1999), le comparative sono studiate nel capitolo dedicato alle costruzioni comparative in generale, e non è mai Felisa Bermejo Calleja 49 usato il termine “subordinada”; tuttavia, se la struttura ha il verbo finito, riceve la denominazione di “coda clausal”. Riassumendo, le due tradizioni grammaticali nazionali hanno giustificato la classificazione delle subordinate, generalmente in tre grandi gruppi, in base all’associazione tra le funzioni delle parti del discorso nella frase semplice, e delle funzioni svolte dalle proposizioni nella frase complessa. Per quanto riguarda l’italiano, tale associazione viene ripresa esplicitamente da Graffi (1994), ma evitata da Dardano/Trifone (1983) e scartata esplicitamente da Serianni (1988). La GGIC (2001) definisce le avverbiali sulla base delle funzioni in contrasto con le argomentali, ma nella stessa definizione segnala anche i criteri semantici. Per quanto riguarda lo spagnolo, il collegamento tra le parti del discorso e le proposizioni, accompagnato da chiarimenti e avvertenze, si ripresenta costantemente in maniera più o meno esplicita. Per concludere, va segnalato che le grammatiche italiane non prendono in considerazione le locative come tipo di subordinata (Dardano/Trifone 1983, Serianni 1988, GGIC 2001); in più, la GGIC (2001) non menziona né analizza le subordinate modali. Le grammatiche spagnole, invece, lasciano in disparte le comparative (Alarcos 1994, Pérez Saldanya 1999, Veiga/Mosteiro 2006). Questa separazione può rinviare a diverse spiegazioni, tra cui il fatto che la comparativa non è riconducibile al concetto del rapporto causale al quale rispondono le altre subordinate “avverbiali improprie” (cfr.Veiga/Mosteiro 2006). Capitolo 3 SUBORDINATE TEMPORALI 1. Definizione Le proposizioni subordinate temporali svolgono la funzione sintattica di complemento circostanziale di tempo, e dal punto di vista semantico esprimono temporalità: situano il contenuto della principale in un punto del tempo o lo marcano cronologicamente rispetto all’azione designata dalla subordinata. 2. Nessi temporali I nessi con valore temporale sono molti e diversi; considerando la loro significazione, all’interno del valore generale di tempo, questi nessi possono esprimere i rapporti di simultaneità, anteriorità, posteriorità, immediatezza, processo, punto di origine, punto finale… Osservando i rapporti sintattici, alcuni di questi nessi possono introdurre soltanto strutture esplicite, altri soltanto implicite e altri, infine, le due strutture, ma non indistintamente, bensì rispettando certe condizioni, tra cui la più comune è l’identità del soggetto delle proposizioni principale e subordinata. cuando valore universale quando immediatezza <en cuanto> apenas <tan pronto como> <no bien> nada más + infinito appena come <non appena> allorché 52 Subordinate temporali progressione <a medida que> conforme según <man mano> <via via che> iterazione <cada vez que> <siempre que> mientras (que) <en tanto que> <ogni volta che> <tutte le volte che> <ogniqualvolta> simultaneità mentre intanto punto finale <hasta que> <fino a che> finché <fino a quando> <fin quando> hasta + infinito <fino a> + infinito <desde que> desde + infinito <antes de que> <antes de> + infinito punto di origine <da quando> dacché da + infinito anteriorità <prima che> (prima di quando) <prima di> + infinito Felisa Bermejo Calleja 53 posteriorità <después de que> <luego que> <después de> + infinito tras + infinito <una vez que> <una vez> + participio <dopo che> dopo + infinito/participio <una volta che> <una volta> + participio Nei corpora di C-ORAL non si sono trovate occorrenze di alcuni nessi temporali. Immediatezza: apenas, <tan pronto como>, <no bien>, come, allorché; iterazione: <ogniqualvolta>, <tutte le volte che>; simultaneità: <en tanto que>; punto finale: <fino a quando>, <fin quando>; punto di origine: <dacché>; posteriorità: <luego que>. La denominazione di “anteriorità” e “posteriorità” nella subordinazione temporale presenta forti differenze tra le grammatiche italiane e spagnole (si vedano la GGIC e GDLE); le medesime denominazioni possono apparire come opposte, e persino indurre a pensare che una di esse è sbagliata. Nella GGIC si attribuisce l’anteriorità alle subordinate introdotte da dopo, e la posteriorità a quelle introdotte da prima di. Nella GDLE si parla di rapporto di anteriorità se la subordinata ha come introduttore antes de, e di posteriorità con l’introduttore después de. La causa di questa disparità è che nella prima (GGIC) il criterio è il rapporto temporale espresso dalla subordinata rispetto alla principale; invece, nella seconda (GDLE), il criterio del rapporto temporale si basa sulla principale rispetto alla subordinata. In altri termini, cambia del tutto l’elemento di riferimento. ₪ Nel repertorio di occorrenze si possono osservare alcune dissimmetrie che riguardano le costruzioni implicite. Per esempio, a differenza del nesso spagnolo <después de>, il nesso italiano dopo può introdurre una subordinata implicita con l’infinito composto o con il participio. Invece, in spagnolo, <después de> (che deve essere accompagnato sempre dalla preposizione de) può anche introdurre una subordinata implicita, ma solitamente con il verbo all’infinito semplice. Lo spagnolo, oltre a <después de>, per indicare la posteriorità dispone della preposizione tras a cui segue un infinito. Un’altra divergenza da segnalare riguarda alcuni nessi che esprimono immediatezza. In spagnolo il nesso apenas può introdurre solo subordinate esplicite, mentre in italiano appena può, oltre all’esplicita, introdurre una subordinata implicita con verbo al participio. Lo spagnolo dispone anche del nesso <nada más>, che è seguito però da infinito. 54 Subordinate temporali 3. Repertorio di occorrenze in lingua spagnola 3.1. Esplicite 3.1.1. Nesso con valore universale cuando Riferimento al presente (3) / no? fíjate cuando una persona / se ríe mucho / sus ojos se iluminan // [emedsc03] Riferimento al passato (4) NAR: Joan tenía quince años / cuando vino a vivir al hospital // [emedrp02] Riferimento al futuro (5) LOC: [<] <entonces> / cuando tengamos el dinero / compramos un [/] un giga más y lo metemos en la nuestra // mientras tanto hay que mandarlo allí // [enatte02] 3.1.2. Immediatezza <en cuanto> (6) / y ha anunciado que / en atención a consideraciones humanitarias / pondrá en libertad a la tripulación estadounidense / en cuanto se cumplan / las formalidades necesarias // [emednw02] apenas (7) Apenas había empezado a hablar, cuando, de pronto, se oyó un grito en la sala (Santos Río 2003, p. 197). <tan pronto como> (8) Tan pronto como hubo cenado se fue de allí (Santos Río 2003, p. 618). <no bien> (9) No bien lo hayas terminado, comunícamelo (Santos Río 2003, p. 472). Felisa Bermejo Calleja 55 3.1.3. Progressione <a medida que> (10) // pero a medida que se van haciendo más estudios con / monos / es decir / con / otros primates que no son / los simios / se va encontrando que / son mucho más complejos de lo que anteriormente se había pensado [enatco01] conforme (11) // entonces / conforme vamos acabando / vamos haciendo eso // [enatpe04] según (12) // o sea según empecé a leerlo se reconoce / pero perfectamente / o sea cada palabra se reconoce // [efamdl23] 3.1.4. Iterazione <cada vez que> (13) GAR: cada vez que tocaba el balón el Mágico / el campo se venía / abajo // [emedsp05] <siempre que> (14) [/] y / Rosa siempre que llama / habla conmigo ... <hhh> // [efamcv01] 3.1.5. Simultaneità mientras (15) OTR: no es fácil vivir en un submarino // angosto // claustrofóbico // no hay literas para todos / y se utiliza el sistema / de cama caliente // mientras uno está de guardia / otro duerme // [emedrp04] <en tanto que> (16) En tanto que permanezca aquí la nave, deberá ser vigilada por las fuerzas de seguridad del país (Santos Río 2003, p. 621). 56 Subordinate temporali 3.1.6. Punto finale <hasta que> (17) [/] porque no están juzgados // con lo cual / no son / &mm / culpables / hasta que no se demuestre lo contrario // [enatla02] 3.1.7. Punto d’origine <desde que> (18) OTR: desde que España ingresó en la OTAN / muchas cosas han tenido que cambiar // y muy deprisa // en las Fuerzas Armadas // [emedrp04] <desde que> ... <hasta que> (19) SON: bueno // pues voy a comentar / el procedimiento / que hay que seguir / desde que una persona / comete un delito / hasta que esta persona / entra en prisión / cumple sentencia / y posteriormente sale en libertad // [enatla02] 3.1.8. Anteriorità <antes de que> (20) // así que / antes de que los productos / lleguen al mercado / tratamos de averiguar la reacción / que provocan en los consumidores // [emedsc04] 3.1.9. Posteriorità <después de que> (21) FUE: después de que la tierra temblara durante casi tres minutos / en Bachau / no quedó / ningún hospital en pie // [emedrp06] <una vez que> (22) a. // una vez que se ha descartado el exceso / de velocidad / se habla / de una posible / indisposición repentina / del conductor // [emednw02] b. SEV: no / pero digo / que una vez que lo dejes / tampoco se va a morir // yo qué sé // [efamcv10] Felisa Bermejo Calleja 57 <luego que> (23) Luego que lo vio, comenzó a gritar (Santos Río 2003, p. 435). 3.2. Implicite 3.2.1. Con infinito al (24) // los informaremos / con más detalle / el próximo domingo // al finalizar la Eucaristía / pues / se os entrega / el tríptico / del programa parroquial // [enatpr03] 3.2.1.1. Immediatezza <nada más> (25) JOA: [<] <de [/] de ésas> que nada más leer el encabezamiento / te duermes // [etelef08] 3.2.1.2. Punto finale hasta (26) / en este momento es / un servicio / &eh / malo / pero que puede / no solamente ser más malo / es que puede ser / manifiestamente / empeorable / a partir de este momento / hasta llegar / a ser / un colapso / y a no tener servicio de transporte urbano / en la ciudad de Segovia // [enatps02] 3.2.1.3. Anteriorità <antes de> (27) // allí recordó cuánto le gustaba pintar / antes de ponerse enfermo // [emedrp02] 3.2.1.4. Posteriorità <después de> (28) // Che había sido un niño de las monjas / que le recogieron después de quedarse huérfano // [emedrp02] 58 Subordinate temporali tras (29) // cuando llegó el resto de la expedición / tras convencerse / en sus propias carnes / de que en el restaurante / no había nada que hacer y que teníamos que buscar otra solución / acabamos en la solución menos convencional posible para la comida de una tesis doctoral / que fue / irnos / a un Vips / cercano // [efammn09] 3.2.2. Con gerundio (30) / viéndote en la tele en el despacho / digo / este tío está tan contento / y lleva una temporada / de tanta felicidad / que eso se le tiene que acabar notando // [emedsp02] 3.2.3. Con participio <una vez> + participio (31) // además / se estudia incorporar a un pequeño porcentaje de inmigrantes / a quienes una vez integrados / se les daría la nacionalidad // [emedrp04] 4. Repertorio di occorrenze in lingua italiana 4.1. Esplicite 4.1.1. Nesso con valore universale quando Riferimento al presente (32) // quando faccio il pomeriggio / entro alle due ed esco alle nove // [ifammn16] Riferimento al passato (33) DID: quattro anni fa / proprio quando sono stata ricoverata qui in Santa Lucia / ho incontrato / quello che adesso è il mio attuale marito // [imedsc02] Riferimento al futuro (34) // quando s' arriverà allo stop / tocca a te / girare sulla destra / [ifamdl19] Felisa Bermejo Calleja 59 4.1.2. Immediatezza appena (35) SIL: torno / appena nasce l' altro mio nipotino // dovrebbe nascere / fra un paio di settimane // [ifamcv12] Con lo stesso riferimento temporale della perifrasi spagnola <acabar de + infinito>: (36) / che Vincenzo stava in camera sua / Carla in bagno / &la [/] Laura / era appena uscita / noi dormivamo ... e poi / la cosa brutta / è che è annata pure de là // non è che s’è fermata / sulla soglia è entrata in camera mia / che / è la prima camera che trova [itelpv13] <non appena> (37) // xxx se + io sono sicuro che / non appena lo [/] lo vedrò / e che comincerà magari a parlare / a fare [ifamdl01] come (38) Come usciva di casa cominciava sempre a piovere (GGIC II 2001, p. 723). allorché (39) Decideremo allorché sarà il momento (De Mauro 2000). 4.1.3. Progressione <man mano> (40) [///] rischio di / sviluppare un tumore &p [/] polmonare / che va / a andare / progressivamente / aumentando la riduzione del rischio / man mano che passa il tempo / dalla / sospensione del fumo // raggiungendo più o meno i livelli / di quelli che non avevano mai fumato / per quanto riguarda il rischio cardiovasculare / a una distanza di circa dieci anni / dalla sospensione del fumo // [inatco03] Ci sono due occorrenze, pronunciate dallo stesso parlante, con subordinata al congiuntivo presente: (41) / gl' è più chiaro d' i' fusto // e via / capito ? perché / man mano crescano / gli alberi / si [/] si [/] si [/] si schiarisce sempre di più / la [/] la [/] la fibra d’i’legno / capito [ifammn21] 60 Subordinate temporali <via via che> (42) SAB: e allora / via via che arrivava la gente / noi ci si spostava / capito ? [ifamdl09] 4.1.4. Iterazione <ogni volta che> (43) [/] sembra che sia imbarazzato // < ogni volta che dice qualcosa> + [ifamcv12] <tutte le volte che> (44) Tutte le volte che Mario arriva tardi lo devi sgridare (GGIC II 2001, p. 728). ogniqualvolta (45) Ripete lo stesso errore ogniqualvolta ci riprova (De Mauro 2000). 4.1.5. Simultaneità mentre (46) / niente / niente // ma un mattino / prestissimo / mentre sta facendo la guardia / sente un rumore // scrhhac // [ifammn20] intanto (47) //dico / torno indietro / può darsi che sia più vicino avanti // insomma / facevo / dei calcoli in questa maniera / intanto andavo avanti / mi trovai nel buio più assoluto / senza sape’ icché fare // [ifammn03] 4.1.6. Punto finale <fino a che> (48) / è l' humus della democrazia // perché fino a che c' è conflitto di &in [///] sociale / c' è dialogo // [inatps03] finché (49) // noi tra poco daremo / la parola / a loro // &he / hanno portato / centinaia di trattori // insieme alle nostre luci / le nostre e loro luci / hanno acceso / praticamente/ questo pezzo / di pianura padana // e non Felisa Bermejo Calleja 61 si muoveranno / finché non avranno ottenuto una risposta / rassicurante / sull' abbattimento / sul mancato abbattimento / delle vacche dei Greci // [imedts06] <fino a quando> (50) Resterà in questa città fino a quando non perderà il lavoro. <fin quando> (51) La compagnia aerea vuole garantire i voli fin quando sarà possibile. 4.1.7. Punto d’origine <da quando> (52) / da quando è iniziata la guerra in Cecenia / questo oleodotto / ha smesso di funzionare // [imedrp02] ₪ Il nesso subordinante equivalente in spagnolo è <desde que>. dacché (53) Dacché Maria ha cominciato a fumare, non ha più smesso (GGIC II 2001, p.725). 4.1.8. Anteriorità <prima che> (54) // Maren informa la madre / che andrà a salutare Marco / prima che lui riparta // lei è d' accordo // si fida della figlia // [imedrp04] 4.1.9. Posteriorità <dopo che> (55) // migliaia di cinesi &so [/] sono scesi nelle strade / nella piazza Tien An Men / dopo che il comitato olimpico internazionale / ha deciso di assegnare alla capitale cinese / le olimpiadi del duemilaotto // [imedts07] 62 Subordinate temporali <una volta che> (56) // una volta che una molecola è conosciuta / per esempio nofrocsacina / da questa viene elaborata tutta una serie di altre sostanze / che sono ricavate tutte intorno alla prima // [imedrp03] 4.2. Implicite 4.2.1. Con infinito <fino a> (57) DEV: abbiamo iniziato in una maniera molto modesta // cioè / abbiamo cominciato a curare dieci pazienti al mese // fino ad arrivare a centocinquanta // vi dico / che centocinquanta pazienti / su venticinque milioni di sieropositivi / in Africa / non è niente // [imedrp03] <prima di> (58) // a questo punto / avvisiamo immediatamente i soccorsi / prima di cominciare comunque un' altra manovra // [imedsc02] dopo (59) /// Bruna Galante / è scomparsa l' undici giugno scorso // dopo essersi intrattenuta / per qualche ora / con una vecchia amica /in un bar di Maiano / un apesino a un aventina dichilometri dalla sua casa// [imedrp04] nel (60) // quell' amore di Dio / che si esprime proprio / nel / imparare a / darsi l' uno all' altro // è il senso / della prima lettura / della Genesi / quando / Dio dice / non è bene che l' uomo sia solo // [inatpr05] 4.2.2. Con gerundio (61) // e / buonanotte a tutti / &he / i sognatori // guardando le stelle / vi auguro / tanti bei sogni // buona notte da me // [imedin04] Felisa Bermejo Calleja 63 4.2.3. Con participio <una volta> + participio (62) a. // VFE: una volta accertata la causa ormonale / o androgenetica / della caduta dei capelli nella donna / il rimedio è molto semplice // [imedsc03] b. / si presero tutta la roba / se la portarono / nella macchina // una volta caricata la macchina / però a questo punto / eh eh c' era da paga’ i’ pedaggio // [ifammn03] dopo + participio (63) // e praticamente / dopo finito il militare / ho sempre lavorato / in quest' azienda [ifamdl06] appena + participio (64) FRA: poi / quindici giorni fa / appena saputo / gli ho detto / guarda / &he [ifamdl12] 5. Tempi e modi nella temporale in spagnolo 5.1. Restrizioni modo-temporali nelle frasi orientate verso il futuro Nello spagnolo attuale, la proposizione subordinata temporale non può avere il verbo né al futuro né al condizionale. Questi tempi, invece, compaiono nella proposizione principale e costituiscono, insieme all’imperativo, i fattori che determinano l’obbligo del congiuntivo nella subordinata, poiché con essi l’azione principale è orientata verso l’avvenire. Nello spagnolo parlato nelle epoche precedenti, invece, era possibile l’uso delle forme verbali del futuro indicativo nella subordinata temporale; oggi tale uso sopravvive nel parlato di certe regioni (Esbozo 1973, p. 540). Prendendo come modello il comportamento sintattico di cuando, si può stabilire che le proposizioni subordinate introdotte da cuando si costruiscono con l’indicativo se designano avvenimenti fattuali, cioè passati, presenti o abituali, e con il congiuntivo se rinviano a situazioni posteriori non fattuali, cioè eventuali o virtuali (cfr. Pérez Saldanya 1999, p. 3313). 64 Subordinate temporali Con la sola eccezione di <antes de que> (20), che seleziona sempre il congiuntivo nella subordinata (allo stesso modo di <prima che> (54)), gli altri nessi temporali hanno uno stesso comportamento sintattico, riconducibile all’avverbio cuando, che funge da modello. 5.2. Cuando Prendendo cuando come modello ed escludendo le eccezioni segnalate, gli altri nessi hanno lo stesso suo comportamento sintattico riguardo al modo verbale. Un’operazione fondamentale è quindi quella di individuare il tempo verbale della principale: – Se è passato o presente, la subordinata ha il verbo al modo indicativo.4 – Se è futuro o imperativo, la subordinata ha il verbo al modo congiuntivo (presente). Tuttavia se si tratta di una struttura “ecuasional” o “perífrasis de relativo” – e solo in questo caso –, cuando può introdurre una subordinata con verbo al futuro. In questa struttura, cuando si comporta come un relativo; di fatto le subordinate relative costruite con verbo all’indicativo futuro sono grammaticali. Ad esempio: «El seleccionador lanzó un aviso cuando dio a conocer la convocatoria. Nadie tiene la plaza reservada. En junio será cuando tendré la difícil papeleta de elegir a los que irán a los Juegos» (CREA, Prensa, España, 2004). L’idea di futuro è espressa molto frequentemente con la perifrasi composta dal presente del verbo ir: <ir + a + infinito>. Inoltre, il presente può essere usato anche con valore futuro. 5.2.1. Principale (presente o passato) e subordinata (indicativo) Riferimento al presente (65) a. / no? fíjate cuando una persona / se ríe mucho / sus ojos se iluminan // [emedsc03] b. / también cuando me duele una muela / me tengo que llenar el cuerpo de aspirina / [emedsc02] Riferimento al passato 4 Ciò non si verifica però quando l’enunciato è in stile indiretto. Felisa Bermejo Calleja 65 (66) a. / que aquí cuando se ganaba al Madrid o al Barcelona / hhh / disparaban tracas // [emedsp04] b. / Washoe / cuando aprendía una palabra / era capaz de generalizarla / a cualquier otro contexto // [enatco01] c. NAR: Joan tenía quince años / cuando vino a vivir al hospital // [emedrp02] In questi contesti temporali, non si rilevano differenze del modo verbale rispetto alle subordinate temporali italiane. 5.2.2. Principale (futuro, perifrasi o imperativo) e subordinata (congiuntivo presente) Riferimento al futuro (futuro grammaticale nella principale) (67) / Josep Guardiola / que ha anunciado / que cuando acabe esta temporada / abandonará / el club // [emednw02] Riferimento al futuro (perifrasi di futuro nella principale) (68) / en este caso en particular / el roce de las sábanas / es un signo bastante claro de que hay un problema / circulatorio // por lo tanto / los masajes pueden colaborar / pero con mucho límite // hay un problema / de tipo circulatorio / y bueno / ahora cuando Luis se ponga en contacto lo va a profundizar // [emedts10] Riferimento al futuro (imperativo nella principale) (69) // y / las varices por la mañana / un truquito / un truquito que / le puede venir bien / cuando se duche al final coja / el agua fría / las piernas de abajo a arriba / agua fría / y después agua caliente / de abajo a arriba // [emedts07] Riferimento al futuro (presente nella principale) (70) a. LOC: [<] <entonces> / cuando tengamos el dinero / compramos un [/] un giga más y lo metemos en la nuestra // mientras tanto hay que mandarlo allí // [enatte02] b. <&eh / es que / eso> es dibujar la molécula en el ordenador // lo reorientas con el ratón del ordenador / y cuando veas que ya ha quedado / bien / la salvas // en disco // [enatte02] 66 Subordinate temporali ₪ Nel caso in cui il fatto non si è verificato e quindi la principale ha il verbo in tempo futuro o imperativo, l’italiano seleziona nella subordinata l’indicativo futuro come tempo verbale (77 a, b, c, d). 5.2.3. Anteriorità Se vi è anteriorità di azione rispetto alla principale, al posto del presente può comparire il passato prossimo congiuntivo. (71) // y / bueno / las llamadas son restringidas / no tienen derecho a [/] a ejercer una profesión / y un &tra [/] y [/] y a que sea un trabajo / remunerado / que sí / que es un derecho que sí tendrán / cuando esta persona / ya / haya sido / &mm / declarada culpable // [enatla02] ₪ In italiano si usa il futuro composto. (72) // io credo che in questo caso / noi abbiamo semplicemente fatto il dovere / o &fo [///] o spero che potremo fare / quando l’ avremo approvata / il dovere di un’ amministrazione comunale [/][inatpd02] 5.2.4. Interazione: proposte e inviti Si usa il presente congiuntivo nei dialoghi in cui viene affrontato l’argomento della scelta di un posto, un tempo o un modo, visto che esso non si presenta come conosciuto da parte del parlante. (73) a. BEA: [<] <sí sí> // sí sí / vamos / quedamos cuando quieras // [epubdl05] b. LUC: [<] <yo> cuando / tú puedas // o el sábado / o el domingo // me da igual // [epubdl05] c. // y luego / dice ya sabes que puedes venir cuando quieras // [efammn08] d. JUE: siéntese el testigo // cuando quiera // [enatla01] ₪ In italiano, si impiega l’indicativo presente o futuro. (74) [/] Alicia // qui / ti do la chiave / tu vieni quando credi / [itelpv05] 5.3. Quando Per analogia con il punto precedente (5.2.), prendiamo in considerazione e come modello il nesso italiano quando e illustriamo il comportamento sintattico. Felisa Bermejo Calleja 67 Riferimento al presente (attuale o abituale) (75) a. // ecco / è eccezionale quando fa quei versi // [ifamcv12] b. // quando faccio il pomeriggio / entro alle due ed esco alle nove // [ifammn16] c. // a volte / quando pensa a Marco / diventa triste // [imedrp04] Riferimento al passato (76) a. DID: quattro anni fa / proprio quando sono stata ricoverata qui in Santa Lucia / ho incontrato / quello che adesso è il mio attuale marito // [imedsc02] b. / mi diceva che aveva paura / quasi // perché / sai / quando scendeva dall' autobus / questi qua / qualcuno / le faceva [///] si avvicinava / a lei // [imedrp04] c. // e quando tornarono i suoi amici / lo trovarono li sotto le macerie /anche lui tutto ferito / graffiato // [ifammn04] d. // perché otto anni fa / Pechino aveva subito un torto // quando vinse / Sidney // [imedts07] Per quanto riguarda il riferimento al presente e al passato, non si osservano differenze nei confronti dello spagnolo. Riferimento al futuro (77) a. //io credo che in questo caso / noi abbiamo semplicemente fatto il dovere / o &fo [///] o spero che potremo fare / quando l' avremo approvata / il dovere di un' amministrazione comunale [/][inatpd02] b. / questo sarà / &he / discorso / che / faremo / volta / a volta / &he / quando / analizzeremo i testi [inatte02] c. // e mi facea sempre / quando [/] quando ritorno a Montelupo ? quando vengo a Montelupo ? te tu vieni a Montelupo / quando tu sarai consigliere regionale // [ipubmn01] d. // quando s' arriverà allo stop / tocca a te / girare sulla destra / [ifamdl19] ₪ In spagnolo è usato il presente congiuntivo nella subordinata. Talvolta, in italiano e con riferimento al futuro è usato l’indicativo presente. Le occorrenze riscontrate appartengono al registro informale: (78) a. DIM: o se no quando arrivi mi fai uno squillo / <e ti> apro la strada [/] la porta // [itelpv09] 68 Subordinate temporali b. // se mi dice che è rumena / lunedì mattina / quando se presenta / ci parlo // glielo dico / gli dico / guardi /io non lo so se è stata [itelpv13] c. IDA: ora quando vado via di qua / non so come [/] come farò // c' ho le porte colorate / e i disegni sui muri / &he <hhh / xxx> … [itelpv16] d. // allora la mamma si raccomandò // Cappuccetto Rosso / non &anda [///] non &pa + &he / quando passi per il bosco / hhh non [/] non dare confidenza / insomma / a chi trovi / perché girano dei lupi molti cattivi // [ifammn25] Si noti che in (78 a, d) le forme verbali al presente sono uguali sia per l’indicativo sia per il congiuntivo. 5.3.1. Quando + presente congiuntivo I corpora offrono anche delle occorrenze nelle quali la subordinata introdotta da quando contiene il verbo al congiuntivo presente: (79) a. VES: [<] <probabilmente / il governo / la pensa> diversamente // BER: beh / insomma // però + che ha fatto campagna elettorale / è indubbio // allora / se si parla di neutralità / bisogna dire / perché l' ambasciatore italiano / ha fatto una campagna elettorale / a favore di Berisha // se si dice questo // in ogni caso / c' erano le vie diplomatiche // si poteva dire / noi interveniamo / quando si siano determinate / delle condizioni di evoluzione politica / che consentano / la ricostruzione di una convivenza / civile / che oggi / invece / sono impedite / da una presenza / <come questa> // [imedts03] b. [///] in una situazione in cui clinicamente / non c’è dubbio che il cento per cento / è la risposta giusta // salvo / in qualche modesto caso / quando ci sia un rischio emorragico particolare / e il vantaggio può essere scarso // avanti // [inatco03] c. ELA: [<] <sì / sì sì> // ciao / sì // dunque / poi / allora <è venuto> / &an + ELI: [<] <no> // no // ELA: ah // ELI: non s' è visto // verrà dopo cena per dormire // io + ELA: ah // ELI: / gliel' ho detto // &he / mah / non lo so // come si comporterà // perché / quando verranno questi controlli / non c' è da saperlo // ELA: comunque mamma / quando vengano questi controlli / <te / tu li devi> far salire // ELI: [<] <io / # questa volta> / gli [/] gli dico / guardate / volete passare in casa ? vi faccio vedere la stanza / che occupa Antony / che sta benino / Felisa Bermejo Calleja 69 è tornato / e / è &gua [/] è guarito / e vive / qui / tranquillamente / e mi aiuta / tanto ... eh / farò una cosa <così> // [itelpv05] La giustificazione dell’impiego del congiuntivo presente si trova nel valore condizionale (79 a, b, c). Certi nessi temporali possono essere impiegati per introdurre subordinate condizionali e in questo caso si costruiscono con il verbo al congiuntivo. Quando può avere un uso di congiunzione ipotetica. «Quando con il congiuntivo presente [...] ha la funzione di un periodo ipotetico della possibile verità e potrebbe essere sostituito dalla congiunzione se» (Wandruszka 2001 II, p. 457). 5.4. Discorso indiretto. Congiuntivo passato Se una frase presenta il seguente schema: proposizione principale con verbo al futuro e proposizione subordinata con verbo al presente congiuntivo, e tale frase viene trasformata in discorso indiretto al passato, per questa trasformazione si devono seguire le regole proprie del discorso indiretto; di conseguenza il futuro semplice diventa condizionale semplice, e il presente congiuntivo diventa imperfetto congiuntivo. (80) a. cuando acabe esta temporada / abandonará / el club [emednw02] b. Le dijo que cuando acabase esta temporada, abandonaría el club (D.I.). Se la principale contiene un imperativo, questo diventa anche un imperfetto congiuntivo in discorso riferito. (81) a. cuando se duche al final coja / el agua fría / [emedts07] b. Le dijo que cuando se duchase, al final cogiera el agua fría (D.I.). Gli esempi precedenti presentano due casi in cui vi è un forte contrasto tra italiano e spagnolo. ₪ In spagnolo, nel discorso riferito, il futuro semplice diventa condizionale semplice. In italiano, diventa condizionale composto, se si vuole indicare la posteriorità rispetto al tempo del verbo introduttore (Wandruszka 2001 II, p. 456). In spagnolo, l’imperativo diventa congiuntivo. In italiano, diventa solitamente una struttura implicita infinita introdotta dalla preposizione di. Tuttavia, in italiano può diventare anche una struttura esplicita al congiuntivo: «Se nel discorso diretto c’è un imperativo, nell’indiretto si ha un infinito preceduto da preposizione o un congiuntivo. La frase a controllo 70 Subordinate temporali è più frequente della subordinata al congiuntivo». (Mortara Garavelli, GGIC 2001 III, p. 454). Il fatto che in spagnolo, nel discorso indiretto, il verbo dichiarativo sia al perfetto semplice (passato remoto) fa parte dell’uso, scritto e orale, nel registro formale e informale. Nel discorso indiretto il passato remoto spagnolo deve rispettare le regole di correlazione temporale, e quindi non può essere abbinato con il presente o con il futuro. La corrispondenza tra il tempo passato del verbo dichiarativo in spagnolo e in italiano deve tener conto del fatto che il passato remoto spagnolo corrisponde, almeno nello standard del nord, al passato prossimo italiano, rispetto al quale, però, la correlazione tra i tempi del discorso diretto e riferito è diversa. Quindi una prima corrispondenza degli esempi è: (82) a. Dijo que cuando acabase esta temporada, abandonaría el club. b. Ha detto che quando il campionato finirà, abbandonerà la squadra. (83) a. Le dijo que cuando se duchase, al final cogiera el agua fría. b. Le ha detto di mettere alla fine l’acqua fredda quando si farà la doccia. (Le ha detto che quando si farà la doccia, alla fine metta l’acqua fredda). Se consideriamo il canale scritto e il genere narrativo, ad esempio, la corrispondenza degli esempi, invece, è: (84) a. Dijo que cuando acabase esta temporada, abandonaría el club. b. Disse che quando il campionato sarebbe finito (fosse finito), avrebbe abbandonato il club. (85) a. Le dijo que cuando se duchase, al final cogiera el agua fría. b. Le disse di mettere l’acqua fredda, quando avrebbe fatto (avesse fatto) la doccia. (Gli disse che quando avrebbe fatto la doccia mettesse l’acqua fredda.) In italiano, si osserva la doppia possibilità dell’uso del condizionale composto o dell’imperfetto congiuntivo, ma le due forme non sono perfettamente equiparabili. Il condizionale composto fa riferimento ad un’azione situata in un futuro di cui il parlante ha o sente la certezza. Con l’imperfetto congiuntivo, invece, il parlante introduce nella situazione futura il fattore dell’eventualità e il modo è marca di incertezza; di fatto, con il modo congiuntivo si potrebbe inserire nella frase l’avverbio “eventualmente”. Felisa Bermejo Calleja 71 5.5. Cuando + congiuntivo passato Nei corpora di registro informale si sono riscontrate (insieme a numerosi casi con indicativo passato) occorrenze di subordinate introdotte da cuando con verbo al congiuntivo passato. In esse si avverte il senso di eventualità, insieme al fatto che la subordinata situa l’azione in un punto futuro rispetto al verbo della principale, che è un tempo del passato. È necessario far notare che il primo caso appartiene ad un monologo che racconta l’argomento di un film, e gli altri casi appartengono a monologhi in cui il parlante ricorda il proprio passato. (86) a. [///] lo que quería hacer el tío este era / subir [al K7]/ y cuando pasara el primer avión y eso / pues saludarle / desde la cima // [efammn10] b. // la harina / hhh / para el pan // me la venía a dejar a la casa // y / me la cobraba cuando tuviera dinero / el [/] el caballero ese / porque era &mu [/] muy buena persona // [efammn01] c. // tempranito / cuando ya estaba amaneciendo / en un caballo / el mío era blanco / mi caballo / con un poncho negro / con capucha grande así / y encima / una manta de agua / para cuando lloviera // que cuando llovía / ponías la manta de agua / y las piernas quedaban tapaditas abajo / y yo en el caballo / rodeando vacas con los cutreros // [efammn01] d. // en estas condiciones / usted sabe que no // si usted hubiese sido una persona más honrada y más leal / yo le hubiese ido yendo // eh ? cuando [/] cuando hubiese podido // [efammn08] In tutti gli esempi è espressa l’idea di eventualità come fondamentale. ₪ Si osservano diverse dissimmetrie. In spagnolo, in (86 a) non è possibile l’uso dell’indicativo imperfetto. La causa è che in corrispondenza a pasara, nel discorso diretto il verbo della subordinata temporale sarebbe un presente congiuntivo (pase). In italiano, invece, è possibile: (87) ...quando {passava/sarebbe passato/fosse passato} il primo aereo... In (86 b, c) è possibile l’uso dell’indicativo imperfetto, ma rappresenta un cambiamento del significato, perché non riflette l’idea di “eventualità”. Il (86 b) rispecchia la struttura in stile diretto delle parole del “caballero” venditore di farina: “se la cobraré cuando usted pueda pagarme”. In italiano sarebbe: (88) ...mi faceva pagare quando {avevo/avrei avuto/avessi avuto} soldi 72 Subordinate temporali Il (86 c) mette in primo piano l’idea di eventualità. In italiano sarebbe: (89) ...per quando {pioveva/sarebbe piovuto/fosse piovuto} ( piovesse?? )... In corrispondenza agli esempi (86 a, b, c), in italiano si potrebbero usare l’indicativo imperfetto, il condizionale composto e il piuccheperfetto congiuntivo. Wandruszka (2001 III, p. 456) segnala che, se si indica la posteriorità rispetto al verbo introduttore o rispetto al momento dell’enunciazione, nella trasposizione nel discorso indiretto, il futuro diventa condizionale composto o imperfetto. Rispetto a quest’ultimo, Bertinetto (2001 II, p. 78) è ancora più esplicito: «L’imperfetto può essere impiegato anche in funzione «prospettiva»: ossia, in funzione di futuro-nelpassato. L’imperfetto si usa allora come alternativa al condizionale composto». Il piuccheperfetto congiuntivo espressa l’idea di eventualità. 5.6. <después de que> + congiuntivo passato Indica posteriorità e segue la regola generale secondo il modello di cuando, ma il nesso <después de que> può costruirsi con congiuntivo nonostante la principale abbia il verbo al passato e abbia carattere fattuale. Questa “anomalia” è segnalata da Pérez Saldanya (1999, pp. 3315-3316), che ricorda che la maggior parte dei grammatici tradizionali e anche strutturalisti attribuisce l’uso del congiuntivo all’analogia stabilita tra <después de que> e <antes de que> (che seleziona sempre il congiuntivo): «Esta analogía podría estar avalada no sólo por la simetría ‘anterioridad/posterioridad’ que mantienen las dos locuciones sino también por el hecho de que [...] la locución antes de que puede utilizarse en contextos factuales». Tuttavia, la causa principale che giustifica l’uso del congiuntivo è il carattere tematico e la scarsa rilevanza informativa del contenuto della frase subordinata. In questo modo, «el subjuntivo sitúa el hecho de la oración subordinada en un segundo plano y remarca, por contraste, el hecho de la oración principal, identificado con el primer plano de la narración» (Pérez Saldanya 1999, p. 3316). L’uso del congiuntivo passato nelle subordinate introdotte da <después de que> è stato criticato, in quanto è ritenuto come «propio de un estilo literario afectado» (Navas Ruiz 1986, p. 96); esso è peraltro molto usato nel linguaggio giornalistico. Felisa Bermejo Calleja 73 Un primo fatto da sottolineare, in base ai dati forniti dai corpora di CORAL, è che effettivamente riscontriamo delle occorrenze con questo fenomeno in corpora dei “media”, ma, allo stesso tempo, si trovano diversi casi nei corpora di registro informale: uno appartiene a una conversazione familiare, l’altro a un monologo in cui si racconta un film. Il fatto più rilevante è che nei corpora C-ORAL, sia di registro formale sia di registro informale, tutte le occorrenze di subordinata introdotta da <después de que> con riferimento al passato hanno il verbo della subordinata al congiuntivo. (90) a. // el caso es que / no se rebajan los tipos de interés / después de que el Fondo Monetario Internacional / y la Comisión Europea / plantearan unas peores perspectivas económicas para este año // [emedin02] c. FUE: después de que la tierra temblara durante casi tres minutos / en Bachau / no quedó / ningún hospital en pie // [emedrp06] d. // las negociaciones / que llevaba / con Sensi / presidente del club / romano / han / fructificado / después de que / hasta el día de ayer / el técnico italiano / tuviera encima de la mesa / una súper oferta del Fútbol / Club Barcelona / que finalmente / ha / desechado // [emedsp05] e. // también Fenosa sube un cuatro por ciento / y mejoran Endesa y Hidrocantábrico / después de que se haya sabido que el grupo Ibersuizas / donde está presente / el financiero Juan Abelló / apoya la oferta / de RWE // [emednw05] f. / esas declaraciones a las que tú haces referencia / de Rodríguez Zapatero / se producen después de que Comisiones Obreras haya dicho que no va a la huelga general // [emedts01] g. // una hhh hora después / de que hubiéramos quedado / llama diciendo / que iba para allá / y + [efamcv0] h. // y nada / la chica después de que [/] de que el otro se &mud [/] de que el otro muriera / &arras [///] vamos / arrollado por la hhh [/] por la [//] por el alud / y que / se lo llevara al / precipicio / pues nada / se junta con el grupo del chaval y de [///] o sea del hermano de la chica / y del [/] y del otro del [/] del que había perdido a su mujer en la [//] en una expedición // [efammn10] Dato che non si trovano casi con indicativo passato, ci si deve interrogare sul grado di consolidamento del processo di analogia rispetto a antes de que, e sull’efficacia comunicativa rispetto al contenuto della principale grazie al carattere tematico della subordinata. 74 Subordinate temporali ₪ In italiano, la subordinata con <dopo che> ha il verbo sempre all’indicativo. 5.7. <desde que> + congiuntivo passato Un caso diverso è quello rappresentato dal nesso spagnolo <desde que>, in quanto esso introduce subordinate temporali con verbo al congiuntivo passato soltanto in un uso scritto, di tipo fondamentalmente letterario, ma anche giornalistico. Di fatto, dato che i corpora C-ORAL sono orali, non si è trovato nessun caso con queste caratteristiche; così, in un totale di diciassette casi con <desde que>, tutti senza eccezione hanno il verbo all’indicativo. Per poter illustrare l’uso del congiuntivo passato abbinato al nesso temporale <desde que> nella lingua scritta, abbiamo trovato nei corpora di CREA esempi appartenenti sia a romanzi sia a giornali: (91) Tras las despedidas, Carlos Rodó cogió su coche y atravesó la ciudad en dirección a Arturo Soria. Tenía una cita con su psicoanalista, al que no había vuelto a ver desde que abandonara su análisis, hacía siete años (Millás, Juan José, El desorden de tu nombre, Madrid, Alfaguara, 1994, p. 116). (92) La selección española ha venido entrenando con asiduidad desde que llegara a estos lares hace cinco días. No se registra ninguna novedad (El País, 15/09/1977). ₪ In italiano, la subordinata con <da quando> ha il verbo sempre all’indicativo. La nostra ricerca, visto che voleva essere solo illustrativa si è limitata a “desde que llegara” (otto occorrenze) e a “desde que abandonara” (undici occorrenze). Sono state trovate nelle opere di Alberto Vázquez Figueroa (Tuareg 1981; Caribes 1988), di Gilberto Chávez Jr. (El batallador, 1986), di Manuel Longares (La novela del corsé, 1988), di Felipe Hernández (Naturaleza, 1989), di Damián Alou (Una modesta aportación a la historia del crimen, 1991), di Juan José Benítez (Caballo de Troya 1, 1994), Eliseo Alberto (La eternidad por fin comienza un lunes, 1994), di Juan José Millás (El desorden de tu nombre,1994; Dos mujeres en Praga, 2002). Anche nei giornali El País (sección Deportes, 1977), ABC (Actualidad, 1989), El Mundo (Política, 1994; Economía, 1995;), Diario de las Américas (Legislación, 1997). Felisa Bermejo Calleja 75 6. Valore temporale e valore condizionale Tra il concetto di temporalità e condizionalità esiste un rapporto molto stretto. Storicamente, sono i nessi temporali a subire uno spostamento semantico verso il valore condizionale (Montolío 1999, p. 3726). I nessi che possono avere valore condizionale hanno in comune la caratteristica di esprimere simultaneità e sono cuando, mientras e <siempre que>. Anche l’attuale nesso, esclusivamente condizionale, <siempre y cuando> deriva da un nesso temporale. Con i nessi mientras e <siempre que> l’espressione del valore condizionale è legato all’utilizzo del modo congiuntivo. Di fatto, se il verbo della subordinata è indicativo si tratta sempre di una frase temporale. Con il congiuntivo il valore del nesso <siempre que> è condizionale; tuttavia certe frasi complesse possono ricevere un’interpretazione temporale perché il predicato al congiuntivo può esprimere l’idea di simultaneità e iterazione nel futuro (Siempre que me pregunte algo al respecto le explicaré lo que hemos acordado). Per l’interpretazione condizionale è necessario la presenza di altri elementi formali come il fatto che le proposizioni principale e subordinata appartengono a gruppi intonativi diversi, il che impedisce che <siempre que> ripercuota nella principale (Se lo explicaré, siempre que me lo pregunte) e non si può più interpretare in termini temporali (cfr. Montolío 1999, p. 3727). 6.1. <siempre que> temporale e condizionale 6.1.1.Temporale: <siempre que> = <ogni volta che> (93) a. // siempre que me la pongo / me pasa algo bueno // [efamdl26] b. PAT: y encima siempre que / llamo / hablo con Guillermo [efamcv01] c. [/] y / Rosa siempre que llama / habla conmigo ... <hhh> // [efamcv01] d. QUI: no // yo siempre que he ido a verle / bueno / hhh las dos veces que he ido a verle solo / &eh / siempre / he llegado tarde / la verdad // [efamdl21] Tutti gli esempi con valore temporale sono stati riscontrati nei corpora di registro informale. Il formale non ne ha fornito nessuno. 76 Subordinate temporali Se <siempre que> ha valore temporale segue il modello di cuando. Comunque, proiettato al futuro ha un uso molto limitato; in tali casi è anche suscettibile di essere interpretato come condizionale. 6.1.2. Condizionale: <siempre que> = <sempre che> (94) a. // siempre que superen los mil litros / se considera ya una instalación <petrolífera> // [epubdl04] b. <es decir> / tractor / &eh / pala excavadora / siempre que tenga capacidad de salir a vía pública / o que &re [/] o que / circule <por un> + [epubdl04] c. // se están iniciando los trabajos de revisión del plan / y / no me parece / en [/] &eh / mal / que se / elabore esta ordenanza / siempre que vaya / incluido / en los trabajos de esa revisión del plan / porque si no nos supondría / un trabajo doble / [enatpd01] d. / cuando el empresario que ejecute la obra / aporte / una parte de los materiales utilizados / siempre que el coste de los mismos / exceda del veinte por ciento de la base imponible // si excede / del veinte por ciento / el coste / de la / reparación / pues en realidad ya no es una / reparación / ya se considera entrega de bienes // [enatbu01] Ci sono due occorrenze del registro formale e altre due del registro informale. Se <siempre que> ha valore condizionale, segue il comportamento dei nessi condizionali diversi dal “si”, vale a dire seleziona sempre il modo congiuntivo per la subordinata, tanto riferito al futuro quanto al presente e al passato. ₪ In italiano, la locuzione <sempre che> non ha valore temporale. È un nesso condizionale. 6.2. Mientras 6.2.1. Avvenimenti fattuali mientras (temporale) = mentre Se le frasi complesse con subordinata temporale introdotta da mientras fanno riferimento a tempi passati, presenti o abituali, il modo verbale della subordinata è l’indicativo. Felisa Bermejo Calleja 77 (95) a. OTR: no es fácil vivir en un submarino // angosto // claustrofóbico // no hay literas para todos / y se utiliza el sistema / de cama caliente // mientras uno está de guardia / otro duerme // un solo servicio para todos / sin apenas espacio / para sentarse a comer // [emedrp04] b. // el jugador del Inter / de Milán / que no sufrió heridas / explicó / que un coche se atravesó en su camino / y tres de los cinco ocupantes / lo rodearon / le exigieron bajar / del coche / y entregar [/] entregar las llaves del mismo / mientras / le amenazaban / con / revólveres / y / pistolas / [emedsp01] 6.2.2. Avvenimenti non fattuali Se la frase fa riferimento ad avvenimenti non fattuali (futuri: non compiuti), mientras può avere valore temporale oppure valore condizionale. Il modo verbale della subordinata è il congiuntivo. 6.2.2.1. Temporale mientras = mentre Dato che l’evento a cui la frase fa riferimento è eventuale o virtuale, in quanto riferito al futuro, Porto Dapena (1991, p. 182) dà rilievo all’attitudine del parlante rispetto all’enunciato. Secondo questo studioso, quando il parlante allude ad un tempo non specifico, non si compromette con la verità di quanto è affermato nella subordinata (che ha il verbo al congiuntivo). L’importanza della visione che il parlante offre della realtà è un concetto fondamentale per l’alternanza modale anche in altre subordinate; in tal senso, anche Borrego/Asencio/Prieto (1985, p. 143) affermano che «en ocasiones, el valor de mientras es el de un relativo», in tali casi il congiuntivo, senza eliminare il valore temporale, aggiunge «inespecifidad en la mención», e di conseguenza, rispetto al modo della subordinata, mientras segue la regola delle relative: «se emplea el subjuntivo en aquellos casos en que […] el hablante […] no puede o no desea dar a entender explícitamente, con el uso de la construcción relativa, que lo mencionado existe» (Borrego/Asencio/Prieto 1985, p. 115). Tale “inespecificità” si osserva molto chiaramente nel seguente esempio del corpus: (96) + a mí no me gusta que / alguien / pues entre en mi piso / mientras yo viva [///] [efamdl42] 78 Subordinate temporali La parlante abita in un appartamento in affitto, che la proprietaria ha deciso di mettere in vendita; per questo motivo, in diverse occasioni ha ricevuto la visita di agenti immobiliari con clienti ai quali viene mostrato l’appartamento. La parlante si lamenta di questo fatto, per via della perdita di tempo che esso rappresenta e per altri motivi personali, fino ad affermare quanto riportato nell’esempio. Va detto che la subordinata potrebbe avere il verbo all’indicativo; l’uso del congiuntivo è però giustificato dall’inespecificità, perché, a causa della precarietà della situazione abitativa, la parlante non sa – e di fatto nessuno può sapere – per quanto tempo vivrà in questo appartamento; quindi non si “compromette” rispetto al contenuto della subordinata. 6.2.2.2. Condizionale mientras = finché Se l’azione è proiettata al futuro, in molti casi mientras ha valore condizionale. Mientras sperimenta una sovrapposizione del valore condizionale sul valore temporale; come è naturale, esso si comporta come gli altri nessi condizionali, vale a dire seleziona sempre il congiuntivo, anche nei tempi passati. Presente (97) a. / mientras no le veamos / con la camiseta azulgrana / no nos lo creeremos // [emedsp06] b. / mientras Miguel / no me diga / lo contrario / no puedo ir a sacar los billetes // [efamdl32] c. // lo que pasa que por ejemplo / si mientras le metas números [///] valores / pequeños / de a dólar / va a ser más o menos rápido // [epubdl15] Passato (98) Mientras no se probase la fruta, todo marcharía bien (Alarcos 1994, p. 360). Gli esempi (97 a, b) sono facilmente interpretabili come condizionali. È interessante osservare che sia la principale sia la subordinata hanno l’avverbio negativo no. Nel (97 c), la presenza di si e di mientras fa pensare a un cambio nella formulazione, che passa da condizionale con si a temporal-condizionale con mientras. Questo fatto induce a pensare che il valore è condizionale; d’altra parte nessun elemento della frase contraddice una tale lettura. Felisa Bermejo Calleja 79 L’equivalente italiano è finché. Questo nesso delimitativo può essere, oltre a prospettivo, anche concomitante (Lepschy/Lepschy 2000, p. 98), vale a dire stabilisce un rapporto di coesistenza delle azioni dei verbi della principale e della subordinata. Ed è con questo significato che equivale a mientras, perché inoltre può ricevere un’interpretazione condizionale. «Mediante finché si può anche stabilire una relazione di simultaneità tra la frase principale e subordinata, dove questa congiunzione si avvicina all’area semantica di mentre [...]. Non di rado tali frasi prendono una sfumatura condizionale» (Wandruszka 2001 II, p. 456). (99) a. //noi tra poco daremo / la parola / a loro // &he / hanno portato / centinaia di trattori // insieme alle nostre luci / le nostre e loro luci / hanno acceso / praticamente/ questo pezzo / di pianura padana // e non si muoveranno / finché non avranno ottenuto una risposta / rassicurante / sull' abbattimento / sul mancato abbattimento / delle vacche dei Greci // [imedts06] b. : eh / però l' era un po' cicciottella / sicché dice / finché 'un dimagrisce / 'un la <ripigliano> // [ifamdl16] (ERA ANDATA A SCUOLA DI DANZA MA ERA INGRASSATA TROPPO E L’HANNO MANDATA VIA) Nel caso di <sempre che>, il suo processo di grammaticalizzazione come nesso condizionale è consolidato. Nel caso di mientras, il processo sembra ancora in atto; tuttavia in numerose grammatiche mientras è indicato come nesso condizionale, e inserito insieme alle congiunzioni e locuzioni condizionali. Tra le congiunzioni condizionali mientras è segnalato da Porto Dapena (1991, p. 221), Sánchez Montero (1996, p. 108), Lebeña/Coli (1994, p. 18). Ad ogni modo, nelle frasi introdotte da mientras a volte non risulta facile né immediato discriminare tra valore temporale e condizionale. Di fatto, ci sono casi “ambigui” interpretabili in un senso o nell’altro. Il contesto può venire in aiuto; a volte rimangono però possibili le due interpretazioni, come in questa occorrenza. (100) JOA: es una pasada // y lo malo que / para lo que lo va a usar ella ... pero bueno / le durará muchos años // como no le va a dar caña ... ALV: &mm / le durará mientras duren las aplicaciones que le valen // sabes ? [etelef08] Borrego/Asencio/Prieto (1985, pp. 143-144) associano l’uso del congiuntivo nella subordinata introdotta da mientras con l’interpretazione condizionale, ma senza separarlo dal valore temporale. Da questi autori, a mientras viene attribuito un valore condizionale-temporale: «Mientras exige 80 Subordinate temporali subjuntivo cuando encabeza oraciones que sirven para destacar que la persistencia de la acción o situación que expresan es una condición para la persistencia de lo dicho en la oración principal». Identica definizione è riportata nella GDLE (Montolío 1999, p. 3728). Come si può notare, la definizione intreccia i due valori. In definitiva e in sostanza, gli autori stabiliscono che, con il congiuntivo nella subordinata, l’interpretazione è condizionale. Due esempi permettono a Borrego/Asencio/Prieto (1985, p. 144) di mostrare che la variazione del modo verbale causa una variazione nella significazione: (101) a. No atacarán mientras estamos despiertos (simultaneidad: ‘No atacarán durante el tiempo que permanezcamos sin dormir’). b. No atacarán mientras estemos despiertos (condición: ‘No atacarán si no nos quedamos dormidos’). Tuttavia Veiga (1998) offre esempi con struttura Vp futuro – Vs congiuntivo presente che hanno valore temporale; l’autore non prende in considerazione la possibilità che vi sia un valore condizionale (vedere infra gli esempi 102 a, b). 7. <mientras (que)> Il nesso <mientras (que)> presenta una grande complessità di uso: il valore temporale, condizionale e contrastivo si distribuiscono a seconda di determinate condizioni sintattiche riguardanti il modo indicativo o congiuntivo. Per quanto attiene alla classificazione della diversità di usi e valori: – Se la frase fa riferimento ad avvenimenti fattuali (presenti, abituali, passati), <mientras (que)> ha valore temporale. – Se la frase fa riferimento ad avvenimenti non fattuali (futuri), mientras può avere valore temporale oppure valore condizionale. Nella maggior parte dei casi, con queste condizioni sintattiche, ha valore condizionale; tuttavia ci sono casi in cui il valore è temporale; altri, infine, possono avere le due interpretazioni. – <mientras (que)> non segue il comportamento sintattico di quando, secondo il quale, se il verbo principale è futuro, il verbo della subordinata è congiuntivo presente. Di fatto, con il presente indicativo nella subordinata si presentano due casi: il primo comprende frasi con la possibilità di alternanza indica- Felisa Bermejo Calleja 81 tivo/congiuntivo; nel secondo l’alternanza non è possibile, ed è ammesso solo l’indicativo presente. – <mientras que> ha valore temporale. Con questo valore è solitamente usato in caso di soggetto diverso per la proposizione principale e subordinata, dato che la frase presenta azioni simultanee, di realizzazione “incompatibile” da parte dello stesso agente. Questo uso rappresenta un grado previo alla grammaticalizzazione che conduce a <mientras que> ad avere un valore esclusivamente avversativo. – <mientras que> con valore esclusivamente avversativo ammette solo il modo indicativo (tutti i tempi, compreso il futuro). I primi due casi (A e B) sono stati già sviluppati (vedere supra 6.2.). 7.1. <mientras (que)> non segue il modello “cuando” 7.1.1. Possibilità di alternanza: {indicativo presente/congiuntivo presente} nella subordinata abbinata a principale con verbo al futuro Prendendo come modelo il comportamento sintattico di quando, è stabilito che, se la frase è proiettata al futuro (verbo al futuro o imperativo nella principale), la subordinata temporale si costruisce con il congiuntivo. La subordinata con mientras può invece avere il verbo all’indicativo nonostante la principale faccia riferimento a processi cronologicamente futuri. Veiga (1998) dedica un articolo ad analizzare le subordinate temporali introdotte da mientras con valore temporale che ammettono l’alternanza indicativo/congiuntivo, nelle quali la differenza di significazione è strettamente temporale. L’autore non considera in nessun caso la possibilità che gli esempi proposti abbiano valore condizionale. Veiga (1998) fa notare che solo i nessi temporali che esprimono simultaneità (mientras, <a medida que>, según), a differenza di quelli di anteriorità o posteriorità, possono costruire frasi grammaticali con indicativo presente nella subordinata e futuro nella sovraordinata, contraddicendo così il modello “cuando”, che richiederebbe il congiuntivo presente. L’uso dell’indicativo presente, secondo l’autore, non esclude la possibilità del congiuntivo presente; non si tratta però di un’alternanza indifferente, bensì ha luogo una differenziazione su base temporale. L’indicativo presente è un “co-futuro”: «Hace referencia a hechos cronológicamente futu- 82 Subordinate temporali ros» (Veiga 1998, p. 549), e stabilisce una correlazione temporale a partire del punto d’origine indicato dal verbo della principale, che è al futuro. Al contrario, il congiuntivo presente non crea un rapporto di correlazione temporale, e il rapporto temporale di simultaneità esistente è espresso da mientras. (102) a. Nos escaparemos mientras duermen (Veiga 1998, p. 549). b. Nos escaparemos mientras duerman (Veiga 1998, p. 549). Un dato curioso è che, nella trasformazione degli esempi al passato, Veiga stabilisce la corrispondenza tra indicativo presente e imperfetto, e tra congiuntivo presente e passato semplice (remoto). Per Borrego/Asencio/Prieto (1985, p. 144), queste frasi temporali introdotte da mientras con la possibilità di alternanza indicativo/congiuntivo sono frasi strettamente temporali che si comportano come relative. La differenza si basa sulla menzione specifica o non specifica, vale a dire sull’uso del congiuntivo: «El periodo de acción no está identificado o no pretende ubicarse exactamente o no puede delimitarse en extensión». (103) a. Le robaremos mientras duerme / duerma. (Borrego/Asencio/Prieto 1985: 144). b. Recuérdanos mientras estés / estás en Londres (Borrego/Asencio/Prieto 1985: 144). 7.1.2. Indicativo presente nella subordinata abbinata a principale con verbo al futuro (senza possibilità di alternanza) Senza indicarlo espressamente, diversi esempi offerti da Borrego/Asencio/ Prieto (1985, p. 144) presentano lo schema sintattico “principale con verbo al futuro-subordinata con indicativo presente”, che non rispetta la restrizione formale rappresentate dal modello “cuando”. Questi esempi, però, sono di natura ben diversa rispetto a quelli presentati da Veiga e a quelli che gli stessi autori mettono in relazione con le subordinate relative. La differenza fondamentale è che, nel caso di cui ci occupiamo adesso, non esiste la possibilità di alternanza indicativo/congiuntivo, perché l’indicativo è d’obbligo. (104) Mientras tú haces la paella yo iré a comprar el vino (Borrego/Asencio /Prieto 1985, p. 145). Felisa Bermejo Calleja 83 In quanto all’uso del futuro, nell’esempio appena citato si potrebbe argomentare che l’azione di “andare a comprare il vino” forse ha inizio quando è già in corso la preparazione della paella; questa però non è l’unica possibilità, dato che potrebbe trattarsi di una programmazione degli eventi, e quindi nessuna delle due azioni sarebbe ancora cominciata. Ciò si vede meglio nell’esempio seguente: (105) De acuerdo, entonces mañana a las nueve iré a recoger el coche mientras tú te preparas. Una possibile spiegazione di questo schema sintattico si può trovare nell’idea di “incompatibilità di azioni” (vedere infra 7.2.), o in un’imbricatura tra simultaneità temporale e contrasto, senza che si giunga al valore avversativo fornito da <mientras que> già grammaticalizzato. Un’altra possibile spiegazione è da collegare al fatto che, se si fosse usato il congiuntivo presente, il valore sarebbe stato automaticamente condizionale; occupata questa casella, il congiuntivo non è possibile, e quindi non rimane che l’indicativo presente. Negli esempi con valore condizionale (97 a, b), le due frasi negative non ammettono l’alternanza con l’indicativo presente, e sono frasi con un chiarissimo valore condizionale. L’altro esempio (97 c) (mientras le metas) e anche il (100), quello “ambiguo” (mientras duren) ammettono l’alternanza con l’indicativo presente; con questo modo verbale le due frasi avrebbero valore temporale. In questi due casi, quindi, non c’è un’opposizione basata sulla menzione specifica/non specifica; l’opposizione è tra valore temporale e condizionale. A nostro avviso, il valore condizionale compare sempre (a volte solo timidamente, più spesso con forza) quando la subordinata si costruisce con il congiuntivo presente, senza peraltro che il valore temporale si perda completamente. 7.2. <mientras que> Nei corpora di registro formale tutti i casi con <mientras que> hanno valore avversativo. Nei corpora di registro informale, si riscontrano occorrenze con valore avversativo e anche con valore temporale. 84 Subordinate temporali 7.2.1. Temporale Sarebbe una variante di mientras. In proposito, García Santos (1988, p. 144) sconsiglia l’uso di <mientras que> con valore temporale, se non si aggiunge l’idea di “incompatibilità”. Il corpus offre dati preziosi a conferma della preferenza del nesso complesso per l’espressione del contrasto, in quanto nei corpora di registro formale non si riscontra nessun esempio di <mientras que> con valore temporale. <mientras que> = mentre (106) PAP: [<] <eh> ? ya estamos liados con los <teléfonos> ? JES: [<] <¡anda!> / pues / para entretenernos un poco // mientras que venías // [efamcv09] 7.2.2. Temporale + ‘incompatibilità di azioni’(valore di contrasto non grammaticalizzato) <mientras que> = mentre Un caso è proprio sul limite, in quanto è difficile discernere tra valore temporale e avversativo (il nesso potrebbe avere valore temporale e di “incompatibilità”). (107) // y de doncella / tenía que planchar / tenía que + pero los niños / tenía yo que llevarlos al parque / y la [/] y la [/] la niñera / hacer lo [/] lo mío mientras que yo me iba a llevarlos // [efammn02] Tra i nessi che esprimono simultaneità, García Santos (1988, p. 133-137) individua due gruppi: quelli “compatibili” e quelli “incompatibili”. Il primo è più numeroso e cuando ne fa parte. <Mientras (que)> compare nei due gruppi. Il gruppo di “incompatibili”, oltre a mientras, comprende mientras tanto, entre tanto que, en tanto que. «Entendemos por “compatibles” las acciones que, además de ser simultáneas, pueden ser realizadas por una misma persona. Son “incompatibles” aquéllas que, siendo simultáneas, exigen la intervención de dos personas: tú una cosa y yo otra». Questa differenziazione permette di spiegare perché la subordinata con mientras, malgrado la frase faccia riferimento al futuro, è costruita con il verbo all’indicativo. L’esempio (107) proporrebbe un uso di <mientras que> con valore temporale, del tipo “azioni incompatibili”. Il concetto di “incompatibilità” Felisa Bermejo Calleja 85 rappresenta un grado inferiore rispetto al valore avversativo espresso da mientras que. L’esempio seguente (108) non rientra in questo caso, anche se apparentemente lo potesse sembrare. (108) // ahora nos explicará por qué // mientras yo hago / sin ningún / tipo de segunda lectura / la recomendación de este libro “Mientras yo hago” non è simultaneo a “explicará”, ma al periodo di attesa che ciò succeda. 7.2.3. Avversativo <mientras que> (valore avversativo ‘en cambio’) = invece, mentre Nei corpora di registro formale tutti i casi con <mientras que> hanno valore avversativo In quelli di registro informale, si riscontrano occorrenze con valore avversativo e anche con valore temporale. Il valore avversativo impone la condizione sintattica dell’uso obbligatorio dell’indicativo, senza restrizioni in quanto ai tempi, rendendo quindi possibile anche l’uso del futuro e del condizionale. Con il valore avversativo, la temporalità è svanita; rimane la simmetria – che permette il contrasto parallelo – derivata dall’idea di simultaneità. (109) a. // mientras que unos confían / en que la evolución / de los precios / mejorará en el segundo semestre del año/ otros creen / que los riesgos / permanecerán latentes // [emednw03] b. // por ejemplo / mientras que la del cerdo subió en marzo / casi un nueve por ciento / la de bovino / redujo su precio / en otro / uno y medio por ciento // [emednw03] c. MAR: un revestimiento artístico / pues estás haciendo algo artesanal // ISA: sí // MAR: yo creo que la diferencia va más bien por ahí // mientras que se supone / que el arte / no es algo funcional // [epubdl17] Con valore avversativo, il futuro può comparire non solo nella principale, ma anche nella subordinata. (110) // las temperaturas serán / más bajas también / en las dos comunidades / y los vientos / del este / o del nordeste / en Castilla y León / mode- 86 Subordinate temporali rados localmente / mientras que en La Rioja / seguirán soplando de componente norte moderados / con cierzo // [emedmt03] 8. Mentre Mentre non si abbina alla congiunzione che. Mentre introduce subordinate temporali, ma non condizionali. Introduce frasi con valore contrastivo, e in questo caso talvolta compare insieme invece. Valore temporale (111) a. // niente / niente // ma un mattino / prestissimo / mentre sta facendo la guardia / sente un rumore // scrhhac // [ifammn20] b. / gl' hanno portato via i' giubbotto / mentre beveva una birra // con tutto // telefonino / documenti ... [ifamdl10] c. VFB: sembrano inoffensive le meduse / mentre si muovono lentamente in una vasca dell' acquario di Genova [imedsc03] Valore avversativo (112) a. [///] sulla sinistra scusami / hai tutte le zone per l' esposizione / mentre sulla destra / hai tutti i servizi / a cui puoi accedere // [ifamcv16] b. // qualcuno ha detto che Parigi / non ha bisogno dei giochi olimpici / per diventare grande // <|mentre|> i cinque cerchi potranno far bene a Pechino // e Pechino potrà far bene alle olimpiadi [imedts07] + “invece” (113) a. // che è la posizione / diciamo / più corretta / che vuol dire che / ai pesci / le farine di pesce / ovviamente / gliele puoi dare / perché i pesci / mangiano / altri pesci // <mentre invece> / non puoi dargli / ovviamente / altre cose // [imedts06] b. // allora son diminuiti // di queste vaccine / 'un ce n' è rimaste quasi punte // mentre noi invece s' avea tutte bestie selezionate // [ifamcv11] Il traducente di mentre temporale è mientras. Il traducente di mentre avversativo è <mientras que>. Il traducente di mientras temporale e di <mientras que> avversativo è mentre. Il traducente di mientras condizionale è finché. Felisa Bermejo Calleja 87 9. Finché Finché è una congiunzione che indica «la contemporaneità della fine dell’azione della principale con l’azione della subordinata» (Giusti 2001 II, p. 724). Tra le frasi introdotte da finché, questa grammatica distingue le avverbiali di frase e le avverbiali circostanziali. Queste ultime possono essere «coestensive con l’evento della principale e non coestensive, a seconda che abbiano la negazione espletiva o meno» (Giusti 2001 II, p. 724). Nelle avverbiali di frase la qualità dell’azione del verbo è non durativa, ma quella della principale è durativa. Nelle avverbiali circostanziali, la qualità dell’azione del verbo è durativa. Nella principale è anche durativa, quando l’interpretazione è coestensiva (il tempo della subordinata è lo stesso della principale). La subordinata dovrà essere affermativa, perché «la negazione espletiva nega la coestensività» (Giusti 2001 II: 724). finché avverb.di frase avverb.circostanziale azione verbale subordinata non durativa coestensiva durativa non coestensiva negazione espletiva --x equivalenza in spagnolo hasta que mientras <hasta que> / mientras Nelle avverbiali di frase introdotte da finché, non può comparire la negazione espletiva (Rigamonti 2001 II, p. 292). L’equivalente in spagnolo è <hasta que>. Nelle avverbiali circostanziali coestensive (parafrasabili con <per tutto il tempo che>) non può nemmeno comparire la negazione espletiva. L’equivalente in spagnolo è mientras. Nelle avverbiali circostanziali non coestensive (parafrasabili con <fino al momento in cui>) la negazione espletiva è obbligatoria se il verbo è all’indicativo. È, invece, facoltativa, se il verbo è al modo congiuntivo. L’equivalenza in spagnolo non è biunivoca: i corrispondenti sono <hasta que> oppure mientras. Lepschy/Lepschy (2000, pp. 97-98) offrono una descrizione della congiunzione finché e distinguono quattro usi diversi, dai quali ci interessano i due primi: – prospettivo (‘fino al momento in cui’): aspetta qui finché ti chiamano; – concomitante (‘mentre’, ‘durante il periodo in cui’): finché c’è vita c’è speranza. 88 Subordinate temporali Se la subordinata è una proposizione affermativa la distinzione tra prospettivo o concomitante (coestensiva) è chiara. I seguenti esempi sono avverbiali coestensive: (114) NIC: dal momento che / non avendo xxx la carta / finché la carta è dentro / puoi far tutto quello che vuoi // allora // [ifamdl17] (CAMERA OSCURA) L’equivalente in spagnolo è mientras. (115) // lo que pasa que por ejemplo / si mientras le metas números [///] valores / pequeños / de a dólar / va a ser más o menos rápido // [epubdl15] (LAVORANDO AL COMPUTER) Se ha la negazione espletiva, la subordinata non è coestensiva (sarebbe quindi prospettiva secondo Lepschy/Lepschy 2000). Si veda il seguente esempio: (116) // noi tra poco daremo / la parola / a loro // &he / hanno portato / centinaia di trattori // insieme alle nostre luci / le nostre e loro luci / hanno acceso / praticamente/ questo pezzo / di pianura padana // e non si muoveranno / finché non avranno ottenuto una risposta / rassicurante / sull' abbattimento / sul mancato abbattimento / delle vacche dei Greci // [imedts06] (LA GENTE VUOLE IMPEDIRE IL PROBABILE -QUASI CERTO- ABBATTIMENTO DELLE VACCHE DEI GRECI: PIÙ DI CENTOTTANTA VACCHE DOVREBBERO ESSERE ABBATTUTE NEI GIORNI SUCCESSIVI) Con la subordinata negativa, il fenomeno è curioso perché da un lato il valore della avverbiale è di non coesistenza (cioè prospettivo) e la negazione non nega il predicato; ma, da un altro lato, la negazione espletiva riporta l’attenzione sul periodo che trascorre fino a quando si produce o produrrà l’azione verbale nel punto finale di tale periodo. Questo doppio riferimento spiega il fatto che in spagnolo tali frasi avverbiale possano essere introdotte sia da mientras sia da <hasta que>. Con mientras, la negazione non è espletiva, bensì effettiva. Con <hasta que>, la negazione sì è espletiva. Effettivamente, in spagnolo l’equivalente potrebbe essere mientras e potrebbe essere hasta que. Si confronti l’esempio precedente con: (117) a. // y este parón / repito que viene dado / porque como el alcalde / y el Partido Popular han dicho / que no van a adoptar una decisión / sobre este asunto / hasta que no tengan los presupuestos / y visto / como está el Felisa Bermejo Calleja 89 patio político en este momento / mucho nos tememos / que eso / no se vaya / a solucionar / en un breve plazo de tiempo // [enatps02] b. / mientras Miguel / no me diga / lo contrario / no puedo ir a sacar los billetes // [efamdl32] Con mientras, la negazione è effettiva, vale a dire non è espletiva. Invece, con <hasta que>, la negazione, come in italiano, è espletiva. L’equivalenza con mientras è possibile quando questo nesso introduce la subordinata con congiuntivo presente e acquisisce valore condizionale. Con <hasta que>, il congiuntivo presente è usato seguendo il comportamento del modello “cuando” in riferimento al futuro. Nei corpora di lingua spagnola, la maggior parte degli esempi con <hasta que> ha la subordinata affermativa. Tuttavia, ci sono esempi con negazione espletiva in correlazione a una principale negativa: (118) a. // con lo cual / no son / &mm / culpables / hasta que no se demuestre lo contrario // [enatla02] b. // y este parón / repito que viene dado / porque como el alcalde / y el Partido Popular han dicho / que no van a adoptar una decisión / sobre este asunto / hasta que no tengan los presupuestos / y visto / como está el patio político en este momento / mucho nos tememos / que eso / no se vaya / a solucionar / en un breve plazo de tiempo // [enatps02] c. // es imposible está fuera de cálculo // hasta que no consigamos que en el centro de computación nos pongan / una cola scratch / más larga / y con más gigas de disco // pero están en ello // [enatte02] d. EVO: <se escondieron / no> ? EVA: [<] <yo creo que se> escondieron / detrás de un matorral / o algo y dijo + EVO: de aquí no nos movemos // no jodas // EVA: hasta que no pasen // e. MIG: están con las calles // hasta que no hagan las calles no empiezan / toda la mandanga // [efamdl38] f. // la cuestión de la máscara + &eh / hay una generación zapatista / muy clara / que hasta que no nos pusimos el pasamontañas / nadie nos veía // [emedrp03] Per quanto riguarda il nesso mientras quando ha valore condizionale (equivale a finché) nella maggior parte degli esempi le frasi sono negative. Con la 90 Subordinate temporali negazione, il valore condizionale di mientras è più forte rispetto al temporale. (119) a. /mientras no le veamos / con la camiseta azulgrana / no nos lo creeremos // [emedsp06] b. / mientras Miguel / no me diga / lo contrario / no puedo ir a sacar los billetes // [efamdl32] Wandruszka (2001 II, p. 456) segnala che finché può stabilire un rapporto di simultaneità e avvicina il suo significato a quello di mentre; e aggiunge che nella maggioranza di questi casi, le frasi «prendono una sfumatura condizionale». In Lepschy/Lepschy (2000, p. 98) si trova un accenno al valore condizionale della subordinata introdotta da finché, ma gli autori collegano tale valore all’uso del congiuntivo: «Col finché concomitante si usa l’indicativo (o il congiuntivo per esprimere potenzialità, indipendentemente dal finché: finché ci sia vita, c’è speranza)». Vi sono due dati di cui tenere conto: la “potenzialità” è espressa mediante il congiuntivo e mediante il finché, il quale esprime simultaneità e non prospettività, proprio come mientras. (120) a. NIC: dal momento che / non avendo xxx la carta / finché la carta è dentro / puoi far tutto quello che vuoi // allora // [ifamdl17] (CAMERA OSCURA) b. GIA: eh / però l' era un po' cicciottella / sicché dice / finché 'un dimagrisce / 'un la <ripigliano> // [ifamdl16] (ERA ANDATA A SCUOLA DI DANZA MA ERA INGRASSATA TROPPO E L’HANNO MANDATA VIA) Nei corpora di lingua italiana si riscontrano degli esempi di finché che introduce un’avverbiale non coestensiva, per il quale, sebbene si potesse usare mientras no, l’equivalente usato sarebbe hasta que: (121) DIM: [<] <prendi> quella che èe / perpendicolare / <o> + MAR: [<]<ho capito> // DIM: e vai sempre dritto / finchè non arrivi a una rotonda // itelpv09 MAR: mh mh // DIM: allora xxx tu vedi anche la chiesa davanti // c’è scritto misericordia Ponte di Mezzo // MAR: sì // DIM: allora insomma giri a destra // <e vai sempre> dritto // MAR: mh mh // sì // DIM: finchè non vedi Banca Toscana / così via // <lì> / giri a sinistra / e vai sempre dritto // [itelpv09] Felisa Bermejo Calleja 91 Si può confrontare con il seguente esempio in lingua spagnola: (122) ALB: &mm / llegas a Cuba / y después echas a nadar // hasta que llegues a Miami // coges una [/] una barca de esas // cómo se llama ? una partera // VIC: no sé // una patera / <hhh> // [efamdl14] 10. Altri casi 10.1. <ahora que> <Ahora que> con valore causale. Al valore temporale si sovrappone il valore causale. Seleziona sempre l’indicativo. (123) LOC: que ahora que Javier tiene dinero / vamos a aprovechar para gastárnoslo [enatte02] Anche in italiano i nessi temporali <adesso che> e <ora che> hanno valore causale. «Valore causale (o meglio: temporale-causale) hanno anche i sintagmi costituiti da un avverbio di tempo (in particolare adesso e ora) e da che» (Serianni 1988, p. 488). (124) a. bene, adesso che lo so, avverto i miei parenti (Serianni 1988, p. 488). b. lui […] preferisce, ora che ha tempo, fare la spesa di persona (Serianni 1988, p. 488). 10.2. Apenas e appena Apenas è un nesso temporale poco usato in spagnolo, tant’è che nei corpora analizzati non si trova nessuna occorrenza con questo nesso: nessuna occorrenza in assoluto nei corpora di registro informale, e nessuna come nesso temporale nei corpora di registro formale. (125) Apenas había empezado a hablar, cuando, de pronto, se oyó un grito en la sala (Santos Río 2003, p. 197). In italiano, invece, siccome il nesso temporale appena è molto usato, l’equivalenza con lo spagnolo conviene farla con <en cuanto>. (126) SIL: torno / appena nasce l' altro mio nipotino // dovrebbe nascere / fra un paio di settimane // [ifamcv12] 92 (127) Subordinate temporali / pondrá en libertad a la tripulación estadounidense / en cuanto se cumplan / las formalidades necesarias // [emednw02] D’altro canto, appena corrisponde alla perifrasi spagnola <acabar de> + infinito. (128) a. // # Rosario y Che / se enamoraron y se casaron en el hospital // Rosario acababa de llegar de La Habana / y cuenta / que ingresó engañada por su suegra // [emedrp02] b. / che Vincenzo stava in camera sua / Carla in bagno / &la [/] Laura / era appena uscita / noi dormivamo ... e poi / la cosa brutta / è che è annata pure de là // non è che s’è fermata / sulla soglia è entrata in camera mia / che / è la prima camera che trova [itelpv13] 10.3. <después de> Nella struttura implicita con infinitivo, <después de> seleziona solitamente l’infinito semplice. (129) a. // Che había sido un niño de las monjas / que le recogieron después de quedarse huérfano // [emedrp02] b. // el problema del tabaco / yo / después de estudiar este tema con mucha / detenimiento / por lo menos a nivel social / [emedts09] I casi (di uso poco frequente) dell’infinito composto rispondono al bisogno di mettere in rilievo il rapporto di anteriorità dell’azione. (130) a. // si usted es de los que fuma habitualmente cuando conduce / debe saber lo que los médicos nos dicen al respecto / no es desde luego tan malo / conducir fumando / como hacerlo después de haber bebido / pero es peligroso / [emednw01] b. [/] los glóbulos blancos y tal / son un tipo de células que están circulando y las podemos sacar del cuerpo / cambiarlas / y volverlas a introducir // después de haberlas modificado // [emedsc02] ₪ In italiano, l’equivalente dopo seleziona sempre l’infinito composto (Giusti 2001 II, p. 726). (131) a. Che era stato un bambino cresciuto dalle suore, che l’avevano raccolto dopo essere rimasto orfano (traduzione di 106a). b. il problema del fumo, io, dopo aver studiato questo argomento con molta attenzione per lo meno a livello sociale... (traduzione di 106b). Felisa Bermejo Calleja 93 11. Interrogative indirette Non si deve confondere l’interrogativo cuándo con l’avverbio cuando. L’interrogativo cuándo introduce una subordinata sostantiva interrogativa indiretta. L’avverbio cuando è nesso introduttore di una subordinata temporale. Interrogativo: (132) a. INM: muy bien // y cuánto [/] cuánto tiempo llevan estos muchachos en el centro más o menos ? &eh / la mayoría de ellos / empezaron el curso / o sea todo el curso académico / llevan desde septiembre o / no sé muy bien cuándo [/] cuándo <empezaste el curso> // [enatpe02] b. FUE: otra de las ventajas / que la tecnología / ofrecerá al consumidor en el futuro / son / los envases inteligentes // indicarán / cuándo / el producto / está en mal estado / porque estarán hechos con un plástico / capaz / de detectar / la fermentación / la presencia de hongos / o bacterias / etcétera // [emedsc04] Nesso di subordinata temporale: (133) CAR: entonces / cómo le explico / toda esa historia / pues / &mm / cuando todas las exenciones [/] excepciones / y todas las historias / ocurren en estos [/] en estos casos raros // y le he dicho que haga el favor de llamarme / cuando tenga un <caso raro> / [enatbu01] Nei corpora di lingua italiana si trovano alcune occorrenze con quando interrogativo: (134) a. // e non si sa ancora bene quando verrà fatta / vero // e allora si è pensato di fare comunque una festicciola [ipubcv03] b. MAX: allora / non c' hanno detto / né quando incominciano / né l' orario // [itelpv08] 12. Riepilogo Il comportamento di quando rispetto alla selezione dell’indicativo o congiuntivo funge da modello per gli altri nessi, che si comportano in maniera identica. Tuttavia, non mancano le eccezioni, e così si discostano dal modello: <antes de que> poiché seleziona sempre il congiuntivo; <después de que> realizza invece una doppia scelta che è sempre corretta, cioè segue la traccia di quando o di <antes de que>. 94 Subordinate temporali In più si discostano da quando tutti quei nessi che possono introdurre subordinate implicite; alcuni come tras o al presentano soltanto questa opzione. Una tendenza di uso della lingua concerne la preferenza in spagnolo dell’infinito semplice rispetto al composto; l’italiano, invece, usa il composto. È da notare che nei corpora C-ORAL, con la principale al passato después de que introduce subordinate con congiuntivo passato in tutte le occorrenze.5 In italiano ci sono alcuni casi con quando + congiuntivo presente, che sarebbero da interpretare con valore condizionale. 5 Nei corpora C-ORAL non c’è nessun caso con <después que> (ritenuta variante di <después de que>) come nesso temporale. Non abbiamo presso in considerazione i nessi <mientras tanto> e <en tanto> perché non sono nessi subordinanti. Capitolo 4 SUBORDINATE MODALI 1. Introduzione La subordinata modale indica la maniera. È una subordinata avverbiale che svolge la funzione di complemento circostanziale di modo della principale, e può essere parafrasata con un avverbio. La maggior parte delle grammatiche consultate, tra cui la GDLE e la GGIC, non presentano la modale come un tipo di subordinata. In queste grammatiche, il nesso como in spagnolo e il nesso come in italiano fanno parte dei relativi. In italiano, come è esclusivamente un relativo indipendente (Cinque 2001 I, p. 508), e quindi introduce sempre relative libere. In spagnolo como può avere l’antecedente, ma è molto più frequente usarlo introducendo relative libere. Le relative libere sono formalmente identiche alle subordinate modali. Nel presente capitolo si mettono in rilievo alcune dissimmetrie osservate tra l’italiano e lo spagnolo rispetto alla selezione del modo verbale. 2. Nessi modali 2.1. In spagnolo como, según, conforme. Como può essere seguito da si: <como si>, che Alarcos (1994, p. 363) ritiene sia modale. <Como si> seleziona esclusivamente il congiuntivo, limitandosi in genere all’imperfetto o trapassato. Nel presente studio è stato inserito tra i nessi condizionali (vedere infra cap. 9). 96 Subordinate modali 2.2. In italiano come, <secondo che>, <nel modo che>, ecc. (Dardano e Trifone 1983, p. 324). Anche questi autori includono nell’elenco dei nessi modali la locuzione <come se>; anch’esso, come abbiamo appena indicato per il corrispettivo spagnolo, viene analizzato qui tra i nessi condizionali. 2.3. Tabella dei nessi modali spagnolo como según conforme gerundio italiano come secondo che nel modo che gerundio 3. Modo verbale nella subordinata modale In spagnolo, i nessi modali ammettono l’alternanza indicativo/congiuntivo. Si usa il congiuntivo quando il contenuto della subordinata fa riferimento a un evento prospettivo, ovvero presenta un evento ancora non compiuto. Il congiuntivo si usa anche quando il parlante non intende compromettersi con quanto afferma nella subordinata. In italiano, i nessi modali selezionano l’indicativo. ₪ In spagnolo i nessi modali ammettono l’alternanza indicativo/congiuntivo, mentre in italiano tali nessi si costruiscono sempre con il verbo all’indicativo. 3.1. Indicativo 3.1.1. In spagnolo L’azione espressa nella subordinata si è verificata. (135) a. TRI: es muy fuerte // pero bueno // bueno / entonces te ha gustado como va quedando / más o menos ? [efamdl09] Felisa Bermejo Calleja 97 b. // pero / el Fútbol Club Barcelona / se ha quedado / sin Fabio / Capello // según acaba de / confirmar / el portal / libre directo / punto / com / [emedsp05] c. // Fabio Capello / ha llegado / a un acuerdo / con su actual club / la Roma / y ha renovado / por dos años más / compromiso / que hará oficial / este sábado / según / ha podido saber / libre directo punto com // [emedsp05] d. PAZ: claro // pero bueno // yo no sé quién ganará la liga / este año/ <tía>// PIE: [<] <bueno> pues el Madrid / Mari // PAZ: pero / <&hombr> + PIE: [<] <conforme> va el Madrid / <de adelantado> ... PAZ: [<] <no ¡hombre! // si> hoy gana el Madrid / tía / es muy <probable> // PIE: [<] <y si> no gana / también / si le lleva nueve puntos al Barça // L’esempio (135c) permette di illustrare l’uso dell’indicativo nella subordinata abbinato al verbo futuro nella principale. Infatti, conviene ricordare che sebbene la principale possa avere il verbo al futuro o al imperativo, oppure contenere un verbo che esprime volere o intenzione, se l’azione espressa dal verbo della subordinata si è già realizzata, il verbo della subordinata è all’indicativo: Lo hará como le han indicado. Hazlo como te han indicado. Il contenuto della subordinata è conosciuto dal parlante o ritenuto tale. (136) a. [/] otro tipos de alicientes / en el que piensas / que / hhh / en la vida / la vida es convivencia / y en la convivencia siempre hay que ceder / y / nunca las cosas salen / como nosotros queremos / sino que tenemos unas [/] hay unos parámetros / &eh / que nosotros desearíamos / pero la vida nos va ofreciendo otros / y la convivencia es el arte de saber ceder / no ? por parte de todos // [epubmn02] b. // el novio era del pueblo // el Consorte // era un / chico que vivía ahí en la calle Tentudía antes // según se va [/] según se va a la tienda esta que han puesto Día / la primera bocacalle // [efammn08] c. // respecto a la sentencia / en [/] en España actualmente / pues / según / establece nuestro código penal / &eh / como máximo / la / &eh / &eh [/] la prisión / máxima / será durante veinte años // [enatla02] È molto frequente ripetere nella subordinata il verbo della principale. (137) a. JES: / y / bueno / lo que pasa que luego a ver &don [///] tiene que continuar / aquella estación // para algún sitio // no va a coger el AVE 98 Subordinate modali / y va a hacerlo como lo hace el tren de ahora // que es / una estación terminal / en la que el / tren llega / y luego se da la vuelta // [efamcv13] b. PAN: el caballero / la amaba / como / se ama la dulzura del vino / pero la / dama le pagaba / con la amargura del rechazo / con la amargura / que tenía / un sabor / a pez // [emedts06] c. CAR: / que eso ya pasa digamos por aduana // como [/] y funciona como funcionaba antes todo / que tenía que pasar por la aduana // [enatbu01] d. HOM: imagínate que tú estás / oyendo voces que te hablan / y por mucho que alguien te diga que esas voces no existen / tú / las estás oyendo / como me estás oyendo a mí ahora // [emedrp02] La subordinata modale può essere anche un inciso; in questo caso essa esprime un senso di conferma o dimostrazione. (138) a. // los catorce vocales de la junta / central / tienen de plazo hasta mañana / para tomar una decisión // pero / como ha declarado su presidente / el magistrado Enrique Cancer / si no hay / inconvenientes tremendos / el tema / puede quedar zanjado / esta / misma noche // [emednw06_1] b. / es decir / por una parte / actúa / como nexo / subordinante / y por otra parte / como hemos dicho anteriormente / realiza una función sintáctica / dentro de la proposición subordinada // [epubmn01] c. MUJ: hola // buenos días a todos // hoy es / jueves // tenemos / como podéis ver / un / sol esplendoroso / un cielo <limpísimo> ... [emedrp02] 3.1.2. In italiano Si usa sempre l’indicativo (139) a. / ed ha assegnato / appunto / degli orti // ne sono stati ricavati quarantatré // che poi ognuno / a suo piacere / ha recintato come ha voluto // [ifammn24] b. MAR: qui hai la possibilità di / pagare come consumi // cioè / nel caso tuo / ti fo un esempio / lo consumi in tre anni / lo paghi in tre anni / lo consumi in due anni / in due anni / lo voi pagare prima / lo paghi prima // [ifamcv05] c. MAA: perché + allora / quest’ anno / come l’ anno scorso / c’ ho [///] c’ abbiamo / la possibilità / della non scelta / come è stato fatto a mag- Felisa Bermejo Calleja 99 gio / dei libri ministeriali // la non scelta / ci permette però / volendo / di sceglierne uno / mezzo / come ci pare a noi // [ipubcv02] d. Subito dietro [...] erano le zie, che stavano sedute o in piedi a seconda che esigeva la Messa (Serianni 1988, p. 517). e. Comportati nel modo che ritieni più opportuno (Dardano/Trifone 1983, p. 325). Ripetizione del verbo (140) a. GIU: sì // &me [/] mentre + e poi / &he / e cominciò a camminare // gli pesava // come tu pesi // poi / &he / <più in là / dice> + [ifamcv20] b. // &he / da Bartali Coppi / a molti altri // sicuramente / nella classe regina / non c' era mai stato / così una [/] un dualismo così forte // perché / non mi ricordo / no // ai tempi di Uncini / forse Lucchinelli // però non dominavano come dominiamo noi oggi // [imedsp01] c. AGO: no // assolutamente // le nostre mucche / noi le amiamo / come fossero [/] come ogni cittadino ama / i propri animali / di casa // [imedts06] Incisi (141) a. ROS: allora / come diceva il professore / il paziente / è un signore di sessantacinque anni / ex fumatore / fumava / con la regola attuale / trenta pacchetti annui / ha smesso nel novantatré // [inatco03] b. // che facevano parte delle redazioni economiche dei quattro quotidiani più importanti // come ho già anticipato / queste [/] questi danari / sono stati fatti pervenire / nelle persone del dottor Turani / per una cifra all' incirca di cinquecento milioni / [inatla03] c. // e non si possono poi attendere / altri diciotto mesi // o ancora rimanere / con le scarpe bucate / come vedrete questa sera // no // tutto ciò non può accadere // [imedts02] 3.2. Congiuntivo In spagnolo, se il parlante non può o non vuole compromettersi con ciò che ha affermato, si usa solitamente il congiuntivo. Se l’azione espressa nella subordinata non si è ancora verificata, si usa il congiuntivo. In questo caso, il verbo della principale è un verbo (intensionale) che esprime desiderio o intenzione, cioè proietta l’azione del verbo della subordinata verso l’avvenire: Tiene intención de hacerlo como le indiques. Con il verbo della princi- 100 Subordinate modali pale al futuro o all’imperativo, si usa il congiuntivo se l’azione espressa dal verbo della subordinata non si è ancora realizzata: Lo hará como le indiquen. Hazlo como te indiquen. (142) a. BEA: [<] <no no> / pero vamos / que a mí no me importa quedar antes / incluso si quieres yo / prefiero casi quedar en mi casa / para que tú veas lo que hay / y si te quieres llevar más cosas / te lleves lo que quieras // con toda la ... me entiendes ? LUC: vale // vale // BEA: que no hay ningún ... LUC: pues eso // como tú quieras // BEA: vamos <que> + LUC: [<] <yo> cuando / tú puedas // o el sábado / o el domingo // me da igual // BEA: pues el domingo // casi // te digo porque el sábado me da la impresión de que me va a tocar ir a [/] ir a trabajar // no lo sé // mejor / me dejas el teléfono // [epubdl05] b. BLA: / sí / que puedo ... cómo hacemos / entonces ? YOL: como tú quieras // como a ti te venga bien // BLA: hhh // quedamos en / la escuela ? o ... %act: (1) doubt YOL: o / si quieres / te viene mejor en Moncloa ? BLA: vale // mejor // [etelef07] c. ALI: pues ahí veo a ver qué hago // si [/] si este [/] si hago eso / o hago otra cosa / también que sea fácil de cargar / hhh ? %act: (24) interrogation SER: como veas // como veas // ALI: sí / sí // no te preocupes // bueno // pues entonces alrededor de las tres allí nos vemos mañana //[etelef11] Si confrontino i precedenti esempi spagnoli, che hanno il verbo al congiuntivo, con i seguenti in italiano, che hanno il verbo all’indicativo, tenendo presente che si tratta di enunciati appartenenti alle stesse situazioni comunicative: (143) a. ALE: io stasera / avrei voglia di andare a fare una <girata> // FER: [<] <si va> in bicicletta // ALE: no // FER: con la bicicletta / piano piano // ALE: no // FER: piano piano / è tutta pianura di qui // si va verso / ponte Buriano / dai // ALE: non ho tanta voglia // Felisa Bermejo Calleja 101 FER: è bellissimo / con una giornata così / ci si attrezza / con gli occhiali ... zazazazaza // eh ? ALE: no // FER: come vuoi / io ci vo // [ifamcv15] b. LAU: [<] <no ma loro non vogliono> + <no / ascolta> / loro non vogliono che venga / protetto dai rumori // perché / quello / è un problema secondario // tu puoi creare dei vetri / che siano [/] che insonorizzino // ANG: mh // LAU: quindi / anche la parte [/] la parte museale / anche se è in vetro / cioè / puoi tu / insonorizzarla come vuoi // Angelo // [ifamcv16] c. SIM: fuori Firenze // MAR: mh mh // e se / mi portassi / un asciugamanino ? SIM: eh // oh / mh // MAR: mh / non <ti va> // SIM: [<] <&ci> [///] sì // MAR: eh ? SIM: sì / mi va // MAR: eh ? SIM: mi va // a bestia // MAR: eh ? dai / intanto ci si porta / poi <si &gu> + SIM: [<] <si può> [/] si può anda' anche in là // MAR: si guarda / si decide / come ci va di fare / insomma // [itelpv10] Si osservino anche le seguenti due occorrenze, che mettono in parallelo le due lingue mediante espressioni simili. In spagnolo si usa il congiuntivo, seguendo il criterio del non impegno o presa di distanza da parte del parlante rispetto a quanto affermato nella subordinata. In italiano, invece, nell’analoga espressione si usa il verbo all’indicativo. (144) a. DRA: había / planteado yo / de una manera un poco brusca / poco antes de que llegara la publicidad / &eh / el tema que en definitiva pone en marcha / o [/] o [/] o paraliza este programa / existió / o no / existió / Jesús de Nazaret / Jesús de Galilea / como queramos llamarlo / el embajador / Puente / Ojea estaba en el uso de la palabra // [emedts03] b. // cioè / determinate cose / &he possono creare confusioni anche / perché / tu / ti trovi ad interloquire con una persona che non è completamente padrona / non ti dico dei concetti / perché / spesso sono anche nuovi / per alcuni / però proprio di [/] di [/] di forme / &he / sintattiche / verbali / come vuoi chiamarle / che possono anche / &he / contribuire ancora di più a una certa confusione // [ipubcv01] 102 Subordinate modali I corpora italiani di C-ORAL, tuttavia, forniscono occorrenze in cui come introduce una frase al congiuntivo passato. Si tratta, in realtà, dell’elisione della congiunzione se; il nesso ricostituito sarebbe <come se>. (145) a. SIL: mentre con le ragazze comunque / comincia un po' a + dice le frasi fatte // parla per frasi fatte // come tipo / chi lascia la strada nuova [///] <la strada vecchia / per quella nuova / sa quel che lascia / non sa> quel che trova // insomma / come fosse la frase / di un personaggio famoso // invece + vabbè comunque // [ifamcv12] b. EST: allora / ci sono tante persone che a farli col Silkepil gli s' incarniscono tutti / gli rimangano tutti completamente sottopelle // CLA: invece vedi / <a me no / fortunatamente> // EST: [<] <invece te hai la fortuna> / di avere dei peli che / perfetti / guarda / &sple // come tu li facessi con la cera / uguale // CLA: eh // EST: proprio una chicca / sì // [ifamdl15] c. GRA: solo tra le braccia della madre / Maren / si è sentita finalmente tranquilla // le due donne sono tornate a casa / dove Maren / ha riscoperto tutte le sue cose / come le vedesse per la prima volta // [imedrp04] ₪ In spagnolo non è possibile elidere si dal nesso <como si>. 3.3. Gerundio 3.3.1. In spagnolo (146) a. // los niños aprenden / lenguas muy pronto / aprendió el francés / y al cabo de dos años / el francés era / su lengua principal / regresó / a Budapest / y entonces / hablaba / el húngaro / pero lo hablaba / muy mal // mezclando francés / [enatco03] b. / organicé / el resto de la excursión / a mi aire / pasando por / el ferry / del estrecho / desde Algeciras a Tánger // [efammn09] c. BEA: vamos / sí que / te lo pasas muy bien / ahí / haciendo pruebecitas / y tal // está bien // cuéntame tú / mujer // <qué> + VIT: [<] <pues yo> / nada // yo he &es + he / pasado una Semana Santa muy agradable // trabajando todos los días // <y> + [efamdl35] Felisa Bermejo Calleja 103 3.3.2. In italiano (147) a. MAX: cerchiamo di pensare soprattutto alla sicurezza // eh ? va bene ? guidare in sicurezza / andando piano // [ifamdl19] b. // # hhh e / quindi fino / fino dall' antichità / insomma / l' uomo s' è cimentato con questa / attività // utilizzando / le conoscenze che aveva / insomma // [ifammn12] c. MAR: quindi lei è cresciuta / mangiando / calcio / <mangiando pallone> ? [imedin01] 4. Il nesso spagnolo como e il nesso italiano come. I diversi tipi di subordinate Il nesso spagnolo como e il nesso italiano come presentano la particolarità di poter introdurre diversi tipi di proposizioni subordinate. Di seguito, ne forniamo l’elenco. 4.1. Modale vs. Relativa Si può affermare che le subordinate modali sono identiche alle relative libere (senza antecedente) introdotte da como/come; naturalmente in questo caso il nesso non può essere sostituito da un altro relativo. In spagnolo, il relativo como può avere un antecedente espresso; in questo caso, potrebbe essere sostituito dal relativo <en {el/la/los/las} que>. In italiano, nella frase relativa con antecedente espresso non si usa mai come. 4.1.1. Relativa con antecedente espresso In spagnolo (148) a. / &eh / las opiniones / contrarias al nacionalismo / son recibidas de esta manera / como las ha recibido el señor Ibarretxe / [emedin01] b. [/] la realidad / consiste / en la forma / como es mirada // [enatte04] ₪ In italiano non è possibile usare il nesso come in una relativa con antecedente espresso. 104 Subordinate modali In spagnolo (149) // &eh / una historia / &eh / de una / secuencia en la que / la soledad del hombre / se resume / &eh / casi casi / de la manera en que uno nace / vive y muere // [emedts04] In italiano (150) [///] studiando un po' / ho trovato / che c' è un paragone / estremamente ingombrante / che / se mi concedete il modo ironico / in cui l' ho presentato / vi presento immediatamente // [inatco01] 4.1.2. Modale (relativa libera) In spagnolo (151) [///] tiene que continuar / aquella estación // para algún sitio // no va a coger el AVE / y va a hacerlo como lo hace el tren de ahora // [efamcv13] In italiano (152) [/] la mi + allora si sopraggittava a mano // 'un si faceva / come fanno ora / eh // [ifamcv19] 4.2. Altre subordinate introdotte da como Subordinata causale (153) JES: xxx mi pelo / como es castaño / pues si me lo decoloran un poco / pues queda más rubio // [efamcv09] ₪ Il nesso causale italiano equivalente è siccome. (154) SAB: e io dormivo / in salotto // ora siccome / s' è liberata la stanza della nonna / allora andrò a dormirci io // [itelpv16] Subordinata condizionale (155) CRI: hhh / sí // de vez en cuando me entran las crisis // digo / como la coja la mato // la voy a partir la cabeza // y esas cosas // pero + [efamcv03] ₪ In italiano non esiste un nesso condizionale analogo. Subordinata comparativa di uguaglianza Felisa Bermejo Calleja (156) 105 PAC: de la serie // y este programa va a correr tantas veces / como &vec [/] como veces venga en [/] en [/] en a dólar // [epubdl15] ₪ In italiano come si usa anche nella comparazione, ma non introduce una frase intera. 4.3. Diversi usi e valori di come Come può introdurre una frase temporale; ha un valore specifico di immediatezza, paragonabile al nesso temporale spagnolo <en cuanto>. (157) a. MIC: però / non lo so se / viene snaturata la [/] la personalità di Troisi / <a fare film del genere> // ANT: [<] <eh infatti / io> proprio questo volevo dire // cioè / sinceramente non ce lo vedo proprio / nei panni di uno + MIC: anche perché io / come lo vedo / sicuramente mi metterò a ridere // <eh / ‘nsomma> ... [ifamdl01] b. // oh / vacci a capi’ te perché // come lei va via la sera / nell’ ascensore ‘un c’ è più luce // per cui te ti fai / metti / undici piani / a i’ buio / dentro l’ ascensore / e / insomma // [ifamdl16] ₪ In spagnolo non si usa como con valore temporale. Si usa in frasi esclamative. (158) a. GIA: davvero ero // e / dopo ci ballo anche / tu vedessi come la balla //[ifamdl16] b. // aveva una voce / per l' opere // tu sentissi / come cantava quel ragazzo // l' era piccolino / ma c' aveva una voce // [ifammn01] ₪ In spagnolo, anche como si può usare in frasi esclamative, come ad esempio ¡Si hubieras visto cómo llovía!. Como però non sottintende, a differenza dell’italiano, l’avverbio bien, perché como non si combina con avverbi o aggettivi. La traduzione in spagnolo degli esempi precedenti richiederebbe esplicitamente l’avverbio bien associato a qué o all’espressione enfatica costruita con lo (qué bien... oppure lo bien que...): ¡Si vieras qué bien la baila! / ¡Si vieras lo bien que la baila! Si usa come nesso completivo e seleziona il congiuntivo. (159) a. ELA: e / mi sembra interessante / perché lei / fa vedere come la frase nominale / sia un fenomeno / tra i più rilevanti della sintassi scritta / di + &qui [/] quindi / &he / magari dopo <te> lo + [itelpv04] 106 Subordinate modali b. ALE: della riedificazione / che comunque è successiva a Terni / della [/] del rifacimento / in determinati modi / di alcuni quartieri / tipo villaggio Matteotti / o simili // per cui / emerge / anche da altre &di [/] discussioni / insomma / che sono riportati da altri libri / come / alcuni sentano proprio / questa [///] la costruzione di determinate forme abitative / come / &he [/] come negative per se stessi / &insò + [ifammn02] ₪ In spagnolo, per questo tipo di completive, è necessario usare il nesso que con verbo all’indicativo. Nello spagnolo classico si trovano esempi di como completivo, peraltro assenti nella lingua attuale (cfr. Gili Gaya 1989, p. 288). Naturalmente non ci stiamo riferendo alle interrogative indirette. Capitolo 5 SUBORDINATE CAUSALI 1. Introduzione La proposizione subordinata causale stabilisce un rapporto di causa con la proposizione principale. La causa espressa dalla subordinata può essere già nota o nuova. Se è nota, viene introdotta da nessi come como/siccome, ecc. e occupa il primo membro della frase complessa (tematico). Se è nuova, viene introdotta da porque/perché, ecc. e occupa il secondo membro della frase complessa (rematico). 2. Nessi causali spagnolo porque como <ya que> <puesto que> <dado que> que pues <visto que> <en vista de que> italiano perché siccome <visto che> <in quanto> <dato che> poiché <dal momento che> che giacché Altri nessi usati in spagnolo sono <por causa de que>, <a causa de que>, <por razón de que>, <debido a que>,< gracias a que>,< por culpa de que>, <por aquello de que> (Galán Rodríguez 1999: 3597-3621). Nei corpora utilizzati non si è riscontrata nessuna occorrenza di questi nessi. Non si trovano occorrenze nemmeno di <visto que>, <en vista de que>. Altri nessi usati in italiano sono <per il fatto che>, <per la ragione che>, <grazie a che>, <a motivo di che>, <tanto più che>, <considerato che>, <atteso che>, <posto che> (Serianni 1988, p. 487). Nei corpora analizzati non si è riscontrata nessuna occorrenza di questi nessi, e nemmeno di giacché. 108 Subordinate causali In spagnolo sono numerosissime le occorrenze con porque, come pure quelle con como causale e con <ya que>. Il como causale è più usato nei file di registro informale rispetto a quelli di registro formale. Anche in italiano sono numerosissime le occorrenze con perché, e numerose quelle con siccome e con <visto que>. Si usa di più il nesso <in quanto> che il nesso <dato che>. Va sottolineato che, mentre <visto que> non è usato nei corpora di spagnolo di C-ORAL, <visto che> (il nesso più frequente dopo perché e siccome) è molto usato in italiano, sia in registro formale che informale. Quindi, in quanto all’uso, non c’è una corrispondenza tra <visto che> e <visto que>. Per contro, in spagnolo il nesso <ya que> è di uso molto elevato, mentre in italiano il nesso giacché non ricorre nei corpora di C-ORAL. Già Serianni (1988, p. 486) indica che giacché «È forse più comune nell’uso scritto che nella lingua corrente». 3. Tipologia delle subordinate causali 3.1. Distinzione semantica Le subordinate causali possono essere definite come quelle che esprimono una causa che dà origine a un effetto determinato. Siccome il rapporto causa-effetto è più complesso di tale definizione, è necessario stabilire alcune distinzioni all’interno delle subordinate causali (seguiamo in ciò la classificazione di Galán Rodríguez in GDLE 1999, pp. 3597-3621). Dal punto di vista semantico esse si dividono in: – Causali pure o specificative, che stabiliscono una connessione non risaputa tra le due proposizioni. Il vincolo tra esse si manifesta sia come rapporto causa-effetto, sia come rapporto motivazione-risultato. – Causali esplicative, nelle quali la subordinata offre una spiegazione o una giustificazione del fatto indicato dalla principale. Tale spiegazione può consistere in una circostanza favorevole o abituale che è nota o presupposta (causali esplicative proprie), oppure in una deduzione basata sulla conoscenza dei fatti (causali ipotetiche). «Pero si es de motivación-resultado, y dado que la motivación implica un acto de voluntad, los sujetos deben ser obligatoriamente entidades animadas que participan activamente (desean, tienen intención de) en la relación causal y en sus consecuencias» (Galán Rodríguez 1999, p. 3602). Anche Felisa Bermejo Calleja 109 Previtera (1996, p. 32), che distingue tre classi di causa: causa fisica, motivo di fare e motivo di dire, segnala nella distinzione tra causa fisica e motivi di fare che gli «esseri inanimati sono di norma interessati solo dal primo tipo di causalità, mentre esseri animati possono pure avere a che fare con motivi che influenzino il loro agire». Questa distinzione semantica tra causali pure e esplicative corrisponde alla distinzione sintattica tra causali integrate (specificative) e periferiche (esplicative); tale distinzione si manifesta nell’ordine che la subordinata occupa nella frase complessa. La nozione fondamentale su cui si basa tale divisione è l’opposizione ‘nuovo’/‘noto’. Diversi autori si sono occupati delle subordinate causali, proponendo di conseguenza diverse classificazioni. Hernández Alonso (1996, pp. 133138) propone una revisione dei risultati ottenuti da diversi studiosi. La distinzione tra causale dell’enunciato e dell’enunciazione è stata proposta da Marcos Marín e ripresa con variazioni da Bartol Hernández, López García e Kovacci. Tale distinzione ha come punto di partenza lo studio di Lapesa che utilizza l’espressioni “causales de la acción enunciada” e “causales del acto enunciativo”. Santos Río stabilisce otto tipi di causali, riconducibili a due: proposizioni causali non esplicative e proposizioni causali esplicative; la stessa classificazione serve per i nessi. 3.2. Causali integrate Le causali integrate danno un’informazione rematica (nuova); la subordinata segue la principale (tranne nelle occasioni in cui si vuole enfatizzare la causa). In spagnolo, il nesso è porque. (160) a. // ahora voy en coche / porque hace frío // [efamdl01] b. // es decir / en todo los / &eh / centros de investigación / suele haber / resus / y [/] y bueno / con ellos se llevan a cabo muchísimas investigaciones / porque se crían muy bien en cautividad // [enatco01] Galán Rodríguez (1999, p. 3616) segnala anche altri nessi che introducono subordinate causali integrate: <por causa de que>, <a causa de que>, <por razón de que>, <gracias a que>, <por culpa de que> y <por aquello de que>. Nei 110 Subordinate causali corpora di C-ORAL non si sono trovate occorrenze di subordinate causali introdotte da questi nessi. Rispetto al nesso <debido a que>, la studiosa commenta che «debido a que es el equivalente culto de por causa de que y a causa de que, siempre que ocupe la posición final en la secuencia e introduzca una causa no conocida». Delle tre occorrenze che abbiamo trovato, solo una può essere considerata subordinata causale “integrata”: (161) a. // los ferrocianuros de cobalto son unas sustancias / químico / orgánicas / y de mucho interés también para los inorgánicos / debido a que tienen / una sustancia / &c [/] un [/] un cianuro / al que está unido / un átomo de cobalto // [enatte02] In italiano, il nesso usato è perché. b. GIA: io non guardo Troisi / perché non lo capisco // [ifamcv12] c. / è sempre difficile / non vi è dubbio alcuno // ma se le persone vengono perché vivono una persecuzione / beh allora / le porte devono essere spalancate // [inatps01] 3.3. Causali periferiche Le subordinate causali periferiche presentano un fatto come spiegazione di un altro fatto. «Las oraciones están separadas por pausa (como unidades fónicas independientes) y no delimitan el valor léxico del verbo (son marginales), sino que expresan una relación semántico-pragmática mucho más amplia» (Galán Rodríguez 1999, p. 3609). Tali subordinate legano l’enunciazione con l’enunciato e mettono in rapporto la proposizione principale con significazioni esterne. Le causali periferiche danno in genere un’informazione tematica (nota), e quindi solitamente la subordinata precede la principale. Tuttavia possono dare anche un’informazione rematica, e allora la subordinata si pospone alla principale. Questa distribuzione è peraltro orientativa e non è fissata definitivamente, perché dipende dalla rilevanza che si vuole dare al messaggio. Felisa Bermejo Calleja 111 I nessi sono, in spagnolo, como, <ya que>, <puesto que>, <dado que>,6 <visto que>, <supuesto que>, porque, pues, que; in italiano, siccome, poiché, giacché, <dal momento che>, <dato che>, <visto che>, che (ché). 3.3.1. In spagnolo como Con il nesso como, la subordinata precede sempre la principale. (162) a. JES: xxx mi pelo / como es castaño / pues si me lo decoloran un poco / pues queda más rubio // # [efamcv09] b. // yo creo que es lo mismo que ha dicho el presidente // pero va / como no he escuchado sus palabras / pues / &eh / me tengo que [/] tengo que hacer un acto de fe // [emedsp06] <ya que> I dati che emergono esaminando le occorrenze con subordinate causali introdotte da <ya que> sono molto interessanti. Nel registro informale, tutti gli interventi tranne uno presentano la causale in posizione anteposta rispetto alla principale perché l’informazione data è nota (nel dialogo viene ripresa da interventi precedenti). (163) a. NIE: [<] <no // en cualquier> caso / lo que hay que hacer es / la pared para acá // pero no traerla hacia acá // eso es &otr [/] era otra cosa // <es que hay dos posibilidades> // %alt: (13) pa MAN: [<] <no / pero la [/] ya> pero la + en cualquier caso hay que hacer el pico ese // NIE: sí // el pico sí // o sea traerlo <para acá> // %alt: (8) pa MAN: [<] <pues ya> [/] ya que haces el pico ese / lo traes aquí / o lo dejas ahí ? el pico hay que hacerlo // ya que lo haces / lo traes <aquí> ... [efamdl19] 6 Per Alarcos (1994, p. 369), con <puesto que>, <dado que>, ... si ha una «construcción con sentido causal que consta de participio inmovilizado y una oración degradada con que». Per Hernández Alonso (1996, p. 137), queste formule «son estructuras absolutas de participio cuyo sintagma sujeto está desarrollado en forma de nexus inserto por el transpositor que. El contenido de causa nace de la estructura de participo, aunque hemos de reconocer que está parcialmente lexicalizado». 112 Subordinate causali b. // pues cuando estuvimos de vacaciones en Tarragona / un día [/] una tarde nos [/] nos fuimos a Sitges / a verlo / y ya de Sitges no sé si había setenta u / ochenta kilómetros a Barcelona y si [///] pues ya que estábamos nos acercamos // [efamdl38] Per quanto riguarda il registro formale, nella maggioranza delle occorrenze la subordinata causale segue la principale. Tutti gli interventi corrispondono a programmi dei media, di cui buona parte appartiene a telegiornali. (164) a. // los gobiernos europeos / más afectados por el incremento de los precios / entre ellos España / estaban en contra de la rebaja / ya que eso &habri [/] haría / aumentar el consumo / y por tanto la inflación // [emedin02] b. JES: tanto Endesa como Iberdrola / han iniciado la sesión a la baja / con pérdidas que superan el uno por ciento / en un ambiente de fuertes descensos en el sector / ya que Fenosa cede un tres por ciento / e Hidrocantábrico también sufre / ventas // [emednw04] <puesto que> Osservando le subordinate causali introdotte da <puesto que> emerge che tutte seguono la principale. Alcune danno un’informazione nota; in altre, invece, l’informazione è nuova. (165) a. // ¡ojo! / cuando hablamos de artrosis / no solamente la tienen las personas / que ya superan los sesenta años / a partir de los cuarenta y tantos / por lo menos lo que es el signo de la artrosis / en la articulación ese desgaste / ya se tiene // a partir de eso / pues / yo creo que el tema de las varices / es básico / puesto que en muchísimas ocasiones / también / esa / circulación de retorno / pues duele // [emedts07] b. // sobre este aspecto / mencionado / de que la ciencia / y también la tecnología en este caso / se han configurado / como la cultura propia de nuestras sociedades / permítanme realizar / un pequeño excurso / puesto que este hecho / positivo por sí mismo / ha llevado a que la ciencia y la tecnología / jueguen / un papel crucial / como factor de resolución / de los problemas sociales // [enatco02] <dado que> Tutte le occorrenze (quattro) con il nesso causale <dado que> appartengono al registro formale. (166) a. JOS: la policía / &eh / normalmente suele responder / que es cierto / que son conocedores del hecho / pero que están imposibilitados de ac- Felisa Bermejo Calleja 113 ceso a su domicilio / dado que no poseen / el / mandamiento judicial pertinente para entrar en él // [enatla01] b. TRA: al hacer esta consulta / pretendemos averiguar / cómo reacciona la gente / ante las nuevas tecnologías alimentarias / dado que anteriormente ha habido algunas / como la modificación genética / o la irradiación / que han provocado en el público / protestas generalizadas // [emedsc04] pues Il nesso pues, che inoltre ha diverse funzioni sintattiche e pragmatiche (segnale discorsivo), può introdurre una subordinata causale. (167) DOS: bueno / eso / cada caso es [/] es [/] es [/] es particular / en el sentido de que / bueno / depende de [/] de / su / forma de consumo / pues / se puede llegar a / ofrecerles un / contrato / en / mercado libre / que [/] que / les sea / más rentable / que / permanecer en la tarifa // [enatbu02] porque Il nesso porque può introdurre tutti i tipi di subordinate causali, anche periferiche. (168) a. CRI: [<] <no> llevamos casete // al final // porque / se lo encargué a / Quique / y me dijo [/] y me dijo que vale // pero luego el día que quedamos / me dice / no lo he traído // es que me parece una tontería // y yo / ¡jo! / no me lo podías / hhh haber dicho / cuando te lo <pedí> ? [efamdl08] b. // de este mes // y me parece que las inscripciones / van / no muy bien / no ? porque de momento no veo que haya demasiada gente // [enatpr01] que Il nesso que introduce una subordinata causale che contiene il verbo all’indicativo. (169) a. GUI: luego como algo // &cuan [/] cuando termine Rosa // no lo hagas // no lo hagas / que no me lo voy a comer // [efamdl38] b. MIG: ponte de frente // a ver / mira a Rosa // que te vea // que tú no llevas las gafas y no te las ves // ahí te gusta ? [epubcv01] 114 Subordinate causali <visto que> (170) Visto que no vienen, vamos a empezar sin ellos (Santos Río 2003, p. 656). <en vista de que> (171) En vista de que era tan tarde, aplazamos la reunión (Santos Río 2003, p. 656). 3.3.2. In italiano siccome Con il nesso siccome la proposizione causale si trova sempre in prima posizione. (172) a. SAB: e io dormivo / in salotto // ora siccome / s' è liberata la stanza della nonna / allora andrò a dormirci io // e / secondo te / le pareti + [itelpv16] b. //terminata questa laboriosa / fase di preparazione / dei modelli su cui lavoreremo / &he affronteremo le tematiche relative al mercato // per far questo / siccome non abbiamo / determinate / conoscenze / non sappiamo bene ancora come funziona / il tutto / abbiamo chiesto l’aiuto / di alcuni liutai / che operano in questo campo / da [/] già da diverso tempo // [imedts05] <visto che> (173) a. ZIO: [<] <però> / c' emo il sospetto / che / visto che qui non puo' entrare nessuno / eh / questa / o ha lasciato la porta aperta / o è stata lei / insomma / no // [itelpv13] b. EMA: [<] <ah> // GCM: però / magari / visto che te tu se' nuovo / se non tu te la senti / di [/] di farlo / per esempio / c’è anche Antonella / yyy / che è la vice preside + [ipubdl05] <in quanto> Questo nesso, con diciasette occorrenze, è più usato di <dato che> (otto occorrenze). (174) a. // l’idea di fare l’infermiere / di affrontare questo [/] questo mestire / mi è venuta facendo l’obbiettore di coscienza / in una pubblica assistenza / dove facevo servizio sull’ambulanza medicalizzata // però / è molto diverso dal lavoro che faccio adesso / in quanto / sull' ambulanza Felisa Bermejo Calleja 115 non c' è un rapporto / diciamo di dialogo / o [/] o che si possa instaurare un rapporto affettivo con l’utente che si sta soccorrendo [ifammn16] b. // da parte nostra / anche aseguito / delle valutazioni fatte appunto in commissione / e dalla conseguente rilevazione mansioni / ciò non è stato / come si dice / &he / accolta / tale richiesta // in quanto i cinque meccanici generici / che svolgono la loro attività all’inceneritore / non hanno / in fin dei conti / una professionalità adeguata / [inatbu02] ₪ In spagnolo, <en cuanto> non ha valore causale. <dato che> (175) a. // dato che so che da casa / sarete in tanti / a seguirci su questo argomento // e vi ripeto il numero / per partecipare // zero sette sei nove / sette tre nove tre otto / per chi telefona da casa // [imedts02] b. PRO: [<] <esatto // no> // questo / diciamo / dato che / la banca / da' la garanzia / di un capitale / e di un rendimento minimo / è chiaro che / deve avere mano libera / per vedere / di investire in comparti geografici / comparti / &he / diciamo / dal punto di vista /&he / industriale / &he / più flessibile // [ipubdl04] <dal momento che> (176) a. DOM: mah / io direi / dal momento che lei ha anche altri investimenti / obbligazionari / &he / a sto punto / se non ha necessità di disinvestire / io direi di / tenere la posizione // anche perché &he [///] cioè / &he / si devono comunque riprendere i mercati / ecco // [inatbu01] b. SAM: [<] <più c' era un quarto / ma dal &mome + ecco> // ma dal momento che / non me lo ricordo / e non sono assolutamente sicuro / non voglio assolutamente neanche correre l’uno per cento di rischio / nel compromettere uno che non c’entra niente // quindi / vi chiedo scusa ma / non vado oltre // [inatla03] poiché Le tre occorrenze di poiché sono di registro formale (med e nat). Questi dati, seppur ridotti come numero, confermano l’affermazione di Previtera (1996, p. 35) secondo cui «la congiunzione poiché [...] è ormai usata di preferenza nella lingua scritta o nel parlato formale». (177) a. // e cominciano subito / dal caso del bancario / Michele Cortese / la cui strana scomparsa / ha mobilitato nelle ricerche / per un’intera setti- 116 Subordinate causali mana / carabinieri / guardia di finanza / polizia / e perfino / squadre specializzate contro i sequestri // poiché / purtroppo / nonostante tutti questi tanti giorni di ricerche / non sono [/] non si è arrivati a scoprire nessuna traccia / la magistratura / ha aperto un’inchiesta // [imedrp04] b. PAS: eh / assolutamente sì // considerando che / l’epidemia / inizierà / alla fine di dicembre / i primi di gennaio // e poiché l' immunità / viene conferita / dopo circa due settimane / assolutamente siamo ancora in tempo // [imedsc02] che Per quanto riguarda la capacità del nesso che di introdurre subordinate causali, è necessario tener presente che il verbo della principale deve essere performativo: «La congiunzione che [...] può essere usata correttamente solo per introdurre subordinate causali che motivino l’atto linguistico realizzato nella principale [...]. Quando il verbo perde il suo valore performativo e serve semplicemente a descrivere un’azione che è già stata compiuta, il connettivo che risulta agrammaticale e deve essere sostituito» (Previtera 1996, p. 39). Anche il nesso spagnolo que presenta la stessa limitazione. (178) a. MAR: [<] <significa che> / hai indovinato un colore / ed è al posto giusto // <xxx> + NIC: [<] <no> // bianco / al posto giusto // MAR: nt / nero // %exp: (1) no NIC: bianco // e no / io faccio bianco // che sennò mi confondo // MAR: vabbò // [ifamcv09] b. GIO: [<] <solo un turno> // solo un turno / ma il pallino l' hai preso // ora tocca a me // che io devo andare a / Pordenone // che dove sta / Pordenone ? [ifamcv24] giacché (179) Giacché ci tocca aspettare, si potrebbe prendere qualcosa al bar (Serianni 1988, p. 486). 4. Posizione della subordinata L’opposizione “nuova”/”nota” è connessa all’ordine che la subordinata causale occupa nella frase complessa: Felisa Bermejo Calleja 117 – “nuova”: la subordinata segue la principale, come ordine non marcato; – “nota”: la subordinata precede la principale. Con il nesso como/siccome l’anteposizione è obbligatoria. Con gli altri nessi, la posizione anteposta è più frequente. Con il nesso como7 la subordinata causale precede sempre la principale; anche in italiano con siccome. Con i nessi spagnoli porque, que, pues, la subordinata segue la principale, come posizione non marcata. Anche in italiano con i nessi perché, che e in quanto la proposizione causale si trova sempre in seconda posizione. Con gli altri nessi spagnoli (<visto que>, <dado que>, <puesto que>, ecc.), la subordinata può precedere o seguire la principale; è però più frequente che preceda, dato che l’informazione fornita dalla subordinata è ‘nota’. Con i nessi italiani poiché, <visto che>, <dato che>, <posto che>, <dal momento che> non c’è nessun vincolo per quanto attiene alla posizione nella sequenza: «La sensibilità linguistica del mittente finirà per collocare ogni connettivo nell’una o l’altra posizione» (Previtera 1996, p. 37). posposto (non marcato) anteposto anteposto/posposto nessi spagnoli porque que pues como <ya que> <puesto que> <dado que> nessi italiani perché que <in quanto> siccome <visto che> <dato che> poiché <dal momento che> 5. Modo verbale nelle subordinate causali Per quanto riguarda il modo verbale delle subordinate causali, in esse, tranne che in casi particolari, si usa il modo indicativo. «En términos generales, las oraciones causales exigen el modo indicativo independientemente del nexo que las introduzca y del valor concreto que asuman» (Pérez Saldanya 1999: 3287). 7 Como, <comoquiera que> y <supuesto que> esigono l’anteposizione della subordinata causale (cfr. Porto Dapena 1991, p. 214). 118 Subordinate causali In genere, le subordinate causali introdotte da porque/perché si costruiscono con il verbo all’indicativo. Tuttavia con il nesso porque e il nesso perché – e soltanto con essi – sono possibili le subordinate al congiuntivo, quando la causa da esse riferita si ritiene fittizia o non effettiva, oppure non ha valore informativo. In spagnolo, anche se in occasioni rare, la subordinata introdotta da porque può veicolare finalità. indicativo spagnolo como8 <ya que> <dado que> <visto que> <en vista de que> <puesto que> pues que italiano siccome poiché giacché <dal momento che> <dato che> <visto che> che indicativo/cogiuntivo spagnolo italiano porque + indicativo perché + indicativo porque + congiuntivo <no porque> + congiuntivo <non perché> + ind./cong. no Vp... porque + ind./cong. non Vp... perché + indicativo 6. La negazione Solo le subordinate introdotte da perché/porque possono contenere il modo congiuntivo in presenza dell’operatore di negazione. La negazione è un operatore modale. Pérez Saldanya (1999, p. 3288) segnala che «Respecto a la negación, es bien conocido el hecho de que esta categoría puede seleccionar focos diferentes o afectar al conjunto de la 8 Porto Dapena (1991, p. 215) e Pérez Saldanya (1999, p. 3288) segnalano che, in contesti letterari, le causali introdotte da como e da ya que possono contenere il verbo al congiuntivo. Un’altra (e ben diversa) questione riguarda le subordinate condizionali introdotte da como, che si costruiscono sempre con il verbo al congiuntivo. Felisa Bermejo Calleja 119 oración, lo que puede tener un reflejo formal en la selección de un modo u otro. Centrándonos en las oraciones causales, estas diferencias de ámbito se pueden producir en contextos en los que la subordinada está introducida por la conjunción porque». Solo le causali integrate possono subire questo fenomeno, per il quale è possibile che la negazione nella principale estenda il suo ambito sulla subordinata. Nelle periferiche, la negazione nella principale interessa solo alla principale. 6.1. Avverbio di negazione anteposto al nesso causale 6.1.1. <No porque> + congiuntivo In spagnolo, se l’avverbio di negazione è immediatamente anteposto al nesso porque, il verbo è necessariamente al congiuntivo. Un dato rilevante che emerge delle occorrenze dei corpora è che l’operatore modale di negazione compare in praticamente tutti i casi anteposto al nesso porque, e non anteposto al verbo (a meno che la causa sia effettiva e la negazione interessi solo la principale). Avverbio di negazione e uso del congiuntivo servono ad indicare la non effettività o la non centralità della causa espressa nella subordinata. (180) LOC: &eh / y / congelas electrones internos a la hora de las excitaciones // efectivamente // para ahorrarte problemas // &eh / no consigues efectos relativistas en el metal // las capas internas // simplemente un <cálculo> OTR: [<] <xxx> // LOC: / sencillo // no / porque os interese la reactividad // la reactividad es en la capa de valencia / y ahí realmente nos importa un pimiento // vale ? oye qué carga tiene ? [enatte02] La non effettività o la non centralità della causa, oppure la negazione completa di essa, appare manifesta se subito dopo, mediante sino, il parlante esprime la causa che ritiene veramente effettiva. (181) a. // y cada uno / cada uno de los que estamos aquí / cada uno de los que estáis en vuestra casa / seremos / de una raza / de una cultura / seremos más mayores / más jóvenes / tendremos más salud / tendremos menos salud / cuando el señor Jesús / se pone en medio / todos / absolutamente todos / podemos llamar / a Dios Padre // no porque seamos 120 Subordinate causali buenos / sino porque somos queridos por Él // no porque no tengamos méritos / sino porque los méritos de Cristo nos hacen / hijos de Dios / en el Padre nuestro / hermanos / en el gesto de la paz // [enatpr02] b. JUE: vaya terminando ya / señor Nart // FIS: concluyo señor / brevemente // mire es buscar la cobertura legal / para actuaciones / inmotivadas / no porque haya pasado algo / sino para ver qué pasa // y esto es lo que determina / el que fue presidente de la Asociación Pro Derechos Humanos / el magistrado prefecto Andrés Ibáñez / como la ley del sheriff // esto no es la ley de seguridad ciudadana // esto es la ley de seguridad policial // y para ella / voy a pedir un veredicto de culpabilidad // [enatla01] ₪ L’italiano può usare l’indicativo, che afferma che la causa è reale. 6.1.2. <Non perché> + {indicativo/congiuntivo} 6.1.2.1. <Non perché> + congiuntivo In italiano, quando la negazione precede il nesso perché, la subordinata causale ha il verbo al modo congiuntivo per indicare che la causa non è effettiva. In molti casi, di fatto, fa seguito l’indicazione della causa veramente effettiva mediante una frase introdotta da ma. «Per esprimere una causa fittizia perché deve essere preceduto da un elemento di polarità come o, non, non tanto, non già ecc. In questo caso il modo selezionato è il congiuntivo» (Giusti 2001 II, p. 741). (182) // ma non mi pare possibile / non mi pare / realisticamente proponibile / reintrodurre una discussione / che faccia / ricacciare indietro / i' dibattito politico di questo paese / fino a / riproporre / una [/] una legge elettorale / più proporzionale / di quanto è attualmente oggi // non perché / in termini astrattamente generici / una legge elettorale proporzionale / anche con certi elementi / &he / di correzione opportuni / possa essere un elemento / che meglio risponde / anche / a una valutazione / di democrazia // ma perché / ormai / l' esperienza di questo paese / si è / consolidata / su una legge di questo tipo // [inatps02] In questa occorrenza, la causa effettiva è stata anteposta alla causa fittizia: (183) ART: capito / io / bisogna / &facc + hai visto di che si tratta ? qui si tratta di millimetri // perché / a fare una borsa torta / 'un ci vuol niente / capito? DAN: eh / sì // ART: e &quest se tu + cioè / quella lì /la può essere anche torta / ma questa ... capito ? <questa / è roba xxx> + Felisa Bermejo Calleja 121 %com: he refers to a bag made by chinese workers DAN: [<] <se si deve cominciare> a spenderci milioni ... ART: la vendano intorno a un milione / questa // xxx Ferragamo // perché ci mettono il timbrino / intendiamoci / non perché ci sia il valore di per se stesso // DAN: sì sì // ART: è chiaro // poi insomma / i pellami costano / ma comunque / non / da / questi livelli // [ifamdl04] Con il verbo al congiuntivo, la struttura è identica in italiano e in spagnolo. 6.1.2.2. <Non perché> + indicativo Con la negazione che precede il nesso perché, la causale può avere il verbo all’indicativo. «Si può negare che un fatto sia la causa di un altro, pur ammettendo che esso sia vero. Le frasi causali all’indicativo (Mi rifiuto di invitarlo alla mia festa non (tanto/già) perché è taciturno ma perché è antipatico) non hanno l’interpretazione di causa fittizia» (Giusti 2001 II, p. 741). Qui, l’uso dell’indicativo potrebbe anche attribuirsi ad uno stile non sorvegliato. In italiano si sono trovate occorrenze in cui la subordinata causale introdotta da <non perché> ha il verbo all’indicativo. (184) a. // io vendevo un abbigliamento a un certo livello / però come lo vendevo io lo vendevano gli altri // pertanto / pe' entrare nelle simpatia di' cliente / prima di tutto / se te tu vai in Puglia / bisogna tu sia ospite della Puglia // bisogna tu &ea / tu entri nella mentalità / anche di' pugliese // cioè / non perché + molte cose / 'un ti potevano andare nemmen bene / 'un m' andavano nemmen bene / ma bisognava l' accettassi / e / a un certo punto / anche le condividessi // [ifammn14] b. SAB: i' mi' fratello c' ha / trentanov' anni // sicché / l' è proprio il su' periodo // sicché / io son cresciuta a pane / e Depeche Mode / Smiths / questa gente qui // mi garban tanto // e / poi no / vabbé / ora mi piacciono un po' meno / sinceramente / però / ha' visto / tu / quando un gruppo ti piace / tu li segui sempre / anche nel loro declino / insomma // e perché a te / che musica ti <piace> ? PAO: [<] <sì / no> / vabbé / bona // SAB: nulla / di questa <roba> ? PAO: [<] <no> / questi / appunto / un po' / li conosco un po' così / ma non perché / c' ho passato / un periodo / che [/] che ne so / che eran la mi' passione // per cui anche gli Smiths / i Cure / questi qui li conosco / come tu fai a non conoscerli // come i Depeche Mode // [ifamdl09] 122 Subordinate causali ₪ In spagnolo non sono stati rilevati casi con indicativo nella subordinata introdotta da <no porque>. 6.1.3. Avverbio negativo + solo + nesso causale 6.1.3.1. <No sólo porque> + {indicativo/subjuntivo}, sino (también) Nella correlazione <no sólo porque>... sino (también), la subordinata ammette l’alternanza indicativo/congiuntivo con la conseguente differenza di interpretazione. Con l’indicativo le due cause si cumulano. Con il congiuntivo, invece, non si dà peso informativo alla causa espressa dalla subordinata, e in più la si ritiene solo parzialmente effettiva. (185) Teresa se quedó en casa no sólo porque {estaba/estuviese} enferma, sino (también) porque debía preparar un examen. ₪ In italiano con questa correlazione si usa solo l’indicativo. 6.1.3.2. <Non solo perché> + indicativo, <ma anche> (186) PAP: [<] <eh> // &he / della partecipazione di Volponi / alla rivista bolognese Officina // e / abbiamo anche / messo in evidenza / come / &he / i problemi / di tipo linguistico / fossero di / importanza preminente / all' interno della rivista bolognese // e questo / non solo / naturalmente / perché la rivista era soprattutto una rivista di poesia // e / naturalmente / le problematiche di tipo linguistico risultano più evidenti / nella / &he / [/] nel testo poetico / che nel [/] nella prosa // ma / anche perché / e [/] e l' abbiamo visto / all' interno della rivista bolognese / venivano a porsi tutta una serie di problematiche relative ai vari tipi di dialettidi / idioletti / di linguaggi / eccetera eccetera ... e anche / di sperimentazione linguistica // [inatte02] ₪ In spagnolo, con la correlazione <no sólo porque>... <sino (también)>, la subordinata ammette l’alternanza indicativo-congiuntivo con la conseguente differenza di interpretazione. 6.2. Avverbio di negazione anteposto al verbo della principale 6.2.1. No Vp ... porque + {indicativo/congiuntivo} Con questa struttura sono possibili tre interpretazioni: Felisa Bermejo Calleja 123 6.2.1.1. Prima interpretazione La negazione può incidere sul predicato della frase principale. La negazione seleziona come focus il predicato della principale e non riguarda il rapporto causale stabilito tra la principale e la subordinata, che ha un valore fattuale e assertivo (subordinata all’indicativo). Con l’indicativo, la causa è ritenuta effettiva. L’avverbio negativo ha come focus il predicato della principale. Questo è l’uso più frequente; di fatto i corpora di lingua spagnola ne offrono un elevato numero di occorrenze. (187) a. SON: no sé // porque yo / no me lo compré porque era muy caro // [efamdl24] b. AMA: no sé // yo en principio / no creo que pueda hacer mucho esta tarde / porque voy a estar en el trabajo / y / paso de ... [epubdl14] c. // bueno no podían pasar / porque estaban los guardias // [enatpd02] 6.2.1.2. Seconda interpretazione La negazione può incidere sulla causa indicata nella subordinata. La negazione seleziona come focus la frase subordinata, che rimane esclusa come causa effettiva. «En estos contextos negativos, el hablante no se compromete con la verdad o la falsedad del contenido de la subordinada sino simplemente con la idea de que este contenido queda excluido como causa efectiva. Es por lo tanto esta falta de compromiso y, sobre todo, el valor de causa no efectiva lo que justifica el uso del subjuntivo» (Pérez Saldanya 1999, p. 3289). Galán Rodríguez (1999, pp. 3613-3614) denomina questa subordinata “causal-adversativa”. Con il congiuntivo, la causa si ritiene non effettiva, oppure si considera che non è questa la causa effettiva. Di fatto, non essendo la causa effettiva, si può esprimere di seguito, introdotta da sino, la vera causa effettiva: (188) Teresa no fue a clase porque estuviese enferma, sino porque debía preparar un examen (Pérez Saldanya 1999, p.3289) La maggior parte delle occorrenze trovate nei corpora C-ORAL in lingua spagnola hanno l’avverbio no anteposto al nesso porque, distribuzione esistente anche in lingua italiana. La negazione anteposta al verbo principale si trova in queste occorrenze: (189) a. NUR: / [<] <y entonces / yo cogí / y saqué un trozo de> patatas de [///] una [/] un [/] un / puñado de patatas / en la mesa / y como es una orgullosa / dijo que ya no quería más / pues ya no me las voy a co- 124 Subordinate causali mer / <y entonces> + %alt: (15) puñao PAL: [<] <no // no> fue ni porque sea orgullosa + &mm / me parece <una chorrada> / [efamcv07] b. // o sea que es que no / es que me dé la gana de llamarle porque me haya acordado de él / [efammn03] ₪ La struttura non Vp ... perché con il verbo al congiuntivo non è usata in italiano, perché, se la negazione precede il verbo della principale, la subordinata ha il verbo all’indicativo.9 La negazione, invece che essere anteposta a perché, può essere anteposta al Vp se la subordinata è all’indicativo (Giusti 2001 II, pp. 741-742). Di conseguenza, il modo verbale è congiuntivo soltanto se l’avverbio di negazione precede il nesso perché. 6.2.1.3. Terza interpretazione La negazione può incidere sull’effetto indicato dalla principale. La frase afferma che non si tratta di un effetto adeguato né vero rispetto al contenuto della subordinata, che assume così valore concessivo. Il contenuto della subordinata è presupposto, ma si nega che questo fatto sia una causa effettiva dell’effetto designato nella principale. Galán Rodríguez (1999, p. 3613) denomina questa subordinata “causal-concesiva”. In questo contesto, a differenza delle causali-avversative, la proposizione subordinata non costituisce il focus della negazione. (190) JOS: yo creo que sí // cuanto más / apoyos / puedas tener / para ... porque los alumnos van a ser prácticamente los mismos // es decir / porque tengas compensatoria / no te van a mandar más / alumnos problemáticos / de los que ya mandan // entonces / creo que sí sería interesante // [enatpe03] ₪ Non abbiamo trovato nessuna occorrenza in italiano di questo tipo di causale (negazione nella principale che non ha come focus la subordinata, anche se questa ha il verbo al congiuntivo), né alcun riferimento grammaticale. 9 Serianni (1988, p. 485) in realtà segnala la possibilità dell’uso del congiuntivo, oltre che con la subordinata negativa, anche «con la sovraordinata negativa», ma negli esempi riportati al congiuntivo la negazione precede sempre il nesso perché. Felisa Bermejo Calleja 125 6.2.2. Non Vp ... perché + indicativo Giusti (2001 II, p. 741) segnala che la negazione può salire e precedere il verbo della principale, ma in questo caso il verbo della subordinata è indicativo. Con ciò, pare che si debba interpretare che la causa è ritenuta effettiva. «La negazione può salire al predicato sovraordinato quando la causale è all’indicativo […], ma non se è al congiuntivo». (191) Non mi rifiuto di invitarlo perché è vecchio ma perché è antipatico (Giusti 2001 II, p. 741). ₪ In spagnolo, questa struttura può avere nella subordinata il modo indicativo oppure congiuntivo, con le conseguenti differenze nell’interpretazione di causa effettiva o non effettiva. Per completezza, nell’elencazione dei casi in cui c’è la negazione includiamo anche la costruzione che ha la negazione nella principale; tale negazione incide solo nel predicato di essa, vale a dire che, naturalmente, la principale può essere negativa senza che la negazione operi nell’ambito della subordinata. La subordinata con il verbo all’indicativo designa la causa effettiva (vedere supra 6.2.1.1.). (192) a. GIA: io non guardo Troisi / perché non lo capisco // [ifamcv12] b. // quindi ho paura / quando la guida un altro // quando la guido io non ho alcun problema perché / sono tranquillissimo / [ifammn22] 7. Causale disgiuntiva Tanto per l’italiano come per lo spagnolo, è valida l’affermazione che in una frase disgiuntiva il modo verbale nella subordinata causale può essere indicativo o congiuntivo. In spagnolo, la scelta del modo genera un cambio di significato, giacché, con il congiuntivo, il parlante non si compromette con l’argomento dato (cfr. Porto Dapena 1991, p. 220 e García Santos 1988, p. 177). «El hablante presenta varias causas como posibles, pero no se decide por ninguna de ellas en concreto como causa real y válida, como verdaderamente efectiva; de ahí que no se sienta comprometido con ninguna y pueda usar el subjuntivo en alguna de ellas o en todas» (Borrego/Asencio/Prieto 1985, p. 150). 126 Subordinate causali (193) a. // los criterios / que en principio / se están siguiendo / es / buscar aparcamientos / o en zonas de afluencias de jóvenes / bien sea / porque sean / &eh / centros educativos / zonas deportivas / o lugares de ocio // [enatpd01] b. // y / bueno / las llamadas son restringidas / no tienen derecho a [/] a ejercer una profesión / y un &tra [/] y [/] y a que sea un trabajo / remunerado / que sí / que es un derecho que sí tendrán / cuando esta persona / ya / haya sido / &mm / declarada culpable // bueno / posteriormente / &eh / estas / personas / durante este periodo de preventivo / se tienen en [/] en / prisión / estas personas / porque se considera que puede existir un riesgo / a que se escape / o porque / haya un secreto de sumario / quiere decir esto que [/] un secreto de sumario quiere / &eh [/] quiere decir / que no se dan pistas ni a ninguno de los letrados / ni a nadie / &especialme [/] a nadie / para que / la policía judicial / siga investigando // [enatla02] Anche in italiano è possibile l’uso del congiuntivo nelle subordinate causali in frasi disgiuntive. In una correlazione si indicano «due cause ciascuna delle quali ha la stessa possibilità di essere quella reale» (Serianni 1988, p. 485). Le occorrenze trovate nei corpora di lingua italiana hanno il verbo all’indicativo: (194) // ma io credo che questa volta / davanti a / vicende di questo genere / siamo / a maggior ragione impegnati / a parlare di una dimensione sovranazionale dei fatti // è chiaro che non si tratta / di una dimensione sovranazionale / perché / nella strage di Via Palestro / è morto un cittadino del Marocco // o perché un cittadino dell' Indonesia / è rimasto / ferito / nella strage di Via Fauro // [inatla01] 8. Porque + congiuntivo Porque, che è il nesso causale più utilizzato, introduce subordinate causali integrate e non integrate. Se esse non sono integrate, si tratta necessariamente di esplicative rematiche. Normalmente la subordinata segue la principale; nei casi in cui la precede, ciò risponde a motivi di enfasi. Le esplicative introdotte da porque sono rematiche, in quanto la causa addotta è “nuova”. Di fatto, secondo Galán Rodríguez (1999, pp. 3597-3621), solo nelle causali esplicative ha senso la differenziazione tra rematiche e tematiche basata sull’opposizione nuovo/noto. Felisa Bermejo Calleja 127 Porque è l’unico nesso che introduce subordinate causali con verbo in modo congiuntivo, con i conseguenti cambi di significato. L’uso del congiuntivo non è quindi una selezione esclusiva. I fattori che determinano l’uso del congiuntivo nella subordinata causale sono diversi: la negazione (vedere supra §6) e l’interrogazione; la non effettività della causa addotta; l’irrilevanza informativa; la diminuzione della forza argomentativa in un contesto dialogico; il valore finale della subordinata introdotta da porque; l’incidenza di avverbi quali quizás, probablemente. 8.1. Porque + congiuntivo in frase interrogativa La subordinata può utilizzare il modo congiuntivo all’interno di una struttura interrogativa per mettere in discussione l’effettività della causa, oppure per mettere in discussione che la connessione tra causa-effetto sia reale ed effettiva. (195) / no? fíjate que / Rayan / y [/] y [/] y Pitman / cuando / hablaban de esta posibilidad / &mm / decían / bueno / en los sitios donde hay una [/] una depresión / no ? una / &mm [/] algo que está muy por debajo del nivel del mar / y [///] pero sólo es eso ? sólo puede ocurrir / porque una parte de la tierra esté / más deprimida que [/] que el resto / o [/] o puede ocurrir / &ah / en otras partes / y por otras causas ? [emedsc01] ₪ Non abbiamo trovato nessuna occorrenza in italiano di causale con congiuntivo in una frase interrogativa. Nelle grammatiche abbiamo invece individuato un singolo riferimento, anche se sprovvisto di esempi: «Le congiunzioni causali possono talora costruirsi anch’esse col congiuntivo, quando cioè dipendono strettamente da una proposizione negativa o interrogativa» (Fornaciari 1974, p. 402). 8.2. Porque + congiuntivo con valore finale In spagnolo vi sono alcuni casi con subordinata introdotta da porque con verbo al congiuntivo, senza che la subordinata sia interessata da alcuna negazione. La spiegazione di ciò si basa sull’affinità che sussiste tra le subordinate causali e finali. Con il modo congiuntivo vengono diluite le imprecise frontiere tra motivo e intenzionalità (Galán Rodríguez 1999, pp. 3599-3600). In italiano, perché è congiunzione causale e finale. Come nesso finale introduce sempre subordinate al congiuntivo: «perché, accompagnato dal con- 128 Subordinate causali giuntivo ha valore finale» (Giusti 2001 II, p. 822). In spagnolo, i nessi sono diversi (porque: causale; <para que>: finale), ma le grammatiche segnalano che esiste una stretta affinità tra causali e finali come estremi opposti dello stesso ambito intorno all’espressione causa-effetto. «La interpretación del proceso causa-efecto dependería, por tanto, de la percepción cronológica de los hechos: si el emisor se sitúa en el ‘antes’ (el motivo), expresa la realidad de la causa y la presuposición o certeza del cumplimiento. Si se sitúa en el ‘después’, la causa es una virtualidad cuyo efecto no puede enjuiciarse con valores de verdad. Los momentos temporales están en conexión con rasgos de modo, de ahí que las causales se construyan con indicativo (modo de la realidad) mientras que el modo de la finalidad es el subjuntivo (virtualidad)» (Galán Rodríguez 1999, p. 3600). La subordinata finale non comunica un fatto bensì un obiettivo, un avvenimento virtuale, il quale, se è realizzato, è necessariamente posteriore al momento indicato dalla frase principale. Nelle frasi finali, quando il nesso introduttore non è propriamente finale, è il modo verbale – insieme ad altre caratteristiche dell’enunciato – a permettere di delimitare il valore finale della frase. La congiunzione porque, per esempio, introduce prototipicamente subordinate causali, ma può assumere un valore finale quando la subordinata ha il verbo al congiuntivo e designa una finalità. La possibilità che ha la congiunzione porque di introdurre una subordinata che esprime finalità, ha originato la problematica intorno a come si debba scrivere questa congiunzione, se attaccata o separata. Il DRAE offre l’accezione del suo valore finale sotto il lema porque; Alarcos (1994, p. 371), invece, preferisce la soluzione di scriverla separatamente: <por que> (Hacía lo posible por que me dejasen solo lo más pronto posible). I corpora offrono tre esempi di subordinata finale introdotta da porque. Il criterio ortografico adottato è mantenere l’unità. (196) a. BEA: [<] <no no / retraso [/] no> // retraso del lenguaje me [/] me refiero [/] me refiero / a un retraso / de más de dos años respecto de su edad // o sea un retraso + LUC: ¡ah! / <considerable> // BEA: [<] <xxx / Guille> tenía / en ese momento siete años / bueno / ya le oirás // ya le oirás // muy poco léxico / muy + sabes ? que es bastante interesante // LUC: hhh // %act: (1) assent BEA: bastante interesante // sí // pues eso / más que todo / porque lo Felisa Bermejo Calleja 129 oyeras // y si no / pues cosas que han escrito / los niños que + LUC: y eso se puede analizar / claro // BEA: sí sí sí sí // además / te lo digo porque / está hecho esto // está [///] hay un análisis fonológico / un análisis pragmático / un análisis semántico / &pa [///] que / está realizado / pasándoles las &de [///] además está / cómo se le pasa + Laura Bosh / sí que / lo conocerás / no ? [epubdl05] b. ABE: mientras estamos ahí // bueno / nos pasamos ya / los veinte minutos / o los veinticinco que quedaban de partido / sufriendo / porque no cambiara el resultado // o sea nos veías / que cada vez que se acercaba a la <portería> / [efamdl31] c. PEP: / y / estaba esperando / a papa // JOS: y por qué tiene que ir papa ? PEP: eh ? porque / iba a ir con ella / a que + ha llamado ella / que [/] que fuera papa con ella / porque no fuera a ir / sin pagar por [/] por no ir sola // que quería que fuera / papa con la [/] con ella // [efamdl05] ₪ Il nesso perché introduce subordinate finali con il verbo al congiuntivo. Lo spagnolo dispone di due nessi differenziati per introdurre subordinate causali: porque e subordinate finali: <para que>. Si è visto che in spagnolo si trovano costrutti con porque + congiuntivo con valore finale. In italiano, perché + congiuntivo riceve automaticamente l’interpretazione di subordinata finale. 8.3. Porque + congiuntivo con valori collegati a un tempo cronologico futuro La situazione descritta dalla subordinata non è avvenuta: è proiettata in un punto del futuro in cui non si fa riferimento a eventi fattuali, ma virtuali; per questo motivo la causa è appunto virtuale. Si può osservare negli esempi (197 a, b) che le subordinate causali fanno parte di un contesto finale e volitivo. (197) a. ALF: [<] <entonces / si en algo> / que / queréis que colabore / y estoy pensando / que es una bobada / para qué voy a colaborar / si no [/] si no voy a favor / de una cosa ? para estaros mareando constantemente / y que me terminéis arrinconando / porque no me soportéis ? [efamcv11] b. HEL: [<] <estábamos enrollados / claro / él sabía que> / hhh / yo estaba con otra persona // hhh y &em [/] empezó todo como un rollo / sabes ? qué pasa ? que la cosa se está poniendo seria / y [/] y pues claro 130 Subordinate causali / ya le molesta / tío / normal // a mí también me molestaría // pero [/] pero yo ahora + es que no sé // yo &cuan [///] yo creo que cuando lo deje con Andreas / quiero dejarlo / porque / yo / quiera dejarlo / no porque el otro me diga / o lo dejas / o te dejo yo / sabes ? [efamdl30] ₪ In italiano, in questi contesti non si usa il congiuntivo. 8.4. Porque + congiuntivo: replica Sulla base dell’uso che nelle subordinate concessive spagnole si fa del congiuntivo, si trovano casi di subordinate causali nelle quali si riscontra un uso simile, o che risponde alle stesse motivazioni. Nelle concessive si può usare il congiuntivo nonostante la subordinata designi un fatto vero, e quindi abbia carattere fattuale; si tratta del “subjuntivo polemico” (vedere infra cap. 10). Allo stesso modo, anche in determinate subordinate causali è impiegato il congiuntivo. Si tratta, in genere, di situazioni di dialogo. Il congiuntivo è più adeguato dell’indicativo in un dialogo in cui il parlante replica l’argomentazione dell’interlocutore o intende invalidare gli argomenti che quest’ultimo potrebbe utilizzare. La subordinata riprende un fatto già menzionato nel discorso, con la finalità di metterlo in discussione e di rifiutare il valore argomentativo che l’interlocutore vi ha posto o può darvi. Essa possiede un forte carattere polemico e non cooperativo (Pérez Saldanya 1999, p. 3303). (198) a. BEC: [<] <pero a mí lo que me joroba es [/] es que sea en> un medio público // si lo demás me da igual // pero que en un medio público / se paguen esas millonadas / porque alguien hable de su vida privada no me parece ético // a mí es que no me parece ético // [efamdl18] b. FIS: me puede usted decir / cuál es la diferencia / entre / una persona cualquiera + porque claro / aquí estamos hablando de algo que es curioso // de delincuentes // y por qué no le pegan una patada a la puerta de usted ? a ver qué es lo que hay dentro de su casa / o de la mía ? simplemente porque haya un policía / que piense que en la casa de usted / o en la mía / estamos vendiendo drogas // qué garantías tenemos / de algo tan fundamental como es la paz en nuestro domicilio? [enatla01] L’uso del congiuntivo nella replica è basato su fattori di carattere informativo (tema-rema). L’informazione è nota, e il parlante vuole diminuire la forza argomentativa della causa addotta dall’interlocutore, presente o assente. Felisa Bermejo Calleja 131 Nel seguente esempio, la ripresa appartiene ad una terza persona non presente in questa conversazione. Comunque si tratta di una svalutazione dell’argomento altrui. (199) MON: [<] <pero> / y Chus qué opina de lo de tu cumpleaños ? que te hicieron ? no le [/] no ha hablado con Vanesa de ese tema él ? MAR: no // porque él dice que / él no se mete / en lo de nosotras // él opina que / han hecho muy mal / y que se están portando muy mal / <y> + MON: [<] <pero> / eso se lo habrá dicho a Vanesa él // MAR: &mm / no // no // no // no sé // me [/] no me ha dicho nada Rubén // pero me parece que no / hhh [/] que / él / dice que se mantiene en el medio / y que / hhh [/] y que / hhh [/] y que nada / que / no opina / o sea / que / él / todo el rato saca la cara / porque / le apeteciera estar con su hermano / y conmigo / y a él le sienta mal que me hagan a mí eso / tal ... y yo también le he dicho a Rubén que él también se fue // [efamdl16] In un contesto concessivo-condizionale. (200) INT: que por otro lado / pues bueno / si es un cliente / aunque se / enfade / porque le hagas una tercera llamada / si te dice que no / te da lo <mismo que> GAR: [<] <no> // INT: / se vaya enfadado // [epubdl13] ₪ In italiano non si usa il congiuntivo in situazioni di replica. 8.5. Porque + congiuntivo con elementi dubitativi, ipotetici e volitivi Borrego/Asencio/Prieto (1985, p. 149) fanno presente che con avverbi o altri elementi che esprimono probabilità (probablemente), dubbio (quizás, <tal vez>) o desiderio (ojalá), la subordinata introdotta da porque può contenere il verbo al congiuntivo. Con il congiuntivo, si mette in dubbio la validità della causa. Il parlante non si compromette sul valore di verità della subordinata causale, e non si pronuncia sul compimento di tale causa.10 10 I contesti dubitativi, ipotetici e volitivi sono segnalati anche da Porto Dapena (1991, p. 219) e da García Santos (1988, p. 177). 132 Subordinate causali (201) / ustedes denuncian / y no tienen ningún interés en que haya filtración / la policía no tiene ningún interés en que se filtre la [/] la situación / y van al juzgado de guardia / en el juzgado de guardia / evidentemente / en el mayor de los secretos / dan el mandamiento / y la policía interviene // por qué no aparece la droga ? quizás porque no la hubiera ? [enatla01] ₪ In italiano elementi quali probabilmente, forse o magari non danno origine all’impiego del congiuntivo in nessun caso. (202) ROS: &he / no / mi è successo quando ero più piccola // adesso ho imparato che / bisogna prima conoscerla una persona // perché / proprio perché magari / all' inizio ti può sembrare antipatica / o [/] o non / comunque / affine con il [/] con i tuoi gusti / poi dopo invece può risultare una persona molto interessante // [imedin01] 9. Riepilogo 9.1. Causali e congiuntivo: dissimmetrie Rispetto all’uso del modo congiuntivo, nelle subordinate causali si osservano alcune differenze tra l’italiano e lo spagnolo. Rispetto all’incidenza della negazione sulla causale, la differenza si focalizza nei casi in cui tale negazione precede il verbo della principale. Mentre in italiano si usa esclusivamente il modo indicativo, in spagnolo possono essere usati i due modi. In spagnolo, indipendentemente dalla negazione e a differenza dell’italiano, è possibile usare il congiuntivo: – – – – nelle interrogative; se l’evento si situa in un tempo cronologico futuro; in una replica; con elementi che indicano desiderio, probabilità. 9.2. Nessi Rispetto ai nessi introduttori di subordinate causali, si può affermare che perché corrisponde a porque e siccome corrisponde a como (causale). Entrambi Felisa Bermejo Calleja 133 sono i più usati in assoluto. Anche con il que e che causali c’è corrispondenza. Per quanto riguarda la corrispondenza tra gli altri nessi, la situazione non è tanto chiara. Si può anticipare che essi non si corrispondono sulla base di affinità fonica o lessicale. Se osserviamo la frequenza di uso nei corpora esaminati, l’ordine per frequenza (da maggiore a minore) in ogni lingua è: spagnolo <ya que> (17) F e I <puesto que> (10) F e I <dado que> (4) F <debido a que> (3) F italiano <visto che> (24) F e I <in quanto (17) F e I <dato che> (8) F e I <poiché (3) F <dal momento che> (3) F e I Nei corpora di lingua spagnola non ci sono occorrenze di <visto que>; invece, in italiano, <visto che> è il nesso più usato. D’altro canto, giacché non compare nei corpora di italiano di C-ORAL, mentre in quelli di lingua spagnola <ya que> è il nesso più frequente dopo porque e como. In spagnolo, <ya que> e <puesto que> sono impiegati sia nel registro formale che informale. <Dado que> e <debido a que> sono stati usati solo nel registro formale. Rispetto alla posizione della causale, a seconda che preceda o segua la principale, i dati che emergono esaminando le occorrenze con subordinate causali introdotte da <ya que> hanno un certo interesse. Nel registro informale, infatti, tutti gli interventi (tranne uno) presentano la causale in posizione anteposta rispetto alla principale e l’informazione data è nota (nel dialogo la riprende da interventi precedenti); invece, per quanto riguarda il registro formale, nella maggioranza delle occorrenze la subordinata causale segue la principale. Tutti gli interventi corrispondono a programmi dei media, di cui buona parte appartiene a telegiornali. Si osserva che tutte le subordinate causali introdotte da <puesto que> seguono la principale. In italiano tutti i nessi sono stati impiegati sia nel registro formale sia in quello informale, tranne che poiché, usato solo nel registro formale. Capitolo 6 SUBORDINATE FINALI 1. Definizione Le subordinate finali esprimono uno scopo, un proposito, un’intenzione. Se costituiscono una struttura esplicita, selezionano sempre il congiuntivo. Se la subordinata è implicita, l’infinito è semplice. La realizzazione del contenuto della subordinata finale è sempre successiva a quello della principale. «La finale sottintende un atteggiamento di tipo volitivo-intenzionale sulla realizzazione del quale non può esserci certezza fattuale. Il modo finito della frase finale è il congiuntivo: da questo dipende le diverse sfumature di volontà ed intenzionalità che si intrecciano nell’espressione della finalità» (Bertuccelli 2001 II, p. 818). 2. Nessi finali 2.1. Inventario e tabelle Il nesso finale spagnolo per eccellenza è <para que> nelle esplicite e para nelle implicite. In italiano, i più rappresentativi sono, rispettivamente, perché e per. Gli altri nessi presentano usi più ristretti. 136 Subordinate finali esplicite: congiuntivo spagnolo <para que> que <a que> <a fin de que> <con el fin de que> <con el objeto de que> <con el propósito de que> <con (la) intención de que> <con objeto de que> <al objeto de que> italiano perché affinché che acciocché onde implicite: infinito semplice spagnolo italiano para <a fin de> <con el fin de> <con el objeto de> <con objeto de> <con el propósito de> <con intención de> a per <al fine di> <allo scopo di> <con lo scopo di> <nell’intento di> a Non si sono riscontrate occorrenze dei seguenti nessi: In spagnolo Esplicite: <a fin de que>, <con el fin de que>, <con el objeto de que>, <con el propósito de que>, <con intención de que>, <con la intención de que>, <con objeto de que>, <al objeto de que>. Implicite: <a fin de>, <con el objeto de>, <con el propósito de>, <con objeto de>. In italiano Esplicite: acciocché, onde. Implicite: <allo scopo di>, <con lo scopo di>, <nell’intento di>. ₪ Le locuzioni italiane <allo scopo di>, <con lo scopo di>, <nell’intento di> possono soltanto introdurre subordinate finali implicite; ciò individua una Felisa Bermejo Calleja 137 differenza rispetto alle corrispettive spagnole, in quanto queste ultime, seguite dalla congiunzione que, introducono subordinate esplicite. 2.2. Frequenza del nesso perché nel corpus di C-ORAL Dopo la ricerca delle occorrenze con perché come nesso finale, che ammontano a un totale di ventitré, l’impressione netta è che ci sono pochi casi di perché introduttore di subordinata finale. Infatti, se si esamina il numero totale di 2124 occorrenze di perché, si osserva che neanche una trentina di esse sono finali. La domanda è: quale struttura si usa per esprimere la finalità? Una possibile risposta rinvia al fatto che la subordinata finale implicita è più usata dell’esplicita, ovvero è «la soluzione più frequente» (Serianni 1988, p. 490). Effettivamente, i corpora di C-ORAL forniscono più di 400 occorrenze con la struttura “per + infinito” con valore finale. Inoltre si riscontra un altro dato rilevante, ovvero l’uso della costruzione causativa <fare + infinito>, «anche perché nella lingua parlata, il costrutto esplicito viene trasformato in implicito mediante un verbo causativo: “te lo dico perché tu ci vada” → “te lo dico per fartici andare”» (Sabatini in Serianni, 1988, p. 490). Nei corpora italiani di C-ORAL si sono riscontrate ventitré occorrenze della costruzione <per far(e)> + infinito, tredici in files di registro formale e dieci in files di registro informale (vedere infra es.190). (203) VFC: in un paese in cui la paga mensile è di circa sessantamila lire / la pesca di frodo / è un modo per tirare avanti // il ricavo di uno storione / è sufficiente per far vivere un mese / un' intera famiglia // [imedrp02] Osserviamo adesso la tabella che riporta i dati numerici delle occorrenze di perché: files perché (occorrenze) perché finale (occorrenze) F nat F med I fam I tel I pub totale 451 351 949 137 236 2124 9 4 6 1 3 23 <per far(e) sì che> + congiuntivo (occorrenze) 5 1 0 0 0 6 138 Subordinate finali Come si desume dalla tabella precedente, nei file nat ci sono nove occorrenze di esplicita finale introdotta da perché (quattro sono dette nella predicazione), e vi sono cinque casi di fare + infinito e cinque di <per far(e) sì che> + congiuntivo. Nei file med, ci sono in assoluto 351 occorrenze di perché, di cui quattro sono subordinate finali. Ci sono otto occorrenze di <per far(e)> + infinito e una di <per far(e) sì che> + congiuntivo. Nei file fam, dalle 949 occorrenze di perché, in solo sei casi questo nesso è introduttore di una subordinata finale esplicita. Ci sono sette occorrenze di <per far> + infinito, e nessuna di <per far sì che>. Occorre a tal proposito fare alcune osservazioni. La prima di esse riguarda l’enorme differenza tra l’espressione di causalità e quella di finalità. Ammesso che tra le occorrenze di perché ci sono anche tutti i casi interrogativi – diretti e indiretti –, è innegabile che il numero di occorrenze che esprimono finalità è veramente esiguo. Una seconda osservazione prende spunto del commento di Serianni (1988, p. 490) sulla preferenza d’uso da parte degli italiani della struttura implicita, per quanto riguarda le subordinate finali. In effetti, il numero di esplicite è molto ridotto. Serianni sostiene l’ipotesi che la subordinata finale esplicita viene sostituita dal costrutto con verbo causativo seguito da infinito. In effetti, si osserva che, nei file di media e familiari (senza differenza di registro), sono più numerosi i casi di costrutti causativi che quelli di frasi esplicite. Un terzo rilievo riguarda il fatto che la costruzione esplicita con verbo causativo <per far sì che> viene poco usata; ciò corrobora l’affermazione di Serianni sulla preferenza della struttura implicita da parte dei parlanti. In ogni caso, in cifre assolute, sorprende il numero tanto limitato di subordinate finali esplicite. Per completezza, si veda anche il rapporto causalità/finalità in spagnolo prendendo i nessi porque / <para que>. Felisa Bermejo Calleja 139 files F nat F med I fam I tel I pub totale porque (occorrenze) 322 271 1027 106 231 1957 <para que> (occorrenze) 60 44 91 14 27 236 Rispetto al numero di occorrenze della struttura implicita, causale e finale, i risultati si capovolgono. Nei corpora di C-ORAL ci sono infatti 51 occorrenze di por + infinito a fronte di 496 occorrenze di para+ infinito. 3. Tipologia delle subordinate finali Le subordinate finali possono essere esplicite o implicite a seconda del modo finito o infinito del verbo. Dal punto di vista semantico, si distingue la finale pura dalla finale con significati che si discostano dell’espressione di intenzione o proposito. Nelle finali pure (obbiettivo come intenzione-proposito), i soggetti partecipanti sono entità animate (autentici agenti), dato che «el carácter volitivo-intencional que define el propósito sólo es atribuible a los seres humanos» (Galán Rodríguez 1999, p. 3621). Le subordinate finali “non pure” hanno quindi il soggetto inanimato o generico, o sono impersonali; ad ogni modo, esse non stabiliscono una correlazione di “proposito”. Queste frasi presentano l’obbiettivo come ‘utilità’, come ‘conseguenza’, come ‘contrasto’ o come ‘desiderio’. In base ad un criterio sintattico, le finali si dividono in subordinate integrate o periferiche, a seconda del grado di dipendenza rispetto al predicato della sovraordinata. Tra le frasi finali integrate si distinguono quelle complementari di un nome, complementari di un aggettivo e complementari di un verbo. Le finali periferiche «no establecen una correlación de finalidad (prospectividad o intención) con respecto al término A [principale], sino con la enunciación de dicho término» (Galán Rodríguez 1999, p. 3628). Sono considerate “false finali” o “pseudofinali” (cfr. anche Porto Dapena 1991, p. 212). In italiano, Bertucelli (2001 II, pp. 819-820) distingue dal punto di vista sintattico due ordini di frasi finali: finali circostanziali e avverbiali di frase. 140 Subordinate finali Le finali circostanziali «modificano il contenuto proposizionale della frase principale»; quindi istaurano un rapporto forte di coesione con il predicato reggente. Si corrispondo con le finali integrate, definite prima da Galán Rodríguez. Le finali avverbiali di frase «modificano il contenuto comunicativo della frase principale, ovvero l’atto linguistico che si compie attraverso di essa», ma non modificano il predicato della sovraordinata; esprimono pertanto il “fine del dire” e non quello del contenuto proposizionale della frase. Si corrispondo con le finali periferiche, così denominate da Galán Rodríguez per lo spagnolo, e anche con le finali del dire (o lo scopo del dire) per l’italiano, secondo la terminologia di Prandi (1996, pp. 67-101). Prandi (1996, pp. 80-81) distingue tra scopo del fare e scopo del dire, e questo ultimo fa riferimento alle finali marginali, che non hanno una relazione finale tipica né oggettiva con il contenuto della principale, ma esplicitano «un fine connesso all’enunciazione». Le finali del dire «accettano in genere una ripresa che si appoggi a un verbum dicendi»; così la frase Per essere sincero, quella persona non mi piace può essere staccata dalla principale con una forma del verbo dire: Quella persona non mi piace. Lo dico per essere sincero. Le espressioni del fine del dire si comportano analogamente agli avverbi legati all’enunciazione e come essi hanno una grande mobilità all’interno del periodo in quanto possono apparire in posizione iniziale, finale e parentetica. Le subordinate finali introdotte da para e <para que> in spagnolo o da per e perché in italiano hanno in linea di massima gli stessi valori; esse possono essere “finali pure”, cioè di proposito-intenzione, oppure possono veicolare altri valori (condizionali, consecutivi, concessivi, di successione spaziale o temporale) o infine avere usi di frasi incisive, etc. La tipologia, nella sua diversità, è similmente applicabile all’italiano e allo spagnolo. 4. Modo verbale delle subordinate finali 4.1. Esplicite Il modo selezionato nella subordinata finale esplicita è sempre il congiuntivo. Ciò che la subordinata finale esprime è un’azione prospettiva o fatto virtuale, il che giustifica l’uso del congiuntivo. Siccome, nella correlazione con la principale, la subordinata ha un significato prospettivo, la frase non afferma se l’obbiettivo è stato raggiunto, e di conseguenza il parlante non Felisa Bermejo Calleja 141 si compromette (né afferma né sostiene il contrario) sul compimento del contenuto della subordinata. 4.1.1. In spagnolo <para que> (204) a. EST: no es bueno / que los problemas internos / acaben convirtiéndose / en problemas de gobierno // porque los ciudadanos / votan programas / y políticos para que los desarrollen // y al final / los problemas internos entorpecen los programas / y dificultan las relaciones políticas // luego deseos de buena voluntad // [emednw04] b. RIC: hay que ver / eh ? parece mentira // hhh // ahora te lo digo // para que se cabree // [efamcv14] c. hay que recordar / que hay virus / que afectan a unos determinados órganos // o sea para que un virus afecte / tiene que / haber en las células / unos receptores específicos / que es a los que el virus reconoce / y por eso entra en esas <células> // [emedsc02] <a que> (205) JES: también fue bueno lo de / hhh [/] lo de cuando Chema va a [/] va a que le den / lo del peregrino / ahí / a Santiago / no ? [efammn05] que (206) // y claro como / lo teníamos bueno + me bajaba / a jugar a la calle / a [/] a [///] me bajaba yo / que jugara él / porque no lo quería dejar solo [efammn02] <a fin de que> (207) Tales productos se guardan en la nevera a fin de que se conserven frescos más tiempo (Santos Río 2003, p. 392). <con la intención de que> (208) Lo dije así con la intención de que se me entendiera bien (Santos Río 2003, p. 422). <con el objeto de que> (209) Vino una pareja con el objeto de que le enseñáramos la casa que estaba en venta (Garcés 1994, p. 111). 142 Subordinate finali 4.1.2. In italiano perché (210) a. // la Fiorentina / rivolge un caldo appello a tutti i tifosi / perché mantengano sempre un contegno disciplinato e corretto / e si adoperino per prevenire eventuali incidenti / e per individuare i responsabili // attenzione // [ifamcv10] b. // io ritengo che / è una proposta che faccio / che l' assemblea / possa concludersi con una [///] con un mandato al [/] al comitato / o comunque insomma al laboratorio / perché / fin da domani / si possa lavorare concretamente / insieme anche agli altri soggetti fiorentini / alla realizzazione concreta di questa proposta che noi facciamo attraverso questo documento // [inatpd01] c. FAS: [<] <è che un' inchiesta / un' indagine / perché produca un effetto> / richiede una condizione / l' imparzialità dell' indagante // [imedts04] affinché E’ da notare che solo un’occorrenza di affinché appartiene al registro informale. Le altre cinque appartengono al registro formale, e sono espresse da due diversi parlanti: tre per il primo [inatpe03] e due per il secondo, che è un predicatore [inatpr02]. (211) // la capacità di risolvere i problemi / è il sapere del saper fare per eccellenza // e quindi / è questo che noi dobbiamo costruire // utilizzando le discipline // che sono il nostro strumento principe // con il corollario di tutte quelle cose / che non sono / i giochi / l' animazione del club Mediterranée / ma sono funzionali affinché quelle discipline / s' imparino meglio // [inatpe03] che (212) LAU: vabbè / ma noi possiamo metterla anche piena // quello che [/] che si diceva prima / era creare / no / integrare questo muro / all' edificio // quindi / prolungarlo / in questo lato qui / farlo diventare / a un certo punto / copertura // curva // che inglobi qui / i nostri elementi // [ifamcv16] Felisa Bermejo Calleja 143 acciocché (213) Ho impartito disposizioni precise acciocché non sbagliassero (Dardano/Trifone 1983, p. 316). onde (214) Si sollevò sulla punta dei piedi onde lui potesse scorgerla (GGIC II 2001, p. 822). 4.2. Implicite Se il soggetto della principale e della subordinata coincide, la struttura di quest’ultima sarà implicita. (215) ABU: digo luego iré allí al [/] al [/] al hogar / para decirte adiós / porque me voy mañana ... [efamdl32] Per l’implicita è necessario che gli agenti implicati nell’azione siano coreferenziali. La coreferenzialità coinvolge anche i complementi. (216) // tanta fue su fama en esos años / que le llamaron de Roma / para colaborar en la reforma del calendario / y hasta imaginó / la creación de androides // [emedsc04] Tuttavia ci sono casi particolari in cui, pur coincidendo il soggetto della principale e della subordinata, si usa la struttura esplicita. Tali casi hanno una delle seguenti caratteristiche: il verbo principale è passivo; i soggetti designano entità inanimate; il verbo principale «está modalizado», cioè indica ordine, consiglio o desiderio; nella frase si esprime «la actitud del hablante» (Galán Rodríguez 1999, p. 3634). (217) [///] Paco / lo que tiene es / tendencia / a [/] a [/] a arrastrar a otros // con él // para que no sea él el único // [epubdl08] Per le implicite si usa l’infinito semplice. Non può essere usato l’infinito composto, perché indicherebbe un’azione anteriore a quella indicata dal verbo della principale, il che è contraddittorio con l’idea del proposito o intenzione che eventualmente si realizzerà con posteriorità rispetto al tempo della principale. 144 Subordinate finali 4.2.1. In spagnolo para (218) a. HEL: sí // que / estaba Verónica que cada dos por tres / te llamaba por teléfono para preguntar que qué tal / [efamdl27] b. // tanta fue su fama en esos años / que le llamaron de Roma / para colaborar en la reforma del calendario / y hasta imaginó / la creación de androides // [emedsc04] <con el fin de> (219) // para ello / el crédito / inicialmente obtenido / en las primeras / aportaciones / lo reinvierten continuamente / como si fuera un juego de bolsa / con el fin de aumentarlo / indefinidamente / o al menos / mantenerlo constante / sin el deterioro / que el paso del tiempo implica // [enatco02] <con la intención de> (220) NAT: xxx / unos [/] unos meses ... venía con la intención de quedarse / pero al final tuvo problemas / con / la homologación del título / resulta que se fue / y cuando se fue / a la semana / le dieron la homologación // hhh / o sea que <xxx> [epubdl06] a (221) / durante este momento / pues no tienen derecho / a visitas familiares / nada más que / generalmente / una vez a la semana / y el [/] las personas que / entran a verle / están muy restringidas / tienen que entrar con su libro de familia / y otros requisitos / no puede entrar cualquiera // [enatla02] <a fin de> (222) A fin de evitar escándalo se colocarían en un coche de segunda (Alarcos 1994, p. 372). <con el propósito de> (223) He salido de casa con el firme propósito de acabar de una vez por todas (García Santos 1988, p. 162) Felisa Bermejo Calleja 145 4.2.2. In italiano per (224) a. // questa teoria estrusiva / della visione / è / da Dante / sempre contestata / in questo / molto modernamente / perché ormai / tutti / dobbiamo essere d' accordo / sul fatto che / nulla / esce dal nostro occhio / per colpire l' oggetto / ma che è l' oggetto / che entra da noi // [inatco01] b. // i compiti della missione sono chiari // rendere sicure le vie d' accesso all' Albania // espandere il dispositivo di sicurezza sul territorio / per garantire / la distribuzione dei rifornimenti // [imednw01] <al fine di> (225) / in pazienti / con episodi ischemico transitorio cerebrale / oppure un episodio maggiore / e neurologico / recente / ai fini di un migliore inquadramento patogenetico / quindi al fine di escludere / o confermare / l' ipotesi / di un danno legato / a un problema carotideo // [inatco03] a (226) // ero andato a cercare / 'un va a pigliare / un pezzo di legno / per fare / un pò di foco / e m' è cascata / tutta la catasta addosso // guardate un pò / come mi son ridotto // porca miseria // via via / mettiti a letto // a vedere se tu ti rimetti un pò in sesto // [ifammn04] da Serianni (1988, p. 492) segnala che la preposizione da «ha valore finale in dipendenza da verbi come dare, lasciare, offrire, porgere, portare o da sostantivi e aggettivi per indicare la funzione, l’utilizzazione o la destinazione di ciò che essi esprimono”. Segnala anche che in certe espressioni il valore è “propriamente a metà tra il finale e il consecutivo». (227) GCM: no // a noi ci fa programmi <differenziati> // VAL: <sì / ma vi dà anche> a voi / una cosa da leggere // GCM: sì / eh // [ifamcv27] ₪ In spagnolo, non c’è una corrispondenza lessicale diversa da para. <allo scopo di> (228) L’ho fatto allo scopo di aiutarlo (Dardano/Trifone 1983, p. 316). 146 Subordinate finali <nell’intento di> (229) La Società di geografia, fondata da Ismail al Cairo, nell’intento di preparare scorte e ogni aiuto pratico alle spedizioni europee (Serianni 1988, p. 491). 5. Casi particolari 5.1. Verbi di movimento + {a/para} In alcune occasioni le subordinate introdotte dalla preposizione a, se il verbo della principale è un verbo di movimento, possono essere interpretate come finali. Sembra che a differenza di para, che esprime nettamente la nozione di finalità, la preposizione a esprima anche l’idea di traguardo o destinazione del verbo principale (cfr. Galán Rodríguez 1999, p. 3638). Implicite (230) a. / durante este momento / pues no tienen derecho / a visitas familiares / nada más que / generalmente / una vez a la semana / y el [/] las personas que / entran a verle / están muy restringidas / tienen que entrar con su libro de familia / y otros requisitos / no puede entrar cualquiera // [enatla02] b. // non è [/] non c' è il medico presente nella struttura / quindi / noi abbiamo una totale responsabilità di quello che accade all' interno di essa // il medico viene una volta la settimana a [/] a visitare i propri pazienti // [ifammn16] Esplicite (231) a. GUI: ya // si yo tuve que ir yo / a que te [/] <a te que> [/] ABU: [<] <claro> // GUI: a que te <curaran> // [efamdl17] b. JES: también fue bueno lo de / hhh [/] lo de cuando Chema va a [/] va a que le den / lo del peregrino / ahí / a Santiago / no ? [efammn05] ₪ Se per le implicite si rileva un comportamento fondamentalmente simmetrico in italiano e in spagnolo, per le esplicite le differenze si lasciano invece sentire, perché in italiano l’uso di <a che> con valore finale è molto raro (Serianni 1988, p. 491); di fatto nei corpora non vi è nessun caso. In dialoghi simili a quelli esemplificati in spagnolo, in italiano si userebbe la Felisa Bermejo Calleja 147 costruzione causativa <per far> + infinito (il corrispondente costrutto in spagnolo non avrebbe senso in questi contesti). 5.2. <per far(e)> + infinito La costruzione causativa con il verbo far(e) + infinito è usata con elevata frequenza nelle subordinate finali introdotte da per. Tale impiego differisce completamente dallo spagnolo, in quanto nelle subordinate finali non si usa la costruzione causativa hacer + infinito (in effetti, non si è riscontrata nessuna occorrenza con tale costruzione). Va specificato che non stiamo affrontando la questione dell’uso del verbo causativo fare/hacer in termini generali, anche se è palese che il suo uso è significativamente inferiore in spagnolo; si tratta invece, in queste pagine, di osservare l’impiego di tali strutture nella subordinata finale. ₪ Il costrutto <per far> + infinito trova corrispondenza in spagnolo solo nella combinazione <para que> + congiuntivo, perché in questo contesto sintattico la costruzione causativa spagnola sarebbe agrammaticale. (232) a. VFC: in un paese in cui la paga mensile è di circa sessantamila lire / la pesca di frodo / è un modo per tirare avanti // il ricavo di uno storione / è sufficiente per far vivere un mese / un' intera famiglia // [imedrp02] b. // il concilio si aprì / a Ferrara / e a Ferrara / stette poco / poco più di un anno e mezzo / però abbastanza / per far passare da Ferrara / una / serie / di dotti / greci / i dotti / vescovi / greci / dotti / vescovi / bizantini / che / portarono a Ferrara / il gusto e la curiosità / del greco / del greco // [inatte01] c. / sicché / all' inizio / c' hanno detto che [/] che / insomma / che sarebbero arrivate con il [/] con il volo / successivo / no / da Roma // però / questo ragazzo qui / Michael / subito c' ha detto che / 'un era tanto probabile / cioè / che lo dicon sempre // cioè / lo dicono / per farti stare zitto / praticamente // sicché nulla / io / vabbè / dovevo fa' anche / no / la [///] il buon viso a cattivo gioco // [ifammn08] d. ASS: sì // questa / non + no no / anche il mutuo / ce l' ho anch' io / però / questo / proprio / non [/] non c' entra niente // il discorso + ecco / io avevo elaborato / dei progetti / per farle vedere / giustamente / su che [/] che differenze siamo / in base ai / versamenti / e alle forme / assicurative // [ipubdl02] 148 Subordinate finali e. LIA: [<] <quando stavano> insieme // che gliela portò / a lei / no ? per farsi perdonare / che + che si doveva fa' perdonare / non l' ho mai voluto sapere // [ifamcv01] Si può paragonare l’esempio (232 d) con un parallelo spagnolo: (233) / yo me acuerdo que todos los invitados de mi madre / se fueron al restaurante / o a mi casa / y entonces / yo / tuve que ir con mi padre / a ver a mi abuela / para que me viera vestida de comunión // [efammn06] In qualche occorrenza si potrebbe, oltre al verbo al congiuntivo, usare in spagnolo soltanto l’infinito. Questo è ammissibile perché il verbo in questione lo rende possibile. Ci sono infatti verbi con un’interpretazione causativa inerente, come ad esempio ammorbidire o suavizar, e l’interpretazione ottenuta è equivalente a quella che induce la presenza di fare o hacer. In spagnolo, in una subordinata finale come questa si potrebbe usare l’infinito del verbo suavizar (oltre che il congiuntivo). (234) MAR: [<] <no no / ma> / cioè / ora / i processi produttivi / dello steso tipo / che si fanno qui / per esempio / sono tutti diversi // cioè / si usano degli enzimi particolari / per fare [/] per fare ammorbidire il lino [ifammn23] 5.3. <per far(e) sì che> I corpora di C-ORAL forniscono cinque occorrenze di questo costrutto con verbo causativo e subordinata esplicita. (235) a. / no in Africa / non [/] non si possono dare / sono troppo cari / per cominciare // ma anche / risulta difficile seguire i pazienti / fare in modo che prendano bene / la [/] la terapia / come è [/] è necessario per far sì che sia efficace // è per questo che / nasce il progetto per / cercar di dimostrare che invece è possibile // [imedrp03] b. // io ho fatto un piccolo / come dire / volantino informativo per [/] eventualmente per aderire / e mi auguro che su questa [/] su questo tema / ci sia una convergenza più ampia possibile / perché credo che / vada dato un messaggio importante / per far sì che insomma / su questa questione / non ci sia / ovviamente diciamo / il silenzio dopo la protesta // [inatpd03] ₪ In spagnolo non si usa il verbo causativo nell’espressione di finalità. Non esiste nemmeno un equivalente rispetto al nesso <a fare sì che>. Se- Felisa Bermejo Calleja 149 rianni (1988, p. 491) segnala anche questo nesso come introduttore di subordinate finali esplicite. 5.4. <servir para> ~ <servire {per/a}> In spagnolo c’è un tipo di subordinata finale con obiettivo di ‘utilità’ che dipende da verbi quali servir, utilizar, usar, emplear nella principale. Il nesso usato in spagnolo è, in tutti i casi, para. Per tanto, con il verbo servir, per esprimere finalità non è ammessa alcuna altra preposizione diversa da para. (236) a. // Durán i Lleida / ha asegurado / que esta dimisión / servirá / para mejorar el gobierno / y dejar claro / el terreno de juego / del delfín de Pujol / Artur Mas // [emednw04] b. // en soldadura se suelda / todas las esquinas / se [/] se sitúan piezas que luego sirven para / ajustar / cualquier otro instrumento [/] &instru [/] instrumento / y eso se hace todo en soldadura // [enatpe01] c. / los ordenadores / pueden ser máquinas que trabajan en diferentes sistemas operativos / pero normalmente hay dos / el Windows / y el UNIX // sirve para que un señor que no tiene ni [/] ni idea / de ordenadores / pues bueno / pues igual que sabe manejar el Word / maneja un programa de cálculo / y de esos / hay muchos en la universidad // [enatte02] ₪ In italiano si usa per o perché anche con tutti i verbi di ‘utilità’; ma il verbo servire può anche essere accompagnato da un complemento preposizionale introdotto da a con valore finale. (237) a. GNA: il mixer / serve più che altro per equalizzare // # quando c' è molto bisogno d'equalizzazione // [ifamcv02] b. // questo mare / ancora l' altro giorno / è servito perché arrivassero i Curdi // [inatps01] c. SRE: il mixer / se è amplificato / serve a amplificare le casse // [ifamcv02] d. / nella fattispecie del contratto dell' università / il lavoro interinale / nel contratto / non viene [///] neanche viene posto / come / un elemento / precario / che però serve a riassorbire / il lavoro precario già esistente / e meno tutelato / [inatps03] 150 Subordinate finali 5.5. Subordinate finali senza nesso introduttore Questa struttura ha sempre l’avverbio di negazione anteposto al verbo ser o a verbi di opinione quali creer, pensar, decir, considerar, ecc. coniugati al modo congiuntivo. Molte volte essi fanno parte delle perifrasi: <ir a> + infinito o <tener que> + infinito. “no + verbo al congiuntivo + que + congiuntivo” (238) a. INT: [<] <sí> // mejor llamarla / no sea que se la pase / y estar un poquito encima de ella ... [epubdl13] b. PIL: escondí el anillo // digo / no sea que se le lleve // el anillo / que me regaló el [/] la otra [/] el otro día // ¡ah! // hhh // [efamdl12] ₪ In italiano, la possibilità di esprimere finalità mediante una costruzione negativa con i verbi citati al congiuntivo è assolutamente inesistente. Sánchez Montero (1996, pp. 133-134) segnala che «in questi casi e in questi tipi di contesto, la lingua italiana si può servire di una costruzione con che: Stai attenta che non cada il vaso di fiori – Ten cuidado, no vaya a caerse (no sea que se caiga) el jarrón de flores». 6. Riepilogo Sono pochi i nessi utilizzati nei corpora analizzati: – per l’esplicita <para que>, que, <a que> in spagnolo, e perché, affinché, che in italiano; – per l’implicita para, <con el fin de>, <con intención de>, a in spagnolo, e per, <al fine di>, a in italiano. Inoltre in italiano si usa il verbo causativo fare per esprimere finalità: per far(e) + infinito e <per far(e) sì che> + congiuntivo. Para, <para que>, perché e per hanno un uso molto più elevato rispetto agli altri nessi; ciò è dovuto anche al fatto che essi hanno valori diversi da quelli propriamente finali. In spagnolo, l’uso di <para que> è preponderante. In italiano, perché finale ha un numero di occorrenze limitato. In confronto, è molto più frequente l’uso del perché causale. Se si fa il confronto con <para que>, anche in questo caso è più numeroso l’uso di <para que>, rispetto a perché finale. Questo fenomeno trova una spiega- Felisa Bermejo Calleja 151 zione nella tendenza italiana all’uso dell’implicita mediante il costrutto con verbo causativo, come segnala Serianni (1988, p. 490). Capitolo 7 CONSECUTIVE 1. Introduzione Quando si afferma che le consecutive indicano la conseguenza, quest’ultima può essere interpretata come effetto, come risultato o come deduzione di quanto espresso nella frase principale o nella coordinata. Serianni (1988, p. 492) segnala che «rispetto alle finali, manca l’elemento di volontarietà, di intenzionalità». La diversità del rapporto sintattico stabilito dalle frasi consecutive spiega le diverse classificazioni proposte dagli studiosi. In genere, le consecutive sono divise in due grandi gruppi: le consecutive subordinate (in italiano: con antecedente) e le consecutive coordinate e/o giustapposte (in italiano: libere). In spagnolo, le consecutive sono state oggetto di diverse classificazioni e di differenti approcci. Gli studi sono numerosi. Álvarez (1999, pp. 37423745) fa riferimento a quanto stabilito dalla grammatica della RAE e dai grammatici Gili Gaya e Fernández Ramírez, per poi esporre la propria classificazione. Le consecutive sono state ritenute da alcuni studiosi in toto subordinate, oppure sono state studiate insieme alle comparative (López García 1994, pp. 209-249) o insieme alle relative (Alarcos 1994, pp. 348350). López García (1994, pp. 228-237) ritiene che le consecutive siano un sottotipo delle comparative. Se le consecutive sono caratterizzate dall’intensità, anche le comparative proprie possono esprimere intensità: «la manifestación del valor intensivo o ponderativo es independiente de un cierto marcante formal: unas veces aparece con más/menos...que, otras con tanto...que». Se le consecutive stabiliscono come riferimento un punto massimo assoluto in una scala presupposta, le comparative - in particolar modo quelle ponderativas - possono allo stesso modo esprimere anche il grado comparativo massimo e assoluto. Inoltre, l’autore sottolinea un altro aspetto che hanno in comune: la proiezione rematica. Il valore assoluto e la proiezione rematica sono collegati tra loro: «lo que les define es el hecho de que el comparante representa un valor absoluto y al mismo tiempo una proyección remática, ya sea como valor consuetudinario que puede ser compartido por el oyente, como apelación al mismo, o como consecuencia que le informa de algo relevante para él o ella». Dal punto di vista del comparado, si osserva, secondo 154 Consecutive l’autore, una «similitud genética y formal» tra le consecutive e le comparative di uguaglianza, che hanno «la propiedad de la “monotematización”». Alarcos (1994, pp. 322 e 348-350) distingue due tipi di consecutive. Il primo tipo è costituito da gruppi giustapposti. «Hay grupos oracionales cuyas oraciones componentes parecen estar enlazadas entre sí con unidades como luego (átono), conque, así que, pues, o con locuciones de tipo adverbial como por tanto, por consiguiente, etc. En realidad son grupos yuxtapuestos, ya que el sentido sugerido por ellos suele ser ilativo, consecutivo, continuativo, y en general proviene de los contenidos sucesivos de cada oración». Il secondo tipo viene collegato alle subordinate relative, delle quali si distingue «por la presencia de un elemento “encarecedor”: tanto, tan, tal. Dicho encarecedor forma parte, como primer miembro, de una correlación en la que el segundo término es que». Alarcos afferma che non si tratta della congiunzione que, bensì di un que relativo che ha un antecedente. Tuttavia, al riguardo, Álvarez (1999, p. 3768) sostiene che il nesso consecutivo que ha una propria natura, che è diversa dalla congiunzione e dal relativo (vedere infra). Álvarez (1999, pp. 3741-3742) individua due gruppi di consecutive. Il primo riunisce i diversi tipi di subordinate consecutive, mentre il secondo raduna, in modo differenziato, le coordinate e le giustapposte. Primo gruppo: subordinate consecutive. – consecutive di intensità. Il rapporto si stabilisce tra la subordinata introdotta da que e un antecedente con valore intensivo: tan, tanto, tal, cada, un, así, <de + adjetivo>, <de un + adjetivo>, <una de + sustantivo>; – consecutive di modo, introdotte da que in rapporto a <de modo>, <de manera>, <de forma>, <de suerte>; – consecutivo-comparative; la subordinata è introdotta da <como para> in rapporto ai quantificatori tanto, bastante, suficiente; – causali-intensive, che sono una parafrasi delle consecutive di intensità. Si caratterizzano in quanto la subordinata è introdotta dalla preposizione de seguita da como o da que relativo. Secondo gruppo: coordinate e giustapposte. – coordinate con i nessi luego, conque, <de {modo/manera/forma/ suerte} que> y <así (es) que>; – giustapposte – con gli avverbi di funzione coesiva <por lo tanto>, <por tanto>, <en consecuencia>, <por consiguiente>, entonces, pues, <así (pues)>, <de {este/ese} modo>, <de {esta/esa} manera>, <de {esta/esa} forma>, <de {esta/esa} suerte>; – con gli intensificanti tan, tanto, tal o así, come introduttori di frasi giustapposte che seguono ad altre che esprimono la conseguenza. Felisa Bermejo Calleja 155 Anche in italiano, le consecutive sono divise in due gruppi: le consecutive con antecedente e le consecutive senza antecedente. Serianni (1988, pp. 492-493) stabilisce la divisione tra consecutive forti (con antecedente) e deboli (mancanza di antecedente); Giusti (2001 II, pp. 825-826) individua due gruppi: con antecedente e libere. «La consecutiva con antecedente esprime una conseguenza dell’elemento modificato dall’antecedente, mentre la consecutiva libera esprime la conseguenza dell’evento espresso dalla principale. La caratteristica principale del primo tipo [con antecedente] è di essere sottocategorizzato da un modificatore (avverbio o aggettivo) di un elemento della frase principale. Il secondo tipo di frase consecutiva [libera], invece, può essere considerato un avverbiale di frase» (Giusti 2001 II, p. 826). Mettere in parallelo le frasi consecutive in italiano e spagnolo presenta una certa difficoltà, perché la classificazione stabilita dalle grammatiche parte da criteri diversi. Se la classificazione italiana si basa sull’opposizione “con antecedente/libere”, la classificazione spagnola tiene anche conto della possibilità dell’uso del congiuntivo e dell’incidenza degli operatori modali. In effetti, in spagnolo solo le consecutive subordinate possono avere alternanza indicativo/congiuntivo, mentre le coordinate hanno esclusivamente il modo indicativo. In italiano, invece, la possibilità di alternanza indicativo/congiuntivo si estende alle consecutive con antecedente e a quelle libere. Un altro aspetto di diversità riguarda i nessi <in {modo/maniera} che>, i quali in italiano sono inseriti tra le consecutive libere, mentre in spagnolo fanno parte delle subordinate se non seguono ad una pausa (possono avere il verbo all’indicativo o al congiuntivo), ma fanno parte delle coordinate se seguono ad una pausa (il verbo è all’indicativo). Infine, una dissimmetria netta è data dall’esistenza in italiano di consecutive infinitive. In spagnolo tale struttura è inesistente, ad eccezione delle consecutive comparative. Ad ogni modo, in linea di massima e tenendo conto degli aspetti segnalati, la corrispondenza tra le consecutive italiane e spagnole è perfettamente plausibile. Tranne che per i nessi <in {modo/maniera} che>, infatti, tutte le consecutive denominate in spagnolo “subordinate” hanno una struttura che richiede l’antecedente (come viene definito in italiano) ovvero l’intensificador o encarecedor (in spagnolo). 156 Consecutive 2. Consecutive subordinate L’insieme della costruzione consecutiva si appoggia su una struttura che permette un rapporto tra un antecedente intensificante e una frase introdotta da que in spagnolo e da che in italiano (o da da se la subordinata è infinitiva). «En las consecutivas el contenido que sobresale es el de intensidad. Gracias a la referencia catafórica de los antecedentes intensivos tan(to), tal, etc. hacia la oración subordinada, esta actúa como una referencia superlativa, esto es, como una especie de unidad de medida, de «vara» lingüística que expresa la misma circunstancia o cualidad aludida en el termino intensificado, pero considerada ahora en su máximo grado» (Álvarez 1999, p. 3742). 2.1. Nessi (correlazione tra intensificante e que / che) 2.1.1. Antecedenti intensificanti (intensificadores) precedono un aggettivo, avverbio o locuzione avverbiale spagnolo italiano così tanto talmente tan precedono un nome spagnolo tanto tal cada un una de italiano tanto talmente un precede un aggettivo spagnolo de de un italiano Felisa Bermejo Calleja 157 segue un verbo spagnolo italiano tanto talmente tanto segue un nome tale 2.1.2. Que Tra i que esistenti, Álvarez (1999, pp. 3767-3768) distingue que consecutivo, que relativo, que comparativo e que completivo. Quest’ultimo è propriamente una congiunzione, che fa anche parte di nessi congiuntivi quali aunque, <puesto que>, <ya que>, <así que>, ecc. L’autore ha individuato un que consecutivo le cui caratteristiche sono: – è privo di funzione all’interno della subordinata perché non è pronome dell’antecedente (a differenza del que relativo); – come anaforico, presenta l’intensità con cui viene valutato un sintagma della frase principale come causa del contenuto della subordinata. 2.1.3. Correlazioni spagnolo consecutive subordinate di intensità tan+{agg/avv}+que {tanto/tal}+n+que v+<tanto que> cada+n+que un+n+que así...que <de+agg>...que <de un+agg>...que <una de+n>...que italiano consecutive con antecedente esplicite infinitive {così/tanto/talmente} +{agg/avv}+che {tanto/tale}+n+che n+<tale che> v+<{tanto/talmente}+che> {così/tanto/talmente} +{agg/avv}+da {tanto/tale}+n+da n+<tale da> v+<{tanto/talmente} da> un +...+ da 158 Consecutive spagnolo consecutive subordinate comparative tanto...<como para> bastante...<como para> suficiente ...<como para> causali intensive de...como de...que di modo <de (tal) modo que> <de (tal) manera que> <de (tal) forma que> <de (tal) suerte que> italiano consecutive con antecedente esplicite infinitive troppo...perché abbastanza...perché troppo...{per/da} abbastanza...{per/da} (vedere infra “libere”) Nei corpora non si sono trovate le seguenti correlazioni di intensità: “verbo + <tanto que>”, “cada + nome + que”, <así ... que> né “verbo + <{tanto/talmente} che>”, “verbo + talmente da”, “un + ... + da”. Tra le consecutive comparative, non vi sono casi con l’intensificante tanto/tan in spagnolo, né con abbastanza in italiano nella struttura esplicita. Non si è trovata nessuna occorrenza della correlazione “de ... como” come pure del nesso <de (tal) suerte que>. Le consecutive comparative possono (<como para>) costruirsi con l’infinito anche in spagnolo. 2.2. Modo verbale nella subordinata consecutiva 2.2.1. Indicativo L’indicativo è il modo prevalentemente usato nelle subordinate consecutive, in particolare nella espressione di intensità; l’uso (molto minore) del congiuntivo dipende d’altronde da fattori esterni alla costruzione consecutiva, e di solito serve ad esprimere che la conseguenza non è reale. I corpora C-ORAL hanno effettivamente confermato tale frequenza d’uso, in quanto l’indicativo è il modo usato in tutte le occorrenze delle subordinate di intensità. Felisa Bermejo Calleja 159 2.2.2. Congiuntivo 2.2.2.1. In spagnolo – Si usa unicamente il congiuntivo, quando il verbo della proposizione principale è un imperativo o svolge la funzione conativa. – Nella subordinata consecutiva il congiuntivo è obbligatorio, quando la principale ha il verbo al congiuntivo. – La subordinata consecutiva può avere il congiuntivo, quando la principale ha una negazione. – L’alternanza indicativo/congiuntivo nella subordinata consecutiva è possibile quando nella principale sono usati avverbi di dubbio o possibilità come quizás, posiblemente, probablemente, ecc. I tre contesti in cui Pérez Saldanya (1999, p. 3296) segnala che si utilizza il congiuntivo sono «las consecutivas subordinadas que asumen un matiz final, las consecutivas subordinadas que se encuentran dentro del ámbito de un operador modal y las consecutivas coordinadas introducidas por el nexo <de {ahí/aquí} que>». Con l’eccezione delle coordinate introdotte da <de {ahí/aquí} que>, costruite obbligatoriamente con il congiuntivo, le altre coordinate hanno il verbo all’indicativo. Quindi solo le subordinate possono, in dipendenza di determinati fattori, essere costruite con il congiuntivo. 2.2.2.2. In italiano – Il congiuntivo compare quando la consecutiva assume una connotazione di eventualità. – Il congiuntivo compare anche con frequenza in frasi negative. – È possibile trovare il congiuntivo dubitativo. «La frase consecutiva viene costruita regolarmente con il congiuntivo solo se il suo contenuto è messo in discussione e si ha dunque a che fare con un congiuntivo dubitativo» (Wandruszka 2001 II, p. 428) Serianni (1988, p. 493) indica esplicitamente che nelle consecutive il congiuntivo compare abbastanza spesso in frasi «introdotte da <in modo (tale) che> (ma non è davvero una regola fissa, specie nel registro informale)». Nei corpora analizzati, il nesso <in modo che> introduce un buon numero di frasi con il verbo al congiuntivo: undici occorrenze su quattordici. Le subordinate consecutive di intensità possono presentare alternanza indicativo/congiuntivo, ma nei corpora C-ORAL non si è riscontrata nessuna occorrenza con il verbo al congiuntivo; tutti i casi hanno il verbo all’indicativo, sia in italiano sia in spagnolo. 160 Consecutive Le subordinate consecutive comparative, se sono esplicite, hanno il verbo al congiuntivo, visto che il secondo membro della correlazione è <para que> in spagnolo, e perché finale in italiano. Tra le subordinate consecutive di modo si sono trovate alcune occorrenze con il verbo al congiuntivo e altre con il verbo all’indicativo; esse sono, quindi, le uniche a presentare casi di alternanza dei modi verbali. 2.2.3. Infinito In spagnolo la subordinata consecutiva di intensità non ha la struttura implicita, eccetto il caso delle consecutive comparative. Nelle consecutive comparative, il secondo elemento della correlazione è <como para>, e quindi la preposizione para rende possibile l’uso dell’infinitiva. In italiano, nelle consecutive di intensità la possibilità di usare l’esplicita o l’infinitiva è doppia, perché la correlazione stabilita tra intensificante e subordinata è identica; cambia l’introduttore a seconda che il verbo sia finito: che, o infinito: da. Tale possibilità è inesistente in spagnolo. 2.3. Repertorio delle consecutive di intensità 2.3.1. Consecutive di intensità in spagnolo tan + {agg/avv} + que (239) // hhh / la tierra tembló / tan fuerte / que en muy pocos minutos / ciudades enteras / quedaron reducidas a escombros // [emedrp06] tanto + nome + que (240) LOC: / querido pensar / viéndote en la tele en el despacho / digo / este tío está tan contento / y lleva una temporada / de tanta felicidad / que eso se le tiene que acabar notando // [emedsp02] tal + nome + que (241) // y es decir / si / Cristo / no existió / si fue un puro mito / habría que [/] que [/] que hacerle a ese / creador del mito / tal monumento / que no habría visto yo a nadie / parecido a este hombre // un creador fantástico // [emedts03] Felisa Bermejo Calleja 161 verbo + <tanto que> (242) Gritaba tanto que no podíamos oír nada (Álvarez 1999, 3741). cada + nome + que (243) Cuenta cada cosa que te mueres (Álvarez 1999, 3741). un + nome + que (244) él / como yo he dicho / a Óscar le tiene un asco que no le puede ni ver // [efammn03] Tutte le occorrenze sono di registro informale. así ...que (245) Así estarán de secas, con tanto calor, que no eres capaz ni de pasarlas (Álvarez 1999, 3741). <de + agg> ... que (246) // tengo + me he lavado la cara y todo ahora mismo / y tengo los ojos hechos polvo / de cansa<d>a que estoy // [efamdl12] <de un + agg> ... que (247) // y luego / cuando llegamos a Nueva Orleans / aterrizamos / y nos dice la piba / toda vacilona / bienvenidos / al aeropuerto / de / Nueva York // hhh / estaba bromeando // estamos en Nueva Orleans // hhh en ese plan / o sea hhh / fue demasiado // y / yo creo que sería algo así // yo creo que montaría mi propio espectáculo // pero fue genial / fue / de un creativo / &mm / de un / humorístico / &mm tan / ajeno / a las normas / tan ajeno / a lo que es / propio / en / el estado de Nueva York / que yo me quedé flipada // esa fue nuestra [/] nuestra bienvenida a Nueva Orleans // [efammn06] <una de + nome>...que (248) Había una de gente que no se cabía (Álvarez 1999, 3763). 162 Consecutive 2.3.2. Consecutive di intensità in italiano 2.3.2.1. Esplicite {così/tanto/talmente} + {agg/avv} + che (249) a. PAP: e ni' quel mulino / trovarono [/] l' uomo / più forte / che gl' avean mai visto // l' era così forte / che giocava alle murielle / con le macine // [ifammn04] b. // che a Gesù di Nazareth / ha reso testimonianza il padre / lo spirito / e / così visibilmente / che questa testimonianza / è verace // [inatpr03] c. CLA: xxx topi / sentivo rumori durante la notte / però / ero talmente stanco <che &do> [/] dormivo // [ifammn03] d. // e quando co' Togliatti / e tanti altri fatti / che poi so' avvenuti / eccetera // e allora / &he / perché il pericolo principale / era il comunismo // gli era arrivato talmente dentro [/] dentro al cervello / che questi vedevano lucciole per lanterne // [ifammn02] {tanto/tale} + nome + che (250) // ma è altrettanto vero / che gli antiretro virali / possono allungare la vita di quindici / e anche di venti anni / diminuendo le morti per AIDS del cinquanta per cento // della / tossicità / Medici Senza Frontiere / tiene tanto conto / che in Africa / gli specialisti / hanno ripetutamente osservato miglioramenti notevoli / anche con un decimo delle dosi prescritte in Occidente // imedrp03] nome + <tale che> (251) MAX: che gli [/] i rendimenti dei titoli di stato sono scesi + DOM: certo // <certo // certo / certo> // MAX: / [<] <a un livello tale> / che / allora forse / potrebbe essere &com [/] cominciare a dire / così / da una parte / se non ci sono strumenti <convincenti> / di rientro dall'altra parte + [inatbu01] verbo + <{tanto/talmente}+ che> (252) Il fumo mi disturba tanto/talmente che non posso sedermi mai vicino a Stefano (Giusti 2001 II, p. 827). Felisa Bermejo Calleja 163 2.3.2.2. Implicite {così/tanto/talmente} + {agg/avv} + da (253) a. MIS: ma allora / che cosa può essere successo / a questa donna / che ha sempre condotto una vita tanto lineare / da far escludere ogni ipotesi di fuga ? e perché nessuno / dà importanza al fatto / che sia uscita con un milione di lire / in contanti ? [imedrp04] b. // ma un giorno / Marco / si presenta talmente fuori di testa / da spaventare madre e figlia // [imedrp04] {tanto/tale} + nome + da (254) VFC: la missione esplosiva / è la stessa che ha acceso la guerra in Cecenia // petrolio / oleodotti / decine di gruppi etnici // tanto odio / da bastare per dieci guerre // è un posto / estremamente pericoloso // [imedrp02] nome + <tale da> (255) // perché io / &n [/] ne sento molta / di energia positiva / e quindi / generalmente / vivo le mie giornate / molto serene / tranquille ... mi dà infelicità / il / poter credere / di [/] di non [/] il poter credere / di non aver più quest' energia // e quindi / di [/] di cadere / in uno stato / magari / depressivo / tale da [/] da non essere più felice // quando invece / io / sono tanto felice // [imedin04] verbo + <tanto da> (256) / con lo scorrere della pellicola / quindi si apre / e si chiude / ventiquattro volte al secondo // cosicché / quando / si chiude / lo scorrimento / e quindi la cornice del fotogramma / non viene vista // e si riapre immediatamente / quando il fotogramma / sosta / per un ventiquattresimo di secondo / davanti a questa finestrella / tanto da poter essere proiettato // <un + ... + da> (257) Aurelio è un petulante da evitare (Giusti 2001 II, p. 827). 164 Consecutive 2.4. Repertorio delle consecutive comparative 2.4.1. Consecutive comparative in spagnolo Sono le sole che possono avere la subordinata implicita all’infinito. 2.4.1.1. Esplicite tanto...<como para> (258) Sus problemas no son tantos como para que no los solucione el tiempo (Álvarez 1999, 3785). tan...<como para> (259) No es tan alto como para que llegue al techo (Álvarez 1999, 3741). suficiente ... <como para> (260) CAR: [<] <es decir / sí [/] sí> / ¡hombre! / yo creo que sabe lo suficiente / como para que / si yo le digo bienes / pues son / bienes / muebles / corporales / por ejemplo // adquisiciones de bienes // <xxx> // [enatbu01] 2.4.1.2. Implicite tan...<como para> (261) Nadie es tan insensato como para elegir la guerra mejor que la paz (Álvarez 1999, p. 3785). bastante ... <como para> (262) / y después me lo contó // porque / bueno / Paco / valoraba / bastante la amistad / como para preferir ser sincero conmigo // [efammn04] suficiente ... <como para> (263) FER: qué bien // ese pastor tiene la suficiente [/] o ese marinero / o ese agricultor / o ese / &eh [/] ese campesino / que tiene la suficiente sensibilidad / si no ha tenido una educación / por desgracia / para él / no ? y por desgracia para toda la sociedad / que merece / sin embargo tiene la suficiente sensibilidad como para escuchar una música de Haendel / de Mozart / y / quedarse como nos decía / &ah / una vez un [/] un pastor Felisa Bermejo Calleja 165 / tengo que buscar un árbol / corriendo / para apoyarme porque si no / me desmayo / no ? xxx / qué bonito // [emedrp01] 2.4.2. Consecutive comparative in italiano Serianni (1988, pp. 495-496) denomina queste costruzioni “proposizioni di adeguatezza”, e ritiene che esse siano «un tipo di proposizione affine alla consecutiva in cui la conseguenza non è realizzata, ma collegata a un certo rapporto di intensità». 2.4.2.1. Esplicite troppo ... perché (264) MAR: [<] <comunque> / state discutendo delle cose che # non interessano proprio // ANT: a me interessano // e poi lui è troppo presuntuoso / perché io ci lasci stare // [ifamdl01] <abbastanza ... perché> (265) Una direttrice abbastanza energica perché possa tenere in pugno l’intera ditta (Giusti 2001 II, p. 827). 2.4.2.2. Implicite troppo ... {per/da} (266) // e che / i medicinali / hanno un costo troppo elevato / per essere accessibili a tutti [imedrp03] abbastanza ... {per/da} (267) // il concilio si aprì / a Ferrara / e a Ferrara / stette poco / poco più di un anno e mezzo / però abbastanza / per far passare da Ferrara / una / serie / di dotti / greci / i dotti / vescovi / greci / dotti / vescovi / bizantini / che / portarono a Ferrara / il gusto e la curiosità / del greco / del greco // [inatte01] 166 Consecutive 2.5. Repertorio delle consecutive causali intensive de ... que (268) // HEL: [<] <cómo> molan / los calzoncillos / de + es que David [///] o sea yo me lo imagino / a David con estos calzoncillos / y me parto de risa hhh // se los podías poner / subirse a la mesa / y hacemos un strip-tease / o algo así // y Susana / cuando le vea con estos calzoncillos / vamos / de la risa que le va a entrar / no van a hacer nada / ya verás // [efamdl28] 2.6. Consecutive di modo 2.6.1. <de {modo/manera/forma} que> Questo nesso ha dato origine a diverse classificazioni non solo all’interno delle consecutive, ma anche in altri tipi di subordinate.11 Ad ogni modo, noi ci limiteremo qui all’ambito delle consecutive. Álvarez (1999, pp. 3780-3783) stabilisce una prima distinzione tra il nesso senza l’intensificante tal, e quello con l’intensificante tal. La frase costruita con <de {tal modo/tal manera/tal forma} que> è propriamente consecutiva. La frase costruita con <de {modo/manera/forma} que>, senza tal, è, secondo Álvarez, una subordinata di struttura relativa e di contenuto modale: «modal el valor determinante de su estructura, el único formal y sistemáticamente expresado, e independiente de las particulares alusiones a las diversas significaciones producidas en el interior de la oración». Le altre significazioni di tale struttura relativa sono la conseguenza e la finalità. In questo senso, l’autore afferma che «al sentido consecutivo contribuye fundamentalmente la correlación del tiempo cronológico, que excluye que en la subordinada se indique un tiempo anterior al expresado en la principal. El valor final surge, por su parte, de la combinación del verbo subordinado con subjuntivo». Ad ogni modo Álvarez, dopo aver fatto questa precisazione, include i nessi <de {modo/manera/forma} que> tra quelli consecutivi. Una questione da analizzare è quella relativa al tipo di rapporto esistente tra la frase introdotta da <de {modo/manera/forma} que>, e l’altra frase con cui essa si allaccia; in altri termini, occorre chiarire se il rapporto stabilito tra esse è di coordinazione o di subordinazione. Allo stesso tempo, è necessario determinare anche qual è il criterio per distinguere il tipo di 11 Sono inseriti tra le subordinate finali da Sastre (2004, p. 188). Felisa Bermejo Calleja 167 rapporto. Strettamente associata a questa questione, c’è poi quella relativa all’uso del modo indicativo o congiuntivo. Si usa (o si può usare) il congiuntivo nella coordinata? Dato che Álvarez include <de {modo/manera/forma} que> nell’elenco di nessi subordinanti e coordinanti, non si riesce a capire immediatamente quale sia la distribuzione del modo verbale. Infatti, quando questo autore tratta la coordinazione consecutiva, non affronta l’argomento del modo verbale; quindi l’assenza di una indicazione espressa induce a pensare che non ritenga necessario occuparsi di tale argomento, in quanto si usa sempre l’indicativo. Invece, quando affronta le subordinate, egli tratta delle questioni relative all’uso del congiuntivo in maniera esplicita. Pérez Saldanya (1999, p. 3295), che si occupa specificamente del modo nelle subordinate avverbiali, include tra le coordinate consecutive i nessi <de {modo/manera/forma} que>, senza l’intensificante tal; tra le subordinate egli include le stesse locuzioni, ma con la possibilità di inserire tal: <de (tal) {modo/manera/forma} que>. In conclusione, <de {modo/manera/forma} que> (senza tal) possono introdurre sia consecutive coordinate sia consecutive subordinate. In quanto al criterio per distinguere la coordinata dalla subordinata, conviene ricordare che le coordinate «presentan independencia sintáctica e melódica respecto a la oración con la que se establece la relación consecutiva», mentre le subordinate «se integran en la estructura del predicado de la oración que señala la causa» (Pérez Saldanya 1999, p. 3295). Un primo elemento che indica l’indipendenza sintattica e melodica è la pausa. Nella trascrizione effettuata nei corpora riteniamo pausa quella che supera il ½ secondo e che è segnalata con doppia sbarra (//). Un altro elemento indicativo di indipendenza è che la coordinata non è nell’ambito di azione della negazione. Per esempio, siccome l’operatore modale di negazione non incide sulla coordinata introdotta da <de {modo/manera/forma} que>, perché appunto rimane fuori del suo ambito, è impossibile che si verifichi l’uso del congiuntivo: «No le contesté, de manera que se {sintió/*sintiese} ofendido» (Pérez Saldanya 1999, p. 3296). Diversamente succede se si tratta di una subordinata introdotta dagli stessi nessi <de {modo/manera/forma} que> e che si trova nell’ambito della negazione; in questo caso il valore di verità della conseguenza è annullato, il che richiede l’uso dell’congiuntivo: «No le contesté de manera que se {*sintió/sintiese} ofendido» (Pérez Saldanya 1999, p. 3297). Con il verbo al congiuntivo, queste consecutive denominate “di modo” hanno il più delle volte un valore finale. La conseguenza «puede asumir un matiz final y referirse al objetivo que se pretende conseguir con 168 Consecutive la manera como se realiza lo dicho en la oración principal» (Pérez Saldanya 1999, pp. 3295-3296). Si utilizza il congiuntivo quando la frase non designa un fatto, ma la finalità o conseguenza eventuale da raggiungere. Il congiuntivo è obbligatorio nei contesti in cui l’idea di finalità dipende da un verbo all’imperativo, da un verbo volitivo oppure dalla congiunzione o preposizione finale. 2.6.2. Consecutive di modo in spagnolo 2.6.2.1. Subordinata con verbo all’indicativo <de modo que> (269) // también Fenosa sube un cuatro por ciento / y mejoran Endesa y Hidrocantábrico / después de que se haya sabido que el grupo Ibersuizas / donde está presente / el financiero Juan Abelló / apoya la oferta / de RWE // avanzan también los bancos y Telefónica / de modo que los índices suben algo más del uno por ciento // [emednw05] <de manera que> (270) / así seguimos hasta que llegamos / a Rabat / a media tarde / media tarde avanzada // bastante cansados / bastantes deseosos de [/] de darnos un baño / de dormir / en fin / y menos / de comer o de cualquier otra cosa / pero había que cumplir / con las normas de hospitalidad marroquí / de manera que / la casa / a la que llegamos / y que nos acogió / casi con banderas desplegadas / por un lado porque había que festejar la tesis / por otro lado porque había que recibir al profesor / en fin / lo habitual en todos estos casos / pues / &eh / nos [/] nos entretuvo / [efammn09] <de forma que> (271) / pero si os fijáis / &eh / lo que tiene / esa chimpancé en la mano es una fruta / y lo que está es / restregándola contra / la pared / de forma que lo que obtiene es el zumo / eh ? de la fruta / o sea es una / técnica / de / manipulación del alimento / de transformación del alimento // [enatco01] <de tal manera que> (272) // pero ya vamos / tres años / en que / los &establec [/] lo [/] los establecimientos más baratos / están siendo ocupados / por supermercados de barrio // no cabe duda de que ha habido una [/] un movimiento Felisa Bermejo Calleja 169 fuerte // ha habido una [/] una auténtica reacción por parte de estos establecimientos / y ofrecen en estos momentos / precios / &eh / mucho más competitivos // de tal manera / que en la encuesta / que hoy presentamos / en el setenta y cinco por ciento de las ciudades / el establecimiento más barato se corresponde con lo que conocemos como supermercado de barrio / [enatps01] <de tal forma que> (273) PED: como / el período en el que no circula el agua para riego / es bastante amplio / pues / &eh / por desgracia / estas aguas son utilizadas con frecuencia / para [/] para uso / de riego // y / lo que hacen es extender / &eh / esta contaminación / pues por los suelos de la vega // de tal forma pues que / se están salinizando / eso está provocando pérdidas / importantes de cosechas / que ya son crónicas / [emedrp05] 2.6.2.2. Subordinata con verbo al congiuntivo <de modo que> (274) / a la hora de hacer / una suma vectorial de momentos dipolares / simplemente por / la sencilla &ma [/] matemática sencilla / que es suma de vectores / puedo obtener / un momento dipolar mayor // por todo tengo que contarlo / de modo que / los momentos dipolares se sumen / ya que en la suma vectorial / cuando lo colocas en dirección contraria / los momentos dipolares se restan // es un tema simplemente como si tuvieras flechas // [enatte02] <de tal manera que> (275) / creemos sinceramente / en segundo lugar / que la automatización del servicio en sí mismo / es una clave / para la efectividad / es decir / yo puedo / &eh / procesar / &mm / con mayor o menor éxito / un mensaje / textual / pero desde luego / lo que necesito es / gestionar / la necesidad / del servicio / de una forma automática / de tal manera que el cliente / no tenga que / de una forma manual / remitirnos / sus necesidades / sino que sea un sistema automático / [enatbu03] <de tal forma que> (276) // en algunos medios se ha especulado / también / con que se ordene la emisión / simultánea / de espacios gratuitos provinciales / de tal forma / que coincidan en el tiempo / en Álava / en Vizcaya y en Guipúzcoa // [emednw06_1] 170 Consecutive <de forma tal que> (277) // &eh / nosotros / desde el gobierno regional / en este momento / pues estamos haciendo desde hace ya unos años / una [/] una [/] una serie de obras / de infraestructura sobre el mismo / de forma tal / que podamos eliminar / de una vez por todas / los vertidos / &eh / bueno / pues de / &eh / &res [//] de origen industrial / o de origen urbano / sin depurar / que van al cauce del río // [emedrp05] 2.6.3. Consecutive di modo in italiano I nessi <in modo che>, <di modo che> e <in maniera che> sono stati classificati all’interno delle consecutive libere. Le consecutive libere si contrappongono a quelle con antecedente. Tuttavia, il criterio del rapporto tra le frasi (ossia se vi è coordinazione o subordinazione), così come si è posto il problema in spagnolo, ci obbliga a considerare all’interno delle subordinate quelle consecutive introdotte da <in modo che> con il verbo al congiuntivo. <In modo che> è l’unico nesso riscontrato nel corpus C-ORAL che introduce la frase al congiuntivo. Il fatto stesso di avere il verbo al congiuntivo fa sì che la frase sia integrata, e quindi subordinata. D’altro canto, con questo nesso ci sono undici occorrenze con il verbo al congiuntivo, di fronte a tre casi con il verbo all’indicativo. Un fatto interessante è che delle undici occorrenze, cinque hanno come verbo principale il verbo fare, e queste cinque occorrenze appartengono al registro formale (tre med e due nat). Le sei occorrenze restanti, dipendenti da altri verbi diversi da fare, appartengono tutte al registro informale (cinque fam e una tel). L’uso del verbo fare rimanda a due strutture: il fare causativo e la costruzione <far sì che>. In entrambi i casi si richiede l’impiego del congiuntivo nella frase dipendente. «Fare, nel suo valore causativo, richiede il congiuntivo soprattutto se compare all’imperativo e l’intera struttura frasale è perciò modalizzata in senso volitivo. [...] Nelle frasi consecutive dipendenti da <fare sì che> compare di regola il congiuntivo anche se non si tratta di una conseguenza intenzionale e lo stato di cose descritto dalla subordinata è fattivamente già realizzato» (Wandruzska 2001 II, p. 421). <in modo che> (278) a. CRI: okay ? evidentemente / ha suonato // io ho [/] l' ho bloccato / l' ho bloccato in modo che dopo sei minuti mi risquillasse // l' ho bloccato / e &nel [/] dalle otto e tre quarti / alle otto e cinquanta / e qualcosa / Felisa Bermejo Calleja 171 poco più delle otto e cinquanta / cinquanta due / questa qui c' ha avuto / 'sto [/] 'sti sei / sette minuti de tempo / pe' / insomma / per entra' / guarda' / e portarse via il cellulare mio / e il giaccone di Sergio col portafoglio // [itelpv13] b. // non tanto piccini / perché poi deve / eh / bollire tanto / tantissimo // tre / anche / due / tre ore // tre ore / piano piano / in questa broda / girarla / in modo che non si attacchi / perché in genere se no / i fagioli son collosi / e s' attaccano // [ifammn11] c. CIA: la giustificazione / o la [/] la ragione per la quale / si diceva / no in Africa / non [/] non si possono dare / sono troppo cari / per cominciare // ma anche / risulta difficile seguire i pazienti / fare in modo che prendano bene / la [/] la terapia / come è [/] è necessario per far sì che sia efficace // è per questo che / nasce il progetto per / cercar di dimostrare che invece è possibile // [imedrp03] d. / ovviamente / guarire da un malanno / uno che c' ha / un / un edificio che c' ha una lesione // cioè / io devo / trovare la causa / di questa lesione / e devo fare in modo / che il &f [/] funzionamento di quest' oggetto / non procuri / un ampliamento della lesione / [inatpe02] Inoltre, sono da ritenere subordinate anche le consecutive introdotte da <in modo da> con il verbo all’infinito. <in modo da> (279) a. ANG: è questo xxx // <cioè / da qui / si era pensato di fare una muratura piena> / e da qui / appunto / una schermatura più leggera / in modo da far intravedere / quello che c' era dietro // [ifamcv16] b. // cioè nel senso / &he senza togliere niente a tutti i compagni che l' han [/] l' hanno costruita e la costruiscono / però ci vuole chiarezza // ci vuole &estremame [///] cioè / moltissima chiarezza // in modo anche / da non essere accusati poi / o che ci siano <fraintendimenti / di essere strumentalizzati da un partito politico> // [ipubcv01] 3. Consecutive coordinate o libere Le consecutive coordinate sono indipendenti; pertanto ognuna di esse si può presentare sola, indipendentemente dall’altra. Siccome il rapporto è di coordinazione, le due frasi sono unità che svolgono una funzione equivalente. 172 Consecutive 3.1. Nessi spagnolo consecutive coordinate nessi coordinanti o connettori consecutivi luego conque <así (es) que> <de modo que> <de manera que> <de forma que> <de suerte que> italiano consecutive libere introduttori consecutivi cosicché sicché <tanto (più) che> <a (tal) punto che> <di modo che> <in modo (tale) che> <in maniera (tale) che> Nei corpora di C-ORAL non si è trovato nessun caso di luego consecutivo (le numerose occorrenze sono di luego temporale). È da notare con sorpresa che non vi è nessun caso di conque, nonostante esso sia considerato il nesso consecutivo più colloquiale (cfr. Álvarez 1999, p. 3792). Di fatto in questi corpora orali, che dispongono di un ampio campionario di conversazioni, esso non è stato usato in assoluto. Anche se ci sono occorrenze del nesso <de forma que>, le frasi non sono però coordinate, bensì subordinate. Del nesso <de suerte que> non c’è nessun caso. Fra i nessi italiani non si è trovata nessuna occorrenza di <a (tal) punto che>. L’elenco degli introduttori consecutivi che abbiamo appena proposto è tratto da Giusti (2001 II, pp. 825-832). La corrispondenza tra i nessi spagnoli e italiani che abbiamo stabilito si basa sull’identità delle caratteristiche descritte da Álvarez per lo spagnolo, e da Giusti per l’italiano. Anche se ricevono diverse denominazioni, e anche se la classificazione di tali espressioni riceve un approccio diverso nelle due lingue, la caratterizzazione dei nessi coordinanti nelle due lingue permette di trovare l’equivalenza tra di essi. Per quanto riguarda le caratteristiche dei connettori consecutivi (Álvarez 1999, pp. 3790-3793), i nessi coordinanti: – sono esclusivamente connettori di frase. Le due frasi, trattandosi di coordinazione, sono unità equifunzionali e ognuna di esse si può presentare isolata in assenza dell’altra; – sono unità atone; Felisa Bermejo Calleja 173 – non possono spostarsi con la frase che introducono, a differenza dei nessi subordinanti (che costituiscono un’unità con la proposizione che introducono); – introducono una frase che può avere il nucleo verbale con funzione conativa; – sono nessi binari, vale a dire si interpongono soltanto tra due elementi; – possono essere usati come elementi pragmatici, cioè possono far parte di frasi isolate senza presupporre l’esistenza di un’altra frase precedente, con cui la successiva si allaccia in rapporto di coordinazione. 3.2. Modo verbale In spagnolo, con i nessi coordinanti 12 si usa esclusivamente l’indicativo. In italiano, sebbene l’indicativo sia il modo predominante, con tutti gli introduttori consecutivi è possibile l’uso del congiuntivo. «Le congiunzioni sicché, <così che>, <in modo/in maniera che>, ecc., che in funzione consecutiva reggono normalmente l’indicativo, possono assumere nella frase dipendente un significato finale. Il modo è dunque l’indizio sicuro per stabilire se si ha a che fare con una conseguenza intenzionale oppure no» (Wandruszka 2001 II, p. 428). ₪ Il contrasto tra l’italiano e lo spagnolo rispetto alla possibilità dell’uso del congiuntivo con le consecutive coordinate si rivela soprattutto con i nessi coordinanti cosicché e sicché. L’affinità fonica con <así (es) que> induce a considerarli equivalenti tanto semanticamente quanto sintatticamente; ma in spagnolo la frase introdotta da <así (es) que> ha sempre il verbo all’indicativo. Rispetto a <de {modo/manera/forma/suerte} que>, la dissimmetria si verifica se tali nessi introducono una coordinata. Pérez Saldanya (1999, p. 3295) sottolinea che i nessi coordinanti <de {modo/manera/forma/suerte} que>, proprio perché non introducono una subordinata, selezionano esclusivamente l’indicativo. Nella sua classificazione, i connettori <de {modo/manera/forma/suerte} que> fanno parte da un lato del gruppo dei nessi coordinanti (selezionando esclusivamente l’indicativo), e dall’altro lato del 12 Sebbene Porto Dapena (1991, p. 204) affermi che le consecutive sia subordinate sia coordinate possono avere il verbo al congiuntivo, in realtà tra le coordinate con verbo al congiuntivo indica quelle introdotte da <de ahí che>, ma nella nostra classificazione, che segue quella di Álvarez (GDLE 1999, pp. 3741-3742), tale connettivo introduce una consecutiva giustapposta. 174 Consecutive gruppo dei nessi subordinanti; in questo ultimo caso possono selezionare, a seconda dei contesti, l’indicativo o il congiuntivo. (Cfr. anche Álvarez 1999: 37693770). Dato che le coordinate sono indipendenti sintatticamente e melodicamente rispetto alla frase di cui esprimono la conseguenza, si produce una pausa (che nella scrittura si può rappresentare con virgola, punto e virgola e persino punto). Noi, nei corpora che stiamo analizzando, abbiamo interpretato come pausa quella comunque superiore a ½ secondo, rappresentata nella trascrizione con // (pausa da ½ a 1 secondo) oppure /// (pausa superiore a 1 secondo). 3.3. Repertorio nessi coordinanti spagnoli luego (280) Llueve, luego no saldremos (Álvarez 1999, p. 3741). conque (281) Hace frío, conque ponte el abrigo (Álvarez 1999, p. 3741). <así que> (282) a. [/] y se / había hecho imposible llegar a Rabat / a una hora de comer razonable / pues lo que hicimos fue / parar / en una de las playas / y / festejarlo con una / paella / porque se trataba de un restaurante español // así que / el ingreso no pudo ser / más atípico / para los hábitos generales de cualquiera de los tres viajeros / en [/] en cualquier lugar // [efammn09] b. ARA: me apetece // así que yo mañana iré / [efamdl37] c. // eh ? nos queda el pensamiento // así que / el cógito cartesiano es / el último anclaje / sobre el cual / se puede construir / el nuevo gobierno // [enatte04] <así es que> (283) // ¡hombre! / qué menos / que usted estuviera / con el concejal de tráfico / al pie del cañón / todo el día / para ver si había tenido éxito // si así es que / ni usted mismo se lo creía // por lo tanto + quiero decir que estas actuaciones no se pueden volver a repetir // [enatpd02] <de modo que> (284) // esto es muy importante // de modo que las vacas esas / que usted menciona / que se han detectado en Galicia / son todas / de la serie &be Felisa Bermejo Calleja 175 [/] frisona / de las que producen leche / y son mayores / y no han creado ningún problema // porque la leche en este momento además tiene / muy buenos precios / y no es contaminante // ni contaminable // de modo que en realidad / el problema es / en gran parte teórico // [emedin05] <de manera que> (285) a. / y [/] y no teníamos / ni la menor idea / de por dónde estábamos yendo / hacia dónde estábamos yendo / y cómo estábamos yendo // de manera que / me fie de mi orientación / solar / y conduje / hacia el este / como Dios me dio a entender / [efammn09] b. / el padre / la madre / se pone a jugar / a enseñarle a jugar / con un juego de construcciones / y va diciendo / ponemos éste aquí / éste es muy alto / éste no vendrá bien / esto / qué difícil es / ya lo hemos conseguido / etcétera // de manera que / en realidad / este / lenguaje / aparentemente / exclusivamente dirigido / al pensamiento y a la acción / en realidad / ha sido adquirido / en una relación / comunicativa // [enatco03] Si sono riscontrate cinque coordinate consecutive introdotte da <de manera que> e tre introdotte da <de modo que>. Ci sono anche esempi con <de forma que>, ma nelle occorrenze trovate nei corpora questo nesso introduce consecutive subordinate e non coordinate. 3.4. Altri nessi spagnoli <tanto que> Porto Dapena (1991, p. 206) prende in esame <tanto que> e ritiene che la costruzione a cui dà origine sia una variante rispetto alla subordinata consecutiva: «el elemento intensivo [tanto] puede colocarse fuera de la oración principal, uniéndose directamente [...] a la subordinada, y produciéndose al mismo tiempo un corte entre aquélla y esta». È da notare che l’autore non include <tanto que> né tra i nessi subordinanti né tra quelli coordinanti, così come non definisce il tipo di struttura frasale. Álvarez (1999, p. 3765) inserisce <tanto que> nelle consecutive periferiche, e spiega che lo spostamento dell’intensificante al secondo membro può essere dovuto all’impossibile coesistenza con un quantificatore presente nel primo membro (mucho, muy, etc.), oppure alla presenza di una costruzione com- 176 Consecutive parativa (La convalecencia de Martín fue muy rápida, tanto que a él casi le pareció que se curaba demasiado pronto). <hasta el punto de> Porto Dapena (1991, p. 207) considera anche la locuzione <hasta el punto de que>, e afferma che essa è collegabile semanticamente alle consecutive, ma non sintatticamente, dato che in tale costruzione la congiunzione que introduce una subordinata completiva dipendente dal sostantivo punto. Álvarez (1999, p. 3765) inserisce hasta tal punto ... que (equivalente di <a (tal) punto che>) nelle consecutive periferiche. Non sono state trovate occorrenze con hasta tal punto, ma con hasta el punto de. (286) a. / no sé que hay como una especie de / seguir juntos ahí / un vínculo / muy estrecho / una amistad / una hermandad / o lo que sea / nos llevamos fenomenal / nos queremos muchísimo / hasta el punto de bueno / de haber [///] de que eso / de habernos dicho que / fuera de la familia / la persona que más le importa a cada uno / es la otra // [efammn04] b. // en trescientos mil / hogares españoles / se cuida / a un paciente / que muchas veces no tiene / conciencia de su enfermedad // una convivencia / a menudo difícil / que puede hacer estallar / la dinámica familiar // hasta el punto / de que el quince por ciento de las personas que se ocupan de un enfermo mental / acaban padeciendo / ellos mismos / algún desarreglo // [emedrp02] Segnaliamo questi nessi per la loro equivalenza con i corrispettivi italiani, che le grammatiche italiane considerano come introduttori connettivi: <a (tal) punto che>, <tanto che> (vedere infra). 3.5. Repertorio nessi coordinanti italiani cosicché (287) // ma / con degli espedienti meccanici / questa finestrella / così come la pellicola scorre / e / ogni secondo / ci fa scorrere / davanti a questa finestrella / ventiquattro fotogrammi / nello stesso modo la finestrella / si apre / e chiude / in maniera sincronizzata / con lo scorrere della pellicola / quindi si apre / e si chiude / ventiquattro volte al secondo // cosicché / quando / si chiude / lo scorrimento / e quindi la cornice del fotogramma / non viene vista // [ifammn13] Felisa Bermejo Calleja 177 sicché (288) a. CLA: no / due o tre chilometri // due o trecento metri di dislivello // 'un è [///] in montagna / a salire / sai / fai presto // sa / comunque / si sentì il colpo di fucile / sicché / voglio dire / tanto lontano 'un era // però ci volea un' oretta / eh // mh // [ifammn03] b. / e poi dopo / è andato [///] è ritornato a New York / a fare il Ph.D. laggiù // &he / insomma / erano [///] praticamente era due anni che 'un si vedevan con Guido / sicché gl' aveva detto s' andava / e insomma / era venuto a prenderci // s' arriva a [/] a scendere / insomma / s' arriva lì a [/] a i' nastro / mh / e queste valigie non arrivano // sicché / s' aspetta ah ah ... insomma / alla fine / s' era rimasti / in cinque // e io ho cominciato a preoccuparmi / perché / s' era tutte persone che / ho visto che l' ho riconosciute / tutti quelli che erano montati a Firenze // sicché ho detto / sta a vedere che / è successo un casino // infatti / niente praticamente / vedo arrivare hhh la cosa / la + ha visto la &bor [///] quella specie di scatola di plastica / quando son finiti i bagagli // e i nostri bagagli / non c' erano // sicché / veramente cioè / io non ti dico / come ci son rimasta // [ifammn08] Tutte le frasi hanno il verbo all’indicativo. L’esempio (288 b) serve ad illustrare in modo immediato l’elevato numero di casi in cui è usato sicché. In totale vi sono centosessantotto occorrenze, tutte del registro informale: centocinquantotto di conversazioni o monologhi familiari, cinque di conversazioni pubbliche (pub) e cinque telefoniche. Conviene forse ricordare che il corpus italiano analizzato è stato realizzato dall’Università di Firenze, e che in Toscana è molto frequente l’uso di questo nesso. <tanto che> (289) / una iniziativa / devo dire / saggia / dell' amministrazione / comunale / in particolare del sindaco / che aveva / capito / che in città / questo problema si stava diffondendo / e si stava [/] stava / nascendo una preoccupazione / tanto che / per due volte / ha / &he / fatto un' ordinanza / di moratoria / per la nascita / di nuove [/] di nuovi impianti // [inatpd02] Vi è una occorrenza veramente consecutiva su un totale di sei; le altre sono temporali. 178 Consecutive <a (tal) punto che> (290) Maria si dava molto da fare nella ditta, a tal punto che ormai aveva in mano tutto lei (Giusti 2001 II, p. 829). <di modo che> (291) ANT: [<] <sì / sì // anche &per> + sì // ho proprio / scritto un po' di cose / di modo che / poi / riesco anche a rileggermele / <magari> all' ultimo <momento / rinfrescarmele> un po' // [itelpv04] <in modo che> (292) MAB: quindi / diciamo / che / noi / s' è fatto oggi l' assemblea / ma in modo da [///] cioè / per spiegare altre cose / che ci interessano // in modo che / <la prossima settimana / martedì> / si comincia praticamente subito con l' apertura del seggio // [ipubcv02] <in maniera che> (293) [///] la gomma lacca l' è fatta uguale / grosso modo // e l' ha un colore oro // e quindi poi / questa gomma lacca / tu la metti dentro lo spirito / &l [///] tu fa' i n maniera che la si diluisca insieme allo spirito / e poi tu gli dai due / o tre mani / di questo &spiri [/] di questa gomma lacca / in maniera che poi / i [/] il / diciamo così / il mobile gli splende / diventa bellissimo / capito // [ifammn21] 4. Consecutive giustapposte La costruzione consecutiva giustapposta costituisce un gruppo frasale che mantiene una coesione interna mediante l’espressione di un rapporto consecutivo-deduttivo. Le frasi non sono unite da connettivi né da nessi subordinanti, ma la loro coesione si appoggia su unità di natura mista avverbiale-connettiva, che ricevono la denominazione di enlaces extraoracionales in spagnolo e di “operatori di coordinazione avverbiale” in italiano. Felisa Bermejo Calleja 179 4.1. Nessi avverbi connettivi spagnolo “enlaces extraoracionales” (giustapposizione) <por (lo) tanto> <por consiguiente> <en consecuencia> <así pues> pues <(y) así> <de {este/ese} modo> <de {esta/esa} manera> <de {esta/esa} forma> <de {esta/esa} suerte> <de ahí que> <de aquí que> italiano operatori di coordinazione avverbiale quindi perciò dunque <di conseguenza> Nei corpora di lingua spagnola di C-ORAL non si trovano occorrenze di <por consiguiente>, <de {este/ese} modo>, <de {esta/esa} suerte>. L’elenco dei nessi e degli “enlaces extraoracionales”13 spagnoli è tratto da Álvarez (1999, pp. 3767-3798). Questi “enlaces consecutivos” contribuiscono alla coesione della significazione delle frasi in un unico enunciato. «La omisión del elemento coordinador y la expresión de sus compuestos oracionales como simple yuxtaposición no conlleva necesariamente la desaparición de la significación relacional consecutiva-deductiva» (Álvarez 1999, p. 3793). L’elenco degli operatori di coordinazione avverbiale è tratto da Scorretti (2001 I, pp. 241-284) e da Lonzi (2001 II, p. 411); quest’ultima studiosa li denomina “avverbi connettivi”. 13 Álvarez (GDLE 1999: 3793-3798) utilizza la denominazione “enlaces extraoracionales” perché sono usate in gruppi frasali giustapposti e quindi sarebbe incoerente chiamarli “nessi” o “conettori”. Tuttavia, nella stessa Grammatica, nel capitolo dedicato ai segnali discorsivi curato da altri autori (GDLE 1999: 4099-4121), ricevono la denominazione di “conectores”. L’espressione “enlaces extraoracionales” è stata usata anche nell’Esbozo (1973, §3.22.3) dove si afferma che essi «denotan consecuencia de la oración que los precede inmediatamente o de todo el contexto anterior». 180 Consecutive Álvarez (1999, p. 3794) sottolinea la natura avverbiale di questi operatori: «No obstante las equivalencias semánticas con los diferentes nexos coordinantes, la categoría adverbial de estas expresiones queda fuera de toda duda». Ciò è dimostrato dalle seguenti caratteristiche: – possono spostarsi liberamente all’interno della frase che li accoglie; – sono tonici (a differenza dei nessi coordinanti e subordinanti che sono atoni), di conseguenza è possibile la comparsa nella stessa frase di altri operatori coordinanti; – costituiscono un gruppo fonico indipendente e isolato tra pause, sia in posizione finale che intermedia; – si possono presentare in una frase indipendente come elementi di coesione pragmatica, e possono anche mettere in relazioni due parti di una stessa frase, sia semplice che composta. 4.2. Modo verbale In spagnolo, <de{ahí/aquí}que> seleziona obbligatoriamente il congiuntivo, e costituisce un’autentica eccezione nell’insieme di questi “enlaces”. In effetti, per quanto riguarda tutti gli altri, sia in spagnolo sia in italiano, nella frase che inizia o contiene gli avverbi connettivi si usa sempre l’indicativo. 4.3. Repertorio di operatori avverbiali spagnoli Nelle diverse occorrenze si potrà osservare, insieme a questi avverbi connettivi, la presenza della congiunzione y oppure e, e anche la libertà distributiva che gli avverbi hanno all’interno della frase. Sono due delle caratteristiche che distinguono gli avverbi connettivi dalle congiunzioni vere e proprie. <por lo tanto> (294) a. // ya saben / que lo del sorteo xxx y de alimentos / es siempre los miércoles // por lo tanto el miércoles / será la conferencia / [enatpr03] b. // me parece que ahí es donde está la clave de la cuestión / y por lo tanto hoy lo que hay que analizar es que un pueblo [/] un pueblo / &eh / con un nivel / de vida alto / con un nivel de educación alto / un pueblo Felisa Bermejo Calleja 181 democrático de fondo / ha / votado / miren ustedes / queremos la paz / pero no queremos la paz / a cualquier precio // [emedts02] c. // hay / otros [/] otros animales que utilizan herramientas / en los que se ha descrito por lo tanto una conducta instrumental / pero / &eh / son de carácter [///] el uso de estas herramientas / es de carácter instintivo //[enatco01] Il totale delle occorrenze è ottanta. <Por lo tanto> è usato prevalentemente nel registro formale (sessantotto casi). Il resto si distribuisce tra dieci in pub e due in fam. È da notare che <por lo tanto> (ottanta) è più usato di <por tanto> (trentasei). <por tanto> (295) a. // las antiguas Digital / que ahora son CompaQ // estas máquinas / son sesenta y cuatro bits / con lo cual tienen un direccionamiento mejor / y más rápido / y &ac [/] actualmente / la caché está mucho más desarrollada / que / la que tienen los ordenadores Pentium // por tanto / al ser la caché / mucho mayor / los cálculos necesitan menos acceso a memoria // [enatte02] b. // con esto / no quiero decir ni más ni menos / que cuando una persona va a comprar algo / si nota / que el vendedor / es alguien / cercano / se va a identificar con él / y por tanto va a comprar // si nota que el vendedor es alguien lejano / distante / la posibilidad de compra es mucho menor //[enatbu03] c. HOM: Guardiola deja atrás once temporadas / en el club azulgrana / tiene treinta años / finaliza contrato / queda por tanto / libre / para fichar por otro club / su carrera futbolística / va a terminar / en el extranjero / Francia [emednw02] Vi è un totale di trentasei occorrenze di <por tanto>. Esso è usato fondamentalmente nel registro formale (med e nat) con trentaquattro casi registrati; solo due casi appartengono ai file di pub – considerato informale –; non si riscontra nessun caso nei file fam. <por consiguiente> (296) Hemos demostrado que nuestras conclusiones son válidas, por consiguiente, teníamos razón (Garcés 1994, p. 154). 182 Consecutive <en consecuencia> (297) // los dos jugadores de la Unión Deportiva Las Palmas / Álvaro / y / Ballano / tienen en estos instantes / su licencia / suspendida / por la Federación / Española / de Fútbol // en consecuencia / su equipo / no podrá contar con ellos / el próximo domingo // [emedsp05] Sono state registrate tre occorrenze in totale. <así pues> (298) en esos siglos / en ese periodo de tiempo / se acabó convirtiendo / en miembro / de una nueva / y específica / institución social // que nació / con un supuesto regulador / básico / es decir / que como cuestión de rutina / la ciencia / debía de ampliar / y modificar / el conocimiento / existente / sobre la naturaleza / y también / sobre la sociedad // así pues / tenemos / un supuesto regulador / de / esa institución social específica / a la que llamamos / ciencia // [enatco02] Ci sono cinque occorrenze, anche se quattro appartengono allo stesso parlante. <(y) así> (299) a. MAM: [<] <yo le he dicho> / que le diga a la dentista / que / a ver cuándo van / esta semana / porque yo / tengo que ir a la Caja // porque claro / hoy le he dado la tarjeta / pero / voy a estar todos los días dando la tarjeta // y así / prefiero ir yo / porque veo yo el dinero que se va retirando y eso // me acerco yo mañana por la mañana [efamdl34] c. // los virus / son parásitos intracelulares que pueden clasificarse según los hospedadores que infectan // así / hay virus bacterianos / virus vegetales / y virus animales [emedts11] <de este modo> (300) No solía frecuentar el lugar; poco o nada, de este modo, podrían probarle (Álvarez 1999, p. 3794). <de esta {manera/forma}> (301) a. // objetivos que son / y repito / el poder proporcionar / capacidades de &internali [/] de internacionalización / y de comunicaciones electrónicas / a empresas / que a priori / por sí mismas / no / son capaces / o no / pueden desarrollar infraestructura / para llevarlo a cabo // de esta manera / la apuesta consiste / en / integrar / lo más / &eh / &eh / po- Felisa Bermejo Calleja 183 sible / el tratamiento de la tecnología / con el tratamiento de los contenidos // [enatbu03] b. / lo que Merton llamó inicialmente como comunismo / y que por mor / de los efectos / de la Guerra Fría / acabó / viniéndose en llamar / el comunalismo // entendiéndose / bajo este término / la idea de que los hallazgos de la ciencia / son producto / de la colaboración social / y por lo tanto / son asignados / a la comunidad // de esta forma / las aportaciones / constituyen / una herencia común / en la cual / el derecho del / científico / es decir / del productor individual / queda limitado / al reconocimiento / y a la estima / &po [/] por la aportación // [efamdl42] Si sono rilevate tre occorrenze di <de esta manera> e altre tre di <de esta forma>. <de ahí que> (302) / eh ? uno lo que hace es contar historias / eh / lo [/] lo que uno hace es narrar / lo que uno hace es contar / eh / y no hay ninguna pretensión / de someter la razón / a una / única norma // # de ahí que hayamos desarrollado una cultura / como digo / más literaria / en este sentido / menos / racionalista / [enatte04] Si è trovata soltanto un’occorrenza di <de ahí que>. Nessuna, invece, con <de aquí que>. Álvarez (1999, p. 3797) segnala che <de ahí que> stabilisce un rapporto fondamentalmente deduttivo. Una caratteristica peculiare è che nel suo interno si può inserire un verbo del tipo proceder, resultar, derivarse, ecc.: De ahí se {deriva, resulta, explica} ... que se encontrara tan satisfecho. In tal senso, Porto Dapena (1991, p. 208) ritiene che l’enlace consecutivo <de ahí que> sia il risultato dell’elisi di verbi di questo tipo (deducir, seguir, sacar, concluir, ...). L’impiego del congiuntivo nella consecutiva introdotta da <de ahí que> è dovuto al fatto che l’informazione che essa presenta è già nota: «La consecuencia introducida por <de ahí que> siempre es algo que los dos interlocutores ya conocen y que el hablante se limita a retomar después de informar sobre lo que lo causa» (Matte Bon 1995 II, p. 229). Tuttavia Porto Dapena (1991, p. 208) sostiene che il congiuntivo è condizionato propriamente dall’avverbio connettivo <de ahí que>: «Se trata de un uso neutralizado del subjuntivo, ya que expresa una consecuencia real, como ocurre en todas las oraciones de este tipo, que por esa razón se expresan, salvo este caso, siempre en indicativo». 184 Consecutive ₪ In italiano, nessun avverbio connettivo seleziona il congiuntivo. Sintatticamente, quindi, è impossibile individuare un equivalente in italiano. 4.4. Repertorio di operatori avverbiali italiani dunque Non tutte le novantacinque occorrenze di dunque sono di connettivo consecutivo. Dunque opera anche come segnale discorsivo con valore presentativo, o con valore di presa di turno per stabilire un contatto e per prendere la parola (GGIC 2001 III, p. 233). In questa ultima funzione è usato nei files fam (dieci matches, contro due casi in cui dunque è connettivo), e in tutti files tel (diciannove matches). Nei file nat, che sono di registro formale, tutti i casi (trenta matches) hanno dunque come segnale discorsivo; parimenti nei file med – sempre di registro formale – ci sono molti casi con dunque come segnale discorsivo, accanto ad altri in cui dunque è avverbio connettivo con valore consecutivo-conclusivo. Avverbio connettivo (303) a. // in previsione della [/] della GP1 / che sarà / il nome nuovo della cinquecento del [/] del futuro / &he / ci sarà questa introduzione del motore a quattro tempi / di mille / cilindrata + dunque / saranno motori molto più potenti // l' Aprilia entrerà / come entrerà / la Honda Yamaha / e anche la Ducati // dunque / saranno tante possibilità / per diversi piloti // e / so che l' Aprilia / vorrebbe una mia collaborazione // però / ecco / adesso è solo + bisogna parlarne // [imedsp01] b. // un' altra medaglia / per gli azzurri // riepiloghiamo / Ilaria Bianco / bronzo / nella sciabola femminile individuale / un bronzo / che arriva dopo l'oro di Valentina Vezzali / nel fioretto femminile individuale / l' argento / di Giovanna Trillini / sempre nel fioretto femminile individuale / e l' argento di Paolo Milanoli // dunque / le cose stanno andando bene // [imedsp02] c. // perché l' americani / co' l' inglesi / stavano proprio / in attesa di quello // perché ancora c' erano in Italia // ce stanno tutt'ora // dunque te poi figura' allora // volevano proprio quello // farci fare la fine della Grecia // [ifammn02] Segnale discorsivo (304) a. ELA: quindi + va bene / i prossimi [/] i prossimi libri / che tu scriverai / hhh va bene / Anto ? va bene / nulla / allora / nulla / ti [/] ti saluto // Felisa Bermejo Calleja 185 ANT: va bene // ELA: dunque / senti / io / sono un pochino indietro // perché / queste tre tesi di dottorato / anche quella della Valentina / però io devo / riscrivere / un' altra relazione // [itelpv04] b. STB: [<] <linguaggio> codificato / non c' è il rischio che non ci sia comunicazione del [//] fra i due linguaggi ? quindi racchiusa / <xxx> // PAP: [<] <sì sì sì sì // sì sì sì sì> // certo che c' è // è questo / che vi dicevo prima // STB: ma + PAP: eh / no // aspetta // perché c' arrivo // &he / e / dunque / la differenziazione / questa differenzazione / non può nascere / che da una rottura del codice // [inatte02] c. VER: dunque / hhh ## apriamo il congresso / e / qualche / nota di tipo tecnico / che esula dalla mozione che io illustro // non so se tutti mi conoscete // sono yyy Moreno / il segretario d' ateneo dello xxx CGIL // e / ho / l' incarico / il mandato / a presentare la mozione / della [/] dell' area / della CGIL / cambiare rotta / quindi del documento / della CGIL / alternativo [inatps03] (è il primo intervento in assoluto; di fatto, annuncia che si apre il congresso). quindi È l’operatore di coordinazione più usato. Sebbene nei 1048 matches si debbano distinguere gli usi come segnale discorsivo da quelli come avverbio temporale, il numero di occorrenze di quindi con valore consecutivo è sempre altissimo. (305) a. GIN: una donna in gravidanza / può andare dovunque // quindi / può andare benissimo al mare // può andare benissimo in spiaggia // può fare il bagno // anzi / il nuoto / per esempio / è uno sport che noi consigliamo moltissimo // [imedsc01] b. // a me pare che questo documento / &he / sia un proposta importante / che il laboratorio per la democrazia fa alla città di Firenze / e quindi spero che ci sia un dibattito / &he / intenso / stasera // [inatpd01] c. MAR: [<] <allora / essendo> vendita / c' è l' IVA al venti percento // quindi / la pòi detrarre // quindi un caffè xxx a tre e cinquantotto // ora / quanti caffè consumate voi / mediamente / in un giorno ? [ifamcv05] 186 Consecutive d. ROD: forse # / ne sono / come si dice / forse qualche piccola richiesta / mi è dovuta // visto che / devo sottostare ai vostri ordini / devo sottostare alle vostre prove / perché avete / il mio amico come / ostaggio // e quindi / esigo che non gli sia fatto alcun male / se / naturalmente / # collaborerò // # se non collaborerò +vete [ifamcv07] e. // ah / te sei del tre febbraio / quindi sei di socialismo rivoluzionario // [ipubcv01] perciò Sono state riscontrate soltanto sei occorrenze di perciò. (306) DEC: in questo caso vediamo / un capello trattato / colorato / ripetutamente / colorato / perciò nel tempo / diventa più fragile / si spezza facilmente / e diventa più opaco // [imedsc03] Diverso è il caso di per ciò, che non è mai un avverbio connettivo (e va anche distinto da <per questo>). Nelle occorrenze riscontrate, si può osservare che <per ciò> serve a introdurre l’espressione <per ciò che riguarda>. Solo in una occorrenza funziona come complemento del verbo e antecedente di relativo: la gratitudine per ciò che la magistratura ha fatto [inatps01]. perciò vs. quindi Secondo Ferrari (1995, p. 462), la proprietà anaforica e presupposizionale sono i fattori che rispettivamente spiegano la differenza tra perciò e quindi. Senza negare che quindi sia anche anaforico, esso è però sempre presupposizionale: «anche quando quindi si manifesta in modo anaforico, quindi porta con sé la traccia della sua natura intrinseca presupposizionale». Perciò mette in rapporto due enunciati testuali distinti; quindi può mettere in rapporto un insieme di riferimenti e contenuti con l’enunciato che lo accoglie: «le due qualificazioni consecutive privilegiano connessioni di tipo diverso: quindi dice che l’assunto consegue logicamente da un insieme di assunti contestuali e perciò indica che il legame vale in particolare tra la coppia di assunti veicolata dai due enunciati testualmente contigui». (307) SRE: [<] <ma / io> [/] io / dicevo dividiamo per gruppi anche l' affitto // ANG: allora / ottanta diviso tre / quanto fa ? <ottantuno> ? SRE: [<] sono + <cioè / tipo> che / voi mettete / novanta / e noi centocinque e centocinque // così m' aveva proposto Piero // # <è mille lire in più> // GPA: [<] <e noi quindi passiamo / da> trenta / a trentasette // <xxx> // [ifamcv02] Felisa Bermejo Calleja 187 4.5. Alcuni operatori di coordinazione avverbiale assenti nell’inventario delle grammatiche 4.5.1. <Por eso> e <per questo> Il connettivo <por eso> non viene segnalato, per citare alcuni casi, né da Álvarez né da Porto Dapena né da Sánchez Montero. È indicato come nesso consecutivo da Borrego/Asencio/Prieto (1985, p. 151), da Garcés (1994, p. 155) e da Sastre (2004, p. 230). Le caratteristiche peculiari di <por eso> possono forse spiegare tale assenza. Osservando le similitudini e le differenze con altri nessi spagnoli (primo fra tutti <por tanto>), e soprattutto con il nesso italiano perciò (con cui verrebbe naturale associarlo per affinità fonica e di formazione), viene alla luce che <por eso> è in corso di grammaticalizzazione. In altri termini, <por eso> è un sintagma preposizionale che funziona come tale all’interno del predicato verbale, ma è anche un “enlace extraoracional” (un operatore di coordinazione avverbiale) alla pari di <por tanto>. Questa doppia natura di <por eso> fa sì che solo in certi contesti, ma non in tutti, esso sia sintatticamente e semanticamente equivalente a perciò. Perciò è esclusivamente un operatore di coordinazione avverbiale; esso si distingue in modo netto da <per questo> che, invece, è anche un sintagma preposizionale, la cui funzione deriva dal significato lessicale di per e dalla funzione anaforica del dimostrativo. <Per questo> non è citato nell’elenco di operatori di coordinazione avverbiale fornito dalla GGIC. 4.5.2. <per questo> vs. perciò Tra le differenze di <per questo> rispetto a perciò (cfr. Ferrari 1995: 251) vi è il fatto che <per questo> può diventare il focus della versione scissa del secondo enunciato (308 a). <Per questo> è integrato nel predicato della frase; la sua posizione basica è a destra del verbo, in modo che la frase che lo accoglie ha la struttura canonica (308 b). Inoltre può essere preceduto da focalizzatore (308 c). (308) a. // milioni di indiani / erano esclusi dall' accesso ai farmaci // e fu per questo che nel millenovecentosettanta / Indira Gandhi promulgò il xxx / la legge sui brevetti / con la quale si può brevettare il processo di fabbricazione di un farmaco / ma non il prodotto / la molecola / la sua base / che si considera di dominio pubblico // fu così / che i prezzi scesero / e si salvarono milioni di vite umane // [imedrp03] 188 Consecutive b. OND: l' attività sportiva / può essere veramente utile / per persone / che hanno necessità / di riabilitazione // abbiamo seguito per questo / una squadra di basket // [imedsc02] c. PET: sono territoriali // ora + tant' è che / la &docu [/] tutta la documentazione / giunge agli uffici scolastici periferici // ed è stato proprio per questo / che il ministro / ha impartito delle direttive / molto puntuali / e molto chiare / per sollecitare gli uffici scolastici periferici / che gestivano questi [/] che hanno gestito questi concorsi / <ad una rigida> + [imedts02] Si noti che in nessuno degli esempi precedenti si potrebbe usare perciò. <Por eso> può, allo stesso modo di <per questo>, essere costruito in frase scissa (309 a) e può essere collocato alla fine dell’enunciato (309 b). Può infine avere un focalizzatore (309 c). (309) a. PIL: / tal / cogiéndole del hombro / no sé qué / no sé cuantos / pero es por eso / porque / no puede con uno / pues trata de &aga [/] de arrastrar a otro // entonces será por eso // que ahora está muy [/] muy colega con él // [epubdl08] b. BEL: [<] <yo el primer año> que llegué eran / &eh [///] y por ejemplo el dar un regalo y / no saber a quién / tampoco se lo regalabas / era <un &poc [///] te obliga> CRI: [<] <sí // lo del amigo invisible> // BEL: lo del amigo invisible // por ejemplo que era [///] es una [///] estaba bastante bien por eso / porque te obligaba un poco a pensar en quién era // yo el primer año no sabía / ni a quién <regalaba> //[epubdl18] c. / también es un Dios / al cual / por mucho que nos comprenda / por mucho que / nos tolere / por mucho que nos quiera / un Dios / al cual digo / le duelen / nuestros pecados / le duelen nuestras ofensas / le duelen nuestras traiciones / y por eso mismo / comienza este evangelio diciendo / ¡ay! de ti / Corazaín / ¡ay! de ti / Betsaida / no ? [enatpr01] Se, nei casi appena visti, perciò non può essere usato nei contesti in cui è impiegato <per questo>, esistono frasi in cui, al contrario, si impiega perciò ma non è possibile usare <per questo>. Siccome i corpora offrono soltanto sei occorrenze di perciò, non disponiamo di un match adatto al caso. Si osservi però questo esempio tratto da Ferrari (1995, p. 248): È andata a prendere l’ombrello; perciò piove. Qui non si può usare <per questo>, appunto a causa del tipo di rapporto tra le due frasi (non si tratta propriamente di causa-effetto, ma di una deduzione o “ipotesi”). Felisa Bermejo Calleja 189 Il corpus italiano fornisce un esempio di perciò che difficilmente ammetterebbe la sostituzione con <per questo>. (310) MAM: [<] <eh / e riprende> <la sua cifra xxx> // BAB: [<] <sì / è tuo / però> <attento perché> + ANN: [<] <eh sì> // BAB: / trenta milioni / quaranta milioni / faccio per dire / sono <i miei> / perciò + MAR: [<] <sì sì xxx> // BAB: / è calcolato che / sarà / du' terzi // [ifamcv25] Allo stesso modo, in spagnolo, <por eso> non sempre può sostituire <por tanto>. (311) // se cae la máquina / y entonces ya deja de funcionar // por tanto / tienes que / hacer lo siguiente / y es / coges el cálculo / y lo metes / a una cola / de las pequeñas / de las de cinco minutos simplemente para ver / que arranca bien // una vez que el cálculo haya arrancado / y ves que funciona / pues simplemente ya coges ese cálculo y lo mandas a la cola / de dos días de <CPU> / [enatte02] Nonostante le differenze segnalate, ci sono molti casi (la maggior parte dopo la pausa //) nei quali <per questo> e perciò sono intercambiabili; si deve quindi ritenere che <per questo> è anche un avverbio connettivo. Nell’esempio seguente si potrebbe sostituire <per questo> con perciò, senza riscontrare alcuna differenza significativa. (312) [///] non &sa [///] non [/] non assumevano nessuna carica politica / e che erano semplici cittadini / e che vivevano nella povertà // per questo diciamo / la figura dell' anziano / insomma è come se per me questi sessantadue anziani fossero tutti miei nonni / e io fossi il nipote a cui loro tramandano le loro storie [ifammn16] Nel seguente esempio, in modo speculare, si potrebbe sostituire perciò con <per questo>. (313) JOX: [<] <e &p> [///] cioè / io ero abituato // si leggeva / e lei / ogni tanto interrompeva e / aggiungeva tutte le cose // VER: sì sì sì // JOX: no ? eh // invece / &no [/] non l' ha fatto // VER: mh mh // JOX: perciò io credevo che non fosse da studiare // poi ha fatto una domanda su questa cosa ... VER: mh mh // JOX: e io / non l' ho saputa // [ifamcv03] 190 Consecutive Il comportamento di <por eso> è parallelo a <per questo>. Allo stesso modo, in determinati contesti, <por eso> potrebbe sostituire <por tanto>. (314) // y una renovación de la flota / lleva / como mínimo / seis meses de entrega de los autobuses // por tanto / todo lo que retrasemos / esa solución / va / en evidente detrimento / de / las posibilidades / de que siga funcionando / el servicio de transporte urbano // [enatps02] In conclusione, nell’atto di individuare le equivalenze tra gli avverbi connettivi spagnoli e italiani, si è potuto mostrare che la corrispondenza tra <por eso> e <per questo> è bidirezionale e si compie in tutti i contesti. I due avverbi sono quindi caratterizzati allo stesso modo; una di queste caratteristiche comuni è che essi non sono completamente grammaticalizzati. ₪ Per quanto riguarda perciò, questo operatore non trova in spagnolo un unico equivalente; in certi contesti la corrispondenza si stabilisce con <por eso> (si tratta dei medesimi casi in cui può essere sostituito con <per questo>); in altri contesti invece non è possibile tale corrispondenza, e allora è necessario tradurre perciò con <por tanto>. 4.5.3. <per cui> e pertanto Nemmeno <per cui> o pertanto sono citati tra gli operatori di coordinazione avverbiali o tra gli avverbi connettivi. Il numero di occorrenze di <per cui> con valore consecutivo (dopo //) è molto alto, in quanto raggiunge i cinquantadue matches; si tratta di un dato molto superiore alle occorrenze di perciò (che ha solo sei matches) e anche di pertanto (che compare otto volte, di cui sette in registro informale). Riteniamo opportuno richiamare l’attenzione sui nessi <per cui> e pertanto, non solo per il loro uso frequente, ma anche perché non si sono osservate differenze tra essi e gli altri avverbi connettivi. (315) a. LOR: ancora di più // perché / già nel mio paesino / per delle cose che [///] normali / veramente / come parlare / con un ragazzo in mezzo alla strada / o fare un giro in macchina / anni e anni fa / quando avevo / tredici / quattordici anni / insomma / erano cose considerate in modo molto diverso // per cui / sono abituata / diciamo / al pettegolezzo + [imedts08] b. // e / che cosa succede ? succede che / # non solo la Martina / non ha più dormito / in quella casa / ma neanch' io / ho più dormito in quella Felisa Bermejo Calleja 191 casa hhh // per cui / la casa è stata / completamente abbandonata / praticamente / allora // [ifammn18] c. // io vendevo un abbigliamento a un certo livello / però come lo vendevo io lo vendevano gli altri // pertanto / pe' entrare nelle simpatia di' cliente / prima di tutto / se te tu vai in Puglia / bisogna tu sia ospite della Puglia // bisogna tu &ea / tu entri nella mentalità / anche di' pugliese // [ifammn14] 4.5.4. entonces Questo avverbio connettivo, caratterizzato da una significazione fondamentalmente temporale, ha anche valore consecutivo, ed è inoltre un segnale discorsivo con altissima frequenza di uso. In italiano entonces corrisponde ad allora, unità che non abbiamo trovato inclusa tra gli avverbi connettivi consecutivi né nella GGIC (2001 II, p. 411) né nella grammatica di Serianni (1988, pp. 492-496). In spagnolo, non tutte le grammatiche ritengono entonces un “enlace” consecutivo. Già Álvarez lo include in determinati elenchi (1999, p. 3793), ma non lo cita in altri (1999, p. 3742). Né Borrego/Asencio/Prieto (1985), né Porto Dapena (1991) riportano entonces tra i consecutivi; invece Garcés (1994, p. 155) e Sastre (2004, p. 230) lo segnalano come nesso consecutivo. (316) a. MIG: / [<] <tú lo que> quieres / es / la + por ejemplo la &c [/] la [/] la liga // la liga en los últimos partidos / me parece que es a cinco partidos // las finales // entonces tú lo que estás deseando / es ganar el tres cero // si [///] a ser posible // [efamdl03] b. BER: beh / insomma // però + che ha fatto campagna elettorale / è indubbio // allora / se si parla di neutralità / bisogna dire / perché l' ambasciatore italiano / ha fatto una campagna elettorale / a favore di Berisha // [imedts03] 5. Altri tipi di consecutive 5.1. Giustapposta intensiva Questo gruppo frasale di significazione consecutiva riunisce due caratteristiche che si trovano di solito separate: il rapporto è di giustapposizione e l’unità di coesione consecutiva è intensiva. Tali unità sono tan, tanto, tal, así 192 Consecutive e sono posizionate nel secondo membro: Mató a su mujer y a sus tres hijos; tal era su locura (Porto Dapena 1991, p. 207). 5.2. Consecutive sospese La consecutiva è soppressa, ma il valore intensivo e consecutivo si mantiene. Lo sviluppo della costruzione è interrotto mediante un tonema sospeso, originando un tipo particolare di esclamazione. Tale interruzione è possibile con qualsiasi intensificante. (317) a. ABU: [<] <Sergio muy> [///] como siempre // ahí / correteando y + pero bueno / cuando no se pone de mal humor / estupendo / porque bueno / te hace reír / y todo // tiene esa cara tan simpática ... [efamdl17] b. CLA: è uguale // # insomma / io / son [///] mi son trovato lì / ad &i [/] a [/] a [/] a contrattare una casa // per comprarla // perché mi piaceva così tanto ... [ifamcv17] 6. Riepilogo Sulla base della classificazione stabilita da Álvarez (1999, pp. 3739-3804), abbiamo considerato tre tipi di consecutive: subordinate, coordinate e giustapposte. Le grammatiche italiane (GGIC 2001, pp. 825-832 e Serianni 1988, pp. 492-496) distinguono tra consecutive con antecedente e consecutive libere, che corrispondono alle subordinate e alle coordinate della classificazione spagnola. Per le giustapposte, abbiamo dovuto prendere in esame gli avverbi connettivi con valore consecutivo (GGIC 2001 I, pp. 241-284 e II, p. 411). Rispetto al modo verbale delle consecutive, le condizioni che inducono all’uso del congiuntivo sono a grandi linee le stesse nelle due lingue (conseguenza eventuale o non realizzata, valore finale, operatore di negazione, ecc.), ma è diversa la distribuzione a seconda del tipo di consecutive. La diversità si basa sulla considerazione (Pérez Saldanya 1999, pp. 3295-3297) che in spagnolo, ricorrendo tali condizioni, solo le subordinate possono avere il verbo al congiuntivo, e quindi le coordinate hanno sempre il verbo all’indicativo. In italiano, invece, si ritiene che tanto le consecutive con antecedente tanto quelle libere, ricorrendo tali condizioni, possono avere il verbo al congiuntivo. Felisa Bermejo Calleja 193 Le dissimmetrie rispetto all’uso del congiuntivo sono fondamentalmente due: – il connettivo spagnolo <de ahí que> obbliga alla scelta del congiuntivo; – la presenza di avverbi frasali con valore di probabilità come quizá(s), probablemente, ecc. rende possibile (ma non obbligatorio) l’impiego del congiuntivo nella subordinata. Nella classificazione spagnola, i nessi <de {modo, manera, forma, suerte} que> fanno parte sia dei nessi subordinanti che dei nessi coordinanti. Solo nel primo caso il verbo può essere al congiuntivo. Le tabelle che seguono offrono una visione d’insieme della distribuzione dei modi. <de {modo, manera, forma, suerte} que> Questa tabella riporta il numero di occorrenze di questi nessi e la loro distribuzione in coordinate o subordinate, nonché l’indicazione del modo verbale: indicativo o congiuntivo. Quando hanno il verbo all’indicativo, il criterio per distinguere tra consecutive coordinate e subordinate è la durata della pausa: se la durata (rappresentata da /) non supera il ½ secondo, la frase è considerata subordinata; se la durata (rappresentata da //) va da ½ a un secondo, la frase è coordinata. <de modo que> <de manera que> <de forma que> <de suerte que> coordinate (da 1/2 secondo a 1) indicativo 3 5 subordinate (meno di 1/2 secondo) indicativo congiuntivo 1 2 1 3 <de tal {modo, manera, forma, suerte} que> Con l’intensificante tal si tratta di nessi subordinanti. totale 6 6 3 0 194 Consecutive subordinante indicativo congiuntivo <de tal modo que> <de tal manera que> <de tal forma que> <de forma tal que> <de tal suerte que> 1 2 4 1 1 totale 0 5 3 1 0 <in {modo/maniera} che>; <di modo che> <in modo che> <in maniera che> <di modo che> indicativo 3 1 3 congiuntivo 11 totale 14 1 3 Soltanto con i nessi di modo si sono trovate, in italiano e in spagnolo, occorrenze con il verbo al congiuntivo. Con gli altri nessi, dove esiste la possibilità dell’alternanza indicativo/congiuntivo tutte le occorrenze hanno il verbo all’indicativo. Capitolo 8 SUBORDINATE COMPARATIVE 1. Introduzione In questo tipo di periodo si stabilisce un paragone tra un elemento comparato (nella principale), preceduto – obbligatoriamente in spagnolo – da un quantificatore comparativo, e un secondo elemento (nella subordinata) che rappresenta il punto di riferimento per stabilire l’uguaglianza o la disuguaglianza. Gutiérrez Ordóñez (1997, pp. 11-12) avverte che, per poter definire con proprietà le comparative, occorre tener presente al contempo sia i criteri semantici sia quelli formali; infatti, sebbene alcune costruzioni esprimano comparazione, cioè siano comparative dal punto di vista semantico, esse non rispondono formalmente alla struttura comparativa (ad esempio il verbo preferir). Viceversa, alcune costruzioni contengono elementi formali comparativi quali i quantificatori, ma non per questo esprimono comparazione (ad esempio le consecutive). L’autore propone una definizione mista che combina i due criteri: «Las comparativas son estructuras de la lengua porque tienen naturaleza de signo: presentan un significado (“comparación”) unido solidariamente a un significante (estructuras del tipo más... que, más... de, etc.)». Nella struttura comparativa si individuano due membri che ricevono diverse denominazioni. Belletti (2001 II, p. 832) descrive la struttura comparativa nei seguenti termini: «Il costituente ‘comparato’ presente nella frase principale è detto ‘primo termine di paragone’ (o ‘della comparazione’); la frase comparativa contiene o costituisce essa stessa il ‘secondo termine di paragone’ (o ‘della comparazione’)». Gutiérrez Ordóñez (1997, pp. 17-19) dà la denominazione di “segmento A” alla base di valutazione con il termine intensificato, e di “segmento B” alla struttura in parallelo che rappresenta il punto di riferimento o norma. Sáez del Álamo (1999, p. 1131) distingue tra “elemento di grado comparativo” e “coda”; tra essi esiste un rapporto di interdipendenza, dato che il primo richiede, alla sua destra, la presenza della coda. L’insieme costituito 196 Subordinate comparative dall’elemento di grado e dalla coda conforma il “quantificatore comparativo” che è un costituente discontinuo. Per López García (1994, p. 215) l’espressione comparativa è uno schema percettivo all’interno di un rapporto in cui una forma forte, denominata “comparato”, si confronta con una forma debole, denominata “comparante”, che serve da sfondo nel confronto. Alarcos (1994, p. 341) denomina il secondo membro “base della comparazione”. Il presente capitolo si circoscrive all’analisi delle strutture comparative che contengono come secondo termine di comparazione una proposizione subordinata con il verbo finito esplicito. In spagnolo, due importanti questioni hanno suscitato una viva polemica tra gli studiosi; una riguarda la natura del que e del como, introduttori della proposizione subordinata comparativa, e l’altra si riferisce alla natura coordinata o subordinata del rapporto tra i due termini della comparazione. La differenziazione del traspositore que nelle comparative rispetto al que completivo è fuori dubbio; rimane, però, il fatto che esso è stato assimilato al que relativo. Di fronte a tale assimilazione Gutiérrez Ordóñez (1997, pp. 33-34) reagisce offrendo una serie di argomenti a favore dell’esistenza di un que propriamente “comparativo”, che non svolge nessuna funzione nella subordinata; questa è una delle caratteristiche che lo distinguono nettamente dal que relativo. Secondo l’autore neanche il como è assimilabile al relativo. Il como comparativo, a differenza del relativo, non ha coreferenza con un altro sintagma del primo membro, né svolge alcuna funzione nella subordinata. Inoltre introduce una subordinata avverbiale e non aggettiva (cfr. Gutiérrez Ordóñez 1997, pp. 54-55). Per quanto riguarda la natura subordinata, inordinata o coordinata della proposizione che costituisce il secondo termine della comparazione, López García (1994, pp. 211-215) offre una dettagliata descrizione dello stato della questione, a cui rimandiamo. Il punto di vista adottato nel presente studio è basato sugli argomenti addotti da Gutiérrez Ordóñez (1997, pp. 30-32), il quale sostiene che il rapporto stabilito nelle comparative è di subordinazione: «la aplicación de la prueba de la conmutación por cero nos muestra claramente que el segundo segmento está en relación de subordinación. Más en concreto, se hallan subordinadas al cuantificador (más, menos, ...)». Felisa Bermejo Calleja 197 2. Tipologia, caratteristiche e peculiarità delle comparative in spagnolo Nelle comparative si possono compiere alcune distinzioni. La prima è quella che separa le comparative proprie, oggetto di studio del presente capitolo, dalle pseudocomparative, le quali, invece, rimangono fuori dal nostro campo di interesse. Le comparative proprie si dividono in comparative di disuguaglianza e comparative di uguaglianza, e comprendono inoltre le cosiddette comparative relative (Gutiérrez Ordóñez 1997, p. 37). Un altro tipo, infine, è quello costituito dalle comparative contrastive o proporzionali (Porto Dapena 1991, p. 203). Le pseudocomparative sono costruzioni in cui sono usati i quantificatori comparativi (más/menos...que/de) e quindi appaiono formalmente comparative, ma non lo sono dal punto di vista semantico. (318) a. En el mundo hay más mujeres que Helena (Gutiérrez Ordóñez 1997, p. 12). b. Es trabajador más que inteligente (Gutiérrez Ordóñez 1997, p. 12). Questo capitolo affronta, quindi, l’analisi delle comparative proprie che hanno come secondo termine di paragone una proposizione subordinata. 2.1. Secondo termine di paragone (segmento B), costituente di frase semplice o complessa? Conviene innanzitutto ricordare che le costruzioni comparative possono essere frasi semplici, in cui il secondo termine di paragone non contiene un verbo, e quindi non costituisce una proposizione subordinata. Allo stesso tempo, conviene anticipare che le comparative di disuguaglianza “non relative” si costruiscono come frasi semplici, salvo che il primo termine di paragone contenga come elemento comparato un sintagma verbale. Vediamo ora di spiegare più in dettaglio queste caratteristiche. Per quanto riguarda la possibilità che il secondo termine di paragone sia una proposizione subordinata, ciò dipende da due gruppi di varianti. Le possibilità variano, a un primo livello, se il tipo di comparativa è di uguaglianza o di disuguaglianza e, ad un secondo livello, se il tipo di sintagma che conforma l’elemento comparato è nominale, aggettivo, avverbiale o verbale. 198 Subordinate comparative Nelle comparative di uguaglianza, il secondo termine di paragone può essere costituito da una subordinata, cioè como può introdurre una proposizione subordinata. Invece, nelle comparative di disuguaglianza, tale opzione è impossibile; in altri termini, al costituente comparativo más/menos...que non segue mai una proposizione subordinata (cfr. Sáez del Álamo 1999, p. 1133). Quest’ultima affermazione è forse da precisare, in quanto la stessa studiosa segnala che se l’avverbio quantificatore modifica l’avvenimento espresso dalla principale, cioè il verbo, è possibile trovare una subordinata come secondo termine di comparazione introdotto da que: Teo gasta más que gana (cfr. Sáez del Álamo 1999, p. 1134). In realtà c’è anche un altro caso in cui il costituente comparativo más/menos...que ha come coda una proposizione subordinata. Si tratta di comparazioni con elementi contrapposti: Ana compró menos libros que tebeos vendía Luis. «El sustantivo tebeos de la coda tiene como ‘correlato’ al sustantivo libros en la cláusula principal» (Sáez del Álamo 1999, p. 1142). Anche Gutiérrez Ordóñez (1997) affronta la questione del segmento B come costituente di frase semplice o frase complessa. Lo studioso, senza fare distinzioni tra comparative di uguaglianza o disuguaglianza, afferma apertamente che nel caso in cui nella principale l’elemento comparato sia un sintagma verbale, il secondo termine di comparazione è subordinato e ha carattere orazionale. Questo autore estende il “carácter oracional” persino al “término subordinado” che non ha verbo espresso, perché ritiene che l’ellissi sia dovuta alla non ripetizione del verbo della principale: Lee más novela que poesía. Nel caso in cui, invece, nella principale l’elemento comparato sia un sintagma nominale o aggettivale, lo studioso sottolinea l’inesistenza del carattere orazionale e quindi l’impossibilita di subordinazione nelle comparative: «Cuando el núcleo de la estructura comparativa es un nombre o un adjetivo, entonces no hay oración comparativa» Gutiérrez Ordóñez (1997, p. 21). 2.2. Comparative proprie relative In conseguenza di quanto abbiamo appena visto, il nucleo centrale da cui dipende la possibilità di formare una subordinata nel segmento B si deve cercare nel segmento A (primo termine di paragone), come elemento comparato. Se questo è formato da un sintagma nominale o aggettivo, allora il segmento B (secondo termine di paragone) non sarà una proposizione. Tale impossibilità fa sì che nelle comparative di disuguaglianza Felisa Bermejo Calleja 199 (tranne quelle con SV) si debba usare, in testa alla proposizione subordinata, una struttura esplicitamente relativa. Effettivamente, all’interno delle comparative proprie si individua un gruppo costituito dalle comparative relative, che hanno esplicitamente una costruzione relativa.14 La comparativa relativa è una struttura che, oltre ad avere un contenuto comparativo, ha una costruzione relativa “pura” costituita dal que relativo preceduto da {lo/el/la/los/las}. La comparativa relativa presenta una serie di caratteristiche peculiari, tra cui la più rilevante è l’uso della preposizione de come introduttore del secondo segmento, comparante o coda: <de {lo/el/la/los/las} que>. (319) El problema es más complejo de lo que se pensaba. In questo senso, López García (1994, p. 252) afferma che l’uso della costruzione relativa serve specialmente alle comparative di disuguaglianza, perché rende possibile in esse l’uso del verbo coniugato. Esso risolve, dunque, un’incompetenza del sistema: «Las comparativas de desigualdad se caracterizan porque no admiten un verbo conjugado en el comparante – un perro es más feroz que un gato, pero *un perro es más feroz que suele ser un gato [...]; en este caso la construcción relativa resuelve una incompetencia del sistema y tenemos como única alternativa un perro es más feroz de lo que suele ser un gato» (López García 1994, p. 249). In conclusione, nelle comparative di disuguaglianza la proposizione subordinata è introdotta dalla particella de seguita dalla sequenza <{lo/el/la/los/las} que>. Se il nucleo del costituente comparativo è un aggettivo, un avverbio o un verbo, non esistono elementi di concordanza e la sequenza si limita a <de lo que>, in cui la comparsa del neutro è obbligatoria. Se, invece, l’elemento comparato è un nome, di solito si stabilisce la concordanza tra esso e {el/la/los/las}, senza però escludere la possibilità dell’uso del neutro lo. Secondo López García (1994, p. 249) «lo es el fórico propio de este tipo de construcciones», le quali in realtà sono propriamente comparative, visto che non c’è concordanza con lo. Quindi, l’uso 14 Si tratta, quindi, di una questione diversa dall’analogia che alcuni studiosi, tra cui Alarcos, hanno stabilito tra subordinate relative e comparative. Alarcos raggruppa relative, comparative e consecutive, ritenendo che nei tre tipi di costruzione si possa individuare un antecedente, che nelle due ultime è identificato con il quantificatore o l’intensificante dell’elemento comparato: «La oración transpuesta presupone la existencia de una especie de antecedente cuantificado» (Alarcos 1994, p. 342). 200 Subordinate comparative degli articoli {el/la/los/las} “constituye una extensión” dell’impiego del neutro lo. Per quanto riguarda le comparative di uguaglianza, siccome non hanno restrizioni nell’uso del verbo coniugato, esse ammettono le due costruzioni, anche se è molto più frequente (e si sente come più naturale) la costruzione propria non relativa, mentre quella relativa risulta “rara” (López García 1994, p. 252). Nelle comparative di uguaglianza il secondo termine di paragone non è introdotto dalla preposizione de, bensì mantiene la forma como, alla quale segue l’articolo e il relativo que. La struttura comparativa è costituita da “tanto(-a,-os,-as)...<como {lo/el/la/los/las} que>”. (320) a. Cuesta tanto como la que compraste tú. b. Es tan cara como la que compraste tú. 3. Nessi. Elementi comparativi Anche se non è molto appropriato denominare “nessi” gli elementi che collegano e conformano la struttura comparativa, nel titolo abbiamo conservato questo termine per mantenere l’omogeneità con gli altri capitoli. Gli elementi di grado comparativi (más, menos, tanto/più, meno, tanto), che intensificano il primo termine di paragone, richiedono la presenza del secondo termine di paragone, con in testa i traspositori comparativi (que, de, como/di quanto, quanto, ecc.) che introducono la proposizione subordinata comparativa. 3.1. Elementi comparativi in spagnolo Disuguaglianza: {más/menos}...{SA/SN/SV}...<de {lo/el/la/los/las} que> {más/menos}...SV...que Uguaglianza: {tan/tanto/tanto(-a,-os,-as)}...{como/cuanto} Felisa Bermejo Calleja 201 Más e menos sono invariabili. Tan precede aggettivi e avverbi. Tanto è invariabile quando modifica direttamente il verbo. Tanto ha i morfemi di genere e numero quando modifica un nome, e quindi concorda con esso. Gli elementi comparativi svolgono la funzione propria degli avverbi quando modificano un aggettivo, un altro avverbio o il verbo; essi svolgono la funzione di aggettivi quando modificano un nome. Per quanto riguarda la sequenza <de {lo/el/la/los/las} que>, introdotta dalla preposizione de, Bello (1847, p. 301) segnala che in essa sarebbe possibile usare, in alternativa alla preposizione, la congiunzione que, anche se ciò può avere un effetto cacofonico. Sulla base degli esempi che offre (Volvió el presidente a la ciudad menos temprano de lo que se esperaba; Se encontraron al ejecutar la obra mayores incovenientes de los que se habían previsto), Bello commenta: «Que lo que o que los que no hubiera sido impropio o extraño; pero se prefiere la preposición [de] como más agradable al oído». Anche López García (1994, p. 251), oltre a segnalare la possibilità di usare in alternanza de/que in tali sequenze, propone esplicitamente tale alternanza nella struttura: «Comparado de/que + el/la/los/las/lo + que + Comparante». (Vedere infra l’occorrenza con SV). ₪ In spagnolo, la forma apocopata tan è l’unica possibile se precede aggettivi o avverbi. In italiano si usa tanto. 3.2. Elementi comparativi in italiano Disuguaglianza: {più/meno} ... <di quanto> Uguaglianza: {ø/tanto} ... quanto Più e meno sono invariabili. Tanto è invariabile se modifica il verbo o l’aggettivo, ma concorda in genere e numero se modifica un nome. Anche quanto varia se modifica un nome. ₪ In spagnolo, cuanto non è mai usato nelle comparative di disuguaglianza. Inoltre nelle comparative di uguaglianza ha un uso molto ristretto. La sequenza <cuanto {más/menos}>, invece, è d’uso frequente nelle comparative proporzionali (vedere infra). 202 Subordinate comparative 3.3. Costituenti comparativi spagnoli e italiani a confronto spagnolo primo termine di paragone quantificatore agg avv v modifica x x x más secondo termine di paragone (proposizione subordinata) <de lo que> {<de lo que>/que} <de {lo/el/la/los/las} que> <de lo que> {<de lo que>/que} <de {lo/el/la/los/las} que> como como {como/cuanto(-a,-os,-as)} n x disuguaglianza x x x menos x uguaglianza italiano tan tanto tanto(-a,os,as) x x x x primo termine di paragone quantificatore agg avv v modifica x x x più disuguaglianza meno uguaglianza --tanto x x n x x x x x x secondo termine di paragone (proposizione subordinata) <di quanto> <di quanto(-a,-i,-e)> <di quanto> <di quanto(-a,-i,-e)> quanto quanto 4. Comparazione di disuguaglianza Il secondo termine di paragone è costituito da un’intera frase, vale a dire da una proposizione subordinata in cui il verbo è coniugato ed è esplicito. 4.1. Primo termine di paragone: sintagma aggettivo – secondo termine di paragone: proposizione subordinata 4.1.1. In spagnolo {más/menos} SA <de lo que> Vs (321) // pero a medida que se van haciendo más estudios con / monos / es decir / con / otros primates que no son / los simios / se va encontrando que / son mucho más complejos de lo que anteriormente se había pensado // [enatco01] Felisa Bermejo Calleja 203 4.1.2. In italiano {più/meno} SA <di quanto> Vs (322) a. // beh / qui insomma c' è una &provo [/] c' è una / &he / propensione / a ritenere / un pò più tardivi / di quanto sono in realtà // [inatco03] b. // ma non mi pare possibile / non mi pare / realisticamente proponibile / reintrodurre una discussione / che faccia / ricacciare indietro / i' dibattito politico di questo paese / fino a / riproporre / una [/] una legge elettorale / più proporzionale / di quanto è attualmente oggi // [inatps02] Le uniche due occorrenze hanno il verbo all’indicativo e non hanno il non espletivo. I files “nat”, a cui appartengono i due esempi, sono catalogati come registro formale (formal in natural context). Di conseguenza, possiamo affermare che l’indicativo non viene usato soltanto nello “stile dimesso”, come sostiene Belleti (2001 II, p. 838). Di fatto, Wandruszka (2001 II, p. 459) e Dardano/Trifone (1983, p. 319) affermano senza restrizioni che si usano i due modi: indicativo e congiuntivo. Nella comparativa di disuguaglianza, la forma quanto può essere sostituita «più o meno produttivamente» da una «struttura di tipo esplicitamente relativo la cui testa sia il pronome dimostrativo quello» (Belletti 2001 II, p. 838). Il verbo è all’indicativo. (323) // l' ironia della sorte ha voluto che / su questa fila / accanto a me / sia a sinistra che a destra / ci siano tre persone che si chiamano Mario / come me // sono / dei bravi agricoltori / forse più di quello che non sono io // magari hanno anche più tempo // e quindi / hanno un orto più fornito / del mio // [ifammn24] Si noti che in questa occorrenza viene usato il non espletivo. ₪ In italiano la subordinata può avere un non espletivo (possibile sia in <di quanto non> sia in <di quello che non>): Gianni si è mostrato più adatto a questo incarico di quanto non sperassimo. In spagnolo, tale possibilità è inesistente. 204 Subordinate comparative 4.2. Primo termine di paragone: sintagma nominale – secondo termine di paragone: proposizione subordinata 4.2.1. In spagnolo {más/menos} SN <de {lo/el/la/los/las} que> Vs (324) CAR: y si / has cobrado / menos [/] menos IVA / del que tú / has pagado / pues entonces / te sale a compensar / o a devolver / a final de año / o lo que sea // entonces / <eso> // [enatbu01] <Los que> e <las que> possono essere rispettivamente sostituiti da cuantos e cuantas, ma il loro uso è molto ristretto. 4.2.2. In italiano {più / meno} SN <di quanto/a/i/e (non)> Vs (325) Gianni ha scritto più articoli di quanti tu (non) creda (GGIC 2001 II, p. 838). Sebbene quanto possa essere invariabile, Belletti (2001 II, p. 839) segnala che esso «si accorda preferibilmente in genere e numero» con il nome del primo termine di paragone. La stessa autrice aggiunge che è preferibile l’inserzione del non espletivo rispetto alla sua assenza. ₪ In italiano la subordinata può avere un non espletivo; in spagnolo, invece, ciò non è possibile. 4.3. Primo termine di paragone: sintagma verbale – secondo termine di paragone: proposizione subordinata 4.3.1. In spagnolo {más/menos} SV <de lo que> Vs (326) a. // hhh / lo primero entonces que [/] que conseguí / pues es ver / &eh + uno se encuentra con uno mismo / ve que / uno mismo / puede mucho más de lo que / en principio / cree que puede / por ejemplo / uno se da cuenta que puede andar cuarenta kilómetros / que puede estar / dos horas andando / por la mañana en ayunas / y no pasa nada // [epubmn02] Felisa Bermejo Calleja 205 b. // pero por primera vez / en estos últimos años / en este momento / tenemos / una inflación / que crece / más / que lo que crece la economía // [emedin02] Si noti che nell’esempio (326 b), la sequenza non è introdotta dalla preposizione de, bensì dalla congiunzione que. Come abbiamo già visto, diversi grammatici segnalano infatti l’uso di de/que in alternanza, come per esempio Bello (1847, p. 301) e López García (1994, p. 251). {más/menos} SV que Vs IND (327) Se miente más que se habla. (Alarcos 1994, p. 341) Soltanto se l’elemento comparato è un SV, è possibile costruire una struttura comparativa di disuguaglianza che ha come secondo segmento una proposizione subordinata comparativa propria e non relativa (cfr. Gutiérrez Ordóñez 1997, p. 21 e Porto Dapena 1991, p. 200). Il verbo è all’indicativo. 4.3.2. In italiano {più/meno} SV <di quanto (non)> Vs (328) // e Rommel / nel suo diario / nelle sue memorie / scrisse / con l' Ariete / noi abbiamo perduto / i nostri più vecchi camerati / ai quali / bisogna riconoscerlo / avevamo sempre richiesto / più di quanto non potessero fare / con il loro armamento // [imedrp01] Anche in questo caso è preferibile l’inserzione del non espletivo. ₪ In italiano la subordinata può avere un non espletivo; in spagnolo, invece, ciò non è possibile. {più/meno} SV <di quello che> Vs (329) ASS: [<] <questo capitale> + no // le frutta / molto di più / di quello che le è fruttato nel corso del piano / perché / per noi / non ci sono più il <tasso di rischio in caso di xxx> + [ipubdl02] 206 Subordinate comparative 4.4. Un caso particolare in spagnolo: de o que prima della sequenza <{el/la/los/las} que>? Abbiamo già indicato che se la comparativa di disuguaglianza è relativa, la subordinata è introdotta dalla preposizione de seguita da <lo/el/la/los/las que>. Troviamo, però, frasi in cui l’elemento che precede la struttura relativa non è la preposizione, bensì il que comparativo. Descrivere in quali contesti e per quali motivi sia usato de o que è estremamente arduo, in ragione del fatto che gli studiosi hanno opinioni a volte discordanti, e anche del fatto che in queste frasi si incrociano strutture sintattiche diverse, anche se all’apparenza identiche. Come abbiamo indicato prima, studiosi come Bello (1847, p. 301) e López García (1994, p. 251), anche se con alcune riserve, segnalano l’uso di que in alternanza alla preposizione de in queste strutture relative. Tuttavia, altri studiosi propongono come testa della sequenza nella comparativa relativa soltanto la preposizione de, e si limitano a far riferimento alla congiunzione que come testa di tale sequenza in casi specifici. Per non perderci in una rete di vedute contrastanti, passiamo a indicare i punti fermi della questione. A. In una comparativa relativa, se l’elemento intensificato è un sintagma aggettivo o avverbiale, la subordinata è introdotta da <de lo que>. Nella sequenza è usato esclusivamente lo neutro. (330) // pero a medida que se van haciendo más estudios con / monos / es decir / con / otros primates que no son / los simios / se va encontrando que / son mucho más complejos de lo que anteriormente se había pensado // [enatco01] B. Se l’elemento intensificato è un sintagma nominale, la subordinata è introdotta da <de {lo/el/la/los/las} que>. Siccome l’introduttore è de, si tratta di una comparativa relativa. Nonostante, in questo caso, cioè con SN, la subordinata può essere introdotta da que comparativo. (331) a. Juan compró menos libros de los que vendía Luis (Sáez del Álamo 1999, p. 1138). b. Juan compró menos libros que los que vendía Luis (Sáez del Álamo 1999, p. 1138). Felisa Bermejo Calleja 207 C. Se l’elemento intensificato è un aggettivo, ma tale aggettivo fa parte di un SN, la subordinata può essere introdotta dal que comparativo seguito dall’articolo concordato con il nome nucleo del SN, che è l’antecedente del que relativo successivo: <que (comparativo) {el/la/los/las} que (relativo)>. (332) [<] <bueno> / os ruego a todos &inter [/] &in [/] intervenciones un poquito más breves / que las que ha tenido el embajador Puente Ojea / porque se nos va el <programa> // [emedts03] Il primo que è comparativo. Il secondo que è relativo, e il suo antecedente è il nome “intervenciones”, e questo nome non è l’elemento intensificato (ricordiamo che nelle comparative relative il que ha come antecedente il nucleo del sintagma intensificato). L’elemento intensificato è l’aggettivo “breves”, preceduto dal quantificatore comparativo más. Non è, quindi, un SA, ma un SN in cui l’elemento quantificato è l’aggettivo. La chiave viene data dall’antecedente del que relativo. Se l’antecedente è quantificato, il secondo segmento inizia con de. Se invece l’antecedente non è quantificato, il secondo segmento si apre con que comparativo (cfr. Gutiérrez Ordóñez 1997, pp. 44-46). D. Se il secondo termine di comparazione ha un verbo del tipo pensar, creer, parecer, decir, necesitar, esperar, ecc., dal quale dipenderebbe una completiva con un verbo identico a quello del primo termine di comparazione, è possibile soltanto la comparativa relativa, cioè introdotta da de (cfr. Gutiérrez Ordóñez 1997, p. 47). (333) Juan compró más libros de {los/lo} que yo pensaba (Sáez del Álamo 1999, p. 1136). La frase non elisa sarebbe: (334) Juan compró más libros de {los/*lo} que yo pensaba que compraría (Sáez del Álamo 1999, p. 1136). 4.5. Comparative proporzionali Porto Dapena (1991, p. 203) ritiene più appropriata la denominazione di “proporcionales” rispetto a quella solitamente usata di “contrastivas”, visto che, secondo l’autore, queste frasi stabiliscono tra loro un rapporto di proporzionalità. 208 Subordinate comparative In spagnolo, queste strutture hanno come elementi correlativi <(tanto) {más/menos}> nella principale e <cuanto {más/menos}> nella subordinata, sia in quest’ordine sia in quello contrario. (335) a. // vamos que [/] que gira más / cuanto <más carga / aerodinámica / tienes / en el alerón delantero> // [epubdl09] b. // en Inglaterra hay casas de apuestas / que tú puedes apostar / a todo lo que quieras // [efamdl31] c. [/] a lo que quieras // allí seguramente a quién gana y a quién pierde // lo que pasa es que te dan más / cuanto más difícil sea la apuesta // [efamdl31] d. // porque hay una máxima / que dice / que cuanto más coincidas con otro / mejor hecha está la información // [enatpe04] Un’altra correlazione è <(tanto) {más/menos}> ... <mientras {más/menos}> sia in quest’ordine sia in quello contrario. (336) Mientras más trabaja, más quiere seguir trabajando Garcés 1994, p. 162). In italiano «è possibile anche un uso correlativo dell’avverbiale comparativo più preceduto dal modificatore tanto» (GGIC 2001 II, p. 840). L’altro elemento della correlazione è <quanto più>. (337) a. // perché / quanto più / ciascuna gamba dell' Ulivo / è forte / tanto più l' Ulivo / nel suo insieme / sarà forte /// [imedts04] b. MIC: [<] <e tanto meglio ti riesce> + e tanto meglio ti riesce / quanto più # sei / quel personaggio // [ifamdl01] 5. Comparazione di uguaglianza 5.1. Primo termine di paragone: sintagma aggettivo – secondo termine di paragone: proposizione subordinata 5.1.2. In spagnolo tan SA como Vs (338) Es tan inteligente como me imaginaba (Garcés 1994, p. 159). Felisa Bermejo Calleja 209 5.1.3. In italiano {-- /tanto} SA quanto Vs IND Il SA comparato può essere preceduto da tanto, oppure non essere preceduto da nessun modificatore. (339) [///] una parente di Guido / che lavora a Roma all' Alitalia / c' aveva riservato i due posti / quelli vicini all' uscita di sicurezza / sai // quindi / &he ci si poteva + cioè / praticamente davanti 'un ci s' aveva nessuno // quindi si potevano allungare le gambe / ci si poteva alzare senza chiedere il permesso / insomma / si stava bene diciamo // &he / e nulla / che si fa questo viaggio / che è / diciamo / non faticoso quanto mi immaginavo / eh // insomma / anche Guido / tranquillo // sai lui fa sempre / insomma / fa sempre il &ghi [///] il baldanzoso // però / insomma / anch' io / tranquilla [ifammn08] Nell’unica occorrenza trovata, l’aggettivo non è modificato da nessun quantificatore comparativo. ₪ In spagnolo è obbligatoria la presenza del modificatore. 5.2. Primo termine di paragone: sintagma nominale – secondo termine di paragone: proposizione subordinata 5.2.1. In spagnolo Nell’uguaglianza non si usano le strutture esplicitamente relative. Le due possibili strutture sono: – tanto(-a,-os,-as)...como; – tanto(-a,-os,-as)...cuanto(-a,-os,-as). (340) a. PAC: de la serie // y este programa va a correr tantas veces / como &vec [/] como veces venga en [/] en [/] en a dólar // [epubdl15] b. Alcanzó tanto cuanto se propuso (Garcés 1994, p. 159). 5.2.1. In italiano Nell’italiano non abbiamo trovato riferimenti a strutture di questo tipo. Nella GGIC (2001 II, pp. 832-853) l’unico caso con proposizione subordinata, segnalato da Belletti, ha un SA nel primo termine di 210 Subordinate comparative paragone. Invece Belletti, quando tratta il SN (GGIC 2001 II, pp. 835836) e il SV (GGIC 2001 II, pp. 836-837), non fa accenno alla “frase intera” come secondo termine di paragone. Inoltre, nei corpora non c’è nessuna occorrenza di questi due ultimi tipi. 6. Un caso particolare in italiano: il secondo termine di paragone è una proposizione con il clitico ne Si usa sia nella comparazione di disuguaglianza sia in quella di uguaglianza. La proposizione che costituisce il secondo termine di paragone contiene il pronome clitico ne, che riprende un nome presente esplicitamente nel primo termine di comparazione. (341) a. Gianni ha certamente detto più sciocchezze di quante ne hai dette tu (GGIC 2001 II, p. 841). b. Hai letto tanti libri tu in un mese quanti ne ha letti lui in un anno (GGIC 2001 II, p. 841). ₪ In spagnolo questa struttura è inesistente; per esprimere un rapporto di questo tipo sarebbe necessaria una struttura esplicitamente relativa (<de {lo/el/la/los/las} que>). 7. Comparativi sintetici L’italiano e lo spagnolo hanno ereditato dal latino alcune forme comparative di formazione sintetica. Di queste, alcune mantengono il carattere comparativo: mejor, peor, mayor e menor, in spagnolo; migliore, peggiore, maggiore e minore, in italiano. ₪ In spagnolo, mejor e peor rappresentano il grado comparativo sia degli aggettivi bueno e malo sia degli avverbi bien e mal. In italiano, migliore e minore sono rispettivamente i comparativi degli aggettivi buono e cattivo. Corrispondenti agli avverbi bene e male sono le forme meglio e peggio. A questo proposito, Belletti (2001 II, p. 851) segnala che in posizione predicativa è ammesso l’uso delle forme avverbiali meglio e peggio: Il suo ultimo film è meglio/peggio di quanto non pensassimo. Felisa Bermejo Calleja 211 Le forme sintetiche si comportano, rispetto alla subordinata comparativa, allo stesso modo dei costituenti quantificati con più o meno. In spagnolo queste forme costituiscono l’elemento comparato del primo termine di paragone; il secondo termine può essere una subordinata comparativa propria o una comparativa relativa: – {mejor/peor/mayor/menor}...que Vs; – {mejor/peor/mayor/menor}...<de lo que> Vs. Nelle uniche occorrenze trovate, le comparative sono di tipo relativo. (342) a. / pues la economía española se comporta / &eh / yo creo que con [///] no sólo razonablemente / sino / comparativamente / mejor / de lo que nos sucedía / hace unos años / y / vamos a crecer otra vez / por encima de la media europea [emednw01] b. // vuelvo a pedir yo la cuenta // oiga / por favor / la cuenta // sí // sí // la están terminando de elaborar // pero [/] pero [/] pero qué están hablando ? empiezo yo a estar alarmado // digo / a ver si va a ser peor de lo que había pensado // efectivamente / terminan por traer la cuenta / la mira / Chema / y pone / cara de póquer // no dice nada // se la pasa al Jimi / y el Jimi / pega el respingo / hhh / para arriba // de susto // y Chema en ese momento se derrumba // se derrumba / se echa las manos a la cabeza / y dice / qué hemos hecho // hhh qué / hemos hecho // [efammn05] In italiano la struttura con le forme sintetiche comparative è: {migliore/peggiore/maggiore/minore}...<di quanto> Vs + CONG. (343) COL: mah / secondo me / in questo periodo / in Cina c' è un allentamento / della tensione interna // e oggi i Cinesi / godono di molta maggiore libertà / di quanto abbiano &dovu [///] goduto / nel corso dell' intera loro storia // [imedts07] 212 Subordinate comparative 8. Modo verbale della subordinata comparativa 8.1. In spagnolo 8.1.1. Indicativo Soltanto in un caso si può affermare con sicurezza che l’uso dell’indicativo è esclusivo: le comparative di disuguaglianza il cui elemento comparato è un sintagma verbale. Questo è anche l’unico caso di subordinata comparativa propria nella comparazione di disuguaglianza; conviene dunque ricordare che, se l’elemento quantificato è un SN o un SA, si deve adottare la struttura relativa, perché il secondo termine sia una frase subordinata con verbo finito ed esplicito. «Solamente cuando la comparación se establece entre dos acciones verbales cabe esperar la aparición de un verbo tras el enlace comparativo: Felipe habla más que hace. [...] El verbo que aparece en la oración subordinada va siempre en indicativo» (Porto Dapena 1991, pp. 200-201). Sebbene questo studioso lo estenda anche alle comparative di uguaglianza, l’uso esclusivo dell’indicativo si limita, a nostro avviso, alle comparative di disuguaglianza. 8.1.2. Alternanza indicativo/congiuntivo Tranne il caso appena indicato, in tutte le altre strutture comparative è possibile l’alternanza del modo indicativo/congiuntivo del verbo della subordinata in spagnolo. Tali strutture sono le comparative relative (344), le comparative proprie di uguaglianza (345) e le comparative proporzionali (346). (344) a. Gasta más de lo que gana (Porto Dapena 1991, p. 202). b. Debes pagarle más de lo que te pida (Porto Dapena 1991, p. 202). (345) a. Federico escribe tanto como lee (Porto Dapena 1991, p. 200). b. Viajarás tanto como quieras (Borrego/Asencio/Prieto 1985, p. 156). (346) a. Cuanto más dinero tiene, más quiere (Garcés 1994, p. 162). b. Cuanto más estudies, más posibilidades tendrás de conseguir la plaza (Garcés 1994, p. 162). Il criterio della selezione di uno dei modi è collegato ai criteri delle subordinate relative; quindi se il referente è presentato come specifico e il Felisa Bermejo Calleja 213 parlante si compromette con quanto affermato, il modo è indicativo; se invece il referente è presentato come non specifico e il parlante non si compromette con quanto affermato, il modo è il congiuntivo. La non specificazione e il non impegno da parte del parlante è favorito dalla presenza, nella principale, di un tempo futuro o con proiezione al futuro. Nei corpora di spagnolo di C-ORAL, con la sola eccezione delle comparative proporzionali che presentano alternanza, tutte le occorrenze hanno il verbo della subordinata comparativa all’indicativo. 8.2. In italiano 8.2.1. Indicativo Le subordinate comparative di uguaglianza hanno sempre il verbo all’indicativo. «L’indicativo è possibile marginalmente nella comparativa di disuguaglianza, ma il congiuntivo è sistematicamente escluso da quella di uguaglianza» (Belletti 2001 II, p. 844). (347) Maria è tanto intelligente quanto Luisa è pigra (GGIC 2001 II, p. 844). Tra le comparative di disuguaglianza, si usa prevalentemente il modo indicativo nella «struttura di tipo esplicitamente relativo la cui testa sia il pronome dimostrativo quello» (Belletti 2001 II, p. 838). (348) a. // a volte / girando il mondo / troviamo persone che sanno della nostra cultura / più di quello che sappiamo noi // [inatps01] b. ASS: [<] <questo capitale> + no // le frutta / molto di più / di quello che le è fruttato nel corso del piano / perché / per noi / non ci sono più il <tasso di rischio in caso di xxx> + [ipubdl02] 8.2.2. Congiuntivo/indicativo Le subordinate comparative di disuguaglianza introdotte da <di quanto> possono avere il verbo al congiuntivo o all’indicativo. (349) a. // e Rommel / nel suo diario / nelle sue memorie / scrisse / con l' Ariete / noi abbiamo perduto / i nostri più vecchi camerati / ai quali / bisogna riconoscerlo / avevamo sempre richiesto / più di quanto non potessero fare / con il loro armamento // [imedrp01] 214 Subordinate comparative b. COL: mah / secondo me / in questo periodo / in Cina c' è un allentamento / della tensione interna // e oggi i Cinesi / godono di molta maggiore libertà / di quanto abbiano &dovu [///] goduto / nel corso dell' intera loro storia // [imedts07] L’uso dell’indicativo è marca di espressione poco accurata per Belletti (2001 II, p. 838): «stile dimesso» e per Serianni (1988, p. 519): «oggi caratteristico del livello meno formale; ma un tempo l’indicativo era adoperato senza restrizioni di sorta». Invece né Dardano/Trifone (1983, p. 319) né Wandruszka (2001 II, p. 459) segnalano distinzioni di registro rispetto all’uso dell’indicativo o del congiuntivo: «Nelle frasi comparative introdotte da (di) quanto sono usati sia il congiuntivo che l’indicativo». È da notare, in effetti, che si usa l’indicativo in due occorrenze appartenenti al registro formale. (350) a. // beh / qui insomma c' è una &provo [/] c' è una / &he / propensione / a ritenere / un pò più tardivi / di quanto sono in realtà // [inatco03] b. // ma non mi pare possibile / non mi pare / realisticamente proponibile / reintrodurre una discussione / che faccia / ricacciare indietro / i' dibattito politico di questo paese / fino a / riproporre / una [/] una legge elettorale / più proporzionale / di quanto è attualmente oggi // [inatps02] 8.3. Altre subordinate nel secondo termine di paragone Sia in spagnolo sia in italiano, il secondo termine di paragone può essere costituito da una subordinata temporale o da una subordinata condizionale. In questi casi, il modo verbale dipende dal tipo di subordinata (vedere cap. 3 e cap. 9). (351) a. Me siento mejor ahora que cuando tenía 20 años (Porto Dapena 1991, p. 201) b. // y claro como / lo teníamos bueno + me bajaba / a jugar a la calle / a [/] a [///] me bajaba yo / que jugara él / porque no lo quería dejar solo no le fuera + porque / tenía más responsabilidad / que si fuera mío propio / [efammn02] c. Si svegliò più stanco di quando era andato a dormire (Serianni 1988, p. 519) Felisa Bermejo Calleja 215 9. Riepilogo In spagnolo, le comparative di disuguaglianza adottano la struttura delle comparative relative. Soltanto se l’elemento quantificato è un SV possono anche essere costruite come comparative proprie. In italiano, nelle subordinate comparative di disuguaglianza introdotte da <di quanto> si può usare il verbo al congiuntivo o all’indicativo, mentre in quelle introdotte da <di quello che> si usa piuttosto l’indicativo. Nelle subordinate comparative di uguaglianza introdotte da quanto il verbo è sempre all’indicativo. In spagnolo, tranne un caso specifico (comparative proprie di disuguaglianza, primo termine SV), è possibile l’alternanza indicativo/congiuntivo nelle subordinate comparative; tale alternanza dipende dagli stessi fattori che intervengono nella selezione del modo delle subordinate relative. Nel confronto tra l’italiano e lo spagnolo si osservano dissimmetrie nel quantificatore di uguaglianza, negli introduttori subordinanti, nel tipo de comparativa che seleziona esclusivamente l’indicativo e nei criteri per l’alternanza dei modi. – Nel quantificatore di uguaglianza. In spagnolo, tan va apocopato obbligatoriamente se precede aggettivi e avverbi. In italiano è possibile omettere il quantificatore, mentre in spagnolo è obbligatoria la presenza del modificatore (tan, tanto,-a,-os,-as). – Certe sequenze sono utilizzate solo in una delle due lingue oggetto di studio: lo spagnolo ha a disposizione <de {lo/el/la/los/las} que> l’italiano, <(di) quanto>. È da notare che sebbene in spagnolo esista la possibilità di usare cuanto, la realtà della lingua dimostra che il suo uso è praticamente nullo. – In spagnolo, il tipo di comparativa che seleziona esclusivamente il verbo all’indicativo è la comparativa propria di disuguaglianza con SV comparato ({más/menos} SV que Vs IND), mentre in italiano è la comparativa di uguaglianza ({-- /tanto} SA quanto Vs IND). – I criteri che determinano l’uso dei modi verbali nelle strutture in cui possono alternarsi indicativo o congiuntivo sono diversi. Capitolo 9 SUBORDINATE CONDIZIONALI 1. Introduzione Nel periodo condizionale, la frase subordinata, denominata protasi,15 esprime la condizione da cui dipende il compimento del contenuto della principale, denominata apodosi. Le frasi complesse condizionali ricevono anche il nome di periodo ipotetico. 1.1. Condizione, ipotesi, altri contenuti Secondo Montolío (1999, pp. 3647-3648), non tutte le frasi condizionali rappresentano la formulazione di un’ipotesi; l’identificazione tra i due concetti è propria della logica. Perché ci sia una condizione deve esserci una relazione di necessità tra il contenuto della protasi e dell’apodosi. Per stabilire un’ipotesi, è necessario che la protasi sia orientata temporalmente verso il futuro; in tal caso si hanno frasi che effettuano una predizione o congettura. Infatti, per quanto riguarda il riferimento al passato, «di solito i costrutti condizionali con i tempi passati dell’indicativo sono più facilmente interpretati come causali, cioè “fattuali”, piuttosto che ipotetici» (Mazzoleni 2001 II, p. 755). (352) // cioè / se entravi / in questo capannone / dove c' erano le piscine / era un puzzo insopportabile /// [ifammn23] Le ipotetiche costituiscono quindi, secondo Montolío, un sottogruppo delle frasi condizionali. Ad ogni modo, pur essendo indubbio che non tutte le condizionali sono ipotetiche, nella maggior parte dei casi esse esprimono un’ipotesi, persino con indicativo nella protasi; in altri termini 15 Protasi e apodosi sono le denominazioni che hanno ricevuto i membri del periodo ipotetico. Essi hanno, tuttavia, anche altri nomi, a seconda delle correnti e degli autori; in spagnolo, oltre a prótasis-apodósis, sono denominati condicionante-condicionado; antecedente - consecuente ... (cfr. Montolío 1999, pp. 3643-3737). 218 Subordinate condizionali «las oraciones condicionales remiten a eventos no factuales o contrafactuales, independientemente del modo que se utilice en la prótasis» (Pérez Saldanya 1999, p. 3305). Il seguente esempio illustra l’uso di verbi all’indicativo con l’espressione di una ipotesi: (353) UEL: [<] <xxx> // si se enteran / de lo bien que escribe / pues seguro que le fichan // OÑO: seguro que le fichan para Hollywood // [efamdl20] Oltre alle distinzioni tra condizione e ipotesi, il nesso prototipico condizionale, si in spagnolo, se in italiano, può introdurre subordinate il cui contenuto non costituisce propriamente nemmeno una condizione rispetto alla principale: Si te encuentras mal, nuestro vecino médico acaba de llegar a casa (Montolío 1999, p. 3648). La studiosa cita qui Ducrot, per spiegare che il rapporto tra i membri di una frase condizionale è basato su una supposizione e un’implicazione pragmatica. Questa definizione pragmatica permette di caratterizzare come “condizionali” delle costruzioni nelle quali non c’è, a rigore, un rapporto di necessità. In spagnolo (354) PIE: pues si no te haces rica / es porque no quieres [efamdl33] In italiano (355) CRI: nel senso / se fosse stato qualcuno che ha [/] che ha proprio aperto la porta / Laura stava sveglia // [itelpv13] 2. Tipologia e classificazione delle frasi condizionali 2.1. Classificazione tripartita In latino il periodo ipotetico era suddiviso in tre tipi: casus realis, casus possibilis e casus irrealis; ogni tipo di periodo era a sua volta correlato ad una specifica concordanza di modo e tempi: «L’indicativo segnala una ipotesi reale, il congiuntivo imperfetto ed il condizionale semplice segnalano una ipotesi possibile, o una ipotesi irreale nel presente, ed il congiuntivo piuccheperfetto ed il condizionale composto segnalano una ipotesi irreale nel passato» (Mazzoleni 2001 II, p. 760). Né l’italiano né lo spagnolo hanno mantenuto questo correlato di forma e significazione; di conseguenza, a una stessa forma verbale può corrispondere più di una Felisa Bermejo Calleja 219 lettura. Per esempio, in uno schema con verbi all’indicativo la lettura è di solito reale, ma ci sono anche casi in cui l’interpretazione è controfattuale. (356) ELE: porque [/] porque sí // porque si me lo dice esto / dos semanas antes de irme / imagínate / dos días antes de irme / está / <subiéndose por la pared / y cuando vuelva> / [efamcv10] Schemi prototipici Nel sistema standard dell’italiano e dello spagnolo, anche per motivi di fedeltà alla tradizione, si è mantenuta la classificazione tripartita dei tipi di costrutti condizionali; essi servono quindi di base per mettere ordine nell’elevato numero di combinazioni modo-temporali che le strutture condizionali ammettono, con interpretazioni plurali. Seguiamo la classificazione di Montolío (1999, pp. 3643-3737), basata su quella più abituale16 (‘probabile’, ‘improbabile’, ‘irreale’), che individua tre tipi di condizionali (reali, potenziali e irreali) che nella tabella sono rappresentati con gli schemi prototipici. A questi, affianchiamo altri schemi modo-temporali che possono, pur essendo differenti, a loro volta avere la stessa interpretazione di quelli prototipici. In altri termini, ogni schema prototipico è specializzato in uno dei valori, ma tra schema e valore non c’è un rapporto di esclusività; il prototipico non è l’unico schema a poter esprimere quel dato valore, né questo rappresenta l’unica interpretazione che quello schema possa ricevere. schema prototipico altri schemi realtà indicativo – indicativo potenzialità cong. imperfetto – condizionale semplice ind. presente – ind. presente ind. presente – ind. futuro (ind. imperfetto – ind. imperfetto) irrealtà cong. piuccheperfetto – condizionale composto cong. imperfetto – condiz. semplice ind. imperfetto – ind. imperfetto ind. presente – ind. presente 16 Oltre alle due proposte di classificazione bipartita che saranno sviluppate più avanti, c’è da segnalare la classificazione creata in spagnolo dal grammatico López García (1994: 131), il quale individua quattro tipi di condizionali “según que la modalidad del condicionado sea deóntica, dinámica, epistémica o alética”. Lo stesso autore (1994: 124-130) offre inoltre un resoconto delle diverse classificazioni delle condizionali in spagnolo. Per un panorama bibliografico generale sulle condizionali cfr. Moreno 1993. 220 Subordinate condizionali Inoltre ci sono schemi “misti”, le cui combinazioni permettono interpretazioni con valori aggiunti (si vedano più avanti gli schemi “presente – condizionale” oppure “congiuntivo imperfetto – indicativo presente”). Schema modo-temporale e contesto Come si può osservare nella tabella, la divisione tripartita distingue i tre schemi prototipici associati ai valori di realtà, potenzialità e irrealtà; ognuno di tali schemi, però, può anche esprimere il valore attribuito a un altro di essi. Ci sono due motivi che spiegano questo fenomeno. Il primo è che il contesto offre le chiavi interpretative per giudicare se il valore è di realtà o irrealtà, oppure di potenzialità o irrealtà. Il secondo si basa sul rapporto temporale tra il tempo veicolato dall’enunciato (costrutto condizionale) e il momento dell’enunciazione. «Al formular una oración condicional [si p, q], se produce una situación de contraste entre dos mundos: aquel en el que se formula la suposición hipotética (mundo de la enunciación o real) y un mundo posible, el creado lingüísticamente por el enunciado, en el que dado el antecedente [la condizione], se produce la consecuencia. La opinión subjetiva del hablante sobre el grado de coincidencia de los dos mundos, es decir, sobre la expectativa de cumplimiento en el mundo real de los hechos que expresa la oración (mundo posible), se refleja [...] en el uso de unos determinados tiempos y modos verbales» (Montolío 1999, p. 3659). La classificazione tripartita indicata sopra organizza tali combinazioni modo-temporali, ma nell’interpretazione di un enunciato condizionale sia come probabile sia come irreale, intervengono non solo la combinazione verbale utilizzata, ma anche altri elementi linguistici, come pure la conoscenza extralinguistica del parlante. 2.1.1. Realtà Questo tipo comprende i costrutti con una combinazione verbale all’indicativo; di conseguenza, gli schemi verbali sono numerosi. Tra i costrutti condizionali reali, alcuni sono interpretati come fattuali. 2.1.1.1. si/se + indicativo presente – indicativo presente In spagnolo Felisa Bermejo Calleja 221 (357) a. // es decir / una / o bueno / &mm / si son dos o tres informaciones / se puede hablar de dos o tres páginas / no ? unas dos páginas / hacemos cada uno // normalmente / si es una información muy importante / va en página impar / y [/] y / a partir de la siete // [enatpe04] b. // entonces tú / si vas esquiando / o vas de cualquier manera / &eh / la sombra del bastón normalmente de esquí / o de tu propio cuerpo / pues / te está [/] te está indicando un rumbo / esa sombra // [emedin04] In italiano (358) a. SRB: [<] <perché &rie> [/] perché [/] perché rientro a lavorare alle quattro // &he / le quattro riparto / quattro e mezzo si riapre i negozio / e le sette e mezzo // &he / la sera / a cena / alle otto e mezzo così // e poi se sono stanco / vado a letto / se no esco // [ifamdl06] b. ANG: [<] <ma guarda / l' ho provato [l’impianto]> veramente in tutte le posizioni // se mi metto lì / non fischia // però / non mi sento io / <più io> // [ifamcv02] 2.1.1.2. si/se + indicativo imperfetto – indicativo imperfetto In spagnolo (359) ABE: trece a dos // o sea que nos daban / más de seis veces lo que habíamos apostado si [/] si ganábamos // y ya / claro / haciendo ahí los cálculos / cuarenta / o sea / nos tocaban / unas cuarenta libras // [efamdl31] In italiano (360) MAU: [<] <si> doveva ripetere i dialoghi / e se qualcuno sbagliava un [//] non una virgola / un' intonazione / eh uh lo diceva xxx // quel nove era più secco hhh // [ifamcv06] 2.1.2. Potenzialità 2.1.2.1. Schema prototipico Lo schema caratteristico è “congiuntivo imperfetto – condizionale semplice”; esso però non è l’unico, come si vedrà nel repertorio. si/se + congiuntivo imperfetto – condizionale semplice In spagnolo 222 (361) Subordinate condizionali // está enamorado de Raquel / y quiere volver con ella // y nada pues si / Raquel quisiera perfectamente / podría estar con él // pero perfectamente // perfectamente // [efammn03] In italiano (362) // e penso che / se dovessi scegliere / di [///] un' altra città / sceglierei Milano // &he + [ifamdl05] Questo schema non esprime soltanto potenzialità: «La combinazione “congiuntivo imperfetto nella protasi + condizionale semplice nell’apodosi” sembra neutralizzare l’opposizione tra “mera ipoteticità” e “controfattualità” poiché può esprimere sia l’uno sia l’altro valore semantico» (Mazzoleni 2001 II, p. 758). 2.1.2.2. Altri schemi si/se + presente – presente Il valore fattuale, non fattuale o controfattuale non è legato biunivocamente a una combinazione modo-temporale nel periodo condizionale. L’interpretazione non dipende soltanto dallo schema (non c’è infatti un correlato), ma da altri fattori. Si osservano infatti differenze, pur utilizzando lo stesso schema modo-temporale. Tali differenze derivano dal contesto, dal grado di coincidenza tra mondo dell’enunciazione e mondo creato dall’enunciato, oppure dal rapporto temporale dell’enunciato con il momento dell’enunciazione (cioè se le forme verbali indicano, rispetto a quest’ultimo, anteriorità, simultaneità o posteriorità, il che permette di dare un’interpretazione determinata). Nell’esempio (363) solo il contesto ci permette di discernere se si tratta di un’affermazione basata su una pratica abituale e già consolidata (quindi appartenente al passato e applicabile anche al presente), oppure se fa riferimento a una situazione puntuale che si verificherà eventualmente in un momento del futuro, in dipendenza dalla condizione espressa. Con lo schema modo-temporale presentato dall’esempio, entrambe le interpretazioni sono possibili. Dal contesto della conversazione a cui abbiamo potuto accedere mediante il corpus, abbiamo dedotto che si tratta di una circostanza limitata a un giorno preciso: solo quel sabato di quella settimana. (363) MAM: yo estoy esperando / Consuelo / porque si no trabaja el sábado / nos vamos el sábado / por la mañana // [efamdl32] Felisa Bermejo Calleja 223 I seguenti esempi presentano lo schema “presente – presente” e designano eventi proiettati al futuro, con un chiaro valore di “potenzialità”. In spagnolo (364) LUI: / sino que hay que / rellenar la clase del año que viene // vamos // básicamente / si tú / el año que viene / te plantas con diez / y no puedes rellenar una clase / pues ese curso no lo puedes dar + [efamdl15] In italiano (365) NIL: sì sì // no / anch' io // voglio comprarmi / un paio di sandalini / se domani li trovo // [ifamdl11] si/se + presente/futuro – futuro/imperativo Il futuro è intrinsecamente associato alla non-fattualità e al valore della possibilità. L’orientamento al futuro si può esprimere con diverse forme verbali. Occorre tenere presente che in spagnolo, in abbinamento con il futuro nell’apodosi, può comparire nella protasi il presente e anche la perifrasi di futuro. In italiano, oltre al presente, nella protasi può essere usata una forma del futuro. Inoltre, nelle due lingue, la protasi può avere una forma dell’imperativo, che è in sé orientato al futuro, sia esso più o meno immediato. si/se + indicativo presente – indicativo futuro In spagnolo (366) EST: y bueno / pues si juegan un partido amistoso / pues <iremos a verlo> // [efamdl39] In italiano (367) // e il lupo gli disse / mah / dai / io ti posso aiutare // conosco una bella scorciatoia // se te passi da questa parte / vedrai / ci metterai molto meno // [ifammn25] si + perifrasi di futuro – indicativo presente In spagnolo (368) // &eh / esa es la primera comida que [/] de tesis doctoral que he hecho en un Vips / y / desde luego si sus resultados van a ser tan buenos como los de / esta vez / estoy dispuesto / a hacer todas las comidas de tesis doctorales en los Vips // [efammn09] 224 Subordinate condizionali se + indicativo futuro – indicativo futuro In italiano (369) // se al terzo giorno / al terzo mattino / quando il gallo canterà / tu sarai / &he &s [///] avrai ancora in mano il libro / non sarai scappato / allora / ti ricompenserò // [ifammn20] si/se indicativo presente – imperativo In spagnolo (370) a. LUC: [<] <y me va a decir> / pues si conoces algún niño disléxico / pues evalúale / y aplícale / <sabes ? un programa / de intervención / no sé qué / y lo haces> [epubdl05] b. ALV: si está de acuerdo / pulse uno para continuar / [etelef08] In italiano (371) WOM: [<] <sì> // e quindi lui dice / aspetta / magari / due settimane // due o tre settimane / e lui dice / se non / mi entra nulla / fino a fine di [/] fino a inizio di luglio / prendi queste che c' hai [ifamcv28] 2.1.3. Irrealtà 2.1.3.1. Schema prototipico si/se + congiuntivo piuccheperfetto – condizionale composto Nei periodi ipotetici dell’irrealtà o controfattuali, la combinazione più rappresentativa è “congiuntivo piuccheperfetto – condizionale composto”. Di fatto, questa costruzione è interpretata normalmente come controfattuale, e soltanto in circostanze e con condizioni contestuali molto particolari è possibile darne una lettura di probabilità. Segnala Mazzoleni (2002, p. 72) che la controfattualità per i periodi ipotetici al “congiuntivo piuccheperfetto – condizionale composto” è frutto di «una “implicatura conversazionale generalizzata” (che sorge a meno che il cotesto e/o il contesto la blocchino)». In spagnolo (372) ARA: porque hhh le digo [/] digo qué te ha pasado ? dice nada / que me he [/] que me he cortado el dedo // dice soy carnicero / y / claro / no me voy a pintar // si hubiera / sido secretario / pues a lo mejor / me Felisa Bermejo Calleja 225 hubiera pinchado con un boli // dice / pero al ser carnicero / pues me he llevado media uña // [efamdl37] In italiano (373) / quando tu dici / noi avremmo votato a favore / se fossero andati i baschi &bl [/] blu dell' ONU / quelli vanno anche con dei fucili / sulle spalle / eh // quindi non c' entra niente <con il pacifismo> // [imedts03] 2.1.3.2. Altri schemi si/se + congiuntivo imperfetto – condizionale semplice Lo schema “congiuntivo imperfetto – condizionale semplice” può anche essere interpretato come controfattuale, ma solo quando «si aggiungono altre indicazioni di falsità, provenienti in genere dal confronto fra contenuto proposizionale espresso e cotesto e contesto extralinguistico» (Mazzoleni 2001 II, p. 758). Questo schema può quindi esprimere sia potenzialità (improbabilità, non fattualità), sia irrealtà (controfattualità). L’interpretazione della frase Se fossi/diventassi ricco, mi comprerei tre auto nuove è diversa: con fossi è controfattuale, con diventassi è probabile, anche se remotamente. La controfattualità non dipende solo dallo schema verbale, ma anche dal contenuto delle proposizioni, e può anche dipendere dal contesto comunicativo. In definitiva, per i periodi ipotetici con la combinazione “congiuntivo imperfetto – condizionale semplice”, la controfattualità è «un “effetto di senso” complesso, che dipende dall’interazione fra i significati formali, i contenuti proposizionali espressi, e le informazioni cotestuali e contestuali: tecnicamente si tratta di una «implicatura conversazionale particolarizzata» (che sorge solo se il cotesto e/o il contesto la innescano)» (Mazzoleni 2002, p. 72). In spagnolo (374) // y si / las cámaras recogiesen / el olor / infecto / que estamos aquí / oliendo / no haría falta explicar más nada // esto es / una inmundicia / y con esto se riega en la vega baja del Segura // [emedrp05] In italiano (375) // se tornassi indietro di [/] di [/] di [/] di trent' anni / lo rifarei ancora &p [/] ancora più volentieri / 'apito // fare il rappresentante / [ifammn14] 226 Subordinate condizionali si/se + presente – presente Due esempi in spagnolo con lo schema “presente – presente” sono controfattuali. Montolío (1999: 3672) segnala che l’uso di tale schema con valore controfattuale appartiene al “español oral coloquial”, insieme agli altri schemi verbali all’indicativo che possono presentare l’informazione come irreale. (376) a. ELE: porque [/] porque sí // porque si me lo dice esto / dos semanas antes de irme / imagínate / dos días antes de irme / está / <subiéndose por la pared / y cuando vuelva> / [efamcv10] b. PIL: y para una cosa que me regala ... VIS: no // pero ... PIL: digo qué raro / que no me haya quitado el reloj // VIS: <hhh> // %act: (1) laugh PIL: [<] <una patada en todo el culo le doy / si me quita el reloj> // vamos // [efamdl12] si/se + indicativo imperfetto – indicativo imperfetto Due esempi in italiano illustrano come uno schema con l’indicativo passato nella protasi e nell’apodosi, possa esprimere “irrealtà”. In italiano (377) a. POL: però se c' era un manuale unico / l' era meglio / eh // <xxx> // [ifamcv27] b. VAL: la borsa / ce l' hai ? NIL: no // bisogna mi compri anche quella // VAL: se 'un me la metteo io / te la prestavo // [ifamdl11] 2.2. Due proposte di classificazione bipartita 2.2.1. Mazzoleni (2002) Partendo dalla tripartizione classica e utilizzando le combinazioni morfosintattiche rappresentative dei tre tipi, Mazzoleni (2002) stabilisce due opposizioni: A. La prima oppone lo schema formato da verbi all’indicativo presente allo schema formato dalla combinazione “congiuntivo imperfetto – condizionale semplice”. Felisa Bermejo Calleja 227 (378) a. Se nevica prima di domenica, possiamo andare a sciare (Mazzoleni 2002, p. 68). b. Se nevicasse prima di domenica, potremmo andare a sciare (Mazzoleni 2002, p. 68). Mazzoleni (2002, pp. 68-69) ritiene che «a questa opposizione morfosintattica corrisponda un’articolazione semantico-pragmatica relativa all’atteggiamento del parlante rispetto alla posizione dei contenuti proposizionali espressi sul continuum modale-espistemico ‘Vero-Falso’, ovvero rispetto al loro grado di ipoteticità-probabilità: l’indicativo ne segnala la ‘possibile verità’ [probabilità], il congiuntivo ed il condizionale la ‘possibile falsità’ [improbabilità]». Visto che il cambiamento morfosintattico comporta un cambiamento semantico, l’uso oppositivo di tali schemi costituisce pertanto l’implicatura convenzionale della scelta formale. Questa spiegazione fa rientrare come “normale” e non più come estranea la concordanza “mista reale”, che combina indicativo nella protasi con condizionale nell’apodosi oppure congiuntivo nella protasi con indicativo nell’apodosi, che sono considerati «casi di modulazione differenziale del grado di probabilità-ipoteticità dei contenuti espressi». Lo stesso autore indica che tali combinazioni si trovano esemplificate non solo nell’italiano colloquiale, ma anche nello scritto formale, e che sono documentate diacronicamente. B. La seconda opposizione mette a confronto la combinazione “congiuntivo imperfetto – condizionale semplice” (vista già nella precedente opposizione) e la combinazione “congiuntivo piuccheperfetto – condizionale composto”. (379) a. Se fossi un marziano, avrei le orecchie verdi (Mazzoleni 2002, p. 71). b. Se avessimo saputo in tempo del tuo matrimonio ti avremmo mandato almeno un telegramma di congratulazione (Mazzoleni 2002, p. 66). In questo caso, però, la differenza non è semantica, poiché entrambi gli schemi esprimono ‘sicura falsità’, cioè la controfattualità o l’irrealtà. La differenza è temporale, presente vs. passato: «l’irreale nel presente-futuro espresso con il congiuntivo imperfetto ed il condizionale semplice», di fronte «all’irreale nel passato espresso con il congiuntivo piuccheperfetto ed il condizionale composto» (Mazzoleni 2002, p. 71). L’incrocio delle due combinazioni conferma il valore temporale dell’opposizione: «Ciò che viene rimarcato è proprio lo stacco cronologico-aspettuale fra il passato 228 Subordinate condizionali compiuto ed il presente imperfettivo dei contenuti proposizionali espressi» (Mazzoleni 2002, p. 71). 2.2.2. Veiga (1991) Un’altra proposta di opposizione binaria nei periodi ipotetici proviene da Alexandre Veiga (1991); in questo caso, si tratta di un approccio strettamente funzionalista. Per Veiga i costrutti condizionali sono di due tipi. Lo studioso crea tale divisione sulla base «dell’unica opposizione modale pertinente: /irreal/-/no irreal/» che emerge dall’opposizione tra le forme verbali utilizzate nella protasi. In questa opposizione i contorni del concetto “irreal” sono molto più ampi di quelli della controfattualità; di fatto, “irreal” comprende l’improbabilità e la negazione implicita. Il tratto “±irreal” costituisce, secondo l’autore, l’unica opposizione funzionale nella protasi con si. Di fatto, i diversi tipi di condizionali devono avere come criterio, secondo Veiga, le forme verbali utilizzate nella protasi: «Solo puede ser válido el establecimiento de “tipos” de condicionales en cuanto al valor de sus prótasis si atendemos a la realidad estricta del sistema» (Veiga 1991, p. 243). Nella protasi, le forme verbali utilizzate sono di indicativo (tranne quelle di futuro in spagnolo) o di congiuntivo, in opposizione tra loro; esse cioè si organizzano in coppie di opposti, nelle quali un membro è all’indicativo e l’altro al congiuntivo. Tale organizzazione in coppie di opposti è basata su due tipi di rapporto temporale rispetto al momento dell’enunciazione: rapporto temporale presente-futuro (Veiga 1991, pp. 231- 235) o rapporto temporale passato. Su questa base, Veiga crea le seguenti coppie di opposti nella protasi del periodo ipotetico: presente-futuro presente futuro passato co-pretérito pretérito ante-presente pre-futuro ante-pretérito si tengo/si tuviese (ra) si tengo/si tuviese (ra) si tenía/si tuviese (ra) si tuve/si hubiese (ra) tenido si he tenido/si hubiese (ra) tenido si he tenido/si hubiese (ra) tenido si había/si hubiese (ra) tenido Felisa Bermejo Calleja 229 2.2.2.1. Presente: si tengo/tuviese (ra) (380) a. Si Raquel está en casa, podemos llamarla (Veiga 1991, p. 233) b. Si Raquel estuviese en casa, podríamos llamarla (Veiga 1991, p. 232) Con la forma al congiuntivo imperfetto si esprime “l’irrealtà” che, come dicevamo, comprende l’improbabilità e la negazione implicita (cfr. 142155). Ci sono enunciati che permettono di formulare l’equivalenza totale con una negazione implicita: Si fuera inglés, tomaría té (Veiga 1991, p. 231), da cui si decodifica che il parlante “non è inglese”. In altri casi, invece, la frase fa riferimento a fatti che non sono stati comprovati dal parlante, ma soltanto supposti o assunti come non veri (Veiga 1991, p. 232); per esempio, la frase Si Raquel estuviese en casa, podríamos llamarla (Veiga 1991, p. 232) può essere formulata da un parlante che ignora lo stato di cose e non ha nessuna prova, ma ha la convinzione che i fatti di cui parla non siano veri oppure siano molto improbabili. Tale frase potrebbe apparire in due contesti diversi, e potrebbe essere parafrasata con due enunciati diversi: (381 a) che indica negazione e (381 b) che indica improbabilità. (381) a. Lástima que Raquel no esté en casa, si estuviese, podríamos llamarla (Veiga 1991, p. 232). b. No sé si Raquel estará en casa, pero si estuviese, podríamos llamarla (Veiga 1991, p. 232). La forma verbale all’imperfetto congiuntivo esprime due sfumature modali diverse: negazione implicita nel primo contesto e assunzione da parte del parlante della non probabilità nel secondo, «sin que la diferencia deje de ser meramente de matiz» (Veiga 1991, p. 232). Al contrario, la forma all’indicativo presente (si tengo), sebbene esistano anche diverse sfumature modali, ha un valore forte: designa un’azione il cui compimento è segnalato come ignorato, ma senza nessun indizio sul grado di probabilità. (382) Si Raquel está en casa, podemos llamarla [ignoro si está] (Veiga 1991, p. 233). 2.2.2.2. Futuro: si tengo/tuviese (ra) (383) a. Si mañana llueve, nos quedaremos en casa (Veiga 1991, p. 234). b. Si mañana lloviera, nos quedaríamos en casa (Veiga 1991, p. 234). 230 Subordinate condizionali In riferimento al futuro, l’opposizione di irrealtà è un’opposizione di gradi di probabilità, ma non implica la negazione. «La orientación en futuro, por el carácter forzosamente hipotético de las acciones que expresa» indica «procesos improbables y que el hablante considera que no van a tener lugar», ma non può negarli, come nella frase Si mañana lloviera, nos quedaríamos en casa (Veiga 1991, p. 234). Con la forma verbale all’indicativo non si segnala alcuna sfumatura di improbabilità: Si mañana llueve, nos quedaremos en casa (= puede que llueva) (Veiga 1991, p. 234). L’indicativo presente è la forma che corrisponde alla funzione modale meno marcata, ed è «la encargada de expresar procesos futuros simplemente posibles en cuyo grado de probabilidad el hablante no entra»; ad essa si oppone il congiuntivo imperfetto, che «señala siempre un grado comparativamente mayor de improbabilidad: si mañana llueve/si mañana lloviera~-se» (Veiga 1991, p. 235). Nel passato, l’elemento congiuntivo dell’opposizione esprime sempre una negazione implicita. 3. Nessi condizionali 3.1. Nessi condizionali spagnoli e italiani a confronto 3.1.1. In spagnolo – Locuzioni con si: <como si>, <por si>, <salvo si>, <excepto si>. – Locuzioni preposizionali con valore condizionale che si usano sempre con il congiuntivo: <en (el) caso de que>, <a condición de que>, <en el supuesto de que>, ecc. (Pérez Saldanya 1999, p. 3303). – Locuzioni o congiunzioni che possiedono funzioni temporali o modali con l’indicativo, ma possono assumere valori secondari condizionali se si costruiscono con il congiuntivo: locuzioni temporali cuando, mientras, <siempre que>; congiunzioni con valore “excluyente” <salvo que> e <excepto que>; congiunzione modale e causale como (Pérez Saldanya 1999, p. 3303). ₪ Mientras oltre al valore temporale assume in spagnolo valore condizionale; in italiano, invece, mentre è esclusivamente temporale. ₪ La congiunzione como con valore condizionale non ha un equivalente formale in italiano. Felisa Bermejo Calleja 231 3.1.2. In italiano – Locuzioni con se: <come se>. – Locuzioni preposizionali con valore condizionale che si usano sempre con il congiuntivo: <a condizione che>, <a patto che>, qualora, purché, ove, <sempre che>, <nel caso che>, <nell’eventualità che>, <nell’ipotesi che>, <posto che>, <ammesso che>. – quando. ₪ <Sempre che> è nesso condizionale; non si usa come temporale, a differenza dello spagnolo <siempre que>. <Sempre che> equivale quindi a <siempre y cuando> che ha subìto un processo simile; l’uso nella attualità è condizionale. spagnolo si <como si> <salvo si> < menos si> <excepto si> italiano se <come se> spagnolo italiano <a patto che> qualora purché ove <sempre che> <a condizione che> <nel caso che> <nell’ipotesi che> <nell’eventualità che> <con tal (de) que> <siempre y cuando> <siempre que> <a condición de que> <en (el) caso de que> <en el supuesto de que> <en la suposición de que> <en la hipótesis de que> <en la eventualidad de que> como mientras cuando <suponiendo que> --- --(finché) quando <supposto che> <ammesso che> 232 Subordinate condizionali spagnolo <a no ser que> <a menos que> <salvo que> <excepto que> spagnolo <con tal de> <en caso de> + infinito <a condición de> con + infinito de + infinito gerundio participio italiano <a meno che> <salvo che> <tranne che> <eccetto che> fuorché italiano <pur di> <a patto di> <a condizione di> a + infinito gerundio participio I corpora di C-ORAL non forniscono esempi di alcuni nessi. In spagnolo: <salvo si>, <excepto si>,<a condición de que>, <en la suposición de que>, <en la hipótesis de que>, <en la eventualidad de que>, <suponiendo que>, <excepto que>, <salvo que>, <a condición de>. In italiano: <nell’ipotesi che>, <nell’eventualità che>, <posto che>, <ammesso che>, <tranne che>, <eccetto che>, fuorché, <pur di>, <a patto di>, <a condizione di>. Osservazioni: In spagnolo <suponiendo que> introduce una subordinata condizionale se è accompagnato dal verbo al congiuntivo; nel corpus si sono trovate due occorrenze, ma con il verbo all’indicativo. Esse sono quindi da considerare completive. In italiano Mazzoleni (2001 II, p. 772) segnala che «Qualora, quando, ove e laddove appartengono allo stile alto, ed in particolare connotano un linguaggio giuridico-burocratico-amministrativo». Su qualora, Serianni (1988, p. 502) osserva che «è abbastanza comune, specie nell’italiano scritto». È comune anche nel parlato, dal momento che nei corpora C-ORAL si è rilevato che qualora è il nesso più usato in assoluto, con la precisazione che i file contenenti gli esempi sono di registro formale: nat e med. Felisa Bermejo Calleja 233 Per quanto riguarda, invece, i nessi «creatori di mondi possibili», effettivamente si sono trovate occorrenze soltanto di <nel caso che>; di conseguenza, è confermata l’affermazione di Mazzoleni (2001 II, p. 772): «Sono piuttosto dello stile formale ammesso che, supposto che, nell’ipotesi che, nell’eventualità che; più corrente: nel caso che». A ciò si può aggiungere che questi nessi vengono usati nella modalità scritta. 3.2. Si e locuzioni preposizionali condizionali: differenze in quanto alla distribuzione modale – si ammette l’indicativo nella protasi; – le locuzioni preposizionali <en (el) caso de que>, <a condición de que>, <en el supuesto de que>, ecc., invece, selezionano il congiuntivo. (384) a. Se alegrarán mucho si puedes ir a verlos. b. Se alegrarán mucho en caso de que puedas ir a verlos. Secondo Pérez Saldanya (1999, p. 3304) il contenuto della subordinata è in entrambi gli esempi non fattuale; perciò l’uso del modo indicativo o congiuntivo risponde a cause sintattiche: «concretamente, a las peculiaridades sintácticas de las conjunciones o las locuciones que en cada caso funcionan como elementos modalizadores». Le differenze rispetto al modo verbale nella protasi non si osservano più se nell’apodosi il verbo è al condizionale, perché in tal caso nella protasi si usa il congiuntivo per tutti i nessi. 3.3. Modi e tempi verbali nella protasi introdotta da si/se indicativo presente indicativo passati indicativo futuro congiuntivo imperfetto congiuntivo piuccheperfetto si x x --x x se x x x x x Nelle due lingue sono esclusi dalla protasi il congiuntivo presente e passato prossimo, il condizionale e l’imperativo. In spagnolo, inoltre è escluso il futuro. Le stesse limitazioni incontrano i nessi complessi che 234 Subordinate condizionali hanno si/se come componente: <como si>/<come se>, <salvo si>, <excepto si>, ecc. ₪ In spagnolo non si usa il futuro nella protasi. Conviene ricordare qui che il nesso si non ha soltanto valore condizionale, ma ha anche altre funzioni e usi (congiunzione completiva, causale, concessiva); in questi casi la subordinata introdotta da si può avere il verbo al futuro. Oltre alle subordinate completive interrogative indirette totali introdotte dalla congiunzione si (385 a), esistono altre subordinate introdotte da si che hanno un’interpretazione causale (385 b) oppure un’interpretazione concessiva (385 c), che ammettono le forme verbali del futuro e del condizionale (cfr. Veiga 1991, pp. 226-227), «hecho que supone la comprobación formal de su disparidad funcional con la conjunción condicional por excelencia» (Veiga 1991, p. 226). (385) a. pregúntale si vendrá (Veiga 1991, p. 226). b. y si esto haríamos con un desconocido, con más razón debemos hacerlo por un amigo (esempio tratto a propria volta da Rojo e Montero) (Veiga 1991, p. 226). c. no hemos de perder de vista que si el próximo congreso se celebrará en Barcelona, nada impide que en una ocasión futura sea nuestra Univesidad la organizadora (Veiga 1991, p. 227). 3.4. Locuzioni condizionali Montolío (1999, p. 3701) divide le locuzioni preposizionali con valore condizionale, denominate “conectores condicionales complejos”, in tre sottogruppi. – Affermative: <a condición (de) que>, <con tal (de) que>, <siempre que>, <siempre y cuando>, <a condición de>, <con tal de>. – Negative: <a no ser que>, <a menos que>, <salvo que>, <excepto que>. – “Creatrici di mondi possibili”: <{en el caso/en la suposición/en el supuesto/en la hipótesis/en la eventualidad} de que>. Le locuzioni affermative presentano una condizione favorevole per il compimento del contenuto dell’apodosi. Le negative, invece, specificano le circostanze sfavorevoli in cui non si compirà il contenuto dell’apodosi, e presentano tali circostanze come contrarie alle aspettative. I “creatori di mondi possibili” sono locuzioni che hanno come nucleo un nome con significato di “condizione, nel senso di ‘mondo possibile’” (cfr. Montolío 1999, p. 3709). Felisa Bermejo Calleja 235 Questa classificazione si può applicare ai nessi italiani (diversi da se). La disposizione della precedente tabella che riporta i nessi, risponde in linee generali a questo criterio di classificazione. Caratteristiche delle locuzioni preposizionali o nessi complessi: – presentano un carattere aperto, ipotetico; non possono introdurre una frase con interpretazione fattuale; – per quanto riguarda il valore informativo, il carattere delle frasi introdotte da questi nessi è rematico;17 l’informazione che introducono non può essere considerata data o condivisa; – la condizione non è un punto di partenza, bensì un punto d’arrivo, una limitazione fatta ad un’affermazione precedente. Serianni (1988, p. 501) divide i nessi complessi in due gruppi: – congiunzioni ipotetiche: ove, qualora, ... – congiunzioni “condizionali restrittive”: purché, <sempre che>, <a condizione che>, <a patto che>. Queste ultime ricevono tale denominazione perché «non presentano ipotesi, bensì condizioni», e indicano «un’esigenza che dev’essere soddisfatta perché un fatto qualsiasi possa verificarsi». 4. Modo verbale nella subordinata condizionale 4.1. Due gruppi Rispetto al modo verbale nella protasi, si individuano due gruppi ben differenziati a seconda del nesso introduttore: – il nesso più prototipico, si in spagnolo, se in italiano, ammette sia il modo indicativo che il congiuntivo. Le due lingue escludono dalla protasi il condizionale e il congiuntivo presente e passato prossimo. Lo spagnolo inoltre esclude il futuro; – gli altri nessi (<a condición de que>/<a condizione che>, ecc.) selezionano necessariamente il congiuntivo. Sono nessi complessi, e tra i componenti non hanno la congiunzione si. 17 Montolío (1999, p. 3705) segnala che il valore rematico di queste frasi spiega l’impossibilità di abbinamento con entonces. 236 Subordinate condizionali 4.2. Uso dei tempi e dei modi nella protasi Secondo Pérez Saldanya (1999, pp. 3305-3307), nei costrutti condizionali, alcune opposizioni temporali sono reinterpretate come opposizioni modali. – Protasi con presente: la condizionale assume un carattere aperto (reale) e fa riferimento a una situazione compatibile con il mondo dell’enunciazione; essa quindi può essere reale o realizzabile. – Protasi con congiuntivo imperfetto: la condizione acquisisce un valore marcatamente ipotetico e persino controfattuale (irreale), e di conseguenza fa riferimento a una situazione che il parlante concepisce come difficilmente compatibile, o del tutto incompatibile, con il mondo dell’enunciazione. – Protasi con congiuntivo piuccheperfetto: la subordinata è controfattuale perché la condizione è passata ed è incompatibile con il mondo dell’enunciazione. «Son factores de carácter puramente contextual los que otorgan a la oración subordinada un valor no factual o contrafactual» (Pérez Saldanya 1999, p. 3306), come negli esempi (386 a, b). (Vedere 2.1.). (386) a. Si nos tocase la lotería, podríamos pagar todas las deudas (Pérez Saldanya 1999, p. 3306). b. Si yo fuese él, me dedicaría a descansar y a disfrutar de la vida (Pérez Saldanya 1999, p. 3306). Per quanto riguarda il valore aspettuale, il passato prossimo o il trapassato possono apparire rispettivamente negli stessi contesti del presente o dell’imperfetto, con lo stesso valore modale, sempre che segnalino la perfettività dell’evento (finale e risultato). Per quanto riguarda il valore temporale, in spagnolo il passato prossimo e il trapassato indicano rispettivamente anteriorità riguardo al presente o imperfetto (cfr. Pérez Saldanya 1999, p. 3307). 5. Nesso condizionale prototipico: si in spagnolo; se in italiano. Combinazioni modo-temporali I diversi schemi modo-temporali rappresentati dalle occorrenze riscontrate nei corpora di C-ORAL-ROM sono i seguenti: Felisa Bermejo Calleja 237 Protasi con indicativo presente si/ se indicativo presente – presente si/ se indicativo presente – imperativo si/ se indicativo presente – futuro si indicativo presente – perifrasi di futuro si/se indicativo presente – condizionale semplice se indicativo futuro – futuro si perifrasi di futuro – presente Protasi con indicativo passato si/se indicativo imperfetto – indicativo imperfetto si/se indicativo passato remoto nella protasi Protasi con congiuntivo imperfetto si/se congiuntivo imperfetto – condizionale semplice si/se congiuntivo imperfetto – indicativo imperfetto si/se congiuntivo imperfetto – condizionale composto si congiuntivo imperfetto – congiuntivo piuccheperfetto si/se congiuntivo imperfetto – condizionale composto si/se congiuntivo imperfetto – indicativo presente si/se congiuntivo imperfetto – imperativo si/se congiuntivo imperfetto – futuro si/se condizionale semplice – condizionale semplice Protasi con congiuntivo piuccheperfetto si/se congiuntivo piuccheperfetto – condizionale composto si congiuntivo piuccheperfetto – congiuntivo piuccheperfetto si/se congiuntivo piuccheperfetto – condizionale semplice si/se congiuntivo piuccheperfetto – indicativo presente si/se congiuntivo piuccheperfetto – indicativo imperfetto Questa sezione presenta tali schemi corredati dalle occorrenze riscontrate nei corpora, accompagnate anche dalle interpretazioni contestuali fornite dagli stessi corpora. 238 Subordinate condizionali 5.1. si/se indicativo presente nella protasi 5.1.1. si/se indicativo presente – presente La combinazione “presente – presente” nel periodo ipotetico è la più frequente, come dimostrano gli studi basati sui corpora sia orali sia scritti (cfr. Montolío 1999, p. 3662). 5.1.1.1. Usi I costrutti condizionali con lo schema “presente – presente” A. possono esprimere azioni parallele (parzialmente o totalmente) In spagnolo (387) a. // ¡ah! eso sí / que si va a Barcelona / yo también voy / eh ? [ifamdl39] b. // entonces tú / si vas esquiando / o vas de cualquier manera / &eh / la sombra del bastón normalmente de esquí / o de tu propio cuerpo / pues / te está [/] te está indicando un rumbo / esa sombra // [emedin04] In italiano (388) a. VAL: no / invece anche per noi // io / se piove / mi bagno i piedi // [ifamdl11] b. ANG: [<] <ma guarda / l' ho provato [l’impianto]> veramente in tutte le posizioni // se mi metto lì / non fischia // però / non mi sento io / <più io> // [ifamcv02] B. Possono esprimere azioni abituali o reiterate, o verità onnitemporali. Sono i casi in cui si/se sembra equivalente a cuando/quando (Montolío 1999, p. 3663). In spagnolo (389) / pero para aquellas personas / que tienen problemas en sus piernas / y / en [/] sobre todo en los tobillos / en los tobillos y en los pies que son / el sostén / de todo el cuerpo / no ¿ es como una torre / si las bases no están bien / no podemos esperar nada mejor arriba / es muy importante / abrir / la movilidad / del / tobillo / separando / como hago en tracción / la luz / articular // [emedts10] In italiano Felisa Bermejo Calleja (390) 239 PZI: [<] <se la> terra / se la terra / è buona / pe’ i’ prodotto / pe’ / insomma / pe’ la pianta che ci sta / il prodotto viene <meglio> // [ifamcv11] C. La protasi esplicita uno sfondo discorsivo. Si usa nella lingua conversazionale quando il parlante compie un’esposizione o un’argomentazione. È molto usato nel linguaggio giornalistico e nella saggistica (cfr. Montolío 1999, p. 3663). In spagnolo (391) a. // si os fijáis / en ningún momento / en ningún momento / dice la parábola / que el que está banqueteando le pegue con una garrota / en la cabeza / a Lázaro // no / eso no lo dice // no le hace caso / no le atiende / no le mira // [enatpr02] b. // es decir / que si comparamos el desarrollo español / con el desarrollo en Estados Unidos / o en Gran Bretaña / o en otros lugares / pues sorprende / que precisamente estos estudios hayan [///] no [/] no estén aquí // no [/] no hayan sido parte del desarrollo de la Sociolingüística / aquí // [enatco04] 5.1.1.2. Condizione irreale È proprio del parlato, dell’oralità, l’uso della combinazione “presente – presente” per esprimere una condizione irreale, controfattuale. La frase al presente è inserita in un discorso narrativo passato; appunto ciò rende possibile l’interpretazione di controfattualità. In spagnolo (392) a. ELE: porque [/] porque sí // porque si me lo dice esto / dos semanas antes de irme / imagínate / dos días antes de irme / está / <subiéndose por la pared / y cuando vuelva> / [efamcv10] b. PIL: y para una cosa que me regala ... %alt: (2) pa VIS: no // pero ... PIL: digo qué raro / que no me haya quitado el reloj // VIS: <hhh> // %act: (1) laugh PIL: [<] <una patada en todo el culo le doy / si me quita el reloj> // vamos // [efamdl12] 240 Subordinate condizionali 5.1.1.3. Orientato al futuro A. La forma verbale al presente dell’apodosi è orientata verso il futuro, mentre la protasi indica un’azione nel momento specifico dell’enunciazione (che provoca una situazione nell’avvenire). Questo uso, nonostante la segnalazione di Montolío (1999, p. 3664), trova un riscontro quasi nullo nei corpora spagnoli e italiani di C-ORAL. In spagnolo si è trovato un unico caso; in italiano, tre. In spagnolo (393) PRI: dice / pues si no vienen / pues llamo a Juanito / o a David // una mierda / vas a llamar / [efamcv07] In italiano (394) a. BUT: [<] <eh / se mi ascolti> / forse capisci cosa voglio dire // altrimenti non potrai // [imedts03] b. ELA: perché se ti dà [/] se ti presta / <l' originale / si fà le fotocopie a colori> ... [ifamcv01] c. SIL: però non so dove andarli [legni di acacia] a trovare // se li vedo / te lo so dire / domenica / va' // [itelpv01] In realtà sono stati trovati diversi casi orientati al futuro, ma non si trattava solo dell’apodosi, bensì di tutto l’enunciato, protasi e apodosi. In questo modo, i verbi al presente orientati al futuro possono far riferimento ad azioni sequenziali o simultanee, entrambe al futuro (vedere infra punto B). B. Le forme verbali al presente sia della protasi sia dell’apodosi designano un evento proiettato al futuro. Possono essere considerate forme del presente con valore di futuro, il cui uso non è esclusivo delle condizionali. Inoltre, in spagnolo, le forme verbali del futuro sono escluse della protasi. Ad ogni modo, anche in italiano è esemplificato l’uso del presente con valore futurale. In spagnolo (395) a. LUI: / sino que hay que / rellenar la clase del año que viene // vamos // básicamente / si tú / el año que viene / te plantas con diez / y no puedes rellenar una clase / pues ese curso no lo puedes dar + [efamdl15] Felisa Bermejo Calleja 241 b. UEL: [<] <xxx> // si se enteran / de lo bien que escribe / pues seguro que le fichan // OÑO: seguro que le fichan para Hollywood // [efamdl20] In italiano (396) a. GIA: allora / i bambini non hanno molti problemi / di [/] di doverlo sapere tanto tempo prima // basta / avvertirli tre giorni prima / perché loro facciano / la cosa ai genitori / xxx // # se il tempo è brutto / si sposta / <alla prima settimana> // [ipubcv03] b. NIL: sì sì // no / anch' io // voglio comprarmi / un paio di sandalini / se domani li trovo // [ifamdl11] C. Il presente dell’apodosi equivale a un imperativo e ha valore esortativo. In spagnolo (397) CAR: &ah / pues vamos a mirarlo / y [/] y si está / &mm / se lo dices / y [/] y que venga [epubdl01] In italiano (398) a. LUC: e prima esce // eh / stasera // xxx / dice / se la viene a riprendila / la telefoni / per esse' sicura // [ifamcv22] b. pe' l' appunto sabato e domenica / gl' è andato a una festa a Galliano // gl' era tanto // sicché gli dissi / se sono operata / nini / vai // [ifamcv22] 5.1.2. si/se indicativo presente – imperativo L’imperativo ha necessariamente un carattere proiettato al futuro. In spagnolo (399) a. LUC: [<] <y me va a decir> / pues si conoces algún niño disléxico / pues evalúale / y aplícale / <sabes ? un programa / de intervención / no sé qué / y lo haces> [epubdl05] b. ALV: si está de acuerdo / pulse uno para continuar / [etelef08] In italiano (400) WOM: [<] <sì> // e quindi lui dice / aspetta / magari / due settimane // due o tre settimane / e lui dice / se non / mi entra nulla / fino a fine di [/] fino a inizio di luglio / prendi queste che c' hai [ifamcv28] 242 Subordinate condizionali 5.1.3. si/se indicativo presente – futuro Di solito, l’uso del futuro nell’apodosi sottolinea la sequenzialità delle azioni indicate in ogni membro del periodo condizionale; non si tratta quindi di azioni parallele. In spagnolo (401) a. VER: y me da una sensación / de que yo / no sé nada // o sea / que si / me pillan en una empresa / me tendrán que enseñar todo // porque yo no [/] por mí misma / no sé hacer / las cosas / sabes ? [efamdl13] b. // y si jamás abrimos la puerta / no veremos a alguien / que está tirado // al inmigrante le podemos / ver / o no ver // [enatpr02] In italiano (402) a. // e il lupo gli disse / mah / dai / io ti posso aiutare // conosco una bella scorciatoia // se te passi da questa parte / vedrai / ci metterai molto meno // [ifammn25] b. RUF: la canzone / Vola con me / di / De Crescenzo / che / è un grandissimo / artista / secondo me // e la dedico / a una persona / se posso dedicarla / che / se mi sta guardando / capirà sicuramente / che è dedicata / a questa persona // [imedin04] 5.1.4. si indicativo presente – perifrasi di futuro La perifrasi formata dal presente del verbo ir seguita dalla preposizione a e dal verbo all’infinito ha valore di futuro, e in molti contesti sostituisce la forma verbale dell’indicativo futuro. <{voy/vas/va/vamos/vais/van} a> + infinitivo In spagnolo (403) a. DOL: / si surge alguien / del perfil que usted me pide / de las características / yo me voy a poner en contacto con usted y se lo voy <a decir> // [epubdl07] b. LOC: inevitablemente / porque si no le pregunto algo / me van a regañar / &eh / qué piensa usted la trayectoria del Valencia este año ? <¡agua!> // [emedsp04] c. CAR: entonces bueno / &mm / de todas formas [el título de estudios avanzados] lo puedes pedir / cuando quieras // no hace falta que lo Felisa Bermejo Calleja 243 pidas inmediatamente / después de [/] de acabar / el trabajo de investigación / lo puedes pedir / al año siguiente / o cuando pasan cuatro años / o cinco // pero vamos / si / tú lees tesis / te lo van a pedir / antes // [epubdl01] d. / el cliente nos dijo que [/] que hace poco tuvieron problemas en [/] en Chile con un terremoto / y les levantó todos los bastidores del suelo // evidentemente / chapa de tres / si viene un terremoto / lo va a levantar // pero / se ha quedado el cliente un poco más tranquilo // nosotros / no hacemos / antisísmicos // pero vamos / se ha quedado un poco más tranquilo // [enatpe01] e. PAC: / dijo / pues / si me llamas más allá de las nueve / va a estar Miguel solo / <porque> + [efamdl09] 5.1.5. si/se indicativo presente – condizionale semplice Questa combinazione costituisce uno schema misto, ed è molto utilizzata soprattutto nel linguaggio giornalistico. Il presente della protasi è in stile diretto, mentre il condizionale dell’apodosi sembra appartenere a un discorso riferito. «La inserción del condicional aquí impone un distanciamiento con respecto a lo enunciado, puesto que señala que no se trata de ideas propias del enunciador; ello explica que sea un esquema predominantemente utilizado por el lenguaje periodístico» (Montolío 1999, p. 3665). Tuttavia, la stessa studiosa segnala che nei corpora orali – e le occorrenze del C-ORAL lo confermano – l’uso del condizionale non ha a che vedere con il discorso indiretto, bensì con diversi gradi di aspettativa. «La presencia del condicional en contextos como estos constituye un fenómeno en progreso, del que parece posible augurar un avance en competencia con las formas indicativas» (Montolío 1999, p. 3665). Effettivamente, negli esempi trovati in C-ORAL il presente indica un maggior grado di aspettativa di compimento rispetto al congiuntivo imperfetto. D’altro lato, però, il condizionale nell’apodosi apporta l’idea di eventualità; si potrebbe anche affermare che il vincolo tra condizione e conseguenza s’indebolisce. Infine, è da segnalare che i verbi nell’apodosi (al condizionale) sono verbi modali o costituiscono perifrasi con valori di possibilità e di obbligo. In spagnolo (404) a. SER: es que el tema / es que si no te hacen una estación / y utilizan la vieja / primero / tendrías que ir / con un tren / hasta la vieja // hasta la 244 Subordinate condizionali [/] hasta donde puedas coger el tren // que sería / la nueva estación // pero es que no [/] no hay + [efamcv13] b. MAY: [<] <es que si yo trabajo el sábado por la tarde> / debería de tener un día entero libre // [efamdl22] In italiano (405) a. GAB: i cacciatori di teste / però / sono scatenati / in questo modo // perché / se sappiamo / che le prime teste sono false / e [/] e se ce ne possono essere / di vere / tutto Livorno / potrebbe esser messo <sottosopra> // [imedts01] b. / &he così / diciamo / non far proliferare / questi / antenne per telefonini / cellulari // allora / se prendiamo atto di questo / dovremmo rivoltarci tutti / nei confronti di chi / tutti i giorni / dico / tutti i giorni / attenta / alla salute della gente // [inatpd02] c. + se riesco a sorpassare questa prova / vorrei poter usufruire / &de [///] dei vostri laboratori magici / e biblioteche magiche per /inventare degli incantesimi che possano / aumentare il mio potere / # [ifamcv07] 5.2. se indicativo futuro – futuro In italiano, il periodo ipotetico ammette la concordanza di due forme verbali al futuro. In italiano (406) a. [///] vedi questo libro / tu lo devi leggere // leggere leggere leggere // ci metterai / tre notti a leggerlo // in quelle tre notti / succederanno / delle cose incredibili // che ti faranno molta paura // ma tu dovrai / continuare a leggere // se al terzo giorno / al terzo mattino / quando il gallo canterà / tu sarai / &he &s [///] avrai ancora in mano il libro / non sarai scappato / allora / ti ricompenserò // il soldato accetta // [ifammn20] b. MAA: se ci saranno nuovi arrivi / saranno nostri / &proba [/] probabilmente // perché / delle altre due quarte / una ce n' ha ventuno / e una ventidue // [ipubcv02] ₪ In spagnolo, l’indicativo futuro non è ammesso nella protasi. Pertanto, quando l’evento è orientato al futuro, la combinazione sarà: nella protasi, presente; nell’apodosi, futuro o perifrasi di futuro (o anche presente con valore di futuro; come si è visto, però, questo è molto meno frequente). Felisa Bermejo Calleja 245 Tuttavia, è di grande interesse rilevare che, in spagnolo, nella protasi è possibile utilizzare la perifrasi di futuro. 5.3. si perifrasi di futuro – presente In spagnolo la perifrasi di futuro sostituisce in molti contesti la forma verbale futura. È da sottolineare che nel costrutto condizionale, mentre nella protasi la forma verbale futura è inammissibile, la perifrasi di futuro è di uso corrente. In spagnolo (407) a. / acabamos en la solución menos convencional posible para la comida de una tesis doctoral / que fue / irnos / a un Vips / cercano // &eh / esa es la primera comida que [/] de tesis doctoral que he hecho en un Vips / y / desde luego si sus resultados van a ser tan buenos como los de / esta vez / estoy dispuesto / a hacer todas las comidas de tesis doctorales en los Vips // [efammn09] b. LUC: si lo vas a pasar mal / yo prefiero acompañarte // [efamdl21] c. EVO: [<] <es verdad> / porque lo hicieron en un orfanato / y tiene que ser el niño pequeñito // EVA: es / &eh [/] [la peli] si la vas a ver [el niño] es el de tazón // el del pelo / cortado así tazón / rubito / y con los dientes / así / <un poco> ... FER: [<] <así que> es el hermano ... EVA: del primo de / Sergio // el novio de María // [epubcv02] 5.4. si/se indicativo passato nella protasi 5.4.1. si/se indicativo imperfetto – indicativo imperfetto 5.4.1.1. Reali Generalmente, questa combinazione serve ad esprimere eventi abituali nel passato; il nesso si/se, pertanto, equivale a <cada vez que>/<ogni volta che>, cuando/quando. Questa combinazione indica «circostanze pienamente reali; in tal caso si ha spesso “un sottosenso temporale che si accosta a ogniqualvolta”» (Serianni 1988, p. 498) 246 Subordinate condizionali In spagnolo (408) / pues el tío le cogía una [/] una manía al otro / y una rabia ... o si / Jon me hacía caso y me hacía hacerle caso a él / se enfadaba con él / y le pegaba // [epubdl08] In italiano (409) MAU: [<] <si> doveva ripetere i dialoghi / e se qualcuno sbagliava un [//] non una virgola / un' intonazione / eh uh lo diceva xxx // quel nove era più secco hhh // [ifamcv06] 5.4.1.2. Controfattuali Questa combinazione è usata anche per esprimere eventi controfattuali, dato che si riferisce a un’ipotesi non realizzata. Montolío (1999, p. 3669) la segnala come appartenente alla varietà “substandard” e come marcata sociolinguisticamente. Anche Mazzoleni (2001 II, p. 761) per l’italiano fa un’osservazione simile: «Per i costrutti controfattuali [...], il sistema “substandard” utilizza l’indicativo imperfetto in protasi e apodosi». Tuttavia, lo stesso studioso (2001 II, p. 754) considera anche questa realizzazione come appartenente alla «variante colloquiale del sistema standard, presente talora anche in livelli più alti, [che] prevede la possibilità che l’indicativo imperfetto sostituisca il congiuntivo piuccheperfetto nella protasi e/o il condizionale composto nell’apodosi». Per Serianni (1988, p. 497), che cita Sabatini, la combinazione “imperfetto – imperfetto” con valore irreale è un «costrutto tipico del registro colloquiale, benché in espansione», con l’aggiunta che «oltre che nel parlato, questo uso dell’indicativo irreale [...] compare sovente nella prosa narrativa». In più, però, Serianni sottolinea che anche nell’orale il costrutto “congiuntivo – condizionale” è largamente diffuso nella prosa colloquiale. Effettivamente anche nel parlato, a giudicare dalle occorrenze riscontrate nei corpora di C-ORAL, per esprimere la ‘controfattualità’ è molto più frequente l’uso della combinazione “congiuntivo – condizionale” che quella “indicativo – indicativo”. In spagnolo (410) // y qué pasa ? que / mi madre dijo que por favor que la matasen los nervios / de las muelas que le iban a dejar / porque claro si le daba luego problemas / pues / tenían que quitar otra vez / todo el puente para <matármelos> // [efamcv06] Felisa Bermejo Calleja 247 L’esempio spagnolo – l’unico trovato nei corpora di C-ORAL – è però un segmento di discorso riferito, nel quale le forme verbali all’imperfetto corrispondono a forme verbali del presente in stile diretto. Si sarebbe potuto enunciare con le forme al “congiuntivo piuccheperfetto – condizionale composto” del discorso riferito, ma in questo caso tale struttura corrisponderebbe a quella composta dalle forme del “congiuntivo imperfetto – condizionale semplice” del discorso diretto. In italiano (411) a. POL: però se c' era un manuale unico / l' era meglio / eh // <xxx> // [ifamcv27] b. VAL: la borsa / ce l' hai ? NIL: no // bisogna mi compri anche quella // VAL: se 'un me la metteo io / te la prestavo // [ifamdl11] 5.4.2. si/se indicativo passato nella protasi 5.4.2.1. si/se indicativo passato remoto nella protasi In spagnolo, ci sono pochissime occorrenze. Si si abbina con tempi diversi nella protasi. In italiano non sono stati trovati casi con verbi al passato remoto. In spagnolo (412) a. + no porque me halaguen de lo que estoy haciendo / o no / o no haciendo / simplemente les + si me salió bien qué bueno / pues doy la cara / si me salió mal / de todos modos tengo que darla // [emedrp03] b. ¡hombre! / si estuviste en la Oriental / estabas sin &cober [/] sin cobertura ? [efamdl05] c. // y es decir / si / Cristo / no existió / si fue un puro mito / habría que [/] que [/] que hacerle a ese / creador del mito / tal monumento / que no habría visto yo a nadie / parecido a este hombre // un creador fantástico // [emedts03] In italiano (413) Se il nonno decise così, avrà avuto le sue buone ragioni. Tranne con strutture particolari, non si usa il perfetto semplice in protasi e in apodosi nello stesso periodo ipotetico (cfr. Mazzoleni 2001 II, p. 756). «Il doppio passato remoto è poi accettabile solo in costrutti dal valore ad es. concessivo- 248 Subordinate condizionali avversativo (Se Picasso attraversò tutte le avanguardie storiche, le sue opere furono in ogni caso tra i migliori esempi di classicità del ‘900) e non in quelli dove fra i contenuti proposizionali espressi si istaura il tipico rapporto ‘condizione-conseguenza’ (??Se prenotammo in tempo, assistemmo alla prima di Falstaff)» (Mazzoleni 2002, p. 67). Tra italiano e spagnolo, le eventuali differenze nella distribuzione dell’uso del passato remoto e prossimo nel periodo ipotetico rispondono ai diversi valori temporali che tali forme hanno nel sistema verbale di ogni lingua. ₪ Rispetto al passato remoto dei due primi casi in spagnolo, i corrispettivi in italiano avrebbero il verbo al passato prossimo. 5.4.2.2. si/se indicativo passato prossimo nella protasi Per quanto riguarda il passato prossimo, negli esempi trovati non si osserva nessuna differenza tra le due lingue. In spagnolo (414) a. CAR: si has cobrado más IVA / del que / tienes que pagar / pues lo compensas / con el trimestre siguiente // [enatbu01] In italiano (415) b. // &he / per esempio / l' industria del mobile / se ha segnato il passo / in certi momenti / ha lasciato spazio a commercializzazione del mobile // [ipubmn02] Le eventuali differenze, come abbiamo già indicato, rispondono ai diversi valori temporali che queste forme verbali hanno nelle due lingue. In spagnolo (416) Si el año pasado fuiste de vacaciones a la montaña, este año podrías ir a la playa. In italiano (417) Se l’anno scorso sei andato in vacanza in montagna, quest’anno potresti andare al mare. Felisa Bermejo Calleja 249 5.5. si/se congiuntivo imperfetto nella protasi 5.5.1. Frequenza di uso delle forme in -se- o in -ra- in spagnolo Nei corpora C-ORAL di spagnolo, si è osservato che è più frequente l’uso delle forme in -ra-. In più, si è rilevato che le forme in -se- sono usate esclusivamente nella combinazione canonica “congiuntivo imperfetto – condizionale semplice”; se la combinazione è “mista”, l’unica forma utilizzata è con la sillaba -ra-. Sono soltanto tre le occorrenze riscontrate con il congiuntivo imperfetto recante la sillaba -se-. Con la sillaba -ra- ci sono sei occorrenze – dunque il doppio – con la combinazione canonica, e dieci occorrenze con combinazione mista. Considerando dunque il totale di occorrenze, si sono riscontrate sedici forme in -ra- contro tre forme in se-. La prevalenza delle forme in -ra- nel costrutto condizionale nei corpora CORAL non fa che confermare la sua predominanza nell’uso generale, sia nello spagnolo di Spagna sia in quello dei paesi ispanici. «Los trabajos dialectológicos y sociolingüisticos disponibles muestran de forma casi unánime el mayor empleo actual de la forma cantara. Por el contrario, el predominio de cantase había sido considerable durante todo el periodo clásico y al menos hasta mediados del siglo XIX, iniciándose a partir de ese momento un rápido declive que llega hasta nuestros días» (Blas Arroyo 2005, p. 86). 5.5.2. si/se congiuntivo imperfetto – condizionale semplice Questa combinazione è quella rappresentativa dell’espressione della ‘potenzialità’ o “casus possibilis”, ma può anche esprimere la controfattualità, «de ahí que las estructuras <si + imperfetto de subjuntivo> fluctúen entre la potencialidad y la irrealidad» (Montolío 1999, p. 3661). Sia in spagnolo sia in italiano lo stesso schema verbale può essere l’espressione dei due valori: possibilità o impossibilità. Tuttavia la struttura «<si + imperfecto de subjuntivo> constituye el esquema prototípico de las condicionales potenciales; de hecho, el valor de irrealidad es un efecto de sentido que deriva de factores externos que se suman a la estricta combinación verbal» (Montolío 1999, p. 3661; cfr. anche Mazzoleni 2002, p. 72). 250 Subordinate condizionali 5.5.2.1. Potenzialità La nozione di potenzialità è legata al non compromesso, da parte del parlante, rispetto alla probabilità di realizzazione del contenuto proposizionale (cfr. Montolío 1999, p. 3667). In spagnolo (418) // por lo tanto ahora el Partido Popular / políticamente / sería un traidor / si ahora / dijera / que se desmarca // [enatps02] In italiano (419) MIS: qualcuno ci dice che Bruna Galante / la sera della scomparsa / è stata con la sua amica / anche in un altro bar // se così fosse / si aprirebbe uno spiraglio // che ci aiuterebbe a comprendere / questa storia / piena di misteri // [imedrp04] Quando gli eventi sono orientati verso il futuro, il parlante manifesta dei dubbi rispetto alla probabilità di realizzazione dei fatti. In spagnolo (420) [/] que quedan muchas veces / porque Jorge / está enamorado de Raquel // está enamorado de Raquel / y quiere volver con ella // y nada pues si / Raquel quisiera perfectamente / podría estar con él // pero perfectamente // perfectamente // [efammn03] In italiano (421) HED: [<] <perché> se a Monte Morello ci fosse / piglierei un po' di [/] di legni // [itelpv01] In alcune occasioni l’enunciato con questo schema fa riferimento a una situazione che non è reale nell’attualità, nel momento dell’atto comunicativo, ma che viene ipotizzata al fine di prevedere la conseguenza possibile nel caso si verificasse (cfr. Montolío 1999, p. 3668). In spagnolo (422) // es decir / si pudiéramos ver el espectro / digamos / &mm / solar / es decir el mundo de los colores / en un plano vertical / de la cabeza a los pies / veríamos que los colores fríos / están arriba / los colores cálidos / están abajo / y que en esta zona del diafragma / digamos coexistirían / el [/] el verde / y el amarillo / que no por casualidad son / emblemáticamente los colores de la fotosíntesis / no ? [emedsc03] In italiano Felisa Bermejo Calleja (423) 251 // ma se noi / si facesse un esperimento [...] e si mettesse / in una stanza / tutti i dirigenti della sinistra // al buio / così non si riconoscono // poi / dopo / c' ha pensato / che / probabilmente / se si riconosceva la voce // con un distorsore della <voce> // [...] distorsore della voce / si vedrebbe / che in realtà / tutti sarebbero d'accordo // [ifamcv23] «La combinazione “congiuntivo imperfetto nella protasi + condizionale semplice nell’apodosi” sembra neutralizzare l’opposizione tra “mera ipoteticità” e “controfattualità”, poiché può esprimere sia l’uno sia l’altro valore semantico: [Se piovesse molto forte, uscirei con l’ombrello]» (Mazzoleni 2001 II, p. 758). Per quanto riguarda l’aspetto sociolinguistico di questa struttura, Montolío (1999, p. 3668) segnala che in essa sembra confermarsi l’idea che le forme standard siano associate ai livelli socioculturali più alti: «Es predecible por consiguiente, que se siga considerando a esta variante como la más prestigiosa para la expresión de potencialidad». 5.5.2.2. Controfattualità Mediante l’imperfetto congiuntivo si attua la sospensione della realtà dei fatti; se l’azione è proiettata verso il futuro, i fatti sono presentati con una minore aspettativa di compimento (rispetto al presente); se fa riferimento a un’azione attuale rispetto al momento dell’enunciazione, la sospensione della realtà diventa impossibilità assoluta. Se compaiono esplicitamente gli avverbi ahora, adesso o espressioni simili, ciò «informa que el mundo del enunciado es incompatible en la actualidad con el mundo en el que se produce la enunciación. En la interpretación de estas oraciones como irreales cabe considerar, además de la presencia de tales deícticos temporales, la existencia de verbos estativos, es decir que expresan no un proceso sino un estado que en principio no se espera que cambie en el futuro» (Montolío 1999, p. 3661). Un esempio di Söhrman ripreso da Montolío illustra molto chiaramente che, quando il verbo è di carattere stativo, l’irrealtà può essere espressa dal congiuntivo imperfetto orientato verso ‘adesso’, ma quando il verbo è di significato dinamico, per l’espressione dell’irrealtà è necessario l’uso del piuccheperfetto: (424) Si [Adolfo Suárez] fuera alemán, seguramente se confundiría con el joven Werther, si fuera venezolano tendría las características de José Lezama Lima, y si hubiera nacido inglés vendría a parecerse al 252 Subordinate condizionali rabiosamente romántico lord Byron [Ya, 29-IV-11990] (Montolío 1999, p. 3662). Nei seguenti esempi, la lettura controfattuale viene immediatamente suggerita dal confronto dei fatti espressi dai verbi con il momento dell’enunciazione che evoca una realtà contraria a quei fatti. In spagnolo (425) GAB: si lo supiera / en estos momentos sería multimillonario / porque jugaría a la lotería cada día y ganaría // [emedsp06] In italiano (426) // certo è / che se avessi vent' anni / e uno mi chiedesse / cosa vuoi fare da grande / ti dico subito / che / forse / questo lavoro / non lo sceglierei // [ifammn13] In altre occasioni, il valore di irrealtà viene determinato dal contesto linguistico e/o extralinguistico: «Si aggiungono altre indicazioni di falsità, provenienti in genere dal confronto fra contenuto proposizionale espresso e contesto extralinguistico» (Mazzoleni 2001 II, p. 758). È il contesto extralinguistico, con l’insieme di conoscenze che condividono gli interlocutori, a permettere di interpretare l’esempio (427) come controfattuale, dato che, almeno per adesso, le telecamere non sono in grado di riprendere né di trasmettere gli odori. In spagnolo (427) // y si / las cámaras recogiesen / el olor / infecto / que estamos aquí / oliendo / no haría falta explicar más nada // esto es / una inmundicia / y con esto se riega en la vega baja del Segura // [emedrp05] Nel seguente esempio il contesto linguistico, cioè l’informazione prima o dopo l’enunciato, permette di chiarire se il soggetto non ha altri soldi e il parlante lo sa (e quindi l’ipotesi sarebbe “irreale”); oppure se ne ha, ma il parlante non ne è sicuro, e suppone che ne abbia o ne avrà nel futuro (in questo caso l’ipotesi sarebbe “potenziale”). In italiano (428) DOM: [<] cioè / <se avesse &di> [//] altre disponibilità / di investimento / no // ecco / nel breve / sarebbe disposto <a sopportare> + [inatbu01] Felisa Bermejo Calleja 253 5.5.3. si/se congiuntivo imperfetto – indicativo imperfetto In spagnolo, si sono trovate tre occorrenze di questa struttura, mentre in italiano nessuna. Anche se in spagnolo questo schema non è ritenuto di uso normativo, è molto utilizzato nel registro colloquiale, e quindi potrebbe essere considerato come appartenente allo standard informale (cfr. Montolío 1999, p. 3669). L’uso dell’indicativo imperfetto al posto del condizionale, implica un impegno maggiore da parte del parlante per quanto riguarda la realizzazione dell’evento indicato dall’apodosi, se si verifica la condizione espressa nella protasi. Non si tratta quindi di una mera sostituzione di forme verbali, ma dell’uso di una variante. La forma dell’indicativo imperfetto è più assertiva. In spagnolo (429) a. ELE: y el pobre me decía [/] me decía / pero [/] pero / qué pasa ? o sea no te importo nada ? <y yo> ANA: [<] <claro> // ELE: / le decía / o sea / mira / bueno / para empezar / si no me importara / no estaba ahora mismo aquí // eso / para empezar // porque he estado contigo + no / <perdona> / [efamcv10] b. // y eso a mí no me parece raro / porque es un buen programa / lo que pasa que lo hacían más en plan realista / habían recreado toda la época de los dinosaurios / y ese programa tuvo un montonazo de audiencia // y lo pusieron [/] porque lo pusieron a las nueve y media / los sábados / una hora de mucha audiencia / y la gente cogió y lo vio // si en vez de Tómbola / pusieran otro programa / de esas características / <a lo mejor también tenía audiencia> // [efamdl18] c. ALV: yo se lo dije // que si tuviera dinero me [/] le decía a ver si me podía sacar otro su tío // JOA: es que tío / <xxx> + ALV: [<] <es que> le hace un [/] un veintipico por ciento / y aparte le quita el IVA // JOA: ¡madre mía! // ALV: con lo cual / un cuarenta por ciento de descuento // [etelef08] 5.5.4. si/se congiuntivo imperfetto – condizionale composto Il condizionale composto indica un processo realizzato in precedenza a quello indicato nella protasi. 254 Subordinate condizionali In spagnolo (430) – Este coche no va bien. A este coche le pasa algo. – ¿Por qué? Yo no he notado nada raro. – No, no. Si todo fuera bien, no habría tardado tanto en adelantar a esos dos camiones (García Santos 1988, p. 225). In italiano (431) a. SAM: se non [/] se non fossi certo di quello che dico / non l' avrei mai detto // [inatla03] b. MAR: [<] <bene> // <allora / avete capito> / se no tra l' altro non sarebbe qui / ma non lo avremmo reiterato / tra virgolette / nell' errore di invitarli / se non fossimo convinti già / non solo della buona fede / ma dello spessore culturale // [imedts02] 5.5.5. si congiuntivo imperfetto – congiuntivo piuccheperfetto In spagnolo, nell’apodosi il congiuntivo piuccheperfetto si alterna con il condizionale composto (vedere infra), e indica anch’esso la differenza di tempi, cioè l’anteriorità dell’evento espresso nell’apodosi rispetto a quello espresso nella protasi. In spagnolo (432) CUR: [<] <¡hombre! / por qué> hace esa pregunta / si no es porque / hay / dentro de la estrategia del Partido Socialista / el que / no hay diálogo social / y el que la posición de UGT / es la que hay que defender ? si estuviera de acuerdo con Comisiones Obreras / pues no hubiera hecho esa pregunta // hubiera dicho yo / por qué va tan bien el diálogo social / [emedts01] ₪ In italiano, nell’apodosi non è possibile usare il congiuntivo piuccheperfetto, ma solo il condizionale composto. 5.5.6. si/se congiuntivo imperfetto – indicativo presente La protasi con il congiuntivo imperfetto costituisce un’ipotesi che esprime un alto grado di improbabilità. Gli esempi (433 a, b) sono orientati al futuro. L’apodosi al presente attualizza l’azione indicata, riportandola narrativamente al momento attuale. In certi enunciati, il presente conferisce una Felisa Bermejo Calleja 255 forte assertività al contenuto dell’apodosi e trasmette la ferma convinzione del parlante, che di conseguenza si impegna con quanto affermato. In italiano c’è un elevato numero di occorrenze con questa combinazione: sette in totale. In spagnolo se ne incontrano quattro. In spagnolo (433) a. BEA: sí // bueno / te dejo el análisis / también // te puede ayudar // vamos / te puede ayudar... LUC: <sí hhh> // %act: (1) laugh BEA: [<] <si te vieras> / muy liada / vamos / <ya ves tú / qué problema> // LUC: [<] <me puede venir muy bien> // [epubdl05] b. PIL: [<] <y Carlota puede sacar la> [/] la flauta + LOL: ¡ah! // ésa es otra // pero claro // si Carlota se viniera a España / que no lo va a hacer / ya / podemos quedar con el del violín / hhh / <y &no> [/] %act: (26) laugh PIL: [<] <y ya hacéis un trío> // LOL: y hacemos un trío // <bueno> + [efamdl01] In italiano (434) a. JHO: che senso // vale a dire se io dovessi accettare / perdo il personaggio // perché alla fine diventa uno Zentarim // [ifamcv07] b. [///] in salotto davanti / 'un vo mai a leggere // perché se / andassi / mi mandan via // [ifamcv13] c. // ma se si dovesse anche rivelare / non nocivo / noi / allo stato delle cose di oggi / data l' incertezza della letteratura scientifica su questo problema / abbiamo il dovere / di &he evitare / che il [/] i cittadini / siano sottoposti / a quest' ulteriore / bombardamento di onde elettromagnetiche // [inatpd02] 5.5.7. si/se congiuntivo imperfetto – imperativo Il congiuntivo imperfetto, in contrasto con l’indicativo presente, sottolinea l’improbabilità e l’eventualità. In spagnolo (435) BAR: yo el viernes / pues salgo de / la universidad de trabajar a las [/] pues yo creo que a las / dos y media como muy tarde / podría estar // hombre si comemos con Jose / llego antes // llego a las dos y cuarto / o por ahí // 256 Subordinate condizionali ABU: bueno / pues no // quedamos a la hora que tú / vienes / pero vente pronto // si hubiera alguna novedad / [etelef02] In italiano (435 bis) / niente / ci dovrebbero essere tutti / questi pezzi qua / perché sono già matricole / già state inserite / però / se te non dovessi trovare i pezzi / vai da Fazzi della [/] dell' ufficio gestione dati e / niente / senti se è libero / te li fai inserire subito // [ifammn17] 5.5.8. si/se congiuntivo imperfetto – futuro L’imperfetto, come si è già detto, ipotizza con un alto grado di improbabilità. L’uso del futuro nell’apodosi è segnalato da Mazzoleni per l’italiano; lo studioso sottolinea che esso «trasforma il costrutto nell’espressione di un proposito», interpretazione che si applica molto bene all’esempio (437 a). In spagnolo (436) JES: pero porque van un día a comer por ahí // si fueran todos los / días / o / tres o cuatro días a la semana / ya verás como echaban de menos // MAD: ¡hombre! / <xxx> // JES: [<] <la comida de aquí> // porque / no es lo mismo comer de cuchara / [efamdl10] In italiano (437) a. MAR: ma non vuole fare la cantante / no ? RUF: no // no // se / dovesse però capitarmi / &he / un' occasione / anche / &he / nel campo musicale / sicuramente + MAR: vuole accennare qualcosa / questa notte ? <una canzone napoletana xxx> + RUF: [<] <ma / seguirò> sicuramente / la cara Giovanna / che [/] che canta una canzone / a me / molto al cuore // seguirò lei // [imedin04] b. MIC: [<] <ma lui> non si deve sentire / un altro personaggio // deve essere / un altro personaggio // ANT: secondo me / tu / se dovessi fare il regista / attori / per i tuoi film / non ne troverai mai // MIC: è chiaro // perché io sono una persona seria // un professionista serio // [ifamdl01] Felisa Bermejo Calleja 257 5.5.9. si/se condizionale semplice – condizionale semplice In spagnolo, la sostituzione del congiuntivo imperfetto con il condizionale semplice nella protasi è un fenomeno diatopico, che in Spagna si verifica in certe zone del nord. «La sustitución de las formas del imperfecto de subjuntivo (cantara/cantase) por las del condicional (cantaría) aparece plenamente consolidada en una amplia zona dialectal peninsular, que comprende las regiones de Navarra, La Rioja, País Vasco, Cantabria y una buena parte de Castilla y León» (Blas Arroyo 2005, p. 100). Questo fenomeno, «en América, ha sido registrado en Argentina [...]. Se presenta igualmente en otros lugares del continente americano [...] Santo Domingo, Guatemala, Colombia, Ecuador y Chile» (Ridruejo Alonso 1990, p. 374). Il fenomeno però non si limita alle subordinate condizionali, ma si estende anche alle subordinate finali, temporali, sostantive, ecc. (Veiga 1991, p. 248). La Real Academia della lingua spagnola disapprova questo uso, che considera «vulgarismo que no cabe en la conversación culta o en la lengua literaria» (Esbozo 1973, p. 473). In italiano, il fenomeno non è collegato alla geografia bensì alla parlata infantile o a livelli socio-culturali bassi. «L’uso del condizionale anche nella protasi [...] è molto comune nel linguaggio infantile in tutta Italia» (Mazzoleni 2001 II, p. 755). Berruto (2003, p. 119) segnala che il “periodo ipotetico a doppio condizionale” è un tratto frequente dell’italiano popolare, mentre non è riscontrabile nell’italiano colloquiale. I corpora C-ORAL non riportano nessun esempio in spagnolo, in quanto la registrazione è stata effettuata nell’area di Madrid e dintorni, anche se i partecipanti possono avere origini geografiche diverse. C’è un’occorrenza in italiano. In italiano (438) FRA: [<] <tre caffè> mediamente // se sarei a casa / ne farei di più / però a casa <non ci sono mai> // [ifamcv05] La registrazione è stata compiuta a Firenze, ma il parlante “FRA” è di origine calabrese; è un uomo tra i 25 e i 40 anni, artigiano, di cui non è stato indicato il livello d’istruzione. 258 Subordinate condizionali 5.6. si/se congiuntivo piuccheperfetto nella protasi 5.6.1. Frequenza di uso delle forme in -se- (hubiese) o in -ra- (hubiera) nella protasi Per quanto riguarda la frequenza di uso della forma in -se- o in -ra- nella protasi, è più frequente la forma in -ra-, con otto occorrenze di fronte a quattro. 5.6.2. Frequenza di uso dell’ausiliare habría o hubiera nell’apodosi Per quanto riguarda la forma verbale utilizzata nell’apodosi, si è riscontrato un solo caso con il condizionale composto. Ci sono invece sette occorrenze con il piuccheperfetto, ma non tutte sono forme in -ra-, perché in due casi è stato usato l’ausiliare hubiese. È da notare che si ripete la stessa forma scelta nella protasi. Anche il corpus C-ORAL conferma quindi i dati raccolti da altri corpora orali sullo scarso o nullo uso del condizionale composto, come segnala Montolío (1999, p. 3671): «En los ejemplos procedentes de corpus de lengua oral sólo se encuentran en la apódosis formas de pluscuamperfecto de subjuntivo, y la lengua escrita periodística se decanta también claramente por esta secuencia de formas verbales». Questi dati inducono la studiosa a suggerire che forse non c’è veramente un’alternanza, dato che si registrano così pochi casi con condizionale composto. 5.6.3. Controfattualità I periodi ipotetici con la combinazione “congiuntivo piuccheperfetto – condizionale composto” sono interpretati di norma come controfattuali, perché la condizione è passata ed è incompatibile con il mondo dell’enunciazione. Tuttavia Mazzoleni (2001 II, p. 758) segnala il fatto che la combinazione in sé non garantisce la lettura controfattuale, perché questa interpretazione richiede anche dei dati del contesto linguistico. Felisa Bermejo Calleja 259 5.6.4. si/se congiuntivo piuccheperfetto – condizionale composto In spagnolo, c’è solo un caso con il condizionale composto nell’apodosi (gli altri hanno il congiuntivo piuccheperfetto); in italiano si sono trovate sei occorrenze. Nelle due lingue, gli esempi sono di files (med e nat) appartenenti al registro colto. In spagnolo (439) // porque / lo demuestra / el hecho de que el uno de mayo / siga vigente / no ? el uno de mayo / a fin de cuentas / qué es ? la conmemoración / de acontecimientos / trágicos / de hace ciento diez años / no ? de los que lamentablemente / el movimiento obrero está / sobrado // quiero decir / que si hubiera [/] si hubieran quedado anclados / en su pasado / el primero de mayo habría pasado también a mejor vida / no ? porque ha habido tantos acontecimientos posteriores / tan trágicos / o más que aquel / de / Chicago / que / no [/] no [///] habría perdido su vigencia // [emedin01] In italiano (440) a. MIC: senti / ma' / Gina Lolobbriggida / <se fosse stata> giovane oggi + MAR: [<] <va bene / è yyy / yyy> ... MIC: avrebbe fatto tutt' altro tipo di film // [ifamdl01] b. // se si fosse aggiunto anche / il rifiuto delle olimpiadi / certamente i cinesi / si sarebbero convinti / che l' Occidente vuole isolarli / vuole riportarli / ad una situazione di inferiorità / dalla quale si sono liberati / negli ultimi cinquant' anni // [imedts07] c. // all' inizio del duemilauno / CIPLA ha fatto quest' offerta di trecentocinquanta dollari a Medici Senza Frontiere // si comincia ora a intravedere / a livello delle grandi industrie / un' offerta di circa seicento dollari // le grandi compagnie / non avrebbero fatto spontaneamente queste proposte / se non ci fosse stata questa concorrenza sul mercato mondiale // [imedrp03] d. + io credo che la vera vergogna / sarebbe stata / se noi avessimo assistito alla deriva caotica / alla tragedia / dell' Albania / senza curarci / che lì / potesse finire / in un' altra Jugoslavia // [imedts03] 260 Subordinate condizionali 5.6.5. si congiuntivo piuccheperfetto – congiuntivo piuccheperfetto Per Ridruejo Alonso (1990, p. 376) l’uso del condizionale composto e del piuccheperfetto nell’apodosi è un caso di neutralizzazione motivata dal fatto, più ampio, che l’opposizione tra condizionale e congiuntivo passato è percepita dal parlante come di scarso rendimento e poca trasparenza. Per il medesimo autore (1990, p. 376), è molto breve la distanza tra i valori temporali e modali di amaría e amara; questo fatto spiega da un lato l’uso di amaría per amara nella protasi in certe zone, e giustifica, dall’altro, certi casi di neutralizzazione, come per esempio nell’apodosi. (441) Si hubiera tenido dinero lo habría comprado/hubiera comprado. 5.6.5.1. Si hubiera + participio – hubiera + participio Ci sono cinque occorrenze con la combinazione di congiuntivo piuccheperfetto con l’ausiliare hubiera. Appartengono indistintamente al registro familiare (tre) e al registro colto (due) (med e nat). È da notare che non ci sono casi con la combinazione incrociata hubiese-hubiera. In spagnolo (442) a. / porque se supone que no puedes meter dólares / que los tienes que declarar ... bueno / todo allí // si me hubiera querido / meter / &mm / mil kilos de heroína hhh / los hubiera metido / porque es que nadie / controló nada // [efamcv04] b. ARA: porque hhh le digo [/] digo qué te ha pasado ? dice nada / que me he [/] que me he cortado el dedo // dice soy carnicero / y / claro / no me voy a pintar // si hubiera / sido secretario / pues a lo mejor / me hubiera pinchado con un boli // dice / pero al ser carnicero / pues me he llevado media uña // digo ¡joder! // así es que / tía ... [efamdl37] c. JOS: [<] <qué pasó ayer> / con Pilar Urbano ? <que me acabo de enterar> // LUI: [<] <no / no lo sé> // &eh / por qué no has &es [/] por qué [///] si hubieras escuchado la radio lo [///] <te hubieras enterado> // JOS: [<] <estaba de viaje> / Luis // [emedts02] ₪ In italiano non è possibile utilizzare il congiuntivo piuccheperfetto nell’apodosi. Felisa Bermejo Calleja 261 5.6.5.2. Si hubiese + participio – hubiese + participio Si sono trovate due occorrenze con l’ausiliare hubiese nell’apodosi. Lo schema non è “normativo”. È interessante il fatto che tale forma è stata utilizzata nei casi in cui la protasi presenta lo stesso ausiliare; in altri termini, non si sono trovate combinazioni incrociate con hubiese e hubiera. In spagnolo (443) a. // y después de estar tú tanto tiempo / haciéndole un servicio / como has hecho / que has ido / a hacerle su avío a ella / ahora que no le interesa / pues ... y la llamé y [/] y discutí con ella // vamos / se lo dije // y luego / dice ya sabes que puedes venir cuando quieras // digo / no // en estas condiciones / usted sabe que no // si usted hubiese sido una persona más honrada y más leal / yo le hubiese ido yendo // eh ? cuando [/] cuando hubiese podido // digo pues ya pues / ya no / ahí ya no estoy tampoco // [efammn08] b. LOC: oye / Fernando / tengo una duda / se entiende uno mejor / por [/] por [/] por ley natural / con los que estás conviviendo todos los días del año / que con los que ves nada más que en las convocatorias ? lo digo porque la jugada ha sido de tiralíneas / Raúl / Helguera / y tú // MOR: sí // yo creo que / ha dado la casualidad / que hemos estado ahí los tres de [/] del Madrid / no ? pero bueno / yo creo que si hubiese estado otro / &tam [/] también lo hubiésemos / hecho así o / por lo menos / &eh / hubiésemos intentado que hubiese salido / no ? lo que pasa que la casualidad ha hhh sido que / la hemos tocado los tres del Madrid hhh // [emedsp02] ₪ In italiano non è possibile il congiuntivo piuccheperfetto nell’apodosi. 5.6.6. si/se congiuntivo piuccheperfetto – condizionale semplice Il periodo è controfattuale; l’azione della protasi appartiene al passato, mentre l’azione dell’apodosi giunge al momento dell’enunciazione. In spagnolo (444) a. ALV: con lo cual / un cuarenta porciento de descuento // JOA: pues que yo no tengo de dónde sacar yo ahora doscientas mil pesetas / ni vamos // %alt: (1) pos ALV: yo es que no tengo un pavo // vamos / si no &s [/] ya ves que si me lo compraba // JOA: si por ejemplo no hubiese hecho el curso / con el dinero que gane así 262 Subordinate condizionali en lo del trabajillo / pues / sí que me lo podría permitir // pero luego también piensas y dices / qué haces / teniendo un PC bueno + sí &a [///] por pijería // porque a mí me gustaría tenerlo // pero / qué haces con dos ordenas en casa ? hombre yo la cuestión <sería> + [etelef08] b. VER: [<] <sabes> ? ¡coño! / estoy haciendo &a [/] ahora / que mejor / si lo hubiera hecho antes / podría hacer / después / o sea / <hhh> / [efamdl13] In italiano (445) VFC: se queste persone fossero nate nel nord del mondo / avrebbero più speranza di vita // ma non qui in Africa // nel mondo ricco / l' AIDS è sotto controllo // [imedrp03] In spagnolo ci sono due occorrenze: una con hubiera e l’altra con hubiese nella protasi. In italiano si è trovato un solo caso. 5.6.7. si/se congiuntivo piuccheperfetto – indicativo presente Mentre l’azione della protasi appartiene al passato, lo stato di cose indicato dall’apodosi mantiene qualche tipo di attualità. In spagnolo (446) a. VIC: ¡hombre! / eso está claro / no ? que no haber debutado / pues sería una desilusión // pero bueno / ya te digo / que el que manda es el entrenador y / si no me hubiera sacado pues / no pasa nada / no ? [emedsp02] b. DAS: y ya nada / los techos del [/] la cocina / del baño / ya están / y / me falta la habitación pequeña / y el comedor // el comedor va a ser lo peor // [...] DAS: es alisar // lo peor es alisar // porque claro / si hubiésemos dado una &men [/] una mano de temple / pues ya está todo hecho / y ya está /// [epubdl10] In italiano (447) // quindi tutti i prezzi vanno controllati che siano in euro / e poi / niente / se c' hai da fare delle modifiche / più o meno se l' ultimo prezzo che è stato mandato via / nel novantotto / considera un &an [/] un aumento annuo del cinque per cento // e poi / appunto / se fosse stato in lire / considera la conversione in euro / e [/] e va bene così // [ifammn17] Felisa Bermejo Calleja 263 In spagnolo ci sono due occorrenze: una con hubiera e l’altra hubiese nella protasi. In italiano si è trovato solo un caso. 5.6.8. si/se congiuntivo piuccheperfetto – indicativo imperfetto In spagnolo (448) Si hubiera tenido dinero, claro que te lo compraba. In italiano (449) // poi / da quest' altra parte / ci sono le zucche // che io / avevo messo / circa un mesetto e mezzo fa / dentro a una serra di vetro // come vedi sono + c' hanno già le zucchettine // altrimenti / se le avessi messe / in terra libera / ci voleva ancora un &pa [///] un mesetto circa / per avere i frutti // [ifammn24] In italiano vi sono tre casi. 5.7. <como si> / <come se> In questo costrutto, alla condizione ipotetica introdotta da si/se si aggiunge il significato comparativo introdotto da como/come. «Constituye un recurso gramatical máximamente económico, pues subsume la expresión de una comparación condicional hipotética que desempeña una función adverbial modal» (Montolío 1999, p. 3679). La costruzione è stata considerata un’elisione, nel senso che dopo <como si>/<come se> viene omessa l’apodosi, che sarebbe allo stesso tempo la proposizione principale della frase comparativa. Questo nesso si combina soltanto con congiuntivo passato (imperfetto e piuccheperfetto). La struttura ha diversi valori semantici che danno luogo a diverse funzioni: uso descrittivo metaforico; uso della protasi come una congettura; espressione di sorpresa o disapprovazione da parte del parlante, ecc. In spagnolo (450) a. // y lo que hacen / es / &eh / coger / hojas secas / que se las meten en la boca / las mastican / eh / luego se las sacan / y las meten en agujeros de troncos / en donde puede haber quedado agua // de forma / que estas hojas lo que hacen es absorber el agua / como si fueran una esponja // sacan / de nuevo estas hojas / y / las estrujan / obteniendo el agua que ha quedado / en las hojas // [enatco01] 264 Subordinate condizionali b. // y al revés / una persona que ha pasado mucho tiempo sin reírse / se va apagando / no ? como si la risa / ayudara a fijar luz / exactamente en ese mismo proceso de <fotosíntesis> // [emedsc03] c. // estábamos en la fiesta de Eva / entra en la cocina / y salta así porque así / a ver quién [/] quién de aquí está casado ? por favor / vaya comentario más estúpido // y dijo [/] y &s [/] salta Sergio / pues ninguno estamos casados / por qué lo dice ? es que además que / así / sin ton ni son // quién de aquí está casado ? dice // como si fuera un orgullo // está casado // soy [/] soy el más guay / porque he estado casado //[efammn03] In italiano (451) a. ELE: trapianto / è proprio [///] è come se ci fosse una luce alla fine del tunnel // [imedsc01] b. ISP: [<] <è come se venisse> da me un bambino / che gli piacciono soltanto le patatine / io non posso dargli solo le <patatine> // [inatpe03] c. // ed è per questo che / la sua data / il millequattrocentoventinove / specie è stata enfatizzata / proprio come / l' inizio di Ferrara / insomma / come se prima a Ferrara non ci fosse stato nulla // [inatte01] Altri nessi complessi che contengono si sono <menos si>, <salvo si> e <excepto si>, che presentano la condizione come l’unico ostacolo che impedisce la realizzazione del fatto. <salvo si> (452) Llegaremos pronto a cenar, salvo si tengo alguna urgencia (Garcés 1994, p. 123). <menos si> (453) Yo me ocuparía de las labores domésticas, menos si tuviera que trabajar todo el día en la oficina (Garcés 1994, p. 123). <excepto si> (454) Los sábados no trabajo, excepto si nos metemos en un atasco (Garcés 1994, P. 123). Felisa Bermejo Calleja 265 6. Nessi condizionali diversi da si/se 6.1. Nessi condizionali “affermativi” 6.1.1. In spagnolo <con tal (de) que> (455) ARA: [<] <y> llega el fin de semana / los padres están todo el día trabajando / llegan por la noche / y a lo mejor / ya les han dado de cenar / xxx la vecina / o la persona que le cuide / o quien sea // y llega el padre por la noche / y no los ve // llegan los fines de semana / y con tal de que estén juntos / y que el niño se calle / se lo llevan al burger / se lo llevan no sé dónde ... le rompen / el esquema // [efamdl15] <siempre y cuando> (456) RAU: verás // la legislación / ahora mismo en España / te dice / que vehículo es todo aquello / que está / capacitado / para circular por vía pública / o vía / privada +[...] RAU: / o privada / incluso / donde se van a mover / un conjunto / indeterminado de vehículos / es decir / &eh / &eh / cualquier recinto [/] cualquier recinto de España se considera [/] se considera / que estaría dentro / los vehículos / siempre y cuando / no / &eh [/] no [/] no se muevan a través del mar o del aire // es decir / <o del ferrocarril> // [epubdl04] <siempre que> (457) a. // se están iniciando los trabajos de revisión del plan / y / no me parece / en [/] &eh / mal / que se / elabore esta ordenanza / siempre que vaya / incluido / en los trabajos de esa revisión del plan / porque si no nos supondría / un trabajo doble / [enatpd01] b. RAU: [<] <mil> litros // siempre que superen los mil litros / se considera ya una instalación <petrolífera> // [epubdl04] I corpora di lingua spagnola forniscono quattro occorrenze di <siempre que> con valore condizionale. Inoltre se ne trovano otto con valore temporale (vedere supra cap. 8). ₪ In italiano, <sempre che> ha soltanto valore condizionale; non ha un uso temporale come in spagnolo. 266 Subordinate condizionali <a condición de que> (458) Le concedieron el crédito a condición de que pagara cada mes las letras (Garcés 1994, 130). 6.1.2. In italiano <a patto che> (459) VFA: benissimo anche la montagna / a patto che non si superino i mille duecento metri / [imedsc01] qualora (460) a. // ma è anche vero che / Facchetti ha / pur confermando queste intenzioni di Moratti / ha detto che / Vieri potrebbe essere ceduto / qualora arrivassero offerte adeguate / che peraltro / al momento / non sono ancora pervenute //[imedsp02] b. ROS: le alternative terapeutiche / qualora esista un' allergia / comprovata alla penicillina / sono / o una cefalosporina / in questo caso c' è il rischio di allergie crociate / oppure l' eritromicina / o comunque un macrolide //[inatco03] Si sono trovate sette occorrenze, di cui due al congiuntivo presente e cinque al congiuntivo imperfetto. Tutti gli esempi appartengono a registri colti: med e nat. È da sottolineare che qualora è il nesso condizionale più usato in assoluto. purché (461) BAB: anche la manutenzione ordinaria // purché / non ne sia stato fatto / un uso indebito // [ifamcv25] ove (462) SEG: / della presidenza delle commissioni xxx / aventi funzioni di controlli di garanzie / ove costituito // quindi / nel momento in cui xxx vengan costituite + FUN: allora però / siccome già il nostro comma otto / dell' articolo / in questione / ti dice / il consiglio / può nominare al suo interno una commissione di indagine <xxx> + [inatpe01] Felisa Bermejo Calleja 267 Ove è caratterizzato, perché impiegato in un «linguaggio giuridicoburocratico-amministrativo» (Mazzoleni 2001 II, p. 772). L’occorrenza trovata, sebbene orale, conferma tale caratterizzazione. <a condizione che> (463) A condizione che tu mi faccia uno dei tuoi caffè, ti sarò eternamente grato (Mazzoleni 2001 II, p. 773). <sempre che> (464) ROD: due / settimane per livello ? allora / all' incirca sei settimane // e l' altro + SIM: sempre che ti riesca / poi alla fine // [ifamcv07] ₪ In spagnolo, oltre al valore condizionale, <siempre que> ha un valore temporale, equivalente come significato a <ogni volta che>. 6.2. Nessi condizionali “negativi” Borrego/Asencio/Prieto (1985, pp. 56 e 145) considerano <a no ser que>, <a menos que>, <excepto que>, <salvo que> nessi di subordinate “excluyentes”, che si costruiscono con l’indicativo o con il congiuntivo. Inoltre, indicano che <salvo que> e <excepto que> possono avere valore condizionale, ma in questo caso selezionano esclusivamente il modo congiuntivo nella subordinata. Anche Pérez Saldanya (1999, p. 3300) segnala <salvo que> e <excepto que> come nessi condizionali quando selezionano il congiuntivo, ma li reputa nessi concessivi quando selezionano l’indicativo. Sia Serianni (1988, p. 521-523) che Dardano/Trifone (1983, p. 325) classificano i nessi <tranne che>, <eccetto che>, <salvo che>, fuorché, <se non che> <a meno che non> all’interno delle subordinate eccettuative. Gli autori indicano che possono selezionare sia l’indicativo sia il congiuntivo. Nel presente studio si segue la classificazione di Montolío, che colloca questi nessi tra i condizionali negativi. 268 Subordinate condizionali 6.2.1. In spagnolo <a no ser que> (465) a. PAC: / [<] <si se te pica> la muela no te enteras // a no ser que te la mires por detrás en el espejo // <no> ? [efamcv06] b. MAL: pues la verdad que / la vida militar / fuera en la calle / no es de un uso / demasiado práctico // a no ser que cada uno / por su cuenta / o por cursos que realice en el ejército / se especialice en algún [/] algún tipo de trabajo / para poder / sobrevivir fuera // [emedrp04] <a menos que> (466) [/] una forma de habla / que / desde un punto de vista / tanto histórico / como sincrónico / nos interesaría / ver / cuál es el estado de una lengua / que sería una lengua patrimonial / nuestra / de alguna manera / no ? a menos que no la consideremos / patrimonio // [enatco04] <salvo que> (467) Iremos al campo el fin de semana, salvo que esté lloviendo (Garcés 1994, 127). <excepto que> (468) Llegarán mañana, excepto que se produzca algún imprevisto. 6.2.2. In italiano <a meno che> (469) GPA: [...] + io ne capisco poco / però / mi sembra anche a me 'na cosa mastodontica / pe' [/] per quello che ci dobbiamo fare // [...] LEO: [<] sì / <a meno che poi non lo usi / magari> / &dic / un domani fai delle serate / lo porti dietro // [...] SRE: quello lo puoi usare // te lo puoi anche portare a casa / il mixer // e usarlo // [ifamcv02] <tranne che> (470) Non prenderò i biglietti, tranne che tu mi dica di farlo Felisa Bermejo Calleja 269 <eccetto che> (471) Nessuno deve compiere del male, eccetto che ciò impedisca un male maggiore. fuorché (472) Ti aiuterò, fuorché tu non abbia già finito il lavoro (De Mauro 2000). 6.3. Nessi condizionali “creatori di mondi possibili” 6.3.1. In spagnolo <en el caso de que> (473) a. MIG: [<] <pero bueno / que> ya / en el caso de que / sea a finales de / marzo / pues ya coges el sueldo de este mes // [efamcv01] b. // bueno / en el caso de que / [/] bueno de que / no se identifique / por ejemplo que se haga la rueda de reconocimiento y no se haya identificado a esta persona / se pone en prisión // [enatla02] Ci sono sei occorrenze. È il nesso complesso più usato nei corpora di spagnolo di C-ORAL. Non sono stati trovati casi di <en caso de que>. <en el supuesto de que> (474) // pero bueno / estoy hablando / en el supuesto de que no tenga que ir a ningún sitio // hhh // entonces lo que hago / es subir a la redacción / y entonces allí primero [/] lo primero que hago / es fumarme un cigarro // me fumo un cigarro / y me leo la prensa // [enatpe04] <en la suposición de que> (475) Incluso en la suposición de que estuviera yo también en Madrid, no te podría ayudar porque no sé conducir. <en la hipótesis de que> (476) En la hipótesis de que llamara, pregúntale cuál es su nuevo número. <en la eventualidad de que> (477) En la eventualidad de que pierdas el tren, te conviene saber que hay un autobús media hora más tarde. 270 Subordinate condizionali <suponiendo que> (478) Suponiendo que hubieras ido, te habría pesado (Santos Río 2003, p. 610). 6.3.2. In italiano <nel caso che> (479) // è / questa / l' elemento di riflessione // come ci si deve atteggiare noi / se si riconferma l' atteggiamento della commissione / che era quello di dire / conta anche l' anzianità / perché l' anzianità / permette di fare un tipo di discorso del super / e [/] e non soltanto dello specializzato / e poi i margini che ci restano / nel caso che rimaniamo ognuno della propria opinione / e quindi non vengono passati e [/] e gli elettrauto / e [/] e i motoristi e i meccanici generici e così via / se andiamo di fronte ai' magistrato // [inatbu02] <nell’ipotesi che> (480) Nell’ipotesi che Giampiero riesca ad affittare quella casa al mare […], passeremo da lui una settimana in luglio (Mazzoleni 2001 II, p. 772). <nell’eventualità che> (481) Nell’eventualità che piovesse molto forte, uscirei con l’ombrello (Mazzoleni 2001 II, p. 774). <(supposto che> (482) Supposto che domenica ci sia bel tempo, andremo a sciare (Mazzoleni 2001 II, p. 774). <ammesso che> (483) Ammesso che quell’edificio fosse stato venduto, nell’archivio del catasto ce ne sarebbe traccia (Mazzoleni 2001 II, p. 774). <a condizione che> (484) A condizione che tu mi faccia uno dei tuoi caffè, ti sarò eternamente grato (Mazzoleni 2001 II, p. 773). Felisa Bermejo Calleja 271 6.4. Nessi temporali con valore condizionale 6.4.1. In spagnolo cuando (485) a. // la harina / hhh / para el pan // me la venía a dejar a la casa // y / me la cobraba cuando tuviera dinero / el [/] el caballero ese / porque era &mu [/] muy buena persona // [efammn01] b. LOC: [<] <&eh / es que / eso> es dibujar la molécula en el ordenador // lo reorientas con el ratón del ordenador / y cuando veas que ya ha quedado / bien / la salvas // en disco // [enatte02] mientras Quando mientras ha valore condizionale seleziona il verbo al congiuntivo. Se il verbo è al passato, l’interpretazione condizionale è fuori di dubbio; se invece è al presente, ci sono due possibili letture, come temporale o come condizionale. In genere il contesto linguistico permette di discriminare il senso. I due esempi trovati in C-ORAL sono chiaramente condizionali: (486) a. MAM: [<] <no / pero yo> / mientras Miguel / no me diga / lo contrario / no puedo ir a sacar los billetes // [efamdl32] b. JUA: eso es // o sea que entonces / vamos a ver / don Gabriel / a mí me parece que / si el Barcelona ficha / a Riquelme / ficha / a un grandísimo futbolista / pero como / los periodistas / que hablamos tanto y tanto y tanto / y de tantos jugadores hhh / pues ya empezamos a no fiarnos / &mm / pensamos / y hemos dicho aquí / mientras no le veamos / con la camiseta azulgrana / no nos lo creeremos // [emedsp06] Il nesso equivalente in italiano sarebbe finché. Per un maggior approfondimento dell’argomento, rimandiamo al capitolo 3 dedicato alle subordinate temporali. ₪ Il nesso italiano mentre non ha valore condizionale. 272 Subordinate condizionali 6.4.2. Italiano quando «Imprime alla proposizione un’accentuata connotazione temporale» (Serianni 1988, p. 502). Rispetto allo spagnolo, in italiano è più facile individuare il valore condizionale grazie al modo congiuntivo del verbo. (487) a. // si poteva dire / noi interveniamo / quando si siano determinate / delle condizioni di evoluzione politica / che consentano / la ricostruzione di una convivenza / civile / che oggi / invece / sono impedite / da una presenza / <come questa> //[imedts03] b. [///] in una situazione in cui / clinicamente / non c' è dubbio che il cento per cento / è la risposta giusta // salvo / in qualche modesto caso / quando ci sia un rischio emorragico particolare / e il vantaggio può essere scarso // avanti //[inatco03] 6.5. Il nesso spagnolo como Il costrutto condizionale introdotto da como è caratteristico dello spagnolo orale. Anche se non ha esclusivamente questa funzione, si può affermare che si è specializzato nell’espressione di messaggi minacciosi oppure di ammonizioni. (488) a. CRI: hhh / sí // de vez en cuando me entran las crisis // digo / como la coja la mato // la voy a partir la cabeza // y esas cosas // pero + [efamcv03] b. VIS: [<] <has cerrado> la puerta de la cocina / del / &pa [/] del comedor ? # nada / a mí // yo no digo nada // así [/] así os coman // luego me + y si + ojalá no haya nada // pero como haya algo / te vas a enterar // [efamdl12] c. MAN: como no haga un horario para cada cosa / RAU: es que si <no macho / es> MAN: [<] <ya no hago nada> // [etelef01] Il fatto rilevante è che la condizione introdotta da como presenta come inaspettata la realizzazione del contenuto dell’apodosi. (489) a. SEV: sí // no // y me dice ahora te llamo / vale ? y yo / vale // y yo me he ido al examen / y digo como este se crea que me llevo el móvil / y yo no me lo llevo ni nada / va a decir qué cabrona / como sabe que soy yo / no me coge <el teléfono / hhh> / [efamdl25] Felisa Bermejo Calleja 273 b. VER: no / pues / como vayas al norte / con la idea esa del [/] del agua calentita / <y no sé qué> ... ADR: [<] <sí> // VER: el norte es que te corta // <es> [efamdl41] c. // pero claro tienes que tener el trabajo / muy bien preparado / porque / normalmente en la cola hay muchos trabajos / y el tuyo entra al cabo de cuatro o cinco días / con lo cual / como resulte / que tu cálculo / lo tengas mal preparado / cuando entre / coge y casca // se cae la máquina / y entonces ya deja de funcionar // [enatte02] ₪ L’italiano non dispone di un nesso formalmente equivalente a como. 6.6. Condizionali con verbo non finito 6.6.1. Locuzioni + infinito 6.6.1.1. In spagnolo <con tal de> (490) / como lo típico cuando estás en un restaurante / y le mola la camarera / y empieza a decir tonterías / inconmensurables / <con tal de llamar su atención> // [efamdl02] <en caso de> (491) // o sea que todos los datos técnicos se &c [/] se cumplen // que no hay ningún error // en caso de haberlos / se desecha la pieza que no valga / y se &r [/] y se realiza el mismo proceso / hasta que se construye una / que sí [/] que sí acepte / los datos técnicos de partida // [enatpe01] 6.6.1.2. In italiano <pur di> (492) Pur di ottenere un lavoro, sono disposto a trasferirmi in una’altra città (Mazzoleni 2001 II, p. 775). <a patto di> (493) A patto di lavorare con te, accetterei qualsiasi condizione (Mazzoleni 2001 II, p. 775). 274 Subordinate condizionali <a condizione di> (494) A condizione di partire con te, Enrico avrebbe disdetto ogni impegno di lavoro (Mazzoleni 2001 II, p. 775). 6.6.2. Preposizione + infinito con valore condizionale 6.6.2.1. In spagnolo con + infinito (495) MIG: pero / si tú estás en una final / lo que quieres es ganar // entonces / con ganar tres cero / ya te sobra // [efamdl03] de + infinito (496) GEM: ¡hombre! / a mí lo dilo // porque si eso vamos [///] de venir para acá / cuando vengamos para acá / nos pasamos por el Tele Pizza / y nos traemos dos pizzas // [efamdl24] 6.6.2.2. In italiano a + infinito (497) // credo che i rinforzi difensivi / di cui ha bisogno / si possono anche reperire / senza bisogno di fare / colpi di scena straordinari // ma a pensare / &he / Rui Costa / pensare Inzaghi / pensare Shevchenko / è una compagnia / che darà sicuramente / molti pensieri / a quelli che credono già di essere / in primissima linea // se devo dare un voto / particolare / al Milan / glielo do volentieri // [imedts07] 6.6.3. Gerundio con valore condizionale 6.6.3.1. In spagnolo (498) / y luego pues son coches que pesan muy poco / y tienen la última tecnología / llevan un motor / de tres mil centímetros cúbicos / sin turbo / que / puede proporcionar ochocientos / &eh / o bueno casi novecientos caballos de potencia // pensando que es un coche de unos seiscientos kilos de peso / pues / &eh / las aceleraciones / son muy fuertes // [epubdl09] Felisa Bermejo Calleja 275 6.6.3.2. In italiano (499) a. PAS: eh / assolutamente sì // considerando che / l' epidemia / inizierà / alla fine di dicembre / i primi di gennaio // e poiché l' immunità / viene conferita / dopo circa due settimane / assolutamente siamo ancora in tempo // [imedsc02] b. ASS: # praticamente / il discorso è questo // versando / sui tre milioni l' anno / sia / nella forma che privilegia il capitale / sia nella forma che privilegia la rendita / lei / a scadenza / ha + tenendo conto che questi progetti / sono a normativa ISVAP // quindi / il rendimento / ipotizzato / è pari al sette virgola cinque per cento / quindi è sottostimato perché / il nostro rendimento / come le feci vedere / per il millenovecentonovantotto / è il nove virgola novantatre per cento // [ipubdl02] 7. Riepilogo 7.1. Dissimmetrie nelle combinazioni modo-temporali nei periodi con il nesso si Futuro nella protasi Mentre in italiano il futuro è usato nella protasi, generalmente abbinato a un altro futuro nell’apodosi, in spagnolo tale forma verbale non è ammessa nella protasi; di conseguenza, la combinazione tipica per un periodo ipotetico “reale” orientato al futuro è “presente – futuro” (o “presente – perifrasi di futuro”). Perifrasi di futuro nella protasi Nonostante le forme dell’indicativo futuro non si possano usare nella protasi delle condizionali spagnole, si può impiegare la perifrasi di futuro composta dal presente del verbo ir + a + infinito. Tale perifrasi, commutabile con le forme del futuro, non ha corrispondenza in italiano. Congiuntivo piuccheperfetto nell’apodosi In spagnolo è possibile utilizzare il congiuntivo piuccheperfetto con l’ausiliare in -ra- (hubiera) nell’apodosi, nella stessa posizione del condizionale composto. Gli studi basati su corpora, e anche C-ORAL, 276 Subordinate condizionali hanno rilevato una maggior frequenza del congiuntivo piuccheperfetto rispetto al condizionale composto. protasi hubiera + participio protasi hubiese + participio apodosi hubiera + participio hubiese + participio condizionale composto condizionale semplice presente apodosi hubiera + participio hubiese + participio condizionale composto condizionale semplice presente 5 0 1 1 1 0 2 0 1 1 7.2. Dissimmetrie rispetto ai nessi diversi da si como L’italiano non dispone formalmente di un nesso condizionale equivalente a como; in spagnolo esso è caratteristico del parlato, e ha fondamentalmente una funzione comunicativa di ammonizione. <siempre que> In spagnolo, <siempre que> ha valore sia temporale che condizionale; come temporale equivale a <ogni volta che>; come condizionale, a <sempre che>, che in italiano è esclusivamente condizionale. mientras In italiano mentre non ha valore condizionale; lo spagnolo mientras, invece, sì. L’equivalente di mientras in italiano sarebbe finché con valore condizionale; tuttavia, a differenza delle grammatiche spagnole che includono mientras tra l’elenco dei nessi condizionali, le grammatiche italiane non includono finché tra i condizionali. Nella GGIC (2001 II, p. 456) è peraltro segnalata la sua sfumatura condizionale. Capitolo 10 SUBORDINATE CONCESSIVE 1. Introduzione Nella frase concessiva si cela un rapporto causale generalmente accettato, che la subordinata concessiva, però, pone come un’antitesi, in modo tale che la causa diventa un’obiezione, ma tale obiezione diventa infine inefficace. In altre parole, si stabilisce un contrasto tra ciò che veramente succede e ciò che ci si sarebbe aspettato, che a propria volta costituisce una norma comunemente accettata. La subordinata concessiva fa scattare un’inferenza contraria al compimento del contenuto della principale, che nonostante ciò si avvera. Lo studio di questi costrutti richiede di tener conto sia degli aspetti formali sia di quelli contestuali; quindi si deve affrontare l’analisi della struttura sintattica e dell’interpretazione semantica e pragmatica. La tipologia delle subordinate concessive è molto varia, in quanto ci sono concessive proprie e improprie, con contrasto diretto e indiretto, con valore condizionale o a-condizionale, introdotte da congiunzioni (e anche locuzioni congiuntive) oppure da strutture particolari. Di fronte a tale varietà il presente studio concentra l’attenzione sulla selezione del modo verbale nella subordinata concessiva; la classificazione proposta ruota quindi intorno a questo perno. 2. Nessi concessivi 2.1. Presentazione «Il rapporto concessivo appartiene a un livello più complesso e astratto di quello al quale si situano gli altri legami di subordinazione. Nel passaggio dal latino alle lingue romanze le congiunzioni concessive “sono le ultime a comparire e a fissarsi come tali”» (Serianni 1988, p. 504). 278 Subordinate concessive In spagnolo, le subordinate concessive introdotte dal nesso aunque – il più rappresentativo – ammettono, senza eccezione, tutti i modi e tempi verbali del sistema spagnolo. Altri (<a pesar de que> e <pese a que>) si abbinano a diversi modi, ma con alcune restrizioni. Altri nessi, infine, selezionano esclusivamente un modo verbale: <si bien> + indicativo; <aun a riesgo de que> + congiuntivo. In italiano, le subordinate concessive introdotte dal nesso anche se ammettono tutti i tempi dell’indicativo; del congiuntivo, invece, selezionano soltanto l’imperfetto e il piuccheperfetto. Tutti gli altri nessi italiani (benché, nonostante, ecc.) si costruiscono esclusivamente con il modo congiuntivo. Non è possibile stabilire una corrispondenza biunivoca tra i nessi concessivi spagnoli e quelli italiani, sia per il significato lessicale che ancora custodiscono, sia per la selezione dei modi verbali della subordinata. Per questo motivo la tabella seguente li presenta in parallelo, ma senza una correlazione orizzontale (vedere infra 2.3.). La sequenza introdotta dalla preposizione por/per contiene diversità di elementi. Tale formula concessiva viene presentata in parallelo nelle due lingue (vedere infra 2.4.). Un tipo particolare di subordinata è quello costituito da formule reduplicative di verbi al congiuntivo18 che hanno valore concessivo. La corrispondenza viene proposta qui con strutture relative che possono acquisire valore concessivo; tali strutture esistono anche in spagnolo, come indicato nella colonna a destra (vedere infra 2.5.). 18 Per Alarcos (1994, p. 376) sono indipendenti con senso concessivo. Felisa Bermejo Calleja 279 2.2. Tabella dei nessi di concessive esplicite indicativo /congiuntivo spagnolo aunque <aun cuando> <a pesar de que> <pese a que> italiano <anche se> solo indicativo spagnolo italiano <si bien> <(aun) a sabiendas de que> <y eso que> solo congiuntivo spagnolo <(aun) a riesgo de que> <así (que)> siquiera italiano benché sebbene <malgrado (che)> <nonostante (che)> <per quanto> quantunque ancorché seppure Non si sono trovate occorrenze di <aun cuando>, <(aun) a sabiendas de que>, <(aun) a riesgo de que>, <así (que)>; sebbene, <malgrado (che)>, quantunque, ancorché, seppure. Si deve segnalare che <excepto que>, <salvo que> sono nessi che trovano collocazioni diverse a seconda degli autori. Pérez Saldanya (1999) li situa tra i nessi concessivi che selezionano l’indicativo. Montolío (1999), sempre nella GDLE, li include tra i nessi condizionali (vedere supra cap. 9). Garcés (1994, p. 127 e 145) li considera sia condizionali sia concessivi; nel primo caso si costruiscono con il verbo al congiuntivo, nel secondo con il verbo all’indicativo. 280 Subordinate concessive 2.3. Tabella dei nessi di concessive implicite infinito spagnolo italiano <a pesar de> <pese a> per <a riesgo de> para gerundio spagnolo italiano aun <ni siquiera> infinito/gerundio spagnolo italiano nemmeno neppure pur I corpora di C-ORAL non riportano casi di <a riesgo de>, aun, <ni siquiera>; per, nemmeno, neppure. 2.4. Tabella dei nessi complessi introdotti dalla preposizione por in spagnolo e per in italiano indicativo /congiuntivo spagnolo ita. <por más que> <por más> + n + que congiuntivo spagnolo <por mucho que> <por mucho(a,os,as)> + n + que> por + {agg/avv} + que italiano <per quanto> <per quanto (a,i,e)> +n per + {agg/avv} + che 2.5. Tabella delle formule con ripetizione delle forme verbali spagnolo v cong quien v cong v cong lo que v cong v cong donde v cong v cong como v cong italiano chiunque v cong checchè v cong qualunque [...] qualsiasi [...] dovunque/ovunque v cong comunque v cong spagnolo quienquiera que v cong cualquiera que v cong cualquier [...] que v cong dondequiera que v cong comoquiera que v cong Felisa Bermejo Calleja spagnolo que v cong o que no v cong v cong o no v cong v cong o no 281 italiano che v cong. o (che) non v cong v cong. o non v cong che v cong o no/meno 3. Nessi che ammettono in alternanza l’indicativo o il congiuntivo 3.1. Presentazione 3.1.1. In spagnolo Per i nessi che ammettono l’alternanza dei modi indicativo/congiuntivo, in genere l’alternanza modale dipende, da un lato, dall’idea del parlante sul grado di aspettativa rispetto al compimento dei fatti enunciati, e dall’altro lato dalla capacità informativa che il parlante riconosce al contenuto dell’enunciato. Nessi: aunque, <aun cuando>, <a pesar de que>, <pese a que>. I nessi aunque, <aun cuando> introducono subordinate concessive di tutti i tipi: fattuali con indicativo (500-504), fattuali con congiuntivo tematico (514-516), semifattuali con congiuntivo ipotetico (522) e contrafattuali con congiuntivo di irrealtà (523). Nella caratterizzazione effettuata da Mazzoleni (1990, p. 61) dei costrutti concessivi in alcune lingue d’Europa (italiano, francese, spagnolo, inglese, tedesco, russo, slovacco, ungherese e greco moderno), emerge che «Lo spagnolo si è rivelato diverso dalle altre lingue anche per la costituzione morfologica dell’introduttore [...] aunque, che non presenta un morfema condizionale (si) ma un complementatore (que)». I nessi <a pesar de que> e <pese a que> introducono subordinate fattuali, sia con indicativo (507-508) che con congiuntivo tematico; con quest’ultimo valore, però, sono di scarso uso, perché si preferisce aunque. 282 Subordinate concessive 3.1.2. In italiano Nessi: <anche se>. Il nesso anche se introduce concessive fattuali (510-513) e semifattuali con congiuntivo ipotetico (524), e controfattuali con congiuntivo di irrealtà (525). Mazzoleni denomina le non fattuali “condizionali concessive”.19 3.2. Fattori che incidono nell’alternanza indicativo/congiuntivo Due sono i fattori che determinano l’impiego del congiuntivo nella subordinata: il carattere non fattuale, e il carattere non informativo. Quest’ultimo, per quanto concerne il modo congiuntivo, interessa soltanto le subordinate concessive spagnole. Riguardo al carattere fattuale/non fattuale, l’enunciato: – ha carattere fattuale se esprime contenuti constatati e di compimento effettivo; – ha carattere semifattuale se esprime contenuti relativi a fatti che il parlante ritiene di possibile (anche se difficile) realizzazione. Riflette quindi il diverso grado di probabilità del compimento del fatto espresso; – ha carattere controfattuale se esprime contenuti di irrealtà: il parlante “sa” che i fatti non si stanno compiendo nel presente o non si sono compiuti nel passato. Rispetto al carattere informativo/non informativo, l’enunciato: – ha carattere informativo se il parlante trasmette (o crede di trasmettere) “informazione nuova”. Indipendentemente dal fatto che l’interlocutore sia o non sia già stato informato in altra sede o momento, l’importante è che il parlante emette il messaggio convinto di offrire un’informazione ancora sconosciuta all’interlocutore; – non ha carattere informativo se il parlante sa che l’interlocutore è al corrente dell’informazione che contiene l’enunciato, oppure è così che crede, oppure non gli interessa informarlo. 19 Le condizionali concessive non vanno confuse con le subordinate “concesivocondicionales” (che comprendono tra l’altro le concessive con le formule reduplicative di verbi), studiate da Flamenco (1999, pp. 3842-3849). Felisa Bermejo Calleja 283 3.3. Concessiva fattuale con indicativo Si usa l’indicativo quando la frase esprime contenuti verificati (fattuali), vale a dire fatti constatati o che il parlante ritiene di realizzazione effettiva. Le concessive fattuali con indicativo segnalano quindi la realizzazione effettiva di un fatto, sia nel presente che nel passato, oppure esprimono la convinzione della realizzazione di un fatto proiettato verso il futuro. Dunque nell’atto comunicativo il parlante conosce l’evento espresso dalla subordinata, e ritiene che l’interlocutore ne sia invece all’oscuro. Pertanto, l’uso dell’indicativo risponde anche all’intenzione di somministrare “informazione nuova”. Interessa i nessi spagnoli aunque, <aun cuando>, <a pesar de que>, <pese a que> e il nesso italiano <anche se>. 3.3.1. In spagnolo aunque presente (500) // ya saben / que el gobierno / ha rebajado / la previsión de crecimiento económico / para este año / aunque mantiene / eso sí / las expectativas / de creación / de empleo // [emednw01] passato prossimo (501) // por otro lado Andrés / aunque en su momento yo he tenido un poco un mal concepto de él / ese concepto / a raíz / de precisamente las movidas con Rol / Susana / y / ¡ah! / y / movidas que hubo antes de cotilleos / y tal / en el grupo / una temporada un poco culebrónica / &eh / mi opinión / de Andrés después de eso / cambió bastante // reconozco que / ahora mismo / es uno de los mejores amigos que tengo / y espero que la cosa / siga igual [efammn04] imperfetto (502) // después de comer / venía la siesta / hasta las cinco y media / seis de la tarde / aunque todos íbamos en solitario / hicimos una amistad extraordinaria / en esos primeros días / entonces dedicábamos / como hora / hora y media / en los primeros días / pues / a darnos masaje / curarnos ampollas / curar los pies / el [///] [epubmn02] passato remoto (simple o indefinido) 284 (503) Subordinate concessive // y / novedades durante la noche pues muy pocas // aunque estuvo lloviendo / sobre todo / en / puntos de Galicia / y el Cantábrico // [emedmt02] perifrasi di futuro (504) &mm / hablaremos un poco de la &natu [/] de [/] de cuáles son las [/] los [/] las líneas fundamentales para / hacer un diagnóstico sobre [///] bueno más que un diagnóstico / comprender la naturaleza / y hacer un diagnóstico sobre su valor // eh ? &eh / bueno / pues hablar un poco / aunque / en un curso como este no vamos a poder profundizar mucho / porque es un curso de tres [/] de tres meses / pero dar unas ideas generales sobre lo que es la litosfera / [enatte01] futuro (505) / &eh / en el [/] xxx el transcurso de los dos primeros años / esta persona / sus expedientes serán / civilmente / a vista de todo / el mundo / pues serán / &eh [/] serán limpios / sino será una persona que dejará de tener en antecedentes penales aunque como he dicho / seguirá también estando / en los archivos de la policía judicial porque esto se / &eh [/] se considera que facilitará / sus investigaciones // [enatla02] condizionale (506) / y Elena / pues / nada / después de dejarlo / Paco y ella / se lió con / el que / por aquel entonces era / casi uno de los / mejores amigos de Paco / diría yo / que era Xabi [...] // y / bueno / nada / que hhh Elena y él se [/] se liaron / y / bueno / Paco / pues como / que no se lo tomó muy bien / no ? la [/] estas cosas que pasan // y / nada / entonces / bueno / llegó un momento que entre / yo con Susana / Paco por ahí / pelín despechado / aunque eso tampoco duraría demasiado / &eh [efammn04] <a pesar de que> (507) a. / incluso se levanta el secreto de sumario y todo apunta a que esta persona / ha estado / implicada en el juicio / pues a pesar de que todavía no es culpable / porque no se ha decretado / que sea / o que no / sea / culpable esta persona / seguirá estando en / prisión // [enatla02] b. / el lugar es muy hermoso / porque está / al lado del puerto / y en Casablanca / la vista es muy bonita / a pesar de que los guardias / nos impidieron acercarnos / al [/] al borde / del malecón / junto al mar / [efammn09] Felisa Bermejo Calleja 285 Su un totale di cinque occorrenze, tre hanno il verbo all’indicativo (due al presente e una al passato semplice). <pese a que> (508) // la cuestión / fue esa // pero como Susana quería / que yo volviese / con ella / y que le dijese que la quería / y yo todavía no se lo podía decir / y pese a que nos lo estábamos pasando muy bien / Susana decidió / dejarlo / antes de que en cualquier momento / se cruzase otra / y volver con Paco Rol // [efammn04] Vi è soltanto un’occorrenza. <aun cuando> (509) Aun cuando no la llamaba nunca, ella seguía pensando en mí (Garcés 1994, p. 143). 3.3.2. In italiano <anche se> presente (510) ROS: questa è al mare con la mamma // &he / io faccio le vacanze / quasi tutte le estati / con / mia sorella e con mia mamma // subito dopo il ritiro / quando mio marito parte // anche se vado via con le amiche / e con gli amici / mamma è con me // &he / anche perché / è una persona &u [/] molto giovane / e quindi / si trova benissimo // [imedin01] passato prossimo (511) // nella prima tappa / il gruppo si ferma ad un passaggio a livello // ma questo non impedisce ad Eric Zabel di salire sul gradino più alto del podio // mentre / Cristoph Mourot / riesce a mantenere la maglia gialla // anche se l' eroe del giorno / è stato il neo campione italiano Daniele Nardello / che a seguito di una brutta caduta / ha tagliato il traguardo con dodici minuti di ritardo // [imedsp01] passato imperfetto (512) LOR: / &he / quello di diventare attrice / era / un mio sogno &de [/] di quando ero bambina // di quando avevo / sei o sette anni / mi ricordo trovai / una piccola foto di / Marylin Monroe / in bianco e nero // e / non lo so / mi trasmise / qualcosa di [/] di veramente bello / in 286 Subordinate concessive un [/] ad un momento [/] in un momento / desiderai di essere/ un' attrice / anche se ancora / non sapevo neanche /che esistevano i film / e tutto quanto // e quindi / avevo un sogno // [imedts08] passato remoto (513) CLA: [<] <però / era questo> // la responsabilità del partito comunista / allora / era tanta // e [/] e se [/] e furono lungimiranti // &he / da non arriva' / al punto estremo / capito // anche se / come dicevo / una parte della classe operaia / rimase / scioccata // da non aver fatto questo [/] questo passo gigantesco in avanti // però / sarebbe stato un passo gigantesco mortale // per tutto il movimento operaio // [ifammn02] Il nesso <anche se> ammette tutti i tempi dell’indicativo. Per quanto riguarda l’uso del presente nella subordinata, Mazzoleni (2001 II, p. 788), attraverso l’esempio Anche se piove, esco/uscirò senza ombrello, fa notare che esso «può essere interpretato sia come costrutto concessivo fattuale, se il presente è considerato “deittico”, sia come costrutto condizionale concessivo, se il presente ha valore “generico”». 3.4. Concessiva fattuale con congiuntivo tematico (e polemico) A differenza del congiuntivo ipotetico, con il congiuntivo tematico le concessive hanno carattere fattuale, perché segnalano anche il compimento effettivo di un fatto, sia nel presente che nel passato, oppure esprimono la convinzione del compimento di un fatto proiettato temporalmente verso il futuro. La differenza sta nell’atto comunicativo, poiché il parlante, che conosce il fatto espresso dal verbo della subordinata, dà per scontato che anche l’interlocutore lo conosca; oppure il parlante non ritiene necessario informarlo; o infine gli è indifferente se lo conosce o meno. In definitiva, l’uso del congiuntivo risponde qui all’intenzione comunicativa di somministrare non un’informazione nuova, ma un’informazione ritenuta già conosciuta. A volte è il contesto linguistico (cotesto) a fornire l’informazione che poi viene ripresa dalla subordinata concessiva, come negli esempi seguenti: (514) a. DAM: &mm / bueno / Esther / &eh / yo creo que la contestación es / muy clara // el agua / puede tener / el agua del grifo / más / o menos calcio // pero si se bebe / &eh / mucha agua / &eh / se está previniendo la aparición de cálculos // no importa // ustedes / pueden Felisa Bermejo Calleja 287 tomar perfectamente / el agua / del grifo // aunque tenga / calcio // [emedts08] b. [//] están / atrapados en la gruta / los otros / la hermana / el ricachón / y el otro / pues / estaban ahí / metidos / discutiendo / intentando beber agua / porque parece ser que / a esas altitudes / y / con esas / temperaturas / pues / al cabo de [/] de un cierto tiempo / pues se te encharcan los pulmones / o algo así // y entonces tienes que beber líquido // y / pues son / no sé / unas cuantas horas / no sé si son veinticuatro horas / o algo así eran / y después de esas veinticuatro horas / pues ya / aunque sigas bebiendo agua / se te encharcan // [efammn10] A volte la condivisione d’informazione tra emittente e ricettore si retrodata nel passato, cioè in precedenti atti comunicativi; quindi, senza bisogno di un contesto linguistico attuale, l’informazione viene ugualmente ripresa con la consapevolezza aggiuntiva della condivisione. (515) // entonces / &eh / meter a un chico de veintinueve años / en un grupo / que somos / muy infantiles / porque realmente / nosotros aunque / &est [///] tengamos veintitrés años / podemos dar la [/] la apariencia de un grupo un poco / más [/] más joven / no ? [efammn03] A volte il parlante dà per scontato che l’interlocutore è al corrente del contenuto del messaggio, sulla base della credenza che certe informazioni siano condivise, in quanto disponibili alla generalità dei membri della comunità linguistico-culturale a cui i protagonisti dell’atto comunicativo appartengono. (516) / en [/] en Galicia / pues en Santiago / amanece / unos veinte minutos más tarde que en Castilla / entre Coruña y Barcelona hay casi cuarenta y cinco minutos astronómicos / aunque tengamos la misma hora oficial en toda España / [epubmn02] In definitiva, l’informazione che il parlante trasmette non è nuova, ma già ‘data’. Avendo quindi presente questo fattore, si può osservare la differenza tra questi enunciati: (517) a. Aunque haga mal tiempo, voy a la playa. =/= Aunque hace mal tiempo, voy a la playa. b. Aunque sea española, no bailo flamenco. =/= Aunque soy española, no bailo flamenco. Con il congiuntivo, il parlante trasmette un’informazione ritenuta ‘già data’, cioè conosciuta, condivisa o non rilevante. Con l’indicativo, al 288 Subordinate concessive contrario, il parlante considera che l’informazione sia ‘nuova’ per il destinatario, oppure rilevante. ₪ In italiano, dato che ogni nesso seleziona esclusivamente un modo verbale, non è possibile creare un’opposizione tra i modi delle forme verbali sulla base del valore informativo. <Anche se> ammette i congiuntivi passati con valore ipotetico, ma non si costruisce con il congiuntivo presente; di conseguenza, il congiuntivo con valore tematico non ha alcuna applicazione. Polemico In contesti conversazionali, si usa il congiuntivo come contestazione, cioè come risposta discordante che riprende quello che è già stato detto dall’interlocutore. Non si tratta pertanto di informazione nuova. Il congiuntivo polemico costituisce un uso particolare del congiuntivo tematico. La subordinata è la replica all’argomentazione dell’interlocutore, che in qualche modo tenta di invalidare gli argomenti che quest’ultimo potrebbe sostenere. L’etichetta “subjuntivo polémico” è stata impiegata da Vallejo20 in un articolo pubblicato nel 1925, dove l’autore analizza e descrive l’uso di questo congiuntivo nelle concessive concludendo che «este subjuntivo requiere, pues, hechos reales y previamente presentados (explícita o implícitamente) de una parte, y una actitud polémica, por otra» (Veiga 1991, p. 295). Questo uso interessa i nessi aunque, <aun cuando>, <a pesar de que> e <pese a que>, ma questi tre ultimi si impiegano molto poco. (518) GAR: [<] <ya / entonces / espera> / entonces a lo mejor / si hacemos otra llamada más / y le llamamos otra vez / &eh / es un poco / excesivo / no ? <xxx> // [...] INT: que por otro lado / pues bueno / si es un cliente / aunque se / enfade / porque le hagas una tercera llamada / si te dice que no / te da lo <mismo que> ₪ In italiano non si usa il congiuntivo “polemico” nelle subordinate concessive. Si può usare il futuro “di probabilità”, del quale Serianni (1998, p. 505) segnala il valore concessivo (vedere infra). 20 J. Vallejo 1925, Sobre un aspecto estilístico de D. Juan Manuel, in Homenaje a Menéndez Pidal, Madrid, Hernando, II, 1933, pp. 63-85. La citazione è alla pagina 67. Felisa Bermejo Calleja 289 3.5. Concessiva non fattuale Interessa i nessi spagnoli aunque, <aun cuando> e il nesso italiano <anche se>. Con il nesso spagnolo aunque la non fattualità si esprime con il modo congiuntivo nella subordinata; con il nesso italiano <anche se>, è invece possibile costruire la concessiva non fattuale con verbo all’indicativo, in particolar modo con l’indicativo presente. Un aspetto rimasto poco chiaro riguarda l’interpretazione ricevuta dalla subordinata se è usato il futuro. In spagnolo, secondo Flamenco García (1999, pp. 3830-3831), il futuro nella subordinata può essere impiegato in contesti non fattuali, ma, a differenza delle forme del congiuntivo, è poco frequente. Il futuro semplice serve ad indicare che il contenuto della subordinata è ritenuto di “probable realización”: Aunque ahora estará en su cuarto, no debemos molestarle (con il congiuntivo presente, il parlante lo considera di “posible realizazión”; con il congiuntivo imperfetto, di “cumplimiento improbable”). Tuttavia, lo stesso Flamenco García (1999, pp. 3828-3829) segnala l’uso del futuro nei contesti fattuali: Aunque recibiré el dinero esta tarde, no me lo gastaré. I corpora di spagnolo del C-ORAL offrono soltanto un esempio con futuro. (519) / &eh / en el [/] xxx el transcurso de los dos primeros años / esta persona / sus expedientes serán / civilmente / a vista de todo / el mundo / pues serán / &eh [/] serán limpios / sino será una persona que dejará de tener en antecedentes penales aunque como he dicho / seguirá también estando / en los archivos de la policía judicial porque esto se / &eh [/] se considera que facilitará / sus investigaciones // [enatla02] In italiano, Mazzoleni (2001 II, pp. 793-794) segnala l’uso del futuro nelle condizionali concessive, ovvero nelle concessive non fattuali, e specifica che nell’esempio fornito (Anche se domenica ci sarà (sicuramente) bel tempo, non potremo andare a sciare: ho del lavoro da finire) il contenuto della subordinata «assume molto difficilmente l’interpretazione di concessivo fattuale: anche l’inserimento di sicuramente non riesce a conferire la certezza della verità al contenuto proposizionale della subordinata, che è proiettato nel futuro». Comunque anche Mazzoleni (2001 II, p. 788), quando analizza le concessive fattuali, segnala il futuro come uno dei tempi usati per l’espressione di tali concessive (Anche se stasera andrò a cena fuori, non ho proprio voglia di preoccuparmi del vestito). 290 Subordinate concessive I corpora di italiano del C-ORAL non forniscono nessun esempio con futuro nella subordinata concessiva. I dati appena segnalati ci portano a concludere che il futuro è usato nei due contesti: fattuale e non fattuale. 3.5.1. Aunque 3.5.1.1. Contesti semifattuali A. Si usa il congiuntivo ipotetico per esprimere contenuti semifattuali: il parlante non conosce il fatto che il verbo della subordinata denota e perciò non si esprime apertamente sulla realizzazione effettiva di esso, ma lo presenta con un maggiore o minor grado di contingenza. Si usa il congiuntivo presente quando la frase esprime contenuti non verificati, riferiti al presente o al futuro, che il parlante ritiene di realizzazione probabile. (520) a. INM: pues yo había pensado / Luisa / por ejemplo / hacer como una &compara / o sea / centrarme / en dos centros // aunque tenga que / hacer / más cosas / <sabes ? xxx> // [epubdl02] b. CAR: tú no pierdas el resguardo / porque / si te piden título / aunque no tengas el título / &mm / con el resguardo te hace la misma función // [epubdl01] Lo schema della frase è il seguente: la subordinata contiene un verbo congiuntivo presente; la principale contiene una forma verbale futurale (futuro, imperativo, perifrasi di futuro o presente con valore di futuro). (521) a. Aunque haga mal tiempo, irá a la playa. b. Aunque haga mal tiempo, vete a la playa. c. Aunque haga mal tiempo, va a ir a la playa. d. Aunque haga mal tiempo, va a la playa (el próximo fin de semana). ₪ Il nesso italiano <anche se> non ammette il congiuntivo presente nella subordinata che introduce (<anche se> ha gli stessi limiti combinatori del nesso condizionale se). B. Si usa il congiuntivo imperfetto quando la frase fa riferimento a un fatto (ipotetico) orientato al futuro, che il parlante ritiene di realizzazione poco probabile. Felisa Bermejo Calleja (522) 291 // es que no sé lo que voy a hacer // porque es que el problema / es que / aunque lo dejara con Andreas + o sea / vale // yo voy a estar con Fran // pero / por qué ? porque / o sea porque tampoco hay nadie que me interese además en Madrid / sabes ? [efamdl30] Mediante l’uso del congiuntivo presente o imperfetto, il parlante esprime un maggior o minor grado di probabilità di compimento del contenuto della subordinata. 3.5.1.2. Contesti controfattuali Per quanto riguarda i contesti controfattuali, il parlante sa che il fatto né si compie nel presente né si è compiuto nel passato. È pertanto una negazione implicita del fatto stesso. Le forme verbali che esprimono questi contenuti di irrealtà sono il congiuntivo imperfetto e trapassato. Con l’imperfetto si fa riferimento al presente, cioè a situazioni in cui il parlante sa che l’evento non si realizza (523 a). Con il trapassato si fa riferimento a situazioni del passato, e il parlante sa che l’evento non si è verificato (523 b). (523) a. ANA: [<] <entonces> / aunque quisieras &te [/] tenerlo muchas horas / no era / tampoco <muy> ... GEM: [<] <muchas tampoco> había // ANA: muchas tampoco había // no había películas de vídeo / tal // era otra [/] otro horario // [efamdl40] b. / los [/] los kilómetros que a mí se me exigían / los había hecho uno [/] uno detrás de otro andando // porque es que era verdad // otra cosa es que yo hubiera hecho los últimos / kilómetros andando // y aún así / aunque yo los hubiera hecho / el aceptar / que yo había / hecho / tanto / cuánto / trayecto en autobús / podría haber sido dentro de una ciudad // para hacer cualquier gestión // [efammn05] 3.5.2. <anche se> Mazzoleni (2001 II, pp. 790-796) denomina questo tipo di frasi “condizionali concessive”; esse condividono con le concessive fattuali il rapporto di contrasto tra i due membri della frase complessa, ma si differenziano da esse perché nelle condizionali «il contenuto della subordinata può essere vero o falso». Questo aspetto «deriva dall’interazione della semantica del costrutto condizionale con il significato di anche». Dato che «i costrutti condizionali concessivi risultano dall’inserimento di un elemento di tipo anche in una struttura condizio- 292 Subordinate concessive nale», con questo nesso si riproducono gli schemi modo-temporali dei periodi condizionali. 3.5.2.1. Contesti semifattuali (524) a. SAB: [<] <perché> la stanza / è anche abbastanza grande // quindi anche se fo un colore un po' acceso / cioè scuro / non è che la rimpicciolisca più di tanto / capito // [...] IDA: [<] <dipende> anche / secondo me / dallo stile che / vuoi dare / all' ambiente // SAB: eh / non lo so // perché / ci sarà da comprare anche un armadio / qualcosa // oggi sono andata all' Ikea + [itelpv16] b. + ricordati che ora / tutti i prezzi devono uscire in euro // ora / niente più lire / niente più dollari ... anche se dovesse per caso / durante la mia assenza / arrivare un ordine in [/] in dollari / va rimandato indietro e va richiesto / in euro / perché non si accettano più // [ifammn17] I due esempi sono enunciati orientati al futuro. Il grado di probabilità di compimento del contenuto della subordinata è ritenuto maggiore da parte del parlante con l’indicativo. In realtà in italiano, come è stato segnalato da Mazzoleni (2001 II, p. 788), con gli enunciati al presente rimane l’ambiguità rispetto all’interpretazione fattuale o semifattuale; sintatticamente non ci sono marche specifiche, e di conseguenza è il contesto a permettere la disambiguazione. ₪ In spagnolo, per gli enunciati con interpretazione non fattuale si usa il congiuntivo, sia il presente (non ammesso da <anche se>) sia i passati. 3.5.2.2. Contesti controfattuali (525) a. / anche perché il caso / innanzitutto / non era una semplice burla / come io ho cercato di dimostrare in quel libro / seconda / anche se fosse stato una semplice burla / cosa che io escludo / &he / sarei molto curioso / di verificare i meccanismi / di come mai / si può equivocare / una testa / rimasta in acqua / una notte sola / con una testa / rimasta in acqua / <settantacinque anni> // [imedts01] b. // il tempo / ci ha dato ragione / dimostrato una certa lungimiranza // il primo / è che / la custodia e la manutenzione di queste teste / stava a rappresentare / la custodia di un bene / comunque della città di Livorno / per il valore che poi avevano finito per assumere / in senso / di fatto / in senso di cronaca // Felisa Bermejo Calleja 293 GAB: questo / dunque / anche se fossero davvero false // ASS: eh / ma certamente // [imedts01] Nel primo esempio si fa riferimento a un evento già passato, nel secondo si fa riferimento al momento presente dell’enunciato. 3.6. Contrasti: uso del congiuntivo in spagnolo 3.6.1. Contenuto ipotetico In spagnolo, il contenuto ipotetico viene espresso anche dal congiuntivo presente, che forma insieme agli altri due tempi del congiuntivo una gradazione della probabilità con cui il parlante ritiene si verificheranno o meno i fatti. (526) a. Aunque me llame, no hablaré con él. b. Anche se mi {chiamerà/chiama}, non parlerò con lui. c. Aunque me llamase, no hablaría con él. d. Anche se mi chiamasse, non parlerei con lui. e. Aunque me hubiese llamado, no habría hablado con él. f. Anche se mi avesse chiamato, non avrei parlato con lui. Questa terna esprime diversi gradi di probabilità: – possibile > presente (a, b) – poco probabile> imperfetto (c, d) – impossibile > trapassato (e, f) È il caso di ricordare che questa scala si presenta uguale nell’espressione volitiva con ojalá: spagnolo Ojalá me llame. Ojalá me llamase. Ojalá me hubiera llamado. italiano --Magari mi chiamasse. Magari mi avesse chiamato. La frase Ojalá me llame non trova corrispondenza formale in italiano. La frase Magari mi chiamerà ha soltanto valore di probabilità e non di desiderio. Come si vede, l’italiano non ha un uso del congiuntivo presente con valore ipotetico, capace di esprimere anche il maggior grado di probabilità. La 294 Subordinate concessive frase equivalente a Aunque me llame, no hablaré con él è costruita in italiano con il futuro dell’indicativo: Anche se mi chiamerà, non parlerò con lui, oppure con il presente dell’indicativo: Anche se mi chiama, non parlerò con lui. Tuttavia con il presente la concessiva dà origine a due interpretazioni, in quanto può avere carattere fattuale o ipotetico (Mazzoleni 2001 II, p. 788). D’altro canto, in spagnolo si può dire Aunque me llamará, no hablaré con él; in questo caso il grado di probabilità è altissimo (Flamenco García 1999, p. 3830), al punto di sfiorare la sicurezza. Il futuro è però solo possibile con aunque y aun cuando, perchè a pesar de que e pese a que non selezionano mai il futuro nella subordinata. 3.6.2. Carattere non informativo In spagnolo il carattere non informativo è rilevante e richiede la presenza del congiuntivo, ma la frase ha carattere fattuale. Per quanto riguarda la replica, in italiano non si usa il congiuntivo nella subordinata introdotta da <anche se>; ciò invece accade in spagnolo con i nessi (comprese le formule con por) che ammettono l’alternanza indicativo/congiuntivo. Il carattere non informativo costituisce uno dei valori del congiuntivo. Sia una lingua che l’altra ha a disposizione altri elementi per la replica, e uno di essi è l’uso del futuro di probabilità (in spagnolo, anche del condizionale). Si osservi questo dialogo nelle due lingue: (527) a. –Esta película es muy interesante. –Será interesante, pero es demasiado lenta. b. –Questo film è molto interessante. –Sarà interessante, ma è troppo lento. Parafrasando queste frasi con subordinate concessive, emerge l’uso spagnolo del congiuntivo presente, a differenza dell’italiano. (528) a. –Esta película es muy interesante. –Aunque sea interesante, es demasiado lenta. b. –Questo film è molto interessante. –Anche se è interessante, è troppo lento. Serianni (1998, p. 505) segnala il valore concessivo dell’uso del futuro in una struttura che denomina “concessiva indipendente”, il cui predicato «è costituito da un futuro semplice o anteriore oppure da un congiuntivo; Felisa Bermejo Calleja 295 nella proposizione che funge da sovraordinata figura quasi sempre una congiunzione avversativa». L’aspetto più significativo è legato al commento di Serianni sull’interpretazione di tali concessive indipendenti, in quanto presentano punti comuni con il congiuntivo “polemico” spagnolo. Esse infatti «hanno una più forte componente emotiva, sottolineando il distacco dell’interlocutore da una circostanza che viene, sì, concessa, ma che si considera ininfluente o irrilevante». Queste affermazioni rafforzano il parallelismo nella replica tra l’espressione concessiva e l’espressione del futuro epistemico. 4. Nessi che selezionano solo l’indicativo. Le concessive fattuali Soltanto in spagnolo ci sono nessi che selezionano esclusivamente il modo indicativo nella subordinata concessiva; sono <si bien>, <y eso que>, <(aun) a sabiendas de que>. <si bien> (529) // esto qué quiere decir ? quiere decir que / ante un mundo sin barreras / en el mundo de Internet / nos estamos / planteando / directamente / que / si bien / las / barreras / temporales / y espaciales / se han visto &su [/] superadas / por las / telecomunicaciones / las barreras / de / aquellas / personas que están detrás de las máquinas / son [/] que son las que realmente procesan la información / exigen / necesariamente / una / superación de las barreras / culturales y lingüísticas // [enatbu03] I file in cui si sono trovate le tre occorrenze di si bien sono marcati come di registro formale. La locuzione <si bien> «se halla muy extendida en la lengua escrita, especialmente en el lenguaje periodístico» (Flamenco García 1999, p. 3834). ₪ In italiano il nesso sebbene seleziona il modo congiuntivo nella subordinata, a differenza del nesso spagnolo <si bien> con cui presenta una forte somiglianza a livello lessicale. <y eso que> (530) PAS: mira // este verano he estado en Mérida / y una de las cosas que hice en Mérida / es que ahí hay unas / cenas romanas // son de un 296 Subordinate concessive libro de recetas que encontraron / y esas recetas / pues han decidido hacerlas // bueno / era impresionante los sabores tan distintos y tan extraños // y eso que los habían suavizado / porque llevaban ya unos cuantos años haciéndolo y la gente se &que [/] se quejaba un poco de que claro / el gusto era muy / [...] / [<] <fuerte> // [efamcv04] Le due occorrenze trovate appartengono a file del registro informale (fam). Questa espressione «es muy frecuente en la lengua hablada» (Flamenco García 1999, p. 3834). La subordinata introdotta da <y eso que> è sempre il secondo membro della frase complessa. Come significazione, si potrebbe stabilire un parallelismo con l’espressione italiana <e pensare che>. <(aun) a sabiendas de que> (531) Nos dejaron solos aun a sabiendas de que nos perderíamos (Flamenco García 1999, p. 3836). Flamenco García (1999, p. 3836) segnala che questo nesso ha una frequenza d’uso molto bassa. 5. Nessi che selezionano esclusivamente il congiuntivo 5.1. In spagnolo I nessi che in spagnolo selezionano esclusivamente il congiuntivo sono <así (que)>, <(aun) a riesgo de que> e siquiera + ser. <así (que)> (532) a. Esta prueba, así sea fundamental, no sirve para la acusación porque se ha obtenido por medios ilícitos (Flamenco García 1999, p. 3833). b. No conseguirás que se tome el jarabe, así lo mates (Flamenco García 1999, p. 3833). Le concessive introdotte da así esprimono contenuti ipotetici o di irrealtà. Rispetto al livello sociolinguistico «esta construcción presenta una particularidad: se usa tanto en registros muy cultos [...], como muy coloquiales [...]; sin embargo, es de uso bastante restringido en un español estándar o medio» (Flamenco García 1999, p. 3833). Felisa Bermejo Calleja 297 <(aun) a riesgo de que> (533) Le ayudó aun a riesgo de perder su vida (Flamenco García 1999, p. 3836). Questa locuzione ha una frequenza di uso molto bassa. siquiera (534) Merece ser castigado, siquiera {sea/fuera} otro el cerebro del crimen (Flamenco García 1999, p. 3834). La subordinata introdotta da siquiera occupa sempre il secondo membro del costrutto e introduce concessive con valore ipotetico. Siquiera viene solitamente usato abbinato al verbo ser al presente o imperfetto congiuntivo. Si usa in un registro colto ed equivale a <aunque sólo>, <cuando menos>. 5.2. In italiano Per Mazzoleni (2001 II, p. 788), le subordinate concessive introdotte da nessi che selezionano solo il congiuntivo sono fattuali. I nessi che in italiano selezionano esclusivamente il congiuntivo sono benché, sebbene, <malgrado (che)>, <nonostante (che)>, quantunque, <per quanto>, ancorché, seppure. benché (535) NIN: [<] <è piaciuto> perché / è un progetto che / ha dell' innovativo // benché la costruzione di strumenti musicali / sia una cosa di [/] di molto antico / però il fatto che unisce / la tecnologia / all' artigianato / è un qualcosa che è stato visto / sempre bene / da <xxx // di buon occhio> // [imedts05] Si è trovata solo un’occorrenza, e il registro del file è formale. <nonostante (che)> (536) a. // però / resto affascinato / del fatto che / uno strumento così / produca voce // questo non lo riesco a capire // nonostante una spiegazione tecnica / e ora cerco di dartela / ci sia / però riesco a / affascinato da questa cosa // [ifammn13] 298 Subordinate concessive b. // in cui / era riportato il richiamo / del ministro ai provveditori / ad una puntuale applicazione / della legge sulla trasparenza ... eh / sì / perché Scafoglio / per ottenere quel compito / e altri candidati / avevano &su [/] dovuto sudare le [/] le proverbiali sette camicie // nonostante ci fosse la legge / cosiddetta sulla trasparenza // ecco perché / ci rispondevano così all'epoca // [imedts02] Di un totale di sette occorrenze, solo una appartiene a un file di registro informale (fam). <per quanto> (537) a. // allora / i compagni dirigenti del partito di allora / diedero un indirizzo di pacificazione // ma per quanto sia stato de pacificazione / tu capisci / le armi / uscirono fòri le armi un' altra volta / le armi della resistenza / gruppi armati / da tutte la parti // [ifammn02] b. // gli argomenti / che vorremmo / approfondire / riguardano tre aspetti / della / vita toscana / e per quanto / &he / tutti e tre / &he / abbiano come base / l' arte / in realtà ognuna di loro / come poi sentiremo / ha risvolti / completamente diversi // [imedts01] Due occorrenze appartengono al registro formale e una al familiare. sebbene (538) Sebbene avessi ragione, tuttavia non ho voluto insistere (Dardano/Trifone 1983, p. 320). <malgrado (che)> (539) Malgrado i prezzi fossero saliti, il negozio all’angolo era ancora conveniente (Mazzoleni 2001 II, p. 789). quantunque (540) Quantunque l’onorevole fosse molto in ritardo, decidemmo di aspettarlo per evitargli eventuali spiacevoli incontri (Mazzoleni 2001 II, p. 805). ancorché (541) Ancorché quell’anno l’inverno fosse giunto molto presto, nel fondovalle la temperatura non era rigida (Mazzoleni 2001 II, p. 805). Felisa Bermejo Calleja 299 seppure (542) Non c'è riuscito, seppure ce l'abbia messa tutta (De Mauro 2000). 6. Concessive implicite 6.1. Con infinito 6.1.1. In spagnolo <a pesar de> (543) / por lo tanto hay gente / que sí que lo puede dejar / con una relativa facilidad a pesar de ser adictivo / y otras / que / tienen / una / dificultad / casi insalvable para / poder dejarlo // [emedts09] <pese a> (544) Pese a ser una belleza, no se lo tiene nada creído (Garcés 1994, p. 143). <a riesgo de> (545) A riesgo de tener que dejar mi cargo, no puedo seguir por ese camino (Garcés 1994, p. 144). para (546) a. // es decir / sentía que para ser mi vecino / tenía de Marruecos un conocimiento muy inferior al que tengo de Portugal / o de Italia / o de Francia // [efammn09] b. JOA: ¡ostras! // ALV: un cañón / tío // para ser un portátil / es un cañón que te cagas // JOA: y qué tiene ? &eh / DVD grabador ? ALV: tiene grabadora y DVD // [etelef08] c. // y bueno / entramos / para ser una marisquería de Santiago / tenía un aspecto así sofisticado / no ? unas [///] decoración / Art Deco / así / muy bonito // muy bonito // [efammn05] 300 Subordinate concessive 6.1.2. In italiano per (547) Per essere così giovane, tuo figlio è molto maturo (Mazzoleni 2001 II, p. 805). nemmeno (548) Nemmeno a pagarla a peso d’oro si riesce a trovare una stanza libera a ferragosto (Mazzoleni 2001 II, p. 805). 6.2. Con gerundio In spagnolo aun (549) Aun llegando tarde, tuvimos tiempo de ver toda la exposición (Garcés 1994 , p. 147). <ni siquiera> (550) Ni siquiera pagándolo a peso de oro, te lo vendería. In italiano pur (551) a. / il meccanismo di come / da un fascio di luce / si arriva alla voce / è questo // e a me questo / seguita ad affascinarmi // perché anche se c' è una spiegazione / tutto sommato / pur non venendo da una formazione tecnica / elettrica / o tecnologica / però insomma / la comprensione / diciamo / è facile // [ifammn13] b. // ma è anche vero che / Facchetti ha / pur confermando queste intenzioni di Moratti / ha detto che / Vieri potrebbe essere ceduto / qualora arrivassero offerte adeguate / che peraltro / al momento / non sono ancora pervenute // imedsp02] c. // in un esposto / presentato alla procura / presso la Pretura di Livorno / il Saracino l' accusava / di aver / proceduto / all' autenticazione delle opere / per conquistarsi la fama / di scopritrice / delle teste Modì / pur sapendole false // [imedts01] Felisa Bermejo Calleja 301 Con nove occorrenze di fronte a nessuna, risulta evidente che pur + gerundio è molto più frequente del corrispettivo spagnolo aun + gerundio. <neppure> (552) Neppure sorpassando in curva cieca son oriuscito a farmi dare una multa (Mazzoleni 2001 II, p. 805). 6.3. Con participio <anche se> (553) a. // in realtà io l' ho conosciuto / anche se incontrato magari a piazza Duomo / l' ho conosciuto all' hotel Rafael // [inatla02] b. SEG: il &s [///] no / dice / c' è proprio un altro articolo // il seggio consiliare / che rimanga vacante per qualsiasi causa / anche se sopravvenuta / è attribuito al candidato che nella medesima lista / segue immediatamente l' ultimo detto // [inatpe01] 7. Nesso complesso introdotto dalla preposizione por in spagnolo e per in italiano 7.1. Alternanza indicativo/congiuntivo <por más que> Con indicativo la subordinata concessiva ha carattere fattuale. Il costrutto con questo nesso non ammette né futuro né condizionale. (554) ALV: [<] <te instalaste> el Panda / al final ? JOA: sí / pero una caca de vaca // porque era / la / versión / trial esa / y / por más que lo intenté / cascar / nada // no me dejaba ni actualizarse en línea / no me dejaba nada // [etelef08] <por más + SN + que>. Se la subordinata concessiva si costruisce con il congiuntivo può avere valore ipotetico oppure carattere tematico. 302 Subordinate concessive Congiuntivo ipotetico (555) Por más libros que leyera, no conseguiría dar con la solución (Flamenco García 1999, p. 3836). Congiuntivo tematico (556) A: Parece ser que han presentado más pruebas. B: Ya lo sé, pero por más pruebas que hayan presentado, eso nunca se llegará a saber (Flamenco García 1999, p. 3836). 7.2. Selezione del congiuntivo «Tramite l’utilizzo della struttura “per X che F (con verbo al congiuntivo)” si costruiscono proposizioni concessive fattuali articolate in genere su elementi aggettivali» (Mazzoleni 2001 II, p. 789). È da porre in rilievo l’affermazione del carattere fattuale della subordinata concessiva introdotta da tale struttura. La sottolineiamo perché in spagnolo, con la corrispettiva formula composta da “por... que”, Flamenco García (1999, pp. 3837-3838) segnala invece il carattere ipotetico delle concessive, aggiungendo che possono avere carattere fattuale soltanto in contesti dialogici con il congiuntivo tematico “polemico”. Secondo Mazzoleni (2001 II, p. 799), le concessive costruite con le formule <per ... che> (raggruppate tra gli operatori di subordinazione “categoriali”) non hanno carattere ipotetico: «Non sono interpretabili come condizionali concessive, poiché l’elemento su cui si articolano non è presentato come possibile, ma come certo». Come dimostrazione, Mazzoleni le confronta con le loro parafrasi avversative: (557) a. Per poche che fossero le sue pretese, mantenerlo per un periodo così lungo non sarebbe certo stato uno scherzo (Mazzoleni 2001 II, p. 799). b. Le sue pretese erano poche, ma mantenerlo per un periodo così lungo non sarebbe certo stato uno scherzo (Mazzoleni 2001 II, p. 799). Se può applicare la stessa prova dimostrativa agli esempi spagnoli: (558) a. ANA: [<] <entonces / por mucho> que quisieras estar [viendo la televisión]/ al mediodía te la quitaban / no sé [/] a no sé qué hora <también se &ce [/] se acababa>... [efamdl40] b. Tú querías estar [viendo la televisión], pero al mediodía te la quitaban. Felisa Bermejo Calleja 303 In realtà, nella concessiva non si afferma che il soggetto “voleva” guardare la tv, ma si fa riferimento all’eventualità che volesse guardarla; si tratta cioè di un’ipotesi. (559) [/] y lo dice todo serio // pues / qué pasa ? porque yo no entiendo / el chiste // se lo tienes que explicar los chistes / a todo le saca punta / a todo // una frase por mínima que sea / pero [/] pero eso &por [///] es que no entiendo // pero eso por qué lo dices ? pero / ¡ah! / que esto es [///] y esas cosas / no las harás de coña ? ¡ah! / pues mi [/] mi madre tiene el pelo / rojo // ¡ah! / que tu madre tiene el pelo rojo ? tía / se lo cree todo // [efammn03] Una parafrasi di questo esempio non è possibile. Dovremmo concludere che queste formule concessive introdotte dalla preposizione por in spagnolo e per in italiano hanno valori diversi nonostante la similitudine formale? Riassumendo, in italiano le concessive costruite con la formula <per...che> hanno, secondo Mazzoleni, carattere fattuale; in spagnolo invece, secondo Flamenco, quelle con la formula <por...que> hanno prevalentemente carattere ipotetico. 7.2.1. In spagnolo <por mucho que> La formula con mucho in genere fa riferimento a situazioni ipotetiche. (560) a. ANA: [<] <entonces / por mucho> que quisieras estar / al mediodía te la quitaban / no sé [/] a no sé qué hora <también se &ce [/] se acababa> [la televisión]... [efamdl40] b. HOM: imagínate que tú estás / oyendo voces que te hablan / y por mucho que alguien te diga que esas voces no existen / tú / las estás oyendo / como me estás oyendo a mí ahora // [emedrp02_1] In contesti dialogici il congiuntivo può avere carattere polemico. (561) EMI: a lo mejor lo tiene // pero lo del [/] lo <del> / [...] EMI: / plagiado es muy fuerte // BEA: cuáles / de ellos ? EMI: el [/] el que escribe en asturiano // [...] BEA: me parece fatal / eh ? EMI: Manuel dice que no // Manuel dice que es intertextualidad // pero bueno // por mucho que no se defienda / a mí / no me parece 304 Subordinate concessive intertextualidad // y además yo a mis amigos les critico / cuando quiero // para eso son mis amigos // BEA: y que [/] y qué es una copia / literal / o sea ... EMI: no // es una <traducción> // [efamdl23] Si sono trovate cinque occorrenze della formula concessiva <por mucho que> costruita con il verbo al congiuntivo. Tuttavia, sorprendentemente e al di fuori della norma, c’è una sesta occorrenza costruita con il verbo all’indicativo, appartenente a un file di registro informale (pub); la parlante è una maestra. (562) PIL: ya // o Jerónimo / pues en un momento dado / yo con las tablas de multiplicar / por ejemplo // dije jolín / qué bien / esto es una oportunidad / porque / se sabía la tabla del dos / y yo ahí / qué bien / venga / te las vas a aprender ahora todas / tal // y al día siguiente / venga / la tabla del tres / y + SIL: perdió el papel / ya // PIL: se le perdió la <tabla> / SIL: [<] <ya le> pregunté // PIL: / y por mucho que tú pones / es que al final / dices / es que / da igual // que no / no hay nada que hacer // SIL: porque / son los hábitos // los hábitos no lo tienen / adquirido / <en casa tampoco les insiste en ese orden> ... [epubdl08] <por mucho(-a,-os,-as) + nome + que> (563) Por muchas propiedades que tenga, no podrá vivir sin trabajar. <por + {agg/avv} + que> Il contenuto della subordinata ha in genere carattere ipotetico, ma può anche avere carattere tematico. (564) [/] y lo dice todo serio // pues / qué pasa ? porque yo no entiendo / el chiste // se lo tienes que explicar los chistes / a todo le saca punta / a todo // una frase por mínima que sea / [efammn03] L’aggettivo o l’avverbio può essere preceduto dai quantificatori muy, más, ecc. (565) // estas son maniobras / estrictamente / profesionales / que yo no sugiero que se las / autohagan / o le pidan a nadie / que se las / realice / por más fácil que parezcan / porque podrían lastimarse / con / buena intención / pero / lastimarse al fin // [emedts10] Felisa Bermejo Calleja 305 7.2.2. In italiano <per quanto> Si può costruire una subordinata concessiva con la struttura “per quanto + agg/avv”, o anche semplicemente con <per quanto> (vedere supra); «in questi casi per quanto equivale grosso modo a benché» (Mazzoleni 2001 II, p. 790). (566) // allora / i compagni dirigenti del partito di allora / diedero un indirizzo di pacificazione // ma per quanto sia stato de pacificazione / tu capisci / le armi / uscirono fòri le armi un' altra volta / le armi della resistenza / gruppi armati / da tutte la parti // [ifammn02] <per quanto(-a,-i,-e) + nome> (567) Per quanti consigli tu gli dia, lui fa ciò che gli pare (Mazzoleni 2001 II, p. 803). <per + {agg/avv} + che> (568) Per bella che sia, non riuscirà a vincere il concorso di Miss Italia. 8. Formule concessive con ripetizione del verbo Le subordinate concessive costruite con le formule reduplicative di forme verbali si caratterizzano per il fatto di essere prive di un nesso identificabile (congiunzione, locuzione o preposizione). Secondo Flamenco García (1999, p. 3842), che le denomina “concesivocondicionales”, esse condividono con le altre concessive (definite come “propias”) il contrasto stabilito tra i membri della frase, ma si differenziano «en que presentan el antecedente en términos de suposición, dejándolo abierto o suspendido. El contenido proposicional de la prótasis hace referencia, pues, a situaciones no factuales o de carácter hipotético. Es precisamente esta característica lo que las aproxima a las condicionales típicas». García-Medall (2005, p. 286), che denomina queste strutture “concesivas genéricas repetidas”, segnala che non sempre sono condizionali. Secondo Mazzoleni (2001 II, p. 800), che le denomina “a-condizionali”, esse si differenziano dalle altre concessive perché tra le proposizioni non si instaura nessun rapporto di contrasto; «semplicemente l’ascoltatore può 306 Subordinate concessive inferire che fra il tipo di evento presentato nella sovraordinata e uno di quelli [...] nella subordinata, un contrasto ci possa essere». Mazzoleni chiama tali concessive “a-condizionali” perché «il contenuto proposizionale della subordinata non condiziona quello della sovraordinata». 8.1. Con elemento relativo In spagnolo, la ripetizione di due forme verbali al congiuntivo legate da un elemento relativo può avere valore concessivo. (569) a. // y como nosotros / no queremos ser cómplices / de ese silencio / y porque estamos además comprometidos / con buscar una solución / que si queremos esa convocatoria / de la comisión especial / y esperemos / que se dé la solución / que no es otra / que sacar el nuevo pliego / y hacer la nueva adjudicación / cueste / lo que cueste en los [/] en los términos en los que nos estamos moviendo en este momento / [enatps02] b. // enseñanzas / se van sacando muchas / una / por ejemplo / es esa / &eh / yo me propuse desde el primer día / no quejarme por nada / es decir / viera lo que viera / intentaría mejorarlo / pero nunca / me quejaría por nada // y / podría contar / muchas anécdotas de cómo / intentar mejorar / lo que el Camino / te va dando // [epubmn02] García-Medall (2005, p. 283) segnala che lo spagnolo e l’italiano sono le uniche lingue romanze che dispongono di questo procedimento sintattico di ripetizione verbale al congiuntivo con valore concessivo. Tuttavia, lo studioso afferma che in italiano l’uso è più ristretto in quanto si limita a alcuni verbi intransitivi che esprimo ‘evento’ (Succeda quello che succeda, non andrò domani alla festa). In italiano, non con tutti i relativi si possono costruire formule di questo tipo; per esempio, esistono espressioni del tipo “vada come vada”, “sia come sia”, ecc., ma non altre quali “?vada dove vada”, ecc. La corrispondenza con la forma reduplicativa spagnola si può stabilire con quantificatori in costruzioni relative: chiunque, checché, dovunque, qualsiasi, ecc. (570) a. Venga quien venga, no le dejes entrar. b. Chiunque venga, non lasciarlo entrare. (571) a. Digan lo que digan, me resulta increíble. b. Checchè si dica, mi pare incredibile. Felisa Bermejo Calleja 307 (572) a. Vaya donde vaya, encontrará siempre amigos. b. Dovunque vada, troverà sempre degli amici. (573) a. Sea como sea, prefiero no hacerlo. b. Comunque sia, preferisco non farlo. Esempi riportati in C-ORAL sono: (574) a. SEG: / e sull' andamento delle azioni ed istituzioni / enti o società / cui il comune qualsiasi [/] a qualsiasi titolo partecipi / quindi è molto ampia / la presidenza di tale commissione / è riservata con rappresentante <di xxx> // [inatpe01] b. ZIO: [<] <perché sennò> / voglio di' [/] &vo [///] comunque sia / dovemo fa' 'na denuncia / con sospetto / no // ce mancherebbe // xxx / mica potemo denuncia' una persona senza essere sicuri // [itelpv13] In spagnolo esistono anche frasi relative che hanno, come antecedenti, indefiniti equivalenti: Cualquiera que venga. Quienquiera que sea. Dondequiera que vayas. 8.2. Con elemento disgiuntivo Un’altra formula concessiva è quella formata dalla ripetizione di forme verbali connesse mediante la congiunzione disgiuntiva o. Di solito la seconda forma verbale è preceduta dalla negazione. A volte il verbo è eliso. spagnolo que v cong. o que no v cong. v cong. o no v cong. v cong. o no italiano che v cong. o (che) non v cong. v cong. o non v cong. che v cong. o no/meno 8.2.1. In spagnolo (575) OTR: yo creo que se quite / o no el pasamontañas / ya la lucha / ya está dada / no ? &eh / lo que importa es el [/] el pensamiento / no el [/] el humano / no / no las [/] las caras / no ? nuestros gobernantes por lo general / nos muestran la cara / no ? pero atrás de ello hay [/] hay este / deshumanización / no ? y solamente piensan en [/] en las [/] en las ganancias capitales / no ? [emedrp03_1] 308 Subordinate concessive 8.2.2. In italiano (576) a. // è un qualche cosa / che va / comunicato agli altri // che sia opportuno / o non opportuno / l' importante è che / se vivi un' esperienza / e l' esperienza dell' incontro con Dio / non puoi altro che comunicarlo / all' altro // affinché l' altro / sperimenti / la stessa gioia che stai vivendo // [inatpr02] b. DAN: [<] <hhh no // non> è questione di telenovelas // cioè / a me / che Berlusconi ci abbia tre televisioni / o non ce n' abbia nessuna ... cioè / preferisco non ce n' abbia nessuna // però / non vedo perché / per levare un monopolio / si debba / di fatto + [ifamdl13] Le forme verbali sono solitamente al congiuntivo, ma nello stile colloquiale si trova anche l’indicativo, come in questa occorrenza del CORAL: (577) SND: ti stavo dicendo / io ho detto / vuoi venire a ballare ? convinta che io / già / sarei andata / indipendentemente / dalla sua scelta // capito ? o lui viene / o non viene / io / comunque vado / a ballare // [ifamcv21] Nel seguente esempio è stata elisa anche la prima forma verbale, che si lascia indovinare facilmente (ci sia) data la sua essenza esistenziale. Ad ogni modo, il valore concessivo della formula, di cui rimangono solo la congiunzione disgiuntiva e l’avverbio, si mantiene vivo e con forza espressiva. (578) // comunque / effetti / collaterali o meno / l' Africa / ha disperatamente bisogno degli antiretro virali / come in Occidente // più dell' Occidente // e per questi farmaci / in Africa / circola la stessa battuta di una volta per il cibo troppo calorico // preferisco morire di cancro a settant' anni / che domani di fame // [imedrp03] 9. Riepilogo Quanto ai modi verbali, le differenze del funzionamento sintattico delle subordinate concessive spagnole e italiane rispondono a criteri diversi. In italiano, il modo viene imposto dal nesso. Da un lato, <anche se>, tranne che negli usi ipotetici, seleziona sempre l’indicativo. Negli usi ipotetici i verbi sono al congiuntivo imperfetto o trapassato; quindi non è mai utilizzato il congiuntivo presente. Dall’altro lato, i restanti nessi (benché, Felisa Bermejo Calleja 309 nonostante, sebbene, ecc.) selezionano sempre il congiuntivo. In italiano, il carattere non informativo non ha rilevanza e non entra mai in gioco nella scelta del modo verbale; in altre parole, in italiano non si usa il congiuntivo tematico o di replica. In spagnolo, ci sono diversi nessi che ammettono l’alternanza indicativo/congiuntivo: aunque, <a pesar de que>, <pese a que>, <por más que>. Alcuni selezionano esclusivamente l’indicativo: <si bien>, <y eso que>, <(aun) a sabiendas de que>, possibilità inesistente in italiano. Altri infine selezionano esclusivamente il congiuntivo: <así (que)>, <(aun) a riesgo de que>, siquiera. Dal confronto tra i nessi italiani (anche se) e spagnoli (aunque, <a pesar de que>, <pese a que>, <por más que>) che ammettono i due modi nella subordinata, emergono fondamentalmente due differenze. La prima riguarda il congiuntivo presente (e passato prossimo), che non è ammesso da <anche se>, ma ricorre invece con i nessi spagnoli (anche con valore ipotetico). La seconda differenza riguarda il carattere tematico con cui in spagnolo è usato il congiuntivo, che non trova alcuna corrispondenza nell’uso del congiuntivo italiano. Capitolo 11 CONCLUSIONI 1. Modo verbale nella subordinazione Nei capitoli precedenti, come si sarà notato, si è partiti dalla caratterizzazione di ogni subordinata avverbiale dal punto di vista dei diversi studi grammaticali spagnoli e italiani; a ciò ha fatto seguito l’elenco dei nessi spagnoli e italiani disposti in tabelle contrastive, con le relative descrizioni, che ha poi portato all’analisi dettagliata del modo verbale. La sezione dedicata al “modo verbale della subordinata” rappresenta il nucleo della ricerca. In essa sono state presentate in parallelo le occorrenze spagnole e italiane tratte dai corpora C-ORAL con la descrizione del comportamento sintattico in ognuna delle lingue, individuando i fattori che determinano l’uso del modo e sottolineando le dissimmetrie rilevate; queste ultime costituiscono l’obiettivo del presente studio. Infatti, accanto alle analogie sintattiche e semantiche tra le subordinate avverbiali spagnole e italiane, sono emerse varie dissimmetrie che presentano diversi gradi di distanza o che interessano ambiti differenti: sintassi, semantica e pragmatica. Per quanto riguarda la reggenza obbligatoria del modo, ad esempio, abbiamo rilevato dissimmetrie nelle subordinate temporali, condizionali o con il nesso si bien rispetto a sebbene, ecc. Per quanto riguarda i valori diversi e la capacità di introdurre un altro tipo di frase dipendente, abbiamo evidenziato, ad esempio, differenze tra i nessi como, <siempre que> in spagnolo rispetto a come o <sempre che> in italiano. Dal punto di vista pragmatico, sempre a titolo di esempio, si è potuto notare che il congiuntivo di replica è usato in spagnolo nelle causali e nelle concessive, mentre in italiano il congiuntivo non è mai usato con tale valore. Al di là delle teorie sul valore unico o sui valori diversi del congiuntivo, abbiamo radunato e selezionato dati appartenenti a diversi quadri teorici, e li abbiamo coniugati con le risultanze emerse dall’esame delle occorrenze dei corpora; in questo modo, la nostra analisi ci ha portato a individuare diversi usi del congiuntivo, la cui presenza risponde a criteri differenti: a 312 Conclusioni volte strettamente sintattici, a volte inquadrabili nell’ambito semanticopragmatico. In determinati casi, il modo verbale permette di stabilire la classe semantica della proposizione subordinata in cui si trova. In italiano, la differenziazione esercitata dal modo verbale è particolarmente chiara nel caso delle subordinate causali e finali; in esse, dato che condividono il nesso perché, solo il modo verbale della subordinata ci permette di interpretare di quale tipo si tratti (Andiamo al mare perché tu stai/stia bene). In spagnolo, se il verbo è all’indicativo, la subordinata introdotta da como è causale; se invece il verbo è al congiuntivo, sempre introdotta da como, la subordinata è condizionale (Como está/esté cansado, se irá a dormir). Nelle subordinate avverbiali esiste una correlazione tra il modo verbale della subordinata e alcuni nessi. Si tratti quindi di selezione, determinazione o grammaticalizzazione, il fatto è che la subordinata introdotta da un determinato nesso si deve costruire con uno solo dei modi, o l’indicativo o il congiuntivo, con reciproca esclusione e senza possibilità di alternanza. Per esempio, nelle due lingue si costruiscono con l’indicativo le subordinate introdotte da tutti i nessi causali, tranne porque/perché; si costruiscono esclusivamente con il congiuntivo le subordinate introdotte dal nesso temporale <antes de que>/<prima che>, da tutti i nessi finali e da tutti i nessi condizionali tranne si/se. Da un altro lato, nelle frasi subordinate in cui la scelta di un modo non è in correlazione con il nesso, la forma verbale può rispondere a fattori quali la negazione (causali), i verbi intensionali (modali, comparative) o il carattere futurale del verbo della principale, soprattutto in spagnolo (nelle temporali è persino obbligatorio l’uso del congiuntivo). Questi fattori non sono operativi in tutti i tipi di subordinata, né hanno, riguardo all’uso del congiuntivo, lo stesso grado di incidenza nelle due lingue oggetto di studio. Per esempio, nelle subordinate modali la presenza di un verbo intensionale nella principale determina il congiuntivo nella subordinata, ma questo stesso verbo in una temporale non ha nessun effetto sulla selezione del modo verbale. Analogamente, la negazione ha effetti sulla selezione del modo nelle causali, ma non ha nessun effetto nelle concessive o nelle condizionali. Oltre a questi fattori, il congiuntivo è stato caratterizzato da alcuni valori semantici (quali l’asserzione, la presupposizione, la non fattualità) o pragmatici (quali la rilevanza informativa o il carattere argomentativo). Felisa Bermejo Calleja 313 Anche se i valori semantici citati sono stati indicati da diversi autori come l’unico valore del congiuntivo capace di abbracciare tutti gli usi, il fatto è che, almeno nelle subordinate avverbiali, ognuno di essi, preso isolatamente, non riesce a spiegare tutti i casi. Per questo motivo abbiamo individuato un breve elenco di valori del congiuntivo. La non asserzione e la non fattualità sono legate al carattere prospettivo o futurale, oltre che all’ipotesi; questi valori (formulati in diverse maniere) giustificano e spiegano soddisfacentemente l’uso del congiuntivo nelle finali, nelle temporali di futuro e nelle condizionali e concessive ipotetiche. La scarsa rilevanza informativa che il parlante vuole dare al contenuto della subordinata si manifesta, in spagnolo, con l’uso del congiuntivo soprattutto nelle concessive, come anche nelle causali, in contesti dialogici. È il congiuntivo denominato polemico o di replica. I valori che caratterizzano la subordinata al congiuntivo sono trasversali ai diversi tipi di subordinazione; tuttavia, si è mostrato utile mantenere la classificazione semantica dei tipi di subordinate avverbiali. Nell’insieme, in diversi tipi di subordinate il congiuntivo, sia in italiano sia in spagnolo, è legato alla non-fattualità del contenuto della subordinata nel momento dell’avvenimento della frase principale. (579) a. EST: no es bueno / que los problemas internos / acaben convirtiéndose / en problemas de gobierno // porque los ciudadanos / votan programas / y políticos para que los desarrollen // y al final / los problemas internos entorpecen los programas / y dificultan las relaciones políticas // luego deseos de buena voluntad // [emednw04] b. // questa critica è una critica che emerge quotidianamente nel fare / &he / politica dal basso // e questo /deve essere uno dei punti forti di dibattito / perché non ci possano essere ambiguità in questo senso // [inatpd01] Il congiuntivo è legato alla non asserzione (la non asserzione, sebbene non in maniera esclusiva, è parallela alla non fattualità), ed è anche associato alla non indicazione di verità del contenuto della subordinata. (580) a. / los [/] los kilómetros que a mí se me exigían / los había hecho uno [/] uno detrás de otro andando // porque es que era verdad // otra cosa es que yo hubiera hecho los últimos / kilómetros andando // y aún así / aunque yo los hubiera hecho / el aceptar / que yo había / hecho / tanto / cuánto / trayecto en autobús / podría haber sido dentro de una ciudad // para hacer cualquier gestión // [efammn05] b. / anche perché il caso / innanzitutto / non era una semplice burla / come io ho cercato di dimostrare in quel libro / seconda / anche se fosse 314 Conclusioni stato una semplice burla / cosa che io escludo / &he / sarei molto curioso / di verificare i meccanismi / di come mai / si può equivocare / una testa / rimasta in acqua / una notte sola / con una testa / rimasta in acqua / <settantacinque anni> // [imedts01] In relazione a quest’ultimo concetto, si apre lo spazio per il ruolo del parlante e/o del soggetto della predicazione. Di fatto il parlante, in particolar modo in spagnolo mediante il congiuntivo – là dove esso si può alternare con l’indicativo – non si sente compromesso con la verità del contenuto della subordinata. (581) CAR: mi padre sí / no le [/] no le importaba // cuando le dije que me quería meter / en la Marina / y demás / a él no le importó // dijo que bueno / que hiciera lo que quisiera / si era lo que quería / pues que lo hiciese // pero mi madre no // [emedrp04] Infine, il congiuntivo in spagnolo è associato ad un non rilevante valore informativo del contenuto della proposizione. (582) a. FUE: después de que la tierra temblara durante casi tres minutos / en Bachau / no quedó / ningún hospital en pie // [emedrp06] b. DAM: &mm / bueno / Esther / &eh / yo creo que la contestación es / muy clara // el agua / puede tener / el agua del grifo / más / o menos calcio // pero si se bebe / &eh / mucha agua / &eh / se está previniendo la aparición de cálculos // no importa // ustedes / pueden tomar perfectamente / el agua / del grifo // aunque tenga / calcio // [emedts08] 2. Dissimmetrie Di seguito, forniamo una sintesi delle dissimmetrie rilevate per ogni tipo di subordinata. 2.1. Subordinate temporali Modo verbale Le subordinate temporali spagnole si costruiscono con il congiuntivo presente, se la frase è orientata al futuro; invece le italiane si costruiscono con il futuro. Felisa Bermejo Calleja 315 (583) a. / Josep Guardiola / que ha anunciado / que cuando acabe esta temporada / abandonará / el club // [emednw02] b. / questo sarà / &he / discorso / che / faremo / volta / a volta / &he / quando / analizzeremo i testi [inatte02] Nelle implicite, in spagnolo si usa solitamente l’infinito semplice; l’italiano predilige invece l’uso dell’infinito composto. (584) a. // Che había sido un niño de las monjas / que le recogieron después de quedarse huérfano // [emedrp02] b. /// Bruna Galante / è scomparsa l' undici giugno scorso // dopo essersi intrattenuta / per qualche ora / con una vecchia amica /in un bar di Maiano / [imedrp04] Nessi In spagnolo, <después de que> ammette l’uso del congiuntivo anche al passato, e ha un valore tematico. (585) FUE: después de que la tierra temblara durante casi tres minutos / en Bachau / no quedó / ningún hospital en pie // [emedrp06] In italiano, la subordinata introdotta da <dopo che> ha sempre il verbo all’indicativo. (586) // migliaia di cinesi &so [/] sono scesi nelle strade / nella piazza Tien An Men / dopo che il comitato olimpico internazionale / ha deciso di assegnare alla capitale cinese / le olimpiadi del duemilaotto // [imedts07] Mientras è temporale, ma può anche avere valore condizionale (604); invece mentre è solo temporale. (587) a. // no hay literas para todos / y se utiliza el sistema / de cama caliente // mientras uno está de guardia / otro duerme // [emedrp04] b. // niente / niente // ma un mattino / prestissimo / mentre sta facendo la guardia / sente un rumore // scrhhac // [ifammn20] <Siempre que> è un introduttore temporale (equivale a <ogni volta che>). (588) a. MIG: y [/] y &e [/] y ella [/] y / Rosa siempre que llama / habla conmigo ... <hhh> // [efamcv01] b. [/] sembra che sia imbarazzato // < ogni volta che dice qualcosa> + [ifamcv12] 316 Conclusioni 2.2. Subordinate causali Modo verbale A differenza dell’italiano, che in questi contesti sintattici e comunicativi usa sempre nella subordinata causale il verbo all’indicativo, in spagnolo è possibile usare il congiuntivo. Con negazione anteposta al verbo della principale: (589) Teresa no fue a clase porque estuviese enferma, sino porque debía preparar un examen (GDLE 1999, p. 3289). Nelle interrogative: (590) [///] pero sólo es eso? sólo puede ocurrir / porque una parte de la tierra esté / más deprimida que [/] que el resto / o [/] o puede ocurrir / &ah / en otras partes / y por otras causas? [emedsc01] Con elementi che indicano desiderio, probabilità: (591) / en el juzgado de guardia / evidentemente / en el mayor de los secretos / dan el mandamiento / y la policía interviene // por qué no aparece la droga ? quizás porque no la hubiera? [enatla01] In una replica: (592) BEC: [<] <pero a mí lo que me joroba es [/] es que sea en> un medio público // si lo demás me da igual // pero que en un medio público / se paguen esas millonadas / porque alguien hable de su vida privada no me parece ético // a mí es que no me parece ético // [efamdl18] Se l’evento si situa in un tempo cronologico futuro: (593) [///] yo creo que cuando lo deje con Andreas / quiero dejarlo / porque / yo / quiera dejarlo / no porque el otro me diga / o lo dejas / o te dejo yo / sabes ? [efamdl30]. Nessi Per quanto riguarda la frequenza d’uso, sulla base del numero di occorrenze si è rilevato che il nesso più frequente, dopo porque e como, è in spagnolo <ya que>, mentre il nesso che in italiano gli è più affine per suono e composizione, giacché, è usato raramente. Al contrario, in italiano <visto che> è il nesso più frequente, dopo perché e siccome, mentre in spagnolo il nesso <visto que>, quasi identico formalmente, è molto poco usato. Felisa Bermejo Calleja 317 Per quanto riguarda il registro, il nesso italiano poiché è usato soltanto nel registro formale. Il nesso spagnolo <puesto que> non è marcato dal punto di vista del registro sociolinguistico. 2.3. Subordinate finali In italiano, a differenza dello spagnolo, si può usare il verbo causativo fare per esprimere finalità: <per far(e) > + infinito e <per far(e) sì che> + congiuntivo. (594) VFC: in un paese in cui la paga mensile è di circa sessantamila lire / la pesca di frodo / è un modo per tirare avanti // il ricavo di uno storione / è sufficiente per far vivere un mese / un' intera famiglia // [imedrp02] (595) / no in Africa / non [/] non si possono dare / sono troppo cari / per cominciare // ma anche / risulta difficile seguire i pazienti / fare in modo che prendano bene / la [/] la terapia / come è [/] è necessario per far sì che sia efficace // è per questo che / nasce il progetto per / cercar di dimostrare che invece è possibile // [imedrp03] 2.4. Subordinate consecutive Modo verbale Il connettivo spagnolo <de ahí que> seleziona esclusivamente il congiuntivo. In italiano non c’è un corrispettivo formale di tale nesso. (596) uno lo que hace es contar historias / eh / lo [/] lo que uno hace es narrar / lo que uno hace es contar / eh / y no hay ninguna pretensión / de someter la razón / a una / única norma // # de ahí que hayamos desarrollado una cultura / como digo / más literaria / en este sentido / menos / racionalista / [enatte04] In spagnolo è possibile usare il congiuntivo se nella frase sono presenti avverbi frasali che esprimono probabilità come quizá(s), probablemente, ecc., mentre in italiano è impossibile. (597) Posiblemente haya salido con el tiempo tan justo que {ha/haya} tenido que coger un taxi (GDLE 1999, p. 3297). 318 Conclusioni 2.5. Subordinate comparative Modo verbale I criteri che determinano l’alternanza dei modi nella subordinata comparativa sono diversi. In spagnolo, le comparative di disuguaglianza con SV hanno sempre il verbo all’indicativo. (598) Felipe habla más que hace (Porto Dapena 1991, p. 201). In italiano, invece, è la comparativa di uguaglianza ad avere sempre il verbo all’indicativo. (599) Maria è tanto intelligente quanto Luisa è pigra ( GGIC 2001 II, p. 844). 2.6. Subordinate condizionali Modo verbale In spagnolo, a differenza dell’italiano, non si usa il futuro nella protasi con si. (600) a. EST: y bueno / pues si juegan un partido amistoso / pues <iremos a verlo> // [efamdl39] b. // se al terzo giorno / al terzo mattino / quando il gallo canterà / tu sarai / &he &s [///] avrai ancora in mano il libro / non sarai scappato / allora / ti ricompenserò // [ifammn20] Tuttavia, in spagnolo si può usare la perifrasi di futuro (presente del verbo ir + a + infinito). In italiano, no. (601) // &eh / esa es la primera comida que [/] de tesis doctoral que he hecho en un Vips / y / desde luego si sus resultados van a ser tan buenos como los de / esta vez / estoy dispuesto / a hacer todas las comidas de tesis doctorales en los Vips // [efammn09] In spagnolo è possibile usare nell’apodosi il congiuntivo piuccheperfetto con l’ausiliare in -ra- (hubiera). In italiano, no. (602) ARA: porque hhh le digo [/] digo qué te ha pasado ? dice nada / que me he [/] que me he cortado el dedo // dice soy carnicero / y / claro / no me voy a pintar // si hubiera / sido secretario / pues a lo mejor / me hubiera pinchado con un boli // dice / pero al ser carnicero / pues me he llevado media uña // [efamdl37] Felisa Bermejo Calleja 319 Nessi Tre autentici falsi amici sono: como, <siempre que> e mientras. In spagnolo como (603) e mientras (604) possono essere nessi condizionali (il primo è anche modale e causale, il secondo è anche temporale (587 a)). In italiano, né come né mentre hanno valore condizionale. (603) CRI: hhh / sí // de vez en cuando me entran las crisis // digo / como la coja la mato // la voy a partir la cabeza // y esas cosas // pero + [efamcv03] (604) / y hemos dicho aquí / mientras no le veamos / con la camiseta azulgrana / no nos lo creeremos // [emedsp06] Per quanto riguarda <siempre que>, esso è un nesso sia temporale (588 a) sia condizionale (605 a); di qui la differenza con il <sempre che> italiano, che è esclusivamente condizionale (605 b). (605) a. RAU: [<] <mil> litros // siempre que superen los mil litros / se considera ya una instalación <petrolífera> // [epubdl04] b. ROD: due / settimane per livello ? allora / all' incirca sei settimane // e l' altro + SIM: sempre che ti riesca / poi alla fine // [ifamcv07] 2.7. Subordinate concessive Modo verbale In italiano tutti i nessi concessivi, tranne <anche se>, selezionano esclusivamente il modo congiuntivo. Il nesso <anche se> ammette l’alternanza (607), ma esclude il congiuntivo presente e passato prossimo (607 b). In spagnolo, vi sono nessi che selezionano esclusivamente il congiuntivo, altri che selezionano esclusivamente l’indicativo e altri che ammettono l’alternanza: – selezionano il congiuntivo: <así (que)>, <(aun) a riesgo de que>, siquiera; – selezionano l’indicativo: <si bien>, <y eso que>, <(aun) a sabiendas de que> (possibilità inesistente in italiano); – alternanza indicativo/congiuntivo: aunque, <a pesar de que>, <pese a que>, <por más que>. Un falso amico “sintattico” è rappresentato dal nesso <si bien> in spagnolo e sebbene in italiano, in quanto il primo regge l’indicativo e il secondo il congiuntivo. 320 Conclusioni (606) a. // esto qué quiere decir ? quiere decir que / ante un mundo sin barreras / en el mundo de Internet / nos estamos / planteando / directamente / que / si bien / las / barreras / temporales / y espaciales / se han visto &su [/] superadas / por las / telecomunicaciones / las barreras / de / aquellas / personas que están detrás de las máquinas / son [/] que son las que realmente procesan la información / exigen / necesariamente / una / superación de las barreras / culturales y lingüísticas // [enatbu03] b. Sebbene avessi ragione, tuttavia non ho voluto insistere (Dardano/Trifone 1983, p. 320). In ambedue le lingue, con aunque/<anche se>, il congiuntivo si usa per l’espressione dell’ipotesi; ma in spagnolo, a differenza dell’italiano, il congiuntivo presente è usato con valore ipotetico e rappresenta il maggior grado di probabilità (607a). (607) a. Aunque me llame, no hablaré con él. b. Anche se mi {chiamerà/chiama}, non parlerò con lui. c. Aunque me llamase, no hablaría con él. d. Anche se mi chiamasse, non parlerei con lui. e. Aunque me hubiese llamado, no habría hablado con él. f. Anche se mi avesse chiamato, non avrei parlato con lui. Solo in spagnolo l’alternanza indicativo/congiuntivo obbedisce a necessità comunicative; di fatto il congiuntivo ha qui un valore tematico e di replica, di cui è privo il congiuntivo italiano nelle concessive. (608) a. –Esta película es muy interesante. –Aunque sea interesante, es demasiado lenta. b. –Questo film è molto interessante. –Anche se è interessante, è troppo lento. 2.8. Tendenze generali Dopo la sintesi delle dissimmetrie che nel presente studio abbiamo fornito per ogni tipo di subordinata analizzata, rimane solo da dire che non è possibile ridurre tali dissimmetrie ad un denominatore comune, ad una nozione che concentri in sé le molteplici forme del loro manifestarsi. Tuttavia, se tentiamo di individuare delle tendenze generali, possiamo segnalarne tre: Felisa Bermejo Calleja 321 – in italiano, solitamente sono i nessi a selezionare il modo verbale; è quindi meno frequente che in spagnolo trovare nessi che ammettano l’alternanza indicativo/congiuntivo; – in spagnolo, l’orientamento al futuro dell’enunciato incide sulla scelta dell’uso del congiuntivo, mentre in italiano il futuro non costituisce un operatore modale e quindi non favorisce l’uso di tale modo; – sempre in spagnolo, l’alternanza dei modi verbali acquista una funzione comunicativa, perché può segnalare il grado di distanza tra il parlante e quanto da lui affermato. Da questa prospettiva, il congiuntivo ha anche un valore tematico e trova inoltre un uso, inesistente in italiano, di carattere argomentativo: si tratta del cosiddetto congiuntivo di replica o polemico. Quest’ultima dissimmetria contiene senza dubbio uno degli aspetti più interessanti che sono emersi nel presente lavoro: l’utilizzo che il parlante spagnolo fa del congiuntivo per necessità comunicative in un contesto dialogico di replica (e non solo). Merita sottolineare, ancora una volta, il fatto che si tratta di un valore del congiuntivo che ha una grande operatività in lingua spagnola, mentre in italiano tale impiego è del tutto inesistente. Questa differenza è particolarmente importante, in quanto evidenzia non solo una particolare strategia comunicativa a disposizione del parlante spagnolo, ma anche (e soprattutto) una disparità nel concetto stesso di congiuntivo che hanno le due lingue. In un certo senso, nell’italiano l’uso del congiuntivo rimane all’interno dei limiti strutturali della sintassi, in quanto esso può essere imposto o indotto, ma mai scelto dal parlante in modo autonomo. In spagnolo, invece, il congiuntivo supera questi confini, e può essere utilizzato come scelta libera, cioè non determinata da un altro elemento linguistico. Tale scelta può essere volta in due direzioni: esprimere la distanza del parlante rispetto a quanto afferma (funzione che il congiuntivo italiano esplica nelle completive), e polemizzare con l’affermazione dell’interlocutore (funzione che il congiuntivo italiano non ha). In quest’ultima veste, il congiuntivo spagnolo mostra la capacità di collegare strettamente il parlante, l’interlocutore e la situazione discorsiva, con effetti di notevole efficacia. Proprio tale capacità comunicativa è una garanzia della vitalità del congiuntivo nella lingua spagnola, tendenza tra le più significative della situazione attuale. Vi sono poi anche altri aspetti interessanti, seppur di portata minore, che è stato possibile individuare grazie al fatto che questo lavoro, affrontando un campo della subordinazione relativamente limitato, ne ha consentito un’analisi assai approfondita. Di fatto, è stato tale esame dettagliato a permettere di individuare alcuni aspetti poco esplorati in chiave 322 Conclusioni contrastiva e che costituiscono fenomeni a sé, come l’uso della costruzione causativa con valore finale in italiano, o il parallelismo tra gli avverbi connettivi spagnoli e italiani (por eso/per questo; perciò) nelle consecutive. Si sono potuti scandagliare in profondità anche altri argomenti non inediti, come il confronto tra alcuni nessi quali mientras (que)/mentre; finché o como/come, o come le dissimmetrie tra costruzioni implicite ed esplicite. Inoltre, l’aver usato come esempi realizzazioni di parlanti nelle due lingue, e non semplici traduzioni come in analoghi lavori precedenti, ha reso possibile osservare alcuni aspetti curiosi dello spagnolo, come l’uso sistematico del congiuntivo passato nelle subordinate temporali introdotte da después de que nel parlato, o la possibilità di usare la perifrasi di futuro nella protasi delle subordinate condizionali, nonostante la restrizione dell’uso delle forme verbali del futuro in tale posizione. Infine, in rapporto alla varietà orale dei corpora utilizzati, si deve segnalare un ultimo aspetto non trascurabile: cioè che i parlanti, nelle subordinate avverbiali, usano il congiuntivo in maniera stabile e costante. In altri termini, contrariamente alle previsioni più pessimistiche, è quasi nullo il numero (e la rappresentatività) dei casi in cui si registra una sostituzione inaccettabile del congiuntivo con l’indicativo. Allegato Il modo verbale e i nessi subordinanti (tabelle) La presentazione in tabelle dei nessi in corrispondenza del modo verbale della subordinata che introducono hanno il grande vantaggio di superare la frammentazione dell’informazione fornendo una panoramica generale con una visione dell’insieme. Per quanto riguarda i limiti della presentazione tabellare, gli schemi per propria natura sono riduttivi e richiedono generalmente delle precisazioni, ma a tale mancanza si può sopperire con la consultazione dei capitoli corrispondenti ad ogni tipo di subordinata. 1. Indicativo Temporali spagnolo italiano quando appena come non appena allorché man mano via via che ogni volta che (ogni qual volta ) tutte le volte che mentre intanto da quando, dacché dopo che una volta che 324 Allegato Modali spagnolo italiano come secondo che nel modo che Causali spagnolo italiano perché siccome visto che in quanto dato che poiché dal momento che che giacché como ya que puesto que dado que que pues visto que en vista de que Finali spagnolo italiano Consecutive spagnolo luego conque así (es) que por (lo) tanto por consiguiente en consecuencia así pues pues (y) así de {este/ese} modo de {esta/esa} manera de {esta/esa} forma de {esta/esa} suerte italiano cosicché sicché tanto (più) che a (tal) punto che di modo che in modo (tale) che in maniera (tale) che quindi perciò dunque di conseguenza Felisa Bermejo Calleja 325 Comparative spagnolo más SV que menos SV que italiano più di quello meno di quello {-- /tanto} SA quanto Condizionali spagnolo italiano Concessive spagnolo italiano si bien (aun) a sabiendas de que y eso que 2. Congiuntivo Temporali spagnolo antes de que italiano prima che Modali spagnolo italiano Causali spagnolo italiano 326 Allegato Finali spagnolo para que a fin de que con el fin de que con el objeto de que con el propósito de que con (la) intención de que con objeto de que al objeto de que que a que italiano perché affinché acciocché onde a che che Consecutive spagnolo italiano de ahí que de aquí que Comparative spagnolo italiano Condizionali spagnolo como si a condición de que con tal (de) que siempre y cuando siempre que en (el) caso de que en el supuesto de que en la suposición de que en la hipótesis de que en la eventualidad de que como mientras cuando italiano come se a condizione che a patto che qualora purché ove sempre che nel caso che nell’ipotesi che nell’eventualità che quando Felisa Bermejo Calleja 327 Concessive spagnolo (aun) a riesgo de que así (que) siquiera por mucho que por mucho (a,os,as) + n + que por + {agg/avv} +que italiano benché sebbene malgrado (che) nonostante (che) per quanto quantunque ancorché seppure 3. Indicativo o congiuntivo Temporali spagnolo cuando en cuanto apenas tan pronto como no bien a medida que conforme según cada vez que siempre que mientras (que) en tanto que hasta que desde que después de que una vez que italiano Modali spagnolo italiano como según conforme Causali spagnolo porque italiano non perché 328 Allegato Finali spagnolo italiano Consecutive spagnolo tan + {agg /avv} + que {tanto/tal} + n + que v + tanto que cada + n + que un + n + que así ... que <de + agg> ... que <de un + agg> ... que <una de + n> ... que tanto ... como para bastante ... como para suficiente ... como para de (tal) modo que de (tal) manera que de (tal) forma que de (tal) suerte que italiano {così/tanto/talmente + {agg/avv} + che {tanto/tale + n + che n + tale che v + {tanto/talmente} che troppo ... perché abbastanza ... perché in modo che Comparative spagnolo italiano tan SA como tanto-a-os-as ... como {più/meno} ... di quanto {más/menos} ... cuanto{más/menos} {más/menos}... mientras {más/menos} tanto più ... quanto più Condizionali spagnolo si italiano se Felisa Bermejo Calleja 329 Concessive spagnolo aunque aun cuando a pesar de que pese a que por más que por más + n + que italiano anche se 4. Modo verbale per ogni tipo di subordinata Temporali Indicativo spagnolo italiano quando appena come non appena allorché man mano via via che ogni volta che (ogni qual volta) tutte le volte che mentre intanto da quando, dacché dopo che una volta che Cogiuntivo spagnolo antes de que Indicativo o congiuntivo italiano spagnolo prima che cuando en cuanto apenas tan pronto como no bien a medida que conforme según cada vez que siempre que mientras (que) en tanto que hasta que desde que después de que una vez que italiano Modali Indicativo spagnolo italiano come secondo che nel modo che quasi che Cogiuntivo spagnolo italiano Indicativo o congiuntivo spagnolo como según conforme italiano 330 Allegato Causali Indicativo Cogiuntivo spagnolo italiano como ya que puesto que dado que que pues visto que en vista de que perché siccome visto che in quanto dato che poiché dal momento che che giacché spagnolo italiano Indicativo o congiuntivo spagnolo porque italiano non perché Finali Indicativo spagnolo Cogiuntivo italiano Indicativo o congiuntivo spagnolo italiano para que a fin de que con el fin de que con el objeto de que con el propósito de que con (la) intención de que con objeto de que al objeto de que que a que perché affinché acciocché onde a che che spagnolo italiano Concessive Indicativo spagnolo si bien (aun) a sabiendas de que y eso que Cogiuntivo it. spagnolo (aun) a riesgo de que así (que) siquiera por mucho que por mucho (-a,-os-,as) + n + que por + {agg/avv} +que Indicativo o congiuntivo italiano spagnolo italiano benché sebbene malgrado (che) nonostante (che) per quanto quantunque ancorché seppure aunque aun cuando a pesar de que pese a que por más que por más + n + que anche se Felisa Bermejo Calleja 331 Comparative Indicativo spagnolo Cogiuntivo italiano spagnolo Indicativo o congiuntivo it. spagnolo italiano tan SA como tanto(-a,-os,-as) ... como más SV que menos SV que più di quello meno di quello {-- /tanto} SA quanto {più/meno} ... di quanto {más/menos} ... cuanto{más/menos} {más/menos}... mientras {más/menos} tanto più ... quanto più Consecutive Indicativo spagnolo luego conque así (es) que por (lo) tanto por consiguiente en consecuencia así pues pues (y) así de {este/ese} modo de {esta/esa} manera de {esta/esa} forma de {esta/esa} suerte Cogiuntivo italiano cosicché sicché tanto (più) che a (tal) punto che di modo che in modo (tale) che in maniera (tale) che quindi perciò dunque di conseguenza spagnolo de ahí que de aquí que Indicativo o congiuntivo it. spagnolo italiano tan + {agg/ avv} + que {tanto/tal} + n + que v + tanto que cada + n + que un + n + que así ... que <de + agg> ... que <de un + agg> ... que <una de + n> ... que {così/tanto/talmente + {agg/avv} + che {tanto/tale + n + che n + tale che v + {tanto/ talmente} che tanto ... como para bastante ... como para suficiente ... como para troppo ... perché abbastanza ... perché de (tal) modo que de (tal) manera que de (tal) forma que de (tal) suerte que in modo che 332 Allegato Condizionali Indicativo spagnolo italiano Cogiuntivo Indicativo o congiuntivo spagnolo italiano como si a condición de que con tal (de) que siempre y cuando siempre que en (el) caso de que en el supuesto de que en la suposición de que en la hipótesis de que en la eventualidad de que como mientras cuando come se a condizione che a patto che qualora purché ove sempre che nel caso che nell’ipotesi che nell’eventualità che quando spagnolo italiano Bibliografia Abaitua J. 2002, Tratamiento de corpora bilingües, Grupo DELi, Universidad de Deusto, [www.deli.deusto.es]. 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