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Per favore, lasciate che gli animali facciano gli animali

Il Corriere della Sera, La Lettura

In questa parte del grafico sono rappresentate le creature, fantastiche e no, che compaiono nella saga di Harry Potter; per ognuna è indicata la classe di appartenenza (animale, essere, spirito, non essere e altre creature) e per gli animali il livello di pericolosità

Codice cliente: 2517608 2 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA DOMENICA 4 SETTEMBRE 2016 corriere.it/lalettura Il dibattito delle idee Visual data Valori Il cucciolo di bisonte morto perché un automobilista voleva proteggerlo dal freddo, il cocker vicino alla bara del padrone ucciso dal sisma, le crocchette vegane: rischiamo di trasformare in nostri simili quelli che, nonostante l’affetto, non lo sono SSS . an 1 hi 1 1 1 Inc Eff TOTALE 8 1 no 1 27 22 19 7 16 15 13 13 1 6 1 12 5 1 10 18 13 1 1 12 nh L in es a un ea im a de c o Im erta ll'Et bo età à t ge tito tto s alu ot sT no tti cu izza lcu ge ua trifi obil og iq Pe m ro gli a od ett Im pa sta oll cch Re ggiu rio ontr ba A pe il c lla a e ti d d e Im ren en a iav P uam acqu a ch Ag nera ora iuse sa Ge hom rte ch io Lev tti Alo re po ium ogge Ap gard gli i lacc Winlevitare ioglie Fa ndo ca, sc enti Diffi ia, spac ri viv ne Tagl azio tti o esse ge figur Tras forma og as Tr rumore e Silencio ce vo Toglie s 'interno Colloportu porte dall Sigilla le 1 11 10 4 1 8 3 8 2 8 1 7 7 Libro 6 5 Incarceramus Lega con funi 5 Locomotor Sposta gli oggetti Relascio Allontana gli oggetti Sonorus Amplifica la voce Imperviu Imperm s eabilizz a un ogg Levic etto Fa l orpus 4 5 5 5 4 oc Expelliarmus Disarma Stupefi Fa per cium Lumo Produ c Acci Attirao gli og Cru Tort cio ur Exp a Fa a ecto Av ppari P L'a ada re un P nate Ke P ma da Inc roteg che uc R ante o Co iddik simo pro Im ntr u tett Ra pe asta lus ivo lle dim i M nta o og ent llicci ge a tti ep er so ne aa din o Infrangibilei a magh sortia Serpen ente erp Hexia Salvio mici dai ne uogo us Quiet rus no a So s teu Pro getti og e più ortusa P rt apo Pass eous a na hid hett ea u Orc acc no ab ug re sull Opp acca ori m tt e fi di a strulanti ale s on o im M stri v rbu eri an o un ilia lb a m ob gli a oc M sta Ev o Sp Tutti gli incantesimi di Harry Potter di CECILIA BRESSANELLI Festival . Confini, Europe, ecologia I vent’anni di Mantova 12 tredici pagine speciali sul Festivaletteratura Sguardi . Il muro giallo di Vermeer non è più un mistero Per favore, lasciate che gli animali facciano gli animali Non è detto che la cattività sia meglio del randagismo Ricordiamo: le bestie non hanno senso morale Anche immaginare cani e gatti come noi è un abuso 30 di CHIARA LALLI di FRANCO FARINELLI Maschere . Buon compleanno, Freddie Il pop che cambiò il rock Cloni Tim CURRY 36 Elizabeth Ron MAEL (Sparks) TAYLOR Aaron BEHRENS (Ghostland Observatory) Danza, eccessi sessuali Michail Marc MARTEL (Downwhere) Adam LAMBERT Robby VALENTINE (Zinatra) Insospettabili BARYSHNIKOV Justin HAWKINS (The Darkness) Capricci, divismo David BOWIE Kurt COBAIN (Nirvana) Hard Rock PRINCE Danza, personalità Dave GROHL (Foo Fighters) Montserrat Wrestling CABALLÉ di ROBERTO DE PONTI James HETFIELD Rob HALFORD (Judas Priest) Travestitismo, teatralità Axl ROSE (Guns N’Roses) Percorsi . Il rumore della Rete distrae il narratore 45 di PAOLO GIORDANO L a scorsa primavera, un uomo e il figlio se ne andavano in giro nel parco nazionale di Yellowstone a bordo di un Suv. Il parco è popolato da molti animali ormai rari o a rischio di estinzione. Uno di questi è il bisonte, di cui all’inizio del Novecento ne rimanevano meno di 50 esemplari. Un secolo più tardi, la popolazione aveva raggiunto quasi cinquemila capi, per poi calare e stabilizzarsi intorno ai tremila. I due turisti, aggirandosi nella riserva naturale, hanno incontrato un cucciolo di bisonte. Sicuri che l’animale soffrisse di freddo e determinati dalle migliori intenzioni, l’hanno caricato sul Suv per salvarlo. Questa storia, com’è facile prevedere, non avrà un lieto fine. I numerosi tentativi dei ranger di riavvicinare il cucciolo alla madre falliranno — l’intervento umano può avere questo effetto — e il piccolo sarà soppresso poco più tardi. Il «salvataggio» non ha soltanto causato la morte dell’animale, ma sarebbe potuto costare caro anche ai suoi salvatori: i bisonti adulti sono molto protettivi nei confronti dei piccoli e un bisonte può arrivare a pesare fino a 900 chili (le femmine un po’ meno). I bisonti sono gli animali più pericolosi per i turisti di Yellowstone e l’unico modo per ridurre il rischio — per noi e per loro — è mantenere una distanza di sicurezza. Nella nota pubblicata sulla pagina Facebook del parco si ricorda che anche avvicinarsi troppo per farsi foto avventurose può avere esisti fatali: in Argentina, qualche mese prima, una folla di bagnanti aveva fatto morire un piccolo e raro delfino dopo esserselo passato di mano in mano, come una rockstar, per scattare un selfie con lui. A luglio, l’aragosta Larry è morta durante il trasporto da un ristorante al luogo in cui avrebbe dovuto passare felicemente il resto della vita. Questo è spesso il destino degli animali da stabulario «liberati» dagli attivisti. Animali nati e cresciuti in un ambiente asettico che mal si adattano al mondo reale. E se l’intento di chi li libera è quello di farli stare meglio, non sempre quel fine è raggiunto. Qualcuno potrebbe commentare: «Meglio morti che in prigionia e sottoposti a esperimenti»; dimenticando però che la morte fuori dal laboratorio raramente è indolore. Come non lo è stata l’agonia del piccolo bisonte, prima di essere sottoposto a eutanasia. Una sorte simile è toccata anche ad alcuni animali liberati dai circhi: uno struzzo salvato a Monaco e un ippopotamo a Macerata sono stati investiti e uccisi. Il nostro rapporto con gli animali non umani è antico e spesso caratterizzato da contraddizioni e stranezze. Negli i Bibliografia Amati, odiati, mangiati è il titolo del saggio di Hal Herzog sul rapporto tra l’uomo e gli animali (traduzione di Giuliana Olivero, Bollati Boringhieri, 2012). Sulle difficoltà di comunicazione tra le specie si soffermano Lisa Vozza e Giorgio Vallortigara nel libro Piccoli equivoci tra noi animali (Zanichelli, 2015). Due testi di riferimento sui diritti degli animali: Peter Singer, Liberazione animale (a cura di Paola Cavalieri, traduzione di Enza Ferreri, il Saggiatore, 2015); Tom Regan, Gabbie vuote (traduzione di Massimo Filippi e Alessandra Galbiati, Sonda, 2005). Dal romanzo di Stephen King Pet Sematary (traduzione di Hilia Brinis, Sperling & Kupfer, 1985) è stato tratto il film Cimitero vivente (1989), diretto da Mary Lambert ultimi decenni l’attenzione per il loro benessere è aumentata, grazie anche al nostro raggiunto benessere, sebbene alcuni animali siano oggetto di cura e altri del nostro disprezzo o della nostra gola, e non sempre, come vedremo, queste differenze sono giustificabili razionalmente. Usiamo molti animali per i nostri comodi e in base alle nostre credenze — alcune sono migliori di altre e meno crudeli —, ma il loro benessere è spesso una scusa per farne ciò che vogliamo con la pretesa soddisfatta di compiere gesti altruistici. Trasferire automaticamente le nostre convinzioni agli animali è pericoloso e dannoso, soprattutto per loro. O alimenta credenze sbagliate, come nel caso del cocker Flash il cui comportamento dopo il terremoto recente (è stato filmato e fotografato accanto alla bara del padrone) è stato letto con lenti umane e antropomorfiche. Sembrerebbe razionale ipotizzare gerarchie in base alle finalità per cui li usiamo e alle modalità con cui li trattiamo. Può davvero essere moralmente equivalente il loro uso per farne pellicce o per la ricerca? La scienza ha contribuito al benessere degli animali permettendoci di conoscerli meglio, di sapere quali sono i loro comportamenti e quali sono le condizioni migliori per loro. Ci ha insegnato che, a seconda del grado evolutivo, possono provare più o meno dolore, e come evitarlo. Usare gli animali nei circhi è immorale e usarli per farci compagnia perfettamente ammissibile? Non è così semplice. Ma vale la pena di cercare qualche risposta, soprattutto perché gli umani che hanno degli animali da compagnia aumentano sempre, così come le spese e le attenzioni loro dedicate (anche queste, più o meno razionali). Sono sempre di più i padroni che considerano gli animali domestici come membri della famiglia, il 90% dei proprietari di cani in Usa, secondo un sondaggio del 2011. Siamo sicuri che un cane, un gatto o un altro pet viva meglio con noi che SSS Animali nati e cresciuti in un ambiente asettico mal si adattano al mondo reale. E se l’intento di chi li libera è quello di farli stare meglio, non sempre quel fine è raggiunto. La morte fuori dal laboratorio raramente è indolore
Codice cliente: 2517608 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 3 DOMENICA 4 SETTEMBRE 2016 Due parole in croce di Luigi Accattoli altrove? L’antico dilemma del lupo libero e affamato e del cane pasciuto, ma con il segno del collare a marchiare la sua servitù, non può forse essere risolto definitivamente. Dipende anche dalle specie e dalle condizioni di vita che siamo in grado di garantire all’animale che abbiamo scelto. Sicuramente amare gli animali e volerne uno o più di uno in casa non è la stessa cosa. È meglio vivere da randagi o al sicuro e castrati? Pensateci. Molti considerano i propri pet come figli. Fanno loro regali e festeggiano i compleanni. Aprono profili Facebook (ci sono anche social dedicati, come BePuppy). A parte il senso del ridicolo consumato fino a farlo scomparire, foto e social non sembrano peggiorare la loro vita, dipende però sempre dalle foto che volete fare. Ma siamo tornati alla domanda forse più importante: è davvero benefico per gli animali essere trattati come esseri umani? Quasi mai. Il processo di antropomorfizzazione è una nostra necessità, è una forma di pensiero magico e una tendenza un po’ mitomane a usare i nostri criteri di misura mentre osserviamo l’universo. Un esempio abbastanza bizzarro è quello dei padroni vegani che intendono rendere vegano anche il proprio cane, facendolo evolvere a uno stadio di moralità più raffinata rispetto ai cani carnivori. Ci sono almeno due problemi: nel mondo animale non c’è morale (il cane non si domanda se è giusto o sbagliato mangiare un altro essere vivente e non c’è modo, per fortuna, di costringerlo a interrogarsi al riguardo) e i cani sono carnivori. Rispetto a casi simili, la Confederazione sindacale degli allevatori, commercianti e detentori di animali (FederFauna) ha sottolineato la contraddizione tra l’amore di questi padroni e l’indifferenza verso le caratteristiche etologiche degli animali di cui si prendono cura. Per l’associazione dare crocchette vegane a un cane è una forma di maltrattamento che dovrebbe essere evitata e, nel caso, perseguita legalmente. La difficoltà di trovare risposte è anche determinata da un’intrinseca impossibilità. Non possiamo chiedere agli animali che cosa vorrebbero, cosa sarebbe il meglio per loro, e quindi la risposta sarà sempre quella che possiamo dare noi. Uno dei primi ricordi che ho di umani che trattano animali come conspecifici è Yuma, un pastore afghano grigio che la sua padrona considerava una figlia. Perfino meglio: una figlia con cui non avrebbe mai litiga- LE ILLUSTRAZIONI DI QUESTA PAGINA E DELLA SUCCESSIVA SONO DI MASSIMO CACCIA { Sicuri del Paradiso, o anche no «Oggi sarai con me in Paradiso», dice Gesù al ladrone e tanti cristiani parlano con quella sicurezza ma i Papi ci vanno cauti. Si narra che Wojtyla abbia ascoltato con ammirato silenzio un giovane morente al quale aveva donato una to e che non avrebbe mai sbattuto la porta. Aveva la spazzola con il nome, l’asciugamano personale e il collare con gli strass. «Cena a tavola con noi», raccontava fiera. E poi l’immancabile «le manca solo la parola», che è più o meno l’argomento più citato dai padroni di animali. Provate a passare qualche minuto in un’area dedicata ai cani. Le conversazioni sono spesso difficili da distinguere da quelle che farebbero genitori fieri dei propri figli e dei loro moccioli. Questo antropomorfismo esasperato conduce perfino a confronti che non andrebbero fatti: «È più affidabile di tanti umani». Quante volte si prova più empatia verso i cani che verso gli umani perché questi ultimi sarebbero meno meritevoli del nostro amore e più portati a tradirci? A poche ore e miglia di distanza, nell’Idaho, vengono uccisi un labrador e una donna, entrambi da un poliziotto. Era l’estate del 2014 e l’indignazione per la prima morte è stata incomparabile con l’eco quasi nulla che ha avuto l’omicidio di Jeanetta Riley, 36 anni, madre di tre bambine, incinta e con evidenti disturbi psichiatrici. Il padrone di Arfee ha poi ricevuto 80 mila dollari per il danno subito, la famiglia della donna nemmeno le scuse dal dipartimento di polizia né una spiegazione di una morte abbastanza incomprensibile. È il loro bene o il nostro narcisismo a spingerci a trattarli come umani e a trasformarli nei figli che non abbiamo voluto o potuto avere? A considerarli più meritevoli e a dimenticare che il mondo animale è amorale e per di più spesso, ai nostri occhi, crudele e spietato, dunque molto meno arcadico di quanto ci piacerebbe ammettere? Ci sono altri aspetti contraddittori. Molti animalisti condannano la sperimentazione animale (importante: la ricerca ha ricadute anche veterinarie, perciò fermare la sperimentazione animale finirebbe con il danneggiare SSS Il nostro rapporto con le bestie è antico e spesso caratterizzato da contraddizioni e stranezze. Trasferire automaticamente su di essi le nostre convinzioni è pericoloso e dannoso, soprattutto per loro. Curarsi del benessere dei «pet» è un’altra cosa medaglietta della Vergine: «Gliela restituirò in Cielo. Arrivederci in Paradiso». E Bergoglio a una coetanea che ad Assisi il 4 agosto gli aveva detto «ci vediamo in Paradiso» avrebbe risposto: «Io non so se arriverò in Paradiso». anche gli animali) ma spesso non vedono problemi morali nell’addomesticamento. La gerarchia degli animali meritevoli di amore è quasi sempre costruita su criteri soggettivi e contestuali: il cane è sacro, il maiale possiamo mangiarlo. Hal Herzog, autore di Amati, odiati, mangiati. Perché è così difficile agire bene con gli animali (Bollati Boringhieri, 2012) e del blog Animals and Us (su «Psychology Today»), ricorda che questa contraddizione è stata ribattezzata da un filosofo «il paradosso del gatto in casa e della mucca nel piatto». Sterminiamo i ratti con veleni, destinandoli a morti orrende, e ci commuoviamo per le cavie da laboratorio. Condanniamo le nuove tecnologie e spendiamo migliaia di dollari per clonare il cane di casa morto, nell’illusione di riportarlo in vita (e ricordate come andava a finire con il gatto domestico, investito da un camion e poi tornato in vita dopo essere stato sepolto in un cimitero indiano, nel Cimitero vivente di Stephen King? Spoiler: non bene). Insomma, se la nostra ambizione alla coerenza è destinata a fallire, potremmo provare almeno a illuminare alcune delle più profonde e irrazionali contraddizioni che caratterizzano il nostro rapporto con gli altri animali per imparare a trattarli meglio. Anche perché spesso l’impegno e le spese richieste sono sottovalutate o giudicate meno onerose di quanto non siano nella realtà. Non è infrequente che la fantasia di prendersi cura di un animale si trasformi in un incubo intollerabile, non solo nel caso di sempre più esotici animali da compagnia riadattati al nostro salotto. Gli abbandoni, prima delle vacanze estive o dopo l’ennesima passeggiata forzata, sono numerosi: l’ultimo caso noto è quello di Boff, un cagnetto abbandonato nel Milanese che in moltissimi si sono poi offerti di adottare. L’entusiasmo iniziale deve essere bilanciato con la possibilità di mantenere un impegno continuo, rispetto a un essere che — al contrario dei figli (almeno sulla carta) — non sarà mai autonomo. E la conoscenza delle sue particolarità etologiche può permetterci di mettere a fuoco le sue necessità, tralasciando le nostre. Non basta «essere sensibili» o dichiararsi amanti degli animali. E sarebbe meglio trascurare il loro profilo Twitter per concentrarsi sul loro benessere, che non è detto coincida con le nostre convinzioni istintive e con il nostro narcisismo da padroni modello. © RIPRODUZIONE RISERVATA