DUELLO, LIBRO DE
RE, IMPERATORI,
PRINCIPI, SIGNORI,
GENTILHOMINI, & DE
TUTTI ARMIGERI,
...
Paride Dal Pozzo
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§*r&Nr.
wj.:k^
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r
^
5*
4
*
>v*/i
1
DVELLO, LIBRO DE RE,
IMi/
&
peratori^Pnncip^Signon^Gentilhomini ,
t*e tutti Armigeri ^continente Diffide, Cócor/
die^Pace^Cafi accadenti^ ludicii con tagio
ne,Exépfi,& Authoritate de Poetj\ Hyv
ftonographi,Philofophi,Legifti,
Canonifti 9
& EcclefiafticitOpe
ra dignif(ìma,& vtiliflima
ad tutti gli (piri/
s& v
•
;
v^tk;
ihcorttin&ta tabula del pìu vnìueTfalé,qfcm>
tunche intro li capituli legerai cafi,du/,
bi i,
& altre cofe exceilentif fime
LIBRO PRIMO;
Como le battaglie foronodaDio pmeflé.
Capìtufo.f ;
Del modo dela disfidaza:8£ guagio de battaglia.
cap.2,
Pele qualità che fe recercano in fmgulare battaglia.
£
ire le fmgulare battaglie da vna per fona a vnaltra fono per/
meflé per iuftitìa,& ragione;
4L
Quale conditi oneckuerahauere quello caualiero che vòra
intrare neh fmgulare battaglia de fua perfona con altro
cau aliero.
$
C he in certi lochi,& tempi battaglie da vna perfona a vnal
6
trafonoprohibite.
Como
li
cafi
dele fmgulare battaglie
doue non e
cóftitutio/
%
ne danne fe i udicano per Imperiale lege.
Como a quefte battaglie peruenire fedebbe
tia del
prouocatore,
f.t:-deln
&
con gran iufti/
conftrecìo dalo honore per necef
9
defenfione.
Se li prelati poifono concedere licentia de preliare in la terra
dela
Romana chiefia,o m le poflèffione ecclefiaftice.
o
Como in battaglia da vna perfona avnaltra fe demonfira lo
diuinoiucfcao quale e propino a quello che hauera iu//
lo
(litia.
Como per iudi do de
aftrologi in tale battaglie quello farà
vincitore che hauera
liquali
li
pianeti del cielo meglio difpoftì,
danno Victoria non
fperata.
11
Como la proua qualfe fa per forza darme non e certa, qua
tunche fia in opinione he in virtù de Dio feda la vi dori*
achihalaiuftitia.
Quando vno
rene
W.
,
&
12
deli caualieri disfidati nel giorno non
fama
foflè dela
fua morte
;
cópa
corno fe proce//
ti
<fcra.
A
ii
Quale efelidi* fiditi elegere deaera larme,lo iudice ,& lo/
co ala battaglia.
14
Dela equalita:8£ modo del combattere da vna perfona a vn
altra,8ideladifpofitionedeloroperfona.
Deli disfidati
15
& intra» nel campo,quale deuera primo af /
\6
falcare.
Se li disfidati inel campo intrati fe potranno pentire fenza
licentia del iudice deputato.
1
LIBRO SECVNDO
Dela qualità del loco douc fe deuera fare
la fingulare batta
Capitalo,
glia.
Quando fofle
il
f
bando del Iudice che nullo de combatter!
fegno paflafte fe p forza del nimico trapaÙatTe, fe me
2
hauerc punitione.
Dela proua qual fe fa per la battaglia da perfora a pfona. J
Quando intranó doi in capo per ©Sbattere a tutta oltranza
&1uno f uge,8C e prefo.fe il nimico fuo lo potrà dapo
offendere in potefia dclo officiale.
ti il
rita
4
Quando farà da venire a fingulare battaglie fe debbeno m5
Arare iudicii perliquali fe
prefuma
eliere
il
vero quello
che al prouocato fe oppone*
5
Quando prouocato hauefle trouato 11 iudice, loc^ fe
dopo Io iudice denegaflè de farfe la battaglia fe farà temi
6
to il prouocato trouare altro iudice.
Qnando li combattenti paltuTeno il f egno,8£ dopo fubito
i l
&
t
retornafTeno.
Quando il prouooatore infultaflé Io rechiefio inanzi che ve
S
nifle al deputato loco.
Se lo rechielto non trouaflè Principe quale votefle dare lo /
cofecuroala battaglia.: fe tenuto farà andare a principi
9
deinfideli.
Como debbe il caualiero pigliare iurta qrela
p pcedere nel
f
10
c5battere,attale che dela Iprefa refta vincitore.
Eflèndo vno fignore da vafalii rechiefto de cocedere il, capo
1
fe iuftaméte potrà il capo concedere.
con/
il
e
il
f
ubditi
campo
principe
ali
tenuto
gì
f
caio
In che
cedere*
•
^
!- •*
Se per loprelato fepotraprohiberelabatfaglia'partìculare
lX
eflèndo per lo prindpe feculare permeila.
denegare lo indice
ragione elegere ,
&
Como f edebbe per
competente nela battaglia particulare.
Qual prindpe de ragione ha autorità concedere de fare
battaglia fra cauaberi.
1
U
14
j
bel giuramento de quelli che vorano intrare a
©Sbattere, in
t
1$
battaglia particulare de oltranza.
Quado f ulfc facto per il iudice badimento che qllo deli c5
%6
battenti che trapaflafle il fegno f uflè perditore*
Del trapanare il fegno non folo la defdida ma la pena de
la tetta fe non voluntario vno trapaila fifedebbepu/
:
nire.
Comoirnocaualierorechiefioda'.laltraad battaglia deol/
traza che deueflè elegere iudice
competente,^ elefiè iudl
l$
ce f ufpedo al rechieditore.
Se lo rechietfo a battaglia non trouara (oco;ne iudice, fean/
daredeueralocofyluefoo:&folitarioa combattere Col
19
rechieditore.
LIBRO TERT JO«
Dei guagio de battaglia, ^ primo dela giornata deputata al
Capitulo.r.
combattere,
Dela giornata data per ReCarlo:
&Re
Piero de .Rngooa
*
ala battaglia in tordella.
Quando nela deputata ala battaglia foprauenédoa vno de/
li
caualieri
impedimento,fc,denira eiìère excufato
,
o
fe
5
procederà in luacontumada #
Quando nela deputata giornata la battaglia «0 fe potette fi/
nire,fedeueraefee data altra giornata.
Quando vno ddi disi idati a
4
.
certa gioraata volefle prouoca/
re vnaltró caualiero: fe quello potrà dire futif/a ala batta
glia,8£ poi te fatisfaro io.
Quando doi caualieri
vno de loro nunzi
ca oltranza
L.I
J
5
f ofièno dif fidari a certa giornata fi
la
deputata giornata cobatteftèa tut/
con vno aitrc>.& lo^e da quello vinto,& def
A
111
"
dì dio, fe pofra ellere pero repròcdatq nel giorno de!at>at
figlia deputata»
1$
LIBRO Q.VARTO.
Dele eteétione de larme.
De larme fecondo la lege longobarda .
'
Capitulo.f.
&
Quando li caualieri deliberaiTeno combattere con fpate feh
za arme militare.
*
LIBRO QVINTO.
T
Deli campioni quali fedano nela battaglia per «ualieri-che
de ragione poffono dare campioni .
Capitulo.r.
Deli campioni che foffeno Wndutt , a chi combattef feno
'
:
con fraude.
Certi
in liqualie licito dare campione in battaglia
oltranza.
*
cafi
z
de
j
Como campioni debbenoeffere fimili.
Como pfone in fame no fe poffono dare per capione.
$
Como campioni debbeno giurare nel itrar dela liza feco/
li
jj,
li
,
do la loro credenza combattere con iuftitia: Qc de
deuere.
•
Como c (Tendo vna volta abattuto vno campione
più per altri combattere excepto per fe.
.
fare lo
g
no potrà
t
Como al ruftico rechieditore fe po dare fimile capione." s
Como non e licito corrumpere il campione.
p
5 e lo caualiero vafallo e tenuto effere campione del fuo fi/
gnore.
ip
Como quelli che non.fono in età de combattere^ le done
vidue,8i vno Conte rechiefto da vno che fofie maco de
lui potrà dare il campione.
il
Como l cafo de homiddio no fe po dare il capione excepto
felaccufatorenóvoleffeperfonalmétecóbatter.
Como fe po dare
il
campione fecondo
il
la refpofta del re//
chi e fio.
ij
LIBRO SEXTO.
Per quate caufe fe po venire a guagio de battaglia,
ca A*
Quando farà caufa iufta de fare battaglia.
%
in quanti cali e licito venire ala
$
battaglia,
Como
le battaglie hebbe origine
di Dio
:
& Cpmp fe per/
4
mette no.
Per cuale perfone fe po pigliare la battaglia.'
$
ó
Perche cagione fono esercitate le battaglie.
Jn'quati cafi fedrbbe fare iuftitia de vno morto inbattaglia
<*
particulare,o in torniamentò publico.
Se vno caualiero a massa in vno territorio veltro, fe pero ti
gnore fe po punire per homicida
S
Se vno e rechiefto a battaglia da vnaltro, fel fignore del prò/
uocato il po prohibire che non combatta.
5>
Se vnodisfida vno vafallo de vno fignore fe debbe eflèrepta
.
lo
nitoperlofignore.
Se doì caualieri in doi Campi fe desfidano fora lo exercito,
1f
fe fe debbeno puni re
1
3 n che cafo il fignore e tenuto cobattere co il vafallo.
De doi inimici che feceno pace,fe venendo a noua querela
il
de battaglia fe rompe la pace.
De vno che promefle fare defdire vnaltro fotto vna pena fe
.
non obferuando fe po venire a battaglia.
14
Se vnadò^poc6batterepfomImente,opercapione, 1$
Se vn figliolo accepta battaglia con vnaltro fe per Io patre
poeikreprohibito.
16
De vno che iuiuria vnaltro, & laltro ppulfa la iniuria » fi fe
pò
venire a battagli a .
Jnchecafopoilfignore
f
fchi fare battaglia
dito.
1n
y
7
con il fupfub/
13
che cafo vno iniuriato po venire a battaglia»
Se vno po venire con altra querela a battaglia,
Se vn prouocito po mutare querela.
19
20
1 n che ca fa per iniurie fe vene a battaglia
21
21
21
.
Se vnò iniuriato de verità po venire a battaglia.
Como fe po fare fe no fe troua ilrechiefto a battaglia. 24
Dela medefma cautela
5e vno caualiero rechiede vno philofopho fe e tenuto il
phiiofopho comparere.
36
De caualieri portante vna rnedefiraa imprefaachidebbe
*
.
A
1
...»
ini
1
femanere:
m-**
B fe po p
&
tal
portar venire a battali*.
2y
Come fe fchifa la battaglia c5tra lo infamatore,&: come fe
vene a quella»
23
Jn che modo vno che ha
glia
po venire a
iniufta querela
batta/
con lo ree bieditore.
2
LIBRO SEPTIMO.
Pela nobilita de Qualieri che véneno a
battaglia
tracia in materia dela nobilita.
:
9
doue fe
Capitulo.l
Se eledi doi imperatori in difcordia:fi Te deueria venire
loro a battaglia da perfona a perfona
2
Se e loco de battaglia infra vno Re,8£ Imperatore.
5
Se e cafo de battaglia infra doi Re che contenderono de vn
.
regno-
Se vno
4
Re non coronato potrà prouocare vno altro Re co
ronato a battaglia.
^
Se vno Cote che no recognofee fupiore potrà e fiere puoca
to de vno C5te che recognofee fuperiore.
$
Se vno nobile denatura potrà puocare vno C5te:o baro/
ne
T
Se vno Ducaro capitaneo de arme rechiefto da vn caualie/
rofel porefutare.
$
Se vno nobile po refutare a guagio de battaglia vn armige
ro veterano,quale non
fia
de natura nobile.
9
Dela excellenaa:& dignità deli armata militia.
10
Se vno fimplice armigero po venire a battaglia con vno ca/
pitaneo.
Il
Se vno armigero rufticano lanate larme fe dapo potrà veni
re a battaglia con vno nobi le.
De vna battaglia partita da cinque in cinque chi de loro deb
be eflère il vincitore.
I
Se vno arti fice fequente larme,8£ no laflàndo il fuo meftie
ro fepo venire a battaglia co vnaltro armigero.
14;
De vn re pollo a battaglia p fe in tépo de venire ala battalia
1
c5mette delicto,fe p qllo po efiere repulfato.
LIBRO
O C T A V
Se fiào il pacto de ropere diece lanze;
,
15
O.
& luno cafcara per
Incontratela battaglia e finita non jifpe&ando de Fini
Capitalo.
rederópereledieceianze.
pe doi che in vno medefimo pundo luno tirando a laltro
2
fe ocdfeno: chi dt-bbe eflere vi ncitore.
deliquali Inno f monto
Pe doi caualieri disfidati a cauallo
a piedi: SC occife il fuo inimico,feiuftamente debbe effe
*
i.
re vincitore.
Come doi combattenti quali hauhno capitolati che
5
quel/
10 che cifeaflè dal auallo f uff:; da laltro fupento cafea
doinfiemealprimo incotro,quale de quelli debbe effe/
re vincitore.
caualieri intratiin
Pedoi
campo a oltranza, & luno
4
butta
to a terra hauea prefo il freno del cauallo de lo nimico*
SC percollo il cauallo per fare cafeare il caualiero : 8£ il
iudice fparte la battaglia .
f
Pe doi intrati in battaglia de oltranza: 8£ luno butta p ter/
ra laltro,8£ quello che fta de forto dille io fono vinciu /
to:& dette vna ferita alfopratfante,8£ amazollo. quale
(ara
il
vincitore.
6
^
pei honore deli caualieri quaderne la battaglia luno defar/
7
ma laltro certe arme qual farà meglìore facète.
Quando nela battaglia de oltranza,o in altra fe
faranno fe
membri humani,quale Juuera mag/
$
giore honore: 3C laude.
Pelegioftre.8itorniamenri come fe debbenoperil iudice
rite corporale neli
9
11 esercitanti in quelle iudicare.
Pe doi caualieri disfidati de cobattere aoltraza con maza
ferraD,d-liqualilunoportoilbaftonec5cauo pieno di
io
poluere peftifera colaquale vince il fuo nimico. ^
De doi intrati nel campo per còbattere a oltranza co fpate;
&
tenendo il nimico che a ca/
ualloftauaper lo piedi,quello da cauallo fe butta fo/
luno difmotato a piedi,
pra
W
laltro, 8£ vinfelo.
Pe doi c5battenti,8i luno hauédograueméte
lo pcuflore
te
& fmortite p vedere
i l
ferito laltro
fangue del
io piglio,& UgollOjK dapo fi motte*
fecito, qua
De doi disfidati a oItranza,&: il rechiedjWprorneflede r>
uare:&dapo p vno incontro tutti doi trapaflari fel
rechic
ditorefara pditorerouero farà patta.
De doi combattenti che luno
& pungen/
do il Tuo cauallo lo fpinfe contra laltro:in modo
che
trattandone
li
^
•
fo de ie£o a terra,
caualli; il caualcato col cauallQ
con
a terra ca/
fcato fe morite.
.
f
De doi combattenti che luno prefo tenne fongo tempo
tro per il piede fin ala
fe
fai/
node non facendogli altra ofata,
debbe enere vincitore.
tróconi dele laze rotte,
^
,
De doi cóbattenti deliquali luno cafro defgratiataméte
p
li
& no p virtù dei nimico.
*
vafapiedi & vinfe Ialtro
Como luno deli cóbattenti porto
i
li
in battaglia per tal fraude,& ingegno.
Como doi caualieri cóbattédone lunodifiè a Ialtro io me re7
1
do,& ftrinfe la fpata,& amazo il nimico.
i$
Quando vno deli caualieri combattati cafea dal cauallo
&
Ialtro va appiccato^ ftordito per ledane^
abandona
toiqual e
il
perditore.
IOj
Quando vno de cóbattenti vene armato con molte arme,
SC
ialtro iigieramente,& al
primo corfo cótra gli capitali do
no de drieto al cauallo del nimico.
20
Quando doi per caufa de tradimento combatterò,©^ luno
mai potete vincere Ialtro , fe per humanita del
iudice fe
deueriano fpartire ii,o no.
2i
Se doi combattendo a oltranza,^ luno a terra cafcato,il
ca
ualcantedal fratelloamactfrato contra lo imperi
o del
ili
dice,fe vincitore farà.
22
De doi
dia fidati a oltranza che chi de loro cafeaflè,
o faffè
ferito,remaneirepditore,o desdido,vno cafeo
p difgrai
tia,& no per incontro,^ t eriiìe,fe Ialtro po
allegare cau
fa de vittoria.
2i
Deli combattati chepado era quello
obttenere che più ferite facefl?, 8c vno de loro in vno
impeto faceiTe diuerfe fe
rite,fe vincitore farà.
De, doi cóbattenti luno cccaife locchio
24.
al
nimico ,
& quella
a!iiìtronca(^nnafo,qualfanapmhonòràto.
-
'
t$
Quando deli doi combattenti limò percofie la mano tutto
il bracciodebilitando,& laltro la gamba percotendo tut
26
tafo debili tata.
Quando il deliro cobatteffe col finiftro,, SC le ferite fqflewy
v ale mano de tutti doi,qual farà più honorato vincitore*,
-
o p erditore , o
27
a eia .
fg
Quando H prouocatore,8£ prouocato fono in fimili •mébri
feriti,
qual farà
il
2$
vincitore,© perditore.
2o
Da vna partita de quatro,qual fu la vittoria.
Quando fo data disfida de combattere con arme equale,8£
militare,8i luno véne con arnefi de charta più ligieri
de ferro: vinfe, fe farà vincitore.
&
De battaglia de doi caualieri combattenti quando
il
che
30
frinii/
fpartire,8£ luno corfedapo alle/
laltro dice
ga non hauere veduto lo feeptro buttato
pe io feeptro butto per
eflère per ciò vincitore.
39
Partita de fepte contra fepte dequali doi andati per terra de
Juna:&T4k laltra.li cinque che male fanno : de qua! faxa
3*
la vicìoria.
Quando lo rechiedltore togliete la fpata al rechieflo,fe fe/
ra vincitoi-e,o chi
35
meglio fanno.
De vno deli cobattenti che porto nel capo vno pomo con
vno artificio de foco,quale pofto a terra £>hibea
il
cajjal
lo del nimico accoftarfe contra de lui,
34
Quindonelocobattere fedrfdice:& lo vincitore gli remet
te: fel iudice lo potrà punire,o reftaxa traditore con de //
35
feendenti.
Quando vno inbattagliade oltranza e vinriuto,8£ reprefo
dicene noneflere il vero,
be edere vdito.
Quando il iudice mofiò
<•
fe la battaglia
& per forza
eflere cofefiò,fe
deb
36*
per demétia,o altra caufa fpartef
non afpedado il fine, fe il caualierO fe po
del iudice aggrauare.
31
combattenti in liza era ferito : 8C lui
buttato per terra f lo nimico faua col epitelio per amai
Quando vno
deli
zar!o,& Io ìndice defpartite,& lo ferito
le
fan il vincitore.
fe moritegli a
1
35
Quando il principe chehacoceflalicétiadela
battaglia
py
donafle al vlciuto,8t volefie non fuffc ne morto: ne pri/
gione,fel vincitore potrà al prlcipe recercare tutte le fpe
(cdC il dano del refeotere del prigione.
3
LIBRO NONO.
Quando vno fuperatoin battaglia perfonale non farà mor
to,nedefdido,madatofeper prigione,fe lo vincitore
d ipo lo potrà occidere.
Capitulo.i
Quando vno fuperato, 8£ datofe per prigione al vincitore
farà liberato de ritornare, fel vincitore li potrà coman/
dare feruitii vili non pertinenti a caualieri.
&
Se vno farà fuperato in duello, &datofe per prigione al vi
dtore co federa fua rechiefta retornafl*e,fel fuo Tigno
restii vincitore il rechiedera a quale de loro deuera an/
dare.
^
fupatop fuo prigiue,8C dopo relaf
fato co pmifiìonede retornare,& nò volédo,fe potrap
il fuo fignore edere coftredo de ritornare.
Quando vn caualiero foflé vinto, prigione de laltro , 8£
Sei vlcitore acceptara
il
4
&
dapo dau la fede diuétafle fignore,principe,o Duca fe
:
tenuto farà de retornare al vi ncitore»
Quado vno fofle prefo da tre caualieri in battaglia,^
fe prigione de tutti tre:& a vno tempo da
a quale primo deuera andare.
5
fuf
tutti rechieflo
$
Se vno fupato per prigione acceptato,& ab fede relaflàto
fe potrà refeotre la fede p dinar i,o altro pmio.
1
Se vno fuperato in battaglia perfonale farà per prigioned»
lo vlcitore acceptato,8£ donato aj principe,fe epfo prt/
ape lo potrà refeotere.
$
Se vno vinto,8£ fuperato acceptato per prigione dal vinci /
tore: fedapo la fua mort? farà prigione del figliolo
9
Se vnorechieflo d : ritornare ala dau fede allegando impe
dimento iara da elfére vdico.
10
Se ynofara vinto in battaglia deoltranza,6w per prigione
aeeeptato,8£ dipoi! vincitorelovora cócedere a altro
r
cau alicro per prigi one: fe fare Io potrà.
Se vno Cara in battaglia ocdfó,fe Io vincitore.potra diman
dire il premio prometto del principe a colui che quello
i
ocridefle.
il
Como quello morto farà in duello non more
tra fare
tefiamento:8£ receuere
li
feruo,8£
facramenti.
po
1
Dele fpoglie che fe guadagnano in battagliale iuftamente
fono del vincitore.
14
Se lo accufato che intra in ba ttaglia con Io accu ratore non
fuperato 5 fe debbe eflère abfoluto.
1
Sei prigione che fe piglia per lo faccomanno debbe eflère
del tuo patrone, o daltruì .
16
Se e licito intro lo (leccato mutare querela.
it
De vno che fe rendette fenza defdicto, fe finita la battaglia
e tenuto defdire.
De vno prigione de fedeTe e
1$
tenuto coparere ala rechiefta
del vincitore hauendo altro impedimento.
19
Scvncaualierofuperatoinbattaglia,8:lauatoala fede fe
denega dapo:fe per lo prouocatore fe po reducere a bat
20
taglia.
De doi che a determinati colpi correno, fe quelli finiti po f/
fono più correre.
Se vn porta vna imprefa,& vnaltro
2t
-
de loro e
11
il rechieditore.
23
Se fenza licctia del fupiore fe po toccare vna iprefa.
Se vn porta vna imprefa, 8£ vno caualieio repulfato la toc/
ca,fe fe po denegare la battaglia.
la tocca,chi
24
Se doi còbatteno a oltraza fe lo iudice li po fpartire.
25
Se vno porta vna imprefa,8C toccata da vnaltro per cobat/
tere, fe vno de loro fe po punire dapo .
26
Se con certi capituli vno porta vna imprefa a combattere,
8C quella toccata per vnaltro:fe violando gli capituli fe
po combattere.
27
Se doi caualieri combattendo a Capitali fe per r.oue iniurie
fepoftono rompere quelli.
2$
Stp vfjò caitalierò
porta vtttiinprefa,&etocearada tre Cina
qUale debbe efcr i primo inibattaglia*
:9
De vno che vinceffe il nimico in battaglia de imprefa Co arV
me pili ligiere, fe debbe eflère Vitìdtore.
30
lferi
I
Se doi inimici che ftano in tregua,& vno porta vna impre/
fa fel inimicò toccandola
il
portatore potrà fchifare la bat
taglia.
3|
Se vno caualiero porta vna Imprefa fingulare,& vinto fe da
poi
Del
po eflere dali caualieri repulfato.
fine dela battaglia
32
de oltranza .
^3
Se doi che venneno a battaglia,©^ per loro fignore códudi
a pàce,fe vho ringratia il fignbrejfe fe po dire 'confeflò,
8£ fuperato.
34,
Se quatro caualieri doi per doi fbnò diffidati a oltranza fé
doi poflònò andare a ferire vno folo.
Se doi disfidati doi altri a oltraza,& vno
3$
fe
inferma fefe
debbe afpedare la fanita del infermo,
3g
Se vno e obligato con vno altro a oltranza combatterete fi
faclerico,8Cveneadignita*fe debbe feguire la batta//
glia.
3T
De vno che disfida vno altro per delitìo fe vno terzo caua/
lierb po per epfo foftenere la querela,& intrare nela bat
taglia.
Se vno
e
3$
infamatode tradimento,^ vince a battagliando
fe volfédefdire,fe fe tene per traditore.
Quale e magiore deshonore
pria bocca.
1
39
fugire,odefdirfe con la prò/
40
>
\
:
INCOMINCIA
IL LIBRO DEREMILI
TARE IN MATERNO COMPOSTO
PER IL CENEROSO MISSER PA
RISDe PVTEO DOCTOREDE
LEGE. LECE FELICI TER.
A difciplina, & arte militare trouata
gouemo dela republica,
al
SC freno de tyv
la fui fubli me dottrina effondo
f-polta,8i a pochi caua lieri nota, noie/
ranni,&
do pero recogliere in vn copendio li cafì,
8f occorétienelefingulare battaglie che
fra
cam li eri
fé faranno, da antiqui
exemplii&Taudorìta de
3urifconfulti,& Imperatori,Etperconftiuinone de arme,
con confulta deliberatone de expertisi mi caualieri,& con
autìoritade verufti Martialirreuolgédoanchoranlclnini
ftoriographi,STaucìori,EtconrJderandoche
Hy
aliai digniffi//
ma cola faria dire lhonore,& titulo de tal libello ad alcuno
ferenilVimo Prinripe.Ma dubitando cafcare in alcuno erro/
de feminare di fcordi a /rèduccdomi ad memorìa del <g?o/
uenetto Phrygio Paris tjtial per amore de Oenonedea fyl/
uana abandonato el uechio padre imperatore dela gra Tro/
re
ia fe
dono ad venire paftore,& per più intrargli in gratia,ale
arbori
&
fi
limare vicine feriuea,non de inchioftro,
ma con
fubtile colt?llino,le parole fcolpea. Quando lacque correrà
no indri?to,alhora labaro lei de amare Et coli anchora
.
face
uà li armenti cornbattere,donaixio la vittoria al più gagliar
do,ornandolo pertriumpho d^verde frodi ale fue-coriie,&
in legno de vittoria precedere .Et per quefto
de Parnafo,6v facrate dee fe uendico fama de
iufto .Ma dopo cafco in erore ritrouandofi al foléne conui /
lo dele tr * dee, Venere dea de amore, Iunóe dea dele ricche*
xe,& Minerua dea deh fapientia,& non eiìendo tra loro la
dea d:Ia difcordia, volfe tal conui to feparare:feminado gra
difcordia,& errore,& buttatoci pomo de oro, fcripto che
facendo li
altri
tra la Catania
ala più bella
fai donato, o#ii una dele dee conui tate, lo ho
B
/
,
<m>\ l/*
J+A,y lf
«or tercam de nane» e! pomo comò fa più betti, &r per (Si
fententia elettro Paris amante:quale examinata la caufa 8£
vide da pte in f ecreto le fingular bellezze del e dee,promet/
tendo luna fapienoa,bltrariahezza:e Ultra de dona la bel
lezzi: preuaricandoprr lafciuo appetittodab innocentia,
fo la promena donna cagione ad Pani perdere il nome de
iufto,& abadonare la dea Phrygia, Sedare a fucceflori mor
tcBC a Vencredado la'.fententia de più bella la fece poflìde/
re el porno/QurJEo errore f chi f andò io de confimilenome,
delibero oj6n e Aere per me de principi le dignità examinata
per dare ad alcuno de loro corno più degno laudoritate, 8C
titulo del libro, dandone pero il nome e auctorirate al dio
Marte,qual gouerna tutte le battaglie, ZC da, &£ toglie de ql/
le la uidoria: a quale di caualieri combattenti la Tua influ/
cnoa indiai, Quello dunque celefte fydere fauori fa il mio
principio.^ debba accompagnare el meggio:&^ doni optio
vero fine al mio fcriuererado acompagnato dale celefte/
uirtu pofla andare baldanzofamente nanti ad generofi Ca /
&
,
ualieri.Ianime deliquali ogni virtù abracciano.Et faedafe d
ogni parte il mio libello l^rrfi. con q uella huma nita.che al
mio baiìò,& lento fcriuere fe recercaRc" f e da alcuno farai
morfo,o in alcuna parte de ignorantfa incolpato,ardi Tee de
fono ragióe de impatori,de Hyftoriographi Phi
lofophi,8£ Poeti grandi: acopagnate con dicti d? lurifcon/
dire,quefte
,
fu!Ddodifrimi,conlequaleecompofto,& fondato inftilo
de arme,qual fe demonftra,8£ cofi partédoti in molti capitu
Ii,ho fcripto quello che in te fe po legere, Ma fe altro uolef
mouite co ra/
fe mordere,o in alcuna part>: incolpare, digli
&
da aucìorita co
gione o Caualiero,o quale tu fi Marcale,
mo dono io 8C uera ragione,^ taceroidando lume a quello
che più di me ha meglio auegato,Ma fe ueruno difputado
allegara el f uo capo per dottrinargli dirai ogni
trrina ala propria bocca
iodc:& do//
non e approbata, 8£ pero tacendo
Creda ale audoritate,^ ragione quale da ogni parte copiofa
mente te ho ornato.
LIBROPRIMO.
Incomincia il Librodeli Re,&deli Principi dela l'uftitui
cfele
fingulare battaglie: Duelli chiamati, quali
fe fanno tra Caualierirper dare ludi
do deli occorri
Cele
battaglie corno
cafi.
forno da Dio perme flé.
Ca£, I.
A uendo deliberato volere fcriuerede lar
re militare in
vulgar materno, quel Io che
in latino più difiufamente
ho fcripto de
la iuftitia pertinente
adoperarfe nele bat
tagli" parbculare,duelli altramente ap/
pellate,mee parfo cofa conueniente pri
ma volere narrare gli cafi qual fucc -deno ali extrenui:& va/
lorofi cauaiieri,che per zelo d?
re,8£ in
tali exercitii
Ihonore fe hanno adopera/
dernonlbareyTtoTT
U virtù de lanimo
tra di quello me e debi fogno hauendo dato bon principio p
hiuere nvgliore fine, prindpal mente moftrare per audori /
tate fi corno le battaglie prima fono procedute da Dio, fi co
ino fe legenela Bibia,che per volunti de l.-temo Jdio fo p/
mefloin quella età che Dauit Recombattenècol gigate Go
lìa,8£ che quello totalmente occidelié.Et oltra di qurfto per
bocca del Proprietà fe denota che parlando Dio al po/
pulo Hebreo,di<ìéarmariue:8£ confandoti la lingua loro,
populo de Dio.Etvnaaltraau
doritateferipta dal Proprietà, fi legge che Dio diffè eie/
geriti li huomini forti, SC virili deanimo: che fianoapti/
al combattere contra li Machabei Anchora al Leuitico con
tìoedeli Philiftei inimici del
.
diuino comandamento feritroua che difte perfeguitari ti li
voftri nimici in modo che denari ali voflri piedi in battaglia
li fariti cafcare.Et quello fe denota in libri deli numeri douc
il
Dio comanda alo fuo populo Hebreo
voftri
homini
dicendogli, armati
drfpofti ala battaglia che fianoapti a
decìa del oflefo fignore,& dapoi
adopereranno nelo combattere
,
dille fe
uoi
li
non
far.*
li
uen
voftri fratelli
ri-
doueriti federe.
B
ii
LTBRO
Et ne! libro de Tofue fe d eferi ue che per d! ni no comadame
tofoimpoftocherc-deuKlèroocdd^retiitti li peccatori de
Amicaleth:3£che cfcueflero tanto con quello combatere fin
eh? tutti li Kiueflmi morti, Et in Hierenv'a fe legeche Dio
ditte preparati
&
"
&
li voftri Scuti:
le voftre Celate,
velli due
panzere,& caualcati li voftri caualli Spigliati le
•lanze voftre: 8£ andati confa li voftri nemici, congregadoue
tutti inficme ala battaglia: 8Z maledico quello che no farà fa
guecontra il nemico del populodr IfnH,Etnel libro de Io
el fe fcriue imo altro diuino precepto, che dice fate deli vo/
ftri aratri coir Ili, ideile voftre zappe ferri
de laze .Et in tut
to il libro drli Machabei legédo fe troua che Dio femp ma!
exercitaua, c5moueua,& irritaua il populo fuo che andane
ala battaglia cótra li nemici de lfrael.Onde Dauid Re ferine
nel pfalmo Bndedo fu Idio ilquale amaeftra le noftre ma/
iio nela bataglia .Et in tutti libri deli Re Dio comanda fe
de
le voftre
:
biamo fare le battaglie contra li populi difobedienti.Etim/
pero fe demolirà per tante diuine aucloritate le battaglie da
Dio efière procedute per punitione deli inobedienti ribelli.
Et per abattirriento,&ruiua de tvranni,8C per cagione del*
pace del mondo.Dunque pigliando fiducia in gli exépli da
Dio parlaremo audacemente dele battaglie particu bre,nele
quale il più dele volte femonftrala diuina iuftitia, fi corno
appretto più compitamente mrraremo,a volitate de tutti
bili,& valorofi caualieri,che uorano per battaglia c5
la
no
fpa
ta in mano la loro oli mpa,& chiara fama c5feruare:8£ fem
pre guardare lo honore maculato: 8c illefo per gloria del m5
do,eì£ per la verit i non permettendofe denigrare,ne macu /
lare da nullo improbo che offendere f e difponettè.Et hauen
do tutto in Latino fcripto e notato per amaeftramcto deli ar/
migeri iqu.ili non hanno perititia de littere puntamente ha
uemo tranflatato da tutta larte militare con audorita d; Jm
penale lege:& con antiqui exempli di maiori opefati,8£per
tfile
8C conilitutione dearnieobferuati.
Del modo dela disfidanza,& guagio de battaglie,
Ca.II.
PRIMO
APpreflò noi vederemo in quale modo fe debbè dare
ef
pegno da vn caualiero a hltro per fegno dela battaglia
conforme ala difierentia .Onde dico che retrouandofe per di
Rati a de loco vn caualiero da laltro fepato volédo dare el fc
gno pvolerlop fuo inimico ^nudare,&disfrdare.Dico che
per precepto Militare fe ha di domadare lo guagio, o fegno
dal rechieditore per officiale de arme,doe araldo,© trobetta
vn guance per Cignale de pegno de battaglia, qua 1 fe nomina/
ra guante fanguin.'o de battaglia .ouero altra armatura: pero
comunemente fe fole mandare vn guante per enere arma tu
ra digniflìma pofta in defenfione,& guardia dela
tra, fenza ilqual
mano deac
guante nonpotrìano habdmente adopera/
mano nuda &: de
fua armatura fenza fallo fufpe/
re lo exercitio deb f pata,& trouandofe la
spogliata del guate che e
la
eia, non potrà fecuramente combattere fenza timore de in/
correre detrimento e dano.Perlaqualcofa quello ilquale pi /
gliara tal fignoper guagiodi battaglia totalmente farà obli/
gato de combattere col rechiedente,8£ e t -nuto elegere il lo/
Co,Ie armerei iadice:8C incafocherecufaueacceptareelgua
Ce deuera lo officiale portator de quella lattarlo in quello lo/
co doue fe troua hauer fada la rechiefta in prelentiadel «p/
wocato dalquale fe haueffè, denegato per fcufe,ouero interi
f ugii acceptare la battaglia,alhora quello ilquale haoeue re
chiefto haueria loco de pentirfe,& reftaria in fua liberta (e
non
volefiè feguire la rechiefta, quado per lo disfidato fe tro
no hauere acceptata la battaglia
de
inlbtutione militare, in tal cafò pentire non gli faria po ho/
ualle eflere (lata recufata,8£
quantunche lo disfidatore
fe poteflé fenzi aftringimento
nore,anzi gran carco monftrandlo
la
fua r chieda eiVere ftata
più calumniofa che iufta,ma voIJ'do
i l
rechieditore flare ali
ibi propofiti,&: deliberando feguitare potrà procedere con/
tra del r'chiefto,quale
f nza cagione legittima,& fenza iu/
Ih can fa recufando la impref a non
hrtuera acceptata la dis/
de cauallieria quando fenza iufta
caufa recufailé acceptare,^ defendere il fuo honore 8C fa/
fidi, per laquale perdilo
ma, hauera incorfala infamia grand:, oC
nv. rìtaria
iullami/
B Ni
LIBRO
!
dfpendo.Et con altri modi iufamatorii con
fra de lui proceda fe potrà comò fe acoftttma
p furilo che
disfida inda la cóu-niétia d tale caiialir-ro recufata
addefen
dere lo honore fi comò appreflò più diftufaméte vedererno.
te efler portato
Dele qualità che
fe recercao in fingulare battaglia.
Ca.lII.
SAria cofa conueniente eh e volendo feguire la
comincia
da dire, fi corno fono cinq, cofe,lequa>
le ala battaglia da.perfona aperfuna fe recerano, inazi
che
a quella fe peruèga Como che per Io Impatore fe troua effe
ti
materia
laflàtfè
reftatoamaeftrato.MiiìerBaldode Perugia dotfore de lege
Stenda trouandofeil Cardinalede Bologna con
firmando li difc .La prima e chel cuccato fa fofpe#o,oue
ro diffamatoci de lido SC mancamento ilqnale per fi
in fimile
rechie
ditore fe li troua importo. La fecunda che
quella infamia no
lepolTaprouarenerr<)ntoreperte(umonii degni di fede.
giocatore fia de codinone equale,onero mag
La terza chH
giorediqueUochevorrarechirdere.Attmtoche faria cofa
non cond ona che uno homo da pocopotefle un
Tuo maggiore in battaglia prouocare, facendofi a lui equale*
ìniufla, &T
Et perche non e
licito al
battere col magior
fia
minore montare in tal dignità de co
& per
tal
cagione la equalita in
li
(tati
fe
La quarta che la caufa perche fc moue ala battaglia
pf rfonale,& non fia differcntia ciuile de robberma fia J
recerca
«
f
.
delido,o caufa crirr.inale contingente ala perfona, La lom/
barda lege vole& permette de robba denegata iuftaméte fe
polla combattere: corno più
dianzamente appreflò vedere/
mo.La quinta & viti ma cagione e,che ladifTerentia plaqua/
la battaglia non habia la corte iudicia le hauuto
notìtia,perche ellèndo andato al iudice dela publica corte: SC
Je e caufata
non hau-n do prouato quello che opponeua,non fe poma,
più peruenirea larmenèal iudicio mi li tare, fi corno Federi/
co imperatore ferine ala fua conftitutione,8£ in queftodiuer
fe confuetudine quanturh,* per il
mondo fe trouano,niente
dimeno in dclicto mani fefto non hauera loco
tal battagli*.
I
PRIMO
Attento fé non reeercalTe proua alcuna eflendo per lu? me/
prò
de fmo prouato per b notorietà deb cofa,referuato fel
uocato allegate hauere iuflamente il fuodelido adoperato
Et qurllo in battaglia pronare fe di fponeflè per b fua caufa
più mani fedamente nidificare. A lhora per battaglia fe po/
appreflò mo
tria prouare fe la excufadone fofle uera del che
in public© loco a ma rato vn Ca
flraremo,che bauendo
mo
fua de
ualiero,8£ allegando iuftamete hauerlo amazatoper
de/
feiifionc,o per altra iufta cagione conbattere fe potria p
monflratione de tal deferitone %C hauerlo c5 iuflina fotfo.
&
ra//
Dele fmgulare battaglie fe fono permeflè per iufb'rìa
Capi.IlII.
gione da vra perfora ad vn altra.
Volendo ordinatamente feguìre
il
noftro incomindato
propK)fito,edebifc^oprindpalmentedeclarare fc li
perrnefle da
duelli doe battaglie da perfora a perfona fono
quello
la chriftiana religione,oueramenteprohibiti,& per
fiauemo da confiderai? tutti li tempi panari da etate in etate
Etprimofi corno Dauid Re prr diuina infpiratione com/
che p
batti con Golia.Dopo uenendo lalege dui le permeile
veder lo experimento deb virtù de bniroo,& per exerdtio
militare,& per fobzzo,pompa,&: gioco del mondo.Dopo
venendo b legge Longobarda volfe che in certi cafiqua'
.Dopo la leg- ciuì/
li diremo appreflb fe potefle combattere
lenela fequéte etate loprohibite, faluofelicentiadeli prin
dpi non interueneflè,8£ q utfto fu vnlongo tempo obferua
to per confuetudine,fpecialmente in Frariza,8£neb Ale//
manb.Dopo la decretale prohibite tale confuetudine expf
famente,bqual prohibitione non troppo lontano e feguita
&obferuaifc la doueecofuetoobferuarfe.Et Federico im/
peratore fe conftitutione in que fio regno vetar.do ogni duej
lo referuado incrimine lefemaieftati$,&:»n homiddio da
dettino che voi dire oCculto,& reCarlo lo prohibite per doi
iententie.Et in quefta noftra età per confur tudinc fe obfer/
ua con rnoderatigne deli principi liquala hanno da vedere fc
B
•tf&\.TC
tifo
iiii
LIBRO
eiu(h,8£ fi altra mente che con la fpnta fe po prouj
re,o prou-dere,8: fe li cafi perequali tal battaglia fe recaci
offèndendo Ihonore in grand? importantia,quado nulla de
fa caufa
quelle cagióenela querela appardìe, voi Ja lege canonica che
per nullo modo fep»rmetta il combattere per it peccato che
npiiìCorre,8^ p-reuitirebperdirionedelanima,
&
fando
Auguftino,8£ Indoro dùono che quelu duelli fono crudeli
tate vane,8£ Rottamente trouate per nomini vitiofi infecti
d-inlligatione diabolica. Et quelli liqualiprefumenotali ne
phandi exercitii adoperare mani fedamente n-gino Pio, j£
fanno centra il di uino comandaméto.Et in cafo che li duel/
li fe reprobando, la proua
la cófuetudine che ne induce
&
nononfedebb-noadmedere,neinniuno modo fono da
feguire quando che fono fora de ogni ragione,^: ribelli de/
loimperiodeDic&recontraladiuinaiuftiria.Onde p tal
cagione in lo regno nelquale era confìitutione che permette
ua li duelli f o per il papa Honorio reprobato. Et per quello
dir mo che non fono da diurrfe adoperare per iu(btia,exce
pto quando al principerai Realiqualì e concertò la potè/
fta de
pnvttere le battaglie iufte 8C vniuerfale pareli deuer/
fe fare, pero
non lo potranno fenza peccato permearne, ma
hora per conf u? tudine fe obferua co
licJtia
de principe pru
dente farfe,oue li parerà,©: leg-fe in vna antiqiu chronica
de Ioan villano che eflèndo guerra infra re Cado,8£re Pie/
ro de
R agona p t
terra d?la chiefia
a difTerentia dela 1 fola de
Sicilia
quale e
Romana Papa Martino con tutto lo colle
,
gio de cadmili permeiìèno che quelli doi Redeuefleno co/
battere da perfona a perfona,ouero con cento caualieri per
parte,8£ chr-1 regno
remo,&: che li
fèA del vincitore cot-.o apprefb narra/
R e g£ Imperatori po'Xano permettere le bau
tagle,per audorita del decreto
feproua che la battaglia iufta
e permeila da iulbtia diuina,& per quella ragione vole chel
principe polla indicere,8£ manifeftare battaglia contra difo
bedi uri, 3c"dice più che lo principe che permette, 8£ indice
la battaglia iufta.lo fa
polla feguire,^
in virtù de
Dioanchora eh? mortene
p^ voluntade Dio loquale dice
»o occide
PUIMO
*o> 8£ pfl" mia volanti ogni .mima faro Wuere.Et per mi-fto
più di Ali fi mente in latino ho fcripto producendo molte au
dori tate, come di fopn habiamo fcripto Et impero al i udì /
.
Papa,& dela chiefia Romana,&deta Catholica fe
denvremedo.Pero fe vede lÉantiqua confuetudineobfer
ciò del
uare d- ogni g*»nte,& per la chielìa
fcienti.i
e tolerata per
ratori ìrjuali per la
li
principi
Romana hiuendone
mondani,
& più per
li
Co
impe
fupprerra pot ftapermettéo tal battaglie
con iufte caufe lequale coatti le de religione fe adopera no, 8C
che li pugnatori giurano de oferuare tutto qllo che^metten
& no fe pnvtteo
tal battagle fe
non per grade errore, &per
cóferaition? dela militare difciplina,8£ p ritrouare
dadofe gra punitioe a qnello che contra
iuftitia
la verità
cóbarte qua
li caualieri (e reproba, Se da
corno veleno le lege deli impatori la mi/
virtute, 8£
liti a fe d -bbe obferuare con grande honeftate
obferuatione delf cofe publice,& con religione,^: punitio
le i ni ufìo combattitore fra tutti
fe per infame,8£
fi
&
ne deli delicìi militari, percheron iuftitia grande fra li disfi/
fedebbe combattere fi corno hauemo de fopra di do*
dati
Delecoditione che debbeno.hauere quelli caualieri che vor
ra intrare nela fingulare battaglia de fua perfona co n altri ca
Gapitulo.V.
ualieri.
Volendo feguire nel mio cominciato (criuere nelarre mi
da perfona a p-rfo/
prima far mentione quale conditio/
ne e opportuna a quelli che fedefponeno in tale exercitio
intrare .Onde di :o che coloro che uoranno exercitarfe in fi
facti mvfteri,debeno prima confiderare la caufa de la loro
ìmprefa,&T pigliare falubre confilio nel intrare d°l combat/
litare circa le particulare battaglie
na,neceiìària cofa
1
ara
tere attale che di quella al fine polii con'hor.ore facilmente
remanere vincitori con fua filute,perche ne larme nulla ro/
butta fortezza fenza prudentia poelìère vincitrice,dapoi dir
remo :hel bono pugnatore debbe eflere longo t.j mpo neli
ftidioli fudori, &neli
fio il
fa
Ifupportabili freddi exercitato, 8£ fot
pefo ckle arme hauere indurati
gli foi
valorofi
membri
LJBRCf
in
modo che da tarme,da vìgilie,&: da tuti gti nitri defafii cfie
fe foleno comportare nel frguir
fcimrnto alcuno, anzi
cofi
ci» la
rme non piglie renere/
armato comodi farmato,trouare
corpo defpofto a monftrare brdire de lanimo uerfo il ne/
fia ue tera4o,& no notiirio corro nela le
ge Imperatoria e notato,8: Vegeti© de remìlitari.c.xxiin.dt
ce chel bon caualiero ftu diofo ne brmedebbe eflere exper
to de larte del fcrimire fenza laquale aptamente non potria
tirare la fpatacontra del nemico, qualeeneceflaria continua
mente nela gur rra exercitarfe. Vnde Caffiodoro dice in vna
fua epiftabchebnimofita del feroce compatente per lógi
pace dmenta vile: &C lo conflitto che per tempo fe difmenti
il
mico in modo che
ca la
noua
battaglia
li
da terrore,per cueftodebbedìère affi
duo in lo combattere fenza nilTuno interuallo,che altramé
te niuno in ql Io potrà hauere ferma fiducia de pugnare pio.
Dice Caffiodoro che lartè de larme fi non fe exercita f no fe
po hauere quado e neceflàrio.Cefarp difle che larmigeri che
hanno poft polita b mibtia,nelo repigliare de larme iarano
tempo de pace non fedeueria
conociotrapaflare,anzi fi dabbene brme exercitarfe cofi
caualieri nouitii, Dunque nel
corno in guerra fe ritrouafié.Caffiodoro in vna altra epiftola
dicechel Caualiero debbe lanimo fubleuare»
alleuarfe
&
ne larte deb militia,in modo che fi non fera exercitato in ql
le hauera mala fiducia nel bì fogno exercitarfe. La lege impe
ordina chel tribuno prepofto ab militia debia fare exer
li caualieri ne brme quando in ocio feritrouano,per/
<hc la humana natura longo tempo in quiete nutrédofi,
fiale
citare
mu
ta la
fua
uiriliti acquiftata
pdifciplina.Vegetiovnaltra voi/
ta dice,b militia coferuarfe per fpelìo exercitarla,8c~ più gio
uare lulodeb battaglia eh?
lo exercitio de
b valida fort?zza,che celiando
brme non fera cufièrentia da v no armigero a
vn effeminato, 3C fan Hieron vmo in vna epiftob dice chel
corpo ali ue facto a delicate vette, male agtuolmentecompoc
ta el pefo deb corazza .Per quello fe debbe abftenere dal
p
lio quxllo che non e difciplinato
inftrutfo nel exercirio
&
de armc,daleqiuic dcbb$ hauere domati U mcrnbri,chc chi
PRIMO
Jia le offe molle copte de delicata carne pugnado co
GraalTe
debbe rifece tato exerri /
tato el Caualiero fotto torme che cofi armato come di firma
ro fe motori aiuta te, Tullio dice che! cauri!? ro che ne larme
no e esercitato détto ima fquatra veterana monftra efleredS
na.E fan Hieroi ìymo dice chel ben Caualieri debbe cercare
femp cagioe per laqual polla móftrare la virtù del fuo iuido
aio^qlloilqualeaVfidera pmiodemoflrale feritep orna/
mtto.Q.uIuliano di x chel bon aualifro mai recufa lo efti/
uo ardore,ne mai nel freddo tpo de vefte ìfoderate fe copre.
Du^qlii che fono nutriti in delitie malepotrano portare
ro veterano
farà facilmete fupato,
grauofe arme, ql li
liquali non hauerano fparfo fanguedale
loro pfone,dado oppigli ado rigide ferite,n6everifimileda
tal fe poflà fparare vidoria: che qncobattédo qlla cnfeqflb
no, più
ala di u ina gra
che a loro virtù
fe potria attribuire, 8£
dche p militare dif ciplia e ordinato el t£o lógo a qlli che vo
rano Itrare in liza (tabellare ad vltrafa fedebeno
esercitare
cóli altricaualim.&infifadiexercirìippararelo igfgno,
& d 'fponere
le forze, forti ficare laio, téperare
li
mébri , in
modo cheal fado virilmente fe ckrnonftri, guardando fe da
le infiefle del
nimico aduerfario pigliado veterano configlio.
Che Salamonediceni'li prouebii lo coniglio eflere
neceiii/
rio nela battaglia. Et Seneca dice eh? la longa prarparatione
del combattere da ferma fperanza de lieta vidoria .Dunque
e neceflàrio prepararfe,& conprudentia fegnire,& armarfe
tanto fe, quanto il cauallo de arme necefarie ofienfue
de
&
drfenfiue,penfareadnittelefpeciedorTefe che dal nrmico
fe poteneno operare, ne exiffi mare, tanto co fua piopria for
zi, quanto nelo oflkiodela pruóVntia Perche du'e Egefip/
po de bello Iudaìco,che la pruderti a aliai
vale ne larme
,
8£
fortezza fenza prudentia e temerità Pero fed* bbe expe/
rimentare bene nanti che ala fpata fe peruéga,deL bef? ogni
la
rimore da lanimo togliere
.
& cacciare,perche dice
Salamòe
timore e caufa de cadimento.Et Salutilo
nelo Carillin rio dice quello hauere maggiore periculo ne/
neli prouerbii chel
,U battaglia che più teme, perche laudata e muro alo
conv
LIBRO
battente .Seneca dice nele tragedie,che pecore e
i!
timor*
neh battagliarne epfa battaglia propria .Onde conci udedo
dico eh? con fortezza,^ con prudenza fé ha da intrare , &C
da vfeire da ogni perigliofoprelio,ne debbe enere tanto el
combattitore da larme agguato chel corpo reftafle impedì
modo eh? più date proprie arm? che dallo inimi:opo
to,in
tria dire
edere f uperato
# vinto. Legefle de Dauid che voteti
do andare addebellare'i l gigante Golia ad deponere la impo
fta
corazza fe ritorno dic?tido,che più impedimeto che aiut
donana:ond* di Tarmato combattendo romafe alfine
togli
vincitore.Pero tutto el corpo debbe eflere armato, corno vo
le
Platone, &£ Tullio fempre con lo animio inni do fperan/
do in la diuina iuftitia combattere,©^: estimando Unimicop
ueda, SC ripara ala
iuftitia de
quello con animofà fortezza
fperare fermamente eflere vincitore fenza fufpitionede per
dere, fempre fe refrefche le forze nel combattere, feguendo
la battaglia animofamfnte retti
con vi ciò. ia.
Dele battaglie da vna perfona a vnaltra fono phibite in cer
ti
lochi 8Cteropi.
Cap.VJ,
ETfeguendo haueremoda fapere,che molte uolte le bat
taglie da perfena ad perfona farrano iniufte per ragio/
«e dela prohibitione delo loco,che volendofe adoperare in
loco Sacro, Religiofo,& propinquo in fa ero tempio per in
(bria
non
(ara permeilo,©: oltra di quefto per la prohibitiòc
d?lo tempo che ne gli giorni folèni de
feftiuitate in
honore
de Dio,8Ì quando non ce int? ruenefle iufta caufa,o quando
non combatfifeno per cotennone de proprio honore, 8C p
defenltonedela patria, o quando combattefleno per iniufta
&
querela,deliquali diremo appreùb,chi f fimili cafi, lochi,
tempi combateiÌè,peccaria mortalmente corno quelli che de
fenderlo b pamainiuftimente,perch? lo vigore,©: honefta
deb iuftitia e grande,intmto che efiendo vno homo iuftame
te condennato ab morte, 8£ rompeiìdq le carcere fuggefiè
p
non eitre iuftì f icato violando la iuftìcu moruimeote pecca
PRIMO
Ha Sono anchora quefte tale barrette per dmina Tege a! i
.
clefiaftid prohibiti quali
et
fono ve titotar.to per ci^tonede lo
ro,quanto prr aliena ragione combattere. Anchora neli
t er/
re n ì,8£poTr»{fione ecdefr<ftice quali pofledenoDerr-aipera
tione,3É fubftentamentodeli ecclefiaftici non fe pontio
ope
quantunche la lege Longobarda voglia eh e le perfide
ecclefialtice per recuperatone dele cofe occupai a
la Chi efo
poflrano per campione fare combattere Ma quefto
reproua
rare,
.
expflàmente la Decretale dal Papa fach quale reproua
ogni
lege f
contraria obferuatione.
&
Como
li afide le fingulare battaglie doue
non e conftituno
ne de arme,feiudicano per Imperiale lege.
Cap.VIJ.
NOn
fe debbe lattare
de dire nele controuerfie de batta/
fuccedeno cafidubiofi nele fingulare battaglie
, o
duelli doue non foflfe ftilo de arme obferuato,ne
cóibtutio
nectrnilitiaiudicarefedeueraper lege ImperiaIe,ouerame
glie
te cùu^perchejj armigieri lo più dele
volte foleno tale iu/
dicio recufare,doe determinatione de lege
Imperiale,haué
do tra de loro commune prouerbio che la lege
,
&
la iuftitia,
folamente confitte nele arme,&: che la fpata fe da
per libel/.
Io,& ad coloro che teneno le arme fe dona quello
che p iu/
fnu*a,d-nondaifefepotria denegare.Et Valerio Maximo
di
cecheinfragli ftrepiti dele arme non fe polòno
intendere
le vocede ragione duile,&:
quantunche loro pretendono de
non fedeuere feguire la lege duile nel loro militare
t
^du//
biofediHèrentie,ouerocaufe fenzadubio grandemente er/
rano,perche in tale lege fi fa mentione de tutta la militare
di
fciplina.Etgli caualieri armigieri fonotutu indicati
per gli
Jmperatori,pergli Re,pergli Principi,
loro condueberi,
h quali per experimer.to hanno la dotìrina dela miliria
delo
&
& debbenoob
communamente feregeno per lege fcripta,in/
fiile,&::onftitutione che in arme fe fogliano,
feruare .Pero
Crauenendogli cafi nele arme dubiofi recorreno a gii
offìdali
de arme, oueramente a loro capitanei, liquali
iudicando (é/
LIBRO
condolo ìrederede Iorointelledo,8£iudidi, perlaquale co
fa rare uolte fe accordano in vna medefima fente ntia,
de
terminando fenza ragione naturale, quando per exempli:8£
quando per loro arbitrio,8É fenza fondamento de cagione,
perche non fe fondino in l*ge fcripta,doue manca lo fti/
le,o conftitutione de larme fe ha da recorrere ala Imperiale
f ege ,laquale per ragione non poflono in niui io modo refu/
&
&
non fe debbiano per quel la iudicare,& perche aftri
Imperiale lege ogni viuente,8£ li Imperatori per voi 5
ta di iiina a tutte le gente fono propolti.Perliquali e flato tro
tare che
ge
tal
nato lo vfo de larme,& hanno approbata, ornata, SC exalta
ta la militia,nelaquale hanno conftitute le lege,quantunche
prima, fi corno difopra e di do da Dio immortale, fo ordina
modo venilìé il Romano Imperioso qua/
molto feruentemente de continuo le battaglie exerrìtaro,
8£perch?li Romani con larme prima acouiftorono Io Jm/
perio.qual feguendo tutti li Re con arme hanno acquiftatf,
dC conferuati li regni, 8é e argumento legale,che prima le ar/
me che le lege fe trouorno,lequale dopo hanno dato con or
dinedifciplina ala miliria,in modo che non faria difeoue/
to inanzi che nel
le
niente religione appellarla,per Ji molti
iufti
preerpti che per
mi litia hanno ordinati, per conferuatione de
la honefra d-li armigieri &caualieri,
hanno dato regula
de mo li conliquali fe debbiano li caualieri in arme , rege /
re9 gouernare, 8C lo Impe io per le arme fo dicto f elidili/
priuilegii nfla
&
mo, Attento che con la exercitatione de
larme inuiolabel/
mente fe obferuano in extrema conferuatione le legge
Imperiategli Jmperatoriper le legge, Qc per larme con/
feruano lo Imperio,^ per quella fono (lati fempre obfer/
&
uà ti, mantenuti, 8C di flefi in loro Imperio ,
con loprefi/
dio delearme. tt per li Imperatori e ftato conftituita,&: or/
dinata latte d^larniliua, che regula
re fe
debbe obferuare dando gran
,
&difciplina milito/
priuilegii a
li
caualie/
che in exedtio de arme feritrouano,deliquali tuttala le/
ge dui le ne e piena. Et fpecialmente Contornino imperato/
ri
CC àoaowo molti priuilegii ah
mi iitia,ordiiundo con quelli
PRIMO
li caualieri che non obfemt
no la dodrina,8£ I.i militare di fdplina centra quelli che co
fa lege mflfrare, Tatuale e contri
mettefleno mancamento nel exercitio militare, ouero altri
fpecialmente quelli che paflàftenoli comandami
detteti, 8£
ti
del loro Capitane©, Ducha,coduclieri, QC eh?
fono lo Jmperio.&potefta efe quelli,© :h
?
non obedif
fo-Teno trans fu
gitori alho(le,ochecomm?tteil*nolatrocinii
,
alienando
le
arme
tri
milieare,ouero che larme militare conuertelléno in al
inftrumenti,ochene face.lèno zappe: aratri, o fimili arti/
f idi piu apri alo culto dela terra, che alla adTuniftratióe de
larme adoperare. Et p-ro hi u 5do lo Imperatore ordinata lar
te dela miu'tia,8£ fopra qu-llo officio per priuilegioconcef/
fo,& fa da la di fdplina d?la militia p?r proprie lege
canali
.tì
feruare le
dudo
,
per li
non fe po denegare che non debiano ob/
Imperiale lege, perche di li imperatori hanno ad/
armigeri
lo origine
de larme,8£dele lege audori, SC inuentori
m
fe fono retrouati,liquali fono de tata venerati5e,che lo I
perio ale lege e fubiedo,8C non le lege al imperio fubiecfe
fe manteneno.Et per quella agio ne li aualieri armigieri fo
no fubiedi ale lege Jmperiale,fi corno Io Imperio e Cubie/
tìo ale lege,& fono fuggiedi alo Imperio,8£ debbeno elle/
re iudiate per quefte,p.Tliquali fono indiatili Prindpi mo
dani,& de do non fe potria dire il contrario,attento che tut
ti doi proceder» da fonte Imperiale,
fpedalmete da Dio.
&
Dunque io delibero fondare la noftra dedfione de ftilo de ar
me per ragione de Imperiale lege, per aufa che tal lege fono
commiineaognigente,8ichequeuofiavero per audorita
deli antiqui,8£ per exépio de magjori adoperati ( aedo che
fe pofla fare redo iudido )ho deliberato prouare.
Como ad quelle battaglie fe debbe peruenire con gran
tia del prouoatore,
Udefenfione.
tulli
& coftredo dal honore per necefTita de/
Cap.Vlll.
PEr volere declarare con quale modo fe debbe peruenire
ala battaglia eflendoce dato guagio,o altro fegno che
per
LIBRO
quello totalmente fehabia da combartere.Dico che quello il
quile vora f ntrare in impre fa effondo conf cripto per oflénflo
ne aliena non fé debbe ligiermentemouere per diffidare il
f no oflènfore,ma debbe examinarc, 8c naturalmente proce
disfidai fopra tutto fondirfe ala iuflitia.ne d-b/
be tanto fperare nela fua forza quanto nela fua ragione. Per
che dice Salamene eh? le arme non f e debbeno f^nza confi
glio pigliare,^ la lege dice che no fe po laudare fa fortezza
de Iho no fenza uditi a, in ogni bntpglia ha da efteré ipar
te de religione, A ttéto che fi coro fopra hauemo ditfo che
la difciplina dela militia focon grande religione ordinata,&T
Alexandro in libro de bono Imperatore dice,:be Dio e p ro
pitio ad quello che fe moue con iuftitia nelo cóbattere che
ferma mente po'.fono fperare Dio glielWe adiutore , SC gli
Caualieri che con ragione combattano, fenza dubio più ani
mofi nela battaglia fe ritrouano,& eflendo fenza iuftitia p/
uociti moftrano più virilità,
farà lo contrario adoperato
àereala
i
&
:
&
per quelli liquali credeno iniuftamente combattere che fem
pre Dio per aduerfano fe trouano adirato: hauendono que
ita fob fufpitione de combattere conerà iuftitia fenza
al/
tra paura facilmente con morte loro faranno fuperati,8£di
Onexandro eh lo Imperatore prouocaMmen'
te,& non voluntario ala battaglia fe debbe conducere cer / /
cando fempre cofe iufte,& quando fe le vedette den-gire no
potédo esportare la nequicia fe debbe inazi a Dio
ali hoi
honeftire primo che ala battaglia feconduca: di
ornare.
cèdo a quella c5tra fui volunta eilere conducilo non per aku
ce anchora
*
&
&
detrimento. ma foloper fui iuftinad-fenfare.EtLiuio dice
nel primo libro ab vrbe condita che le battaglie fe debbeno
fare
con religione: &:proteftatione,8: non per vfurpare , !a
robba daltrui ma per la fua propria ragione confeguire do/
uefeguita che quelli loleno de continuo vincere che intra/
no neh battaglia per fauorire
la
iufìjda:8: in cafo chel
trario intrauene.'ij .Dice la decretale
&
che per
li
altri
con/
peccati ve
neno li d/faftr? t laduerfitate.Et Properrio dice che quello
che ha iurta cauft de combattere fempre gli crefeeno le for/
PRIMO
i!
contrario,che fe debilitano loro forze. Dunque
hauendo
prouato fi comò fe debbe andare ala battaglia con iuftitia,
8Cr»nfpentochira,iimidia,o(iaperaerfa voi unta .Dica
che tale precepto debbe eflereobfeontod?l nidificare, SC
dice Liuio nelo feptimo Ubroab vrb- condì ta.Che hauen/
dovngentilhomo francefe de gran fortezza voluntariamS
te prouocato, Marco Valerio genti Ihomo
Romano, fo da
di Valerio fuperato,intrauenendo:e vno prodigio,
cioè male fignale d- vtìo coruo che vene dalo aere in f auore;
del dicto Marco Valerio: finalmente Metio tufculano ha/
lui, cioè
uendo voluntariamente in battagli apecfonale Tito Man/
prouocato: fo dalui morto,8C fuperato,8C reff rifce an/
lio
chora Liuio,chehiuendo vnaltro francefe anchora Tito
Manlio prouocato fimel mente dalui fo fuperato,8C re feri /
(ce Liuio in fecundo bello punico,che prouocando lube/
Tarentino,Claudio A.fellio,fo fuperatodalui , fugen/
do, SC cofi fcriue de Battio campano prouocante Crifp ino,
elquale non folamente Io vinfe,ma anchora le arme li ipo/
gtfo,8£ Iuftinoreferifcede Alexandro Magno,che fupera/
lio
to Re Poro fuo prouo:atore,8£ il più dele volte quelli che
voluntariamente,8t frnzanccefliti de defenfare il proprio
honorerechiedeno,reftano perditori, perche tentino Dio,
Come dice la decretale,& per quello foleno gli acoftumati,
SC difereà Caualieri continuamente dire,che vano ala bat/
taglia per
foftenere*8£defrndere la loro iuftitia,elfendoda
biofa, SC quando la loro
iuftitia
chinramente fé cognofee:
pono audacemente dire quello che dicono volerlo prona /
re,& mantenire,&ponerloc5b fpata in vero, oleifere fai/
fo per cotrario quello che dal compagno e oppofto,8£ per
quefto fe debbe cigni oflénfione,8£d Pennone nela iuftitia
fondare,in
modo che pigliando
iufta
impref a de perduta
non li ha cagione,& dico che quelli liquali voranno conv
battererdebbeno orare fecondo la loro credfnza,haueran/
no iuftitia per la defenfione,delaquale a combattere fe fo/
no conduci fenza calumnia ,8£ alhora cognofeerano Dio:
i
Si l i pianeti
celeftiali
dare fauore a larme che con iuftitia fo
C
LIBRO
;
no pigUate,& per contrario disf auorire Iratanvnte que
li
liqua iinìultamente nel pigliare delaimprefa fe condii*
:
4
ceno corno periurio,alumriiatore f 8£ Caualiero de mal»
condì rione lo condannano.
Deli prelati fe poflbno concedere licentia de preliare in
terra de la Romana chieda, o in le po.ìèf fione eccle/
Cap.JX.
fiaftice.
v
*'
I
f-lv.
.!
<
h
'ti
zlsmufa
HAuemo
da fapere de neceffita per feguire la ittZo
minciata materiale U prelari ecclefiaftici poflono
concedere lo:hi doue fe habiano ad esercitare le
battaglie parti culare, da p.-rfona a perfona,neli
terreni ,oueronele chi efie,o nele citade fuggiede ala chic/
fia Romana, determi natamente fedice de no, per refpedo
che in fimile battaglie fi ce caufono peccati , 8£ per euitare
li homi cidii che de continuo fe intrauenèno, poltra que/
fio glie vnaltra ragione che non hannopoteftate:neaucto/
ritate le perfone ecclefiaftice indicere:ne permettere batta/
glie,referuato centra li he retici ribelli de la chriftiam reli/
gione,& contea li occUpatori deli boni ecciefiaftici » ouero
&
non
oontra li defob di enti f ubditi alo loro Imperio ,
contra altra perfona^referuato quando la iuftióa fecula/
.
re cenaiì>,a£ folle occupata la terra dela chiefia Romana,
in tal e cafo porri .1 il Ponti fice mouere,& permettere bat /
contradelooc:upatore,como fe vno Re occupafle
reame de Sicilia che e patrinx>nio dela chiefia Roma/
«a,o altre f ue prouincie ^permettendo battaglia contra de
tale Re occupatore deli boni ecclefiaftici,iuftaméte potria
indicer battag iada perfona a perforagli come vederemo
apprelfo,cheperil Papa 8£ collegio f o ordinato,©: concef
fo che deuetiè re Carlo con re Piero de Ragona combatte/
re con fua licentia da perfona a perfona per la difleréoa de
taglia
il
Sicilia 1 fola dela chiefia
Romana.
Cerno in battaglia da vna p&fonaa yva altra fe danpnfltt
PRIMO
Io diuino iu45ci<viuìle « propino a quello che hauera ? u
ft&a-
CapX
Vnndo 1a battaglia ?n ? udì ero militare fe can
/
fi
1
per coufenwtione delo honore de nobili f
o Caualierhfedebb? fare 8Z definir? per iu/
^^^W*»dicio de arme da pfona a perfona,doue mot
te volte interuene diuino iudidotròuato per humana,8g
antiqua confuetudine de Cauallaria, Saperla lege lombari
fe troua che fe debbe fermamente credere Dio edere ad /
da
iutore in
tal battaglia dela iuftitia,& benché non fempre
p
la maggior parte dele volt? H'ne vede la experi étia, che fem
preDioaiuta la verita,&per non eflfere fempre mai la ra/
gione vincitrice perche e incerto,^ occulto lo diuino iudi/
do,per quefta ragione non fe debbe afpra mente punire el
pcrditorechefaravinto,Kfuperatointa!e battaglia^ la
pena che per la perduta meritaflè, fe dfbbe per talecagione
mìtigare,como de continuo fe vede,che moki combatteno
Con iuftiria,pero de loro imprela in battaglia remaneno
perditori ,quantunche combatteno fotto lo auxilio dela iu
ilitia,8£ lo feuto dela ragione per la defenfione adopera/
nofpèrchefehadafapereche tale perduta per altro che
per infortunio non potria intrauenire caufato per peccati
longotempocommeffidslop'rÒJtore^per quefto dalo
Decretale notamo vno prouerbio antiquo, peccato vecchio v
«aufapenitentianouaaleperfonalc
battaglie. Et la incer/
& lo dubio dela vittoria fe caufa,perche rare voi
tefetrouanodoiCaualieri de animo, & fortezza equali
tìtudìne
f
jie ànchora fimi le de prouidentia,8£ de periti a de combat/
tere t anchora molte volt? in tale battaglia fe perde per
difiedo delle arme male temperate eh: fpeffe
fiate
vna
perfmezzadela altra e de maggiore bontate ,8£ quefta fen/
lentia fe troua in molte antique audoritateferipta
par/
,
landò de quefta fententia fo Federico Imperatore, eh noi»
cdanurauigliarfe molte volte fi lo mito cade in batta/
»
C
ii
LIBRO
|1iA,pCTch^(l como<fcfopraediAo
U ìucKdi ànimi fono
molto occulti nele battagli e,q uantunche comune opinione
c, che quello ilquale hiu- iaftitia vere umilmente debbe
ef/
fere vincirore9
le
& per cnufa dela incertezza deb battaglia, va
b Iege,che eifcndo vno accufatode
homicidio f quale fe
difponeflè prosare per battaglia la fua innocentia contra
il
f uo accufatore,anchora che da quello fia fuperato,no me/
rita pero eilère decapitato
per takhorniddk^mafegti deb/
be tagliare b mano, mitigando la pena ordinaria per lo ex/
perimento, che alcune volte fe vede che perde chi ha b ra/
a-
gione, ma de quzfto appreflò più ampbmente diremo.
Como per iudido deaftrologi in tale battaglie
vincitore chi hauera
li
quello farà
pianeti del cielo meglio difpofti,
«quali dano vidoria non fperata.
Cap.X 1
w.^
Vantunche hauemo ragionando diète, che
ragioneuolméte quello debbe vìncere in baC
taglia particulare da perfora a per fona, che
con più iufta caufa fe moue nel combattere»
BC che per certo:& fermo teniamo Dio e fletè protettore, 8É
defenfore deb iuftitia:8C deb veritatpero molte volte feco/
do il indi ciò deli aftrologi li pianeti fuperiori adoperando la
Joroinfluentia neli corpi inferiori meliquali difponeno ad
bene:
a male operare, 8C vincere,©* perdere per li afpe eh*,
BC coniundione dele loro proprietate:8£ per loro oppofitia
ne mutano gli corpi humaiii,fi corno vote Ariftotile,
Coi
no de tanto potere li pianeti celeftiali: che moueno li animi
&
&
deli
ho mini mutando le loro complexioni : dando bona 8£
mala influenza ali bomini,piu in vno loco che in vnatcro»
fecondo loafpedo,8£ moltitudine dele delle: lequale alcu/
na volta donano la Victoria a quelli che non b fperano con
f eguKe:&: impero fe vno caualiero mouera battaglia in ho
ra che il f uo a feendente folle neb fep ti ma cafa, laquale e ca
b luna alhora refplendefi
prouocato con bona grada, Con bono afped#t
fa del nemico'fi: f pecialmente fe
fe fopra
il
&
PRIMO
fenza dublo quello che prouocaflè reflaria perditore, ancho
tachehaueflèpìu forza,82piu de potetti de Caualieriacó/
pagliato fe ritronaflè chet fuo inimico:82 quando qllo che
moue la battaglia habbia il fuo (igni filatore propino, (ara
vincitore, 82 cofi fimelmente deli altri corfidele nVtle,82 pia
fi fono bene o mal" difpoft i:in quello che fo/
£ra alcuno deli Caualieri che combattere \ ora no: che qua/
do fofleno equalmente difpo(h a tutti doi:intraueneria eh*
faria equali ta nela battaglia, facendo tutti bene,oueramen/
le faria vincitore quello che hauefTe più forte conftellatio/
tietì celeftiali
ne data fua natiuitat?,82 fecondo li aftrologi,ta vittoria, 82
la infelicitate confifteno mlehore,82nondehauere ìufti/
l?a,o iniuftitia,quantunche da
Dio fe moi'*no
tutte le feco
de caufe,fe potria mutare b influentia deli pianeti in bene,
© in male d e quelli che voleno combattere, ma non interne
rvendoce la volunta diuina
ta vittoria
nele conftellatione co
fule,8T in loro moti liquali fono da intendere,perche li ani
mi deli nomini moueno, mancano, 82 augmentano le for/
% e, 82 li ingegni humani ale hore drenate , 82 impero dice
Onexandro nel
libro del
|1 ie fe debbeno hauere
li
bono Imperatore che
nele batta/
aftrologi per confidare Ihore
,
82
puncti difpofti in male 82 in bene , per feguirc lexerdtio
in tempo opportuno, perche lo euento dela battaglia foglio
li
dubiofo, alcuna volta per fortuna interuene la vi/
tforia,aleuna volta per vno più afibrtunato d; laltro nela
battagliarle volte che alcuno fc ritroua grauata la confeien
fio eflere
tia,per laquale le
veneno manco le forze,82 perde
la
auda/
tia,molte volte per fortezza,^ debilitate de laltro inter/
Denefpeuoperfufpiaonede perdere.fi corno fe fole per
fuerbio dire la fufpitione fai! cafo fpenb,anchora per ha/
«ere luno laltro in altra battaglia fuperato,82 vindo,per la
^ualefuperationegH va incontra con maggiore animo , 82
audacia, alcuna volta fe perde per hiuere troppo fuperbia,
82 laltro laudanda modeftia,alcuna volta per extimare trop
£o lo compagno,alcuna volta per eflere vno de nanira più
rllicofo de laltro, alcuna volta
che luno e nato fotto lo p *
meta de Marte,
(le co fe
ala
LIBRO
& lo altro fotto quella de Joue. Tutte q u?y
fono da efière notate perche fono vtile,&dannofe
viaona,ma
eflendo la qualità de fortima,de fortezza,
&deceleftedirporitione,quelIoftTiza fallo farà vincitore
,
checon piuiufticia intra nelo combatterebbe Dio to indi/
na ad receuere la victoria,in molte fcripture fe troua che
da
molti Caualieri e ftata perduta la battaglia fotto
la infera
deb iuftitia,quantunche ogni Victoria da Dio ^ceda^i
co/
mo neli fequenti apituli più diftindaméte diremo.
Como la proua quatte fa per forza dirme non e
tanche fia in opinione che in virtù de
Dio
ria a chi
ha
DE
laiuffio'a.
neceffita hauemo da
certa,qu5
da la vieto/
fe
CapJCII.
fapere,& Intendere fi co/
mo nel? battaglie doue doi folament? interaene/
no fe chiama duello , che vole dire battaglia de
doi,ne!quale duello fe ha da prouare lo delitfo
che fe oppone contra laltro per forza de arme Ma quefta
proua dice b Decretate,^: la conftitutione de Federico che
.
non e proua vera,mapiu legitirriamentediuiaationefepo/
triaappellare,attento che col vero non faccorda,ma più
p/
fio di Ciia da ogni
commune ragione,^ equitate,& non co
fente con alcuna naturale ragione per refpecto che impof/
>
fibiledoi equali pugnatori retrouare che non venga a eflere
!unpiufortedebltro,odemagioreingegno,o più ne lar/
meexerdtito.Maperch^liFrancefi,
li Italiani diceno
che le più dele volte in tale battaglie fe fole lo diuino iudi /
&
do demonfirare,6<: parche quelloche ha
iuftitia
de conri/
nuo vincere fevede.Dice Io abbate Siculo che cenando
up^t «w-^vi^
,
U,
» ""Ho fe po perfuadere Dio haucre cura deli iniqui , 3C
homi ni, pero per commune opinione fe tene che
/ Dio in tale battaglie monftre la fua iuOitia.Li infidelitene/
anemuiio che ogni Victoria da Dio proceda,
)
pei
pcruerli
#
v
la
diuiriadifpofitione vincerà quello che virilejngeniofo
, 8£
gagliardo fe ritroua,& lo Pfalmodice che verifimilmente
FRIMO
.
jnonfrrare de q uefto la loro ffimi opinion? , tempre pòrta/
no neli f cuti litere chr denotano noti efiére vittoria fe non
quelUdelaquale Dio e doratore .Et che quefto fia vero in
bterr hebree e annotato che ogni vittoria
queftoconferma
la legge
Dio dele vidoriedate ali
mie
da Dio , SC
quale gratie rende a
Imperatori per Li diurna di fpofi/
Imperiale
:
tion?,& e frntentia de Propertio che la iuftirja da grande
Victoria ad tutte le battaglie,ma le fcripture de Longobar/
do dicono,che nel duello fiarro
incerti d?lo diuino iudi/
canonica,^ ciui1r,che quelli liquabpu
gmno in fimile battaglie t ntano L io, dice Seneca nela
vltima Tragedia,che la fortuna dela battaglia e Tempre du)
biofa,& per qu fto non fe del b? eflere prouocator? p ma
più pretto da altri eflere pronocato,# non f mza grand" in
feria refpendere nelo pugnare, fi Como più diftinCÌamente
cio,&rdice
la legge
&
apprefiò diremo.
Quando vno d?li
Caualieri disfidati neto giorno no
Gomparefie,& fama fofle dela fua morr» conx>
Cap.X]IJ #
fe procederà.
INtrauenendovncafbche
doi CtsalieH te foflen#
disfidati per guagiod? battaglia de combattere a tu|
ta oltranza t deftinando la giornata, &C accadendo che?
vno de loro fecondo gli patti armato a cauallo com/
pareflè,difpoftocon voi unta de fc-guire la battaglia nella
desinata giornata^ lo altro
non apparefle
nello
promef/
fo tempo,con fama de eflere de qu?fta vita trapaflato ,prr /
laqua le morte, quello loquale {olle comparfo abfer.tia de!
morto cercaflé per iuftitia che fenter.tia in fuo fauorefe
donalìè,volendodrl inimico morto cofi corno Io haueflé
fuperato la vittoria reportarne , alleando che per timore
de non combattere contra la fua portanza , in morte efiè/
re incorfo,& perche faria ini ulta tale pennone , fe debbe
per Io iudicc in
fi
fado cafo prudentemente confutare,
officiale de arme , la
& diligentemente prouedere de vno
C
ìiii
LIBRO
&
eaufa dela Infirmiti deb morte de colui,
Ihora el temp*
che fe infermato,& a che punclo morite imponédo alo of
fidale commiflàrio che tutto debbia alui referirf
trouafi
perche inh'rmita naturale folle exnntìo,attento che la
ck)
&
morte naturalmente e eommune a ogni gente, che pe r vò
lunta de Dio nela battaglia e (lata faéto prouifione per mor/
te del caua liero,non fe debbe per lo iudice altra dedfione t/
nouarc,effendo morto corno Copra e dicìo de morte natura/
!e,8£ quando trouafle che morto fofle nela giornata deffina
la ala battaglia,oueroinanzi per piccolo fpacio de
preparandofe al combatte
tempo
de morte fubi ta/
neafenza febre,o altro naturale acddente,non ritrouando
c aufa per laquale fe poteflè inue(tigare che per altro che per
fufpi rione, per timore de battaglia fofle morto,alhora at
tento che lo philofopho dice che la paura dela battaglia, e
pegiore,# offende più che la battaglia,**: molte volte laffu
fofle cafeato
K
fpitione fa il ca fo intrauenire,fi corno Auicena dottore de
mediana fingularifììmo fcriue ala fecundadel prinx>,8£ala
quarta delfextodelinaturali,douetratfadela imaginatio/
ne che fanno gran motiuo in li corpi humani , 8£ caufano
gran cafi fecondo la loro intentione.Per quelle ragione pof/
«bile faria vno per
la imaginationede la morte , fralmente
morire tanto quanto vicino a lado dela morte fe retrouafle
imaginando,per imaginationedela morte potria feguirejL
ca fo,& quefto per experienti a più volte e (tato vedutoyCS/
tafede Re Lanzalao che mandando doi che contra lóim/
peno fe erano adoperati a decapitare ipofe che ce fofle me/
nato vnaitro per terzo quale non deliberaua dopo la paura
farlo totalmente morire .Onde vedendo colui primo li doi
decapitare per timore de fi acerba morte,
infelice villa fo
Io per imaginationedela violente morte fe morite . Simile
cafo del Gonella buffone famofif fimo fe narra eflere intra/
uenutofenza ferro, folo per imagìnatione eflere fenza fe/
bre extindo .Ragionafe anchora de vno prete timorofo,3C
grande dormitore eflendo ben formato, forte,robufto,& fa
&
no dela perfona,intrando certi
fot
compagni nela camera
PRIMO
folodormea refuegliandolo
li derno a intendere
eh e era in perìcolo di morte, 8£ che in niuno modo poceua
più viuere monftrandogli la hoftia li perf uadero per falua/
Clone de lanima fua fe deueife deuota mente communi care,
per b quale admonÌtione,& demonftratione fuegtiato dal
paue fonino in fi facto modo attrìftandofe ftordito,che do
po la commuiìicatione che fenzaneceffilate hauea piglia/
to intrato neh imagi natione deb morte retorna odo nel dor
mire fo cacone che per la falfa perfuafione b marina mor
to fe ritrouato.Per laqual morte caufata dali foi amia che
rione fui
li
perfuadero tale phantafiacofi corno proprio lo hauefié/
noamazatograuementedevita forono puniti .Adunque
retornando al noftro narrato cafo fepotria prefurnere che
retrouandoilGaualieroper promiffìone obligato in tale
giornata a combattere col fuo inimico,8£ trouandofe mor/
to vicino al termine
deb battaglia fenza altro
accidente,©
freno de infirmila naturale, trouandofe morto faria com'è/
tfura da no edere reprobata per timore,& imagi natione de
la morte temendo la battaglia eflfere intrauenuta , Pero gli
armigeri communemente diriano tale morte enere venuta
per diuina volunla credendo chel fìa morto perche fe di /
fponea offendere la iu(btia,8£ mantenere lo iniufto eflere
lo cafo accafcato,8£ per quello fe debbe per lo iudice per
dedaratione per propria fcriptura dare honoreuole fente
delo viuente,attento che ardito,& virilmen/
de/
te a b giornata nella battaglia e comparto con le arme
eia in fauore
putate,afpedando il fuo inimico tutto il giorno,quale n5
c comparto facendo mentione deb generatione deb fua
morte, alaquale per lo oflirialede arme ha fafla diligente
lnquifitione,como, quale, 8: quando,& in che modo mor
to hauendo hauuto Topra de do configli© de experùffimi
medici, 8£ trouato lui elfere morto in piccolo fpatio di té
po inanzi il termino che ala battaglia fe deucua repreft n/
tare,preruxnendofefoloperìmaginatione,6X timore del
fiato morto morendo in Ihora propin/
combattere e Aere
«tua ai «kflimto
tempo dela battaglia,
& per no appaxere
LIBRO
febrero altro triturale accidente hauerence adoperato, deb/
be pronmrtiare hauendo el viuo comparfo al promeflò te
ponelolococonle pattuite arme meritamente deuere lo
honore la vidor ia fenza cacciare arme, 8c con virile ani /
&
irò acquietata reportare, permettendo che vada fora h Tizzi
el viuo honomto con quelle cerimonie che merita il vincita
re col fauflo deli triomphi che fe acoftuma dare a tutti vin/
dtoridebattaglie,8£cfléndode morte naturale exrjndo:
Te drbbe per iudicedeclarare,fi corno eabfolntod-lh prò
meflà d.'la battaglia per impedimento dela naturale mor/
te,8£debbefeanchorapronuntiaredapart-d *1 viuo com/
parirore che venendo lui parato audace :
virilmente per
fatisfare la promella del co rr battere contra del Tuo inimi/
co dandogli honore fi corno quello che ha monftrato la vir/
tu de lanimo comparendo ala giornata con propofìto de
mandare a effetto quanto per lui gliera flato promeno ,
afpetbndo non combattendo non e mancato per lui de no
&
&
farfe, ma Colo per cagione del cafo finiftro del inimico
, &&
pollo che vn parente,ouero amico del morto,o qual fevo/
glia altro caualiero ceinteruenife per volere pigliare la que
rela a defenfore
fi
non fe*pote in quella battaglia renuntiare,
hauemo in vno altro api tulo più diibn/
corno de (òpra
età mente narrato.
Quale deli
disfidati
debbe elegere larmet lo iudice,8: loco
ala battaglia,
Cap.XJUJ.
KEfla
da intendere qual deli disfidati a combat/
teredeuera elegere il iudice,&cofi anchora le
arme.Onde per volerne dare bono precepto*
che fe debbe in do accortamente confiderare,
chelrechieditore ha dal principio arbitrio,^ potellate
de
potare elegere per la fua querela la via dele arme volendo
,
noiftrarecon la fpata quello che conaltra proua non po/
prouare,&:prouocandolo nemico a combattere con
t (T
Iiiidaperfonaadperfona,g/ij)otria
il
prouocaco refpoij/
PRIMO
«falche in cafo chf fe fenteflè da lui ettère otTefo deuefleaf
fuoiudicecomp?tenteatiddr? : ^iudicnlav^te iuftiria li
domandare eh? leref^nderia,&hauendo il rechi °ditorc
facilita per dritfo de arme de potere deroonftrare
la iuftiria
con le arme,& fua audoritate potare rirar
conftrenge/
re lo re;hiefto ab perforile battaglia fenza andare al
iudi/
ce ordinario.Impero fed?bbe equalita
ferii
ve non vfando
el rechieditore
magiorepriuilegiodel rectoefto,quantuche
k> dis fidato fia degno de magtor fauore , fi corno
anchorj
fono li rei conuenti chiamati a iudicio ciuile , &. queflo per
COnftiturionedeOthone Imperatore Re in Iralh,& dipo
per Federico confirmata &frguita,&per confondine
8£
arme feobferuachel prouocato habia a degere
le
arme:iliudice,& loco quando a combattere fe difponeno:
quello
ftatuto fo perche il prouocatore ilquale ha facu!/
8C
ta potere elegere b proua,# conftringere il prouocato
nel*
viadelearme,hau?ndo poteftate pretermettendo il'iudi/
(hle d?
ciale foro ala battaglia totalmente conftringere
ilprouoca/
to:dC quando non hmeflè del tutto larbitrio,
faculta
&
elegere le
de
armedebbeno efièrc per il indice anrhora elede.
Attento che tutti
fta
li Caualieri che prouocati toffeno per
tu/
cagione,a leale che la battagliaper iudido militare fe de/
finifaconogniequalira f chenulloauantjgio ce interuen/
gauche non feattribuifeamagiorefauore al rechiYdito/
rercheal rechiefto,fi
{ì e
comoedebito chein tutte ledifleren/
chr al iudido fe adduceno fe debbeno con iufta'bilan/
za ponderare,conck>fia cofa che la iuftitia e dièta che deb/
befhre:#eflereiufta& equale,
non dare defcuantag/
&
gio alo rechirfto,quale per forza ala battaglia e ftato tira/
to.Debbeperho hauereelecbonedele arme : drl lo:o , Qc
deloiudice,perrefpeaochefe quello ilqutle prouoca il
fuo inimico
nel combattere hauefle arbitrio
elegere la via dele
arme ,
podeft*
arme , 8C
tutte le cofe neceffarie alla battaglia fenza dubbio il re/,
chieditorc de ogni impreCi faria vindtore quando non/
,
lo iudice il loco 8C le
ce intrauenefle diurna potenti*
;
(he
poma
elegere le ai/
LIBRO
K
me neto ©Sbattere ad epfo babele de
operare,
alo Infm?/
Coincongrue»&nofupportabile;potriae egere indice che
Tempre in fuo fauore feadoperaftr,& in difrauore del ini/
tnico;potria elegere loco cenfuo auanr>gio,&: del inimico
dcfauantagK>;& con de ogni battaglia umeria a enere uind
per quefto fe debbe attendere ala commodita del re
chi t fto,per modo che fenza defauatagio de nifluno co equa
li tate de tutti uéga a efiér moderata:ehr per iufto iudicio dei
I ore,8É
b attaglia fedebia ladiflérètia
nion
*
deli caualieri armigeri
dirTinire;doue fecodo la op
dio móftra de cótinuo la foa ia
Citia;aiKhoraper ftilede arme,& confuetudine de Carata
ria commune mente alo rechiefto fe concede per termine co
petente fei mefi fe habia a preparare,8C refuigliare le ador/
mentate forze, exercitando f e nele arme, trouare lo iudi/
&
&
ee,8£ lo loco per comune commodita fenza grauezza,
in
iuria de niffiuno la battaglia f e pofla equalmente compire
per honore deli Caualieri,
& per exprimento dela ueritate,
modo del co battere da una perfona a una!
tra,& dela difpoutìone de loro perfona.
Cap XV*
E>elaqualita,8£
ET
uolendo io f criuere dela qualita,8C mòdo del cS
battere ifra Caualieriad tutta oltraza diremo che!
prouocatore aguagio de battaglia e cSftretfo cobatv
tere col prouocato,fec5do la difpofitione dela per
fona del fuo rechiefto,& non fecodo la fua Commodi ta . i n
modo che eflédo il prouocato Caualiero in arme da caual/
lo ,il prouocatore caualiero pedeflre debbe lo rechieditore
ad cauallo,& no ad pede combattere con lui. Anchora che
a caual lo combattere non fapefle per non ce eflère tifato,
6Cinftru#o;&per uo ereilrechìefload cauaflocombate/
re de iufti tia non lo poflono recufare io rechieditore per ra /
pone che in tale battaglia fe debbe ala uolunta del prouo/
cato,
no del prouocatore combattere;hauendo il «puoca
Co pridjiegjo,
focuita pigi iare la via dela fpata,& fimel/
«er^oduandofcilprouocatcwualieropedenreji! prò/
&
&
PRIMO
locatore fqufflrec tenuto combattere ape*;perchera eie
dioe e del de fendét^fi corno meglio fe potrà exerdtare ne
la battaglia per defenfar fe ha potetene io modo elegere;8C
più che fel rechiedo haueflé alcuno de foì membri debilita
to,como che forte occhio, braedo* o gamba,0 altro defedo
fe debbe il prouocatore per molti giorni inizi la battaglia
uno de gli fuoi mebri fimi le alo debilitato,o guado d?l prò
uocato, in tale manera reducere,che nela giornata della bat
taglia fenza auantagio fe conduca nelo combattere; voleri
done exemplo de ciò demondrare hauendo priuo uno oc/
chio il prouocato fe debbe il prouocante co legame per op
pofirionede quello uolendolo acoprire togliere il lume c<S
battendo con vno folo occhio aperto;8É corno e forza che!
prouocato combatta arechiefta dfl f uo prouocante;8£ ha/
uendo un braedo debilitato fe debbe il fuo atacere i modo)
che non pofla fare operationc alcuna nela battaglia;©! re/
trouandofe il rechiedo la fua perfona libera, 8£ fana de tut
ti li membri integri ;8C lo rechiedi tore de alcuno de foi me
priuato,non e tenuto Io rechiedo del membro fimile al
guado, o perduto del prò uoca tore pri uar fe ; ma combattere
con tutta la potentia dele fue forze fecódo la fua difpofitio
non fecondo quella del prouo:atore;quale retrouan/
ne,
do più fono di fpodo, SC profpero deb perfona prouocado
uno ftorpiato, 8£ guado mani frfh mete fe cognofce lui de/
bri
&
uerelauidoriaconfeguire,quantUTìChe conerà ragione co/
bateue;8Cquediededfionedelo Imperatore Othone Re
in Julia feguendola Federico. Anchora diremo che trouan
dofe il prouocatore finiftro,il prouocato dedro debbe con
h dedra con la finidra combattere,per refpeeìo che la fi/
nidra in lo manco e dedra; 8^ combattendo lo prouocatore
con la mano fmiftra non ueneria a combattere fecondo
difpontionedrldedi-o prouocato; ma combatteria ferodo
Va fua finidra di fpofid one Forono alcuni Caualieri che def
&
U
.
pollerò che fel rechiedo fotte lento fiacco, 8C natura debele
lo rechieditore forte robudo gagliardo fe retrouafle; fe
&
debbe con abOinentia Unto indebiUure,^
infiacchir*
k
LIBRO
lue corporale fortfW e che uéga ad eflfere e quale col prouo;
Cato altramente retrouandofe fortiflìmo il Caualiero che
prouocafirli debili,
impotenti facilmente de tutte fue im
&
prefe refteria uincitore.Onde per uolere euitare queffo'inco
ueniente eh" faria molto abfurdo che lo gagliardo poterle
reftringereuno d-bele,8£ impotente nel combatterefe d»t>
becofi comode fopra e dicrote fue fortew ind^bilitare;
corno neloexemplo del giocatordefa palla fpeffe volte
fe fole uedere che volando lui giocare conuno ilqualc non
fi
faradeftronecofiexpmonelgiocolui felegara la mano,
ouero giocaracon la fmiftra, Scaltro con la deftra , fimilme
te uno maeftro de feri mire sog'iono dare auantagio a co lui
iiqualenon farà cofi eruditole amaeftrato nel fcrimire,8£
fu::edfndoper cafochel Caualiero prouocaifc vfto altro
che haueilé vnoocchio,potria dire quello ilquale fofle prò
uocatoattale che la fortuna folle commune ad tutti doi
che combattertene con equali pericoli, che non folamen/
te fe deuefie vno occhio per legame offa (care (corno Copra
e dido)ma che totalmente priuarefe «e deuefié cauandoii
vno occhio corno il prouocato,attale che cofi corno il prò/
uocatodeuellè tenere nelo combatterete perdendo iuno
non haueilé fperanza ne laltro ceco,
che con equale ti i
more combattefl*eno,attento che quello che hauefedoi oc
chii con più fecurita Combatteria che vno perdendo , laltro
gli rettoria,
lo inimico :eco de vno occhio con maggiore
timore cognofeendo lo auantagio del inimico che doi ne
h mette, per quefto non obferuandofe la equalita nella
&
&
&
battaglia lo auantagio del inimico faria grande contrapefo
#
a queho che vno manco hauefie farlo pericolare ,
impe/
ro e precepto nele battaglie particulare fe debbia feruarela
cqun li tacitale che quello che perde non habbia feufa per
lo difauantaggj^ hauere perfa
la
fua quereli,8£ la batta/
glia.
Deli di$fidati,8:irjtraririclampO|q aalcdeiif» pri/
ma abiure,
Ca^XVL
''
Ét
I
*
^j
TmandafemidubitationctrouandofeglfCai!*
de ntro dela li2a effendoce inorati con interi/
li ?rì
/ none de combatteresti de quelli
ma infultare contradel
debbe,prj/
inimico. Se refponde che
^bbrejTérequeUoilqualeprouoca,ouero il fuo campio/
ne debbe prima la battaglia incomi ndare,8J non lo rechi*
Ito fi comò e denotato per legge Longobarda , la ragione c
quefla che quello ìlquale rechiedendo ha prò melìb fare U
proua fe mai non cominci affé non debbe il rechiefto ref/
pondere,attentochealui(li lo defenfare,8£ debbe afpe/
Ctare loinrultodeloprouocatorechehapigliau la quere/
la con oflefa orouare quello che ha prometio:& quefto ari
chora e denatura de battaglia iudid ale dotte lo prouocato
reo afpech la dimanda delo adore dimandante per ragio/
nedeleggeriuile che proprio e de gli rei Tempre fugire el
pigliare del iudìcio,& e configlio de cauallaria chel prouo/
cito attuto animofamente debbia la otiefa delo prouoca/
tore a(pedare,acdo che più iuftamente addefendere la fua
querela nelo combattere fe conduca, ulti ti candofe che pri
ma infultato,&T prouocato forzatamente andando ala bar
taglia defenfandofeda lo incitatore tentatore delo Conv
battere e flato vincitore,oue per diuino iudicio el più de
'
i
le volte gli prouocatorireftanofuperati,8^ lo ordine della
milf ria per lo officiale de arme fe obferua che per gli mini/
ftri dela battaglia fe debbiano gli caualli deli combattenti
per la briglia rerinere,(tandoluno&laltro nelle doi parte
delo campo,& fonando la trombetta tre volte ad lulrima
&
gli debbeno libera re,
in cafo che luno de loro onendefie
inanzi lo terzo fono dela trombetta debbe eflère per loiu/
dicepunito,& inafochegUminiftricheteneilenogli ca/
ualli alo primo fono della trombetta gli combattenti libe/
raiìèno contra lo ordine dato
,
venendofe ad offendere
gli
Caualieri,fe debbeno gli miniftri,8£
non gli
pramentepunire,eliendono
per lo officiale,rette/
no gli
liberati
combattenti e*cu£m per
la
Caualierì af/
liberatone deli deputa/
UBRO
Se
H
disfidati in neto
Campo
intrati fe
'
E dimanda fi doi
Cauaìierì che
per combattere ad oltranza
pattano pentire few
Cap.XVl I.
«alicentiadel indice deputato.
fono
intrati
in Irz*
hauendo cominciata
li
hanno l oco da fe pentirfe de communc vo
(untate non volendo più combattere^ laflàre !a battigli*
incompleta, Ce per lo iudice fe debbeno admettere de non
fare feguire la incominciata battaglia. Miffer Baldo de Pe/
rugiadice che non valera più lo pentire ad quelli che ima
battaglia
fono intrati in liza co intentionede cobattere ad tut/
hauendo incominciata la battagli! debbeno p
fin a\ fine feguire,la ragione e quella che fe debbe attende
re a a public volitate che in tale battaglia quale e l più de
le volte per forza de arme fe mini fe fta dapo che gli Com/
battenti eflèndo venuti dauante al deputato iudice e de ne/
trolta
ta oltranza
1
celfar io che
totalmente la battaglia fe f ornifca,che elTendo
Campo, 8C hauendo dato principio nel
combattere in prefentia del iudice non fono più in loro po
vtia volta intrati nel
ma fono in arbitrio del iudice , 8C que/
debbe intendere quando b battaglia folle caufata da
grauiffimo delido corno che e tradimento,homicidio,o al
cuna altra occulta umile falfita,che per neceffita folle di
diuerfe mani feftare non debbe rellare conllando , de non
vede rfe il fine referuaf o fi per licentia del iudice il pentire
pefrnettefle,altramente non intraurnendoce volunta del i«
dice in ni uno modo pentire fe polì ano.
teliate del penti re,
fio fe
«
Finite
i)
Libro Primo,
SECONDO
Incommcn il fecondo Libro che trada de
laeledtfone del
loco ckla batta glia.
Deh qualità del loco oue fedeuera fare la
gli*.
fingulare batta/
Capitulo.
.1*
Olendo dire,& per audoritt
prouir qual loco fe debbe eie/
gere che uengi aeffere cògruo
li combattenti per commu /
ne fecuritate del combattere
diremo prima. Si corno al tem
podeli Imperatori Romani
p
uno grandiffimo dono acqui/
tra
foofficiodelaelectione del ca
po;&p?r grande remunera tio
ne de
utilitate era
donato ad
homo digni filmo de conditiorie;&: che fotte prudente inue
ftigare,& trouare il loco che fo;ìé piano,&T fpatiofo;&che
non fofc niente procUuo,& che per lo
excitodel fole de/
combattenti non potefié enere im
pedimento;& oltra queflodeueun elfere in tal difpofitione
chelu-'nto non potetela poluere fubleuare che uenefle a
uefc confi Jerare che
ali
onenderelaui(b,&:darecjgionead alcuno di perduta, 8C
di uictoria;&: che foflé feruato in termine de terreno doue
nulla hauetìè fufpitione de foperchiaria;& che totalmente
Io elegefle in parte doue nullo incongruo accidente potelTe
acadere cioè delo uoltaredelfole,imp: tode uento. indif/
pofitionede terreno,& incongruitade loco;quali obftaculi
Vegetio de re militari per prccepto li denota configliandogli
checonloffìciodelaprudentiadaliftrenui dearme al loco
K * tempo fedebiano pigliare che facilmente
fe potrà Iho
inimico fuperare. Perche felege de Hannibale che
fu/
perato Paulo £milio,& Marco Varrone capita nei de
Ile
Ro/
mani con auxilio del reuerberante fole quale offèndendo
• veduta deli armigeri Romani corno cicchi da.Cartagine/
LIBRO
forno abbattati. Et ncl vccchioteftamfntofclfgf in che
fimmile modo fe obtene una gran uiétoria chf quelli il qui
fi
lipottimnoglifcutideorocotraloafp-dodcli
ragi delo,
foleuenearioareuerberarecontrala uifta de loro inimici
sbagliandogli de quelli rimafeno vincitori Legrttè anchora
de Hannibale che per oportunita 8£ di (poutione de loco
hebbe altra ui<ftoria,8£ fecundo il .Philofopho ferme che
la fortrna nele battaglie ha gran poteftate, quanto la uirtu,
10 ingegno,
le fortezze ,8£ il loco fe debbe per confuetu/
dine in modo ordinare chf véga ad cflere in fimilitudine de
laberinto cindo de tre ftrate terminate de Ugnarne. Jlquale
per proprio nome fedice liza,8£ in cafo de necef fita fe po/
tria cengere con corde,ouero lo terreno con aratro deugna/
redetrefulchirneliquali nel primo circulo debbeno ftare
11 officiali, SC li miniftri deputati ala battagliaci fecondo li
&
combattenti Caualierialiqualinon e licito fenza licentia
delo iudice fora del fegno vfcire,per fin che la battaglia no
farà finita cioè vno deli doi vinto o fuperato (otto pena'de
perduta, 8C vittoria de quello che dentro ri manette,
olirà
&
quefto fe debbe edificare nelo defignato loco vn folio emi/
nente,ouero catafalco che fia loco del iudice,8£ de foi con/
figlieri apto,&: commodo a vedere tanto lui quanto li depu
a vedere,& intendere
li moriui deli combatté/
doue fe ha da obferuarecon
tinuo filentio fenza ftrepito nettimo de mouimento de pie/
di,ouero mane,a altri mébri che poteflèno icaufire,tottere,
ne rafcare,ne fareado alcuno p loquale fe potette fondere
tari miniftri
ti,8£ loro parole chedicettèno
Tignale che dette aduifo in fauoredeli
o idisfauore
cobatee
modo che quello chi* venefle ad pdere potette oppone
re non con le arme, ma con auifo deli circunftanti eflère fta/
ti, in
to fuperato, &z vinto,como in
r.*ntino,8£
Neapolitano
vn cafo fucceduto tra il F»^
caualieri
'
hauemo apprettò più di/
(undaméte narrato eif re intrauenuto.che co auifo del
cir/
Cullante fratello rimafe del Fioccano inimico vincitore.
Quando fotte il bando del iudice che nullo deli
combatte"
SECONDO
tì
d fegnopaflaflè,fi per forza del inimicoirapaftiflé ì fi
R
CapJJ.
nìcritapunitione.
Ella da volere intendere che pollo chel iudice
retando proclarnaff* nelo intrare orla liza ali
COT,battenti,che qualunchede quelli
non fola
ment? con fua perfona,ma pur v n folo
r
bro fora del fegnotnpallifle
fuccedendo
fofle vinto: 8:
mem
decapitato
:
8t
cafo che vnode loro per violentiadelo inco
fro del inimico fora del termine faltallè,fi merita fecondo
la
il
thema del proni biirrntod 'l
iudiceeflere decapitato pef
non eflere obferuato quello che per lo iudice exprefià méte
c (lato comandato. Se determina che tale non fe debbe de/
capitare,& la ragione e quefta,anchora che la prohibìtione
folfe,8c chiaramente parlane: che quello ilquale il termine
pa (latte meritaria oltra che per vinto remanefie eflere de pe
na capitale punito: nientedimeno in tutte le lege e prohibi/
pone che fi impone fe attende non fecondo lo fcripto,8c la
fententia de quelle,ma fecondo la intentione del audore
ciela iirlb tuta lege, cofi adunque hauendo quello contra de
fuo j>pofito forzatamente pallàto il fegno,!^ e pero inpe/
na che rneritatfède difobediétia eiièrde morte caftigato.At
tento che non ce interuene fua intétione in qllo che per in
Cortunio fecódo lo dicìo delo thema ha móftrato difobedi.
re: perche eradifpofto co deliberato animo per n5 ellere p/
ditore il termine nò preterire,
&
hauendolo paliito male c5
tento dela violente fortuna fe recbma,hauendo fauorito il
flio inimico che per forza contra fua voglia fora lo ha but/
tato,
& lo precepto dice^hi paflaiVe fora, fe intende volun/
no sforzato dal inimico farà pero perditore per ef/
fere da ini mica potenria e vìrtute buttato fora del campo.
tario ÒC
Attento che la natura de battaglia lo recera die q[\o ilqua
le e buttato fora del campo p eiìrr fcacciato dal terreno che
Con larmc fe ha sforzato defendere debbe elìere perditore,
fi corno quello che cóbatte per inoltrare la virtù de lanimo
cadédo p botta del inimico,ouero la mano in terra tocca fi e
D
il
'
LIBITO
fe ìndica efièrriiintoi&per maggiore ragione quello die
decampo e cacciate dbbe efiere perditore ; quantunche
nelaimpofition? del iudics r.on li fofiè fada métion?. Adii
que farà il di fca ciato fuperato, ma non pero fedebbed*ca/
pitare.Attéto :hec5 forza, 8£ non con uoluntat- ruppe il
p rohibimento del iudice.Et n quefta decisone fe troua in
lelegeriuil:-chedice,chèquando non fe difobediifr con
proposto SC uolunta de non ob?dire,non fe debbe de pe/
na capitale punirei hauendo quel lo de necefftta de forza
pretito il comandamento, non ha commena difobedietia;
8C uole la lege imperiale cheeiléndo dato bando a uno che
i
fotto pena de\auita,nondfueflè fora dela ci cade ufcire,8C
per
trouandotein fu le porte fuile per forza buttato
violente potentia per hauerepafiato el ve tato termine
non
fedebbe pero iuxta lo tenore del bando punire,otiero tro/
uandofeinfulemure,8:fufl$ fprouiftamente da vn Tuo
inimico adattato peramazarlo;in modo che non hauelfe a^
tro riparo per faluarfe la vita faitando dale mure:8£ troua
dofe fora dela cita, umilmente non faria in pena per la ino
pinata necefiitadel fugire, fi corno vna naue che per con/
trarieta
hibito
de vento arriua forzatamente in porto ad epla prò
non e in pena pero il patrone per la irreparabile via
lentia deli f uffianti veti che lo feufa, 8£ anchora che de
mulo fe lege che faceflè decapitare il
fratello per
Ro
non haue/
re obferuato lo fraternale precepto de non paflàre lo (tatui /
to termine: non fo pero fa fua fententia iuftr.anzi nequif/
fima.Attento chetrouandofe fignore fi come lui,quantnn/
che per neceffita non obferuafie quello che con fua volun/
ta,&pote(late a honoredela comgiune fignoria haueua ve
tato la prohibitione contra de lui non feextendea, ma dire/
moche Romulo più per inuidia,& cupidità dela fignoria
procelle al fraternale homicidio,fi corno re feri fce -Lucano
Poeta eloquentiffimo,che rare volterò non mai amore,8£
fignoria poflòno in vno
medefmo feggio fenza fcandolo 15
go tempo demorare.Fo degno de reprehenfione anchora
Manlio facendo decapitare Cuo figliolo, quale fcordato de
SECONDO
véne contra Tuo propofito a defobediV
combattendo contra lo inimico del popolo R ornano di
Io precepto paterno
re
perfora a perfora^quantunchevacroriofamételo fuperaf
Xe.NientedimenolagelofavoIunra de Manlio volendo il
preceptode lege militare inuiolabelmentt feruare dette
la
crud le,& enormiffima fententia contra d?l figliolo vinci/
^ore
dcf lo
inimico dela republica Romana,per laquale cru/
delio vfata contra'del f igtiolo r vénero in tanto defdegno
de
animo gli caualieri Romani che in quello zorno che Man/
lio hebbe il triumpho recuforono volere comparere
per la
crudelita di lui vfata verfo del fuo figliolo opponendo
che
hauendo fparfo il fangue del figliolo occiditore deli inimi
ci deli Romani non (blamente non mf ritaua eflére decapi /
(tato, anzi
honoreuolmente deueua eflere receputo,& meri
tato dela acquiftata vidoria,& quefto interuéne ad Manlio
per feruare la lege militare,che dice efiéndovno caualiero
daTuo fuperiore,o Capitaneo vetato che non debbia com/
battere fenza fua licentiacon nefluno,8£ quello combatten
doCanchora chel inimico de fuo fignore fupera(Te)fe debbe
atrocemente punire.Pero quefta tale lege fe debbe intende/
quando con propria volunta difobedifle il precepto delo
f uafignore.Ma non quando per cafo fortuito,& per qual/
cheneceffit .tedelo allalto dAo inimico venefica difobedi/
re
re non
apparendo deliberato propofito n?lo contrauenire,
la iuftitia naturale
ragione temperata che tale
fe debbia per vi nto 8C fuperato condemnare: Qc non per ho
debbe eflere decapitato.
& quella e
&
Dela proua qual fe fa perla battaglia da perfora a perfo/
na.
Cap.XIlI.
LO
pretto dela battaglia parti aitare da
perlonahabiamo da Capere,
perfònat
& intendere che fo
trouato,&: indulto dal hidióo milira.re:chec6ar/
me fe douelìe prouare b dubiofa di Herr ntia,quan
do per altra proua non fe potefic neli cjuili iudiciì
trouare,
Ut
LIBRO
neper altra manifefta Conietfura fe poteflè il delido preflt
mere .Onde eflèndo vno a ceti fato de homicidio, g£ votando
allegare hau-rlo per fua defenfione comnvllri,alhora
fepo
tria pigliare la querelo dela battaglia
perfonale de prouare
lo accufatcre,& loaccufato contra defenfarfe in iudicio
éc
Cauallaria,in tale cafo volendo loaccufato fare prona
haue?
re £ado per fua defenfione lo homicidio debbe
.puocare
lo
accufatore nela battaglia
Ma pollo chel principe comadaf
fefe deuette procedere ala punrtionedelo homicida,no
po
più allegare lo acculato volerlo prouare in battaglia
hauer/
lo morto in fua defenftone referuato quando ce
appareflè
accufatore.La ragione e quefta che non debbe combattere
con lo principe per la di fconuenientia dela COndmone
f ne
con lo iudice inquirente per la dignità delo orTicio,8£ lo
p*
oa che in battaglia fe vole monftrare v fe voi caufare da
ae/
cufatione incerta,# quando lo accafato per forza de arme
confettine el delido fe debbe punire più ligiermente che
,
quando per teftimonii li fotte prouato , che la proua dela
il perditore ettère vinro.Ma pero e incerta ore/
fumptione che veramente habiapeccato,& remanendo lo
accufato dela battaglia vincitore fe debbe per fententù ab/
foluere da la caftigatione dela P 'na,& debbefegli donare lo
honure dela vittoria con grand ffimo f auore,perche fe pre
battaglia fa
fumé eilere innocente delopecato,&quantunche
la
prò/
ua che fe fa cioè la battaglia fa reprouata per diuina proni
biUone f peretterecofa da diabolica inuefìigarione ritrouai
tt,riientedimeno'gli armigeri dicono che in battaglia
de co/
tinuo Dio per diurno miraculo fempre la verità corona de
vitìoiiaattirmandùchi con iuititia combatterai potriaef
fere perditore. Pero cofa incerta e,con:iofia cofa che fpeflè
volte
vedemo che molti contra dela
i
ultitia
cóbatteno , per
retrouarfe loro pi u gagliardi de quelli che con ragione han
mìo pigliato la imprelareltano vincitori,»: quefto interne/
ne per la difparita eh: e nelefortezze deli caualieri,or que/
^a ragione fodel Papa,& de Federico Imperatore parlati/
do d^l le battaglie chw fe Ienno per cxpriinentare ta verità
SECONDO
r
&dela fai fa oppofitione cognofcere H rero*
Quando fe intrano doi in campo per combatere a tutta oi>
tranza, &luno fugge, &C e prefo, fi el nimico fuo la
potrà dapo offendere in poteftate de lo officiale.
Capitulo.i
vo j*i
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|
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'ti
'iZiLft'
f
Sfaldo
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t
tiljtiSXvy
HI.
rxiu tOóx^ rro y\
o/r>^vi_«cf w.
.
*
*o
doi caualieriper combattere
a tutta oltranza, deliquali vno per dubito de non
p:TciiTeìavita,fcordatofe(lelohonorevrlmente fe
intrati in liza
fugito daldampo,qualeeradefignato con aratro,
perlaquale fuga dono cagione
mente lo
feguefle
al fuo mimico che audace/
con lo iudice dalquale fu prefo,e ftando
in potere del officiale lo inimico perfeguitatore impetnoCi/
mente de molte ferite dono al fugitiuo prefo,8£ oltra le pec
dimandaua in fauoredel fuo honore la fententia.
o
lé dimanda fi iuftamentee flato ofiefo quello loquale fugen
f
M
colle
do impotere,8£ in prefentia del
iudice e (tato dal nimico fe
cito .Onde per volere declarare quello che per i ufficia fe deb
be determinareiU fententia e qucfta,che lo vincitore e quel/
loachilocampoerimafto.Mahauendo battuto il fuo ni/
mico prefo in potere de lo officiale, nò lha poffuto iuftamé/
che era in prefentia d; lo officiale, loquale
de non poter effcre ofTefo dal fuo
nimico tanto più, quanto che e in potere dele fue braccie
eraperuenuto,perlegeciuile fe difpone che eflèndo vno
«bandito per delido de rebellione,8£ foffe vn certo premio
te fare. Attento
aflecura ogni delinquente
offerto a chi volefiè quello amazare,& pollo che in potere
delo officiale prefo fe retrouaffe per iuftitia non fe potè più
mano de la iufutia folle. Le/
offendere fin che nele forze,
&
gefe nel fecùdo libro de bello punico che cóbattendo Clau
dio con Tarrea in fmgulare battaglia,^ fugendo Tarrea da
loconflidoperfeguitodeClaudio,quantunche
fe nela fua jppinqua cita per tale fuga rimafe
fe (aluaf/
fupato,& vt/
to t 8c Claudio vuitore,8C la vittoria, & lo faufto deb tri u
pho deli foi armigeri lictaméte receputo. Scriuefe ancora J
D un
LIBRO
Crifplno
Romano che combattendo fingutarm-nte co Ba
dio campano quale da luccio? da Crifpinoab ittiito.& fe/
t
citoi& difmontando per fornirlo deamazarelaflàte le àr/
me Ibigottitamente Badio nel fuo exercito fe fugito,per la
quale fuga Crifpino con la lieta Victoria ali fnoi con gran/
diffima letitia fe retorno, hauendo fuperato Kadio inimi/
co del populo Romano con grandiffimo honore da Ro/
mani foreceputo.
Q.uando
farà da venire a fingulare battaglie fe
ftrareindicii perequali fe
che al
prefuma
prouocato fe oppone .
effére
il
debbeno mó
vero quello
Gap. V.
debbe acortamente confiderai che inanci che afa
battaglia fingulare,8£ de oltranza feperuenga,e ne/
SE
cefFàriochelorechieditorenantiche habia auetori/
il fuo nimico nel combattere prouocire che mon/
ta
,
(Ira indicii,pri fumptione:8CConietìure del delibo contra
a colui conloquale intende combattere ,accioche pofla iu/
ftamente ala battaglia peruenire,perche non fe debbe prò/
cedere per fola informatione del rechieditore nela accufa,
imperoche in
tal battaglia fe
demento defleréte fpecie de
tortura iudiciale,8£ nanti che fe poflà proceder? per lo iu/
dice a dare la tortura a alcuno malfadore pigliato^ pollo
in prefone per
lui fe
debbe primamente
pigliare
informa/
rione dela vita de Di delinquente,^ dopo intendere,^ ve/
dereildelidodrlqualeepfoeaccufato, &: diligentemente
vedere, intendere^ esaminar? tal caufa,8£ trouandofe li
i
udi ci i contra de epfo tale eh? fe pofia venire a tortura Ce
dona la torturafclofi adunque fe debbeno manifefti indicti
comra lo infamato per lo infamatore demonftrare in mo/
do che non apparendo inno:entia,ne mani fefto delieto del
prouocato fe debbia per potentia darme la verità demolirà/
re. Attale che
luno,o
dreade $ergnia,&
defdido.Et que
Imperatore Federico. Ari
laltro retti confeflò,o
flo vole la legge longobarda, 8£ lo
milter
Baldo de Perugia in vru.medef/
«FECONDO
ma fententla concordano.
Quando lo prouocato hauefte trouato lo iuditt, & loco fe
dopo il iudic»fdenegaiTfde.facfc
la battaglia fe farà te/
nuto lo puocato trou are altro iudice.
Abiamo da vedere fi doi
Cap.Vl.
caualierì fe disfidate/
no perguagio de battaglia^ il rediiefto trouan/
doiudicecòmpetfnte,&:lococongruo,8ioppor
tuno fi corno Io coftume de tale battaglia lo recer
ca,èV venendo la deputata giornata lo iudice che hauera p
fo il iudicio che da loso e Rato accentato per qualche caufa
non gli
parerà deuerfe la battaglia nela prometta giornata
per che pare a vna dele parte graue corno che
cominciare:
&
voriaintrareinbattagliailiuciice,opernon eflère dodò,o
il
per volere maturamente ftudiare intenderei vedere
mo
do de capituli tra disfidati firmari,oche
parerà ad epfo
p
qualchecagiònechemoueralafua mente tal de ferire efle/
vfare cautela co
re necefiario,o il fignato giorno deferire^
ilqualehauendoilpannoinantidefe
fartore
bono
mo il
taglio,cofi anchora
fa de molti defegni p fr venire alo vero
prima che faccia il fuo magifteno
il bono fabricatore quale
iudice,
defegno dela futura opera,tal cautela vfata del
feguire la fu*
la giornata,il prouocato intende
querelatitene quello ilquale ha prouocato rechiedera
differentia de lo/
il Tuo rechiefto a tale che la
fa
il
K deferita
vnaltra volta
dimanda fi con quello
ro querela totalmente fedifliniflè, fe
etìéndo vnaltra voi
loco
neldeputato
fi
m-d-fmoiudice,8É
e remi/
battaglia ii icominciare,o fe
ta rechiefto debbeno la
to
il
prouocato de altro loco:
& indice prouedere per efiere
per ne/
panato togiornata^fenzaefl?ao de combattere
perche haue/
gtigrnfla delo eletto iudice.Se refponde de fi
co/
doilprouocatoeletìoiliudicedopo lapromiffionedel
hauere tro
fe potria prefumere lui etere pentito per
battere
liberato
uato iudice che con fadi,&: non con parole lo ha
il prouo/
tenuto
battaglia,perflueftoe
hauendo deferita la
catode vrultro iudice g uederc
attaie
ebe totalmente
U ba«
LIBRO
che altramente hauerU apparsa de fìetfo
nehaueridoiliudiceeletfo,& la battaglia non rf.ere feguì/
taglia fe feguito
ta potria dire il nimico entre delìgiato hauendofe col iudi /
Ce cófultato che ala giornata deuefi e reuocare la concefià li /
cetia,8£quaiitunche lo rechilo trouaflè indice che dopo
del cóbattere il iudicio recufaifc,non faria pero
de la promefla libe rato& perche fedebbe la negligentìa dd
la fecurita
indice Colo
adepfoimputare,& quello
la legge vole che
negligenza contra quello de chi lo amico ne
gligente fe confida ,
quello che trouaflè arbitro che prò
fe
imputa
la
&
merteflè per arbitro definire,in cafo che nondiffnince te/
mito vnaltro retrouare f per quefto qllo ilqUale troua iu/
&
dice che la difierentJa intendere no vole non fe potrà pten/
dere hauere faflo il fuo debito fi corno niente in ciò bauef
fe adoperato,^ per quefto modo non fe po dire edere excu
fato perche e tenuto vno altro diligente iudice,& loco retro
uare,& quefto fe proua per autìorita de molte lege impe/
naie che dicono douenoneprinripione fine nonfe podi/,
re enere adoperata cofa alchuna de efietìodopoil principio
fe afpeda lo fine de tutte le cofe che fe hanno a dare atten /
t
tochel principioepiudegnodel fine,& tutti li eflech dele
opere al fine fe uideno,per quefto fi ala deputata giornata
Caualieri fofleno nel
campo intrati,& nela
hauefléno cominciata
la battaglia
per alchuno fpatiode té/
pehauendoloiudice il principio de
& dopo haueflé buttato
il
li
preparata lira
la battaglia
premeflò,
feeptroprohibendo li combatté/
ti del combattere nela incominciata battaglia. A Ihora il
prò
uocato hauendo trouato iudice,& lo;o,& tutto quello che
nel combattere fe recerca, 8£ incominciata; la battaglia ha/
bia facto il fuo debito in modo che fe fofle rechiefto del j>/
uocatorechedenouodeudlèiudice retrouare non ne faria
più tenuto,& reftariadala promefla liberato,per che hauen
do una volta lui trouato ciò che ala battaglia de neceflita fe
recercha,8£ cominciato a combattere con lo inimico quan/
tuche nù fu la battaglia fornita non e rima fò per lui de ve /
nére al fine,ma folo perche lo iudece deputato alqua/e nonj
e parfo che fe debia più fcguire,per fuo in^erio e fta to de/
SECONDO
non fe cobatteflé,po dire eflè/
te Rata la loro qre la per fentétia difTìnioua dal iudice cope
Greto facendo fegno che più
féte,8£
P que Ila hauere pofto quafi fine ala
loro diflercHia*
&p:r qfto il puocato e liberato dal iudiceilqmle ha pofto
fine ab battaglia. Debiamo anchora fape,8£ intendere che
in cafo chel rechieditore voleilè lui trouare altro iudi ce che
,pmott.*fle fargli fornire la incominciata battaglia po
t
no fa/
più tenuto lo rechirfto andare inazi al nouo iudrcea for
nire la battaglia. Anchora che da nouo il rechiVditore lo re/
ria
cercali? ,pche
moftrado hauere fatìo il debito fuo,& etfen/
do per lo iudice deputato ,puifto fi cono de fopra e dicto t
8C narrato. Se troua libero in modo che no po più p tale óV
rela dlère recercato. Niétt'di meno no fe po mol: (fare per af
tri
iudici in altri lochi,o territorii dal rechieditore ilqual
pa
redoli ad epfo no elfere fatisfa&o,p la tp-dita battaglia po
tri a hauere qrela co Io iudi ce có dire che da lui 'e ftato aggra
uato fpartédo la battaglia,ma và c5 lo rechi-fto referuato,
fi per patto fotte expfib in loro capituli che deueneno tafcj
cóbattereper fin eh? luno,o laltromprto.defdictoremanef
fe,in tal cóuétione fariano tenuti in altro loco, 8£
con altro
loco, SC co altro udice la battaglia fornire,c5 qfto che lo ha]
i
uaffe a trouare
el rechieditore a tale che fe v-dkffela
vitfo
de luno p morte,© defdicìa de laltro fecódo la capitolata
c5uentione,8£ quefto fe proua per audorita de molt e impe
naie lege,& commadaméti quale parlano de li narrati cafc>
ria
Quando li combattenti paflafieno lo fegno, & dopo
HAueudo d
fubito
Cap. VÌI,
ritornaflmo.
-liberato
doi caualiericombattterea)
tutta oltraza feceno lo (0:0 de la battaglia per lo
i
udice ordinare, ilquaje inanzi che alo combatte/
honore proda
mare che quello che dalo f egno vfdfVè deuellè eiìère pditore
re fe iungefieno f acefiè per cafo de
interuene che p impeto del cobatere fo forzato a tutti
mine trapalìàre fubito détro il capo
da
al iudi ce deputato c|\e
de qUi
fe ritornalo.
fta il pditore
il
ter/
Seddima/
OC quale
il
viri
Citore.Se rerifpode p ragione de equali ta eiTere parìa ,attea
X
LIBRO
tochc fanone laliro fora del uetato termine
fé
ntrouaron»
Ma perche incontinente dentro del fegno,fe pofeno nel
cS
monftranohauerne purgato lo excefio; pero deb/
benola incominciata battaglia fornire in modo che fe neve
da il fine,cbe totalmente lunu o laltro refta uinto per for/
za,&pf'llan2adelnimicó,&non per unpocotranfeorfo
de termine per botta del compagno doue non e interuenu/
ta alcuna operatione de arme; perche hauendono infieme
tmti doi pattato ilfrgno fono in fimile pena accalcati. Et
battere
proclama deloiudice
la
fe intende in
vno
tr
ipaflante,&:
in doi per refpedo che uno per forza ha da ellere
il
no
uinci/
tore,K laltro il perditore,
Quando loprouocatoreinfultalTe lo rechieftoinatì che ve
Cap.Vl 1
nefle al deputato loco.
tttjgc oftils
f*\
^
'JJ» fa ìir/ì.:
::•!
J.
t. ,i;uì
E dimanda aliudice deputato, trouandofi doi
disfi/
guagio de battaglia in camino per andare al
loco determinato del combatt? re dC luno contra de
laltro infultafle manzi che alo alt-curato campo per/
tienefteno vincendo lo infultatore;fe aiValitof uflè iuftamen
dati per
fuperato,& fi lo infoltatore debbe effere traditore repu /
fe
tato per hauere infultato lo inimico cotra la conuentione
Se rilpondechequantunchefiano inimici disfidati de vo/
tal campo co tal iudice,&T in tal giornata combatte/
non fo pero Lcito lo offendere prima che al deputato lo
lerein
re
co preueneflèno , Attento che eifendo lo infultatato adope
campo fenza lordine che ala battaglia fe recer/
Cafeiudicaertérefp: cie de tradimento,8£ per ragione de
ciuile lege,8£ de cauallaria non fe po inf ultare fenza disfi
rato fora el
da quale hauelle ad auilhre el nimico che nò fe deuefle tro/
uare fprouifto nel combattere tanto più quanto che h auea
trouato loco,iudice,8£ lordine dèla battaglia con la fe
campo béche lhabia fuperato contra la conuen /
tione,non e pero vincitore anzi ha' c6melfa.il tradimento.
no
curita dei
Voleia
lege ciuile
la
Imprialc comanda che lo ofiènfo/
f.
SECONDO
danni delo offefo emendare per fnuerro tra
dirimente fuperato,che per traditore Io potria rrtomare a
combattere, ^merita dal Tuo fuperiore eflère afpramente,
8£ atrocemente punito corno mancatore dela Tua prome fCl
tede,&: per perfido traditore fecondo Io ftilo darme, 8C
confuetudinedecauallaria fe reputa ;& ouefta e la fenten/
refia tenuto
li
&
tia veriilima per volere
Die queftione decidere.
no trouafte Principe quale voleflè dare loco
fecuro ala battaglia," tenuto farà andare a principi de
Si lo rechiefto
Cap.U
infideli.
aVando
foflévnocanaliero,onual fe voglia
armigero a battaglia perfonale prono/
catocórequifitione chedouefle loco ficuro,
&iudice competente trouare, fi corno per ftf
altro
Ie,&confuetudine tale battaglia
tutta la chriftiana relig one,8£
fe recerca.
Cercando per
non trouando il principe dal
quale potellé il ca-npoobtenere;eliendo rechiefto dal Tuo
procuratore che deuetfè tra la barbara,^ infidele natione
recercare,nonne faria tenuto,tra la barbara,^ infidele na
tionepertal agione recercare, Anchora cheil fuo prouo/
catore nel rechiedene, La ragione e quefci,che nullo chrifti
ano fe debbe fottomettere in iudiciode infideli .Et quantu
che
nx>lti caualieri chriftiani iìanoandati neli terreni de
bar
bari infideli per combattere;nientedimeno per ragione de
lege fcripta
non e coceflò. Attento che comanda a tutti fub
non vadano in terra de infideli, fènza li
diti chriftiani,che
Centiadel loro fuperiore nele conducere co fe da noftra fe/
deprohibite;perrefpeclochegli Reinfid li fono inimici
della chriftiana natione;8£perquJto gli
ftra
federeprobati
imfami,8£ de no/
non polfeno arbitrare, ne iudicare crimf
naledifferentiecaufate infra chriftiani. Attento che nullo
chrifliano poiìono dare facultate ac netliino i cid^l e >ic chri
ftiani fare iudicio;8i quelle ilquale andane perule cagione
ad terra de barbari infideli eJcndo per chriftiano prefo pri
LIBRO
ma che gli arriuafle per fchiano perpetuo™ potere de Coltri
Che lo pigliiVe per ragione reftaria,ilqnale potria vendere p
capti uo;8£ pi« che la noftra fede prohibifee che ner nullo
tempo lo debbia in neflùno modo liberare, benché ad Ter/
ni fé acoftuma dare liberta ad voi mirate deli patroni, 8C per
quefto e da fapere che lo rechi *fto po la ini una domanda
de fuo rechieditore recufare,8i in cafoche lo prouocatore
in confpedo de Re infidele il fuo prouocato per corvtuma
ce bandegiafie,non Valeria pero la fent :ntia,anzi per quel/
la potria il rechieditore ne la fua tornata delo ecclefi attico
iudice,& feculare aframente eiìére punito , 8t oltra de
quefto fe debbe cancellare,^ annullare ogni ado fcripto
in contumacia delo chriftiano caualiero che contra lo ho/
nore fuo per iudice infidele foi Ve adoperato,recufando lo
i udicio de g'nte barbara, che con la falfa opinione de Ma/
cornetto fé gouernano, benché (ìa licito in cafo de necef fi/
tate al chriftiano auxilio de ifideli inuocarc ala barbara na/
tione,per non efiére in lege prohibito,non fe intende pero
che doi caualieri debbiano cercare iudicio da infideli per
ragione foprafcripte.
Como debbe il caualiero pigliar? rafia querela
per proce/
derenel combattere, ad tale che dela imprefa redi vinci/
Gap.X.
tote.
Clafcadunoqualiero che vora con iuftitia
per fua
fecuritanelabattagliaparticulare proced-re
,
nt
Prouocatore, ne rechieditore voluntario deuera
e; Jere,anzi del honoreconftrècto corno prouoca/
nimico debbe per neceffita venire a guagio
de battaglia,
percommune opinione deli armigeri, ©£ca
ualieri fe demonftra che li prouocatori a battaglia volunta
ria fenza neceffitadeofléfadcbiano eiìére ragioneuolmé/
to, 6i oflefb dal
&
tfc
perdi tori, referuato quando loflefa fofle chiaramente ve
cafi
&
non dubia fe deuera eJlere prouocatore , neli cìubii
per non eflère prouocatore fedebbeno vfare parole da i
ta,fi£
prouòcato,& oflèfo,&aiidareala battaglia con grande an
SECONDO
ttioperdefenuoneaela verita,8cde lhonore dilato* uiltf,
tia,& quella fe debbe difponere con animo foftenerla,per
che la querela che fe piglia a de fenfare debbe eli-re iufta,,
doue fe dedara che ogni offefo che intende volere combat
tere per lofléfa receputa e prouocatore neceflàrio , Qc tene
loco de reo oftefo corno quello che dal compagno fe fente
eflere ofléfo. Anchora fe declora la caufa
rione quale
de iurta prouoca/
& qu ado fe moue per lofTefa receputa p?r in/
iuria, o per altro
mancamento de f ua fama,& honore che
patene dil inimico con chi intende combattere
,
a'hora Ce
chiama rechieditore prouocato, perche tene loco de rechie
fto,& fe debbe adattare porgere la querela con parole p-c
lequale hauendo fondamento de iuftitia non demonica co
tra ragione procedere,perche ale volte vn caualiero potrà,
hauere iufti0a,8£ fondado in tale modo la fua querela che
per iuftitia non veneria a concludere efiète iufta,tale eh? ve,
neria a eflere iniufta,& la vera potqa per le parole falfa di/
cjiuétare, fi corno diflufamétee d-q arato in altro capitulo,
neloquale e denotato che la qrela d ebbe co gran uftitia co/
cludere.Et trouafe che vna volta fo facto vn bado da parte
i
de vno armigero che volea dibattere co chi diceflfe
rio,a chi refpofe vnaltro che dine
il
o5tra/
il
c Jtrario, &£ el?endo
da
bitato quale folTf il ,puocatore,fo determinato
p caualieri t
qllo ilquale pofe il bado foiTe il rechieditore. Similméte an
chora qllo che poneflè fcriptura alcuna cotra chi volefle di
re il cótrario faria lo rechieditore chi prima moueiìe la qre/
la,qii no forte iniuriato faria rechieditore volùtario.Pero il
più dele volte fi vede
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voluuriipuocatori c{fe rc pditori.
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^ ** J
*
•
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*
**4
ElTendo vik) Signore da vafalli rechiefto de eccedere il cara
po fe iuftamente potrà il capo cocedere. Cap.Xl.
vno fignore da doi
ESfendo
a
f ecuro
vafalli recercato
ueflè
loro
il
campo
re.Sedimadafiper
che de/
donare per combatte/
iuftitia militare
dere.Se refpode de no,p:he
b ietterà c5ce/
non debbe permettere
LIBRO
vafalli,anzi debbecon quelli re/
forfè homicWio frati Coi
mediiche fono de ragjone ordinati prudentemente reme/
farfe alo ofiefo
diare ponendo pace o tregua fra le parte,o
fatisfa<$one,peroelìendo Principerò Re,8£ lo infamato
folle
fepotefte
de infamia grauilTima recercato,quale non
non per forza darme,8£ de battaglia, alhora per
de cauallaria deueria la battaglia c5cedere,per pur/
purgare fe
ragione
gationedelainfaroia,8<:fiitisfatìionedelhonore del ofle/
homicidio,o
fo,8£ fpecialmente in cafo de tradì mento, de
i Iquale fe ap
honore
altro
per
fimo
delicto,o
f
graui
altro
de
precia fopra ogni altracofa,&:piu in licafi,8£ neli deli/
tficheperlalege,&percontuetudine de caualieri e per/
mdfoilcorribattere,deUquaUvederemoapprelto nel libro
dele caufe dela battagliai per quello gli fubditi de vno fi/
gnore quando voranno a guagio de battaglia procedere an>
dare Cogliono fora la iurildicìione del loro fignore , ouero
fe abfcòdeno acdoche non poflàno efiere per loro fuperio/
ri
impediti, ne coftrefli ala pace,o ad altra fatisfaétione.
In che cafo e tenutoli Principe
ali foi
cedere.
fubditi il
campo co
Cap.Xll.
dimanda per dubitinone fi vno Principe,Re,o al/
vn nobile caualiero recer/
togliò^elTeilcampoconcedere,8C elTereìudice vo/
lendo con vno altro caualiero per guagio de batta/
SE
tro libero fignore fofte da
glia
combattere dalquale fe fentefleeflere offefo,8£ lefo in
cafo de honore. Si il principe e tenuto per ragione de arme,
&ftilo de cauallaria a quelli dare licentia: 8£ concedere il
campo per combatterete refponde de fi,eflèndo la rechie/
(b fada perii caualieriiouero armigeri per loro famaifatif
mancamento quando al
fa(fnone,8£ honore per graui f fimo
proua non appareflèrattale che nifluno de loro con infa/
mia, 6w dishonore remaneflè.per mani feftatione dela veri/
tra
ta,per ragion de cauallaria: ^peritilo
dorme e tenuto pi/
giare il
SECONDO
giure il iudi:io,& dire con'fecuri ta
le l-ge,8£ cofstintine
il campo nrli cafi
che p
fono perrnefle;pero non lenza tarda
da deliberatione,& digefto cófilio de valorofi caualieri exp
ti in arme,8£ in tali exerciti mi!itari,8£d?bbe
demonftrare
il Principenonféza caufa de iufta necetfta acc?ptnrlo,8C
cofiderare accortamente con gra prudenria,fi alcuno de lo/
ro contra infuria combattere delibrraflé;&: fe loro intenti©/
ne e
iufta Caria
ben che
la bataglia
rerita fe dirnoftratfè per caufa d?
permettere, atta le che la
honore,8^n5 per ira,odio
o per aftra mala volunta che ducerti lorigine dalcuna inimi
titia;ma folamente pergraue delitfo,g£per honore volen/
do euitate la infamia del incolpato che nela f ua corte retro
uafle;in modo chepernecef fìta,per battaglia la iuftitia dela
pte fe deuefle maiìi feftare p la verità non frnza gran cofiglio
del principe, perche non fe po cócedere la battaglia vni uer/
n? particulare, prima che la caufa no fia defcuflà,qual
per battaglia iuftamentefe debbia dfterminare con delibe/
fale
homo infe med"fimoc
fauio,ne d?bbe da per f e in cofe ardue indicare,
quando
al principe parelle per vn modo,8£ al configlio per unaltro
ratione de caualieri, perche nullo
&
fedebbe quello exequiredoue più veri fimi le ragione fead/
duceno conforme ala verita,ala iuftitia,& ala equità fecon
do Andrea de yfernia,pero'non fed^beito licentiare quelli
che voleilèno cóbattereper móftrare la vittu,8£ la fortezza
deloroanimi,oper imprefa,per voto fado,per amore,o
per fuperbia«perchedebbeno andare per il mondo a parte
deinfideli natione,&con quelli pollano la ferocità loro de/
monitorare per combattere a oltranza,perche lo principe pec
caria mortalmente a tali voluntarii rechieditori
dando lice/
fenza necefìita,8£ caufa dhonore,^ faria occauone del
homicidio che fra lorointeruenilè.
tia
Se per lo preiato fe potrà prohibire
la battagl-a
particulare ellèndo per il principe feculare
pcrmeflà.
Ca£.XII.
F
LIBRO
SE
dubita anchora hauendo un Principe mondano 4$
ceffo a doi Caualieri licentia
de combattere in parti/
culare battaglia, Tel prelato dela cita potrà quella
p
dimanda perche;fe refpo
de fi per ragione che la .Decretale ha prouifto per euitare il
hibire che nonfeguifca.Se
peccato ha reprobata la confuetudine del combattere per
guagio de battaglia,©^ impero la chiefia iudica gli cali do/
ue po feguire homicidio,8£ perditione de anime,defpone
chel prelato
poflfa
vetare le battaglie voluntarie^anchora
che il principe feculare haueflè dato il campo fecuro per/
mettendo il combattere,^ tale cafo deueria eflere più obe/
dito il prelato che lo principe confiderato /:he cafo de con/
fdentia&dal Papa expreflàrnéte reprobato in modo chel
principe mortalmente peccaria volédo lui difpoere, in quel
lo che e più fottomelTò ala chiefia,che no al flato feculare.
Como fedebbe per ragione elegere,&
denegare lo indice
Cap.X 1 1 J
competente nela battagliaparticulare.
Sogliono molti Caualieri de continuo dimandarequa
le fofiéiudice competente fra doi caualieri che tenef
féno guagio de battaglia cercadolo. Aliquali fe refpo
de fecondo la lege fcripta quando fofteno fubditi de
vn medefimo prneipe quello faria,iudice competente ef/
fendo il cafo che per iufte cagione deuefieno combattere fi.
comode fopra hauemo referito,perchefe prefume che Co
equale eflée\ione,fenza paffione de animo nel iudicare def
fe iurta fententia,& perche la battaglia fe fa per experime
to,&proua dela verità, delaquale elfendo lui iudice fra
doi fubditi nulla partialiucommetterianelo iudicare,ma
in cafo che lo principe loro iudice recufanè,oche il prin/
cipe interdicdìeil combattere per qualche iutfa cagionerò'
nero che foheno fubditi de doi altri fignori , alhora fe de/
ueriap.-r le parte cercare per iudice principe che a nelTuno
fofle fufpecìo,pero la fufpetfione vole enere iufta,& qua
do fofleno li caualieri disfidati ala battaglia che in exerci/
tio de arme feretrouaiièno militando fotto vn
capitanerò
SECONDO
codu&eri de exerrito,'alhora a qllo
faria ìndice
competente}
cioè lo lord capi taneo,&qn feguerténo doi exercitii, faria iu
vnod? li capitanei ,ouero altro pricipe li/
bero loquale loro iudicioacceptafle,&:che forte perito per
Ioga experientia deli factìdela militia,& in tali cafi:& che
la f ua corte foflè guarnita da copia de caualieri armigeri: 8£
nobili homini expimétati nele arme,p refpedo che quan/
do forte prìcipi che no hauefleexpiméta'a la militia,& in
le arme maluerfato: no Caria idoneo indice eflendo più in
exercitio de altre facéde adopatofe quale nó coueneflenoa
prìcipi militari corno fono mercàae,mufica,canti,balli,8S
altre lafciuedelitiecortefane, I modo che mai haueflè le ar
me exercitate faria iudice tftifliciéte volédo neli cafi de lar
me iudicare,qn in qlle nó foflè verfato,ne bé perito,ancho
ra che forte in altre cofe prudétiffimo per no hauere la ex/
periétia ne peri tia neli dubi cafi che accafcaféro nela batta
dice competente
no potri a iuftaméte iudicare,& pollo che doi re,odoi
Jmpatori volertene cóbattere de cofa che ala chiefia ptenef
fe,alhora lo Jmpatore,ouero lo papa faria iudice copeté/
te,fi corno de fopra edidodeReCarlo,&de Re Piero,
glia
& anchora de vno altro Re liquali volendo pugnare andò
ronoaBordellacheeraRede Anglia ,ilquale fi come la
Chronica de Joane villano F eréti no referifee mandorono
a quelH il fuo findico per iudice competente che deueflè tut
ti li accidenti de la loro battaglia iuftamete iudicare.
Qua! principe de ragio ne ha auciori tate concedere de farfi
la battaglia fra Caualieri.
Cap.Xi 1 J J
debbe anchora fapere,8£ intendere qual principe
liniera poteftatecocedere la licctia ali caualieri , che
p er guagio de battaglia haueflèno deliberato cóbat/
tere,pche fe debbe notare che folo Imperatore, Re,
SE
Duca libero communita non
fottomerta,"o altro principe
domio
campo fecuro concedere,quale li baroni quatùche
haueHenotitulideprincipato 9 o de Ducato non potranno
«irtamente concedere tale licentfa,ne anchora vn commi Ili
fenza f uperiore che hauefle potefta abfoluta in fuo
potrà
il
E
ii
libero delega/
tìd regale,benche foflè generale dal principe
to non potrà permettere la battaglia, faluo fe foffe gra con/
teftabile,capitaneodeguerra,o conduttori de exercito de
Imperatore,Re,o altro principe libero potria dela batta/
glia particulare fra quelli
la militia fotto il
che exercitano
fuoftendardo,anchorachefoffeno foreftieri Caualieri,8£
ftranii retrouandofe nel campo fuo,no pero lontano il ter
ritorio doue il fuo exercito demorafie, pofto che foflè in £/
uincia
non fnbdita al fno
Imperatore: ouero Principe
po/
b abfentia delo fuo fignore a
doi Caualieri cercan/
do il campo liberamente,nelcapitaneo,o Duca de arme in
tra per
prefentia del fuo principe haueria tale poteftatedoue non
appareifeexpreflbconfentimentodelfuofignoreda per fc
concedere il campo,8£ pofto che lo concedete f aria per mo
do de referire la volunta del fuo fignore,& non per fua po
tettate laquale non haueria,quandoanchorace compareife
primogenito figliolo del fuo fignore,o altro figliolo che
che lo conduCte/
ro,ouerocapitaneodelo exercito nelo concedere la licentia
capitaneo,o
del combattere,pero fe debbe intenderebbe il
il
foflé vicario generale haueria potefta più
dela
uero il condudero delo exercito tene lo fecondo loco
fecurita conce/
potefta de loro pri ncipe: perche poflòno con
dere la potefta del combattere ali exerciti per loro volu nta /
&
fo/
altri officiali
te,8£oltra quefto polbno eiegere ludici,
per
prala adminiftratione delo exercito quale guidano :
&
co
quefto nel loco doue fe trouano effere acampati polFono
cedere la licentia,cofiil
condu&ero , corno vn
folTeconfederatoin compagnia
fignore che
in lega col fuo fignore
confederato po/
concedere lurto in
domi/
territorio de laltro, attento che la iurifdidtìone delo
luno nela \u
li principi con federati,e commune che
nel territorio che foffe del fignore con
tra la licentia,
lui'
& anchora altra fecurita
nio tra
gnoria de laltro po per fua volunta difponere fi corno
la lege
vole
quale de quefto fa expreiTa mentione.
DeliuraiiiOTtodequeiaAevoranpintracc al combattere
SECONDO
fn battagli partìcubrc de oltranza.
Ca£.XV*
NOn
fe debbe ladarc in oblio, ante e neceffario far
neexpreflà mentione del iuramento che debbe/
no fare coloro quale ad oltranza hanno delibe/
rato combattere,perche e da fapere che fecondo
Longobarda fatta per quelli Imperatori che in- Ita/
qlb iduffcnovolechel jmocatore ouero rechiedi toré de
la lege
lia
ue r.i urare, 8£ no lo,puocato,& qn vno accufaflè p fu fpecv
o'óe doue p necefìita foflè coftre&o nel iuramento no lo po
tra iuftamente far,excepto fedicefie che p fuspeétìone ha/
i
uefie deliberato combattere, &in cafo cheper iuraméto a f /
firmaflè che per verita,&: non per fufpedione combattefle,
debbe de uerita iurare, corno che per la coftitutione fa da p
Federico Imperatore fe denota che debbeo per iuftitia tut/
te le parte de calumnia iurare,cioe defenfare ciafeuna que/
rei i de verità fenza alcuna calumnia credendo enere vero
quello perloquale a combattere fe conduceno,& cofi acho
radebbfno li campioni iurare de defendere b parte loro
quale fenza alumnia credeno c5batt;TC,8C che li loro prin
cipalidefenfanoiufta querela, poltra quefto debbeno H
campioni iurare de combattere con tutte loro forze, fi co/
mo appreflb vederemo nel libro doue fe traeva de ampio/
ni,& ben che alcuni haueflenoditfo che Ifuperato e vinto
fado il iuramento foflè in pena de tradimento retrouando
fe perditore nela battaglia quello non potria per i uftitia ne
per ragione procedere,attento che tutte le fcripture ditono
Io iudicio de la battaglia non enere vero, ma falfo,8£ decift
one de. Federico Imperatore,cheqnantuncheun Caualie/
ro per forza fedicefle non reftaria pero traditore referuato
fi
foffe
accufato de crimine lefac maiefta ti s perdendo in bat
taglia faria traditore,ouero fe combattefléno per altro tra/
dimento faria lo fuperato,8£ vinto per
traditore reputato,
non pero in altro cafo,excepto fi per capituli foflè expreflò
chel pditoredeueflep traditore remanere,fi corno feceno
quelli
che in Padoa con
tal capitanilo
combatterono chel
F
iti
pcrc^tore
reftaflc traditore-
•Quando folle facto per lo indice bandimrnto chr quelfo
4eli Cobattéti che trapalane il fegno fotìe rxiitore.Èa.XVI.
\
nrrj csnr :{o f.r. v.i.^ .«->
'Jy
Sfendo orc&ata vna battaglia nelaquale il iudice fa/
.
M
1
L*4
,
ceflèprohibimento per decreto che nul lodili corri
m, i battenti deueffe il fegno del campo trapanare efien
do il termine per aratro defignato,ouero che de li>
piarne fone comporto non folamente con tutta la perforo
ma'anchora de nilfuno membro,^ quello ilquale pfumef
le vfcirne con tutto il corpo integro,ouero de alcuno
bro
menv
de quello priuato,8:oltra quello deueiTe eflère p/
ditore,fucceflé nel combattere che li pugnatori nel
fegno fe
appropinqunron per forza delimpeto del combattere quali
cafeano infieme a terra luno co il capo de fora del fegno,
laltro con tutta la perfona de fora,faIuo che la tefta, fe du /
bita quale fu il perdi tore,perche pare a molti deuefle eflerc
foflè
&
quello ilquale cafeo con i l capo defora,perche e lo principi
le
mébro de lhomo,pero altri dicono che quello
ilquale fo
membrixleueuaenere perditore per hauere
forala maggiore parte del corpo. Alcuni dicono che deuerfa
fora con tutti
li
eflère pariti per refpecto
chd capo importa quanto tutto il
redo del corpo.perche lulrjma fententiaa molti pare la pi»
vera,pero per autorità de lege pare che quello che fode
fo
con più membri deueua eflere il perditore per ragione che
la tefta (aria niente fenza lo ornamento
de glialtri vniuerfa!
ra
membri, nientedi meno fodùnata la fententia data nel pfen
teafoche(bndoladidaordinarionedoi còbattenti luno
prefe,#Jaltro ferito grauiflìrnamente,&oltraquefto pone
dofelo in collo per lo buttare forza de fora lo fegno, nel/
p
quale approximandofi cafearo in terra,in modo che
fore per lo fuo cafeare fora delo fegno fe ritrouato,
il
pcuf
& trov
uandofe il prefo dentro fo per vincitore reputato,per refpe
60 che per tempeftatione delo pigliato fece il fuo f uperató
te fora delo fegno cal"care,perche venne ad perdere
lo capo*
1 1
1
«
SECONDO
p ìniudi , 8t iniqua fe a5dana,peTche efléndo vf
pto p cafo fortuito f uora delo fegno doue era lacqftata vi /
doria,no p incòtto ne p la virtù delo inimico ne p difobedié
|ia alcuna,non debaflé ellère p pditore codanato,p refpedo
che no fe debbe p extre mitate attédere,quatuche fe douef
fe negli extremi pundi confiderare,qn che p botta , ouero
per forza delo f uo inimico folle fuora delo campo cacciato
*jua1e fhia
che fe moftraria per violentia d? quello hauere perfo lo ca/
po,o che per paura,ouero per non volere obedire andane de
fora,fìando laltro fermo dentro delo campo,quello che fo
ra folle vfdto faria perditore, pero in tale cafo no debbe effe
re perditore, per la ragione fopradicb,che intrauene per in/
fortunio,& non per gagliardiadelo inimico,cofiderato che
Jo hauca prefo,& ferito,©^ poftofilo infu le fpalle co la fua
propria fortezza, Se ftrenuita in battaglia per virtu,de hono
re,o de oltranza 1 ultamente deuea vincitore remanere.
Del
fegno non folo la defdicfa, ma la pena de/
non voiuntario vno trapaliate fe debbe
Cap.XVlI.
trapaflare el
la tefta Te
punire.
Agionafededoi disfìdati,8^intratiinUza per
guagio de battaglia a oltranza,aliquali nel in/
trare foper lo iudice prohibito che qualunche
de loro fegno trapafiafle, fofle oltra che p vit%
to remandTe decapitato, fuccefle che luno fo p forza de hi/
i
I
fegno,& quello rimafe,al iudice dimanda/
ua fententia in fuo fauore, laltro cacciato fora del fegno de/
nfgaua tale vidoria,anzi contra il nimico incomincio a fe/
rire, quale incauto ala fecura retrouo per eflèr (lato da luip
vera virtù fora del fegno rebuttato che violenteméte Io bui
|ro cacciato dal
$o per terra , dapo li monto fopra con lo coltello in la gola,
facendolo confettare effiére fuo prefone,il che il iudi//
Ce dubitaua fe quello deuea
alcuni diconno
eflére
iuftamente vincitore
,
de np , per refpedo che eflendo fo//
£
un
LIBRO
fi del fegno cacciato hauendo perf o il campo rimafe vinto
tale che
(ultore
ragioneuolmcnte non poflètte più offendere, ne in/
Tuo inimico,quale lo hatien vinto il campo.Onde
il
per lo infulto facto dapo per lo perditore de'o campo de/
uea efiere punito p?r traditore, Incontrario fé refponde,per
refpedo che In battaglia alhora non era finita, attento che
era de natura de oltranza, nebquale (landò Inno de Cotto,
&hltrodefopra,luno fugendo,8£ laltro feguitando,inca/
fo chel fugitor^ouero lo foggietfo ferecuperaflè non obi
fta inanzi la d.'fdictafO morte del perditore nullo accidente
fegno de perduta,pur che a lultimofuperafieilfuo inimi/
co.Et donafe quefto cxemplo duno Capitan?o,quale per/
dendo molti caualieri,dapo con pochi redo vincitore, 8£p/
ciò fedeue il fine afpedare perche quello e vincitore, qua/
le al fine remane con vidoria,& quella e la fententia de ta!
cafo,alaquale Vegetio de re militare fe accofta,dicendo che
vna parte de exercito rotta,con la reftante p la virtù del Ca/
pitaneo fe po venire a vitf orìa,dicendo de R omulo firmila
do il fugire del contrario exercito rimafe vincitore.Et Han
nibale fugendovinfeli Romani . SemiramifTa Regina de
Babylonia fingendo fugire Cyro Re de Perfia animofamé
te al fine lo vinfe,& d: altri Capitanei dearme fe ragiona,
che trouandofe rotti
,
voltando
la faccia ali
inimici al fine
hanno confeguita la vidoria,tornandoal noftro propofito
diremo che quello ilquale fo de fora del campo buttato , bZ
fenza interuallo de fubito fe recupero reacquifhndo le im/
prefa del campo, & retornando non fe potria p-ro reputa/
re perdi tore,per refpedo che la re tornata pfta fe debbe at/
tendere al fiinedela battaglia . Dunque meritamente debbe
eftere quello vincitore.alquale nò fe li poimponere delido
d* tradimento hauendo ofl'efo il fuo ini mi co, perche la bat
taglia
non era del tutto
fete untamente
f inita,nelaqua] f recuperandofe
pof
feguendo la incominciata imprefa offende/
re per efl>re vincitore.
Como vn caualisro rechiefto da hltro a battaglia de oltra/
SECONDO
za che deueflè elegere iudice competente,^ eie/Te fudte
fufpedo al rechieditore.
Cap.XVllI.
SEguitamaltraqueftionede vn caaaliero prouocato
dal fuo nimico per gmgio de battaglia,alquale per lì
teradel fuo rechi editore
li fu Tigni fiato la eledione
de larme,& del indice quale era vn Re de Corona*
che li hauea lo loro: 8£ la giornata deputato in vna fua cita*
nelaquale con fecurita de tutti premetteua la battaglia:per
che Io rechieditore repliaua,attentochel re eledo per iu/
dice del rechiefto lo hauia fufpedo per cagione che la que/
rela fpedaua non meno a lhonore de fua corona che non
:
fama del caualiero,per tanto fe protetto che douefle tro
uare altro iudice competente , altramente lo haueria epfo
eledo: pero lo rechiefto non elette altro iudice,& venendo
La giornata deputata lo rechiefto con f ue armecomparfe in
abfentia del rechieditore,quello accufo per contumace tale
che fe fece abfolueredal iudice per lui eledo con carico del
fuo rechieditore il quale hauendo eledo altro iudice fe/
ce- i l fimi le a fuo rechi efto, quale per non hauere compari/
ala
1
to nela battaglia pretendete chela caufa fune diffinica. Se di
manda perdubitations fe ftante fufpitione detproprio iu/
dice allegata dal rechiedi tore,fel rechiefto potete iuftamert
te per contumace il fuo rechieditore fare reputare , perche
per li dodori dicono chedkndoil iudice allegato fofpedò
non debbe più procedere nela ernia, in quello che proce
&
delie
non valeria,anchora che non
fune
la f ufpedione
de/
clarataiufta,oiniufta tanto piucheeflendo fcripto per lo
rechieditore che deueflè elegere iudice competente elegen/
do il fufpedo nem ha ah parte fatisrado,neiudice compe
t*nte eledo,ma incompetente Jnccurtrario ferefponde che
hauendo libera eie dione potrà elegere il iudiceper fuo ar/
bicrio.&volunta fecondo la confuetudine militare: ma in
quefto fepotrianoadducere molte ragione incotrario,pche
uno Repo iudicare in caufa propria,per refpedo che ha
ordine de religione,8£ no fe po dare fufpedo uno Re pene
it prefurne che per la iuftitu no debbe falfoiudicare,quan/
LIBRO
finche incórrano fe refponde che no e iufto,perche molte
to(c fono licite che non fono honrfb,& neli facti dela mi/
litia non e licito tranfportare oltra la commiflionedata
, &£
fecondo li iudidi deli dodori legifb non pare che fia licito
elegereiudice, quale fe prefame ellère più fa'joreuole avrà
parte che alaltra che per amici ria fe debbia declinare più a
vno,che vn altro,ma per exempio delamilitiafe po mon/
Arare il contrario,perche e licito nele battaglie de oltranza
con ogni ingegnofo auantagio vincere, fuperare lo nimi/
co con fraudolente inganno, perche la vicìoria fta nela pruy
dentia,&auifamento,comoche la fpata nela fortezza ,
&
&
inftrenuitamixtaconiuftida,&lo libello dela militia e la
fpata,8£ ali ftrepiti dde arme la voce dele lege Jmperialeno
fe intendeno, perche fono mute,& e licito nele battaglicele
opportuno a quello a chiapertene loelegere corno
nelo exempio de Scipione fedemonftrailquale conduflè la
gere loco
battaglia in Africa perfuo auantagio non
volendo pugnare
corno feceanchora Re Siracu/
fo in Carthagine,8£cornoMettellóin Hifpania cercando di
conHanibalein
Ittlia,cofi
uerfe regione peraptitudine de propria Victoria, quando cer
caua li monti,& quando la pianura, fi corno Valerio Maxi/
mo
ragiona,^ Vegetiotie re militare dice che la conditionc
dela battaglia e tale che quello che e auantagio a vno,e defa
uantagiodelaltro,&:quelloche aiuta vix>:alaltro noce , ne
mai fe debbe combattere ad arbitrio del nimico,anzi debbe
ognuno combattere con fua voli tate,&: auantagio quato fe
po,& che fta danofo alo nimico, perche dice
Frontino che
fempre Alexandroelegeua quello loco ala battaglia nelqua
le haueflèpoflùto meglio fuperare lo fuo nimico.Se lege ari
chora de Cefaro che fempre cercaria combattere doue era lo
co più commodo ala fua vidoria,& cofi anchora dice Fron
tino che Paulo Emilio capitaneo RomaocóduiTeli foi exer
citicontra gli Tarentini quali con gli feorpioni lo infultaro*
perlaqualcofa lui puofe li Tarentini che lui hauea capriui p
murc,& fecurita deli foi caualieri,fimelméte Nicofirato do
cade Etholi centra
gli
Epiroti ^curaua la fa/ute di foicaM
TERTIO
tferi,& Philippo Red; Macedonia in Grècia
confeguifeta
vigoria, retenendo li ambafeiatori de inimici, liquali
(bua /
no
Tpcuri per hauere mandati
tanei de
Romani fi
ii
legati:& de molti
lege che con afluria hanno
li
capi/
loroinimi/
altri
ci fuperati.Et
Frontino fcriueanchora de moiri ftratogema
fono fìat- vinte le battaglie. A nchora per que
ftaiparte fe adduce vna ragione che gli armigieri
grandemen
te, per lequale
te nela fecurita deli principi
feconfiderano,& hauédo quel
no denegano, corno fe lege in Liuio al fe
ptimo libro ab vrbe condita de vn Francefe che fece batta/
glia con lo Imperatore in vna pianura vicino a tutti doi li
ex
la fecurita del loro
erciti .quale era fenza nulla fufpitione de loco. Anchora
TI
to Manlio pugno con vn btino nimico de Romani virinole
xercito contrario a vna tratfa de dardo:
il fimile fcriuean/
&
chora Liuio nel fecundo libro de bello punico de vno caua
liero Campano quale combbattete contra vno caualiero Ro
mano vicino lo exercito deli inimici fenza fufpitione alcu/
na^ilfimiledefcriuede Tito quintoquale combattete con
Badio campano fecuramente vicino lo exercito cótrario fen
za fufpitione de loco, 3C de iudicequali hauédo fecurita del
cafi non foglionoextimare,quefte& molte
fepotrianoadducereper luna,&per laltra par
te,fe remette pero alo iudirio deli extrenuiiFimi principi^
*ltjri caualieri più experti ne Urte militare.
prindpe,intali
altre ragione
a
Se lo rechiefto a battaglia non trouara loco,ne iudice,fe an
dare deuera a loco Cvlueftro:
folitario a combattere col
&
rechieditore.
Cap.Xl*.
Vandofonevnprouocato rechiefto che de/
ueilè loco
ficuro,& iudice trouareper fare la
quando
non lo trouaue.Sedirnanda fi e tenuto andar
battaglia in cafod.^ oltranza dubio,
rea combattere in loco fo! icario <x>n lo fuo inimico co//
mo che fufle in felua , oueroun bofeo , attale che non fuf
feno fpartiti , ne prohibiti per non etìere uifti , perche al
cuni dicono de
fi ,
che
fcgli
debbe andare
,
per refpedo
LIBRO
che la neeeffita f a molte cofe licite che Temo iltidte ,& per/
chela fpata e iudice: 8£telrimonio manifefto de quello che
torna dala battaglia féza ferite moftra eflfere lo vinàtore,co
mo per contrario quello eh e foflè morto,o grauemente feri
to faria teftimonic del perditore,»: per quello fenza iudice
fe po dela battaglia la Tentenna reportare ; perche le ferite
monftrano efière iudice. Pero incontrario fe rifponde per
demonftratione dela ueritache ciò facendofe faria centra
ogni ftile de cauallaria,8£ centra ogni antiqua confuetudi/
ne de arme che uole la battaglia fia celebrata in prefentia de
alcuno principe,^ de molti Cauallieri ala determinatione
non altramente;^ facen/
deli quali eliudicio fe remette,
do il contrario faria cofa turpi ffima fora de ogni difdplina
militare;©^ faria coftume apertamente ad uiliflTimì beccari/
&
ni,rufliani,&g?nteplebea,quali fono da
eflère
puniti da!
iudice dela publicaiuftitia;&; perche le cofe che
non fono
laudabile
tri
non fe debbenoufare per gli
Caualieri,ne perai
nomini degni; per quefio fe dice chel Caualiero prouov
non e tenuto andare in loco folitarioper le ragione feri
R omani quali faceano le loro batta/
glie nel loco quale eracommune ali exerciri non andauano
per lochi fyluagi doueron haueriano trouato iudicio de
Cauallaria;&r per quello fe conclude che le battaglie non fe
debbeno fare neli lochi,quali non fono degni de caualieri
cato
pte de fop ra de molti
per combattere.
Firoffcil fecondo Libro.
TER T IO
incomincia il terzo Libro, nelquale fe tra/
eia del guagio de battaglia.
Deb giornata deputata al combattere.
Cap.I
Erche nel primo libro fé defcriue fe il
uoato,ouerore.hiefto foifeauilato per
litere de lo Tuo nimico che deuefle elegere
larme,8£loco,8C iudice competente re/
oltradequeftoil tempo de!a
Itrouare:
&
J'giornata,perche e da notare che hauendo
per fugire la battaglia dicetfe
eletìoiliudice,8£ torme:
&
che in fpatiode uinti anni uoleria combattere non faria hi/
fto afpedare fi logo termine,perche faria un nonetto f:hifr
fare il combattere perla longezza del tempo. Onde per le/
uare tale mterruptione per confuetudine,££ ftilo de arme
fe dice chel termine ftatuito nondebbe edere più che fei me
fi,infra liquali fel rechiefto non troualle il iudice competen
te,8£ lakre circunftantie ne:elìari2 mìa battaglia fe debbe/
no per il rechieditore infra altro termine rccercare:& in ca
foche lui anchora non lo trouaffe faria iuftamente lo re/
chiedo ab Coluto ne lo potrà più resecare per tale querela p
refpedo che la battaglia e odiofache più pretto
fe debbe
cuitare che permettere; fi corno dice la longobarda lege
-V
8C
per quefto eflendo fpirata la dfterminatione data per fegui
re la battaglia fe debbe dapo intédere il c5battere;8£ potto
;
che il rechieditore dala a logo fpatio de tempo palùtojde
nouo trouafle il iudice competane -,qualedurant^ lo termi/
ne no potetetrouare de nouo recercalTe d prouoiìto n5 fa/
ria
tenuto refpondere per rcfpecto che
la
dianone ftatuita,
8£ pallata ;referuato fel rechiefto cer calie la emédatioaede
lefpefe fade nel termine nel cercare d 4 indice per ordina/
tionedeia battaglia faria in fuoarbitrioilcobattere ; 8£ de
nouo e da (apere anchora, che la dilatione deli fei mefi fo
inducìa per cuitare la f raude che fe potefle commettere nel
<kfcrirc dela fornata per longa dilationejpcrche trouato
il
'
LIBRO
'
iudice folo lui ftatuire \oco,8£ la fornata cioè Iti «le piaza
de tale citade,8£per lo prouocato hauereHufto terminerei/
quale fepotria esercitare per prepararfe nel a battaglia paf
fato quello non fe potria iuftamente excufare.
Deb giornata data per Re Carlo, & Re Piero de ragoa
battaglia in Bordella.
Cap.I
ala
U
e congrua cofa a lordinata materia de!a gior
PErche
nata fare mentione de doi
principi
fereniflTimi
ReCarIo,&:deRePierodi
1
cioè»
R agora delibero la
lo
ro battaglia dirTufamente narrare.Lt primo direma
che eflèndo de pado infra de loro fopra lifola de Sicilia da/
uante il Papa,&tuto lo collegio di Cardinali feconuenero
de fare battaglia in vna Ifola Bordella appellata , quale e?
Re de Anglia con cento Caualieri per vno
ciafeuno obligadofe folto la pena dela perduta delo regnoor de reimnere per traditore^& peri urio quello che a tale
eonuentione contrauenefte1v*i5!e Re Carlo coparrendo ala
giornata parato ala battaglia con li ordinari! Caualieri, nel
quale loco il Re de Franzia conia fua militiaa vna giorna
ta fe auicino fecondo def criue ne la hyftoria Joan Villano
per non comparere Re Piero,ReCarlo Io fece bandire:
rpèro la hyftoria dice che Re Piero arriuo ala giornata d fera
del imperio del
&
'
in hora; tarda dinazi
tardato
p dùbiodel
li
ofticiali
del
Rede Anglia difiè che era
Re de Frazia quale era la vicino,
& era
fu o fofpe do ilquale partendogli» denouo volea combat
tempero altri Caualieri diconoche lui ariuado alhora tarda
accufo la contumacia de Re Carlo,ma la hyftoria dice che
gionfe la fera,& partine la nodefen za afpetfareil giorno
fequente,&perqueftolaqueftionee fe Re Piero la fera
campo corno dicono li Caualieri quale de quelli
foconrumacefe Re Carlo quale non uolfe infino ala fi/
ne dela giornata nel campo afpeaare,o fe Re Piero che
^ venne al
i
/
#\)nfealhora tarda dirx>p
^jl fa fi+ré
feno molti argumenti per fare R e Piero contumace atten/
lo che la battaglia perfonale e pugna de una giornata inte/
gra,fi corno dice miflèr Baldo,il rechiedirore ha termine
'
&
prouare con la fpa a al Tuo
tutto vn giorno a combattere:
inimicolafuaintenrione,cof!anchorafimilmente laltro a
defendere, perche non hanno più tempo che tutto il giorno
8C per quello debbeno comparere la mane,atale che bi fo//
tutta la giomatajTabiamo tempo de combattere
p
finche (evedeailfinetón3è^per eflrre la mane hora più
difpofta confiderato che lhomo fta piu fo rte,8c più 'iobno
per tale refpe&o laltro non poma dire potere alhora tar/
da comparere per defraudare i tempo de lintegra giorna //
ta, non e licito che quello che fe ha da fare per propria vir/
tu fe deueflè con aftutia de interfugii ne lhora tarda per
fongare: perche quello ilquale e obligato de fare o de dare
a tutta vna gì ori òta ,ou ero de vincere 1 compagno per bat/
taglia non fé gli debbe vno minimo tempo dequela toglie/
gnando
I
i
re dala parte aduerfaria:8c per quefto
non
fe
po
aftrengTe
1
nel combatte re,8£ in vna hora che la tardità de luno
no deb
be nocere a Ialtrofe per confuetudine la battaglia da perfo
na a perfona fogliono cominciare nela prima hora del gior
ix>,&nondelultinvineUqualedebeelleref[nita per que/
fto non fe debbe in quella cominciare^ perche lo princf/
7
pio del giorno e del hora chel fole fe monftra fopra dela
terra, 8£ non nel tempo che p la fopra uenente nocre nafeon
de li foi lucidi ragii nelquale demonftraeflèreil fuo fine, SC
per quefto che arri ua in hora tarda dela giornata deputata
quando e da explicare vn f atìo loquale recerca tutta la gior
nata , fi corno la battaglia perfonale che potria durare tut/
to vn giorno nel quale ale volte fe vede che luno non e*
de
corno in altri cafi hauemo narrato, Et per'
Re Pieroarriuando la fera non fe può
andato a tempo ^Et dicenTanchora che doue'
laltro fuperato
quefto fe dice chel
dire efièrc
non e exprefla horajeerta fe aebbe ,
nel hora folita
f «età comparere per uedere la uerita fe debbe
,
& con
giongw
7
T
'
LIBRO
a tempo de bito:attale che jwr di (cernere il vero fci tempo
de vedere,8£pe «aminare il facto 8£ non per ingannare,
8£fugirett tempo neceiTario,altramente tutti li ludici non
folo de arme, ma iudiciale faria in potevate del aduerfario
termine nel comparere nel final pundo do/
la ttufa/&: perche la
Contumacia de e Piero mani fedamente fe-demonftra che
per deferire
il
uenonbaftafll* il tempo deliudicare
R
doueua comparere con cento caua li eri, 3C comparfe folo»
fconiofcinto,8idefarmato contra la fua prorniffionedeue
riaefiereiuftamentc conmmacej^ncontrario fe refponde
contra de Re Carlo che lui doueua efiere il contumace, 8£
prima perche dice la lege che non po dire elìere comparfo
nel iudicio colui che non fta fermo fine al fin? f Secondari /
amente che al contumace e permeilo lo comparere per
fine
che lo iudice nel loco del iudido fe ritrouiiapprefib che lui
tima tardaza noce.Et perche lui timo tardare fo ì.Re.Car
loJ&perchelo Re Piero era excufatoper la fufpirione di
Re de Franziailqualeera viano a vna giornata con tutto il
fuoexercito,perchelacaufa era iufta de nonandire per
locofufpetìo|Étoltra quefto,quello che e tenuto andare
in certa giornataper fare exercitio in quela ha tutto il gior/
no integro e exequire quello. Et vno ilquale fuiTe chiama/
to per certa caufa nondebbe partire fine in tato che la cau
fa no fuflè perfecraméte examinatalpche no fedebbe par
tire dta to dal iudicio fenza licentiadel iudice/Et perche la
battaglia Ce potria fpacciare per una pota di fpata,6i in ter
minede una hora f epóno dare,& recipere più de mille fe/
rite/EtquaE la battaglia tra doi caualieri da perfona a per/
fona comunemente in breue fpatio fe fornifle j8£ P er elle/
re Re Piero comparfo in tempo nelquale fe potea cóbat/
tere non obftaua che deuefleno totalmente f ugire ilfado;
/^perche fe fcriueinftratogemate de Romaniquali con af
'
tutia,&diuerfe fraude ingannauano loro nimici quali con
quelle fuperauano( fi corno habiamo dido nel fecondo lì
bro.) Gì >de per v olere la queftione dubia ventillata fra doi
R e decidere fe po commemorare quella degna
audoritate
che dice
TER T IO
'
che dice non fia nullo cheiudiea li fieli dii Re rxcepto Dio ^
perche
££chenonfia nullo che condanni il frnfo regale,
il mio piccolo ingegno non baftaria al iudicio de doi R e iu/
—
•
/
,
•
&
dicare,accioche non mi intraueneflè che niftuno de loro di/
cefte a
me quello che difiè Re Corradino al iudice
quale lo
condanno a morteala cita de Napoli per decreto de Re Car
10 primo,nel pronunciare dela Tentenna pronundo quelle
parole.Serue nequam.Serue nequam condjnafti filium pri
cipis nefeisqa par in pare no habet imperi u.Lequale parole
in effecìo quefto dicono. Seruo iniquo Seruo iniquo codani
11
figliol del principino fai tu chel
paro cotra de
laltro
paro
non hapotefta,Ma perche li principi fono miniftri del-
le/
ge ,8£ volontariamente Te vpleno fottom tt ?re ala iuftitia fc
condolalegediftinguendofiico, che fe quello ilquaìe gion/
fe prima,& afpecto Ihora folita nel partire ,
&con
licerti*
del iudice Tene ando,ouero feal tempo che gionTe laltro, lo
iudice era dal loco leuato era finito lo campo>la giornata:8£
lo iudicio
o che hauefledato fnitentia in contumacia del ab
fente,in fauoredel prefente, quello farà contumace,che di f
ferite lo
andare ne Ihora debita infuto a lultima: excepto fe
hauefle allegato alcuno iufto impedimento perloqualepro/
uaflfe li
fo impedito il compare nelhora deputata
fe deueria reftituirela giornata,
& farfe
,
la battaglia
coftando
in
vno al
tro giorno/ma le
con propofito hauefle fubterfugita la gior
nata norvnauendo iufto impedimento ,ouero che valutaria
niente Ihauefle lui per aftutia procurato,non fe deueria più
audire,& quello fe reputa a gran fapientia,8C prudétia del
Re Piero che eflèndo impedito dalo Re Carlo ala Ifola
de
potendo altramente prouedere per volerlo leua/
re dalaimprefafo contento acceptare la battaglia campale
con cento jaualieri contra de Re Carlo, in quello modo
lo Ieuo da quellopropofito.perche Re Carlo hauea gran
fperanza de vincere la battagliale contento per auanzare li
folade Sicilia fenza altro i mpedi mento,
re Piero bàttei)
dolo remoiiò dati Jtalia Re Carlo con tale fperaza lo leuo
da proposto con quella ailutt intuxtione vfando quella ftra
Sicilia non
&
&
F
c
_
<
i
cf
LIBRO
;
tòg mita,como faceanoli Duci d:
~
Rommi cotra
loro
hi
mici» fi com ojìauemo de Copra in
libro/pero
un capitulo del fecondo
il Papi fapendo che Re Piero non era com/
parfó con li Coi cento cibali eri ala giornata prò m:fà: Siche
hauea vfatab falfa afturia lo excommunico,8£ dettello
per periurio:8£traditore,8£ più che lo priuo delo regno de
Ragona .fi comò più ampiamente defcriue la Hyftoria de
Ioan Villa no: 8C de altri hiftoriographi aliquali referifco
lamia narra tion.\
Q,uadon?la deputata giornata ala battaglia foprauenendo
a vnodeH caualieri impedimento fedeuera eifcreexcufa
to,o fe procederà in fua contumacia.
Cap. I II»
,
E
Da vedere appreflb quando foflTe
deputiti
nata de combattere a tuttta oltranza per
lierirdeliquali folle
la
gior/
doiCaua
luno impedito per neceffita de
non potere comparere
ilquale
mandane a
fare la
ex
cufatione al iudice allegando Io impedimento .Se dubita
fe deueria e.Tere odito,perche fe dice chel iudice debbe atte
dereala fcufa feeiuih,8£ v^raladsueraadmettere,&:quan>
do folle iniufta non la deueria odire,8£ fe fole impedi men/
to de propria infirmita,detempsftate, de acqua perlaquale
hauefiè di pa ilare, o che fo Te impedito dal fuo fignoreilqua
le facelle guerra con altro principe,8C nei fuo aiuto fe ritro
mlfe,ouero eh e non fepoteilè partire p efiere molta guerra
contra fua patria,per lo honore ddaquale e obligato pugna
ce,ouero peraltri ulti impedimenti non potefle andare nela
battaglia,! tal cafo faria tenuto de andare ce Ilari li impedi/
menti.doue fe debb e intendere che quefti tali impedimenti
non fiano fìcti,ne per altutia procurati,ouero che non fe ha
ueile fincto nel extremo termine del comparere, foprauené
do per fui colpa lo impedimento alhora non fe debbe per
i
Io iudice admeetere,ante procedere in fui contumacìa,nela
quale accafeando lo rechieditore, Caria lo rechiefto abfolu/
to deli querela con infamia d^l r echieditore,da ckuere etfe/
TERTIO
re reprobata in altre perforai battaglie, SC quando foflé
con
turnice lo rechiefto fe de bbe corno confettò códennare del
delicto,perloquale erano d-liberati combattere con fua in/
famia, 8Ìreproc:ìa,8C pero fogliono gli caualieri in fimile
caifo
douefe allega infirmi ta
proteftarfe
che
tale infirmiti
fe cau fata per timore dela battaglia, nelaquale non fecono/
fceahauereiuftitia,8£ per timore de efière ofTefo fe e in/
il tempo del combattere , corno hauemo in
vno altro capitulo narrato de quello che moreffe nela-gior/
firmato nanci
natad?la battaglia.
Quando nela deputata giornata la battaglia non
fe
potefle finire, fe deuera eflére data altra gior/
nata. Capitulo.
UH.
Ogliamo anchora vedere fe farà deputata la gior/
nata fra doi caualieri disfidati per guagio de bat/
taglia,nelaquale
potrà finire fe fe debbe
non
in altra giornata retornare nel combattere
,
attale
che la di Prenda fede fi ni fa. La longobarda lege dice che
fe debbe reftituire la impreCa per farfe in vna altra giorna/
ta.Etmilfer Baldo dice che fe vno disfida il fuo nimico de
volerlo ,puocare in tal giornata con la fpata vn tale delido,
non lo puaffenela giornata non lo potrà più p
non fe da noua di /
latione,&: quella contrarietà fe folue,perch: quado per im
pedi mento fuccedente nel combattere fe impediile li batta
glia, in modo che non fepoteile finire fe debbe dare altra
giornata,mi qumdo non fuccedeife altro impedi méto chel
in cafò che
battaglia prouare, perche in tal battaglia
rechieftoauda:e,&: virilmente fedefenfalìè, in
dalo rechiedirore nò fu
ra
ìè
no fedeueriadaredilationein
recercare, referuato
che
altra giornata,perche lo re
chicùo e abfoluto,fimilméte anchora quado
Cedo no haueife pmelfa
modo
f uperato iu tutta La giornata.alho
il
iudice fpar/
la battaglia finirfe,no fe debbe
quando
più
foliéno per pacti conuenuti
che deudKno tato cóbattere per fin che luno,olaltro fate
F li
LIBRO
vmto,morto,o defd?cìo,fi comò meglio t dido T vno altro
capitulo defbpra douc fe pia delo loco in nel fecondo libro.
Quando vno deli dis fiditi a certa giornata voleflie
prouoca/
prima
re vn altro caualiero fe'quello potrà dire fatisfa ala
battaglia ,8£poi te fatisfaroio.
E
Da vedere anchora fe doi caiialieri hauefléno gua/
gio di battaglia a certa giornata in cafo che vno de
vn al/
rechilo po/
quelli obligati inanzi la giornata rechiedeflè
tro per guagio de battagliale quefìo
teflfe
Cap.V.
refutare lo combattere per refpedo eh? quel lo rechiedf
tore e obligato pri mo ad altro, che non a lui dicendo che pri
ino fedfueffeabfolufre dala prima querelai dapotrouan
dofe in fua liberta li haueria refpofto,quando lo rechiedito
re refpondefle che batfafle per tutti doi, f e dimanda fi la pe/
orione del rechieflo e iufta che lo rechieditore fe abfolua de
la prima obliganza. Perche fe refponde de fi per molte bone
ragione. La prima e che elìéndo quefto rechieditore nouo ob
ligato al primo,8£ elìèndo fupe rato dal fecodo veneria a viri
cere
vno obligato quale trouandofe prefone de doi p^r ragio
ne faria primo aftredo da quello che prima lhauellè vinto,
per quello po dire il fecondo rechiefto trouandofe epfo ho/
mo libero, 8£ lalrro obligato non faria per epfo il combatte
re,ne per vincerete per eflere vinto da vno ad altro obligato
X
{\
v
La terza ragione e eh si obligato e de tale conditione che libe
ramente nun po defponere de fua perfona per eflere obliga/
ta,Ia quale fepo dire eflere corno che ferua de quello a chi e
obligatain tato che Arinotele difle che pero lo debitore fem
pre voria chelfuo creditore non fofle nel m5do,Et vole An
v4 dreade yfernia che la obligatione perfonale fia fpecie de fer
i uitute.Onde hauendo quello tale obligatione de intrare con
laltro nela battaglia,nelaquale verifimilmente ce
po
incorre
re morte,captiuita,o feruitu eflèndo prefo da laltro,per que
fto fono de difpari conditione,8£ perche tale battaglia recer
ca parità de flato libero(fi comò de f opra c dicto )potria f uc
tertio
te&t che! prouocante obligato vincete il fecondo
dapo foflr dal primo vi nto, fuprrato con infamile/
prcfone de vno infame re/
neria ad etere il fecodo rechiefto
tinto iiìconueniente fe
volereeuiui-e
per
Impero
probato.
Voexitodt! a quale de
di-bbe abfclueredala prima battagli
rechieflo
&
&
monitora fel fecondo rechilo deuera combattere con
edere dal fecondo
attefo che dando vinto da! primo potrà
dimanda, &im
repulfato.Et que ftae la iufta decifione de tal
intra
quello che tene guagio de battaglia non debbe
lui,
pero
re in gioftre
,
ne in torniamenti
,
ne in nifluno altro prelio,
ne debbe fareexercitii neliqualì potette
incorrere
alo fini//
nela giornata impe/
ftronelafua perfona, perche eflendo
per cafo fucceflò per fua co!
dito de non potere Combattere
pa,8£defedo,eflendoandatodouenongli fofieftato necef
fari -,fe potria
iuflamente nela^ornata per còtumace repu/
tare,negli faria admefla la excufitionedeto
impedimento,
inimico quale audacemen/
anzi faria dato lo honore al fuo
r
difpofto co iearme foi
parato,8c
giornata
ala
te comparse
fe debbe guar
coparere.Aduque
debitamente deUfflè
Como
tìare ciafcuno disfidato
de non pigliare
altra imprefa,ne fa
alcuna defgratia gli potef
re ofTicio,ne exercitio perloquale
giornata; per/ /
intrauenire, perlaquale folle impedito ala
fe
che per vii
the oltra che remanelTe parditcre li faria importo
excufatione de
tad? andatamente lo haueflè procurato per
t
non volere nela battaglia comparere con grandiflima infa//
mia delo honore f uo Caria da tutti mitemente reputato.
foflèno dis fidati ad vna certa gioma/
mafia la deputata giornata combattere
oltranza con vno alcro,& foffe da quello vinto,
Quando doi «intieri
ta fi
vno de loro
ad tutu
giorno deia
# defdidofepotraeiiere pero reprobato nel
Cap.VI.
battaglia deputata.
E dimanda anchora de nouo de doi Caualiert che te/
nuto guagjo de battaglia de combattere ad tale giorna/
prima
ta con pacto,& couentione fra loro firmati,
f iti
&
LIBRO
*
che in quella fianopenaenuti,lo rechieditore
da vno altro
Caualiero in fimile battaglia fuperato,
vinto ,
defdido
perche haueria daeflèreiulhrnenteda ogni
caualiero repro
bato Corno infame,periurio,calumniofo,ouero
che com/
metteflè alcuno deiicìo,o tradimento
perloquale leuafie fa
ma de mal Caualiero de non eiìère admelfo nelo combatte/
re con vnoaltro honefto,&; virtuofo
caualiero . Se refpon/
de che hauendo mutata la fua conditione da bona
in
&
ma U
fama po enere dal uo nimico recufato nelo
combattere co
l
lui per edere in fiato de mala
conditione, che fe al prefente
volete vno altro rechieditorc a guagio de
battaglia non po
tria per la mdefpofitione
deb reproccia alaquale
e accafea/
topern^ncamento,delidocoinmefìodopo la conuentio/
ne fatfa del combattere i n tale giornata, fe
intende fe lo re/
chieditorc durante il termine del
fa mìa
de reproccia,ma che
fe troua
fe
tempo non accafeo in in/
conferue nelo (lato, nelquale
quando accepto la disfida,»: fece la conuentionc.
Onde finalmente
fe determina che iuftamente fe potrà re/
Cufare vn Caualiero nela giornata dela battaglia
quando da
polo guagio acceptato per fegno deb combattere
farà perf
&
gioratodefuaconditioue,&: fama,
potrà etere dal re^
chiedo reprocciato(fi cerno di fopra e ditfo)&: fimile diflì/
tiitione fe fa del rechieditore quado
il rechiefto fote de fUQ
prometta mutato in male che non fari*
tenuto co lui cóbattereper la noua reproccia acquifiata.
bono (tato dapo la
Finifleil terzo Libro.
:
nela fua prouincia non fe trouate fimile
a quello de forte z/
*a,alhora fe deueriano dihnbuire li
campioni de vai equa
htalecondolaconftitutionepredida,©: lalege lonoobar/
da,pero quefto non fe obferua de
confuetudine,ma fedeb/
Quando li caualieri deliberailéno combattere con fpate
za arme militare.
ftn
Cap.lJJ.
I
j
QVARTO
!
Jncomìpdaìl^uartolibrojnclqaaleiefra^a deb eletìio/
Cap.I,
nedelearme.
mi
^Wffi|M^
||ÈMtaM£J sft^) fàtr
1
tVT:
El primo'capitulo del preferite libro fe de/
comò tarme deli disfidati per gua/
fcriue: fi
gio de battaglia debbeno efière fecondo li
conter.tJonedelz patii fermati tra loro fc
con lanze,fpade,daghe, mazze
con quale
la
fe voglia altra
ferrate
,
o
armatura, fecondo
deliberatone debbeno combatterei* ero licito a ciafcu/
deputate altre picco/
no de loro portare oltra quelle arme
corno fono li cortdli,pugnali,quàtrelli,con liquali fe pof
fino preualere nel necefiàrio,quantunche non foflèno no/
mianti tra loro capi tuli. Similmente in battaglia pedeftre fc
po portare arme longh^8£ piccole corno fono brocchette*
&ponzoni,&:de limile natura de inftrumenti de batta/
glia perno alchuni fogliono mefurarelearme, alchuni no
le
curaro che fianomefurateima quando
b
battaglia foflé
a
tutta oltranza fe potria portare ogni generarione de arme bc
in cafochelrechie/
che non folTéno (pacificati neli patii,
&
(lo
non haueflè facto eledione de larme farà ne larbitrio de
brme che volefleno portare
nela battaglia. Perche
Imperatore nela conftitutione del regno
de Sicilia che larme fiano equale,pero commune cofuetudi/
ne quale fe voglia de loro potrà vfare quelarme che meglio
li parerà non contrauenédo ali pa#i,8C pche fe narra de vno
tutti
doì
deferiti? Federico
•
.
noftro reticola ilquale armato ligiero fe fece conducere nel
piccole apte
(leccato certa quantità de pietre filice tonde ,
&
a
menare a bracciocon'equalepercofièil fuoinimico,in
mo
&
do &: in tal ma nera lo oflefe che dappo lo all'alto Io vinfe
<(tiperollo,fi comò fece Re Dauid al gigante Golia ilquale oc
co pietre De vnaltro Caualieroancbora fenarra che por
to vna quantità de giaudrine dentro del fìèccato lequale in di
con quelle infultandoil fuo
uerfi lochi fe fixe in terra ,
£
.ciic
nimico quando tirandole
&
&
,
quandp fugendole fempre
r
mi
LIBRO
con none oflèfe fe adoperaua tale cheata finf nmafe vinci/
tore.Et per quello fe denota chel nimico fe d»bbe con
ogni
fubtile induftria,& ingegno fuperare cercando
qllo
dfliberafle contra deteadoperare,tu cotra
che Uri
epfoco ogni aua
tagiofe sforz a adoperarlo per faUiatione deb vita defidera
taa ogni generatione de animali. Pero quando feccmbattef
fc per amore ,per voto,o per monftrare la virtù Te debbe fez
guire fecondo la conuentione deli patii fenza alcuno auan
«agio de le parte,perche dice lantiquo ,puerbio,per
amorefe
fanno de gra tratfi, guardate del auatagjo chedano n5 nato.
rabW ori".
^ckDQOB ; sTiò».
Dele arme fecondò la lege Longobarda.
\n
.
'
•
,
.vJ.'-.b
;
Cap.I J,
VEderemoappreflò fecondo la
lege de Imperato/
longobardi quali foronfc inuentorì in Italia del
combattere per guagio de battagliale debbe corti
ri
&
batt Te con fcuti
baffoni
con armetfo, fchi/
«eri,faluofeIa battaglia folte caufata per diledo de infide
litate,perche alhora fe de ueria combattere con arme milita
re.tt quado la battaglia fe fa Co baffoni debbeno eflere equa
li»& in cafo che nel combattere fe rompefieno fe debbeno
deli altri prouedere.Pero
quando cobattelTeno con arme mi
rompandofe non debbeno predere laltri,perche fe ìm
putano ala fua mala fortuna,^ ir. cafo che vno cafeafie no
debbe rflere fubleuato fecondo la conf uetudine deli oltra/
litire
mótani,8^ Italici cafeando larme,ouero rópendofe in batta
de tutta oltranza no potrano altre arme recercarè,p ref/
gita
pedo che pare p diuino iudicio intrauenga,attale che la bat
taglia fe forni fca,referuato fe facefièno altri paéh",neliquali
hauefieno deliberati d rópere tate laze,ouero de correre tati
colpi toccati co laze,o co halle quale rópedofe potrano lai/
tre repigliare,
ma p euittare il
piculo elìèndo cóuenuto de co
battere co fpate farà licito portarne
due,o più p fua voluta.
Quando li caualieri deliberaflèno combattere con fpate fen
za arme militare.
iì ii
T,
Cap.lll.
0.VARTO
hauen
vn principe
cimpoilquale vedendo che haueano deliberati
fare mentione de do? caualieri quali
ACcade
doneguagio de
il
«
battaglia obtenere da
per patto cóbattere d°farmati folo con fpate fen
za altre arme corporale, &c5 quelle ogniuno de loro mon/
Arare ilfuo ardire defenfare la fua ragione, 8C defendere la
vita fe polìòno in
modo che ogniun de loro parea vn
rabiato, 8CneIa giornata
drago
non voi fe che la battaglia fe facete
vedalo che era pi conueniente a viliifimi bcccarini,che a va
lorofi auialieri,8£
ripe,8£ in fimili
fummamete fo laudata la fnlade tal prin
cafi
p degno pricipe qfto fariada
fare
d- no
pmettere tal battaglia,re(eruato qn con arme militare in pte
armati,8£ in pte deformati cobattefleno no faria apertenente
abonicaualiericobntterefenzatuttele arme neceflàrie aio
capo
exercitio militire,&: corno boni caualieri fog'ionoinel
in fimi le impfe esercitare loro valorofepfonep cagione
&
dedernóftrare loro forze,& defenfare loro iuftitia,& deferì
uefe ne la longabarda legeche la battaglia fra caualieri nó fe
deuera fare Co baftoni,ne co pietre,referuato quado fofléno
li
teftimonii c5trarii,pche alhora deuenanocóbattereco
ba/
ftoni,& feuti p prouare chi de loro hauefiè ditfa la verita,8£
accade che venédo in Jtalia doi Caualieri oltramotani p co/
battere defarmari folo c5 fpat?,& pugnali hauédo obtenu/
to il capo libero puenédo in notitia del iudice alquale mol/
farli
ti caualieri fupplicaro che no pmettefle fi crudelmente
amazare fopil principe reuocatoW capo, facta tra loro Co
Cardia il iudice de alchùe parole excufatorie fe deuefleno
&
p
dire p il rechiefto fe retornorno nel loro paefe doue efìTendo
peruenuti hebbeno fra foro nono rebatfo fe le parole diete
dal rechieflo erano defditfa fi,o no,pche feguironoua imp
fa in vnaltra battaglia,^ pquefto alfine deìa prefente opa
deferiueremo ad pieno dela defditfa como,& quale fe deb
be fare fi p il rechiefto,&: fi anchora p il rechieditore che in/
traueneno a fimile battaglie che f e fanno da pfona a pfona *
f iniflfe
il
quarto Libro.
LIBRO,
l
.
•
Jrtcomincìail quinto Libro: nelquale ferraci de%a
pioni, quali fe danno nela battaglia per caualie
ri
i
che de ragione poflònodare campioni.
Capi tu lo. I.
K^^==i
I,
El primo capitulo del quinto libro fe de/
j
ferine che generalmente quando fe
vole
fe/f^^O combattere
per guagio de battaglie, ouero
yRj^^T
!
QifdZ
IMu
1
1
!
hk
altra cagione da perfona a perfona a
ciaf
cJiadunoeneceiìJta Refendere la uita Aia
con il ferro, f eguitando la doctrina del au
Btìore Saluflio, quale in f no catellinario in perfona de
Cate!
lina
ornano giouine gagliardo parlado ali foi commilito
ni dicea, Fratelli la fpata e fola la vita nofìra,&:
per quella bi
fogna eflere apertalo fiati gagliardi,^ per queffo ogni
re//
'
R
chi(fditore,ouero rechif fio debbe combattere
perfona,referuato quando
recercane e fendo
& lo prouocato
la
la dignità
con la propria
del fuo honore non le
rechila de homo di minore conditone
degnoralhora fe potrà dare vn canaio/
quale per lui co/
battefie,& quetfo fe troua fecondo la Iege longobarda:&
la
ragione ciuile,&:pf r la conflitutionede Federico Imperato
ne fimile
pi u
& equale
al flato del rechieditore
re nel regno de Sicilia recerca equalita nela battaglia,pero
le Io inferiore de conditione ncn deuere a combattere
vo
prò//
uocare il fuo fuperiore,referuato quando combattere
volef
fe il vafallo con fuo fignore per caufa de infidelita : chel va/
(allo imponete al fuo figr.ore hauere cómefla centra
del fuo
fconore in tal cafo non potria il fignore dare il campione,ma
deL he perfonalmente col vafallo combattere^ corno appf
fo più diflufamente vedertrr o.)Et e da fapere che in crimi/
ne de lei a maiefla,o per tradimento dela patria,o per homi
qdionon fepopercampionecombattere,mac61a propria
perfcna,&infepte cafi e premete dare il campione,» co//
mo appreiìò diflufamente vedererr.o.
campioni che folìèno fuperati,o chi combateflèno
eonfraude.
Cap.U.
t)eli
mQ
(
'Q.VINTO
Vando vn Conte, Duca, Principe,© qnat
voglia altro fignore dette vn
fe
campione hi ca/
fo che folle in battaglia fuperato fe po dire
fuperato dal vincitore del fuo caro
fui enere
pione, feruato fe fraudulentemcnte il campione fe haneflè
fa ciò fuperare,& vincere per fraudare lo honore del fuo ù/
gnore non hanendo fado il debito nel combattere, farà pa
il campione,ma £el campione fenza
frande fe recredef
nito
fe,ouao confettare il deliéro,in quefto Federico Imperato/
re fece conflitutione che faria vinto,& confefiòil
fuo fignov
che lo defie,& fecondo la lege longobarda non fepo da/
re campione excepto in cafo de impedimento:»: quando fai
re
ra permetta la battaglia
il
dare del campione e per priuilegio
deh dignka,&- quando il
prouocatore foflè inferiore del re
chiefto:& pero dille chel campione debbeeflère equale del
Ciualiero ad chi e dato per combattere che altramenteVe po
tria
per iuflitia reQufare,como vederemo appretto.
De certi cafi in liquab e licito dare campione in battaglia de
oltranza.
--r
fe<
Capitulo.lIJ.
'
••;
r-J
LA
battaglia che fe fa per oltranza perguagio fe deb
b e fare per H principali di fridati ireferuato in certi
cafi,neliquali e permeilo dare campione.Lo primo
ca(b e, quando il rechic di tore,orechiefto non fotte
perue nuto in età de dece $c odo anni fecondo la longobar/
da conftitutjone no debbe ettere de etate meno che vinticin/
que anni: &: cofianchora il campione debbe edere magior^
j\e quella etate. Lo
fecondo catare, quando vnde loro fofle
de età decrepita, ouero i ferma. Lo terzo quando lo feruo
pcrtrndeflé libereaté centra lo Tuo patrone dicendo eftefe li /
tria
&
volere de ciò combattere, il fuo fignore glipo/'
,
dare equale campione .Lo quarto e,quando fotte perf>
•bero
toa ecclefiaftica,ouero
donna vedoa, o quado folle vn
Cor
LIBRO
prouocato,o prouocante con vn da meno de fua conditto /
nr.Laltro e quando vna donna foflé accufaca de adulteri o^
fiÉvoleflè defendere per armeeflère fattamente accufata,
nelquale cafo debbe dare il fuo marito,ouero alcuno altro
per campione, ^fecondo la conili turione ogni impedito
da impedimento perfonale potrà dare il campione,ancho/
ra che haueflé dignità o nobilita eflèndoda vn ruftico prouo
cato potrà dare il campione ( fi corno e dicìo de (opra ) fe/
condolaconftitution,& la lege longobarda perlaquale e
indù do chavnoferuoaccu fato de furto potrà dare il pa/
trone per campione, pero fe debbe obferuare fecondò la
confuetudine dela prouf nda,o dela cita,nelaquale accader!
no li cafi de darfe,o de non dnrfe li campioni fecondo lar/
bitrio del iudice,ma fecondo la Decretale li clerici non pof
fono perforalmente per campione combattere benché fof
fe loro permeflò per antiqua confuetudine, quale e flato tol
ta
per lo decreto.
Como
li
campioni debbeno efière Cimili.
EDafapereanchorachequandoIa
Cap.I III.
battaglia perfo/
naie fe fa per campioni fe debbeno elegere per i!
iudice elqualede fortezza,perche fe luno trouafVe
vnfortiffimo armigero per fuo campione tale che
Gela fua prouinda non fe trouaflè fimile a quello de fortez /
za,alhora fe deueriano diftribuire li campioni de vna equa
lita fecondo la conftitutionepredida,& lalege longobar/
da,pero quefto non fe obferua de confuetudine, ma fe deb/
be notare che li capioni debbeno efiér de età maggiore de
vinti cinque anni.
Como pfone infame no fé pofiòno dare p capioni
E
.
Cap. V.
Da notare anchora che li campioni non deueranno
perfone infame:perche fono fimili ali dodo
eflère
ri iurifli
che fono aduocatinelecaufeduile che de/
fermano,
& in cafo che yno folle ladro mani fetto
Q.VINTO
non potrìa eflere campi one, r.e homini de mafa Condì rione
Jiqinliverifirriilmentefempre in battaglia Cariano perdita
più per cagione doloro del idi, che per difeso de mala
querela del fignorea inftantia delquale combattano. An/
chora quello ilcualehaueflè commefTo de!ido perloquale
ri
non potette nela prefentia del fuo principe compara non
potriaeflère campione, ne anchora
homini che p-r diniri
hauefiéno Cornelio homicidio corno fono a Biffini, ruffiani
publici • SC altra fi mi le generati one de vili f fimi beccali ni , ne
vnoapottatOjCioereligiofo fugito del fuo momfterio,8£
quefto Te troua fecondo la lege longobarda,&:ciuile:^ fec5
do Andrea de Sergnia,excepto fe pugaiflèno con perfone
infame Timile de loro, perche alhorada nifluno
fe potria
la Battaglia refutare.
Comoli campioni debbeno giurare nelintrare
deli lira fe/
condola loro credenza combattere con iuftitia,&de
fare il deuere.
Cap. Vi.
cmaliero debbe fipere corno d^ueno
CTafamo
campioni nel intraredelalizaiurare
fi
li
che fecondo
la loro'credenza gli patroni
deli beranero
deb querehperliquali
combattere hanno
iufta cagionerà
denonaccufare luno hltro per fraude,ne per rmlitia:8£
che con ogni virtù, &; portanza defenderanno ciafeuno lo
honore del fuo fignore. Iorano anrhora li campioni che no
habiano intellig ntia fra loro de luno non offenderelaltro,
& de fare tutto il'deuere con tutta la loro
virilità fe
sforza/
ranno menare le mane per eftere luno de laltro vincitore fé
za fraudede fingimento alcuno,8£ per quefto deferiue lo
Imperatore Federico ilquale anchora miner Baldo de Pe/
rugia referi fce.
Como efiendo vna volta abattnto un
campione non potrà
Cap. VI l ;
più per altri combattere excepto per fe.
r
LIBRO
DEfcriue
anchora lo Imperatore Federico che vno
campione eflèndo vna volta fuperato in battaglia
potri pia p -r altri eifere campione excepto fi
p-rfe deliberate corrtonttere.Perche Seneca di/
ce che poi eh - la virtù de vno homo e abatuta per vna voi
tanon e più ftfcurita in quello. ttvole Federico Imperato/
n">
re che vno campione
battaglia per
eh -fé portalTe fratidolenteméte neh
non combattere con Botte le fue fortezze deb
beenère punito de quella pena che meritale quello perlo/
quale luueiìecombatutojouero li deueria etfere leuata
mano per fua punitione.
U
i
Como al mitico rechieditorefepo dare
fimile
campione.
T
Capitulo.vIJl.
:
'Ole anchora la lege facta per Federico Imperato/
re chelcaualiero recerato per gpagjode battaglia
da vn homo rutti co Io polTa re furare, 8£ quello il
quale vora rechiedere a battaglia perdonale vn no
nobile caualierodebbe edere fimile de condirione delo re/
chiefto,&inqueftoafofed^bbednreil campione fimile
del mitico rechieditore,8£quando lo nobile rrchiedeflè lo
mitico d.-boe con la fuaperfona combattere,pero in cafó
che biffe il rechieditore nobile impedito po dare il campio
ne fimile al rechiefto,perche lacófuetudle de tal battaglia
tecera chele per fonefiano equale de conditione excepto
in delido de infidelita,nelquale lo mitico po rechiedere lo
fuo fignore nel combattere da perfora a perfona, fi corno
meglio appretto vederemo.Et Andrea de Sergnia,& miiìrr
Baldo dicono che habitando vno nobile de continuo in vii
la n5 fura pero mitico per refpecto che i l loco rulheano r<5
po togliere la nobilita a chi
naturalmente
la po:fede,fi
mo vederemo nel fequente libro.
Como non e licito corrumpere il campione.
"
co/
Cap.lX.
Eia conftirutione de Federico fe deferiue che
fel
campione folle dal nimico cormpto per farfe vin
cere benché fia licito nelabatt iglia de tutta oltran
QyiNTO
za con ogni fraude fuperare Io aduerfario
ria vinritore,perche
uile chi vince
non fa/
non merita viatoria fecondo la !ege ci/
,*
con corruptfone de premio alcuno,perche
le battaglia fo
inuenttperiudiciod*trouare
b
ti
verità per
forza darmechel contrario fuolocorrumpere per dinari,
corno quello ilquale vince la fententia corrumpendo il iu/
dice,8£ li tetti monii none legitims vincitore quantunché
in battaglia de tutta oltranza fia licito vfare ogni attutii, 8£
ogni fraudi per uincere,non pero e perm »lìò de vfàre fa fi
tade corupere il campile che n3 f leda il d.mere i n i udido
de battaglia,perche la ridona che fe obtenefle faria turpif
I
lìma,perch.«
li
atiqui Imperatori
ti
virtaoii pugnatori
coro
nauano ,8£degnauano a quelli che procurauano la vieto/
ria corrumpendo li aduerfarii per confeguire lo honore del
tri umpho, benché fia licito co no più volte e didode fopw
in battaglia de tutta oltranza per leu irela potétia del inimi
Co ufare ogni f raude per faluatione de Li uita, fe intend c >
propria aftutia de virtù militare,pero farà più eftimato qllo
:
ohe vince p virtù de battaglia co Li ftrenuita dela f ua pfona
che qlli che con fraude 8£ ingani féza gagliardia:8£ vaforo
fita reftano vincitori benché fuperafleno poiTenti ciualieri
Si che qllo che corrupe il capione nò merita lo honore dela
ba ttaglia, 8£n5po dire enere flato vkitore c5 arme ne corr
f pata, ma folo per corruptione laquale e molto da valoro /
:
ù caualieri condantuta,perche e fpecie de grauifìimi tradì"/
menti, 8C da deuerfe li vidoria denegare: doue fe debbe per
virtù de larme acquiftare,8£ fuperare lo nimico per troua/
re la verita.Oiide vno philofopho dice che doue interuene
corruptione de dinari non po elferecofa laudibile ne vir/
tuofa,in queftoiudiciodearme doue non e permetto corni/ptione alcuna fe debbe vincere con la fpata,8£ con la prò/
pria virtù de lanimo,6£ per quello non fe darà lo honore a
qllo che vince corrupendo il capione, perche la corruptio/
&
Beefimiledeldelidoche merita grauiffimapena
per
qfto non fe da pmio,ne honore a qllo che iuibmete merita
:
efee punito,
LIBRO
Se il caualicro vaf allo c tenuto effere campione dei fuo fi
gnore.
Cap.X.
volere di fTufamente parlare de campioni e da fa
pere Ce vno f ufle fignore deVna cita hnuendo gua/
PEr
gio de battaglia con vno altro: 8C volete dare vn ca/
itfli*'ro fuo vafallo per campione che combnttefli
lui contri il fuo adderfario.Se dimandi fel fubdito ca/
ualieroe t:nutoeflére campione per il fuo fignore,& intra/
re nela ba triglia per fua querela,perche fé determina de no»
per
piaucroritad.'l Speculatore,loquale dice che fel fignore ha
da fare battaglia da perfona a perfona non potrà comanda/
realfuovafalioche debbia per lui combattere perrefpe//
fri cifi de fubueni/
re il fuo fignore: pero quello chetenelTe pheudo perloquale
&o chel vafallo non e tenuto fe non in
fotte
obligato andare con
te fe potrà conftrengere
il
fuo fignore in battaglia iuftamé
1 fuo fignore neh baC
& intrare con
taglia,ouero deio aiutare in battaglia
i
licita:
& campale, ma
non faria tenuto per ragione che quefte batta
glie fonoprohibite,& che lo vafallo non e tenuto ncle bat
in quefto cafo
taglie illicite combattere per parte del
fuo fignore, attefo che
non debbe preporre la vita fua ala vita del fignore, fecon/
do il libro deli pheudi,pero fel fignore intraiTe per caufa iu/
(b in duello perfoiulmente enendo indi dio dal fuperiore
che voleflevn compagno con lui perconuétionefacta faria
tenuto il vafallo che tenefle lo pheudo per ferui rio perfona
le in tale battaglia adiutareil fuo fignore ( fi comò e di#o
piuamplamenteneialtrolibrofaiptoin latino ) &felege
ala h yftoria de Ioan Villano che quando Re Carlo volfe co
battere con Re Piero de Ragona con ceto caualieri per vno
rnolri nomini de quelli delo ReCarlo fumo chiamati,
ai
cuni te oli'erf cno in fua compagnia per intrare in quella bat
&
taglia,&:anchoraglie numero caualieri de parte de infideli
etlére in quella giornata de Italia,
de altre natione di/
per
&
uerfe,ma quando vno lmperatore.Re,o principi volefle ir»
tare in battaglia particulare fariano tenuti gli foi fubditi Ba
coni in
TERTJO
•
ioni in qpal fe voglia titulo fe trouafieno ìntrare conlui,^
refpe&o che fono compagni d *l fignore in arme t fi con»
hauemo dieta appreflò nel libro dela battaglia cieli nobili
quando li Romani fe conuenero con li Albani per com
battere particularmente tre per tre,alhora intrarono tre
de
luno populo, 2£ tre de la Itrò per amore deb republica
de
loro pa*ia,ù corno p li autentici hvftoriographi e referito.
,
&
Corno q uelli che non fono in età de combattere, 8C le do ne
vidue,8£ vno Conte rechiefto da vno che fuflé manco de
potrà dare il campione.
lui
—
' r
ridine
•
Cap.Xl.
<.&ibi.-2oisr.\iùj2):.i
j^nr
materia de campioni diremo freon/
longobarda lege che! Conte porrà combatte/
TRradendo
do la
#
re in cafo
la
de guagiode battaglia percapioneeflèn/
do rechteditore,o rechi efto corno hauemo
refert
todefopra dele vidue,6X de quelli che fono de minore età/
tet g£ quefto fedebbe intendere quando rechiedeJfe vno che
folle de minore conditione de lui perche rechiedendo vno
altro Conte oufro vno gran fignoredebe co lafua propria
perfona combattere ex:epto in cafo de impedimento,qua/
le foprauenendo inanzi la giornata fe ha da afpechre la fi/
«e delo impedimento,perche non fe porriacStra vno altro
Contedare lo campiohe,fi corno habiamo ueduto defò/
pravederalléappreilodouefetradadela battaglia de rxv
biiif&quefto vederemo al primo capitulo del fexto libro.
Como in cafo de homicidio non fe po dare
il
campione ex
cepto fe loacculàtorc non volellé perfonalmente
conmbattere.
CapJÉiJ.
SEguendo anchora nelo trachto deH
campioni dire/
mo che fecondo la lege longobarda vno che folle
colpato dt hau re facto honiicidio
non
potria
in/
com/
battere per capione, faluo f e il fuo acculatore cóbat/
teflepec campione, iìc anchora
vno che fui Ve fato accufaca
Ci
LIBRO
eh ? hriuelfc anmato il padre: non potrìa pugnare per
eam
o infermo: coli any
chora quando fo Jeprouocatore hauendo gli predica" impdime ti potrà per campione abbattere po in cri mine lefe ma
ieftaris:(icomoedit1odìfopra non fe po combattere per
campione Como m ^gl io vederemo nelo pri mo capi culo del
fexco libro doue fc fcriueno molte cofe de campioni.
pione,excepto»fe fuìTegiouine vecchio
Como Te po dare
il
campione fecondo la refpoda del cechi
Capelli
efto.
Più
fe dice nelo traciato
decampioni che quando lo
rechiedi tore oneri liè nela fui rechiefta volere prona
da epfo al fuo aiuerfario vna tale querela: per//
che darà il guagio dela battaglia per p.*gno,8C dice
richiedo io m, difenderò per me,o altri perni? con
re
do il
gli mei dinari,in qacùo alo non potrà il rechieditore dare
più il campione an^i debbe con la fai propru per ona co/
.
battere per refpecto che la fua offèrta e per prouare da per/
fona a p^rfon,iper qucfto
fe
debbeobferuare,nu
cito per la fua riporti potrìa dire
il
lo rechi
campione,^ in cafo
chcl pronocatore dicelfe io lo voglio prouare dala perfoiu
naia ala tua refp5dendo
dire altre parole
il
me difenderò fen**
campione, 8£ quello ft
longobarda de imperiale,
rechielto io
non potrìa
dare
il
troua determinato per la lege
•Ì^àrf5y
tifili
f
.
Finiflè
il
quinto Libro.
•
r SF ^
TO
Incomincia il fextó Libro,nelquale fe trada por quate cair
fe fe po venire a guagio de battaglia.
Cap.I.
e/.- ciò
Nel tempo de Othone Imperatore
inclita
fignorede Italia li nobili Caualieri Baro/
ni Italiani feceno querimonia per vna le/
ge iniqua che era fé vno monftraua inftru
m5to,o chartade vnapofleffione fe Io ad/
hau .ffe didochelo inftrumen/
to , ouero charta foflèno (lati falli fel de/
uerfario
moftratore de quelle fcripture giuraua eflére vere obte/
la po.Tef fione,& perche b legge daua cagione de fe fa/
re molti inftrum? nti fallì. Per quello lo Imperatore Otho//
nei
ne col fuo
figliolo
Corrado de Burgogna
beno colloquio con li Baroni,
Rede
& gran maeftri in
Julia
italia
heb
in
Ve
rona perche fo caratatale lege,8£ fad5e unaltra noua che
quello che dicefle la charta elfere falfa volendola declarare
per battaglia fedeueflè combattere^ in cafo che la batta
glia fe denegale fedeuefle declarare pergiurameuto,8£an/
chorafodeclaratochedelerobbeecclefiaftìce fe potette co
battere pero quella lege,e correda per lo Papa , QC più de/
termi nomo che eflèndo dubio de vno che fuiTe inueftito de
vna poflèffione le deuelle declarare per battaglia quado no
gli fo.fi* altra proua ne teflimonio,pero fe la parte aduerfa
proualìé per tefiimonio efiere vero patrone deia peflef fione
perno non fariacafo de battaglia^ determinato perforo
che per degnato depofito da vinti ducati in£i fe deuetfè per
battaglia decbrare,perho quello non ha loco in altro de/
bitoianchora fi vno dicefle hauere fado inltruméto de vna
poifeflioneper forza fedeuefle pur per battaglia declara/
re,perho debbe lo rechieditore iurare hauerlo fado per
Io rechiefto che non Ihabta fado fare per forza
forza
&
debbe tare facramrnto,8£ anchoraordinorono che in de/
lido de furto de fei duca ti infu fe potette, fare battaglia,
8C più che in calo che lo acculato fojfc de età minore de/
G
il
LIBRO
pefèdare il campione fimilmente fe fotte de età decrepite,'
o in fermo tutte le parte potriarvo dare il campione,declara /
remo anchorache li Conti, le vidue,b chiefia in battaglia
loro per declarare loro caufe potefleno dare il campione, in
modo che li campioni foffcno fimi li de fortezze.E per qu«
Cononfepotriaperli Jtalfani contradire inali cafi non
*
|i
ebferuare la lege longobarda.
Quando farà caufa iufta de fare battaglii.
DIcela
iefta
Gap. II»
lege longobarda per crimine de oflefa
ma/
venirfe a battaglia,^ per tradimento dela
obferua,8£ Federico
imperatore per homìcidio nn fiotto concede bat
taglia,& quello per homicidio facto in tregua , 3C quando
la donna dela morte Cerreta dd marito foflTe o:cafione,8£ il
patria,8£lalegeciuile lo
rmrito cornuto,**: dela morte del padre per la h? redita , 8i
incafodeftupro,8£de infamia dare a donna honefia con/
tra lo fuo honore,8£ in beni negati per altri, 8Z più chi con
giuramento negaflé il furto,piu chi tenefle poltffione con/
tra uftitii per meno fpttio de trenta anni,8£ Ti teftimonii fo
no contrarli poflòno Inno contra laltro combattere non co
arme militare,maconbaftoni, quando gli tellimonii delo
aurore fofléno più efficaci nonhauera loco la battaglia che
fe (Uria al loro di#o,&: anchora fel figliolo nega il debito
i
paterno fe vene a battagliai per incendio fe fa battaglia
contra il mal£atfore,8£ non contea de chi configlia.
*.
In quànù
2
'
*ii i
ni -ti ?
%
-a...
cafx e licito venire aia battaglia.
ANchora e
t'ir*
Cap.IlI.
de periurio comedo voi utariamen
de infidelita,8£ quando fepro
duceiìè vna fcriptura cotra,bquale fe allegate e ne/
re falà,3£ quando doi fofleno inueftiti de vna pof
licito
te farfe battaglia,
&
feffione,&: non conitafiè quale de loro folk il primo inueftf
K>,ów
quando
fe
denegate vndepofito da vinti ducati info
popone,*»
fotfefadavnavtelertiafopra via
per/
vn dtbito fé poma combattere,
J
che faria vn
gobarda vole,ma
, on
J*
cedo
dinanzi
fi *bbe prouare
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fofle .ruuriato ioik:
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^Timo
torte del fuo
poteft
diferetiche non e
c^*n^^5SS£ r5h
f
P^ÌÌSSb
p«we
talaufa,8Cquanwnche la
lege
nela longobarda
b
in
a
porerfe fare » a«'1 SU3
neh fupradicli cafi
ta lógobarda
Lia^rche
fo
lo de Pipino,ilquale
combattere
^
c
.
f jolio
«*£^J^^fi£
Ff^^^e
renana .o
»™
fupradiai
u
^^SS
ratore,8£anchora peri»
attagl
deuefie fare lab
a
Italia fo din inito fe
cafiainftannaaenmagfii,Ot£
£
rUtolmDera
.
permme U batuglia neh do. cai delcF^camoiic
no doi fententie date per re
Carlo fecondo
«perdale lerrptouatal battaghamogm
fe-tic^co^^^
eonfuetudineeincoaano,beiiche
poche i
c afo
^
/
fer»J
b
,
^^^^càS
Ihaueflèno fadhincominciare
che lardone
deUcanicientia perrefpeflo
perdubio
LIBRO
Re de queftoregno eTubiedò ala chk
fa fc,omana;& non la ^etwrid permettere fe non corno di/
luca il reprou2,&ìl
€t
la
conftitiitionenoftra,cioepergrauiffjrnacaiifa,
per ogni delido^ne fe debbe permettere
la battaglia
ton gran cófiglip,»: natura deliberatione^rcon
# non
fe
non
(ufficienti
iudicii,& mamfefti prefumptioni contra lo acculato,
Como le battaglie hebbeno. origine da Dio,& corno fe per*
metteno.
TT"1
»
\
Cap.JJIJ.
Da (apereanebora cheqnefta legearmigerà che
p/
mette le perfona! battaglie in cafo de iraurie,&:
de
Miài hebbe origine dala prima età netoqoala
Caytn occife Abel fuo fratello fe induflèro le bar*
taglie vniuerfale per comandamento de Dìo per
punitione
deb defobedienti ali comandamenti fuoi,&delordinatio/
ne da te da epfo Dìo furono indude doue non era copia de
fìiperiori,nede magiftrati a tale che ògnuno fe facene iaiuv
*
flitia
^
ti*'1
col braccio aVla militia per battaglia pigliata ,Ti corno
fe legeper volunta de Dio Judith hebrea
con
la
fua ancilla
Ambra chiamata occife il R e Holoferna doue non era fu/
periore che IhauefFepofiuto punire,perche furono dopo
or
dinati li regi,l!officiali,& li magiftrati tal che fo
prouifto
che la iuftitia fufle fatta per li officiali^ f uflè punito
quei*
loilquale faceflè la xuflitiaperfuaauaorita,perchepeccaua
rfurpando la diuinaiuflitialaquale e
principi catholici mandati per
officio de Dio datoa
epfo,& per quefto furono
fade le lege fcripte,perche dinanzi fe facea la iuftitia con
la
tnanoregale,cioe con la potentia deli Re liquali comanda/
uano fè faceflèno le executioni, &alhora Dio comando f
li del idi punire,
dopo refto la confuetudine de
deuefièno
&
le guerre,8C dele battaglie per punitione
de quelli che turbi
uano la pace del mondo neli regni,& nele prouincie,& diò
comando che le gente fe deudTeno armare contra deli ribel/
li,& malfadori:8^ da quelle guerre licite quando no glie fìt
periore che poflàréfrenare li mal fadori^ defobedienti fo
Ti
SE-ATTO
'
fncTuftr«taffla eònfuetadfnedebarraglia parriculare
deueflé combattere da perfona a perfora
che fe
quando non appa
re prouadeldeltóoperpunitionedeli defobedienti,& per
denon hauere a combattere
terrore deli oflenfori timendo
perlaoffefaneprouocafleainiuriail compagno Uguale j>/
uocatoperdefeiìfionedel fuo honore hauefle iuftacaufa
de'«>mbattere,perche quella lege deladf f riione e permef*
ali animali bruti per inftintfo de natura liquali trouanda
feprouocatidatottri animali fé de fendeno con loro arme
fa
faàedabnatura,nebqualetrouanomodo de defenfione,
cioè con denti, corne,calci,flampe,8£ quefla defenftone e
fi
anchora ali nomini rationali prouocati a iniurìa con au
*torita,& Ocenoa del fupmore,8Ì:delprincipéche ha po/
tettate fra loro concedere to battaglia per cm*fe iufte doue
tion foOe copia de tdlirronii,perlii;uaH fe poteflfe diffinire
i
Ja caula in iùdiqocrdinario.
cita
'
,nr Lr^inlsL
Mgmi
.nqv.
-
Per quale perfone fe po pigliare la battaglia.
Cap.V*
f*\ E dimanda apprettò Te e licito pigliare fa battaglia per
fonale per de fenfone deli
figl'oli
per
altra
coniun/
j Cla petfena^o per la mogliere,8£ refpondefe de
corno dice milièr Baldo per
li
parenti e licito,&
p li Arami pigliare la battaglia, excepto fi
licétiadel
fona:
fuo Cuperioré fe patria
fi , fi
no»
foflenocapioni c5
fare per defenfrone de!a
p
& de roLbe. deli cóiunc^:#pdcfrDfiQnedela patria,
8£ ancora p deienfione de vn chari ffimo amico che fofie de
pfona debile,^ tpcteiite,&r p ilrècla amicitia , o cópagflia
virtuofi p fratreiura ti p
in arme 9 o in altri exercitii nob ili,
vaf alli erui,o familiari iniurìati,pche.cfti tali fotio eqpé/
rari a qlli del fangue £prio,& b veri air ici fono in vna ani/
ma £ còdo Ariftotele,po fe intede chehabianoiufiitia t &:di
ceche la facra fcriptura fedehbe liberare qllo che patine in
iuria p mano del furl>o,& Salamene diflè no cefiàre delibe
,fare li toi cóiuncti dala morte.Et 1 ullio dice qllo che no de
fendei no refifte Ala iniurìa de lamico e in firmi vitio di ql
&
i
G
lisi
un
dieabandona ijparent^gc iippero pef yìfàfàt CHialJieria
fe potria combattere per
lj
amici f odali,et-per tutti
li
fupra
*Jictì,perche io donai, configlio eflèndodatoguagjo de batta
$ia fra doi a tale gjornata,perche il rechiefta dfc odo morto
fion comparfe,&: lo viuo «Ùceua elìere morto p^auTa, che
vn parente del mortopotria vfpre a foftenere la iuftiria de!
morto,©: quello non edere morto per timore: ma per voltai
Dio,& deueriafe admettere, archerà iti caibck? impe/
dimento vn parente per altro (torna cóparccencU battaglia.
la de
Perche cagione fono exercitate le battagiev
f*j k>j
hr/ini r
PErcbe
la
haouovz
rfcnoùs:
(é feriue in
uà aori
Cap VI,
;
iii:
tao<\*tr.
\
<h
vno altro capituloeflere permef
con licentia del fuperiore
fa&a in memoria del principe,, o
la battaglia particulare
per vna
feftiui ta
altra publica leti ria, 8£ piacere, Saperli aualien fe
per conferuare loexercitiodelarmeper defen
imparano:
fione de la repubhcay6£ per la propria virtù, o per altra parti/
culare inimicitia con licentia del fuperiore,^ nel tempo an
de Napoli era campo pubjico,nelquai£fè po
tiquo nela
&
tea combattere
& in R oma,&: Perugia in loqualo fen?aal/
tra licentia fe exercitaua Io exercitio militare fecondo fé tro
ua in diuerfe auctoritate.
Jn
cuari
cafi
fe n'ebbe fare iufìitia de vno
morto in
particulare^ o in torniamento publico.
A
battaglia
CaprVl 1
v
»,
itb&o: vfc ovm*o*i ivAj ri / >,i.toXvn .b<\
vna dubitatibne accadendo battaglia par/
:
:
.
MOuefe
ti:ulare,ouero torniamento perpublica letitia,o
per la profperita delo principe. tilèndo vno mor
to in battaglilo in torniameto fe
p iuftitia deb/
be eflèr punito lo homicida,perche fe dice de no,quando fe
facon licentia del principe.Lo Decreto vole che lautforira
del fuperiore excufa lohomicido,quantuncheilfuopropo
fito non fofie che gli intrauenefle occafione,ma facedofe fen
za licentia del fuperiore, ouero quado deliberatamente luo
\
Q.VINTO
ama^flé 'laltro con fermo propofiloinhltomiatné'to^o^
roche con ingegno de ferro archirniato che
tfappaiìàflè hca*
me del compagno fadImenCe,ouero quando correflècontra
laltro dala parte de retro per amazarlo,perche alhora k> exer
cifjo militare fe fa per monftrare la virtù de tonrmo,8£ per le
oda fe debbe fare con ppofito de ofléndere laltro. Anchora
fe vrK> deliberamente offendei^ vno deli drcunftanti merita
mente in
tutti
li
fupraf cripti cafi lo oflenfore debbe edere
grauemente punito fi anchora fe ofiendefle vno deli pugnato
ri fora il loco deputato dela battaglia debbe eflere iuftifica/
to.tda fapereche quefti tali giochi fono da (f principi pmef
fi
.
in
Si
mo chedeliberatar.iè'te nó feglidebbia fpargrreXague.
vno caualiero arr.aza in vno territorio vnaltro, fe per il fi/
Cap.VJlI,
gnorefepo punire pechomicida.
Anchora bon puntìo daintendere, fono doi cma/
quali tra loro e(£do que
lieri vafalli de vno fignore
con loro capitali fir
r eia de battaglia a oltranza,**:
mari,&: con loro cerimonie andaro in altro territo
luno
rio a combattere a oltranza,^
hauendo
laltro occifo
toma ala propria patria locci fore,il fignoredela terra pren//
de il vincitore,**: oppone lui corno homicida del fuo va fai/
lo meritare punitione,laltro
replicante fignor
mio glieandi
ti lavitamia per apittte.SedJnrandafequefto per
homici/
da fe potette punire per il fignore f uo,& fe lui meritamente
tefla.DaUe in ciovera diflì/
fe po defenfare a non perdere la
*
per lo fignoredoue fi
nitione,che tal battaglie fe conced-no
licentia excufc lo vincitore del delie*!
cxequi(Teno,&tal
quale (e li po opponere che venendo a battaglia per qutre/
lavitìorii
laadefrnfione dela vita ogni diletto fepurga,
ftile de cauallaria,
rende de ciò vero teftimonio fecondo il
#
fe
a quella fententia mifler Angelo Perugino accofta,&de/
iran;en,quale con U//
cide dando exemplo de dei caualieri
cenna del fignore limo hauendo laltro morto, determino
LIETI
O
rindtòrenon potere dal fuo fignore per homicMa
condonato.
efier*
•
Se vno e rechiefto de battaglia da vnoaftro , fel fignore de!
prouocato lo po prohibire che no combatta.Cap.lX.
%
D
Quanto e fubtilequetfodimando,e
caualiero vafallo de
rechiefio
vn principe da vno
vn
altro ca/
ualierò,quale non e vafallo del fignore . Che! re/
chiefio debbia venire per licita caufa a battaglia
de oltranza con epfo,& de tale promefià ne ha notitia il fi/
chiamato il fuo valallo cóuitato,& citato a bat
.gnor,<7uale
imperio li comanda che non debbia tale fiomefa,
che vole dire disfida acceptar*, perche eflèhdo fuo vafallo
taglia per
ha
in foi bi fogni
:
la
fua f*rfona opjrrare,decida
chi fa fetal excufa pofià
il
caufa de dubitatione dire
rechiefto
la
tal
cafo t
excufare,& potriafe
p
pedona del
vafallo eflere pri/
mo obligata al proprio ngnore,che ad altro ,&
fecoTTdo'la
legge ciuile il prmcipe>e fignore dela perfona del vafalIo;&
ftandoquffìoprefuppofitofe potria dire non acceptando
Jaftornefa cfleree>cufatc,6Vlo impedì mento del fignor
dò furliciente,per contraria opinione fe potria de/
cidere,chevncaualieroeprimo obligato alo honore prò/
prio, che al fignore,& nulla obliganza intendere fe debbe
contra Io bonore del vafallo,& che fia il vero vole la legge
chel vafallo non debbe preterire la vita,& lhonore del fi/
eflere in
gnore ala vita,& honore fuo,& lo vafallo e tenuto a cofe.
al fignore:# quefìa faria cofa inhone/
honefte,8£ poffibile
&
fta,& impof fibile fare contra il proprio honore
ad quel
lo fatis facto le altre obligauone al fignore deuute feguita/
no,^feverunaobliganza impaccialfcil fuo honore non lo
conflrenge a obferuatione,dona(ì in ciò regula dela obliga
tionedel vafallo al fignoreeflere loloin fei cafi obliato,
%C in nullo de li fei edeftrido de quefio arichora de fopra
,
frdona
nctitia vera
non efière tenuto per campione com/
battere il vafal io per lo f uo fignore in alcuni cafi,
& quefta
SEXTfl
e B vera drcbratJone deM&fopereoiìfeniarc
Io hoftore
detanaliero diftringendo in ciò. Sei rechiefto haueflé phea
docili fignorealquaie feruitiode pfona fotte obligatopftare
de fornirlo in b guerra fottoiuramétododecflenda inailo
degueradebbe il vafallo feguireilfignore,8: finita la guee
tti debbe acceptare ilguanto deb battagliai refpodere al re
chieditorc fopra b querela obfbria alo impedimento prq/
dic?.o,&; fe non fufTe in ado de guerra,deueria al fuo hono
re faflsfore^&fe folte data b gr ornata,
del ca mpo,8£ in
jqiiello tepo la guerra del fignorfoprauenefle,de ciò fe dona
ra notitiain lo libre de quelli che fono vlciuti in battagliaf
&
Su dapo ala ,ppria fede re lafla ti.
->y
;
Si
A.
b j v JiKJ :
r
modi* fida vnò vafallo de vno
&
;
'
>.
:•
.
J
:
i
debbe
Cap.X.
fignore fe
punito per il fignore»
eflére
Etroualfe vno caualiero torefliero in territorio
de vno principe alquaie non e fubiedo doue
ha ftomefa con vno barone fubdito ad tale fi/
gnore il rechiede de andare ad fare battaglia in
il principe lo fa pigliare^ volelo punii
condireluihauerenelo fuo territorio>data ftomefà de
homicidio nd altro. Se dimanda fe debbe eflere vnito,fi£ fe
determina che non prima chetale delitto none confumato
3C no fe debbe punire lo eflèdto non feguitando lo eflécto
corno che vole Juftiniano ali Tuoi digefti,& la confaetudis
ne militare gli donafauoreyanchoradonandofe in ciò ar>
gumento de vno balefìro, quale dalo territorio de vno Tigno
re buéta cfcn una baleftra vna faggjeta.8£ percote lo fuo ini
mioo in territorio de vno altro fignore eh e non da donde tra
he* ma doue fa la ferita debbe haucre punitione,8£ quefci
^
e fententia de Bartholo de Sallò ferrato
v*
•.•
v>: & uìh isvJj
altro paefe,donde
re
^
•
.
:
Se doi caualieryn doi campi
fe disfida/
no fora lo esercito Ce fedebbe/
no punire*
Cap,Xi\
LIBRO
1
condolo peritino, 8£ emaliero de reprocda^doerepuira,
8£non degno venire a battagliade boni caualieri, Conclu/
defe che non ha mancato il caualiero alo fuo honore corno
la caufa dela brigha^ dita per noua cagione,& quella pace
non preiudica ale cofe future già mai dale parte penfate ne
ala pacedechiarato,8£ fenza igarino no efièndogli comeflà
fraudefecódoBartholohi facto corno bono caualiero.
De vno che promefle fare defdire vno
fe
altro fotto vnapena
non obferuando fe po venire a battaglia. Cap.X J i J 1
^ > r ^X*'-^»
nfl **tf\r*tììì
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N gentilhomo Te lamenrauade vnc Caualiero,il/
quale lo hauea infamato prefente vno gentilho/
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"Ti
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I
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i
mo nurtiale,quale audita la lamentatone del gen
tilhomoprornefiè fare disdire
ca foche
mrila
il
non
il
Cainliero
,
gcin
prò
lo facertè voriaei]eredepindo,8£ fattala
guerriero non fece desdire
il
Caualiero,dilche
il
g*
homo Io recerca debbia fertiare la promeiìa,altramente;il
rechiede corno mancatore de fede volerlo combattere Lo
guerriero refponde io non voglio v^niread battaglia , ma fi
ti
i
1
.
voria depingere corno promise
il
poi fare,ma dopo vedere/
mo conio lo farai quelto,per lo iudice
dele arme
examina/
to fe dimanda fe venire fedebbead battaglia,^ fe conclu/
deche non,attento die quello che non ha facìo il guerriero
&
con Io giuramento, ha mancato- nonfe gli debbe donare
magiore pum'tioiìe de quella che eielì> de efière spineto,
BC bada in tale afo ri depmgere fe vora ,
altra 'battaglia
*«
non debbe feguire.
&
.
De vna donna po combattere^ perfonalmente,o per cam/
pione»
Cap.XV.
DA
vno Cailaliero fo vna^ gentile donua de fua
honrftainfamata,qualeper vergogna dclo ho/
nore Iha meikifo per la gola Como vno traditóre
ribaldo,dxsfr<jartdo in
i
do ad battaglia
•
21 ca ua /
SEXTO
lieto replica eflere loffido dele donne il filare,& non
il
c >/
dimindi fel canal/ero potrà recufare tale batti/
glia de non refp5dere ala querela dela dSna.Et fec5do voo
fcbro antiquo delo regno chii mito la longobardi lege fé de
ride eh* la dona p*r copione po cSbattere con lo auiliero,
battere.Se
ma di perfora ad pfoni non, comò che faria carico gradi;
vincitore de d 5m 8£ faria infim ito tra cauilieri 82 Ce p/
il
,
deflfe
,
peggio, perche la altura feminile non po deuenire vi/
dóni in iudi:io nò po per al/
c5parere:ne anchora po fu rendere alo pheudo d i to per
feruitio in arme perfonale,cocix> che de perfona non po là
rile,8C fec5dò la legeciuile la
tri
fuo fignore de fenfare,8£ quefto per la aud icia viriL* che
manco: benché fe fcriua dealcune d>n; illuftre corno fu
la Regina de Amazoni che Combattete con P VTrho , f£ U
Regina de Auftria che con exercito venne ad audire la fa/
pienria de Salamone,8C anchora la Mogliere de Mithrida/
te,quale vfo b militia fecondo Valerio MaxirrK>,&irido in
po Andrea de Sergnia diftinchone che fe la dSna po tenere
il
gli
lo pheudo corno quella maeftra perfonalmète volere
il
fuo
esemplo dela Panthafilea, quale
(òccorfe il vechio Priamo ala ali-di ita Troii,affirmado la
longobarda lege che b donna accudita de adulterio,8£ vo/
fignore ferui ce,dando per
lendo in do iultificarfe per battaglia cÓbattera per epfa
fuo maritoyouero vnaltro: non eflendo illuftre,8£
ta a larme co.no legja nominate donne.
...
r-rs«tkr~r*
Se vno
~« *'-*•-•!<
»«,.4W^*lnf
••
figlioio accepta battaglia
,*K
il
exercita/
^HtVttaWi
con vnaltro fe per lo patre
Cap.XVJ.
poefièreprohibito.
SEguitadeintenderefe vn figliolo de vn gentilhomo
haguagio de battaglia con vnaltro armigero: èC data
U disfidi elecìo il iudice 8£ arme,8£ venuti per intra/
renelocampo,il padre prohibitfe la battaglia alle/
gado il figliolo non potere venire a tale battaglia fenza fua
Ucentia, ne potere intrare in tal iudicio darme l enza fua
vounU pec b patta potete a
l
quale il figliolo e fubmeflo
LIBRO
dimanda fe tale prohibitioe habia impedire fa battaglia che?'
iron fe faccia,decideffe de no,attéro chela militia fo prima
che la patria pote(h,8£ prima furono le battaglie che le legg
che trouaron la patria poteva danno incio pena depor
tatione al patre che fubtrahen il figliolo dala guerra d-la re
publica,8i quefto in tempo de guerra, fe e in tempo de pace
ciuiie
laifrufta
publicae lapena,8rconfentetìdo in ciò
il
figliolo
f a;a deputato a più inferiore grado che non fe troua condu/
do, 8C inchora il patre faria punito quando debilitara il fi/
deh battaglia pnblì
non fe troua in peri culo. Reputano le Ifgeil figliolo exer
citante le arme per patre de familia.8c~ non eilère aferipto al
Io vinculo della patria potefta,ante potere ad oltranza com/
battere quale il patre non po impedire corno lo proprio ho
gliolo per fraude accioche afa giornata
ca
nore fu più obligatione che la patrh potefta,quefta e fenté
tia delo Imperatore doue ferme de larte militare:
De vno che ìniuria vn altro, &: bltro propul fa b
fepo venire a battaglia,
inmria
, fi
Cap,Xvll.
DEfcriuefe vnaltro elfo, vn caualiero chiamerà
altrotraditore,laltroreplicatufi
il
traditore,
vti
&
menti falfamente.Sedinvandaeuere in tale cafo
de battaglia fra loro , &alchuno argumentando
potria dire che fi che attento tali delitti fiano interefle d?'a
republica da mani feftare,& fpecialmente gli traditori corno
che dal comitato,&:da a cortede Pricipi debbiano eére exu
lau,"& defcaciati,& dala compagnia de caualieri priuatUxT
nul lo loco de de honore debbe alaltro elTere donato , corno
fiamo morti tra li viui,8£talideliéti oppolh a caualieri e ne
cedano purgare la battaglia per morte, o per defdicìa mon/
ftrandofeinnocenteacacciareper forza de arme tal macula
più petti fera,8J crudele dela morte.Et checio fia il vero'che
vn traditore fu peggiore de quale fe voglia fcelerato ne appa
reno molti exempli,# fpecialmente quello delo redempto
re deb
humomgente,quale per non fare il tradimento delo
Tuo duro
SEXTO
fao charo difdpulo iuda Scarioda difpenfatore dela pe/
cunia dela cala fua edere occulto,li diflé prefente tutti li foi
dif :ipuli,o Juda quello che hai da fare fa prefto per farlo
non farlo cafcare in qllo, ma aui
lenire dal tradimento,
&
Carioche fene guardaflè,8£ pia fe fono veduti iudiciimi/
rabili de coloro che altri de tradimento hanno infamati ef
fere periculati,& li occafionati a torto eflere remafti (énza
macula .Donde anchora eh? molti fe ne poteflèno reducere
a propofi to una recitatione de graue perfona, reuerenda, 8C
audorita grande breuemente recitaro Dico du$ che vn gè/
til ponine Todefco deb cafata nobiliffitna de Brunzuich
quale non per bi fogno de robba, non per acquiftare flato,
ne anchora per quale fe voglia volita de robba,ma per intc
.
&
mondo, praticare le gente: de vedere il paefe per
potere rend-rence teftimonio ali foi compatriotti,difcono/
dereil
feiuto pigliati molti ducati,chiamati fiorini del reno:adoba
to de molti
veftirj
con vno paro de bon caualli doppi por
i
tinti de compagnia de fcuderiornato,8£
meflòfe in ordine
difeonofeiuto fé partite dela parte de Saxonia,8£ péfo tra
fe medefimo chi più honorato fignore folle nel feculo deli
principi chriftiani,8£ examinata la conditione de tutti tro /
uo edere più degno, 8£ Reale, & ChriftianiffimoilRe de
Franza,quale in quello tempo per fua virtù era molto ex/
timato fi per le imprefe che pigliaua grade,fi per la magna/
nimita che vfaua tra nobili caualieri QC barói che habitaua
no in la fua corte doue hauendo deliberato la fua phanta/
fia
polte a executione,pigliando lo
camino de Parife
fe
ne
Re de f ranza,era tanta la fua virtù che mi
rabilmente eradala Regina, & Re amato. Attento che era
andò a feruire il
nobiliffimo,delaqualecafa fpefiè volte fono
imperatore, quali
hanno f adi de grandi
fa di
flati
eledi
che ne e rima
fa la fama nel feculo,& fpedalmente dalo alemano paefe:
doue fe dice lo Imperio deli Odoui, quali furono dela fpe
a
fa de Brunzuich,delaquale al prefente vna ra/
doli f fima
dice fe netroua in Italia non cognofeiuta: quale anali ero
có foi virtù operando era caufa honorare
la corte
del Fra/
H
LIBRO
*fe figTìore,& enne deepfo fa ma grande de foi boni de/
portamenti, in modo che ne feguito tale fcandalo che ope/
.
rnndo la nuidia ad vno Camerlengho del didto R e gran fi/
gnore Francefehauendo tanta inuidia prefa delo amore fe
porti ua al germano cunl 1 ero, dono auifo alo Francefe fi/
gnore corno con tradimento maculato con la Regina lo ho/
nore de fuacorona,dindo in ciò vero tetti monìo che alo la/
i
uare dele mane la Regina donaua lancilo alo Todefco feu/
diere per amore quale a lui f frenatamente portaua, dindo /
gli
ad intendere che qlla hora che la Regina il Tode feo fcu
non guardaua eltere fenza anima,8£ totalmente appaf
deri
fionata ala morte,dicendogli fignore voi
non douetì tale fee
confe ntire, ma donargli punitione meriteuo
e firmata tale phatafia commeflègli che in vna
Ielle ribaldarla
Ie,doue al
R
foraace de calce folle brufato
il todefco,dando il Camer/
lengho de ciò commiffione che al brufeiare do facefle exe/
<]iiire,qualeauido,8£ crudele del fanguedel innocente todc
f:o non meritante il fuoco, ne efléndo fallito douea tale in/
c :ndio patire, lubito fece la imbafeiataper lafequentema
riua il primo homo che venefleil facefle brufeiare il carca/
raro obediente expectaua exequire il comandamento,do/
ue il Todefco inuiato al fuoco con colorata imbafdata al
Re volea mandare ad executi
one expedire,per k> camino fetrouo in vna chiefia doue
fe celebraua la mefla,quale intrato,8£ quella con debita de/
uotione audita fino al fine,anchorachel prete fullé longo
La via dela fornace ala morte caminaua, doue il Fracefe poi
dela partita delo Todefco era andato, 8£ era (lato buttato
icarcararo deueflTe quello chel
al
fuoco,8£iui giorno dille alo maeHro,il
mio
fignore
Re
ue manda a dire fe hauete exequito do ue e flato commellò
refpofe con la experientia lo vide corno brufa quale defu/
bito terrore auifato.8£ lo peri culo pattato reducendofe a
memoria,al Re il facto dechiaro lui non meritare tale moc
te per lo
bon feruitio per epfo al Re facto, quale ueduta
la
calumnjatore de tradimento che
H innocente caualiero fui]: (lato morto, in quello chiara
verità fu contento più
il
SEXTO
mente feeomprehende corno tal d?bbe efière la pena de
chi incolpa vno a torto,quale quella de chi meritaméte deb
behauerepena hauendo commetto tndimento.Donde Fe
derico cheprohibite
le battaglie fingulare,8£
tranza In quello cafo de tradiméto
le
1»
duelli a ol/
fece exequire per pur/
homi
do quando luno chiamara
gare fi habominPuo!edeb'do,8£corrupta pernitienli
ni,8£ le beftie deteftanda,8£ per
il
compagno traditore, balda nzofa mente laltro refpondera
ferrulle volte il dirai,rnille volte
falli 9 dicendo
Como
traditore mentj,8£
queft? parole lo iniuriato faria carico a quel /
lo vfafiè tal ini uria: E£ reftaria perdifmentito.Etdicodun/
quefetal ftorneditorede tradimmo replicate te lo abiuro
co la fpata dala pfona tua ala mia finche mi baffo la vita co
mo fei traditore, 8£ foftenerolo p vero Se debbe fare repli/
catione p lo primo iniuriato: dicédo metà fàlfaméte,&inf/
quamente dun traditore fai Co: che no baderai mia a fare fi/
mile pua, &£ io lo foftenero co la pfona mia che tu méti, E
necenario in tal pundo venire a battaglia per ragione de ca/
uallaria ad monftrare in ciò la verità per la vidoria de vna
noue lege de
4ele parte,donde concordino tutte antique,
&
ad fare battaglia p cafb de tradì
méto,& ciò afferma Federico Impatore, quale beche ,phi
bifea li duelli i cafo de tradì méto,8£ de morte nafeo fa per/
mette farfe battaglia ( corno de fopra e dicìo ) 8£ quefto
pmrflè Federico a terror: de traditori,8cde homicidi,che
traditaméte,&T nafcofamjte f ano tal maca meri, no foto le
dedo la patria,& la regia corona,ma homini priuati che fé
za licenriadel fuperiore contra tali traditori fe potrà aacede
re,8£ fe foflé mani fedo il delido, fenza pena fe po occide/
re.faluo fel principe li haueflè perdonato, 8£ remeflb il de
lido die in tale cafo ne cóbattere fcza' licétia,ne de parole
ìniuriofe no fe poria'oHèndere dicédoli traditore corno tal
tradì méto p il fuo fignor li fu remeflò.Et fe li folte didofu
(ti vn traditore faria il vero, ma* no faria cafo de battaglia»
iurifc5fulti:6T imperatori
ma
fel iniuriato
dicdfe non e
dela battaglia corno
tal cali
il
vero alhora fuccederia cafo
funo odioft. becódo lo euagelio
H
ii
LIBRO
df Marco,quale dice de loda che meglio faria flato fe non
foflè nato, demoriftrando tal federato edere alla natura hu/
maria abhomineuole, 8£ la vendeda debbe eflére pretta, 8C
non tarda per non dare in quello tempo in tal opinione, 8£
fcntendofe nedo debbia abracciarela battaglia maxi marne
CedauandilpnndpecheeviualegerniU con la animai
debbe dire tu menti falfam:nt- t &:incio dare b vita per
teihmoniononrecufando bataglia,&: fato tale fatisfactio
ne h umilmente inclinato dauanti il principe domandargli
venia de coti hauere parlato in Tua prefentia referuando lo
honore dei fignore fopra il Tuo capo,& chi tat iniuria imi
propera al confpedo delo prìncipe commette ofiefa publi
caofTendedo la prefentia,orec:hi?,8£ altri fenfi del fignore
•nfieme con la mente fua audeudo tale delido acro ofìèn'
dendoneanchoratutu U mi lida. Donde la refpofta,8£ la
puni none debbe eflere viua,8£ pretta, a^pulfando la iniuria
publica,8C priuata,a: facerutoderrionttradoneeiìè re bono
8C Uale caualiero attale che fé cognofea tal-* iniurìante. hab
bia dido fallo, &c in tal cafo il tacere e male,perche dala ta
citurnitanenifeeria fufpitione fuCTéil iniuriato, maculato
ds tal- di Aedo, o^perho il Cubito dif mentire, Si iK>n tace/
ree la medicina.
In che cafo pò il fignore fchifare battaglia con fuo
Cap.-*VI11.
fubdìto.
NEI
prefente capitulo fe fcriue,8£ dimonttra eflere
la battaglia
da per fona a perfora licita
gnore il fuo vafa Ilo. Quando
(ielle
il
tra il Si/
fubdito preten/
hauere hauuta ini uria dal fuo fignore de in/
dona,quanto per intamia iniutta
fidelità Canto per cagione
fr.jnteoppoih alo honore iuo. Doue con gran iultitia re/
chiedendolo non potria il fignore tale duello fchifare che
non acceptando la battaglia reftaria con infamia &C oftéren
do il campione anchora non lari a dela battaglia ab Coluto,
per benché il fignoce in alcuni altri cali col vafallo potefte
SEXTO
combattete pcrampioncjin calò de infide fifa e tenuto con
lepropriaprrfonacombattere,&quefìoadui>neper lacauj
fafortedelaìfìftdelita^albiqiialeìlfubdito fe fonda corno
fidelità e ti vìncolo comune da obferuare tanto per il
fubdito al lignote quanto per lo fignore al va(allo,& in q/
che la
(lo non ce e fuperiorìta corno £ia vna fidelità commetta , SC
non più comprehendendo anchora in quello cafo la quere/
lacuale deinfidelita donane il fignore al vafallo,donde per
fa luatione deto honore fuo il va fa! Io potria dire non edere
vero,8C volere (opra de do combattere da perfora a per/
il
fona in di Aedo de probarione il fignore non po dare il catn
pione ante la battaglia
la prona, Qc non fe po fchifare,8£
in tale Tentenna per proua deb iuftitia fe troua mifler A n/
arcade Sergnìa allo libro de gli pheudi,& lo tetto deli pheu
di chiaramente decide chiamando la fidelità reciproca dal
&
non fe potere ferii fare la perforai batta/
quando violata fode la fidelità debita fra loro.
fìgnore a l va fallo
glia
In che cafo vno iniunato po venir a battaglia* Cap JCÌX .
e da intendere vnaltro
APpreflb
cafo da etere per martiali
fu bti le
ftrenui
,
& nobile
bene examira/
to. Vengono doi caualierì a parole iniuriofe, & la
no fenza interuallo irato dice a laltro,tu fi vn tra/
ditore, laltro refpóde io foftenero con la fpata in
mano che
non fono traditore9 il caualiero dice corno foflenerai tal cau
fa che vno traditore a battaglia non debbe venire con vna
quale enecto,&
liale .Dico dunque
per dirTinire
t
il
dubìo
che non condando ìmprompto del fallimento del caualiero
non fepo negare la battaglia, perche volendo iufttficare U
querela de non edere traditore che con le arme in mano no
polla iufti f icare il Tuo honore.Et fe lo iniuriante dicedè io
prouaro per legitimi teftimoni tu edere traditore,fe debbe
exa minare la cau fa, qua le verificata non fe debbe venire ai
la battaglia^ fi non iufti hcara'per proue baldanzofamen/
te po dire tu me chiamafU traditore,
non hai prouato te
i
&
H
ìli
LIBRO
roglio con
ira
ti
;
fe vinto ~o*a
chiamato dalo adu?rfario traditore refpondeflé tu
men/
per
|>er
*
h fpatà monftrare i( contràrio Ma
la
gola,quante volte ui ardirai chiamarme traditore,
quefte parole e propulfata la in!iiria,&
non e loco del
combattere,
con quefta fententia rmiter Andrea de
Ser/
gnia alo libro delii phr udì 'a difìerentia
de dire tu fei tradì/
&
tore,&nondiretu
fufti
traditore,perche potria dal fuoprf/
cipeeflèreftatoreftituitoalo
honorem
tottogti
il
manca/
mentodelpaflàtotradimento^potrin Ioiniuriato dire
io
fui retotuto ala fama:&: fu mi perdonato la defalta
,
taf
ninnante dipo la rcmiffione e tenutoa infunare per
&
fa le/
ge imperiale che volepo laremiffionenoneflerepiu
tradì/
tore,oTpo donare il giugiodela battaglia 1
quando ditfo li
vn traditore elTendo dal prit)àpe re-ffituto al prf
fono honoredebbeelfereadmeflb,&: non
reprozato,# fe
Juno laltro offendette fenza disfida farìa traditore &: faria/
iufle,che fe
h negata la pfentia del principe, de ogni
copagnia de
cauaUero,&: fepofcdelìèpheudo,iI fignoreper
&
bon
tale diflal/
ta
come micatóre del honore,iuftaméte lo potria prioare
fe
condo che ferme Andrea de Sergnia fopraditfo.
Se vn po venirecon vnaltra qrela afcattaglia.
Cap. XX.
* Naltro cafo e
anchora da decìdere , dot ciualierf
con querela ad oltranza combattendoci! corpo ad
corpo,8^in loro battaglia luno fe defdice , quale
dapo
defdiclo moue altra querela contra vno caualiero
del fuodefdire,fé per tale mancamento de elfere vna
voltadefdidopoefierereprocdato.Etfecondo e (lato da
macula edere fin ala mor/
te infamato, 8c non po più venire ad battaglia con altro ca/
ualiero corno periurio,&defditfo corno ala militante ca/
ualaria fia la religione da non preuaricare,8£ tra gli altri pre
cepti che fe recercano in epfa q uando fe vene da corpo ad
corpo al combattere fe da giuramento non per vana fama,
ftrenui caualieri referito per tale
o calumnia combattereste per foftenere lo honore,8C
•
la
•
f
SEXTO
^ntafenx.iCa[iimtìiare,&:qufftarn-dfCma fententfa ap/
probano le lrge riuile,quale dicono chel condemnato de ca
I
omnia non debbe ad altra acrufatione
eflére
admeflò,fal/
fe per propria oflèfa voleflè accufare,o foflé delibo
no
tra Li facra
con
Corona del Re,odel fuooflìdale donde la con/
ftitutione de Federico fecondo Imperatore determina lo vi/
to,o defdido
non deuere efTendo prouocatorea combatte/
, ma HTèndo prouocato
dapo che forte rechiefto reprouaTe,rna volen/
re ad oltranza pia edere acceprato
non
fe potria
per amore: voto, oimprefa combattere in tale cafo cef /
cip
faria la
repulfa,anchora che mille battaglie haueflè p fe fetn
pre il tornare a combattere non
li
denegato 4 non e(Ten/
Caria
do nulla a tuta oltranza, quale più
diflufa dechiaratione
ne intende a doi altri capi tuli in lo prefente bbello
fe?
toccati'
Se un prouocato po mutare querela.
Capitalo. XXI.
/^"^
1j
Vi vno
caualrero
ha mandato
il
gtian'ode
battagliaci rechiefto caualiero accepta la bat
f
V
ta^lù,^ la querela
||
:
&
capituli,il rechif ditore
fermati fu quella
I?
muta quereb dicendo
AehacommefiàaltradifaItailrechiefto,fe tale querela Ce
po mutare ftandoil rechiefto fermo a la prima, con dire , io
fari f faro la prima,&de laltra appreflò fe intenderà per nni
Ha dunque fermo. Elftile militare comanda non deuerfe la
primamutare,^ pero fe dona il pegno per fermezza de fe/
guire nel propofiro del caualiero,que fto fece il R omani ef/
, anchora
che potria enere il rechiefto ala prima haue reiuftitia , 8( de
h fecodda dubitare.Dendo inremai lo de tempo anchora a
la feconda:don dire io deliberare fopra hltra,renuntia tu
dunquela prima,6Tdatteperfo per ìuftitia.Et renutiatah
prima per i rechieditore dando alo rechiefto iu (lina: 8C re/
cercadolo dela Crcóda iu fame te potrà re fpodere il rechie/
fere vidoriofi che ftauano fermi in loro proporr»
l
fto Qualierotu
no fei degno de battaglia come calunfatorc
H
iiii
LIBRO
fchaaendo ingannato vna volta ìrttnzi de cai uniare no ha
uerai confdcntia del prouocare, dunque tu indegno no
deb
be comouere me a battaglia efléndo corno fei notorio falf
rio,& iniquo cai uniatore fecondo la prima tua defdicìadì
monftra,anchora che le legge ciuile dicano che non con tra/
riandò lunarechiefta a laltra fepoteflé la feconda
& congiongerr con
foftenere
la
prima,maximamente
fe
da parola a
parola fe veniflé ale ini urie, alequale fe ficefle fondamen/
Co de iufta querela per vna dele parte,# fe diceflè fopra
do
te vogUo foftenere renuntiando la prima
ftomefa,quale no
folle o molto dubia,o iufta.
In che cafo per injurie fe vene a battaglia.
f
'
m
^
n
*\
v
Cap.XXU.
^c diremo anchora vn a vnaltro dira tu
fi vn ruf/
fiano traditore de mille forche,il iniuriato refpó/
detL1 mentilo per più honeftamente parlare dira
IÉIM* tu
diri vna gran falfita,fe in quefto cafo fe debbe
venire a battaglia,©: certamente fe determina che no , per/
che quello che ha udita la iniuria ha fatif facto il fuo hono
re difmentendolo de quello cheepfjp lo iniuriaua facendo/
lo reftare per mentitore, 8£ non li farà iniuria ante (ara de
quello che prima la di(Iè,8Caccafcance compenfatione del
mentire^ del dire iniuria tra loro che fa remanere la
batta
che lo iniuriato prima refpondefle con debita
reuerentia tu menti che io non fon ruffiano, o no ho lo ma
glia, anchora
camento dele ini urie, quale tu me dice, quella e fententia de
Dino de mongello, SC anchora de Bartholo prindpe de leg/
geduile,concludendoefleremagior iniuria
tacere la verità, faluo fe diceflè
in verità mentirà
il
il
mentire che
iniuriato tu menti che fe
non e iniuriato, 8t fariali gran
ne, donando in do
fatisfacìio/
exemplo che il mentito e fi migliato a vii
latrone.Secondo b lege J ufìiana,dando in do anchora de/
bica fatisfachone alo iniuriato,quado dicelle tu dia il falfa
o tu no dia il vero,& de q(lo rcfta al cofpecto fatif faclode
pfonegrauej&Jaurtoritt. Ma il primo iniuriato e chiama
SEXTO
te rraditore,&refpode alo inumante tu fi traditore falfaria
feltro afiàf fino,run1ano,homidda:dindo
ti
de molti, SC mot
macarnrnti alo primo ini urlante per haurre diete più in/
modo deb defenfione deb prima in/
primo iniuriante velette venire per do a batta/
glia per quello, fecondo la opinione de alcuni non fe po ne/
gare b battaglia, perche dapo b fatisfadione fada , per re/
fpofta che lui era il traditore accumulando,©: pattando Io
modo,to impropero fai fario, ladro,©: attàffino,como edi/
do de fopra,ma la mia fententia faria non fe deuere venire
a battaglia,perche f empre fe da tutta b colpa al ftomechto
re, ara qlloche fa li primi defordini de iniurie,& qfeex/
ceflé ini urie fono refpofte f ade p lopuocato a ira,©: a dolo
iurie,8£tranfgreflo il
luria, 8w lo
re,8£ audoritadelfpecubtorecheljpuocato
fia
excufato.
Se vn infuriato de ventate po venire ad battaglia .C. XX II I.
CHi
donara redo,©: fano iisdido in quello calo de
gno de edere ledo da chi sbraccia honore,de! cer/
to bifogna eflére de ogni parte iufto,ne per mi feri/
cordia,ira,inuidia,dVbbe fententiare,il calo e que/
fto,vnocaualiero chiama vnaltro bafardo, mitriate, fpurio
nato centra li comandamenti debchiefia falfarioche com
mrttifti tal
mancamento tu fei zoppo, deco,©:fenza patre,
t£ fenza matre certa,©: quefte iniurie fofièno vere,fd ima/
nato de tal i niurie cognofcendole vere potrà venir? ad gua/
to de battaglia con epfo ftado la iniuria vera, fcripto e de fo
pra il cobattere per religione deb militia ^pcedere da defen/
la verità,©: coferuarc fa fama e la difdplina militate,
ne pf r vana fama a quelb deuerfe venire. Dunque qua e da
diftinguere ogni parte de tal quereb,doe fe il caualiero prò
uocante ha procedo a tale iniurie,anchora che vere nano Co
animo de iniuriare,o con animo de fe guardare lo honore
dere
non con vo!e:eperrompere a tale vilbnic fenzacaufa fe co
animo de iniuriare e loco de battaglia fecondo b lege dui/
le,& b ragione e qucfta,che dando per vena lui effere tal*
LIBRO
^na1eteìnuined^monftrano,non pero apertene a boni a/
ualieri iniuriare altro fenza cagione corno che la humanita
qnefto non recerca,ante coprire li defedi altrui in quanto fe
po,no enendointerefle a chi le copre.Et anchora che la dif /
pofitione de lege tale battaglia al iniurìato forte coceflà
debbe intrare nel campo
ria la fua diflèfa
fenza
non
Io iniuriato,perchc intrando fa/
iuffitia
volendo defendere
falfita
8£
fe pur baldanzofo I prouocato voleflè àe tal lege godere fe
&
debbe procedere al etegere il campo,arme,il
indice,
ogni
fecondo de fopra e narrato) e venuti
iudice debbe Io indicate indoefiére difcreto,8£
altra particularita (
dauanti
il
non
dare il campo,ne fare feguire la battagliar^ quello an
chora che cognofea hauere fa<fto,gran defhonefta il prouo/
catore iniuriare il prouocato, nondimeno dando le ininrie
vere combatteria cótra la uerita il prouocato,ma f e Io
iniu
riante fubiungendodiceflè io non
ho
ma perche e interelìé dela republica
voluto iniuriare te,
defedi de gli nomini
fofléno manifellao,accio non vengano ad dignità,» fiano
fraudati gli boni, incontrario refpondendo lo iniurìato io
li
prouarocomonon per tale zeIo,anteper volermi fare in
fame
che altrifapenenoquellochetufolode me fenti/
te
#
ui
me iniuriafli replicate lo iniuriante non ol ftante tale ref
pofta enere iuflo lui haueredide le iniurie de fopraTcripte,
fi parepoterfe venire ad battaglia decorpo ad corpo
ad ol/
tranza il contrario fe decide che attento laiuftida e certa in
Calecafo,8£ non incerta,& folo Io iniuriante refpondendo
non lo ho ditto ad iniuria e fuffidente fatisfadionetale ex
Cufatione,8£ cognofeendo il difiedo fuo lo iniuriato deue
farisfado,anchora de do non fofte contento,per
ria efière
ben che la lege veta ad vno baftardo eflèredido lo fuo no/
me,&T cofi ad vno mitriate: o ad vno cieco, o fa! fario p dir/
gliiniuria,faIuochefeperfuointerelfe Io
dicefiè
ad non
perdere la perfona,o gli beni per zelo della republica che ta
• difledifianomanifeflati,& non vengano ad acquiftare
benefidi,magiftrati,& altre dignita,che tale manifeftatio/
ne de difledxe licita fecondo Bartholo vole,&
fe per iniu/
ria fe diCefle fa battaglia e da denegare comò più pretto ad
vendedfa che ad man i feftatione dela verità faria la quere/
la corno chi non i (memorato cognofce,8£fe lo iniurato cer
cade defdida non faria da admettere corno che contra del/
la ventate fedefdiria,neeriamnonpotria dire io ho diéto
il falfo che mentina, $C de tale defdire in gli vltimi
capituU
del prefente libro più difliifamente fe traòla.
Como fe e da fare fe non fe troua il rechiefto ad
battaglia*
Cap.XXUU.
FVi
dimanda toda vno folemne,8£ ftrenuo cattaie/
mandato il guanto de
ro,per vnogentilhomo fu
battaglia a vnaltro per oflefa, SC iufta querela,co/
lui aloquale lo acceptare era in potere fe priuo deU
veduta deli homini: donde lo Araldo, o trombetta per la
abfentia del caualiero non potea prefentare il guagio,che
deuera fere Io araldo per potere feguire la fua commiflio/
ne,primo veduti de molti
libri, 8£ habuta bona confulta//
tione cofi determinai ,che fel guanto e mandato in vn Cam
po doue il rechiefto Ce gouerna per lo Capi taneo generale,
ouer che fotto dominio de Principe,Re,o altro fignore in
cita o cartello, fe nel campo attendato quello che epfo cer/
cadapartedelprouocante,8^n5 fetroua,debbe lo Araldo
al duca delo exercito manifeftare laftomefa,& dimanda/
re licentia de inquidere il caualiero nafcofo,quale preflb al
fuo pauiglione,o ala guardia del Capitaneo tal fìomefa f»
ra nota,&: anchora ala piaza cel campo,o doue tutti fqua/
conuengono fare tale imbasciata mani fella
n cita effédo cortefano ala cortede fignore,o al caftef
1 0,0 in ogni parte doue ragioneuolmente potelìè tal rechie?
drieri armigeri
& fe
fìa
i
intendere diuulgare,pigliando in ciò notar i,8C ludici j
&fuflìciente cautela dela diligentia,& rechieftaiper epfb
operata,8£ faccialo intimare per edicto,8C altre foJemnita
n5 refpondfndo quella fententia faria la decitane cklcafa
quale intendereti nel fequente capitulo.
LIBRO
Cap,XXV.
Dela medefima cautela.
quello caualiero che tale gua
POte mgioneuolmente
ha mandatola
gio de battaglia
quello gentil homo
con iufta qrela,8£ caufa ragioneuole disfidato che
occultando non refponde,& fuge la battaglia non
acceptando,& dando afeof o,8£ fora la faze de bon guerie/
ro procedere fecodo ftilo de armigeri fora de ogni paffione
che operando tal nafcondimento fenza ragione, o caufa p/
laquale ragioneuolmente fe potette defenfare,o excufare
p
procuratatorecheil iudiceadmettefiela
era
ftia pernione.
Po/
rechieditore procedere al depingere il rechìefio,reuoI/
il
tando anchora le arme ivilipédio fuo,8J più oltragìandofo
EfFèndo lo arbitrio del rechieftoelegere il i ud ice, arme, 8£
campo,potra il rechieditore in contumacia fua elegere fudi
ce,arme,& campo,bandizandolo per codardo^ homo fé
za honore,8Cconuicto,& cof.iìb del debdo quale era fta/
to caufa de battaglia perdonargli faftidxo,8£ renar (amen
to accio comparendo acce pti battaglia. Quale cauteTa vfa /
ta per il rechieditore farà caufa tra caualierì de fama farlo
homo fora de honorem deepfo farà
reputare codardo,
facto iudicio.che non badando de fendere lo fuo honore,
fìonTara fufficiente de defendere al bifogno il fuo fignore,
ne ancora f ua patria^o republica eflendo la neceffita Que /
fta fententia de lege ciuile Vegetio conferma eflere da caua
liero inuiolabelmente per lo honore la morte non {limare,
anchora per &luare,8£ deféfare la f ua repubuca:& chi no
lama il fuo honore debbe edere tenuto caualiero de repul/
fa,& fenza honore. HitTonymo fauio docìore conferma
quello dicendo vn caualiero debbe cercare occafione demo
ftrare la f ua virtù militare, per venire ad acquiftare fama, 8c
tiabiando ferite in le battaglie fono loro ornamenti:^ qua
&
.
le
ft
voglia caualiero fingendo inf irmita,
de mento nel bifogno, la lege ciuile
do
lofaceflè per
gli
&
exilio,& nafco
da punitione,quan/
non exer citare la di fcip lina
militare
doue
Impettita lo rececQjfc,re ferendo Crirnaldo caualiero
Ro
SEXTO
mino ilquale nel horadele battaglie f/ngeua mffrmìra,8£
fo pero comò transfuga condamnato 8>C fono li codardi ca
ualieri reputati morti nel feculo, 8C la faccia de loro figno/
&
fono degni reguardare corno vili codardi, fenza ani
mo,fama,hon©re, facendo comparatione corno gli morti
per la republica,o per loro fignore, 2Z per lo honore, fama:
g£ virtù morendo fono viui, per gloria reputati magnanimi
8£ immortali .co fi quelli tali mancatori de loro honore vìi
ueno morti, 8£ non nati fono exu'mati,adducendo alo mio
proponto Liuio fummo hyitariographo alo libro feptimo
ab vrbe condita redtante Titomanliocaualiero nobiliffi//
mo Romano figliolo de v no Confuto ( quale fopra habia
mo parlato ) che eflfendo da vno tufculano inimico de Ro/
mani prouocato ad battaglia lui eiléndo gagliardo,animo/
fo,8£ fufficienteperfatisfareal fuo honorem no iudicia
re accepto il campo fenza licentia del Confulo non recor
dato delo imperio paterno per la preda refpofla ad fatisfare
alohorx>redelpopuloRomano 9 doue habiando vinto la
Victoria del nimico prouocatore li fucceflé la inhumana,8£
feuera morteci fo decapitato dal patre per bauere pre/
loricato il precepto c5fulare,8£ paterno,qaal phibeua nuf
Io acceptare battaglia fenza fua licentia fo Tito Malio più
re no
gelofo de Ihonore che dela vita,8C più veloce refpofe,&:
p
con periculo dela perfona,che tacendo,^ viuendo ha/
uelfcal|fuo honore manato,Che felice morte chea Tito
Manlio fei eterna vita,fe dira da li fpi ri ti gentili eflere fiata
animofita al de fendere e Ihonore, Se la morte non curare,
Ciò
(
quefto e diclo per coloro che celandofe non
hanno
caufa t
deoc:ultarfe,mafel rechilo fenteflè il rechieditcre non
che fofle indegno, da fe repro
eflere degno de honore,
&
&
uare,anchora che non volene comparere potria refponde/
re teco non voglio venire a battagli ifc hai ragione
veruna
viene dauanb al micriudice,& io ref pondero con deueref
8tpotrarlodire coniuftitia reducendo alo propofito vno
diclo de Frontino hyftoriographo referente vno caualiero
todefcoprouoare Mario Romano ad battaglia de corpo a
i
LIBRO
corpo,alquale Mario refpofe direti alo germano caualiero
fe lui e cupido de morire con vno pano de corda apiccando/
fe fe po fatisfare fchi fando con ragione
la battaglia^ que
conferma Ptutarcho de Odauiano, quale da Marco An
Conio prouocato al duello,refpofe A ntonio a te fono mil/
le vie de morte non cerare quefta Redudo adunque tali
exemplì ala decitane vera per fare fine dico eflère arbitrio
delo prouocato accr-ptare la battaglialo quella con colora/
te,8£ bone ragione fchi fare defendendofe corno li predicci
Augufìo St Mario feceno non tacendo , SC facendofe fora
fto
.
debcopagniadebonaualieroperrnettédode
farfe
bandi/
re,&iniuriare del j>uocante ante Co aftutia,8£ colorate ra/
gione,o co la fpata iulbficare la querela d? la ragióe hauera.
Se vn caualiero rechiede vno philofopho fe e tenuto il phi
Jofopho comparere.
Cap.XX Vi.
F
Aceto, SC degno adimando vn caualiero gagliardo re
:hiede vno philofòpho,ouero legifta a guagio de bat
taglia a oltranza fe non accentando il dottore, o phi
lofopho la querela fe le de effere imputato a carico,
deridefe per ilphiiofopho Arsotele non li efière amanca/
mento imputato,como che fu vno prouerbio vulgare,tra /
ano li fabri le cof e fabrile,che e da intendere ogni perfo/
na adoperi il fuoex rcitiocheinconuenientecofae vno ex
perto de arme rechiedere vno che mai vedi te corazza,ne fa
operare la'fpata,& feguiria tal inconueniente corno il do/
tfore rechiedt (Te lo armigero a difputare,che faria abufio/
vn armato, vn ignudo,© vna donna doue coftoro acce
ptando la battagliaci caualiero martiale vincendo faria ep/
Co il vinto,& derifoanchorada valenti homini,8£ fepur il
iie,o
caualiero al dottore foiVe molefto a prouocarlo a combatte
re po corno de ftilo
de arme il rechiefto,alquale il iudice,8£
arme fono in eledione,dire alo armigero io elego cóbatte/
re con vno libro in mano,& tu con vno altro il philofopho
dira, ac io con tefiimomi defendero la
mia. caufa inanzi \o
\
SEYtO
mìonidfarKconquefterefpofteilcainlìero remanera ci
poco honor^como fia fententia de Tulliorquale lo inexer/
citato canali ero ale arme,loaffimiglia a mi donna,de qual
rechiefta fui vna volta io prouocato eflèndo corno fono do/
dtoreda vnocaualiero: quale rechiedendomi ad battaglia
condirecheiohaueadidochefubdueto hauea vno mio
ragazzo,©^ io ad quello refpofeche tale cafo non era feri/
pto ali mei libri chedouefle acceptare battaglia con tale in/
nocente rechieditore.
De caualieri portate vna medefima Iprefi a chi debbe rema
" & P° P tolc [Urtare venire a battaglia. C.XX VII.
nere, 3C
DA
vn cui aliero e portata vna mpfa,o vnadiui(a
i
ouero baderà,
ro, qnale
& cognofeiuto da vnaltro caualie/
o per veritaro p vanagloria,© qual fe vo
epfo la badera,odiuifa,oirn
prefa pertenere,p quefia ragione porterà lamedefima imp
fa,diuifa,obandera contea la voluntadelcaualiero , quale
glia paffione dira a
porta p fuo honore,8£ tra loro epStillo de honore che lu/
Iaifa la imprefa, laltro replica a te cóuene il laflfare,e con
no
quefto vengono a querela de battaglia. Se dimanda fe in tal
cafo fe de bbe venire ale mane,
le determina che fi : che
&
arme: 8idiuife,infigne,obandere fe portano convo/
lunta de chi prima le fogliono portare, 8£ non per forza,
Cale
8£ anchora per fucceffione de parentado deli primi portato
ri,equeflodablegeciuileeconceflb,8C determinato, 8£ fe
alcuno vora portare tale infegne daltri caualieri dicendo ef
fere foi portandogli commette
cipeprohibire
il
fallita:
& po realmente
il
pri
portatore per fcandalo che potere fucce/
dere tra quello la vole portare, 8£ anchora per li inimici del
vero fignore dele infegne corno che potriano offendere no/
ui portatori in fcabio deli primi fondatori,©^ cofi pericola/
ria vn caualiero per vnaltro, 8C Bartholo gran dottore vole
che le infegne per logo tempo fono prefcripti per lo porta/
tore ne in fua cocurrétia per altri fe poteflèno vfare excepto
fel pr io portatore cornettefle crimine tf lefa maiefta: che i ta
LIBRO
.
arme fe poflono obf curarci guadare che no
porr ano alo f eculo, ne ad altro che quelle portane potriano
efljre prohibite de non portarle,anchoca fe vn capitando de
esercito quelle guadagna: le rompendo il portatore, po con
le ci fole foì
anchora gli ftendardi guadagnati
portando non farà proni bito,8£ fecondo Liuio nel primo
abìvrbecoridittfcriueTKiod^Romailo Re primo de Ro/
maniche hauendo guerra con gli Cininefi populi,8C quel/
li f racaùati perù? nne ad Acrone loro Re quale acramente
amazzo,8c leuat^le le fpoglie chiamate opime le porto alo
tempio fondato per Romuio fecòdo Piutarcho, doue ordì
no che chi combattete, vincete per fua gloria quelle fpo
iuftitia quelle portare, 8£
&
fegno dda vietoria,doue q
Romuio tlfcre fiata degna cofa,operata,in mo
fe lege de Cornelio colio, quale fequendo Romuio
glie conduceiTe,8£ monftraiìe in
fto fe lege de
do che
in
li
egregio, &C
degno fadto fequendo Tullio Re Tufcano,
coft Marco Marcellooccife Brénio
& hauendolo o;CUo,&
Re de r'ràafi,quale al tempo remelfcno le fpoglie deli mor
ti
.Leg.'fe anchora
de Tito Manlio Romano,quale hauen/
do Sbattuto con vn caualiero Francefe,8£ quello
vinto,8£
morto: li leuo vn collaro doto bagnato de fangu ?,e fe lo po
data fe vendico il nome chiamandofe tor
fe al f uo co', lo,
con
quato,^: de quello cognome ne veftite li fuccellari ,
&
anchora fcceno molti
gliarono le
&
Romani
che vinti loro inimici pi/
loro fpoglie in fegno de vittoria , quale nome a
li foi defeeu denti donano chiamandofe torquati t anchora
appailo dechiararemo de altri Romani,quali hauédo mor
ti loro inimici le leuaro le fpoglie fecondo fe tracia in Tito
JLiuio.Cofi dunque quando doi caualieri portatelo infe/
gna:o diuifa,o altra imprefa una (inaile a laltra,& non fe
monfcoiie ragione per vno de quelli corno la portalfc deb/
be ejjér» pretato quello che le porta,o per concezione de
lo principe non inoltrando laltro priorità de tempo, 8£ que
(lo ha loco quando li pot unti tale impr.fc in langne,8£ in
1
dignità
& in fiato follenoequali,ma non eflèndone equalì
in dignità f: prefcriflc quello ilqua/e c più degno de fangue
& dedito
'
# deflato fignori!e,ma
SEXTO
fe fofléno equali,fc
àntiquamènla
hanefièno portat-- tale imprefe,portanck>gli non Taria loco
de battaglia tra loro per tal portare, la ragione e che no ef/
fendo nullo' dì loro vfurpatore de ta!ediuift,o infegne,no
fe debbe venire a battaglia^ portandole ogni vno de loro
non
lifaria vitato, pareriame cohueniente
mente tra loro
che arnoreuol/
facefl'enojqualche'fegno in donare notirfa
3
guardanti ,eflfere tra loro qualche fcgno de luno la ppria;
$C laltro la fua cognofcere,# facto lo feparamento per
li
U
diffimiljtudine de vederla* per forte, f£ quando per le forte,
non fe contentafieno,'6f dicefièno combàttiamo quefte in/
fegne,&chi quelle guadagna
fiail
pofiènore,yolendo que/
fto fare lo potriano tare fe al principe pia celli donare il
Ca/
po,ch? tale battaglia non procede de Ragione ~como luno
de loro poma dire;queftearrne;diuife,o imprefe antiqua/
mente fono fiate mei .8£ adeflò per battaglia metterle 'ad pi
culo non farà iufto corno le cofe poflèdute antiquamentc
fecondo la? legenonfedebbeno mettere ad periculo fenza
neceffita.ft più fe quefte infegne hauefleno diuerfita de no
me,albpra non fe potriano prphibire ato portatore de ql/
Je corno ir! vna battaglia porco,© porca,che corno dice Ari
dotile diuerfita de fubftantia tra loro , o qualità accidente
dirimili, corno vedemo vno fare vno leone de oro in
Campo azuro, laltro lo faria in vn campo negro ^laltro vno
gli fa
;
leone portaracon branche rolTe,lalcro bianche, $c anchont
che in la bandera lo leone teneflè la tefta nuerfa , laltri lha#
fta,guardando in tutti quelli cafi fono dìuerfe,8£ difièrcn/
imprefe,& bandere comojche luno Vergai laltro va/
;
te le
da, fogli ono anchora luno leone rampante portare, laltro (e
dere,& andare,o che lUno guardate il cielo, laltro la terra,
ouer fe luno portafle fette ragi in vna (Iella , laltro con cinz
que,ofei,o fe li ragi foiTeno.quali longhi,& quali curti,laf
tri equali,o fe vn tenefic la luna crefcerte, laltro tenefte U
luna mancante , o anchora (e luna jmprefa jfoflè de colore
chiaro: laltre de colore obfcuro, anchora fe luno faccHè la/
quilacon ialeapcrtc,^ volante, Ultto tequila che
Te leiuf/
LIBRO
fe,alhora,0 che tutto facefle vna rofa rofla con fronde,8£
frafch-,laltro fenza frafche, o oltra diffimilitudine per di/
feudo vn facete vn cam Ilo con lo pied? dextro
con lo finiftro,luno con freno: laltro fenzafreno
luno con la balzana,laltro fenza reducedo anchora de mol
ti,& molti exempli,qual per non e (fere longo le laflb»
uerfita in lo
alto,laltro
Como fe fchi fa la battaglia centra Io infamatore,»: Como
Ca^JC* VJ I J.
fe vene a quella,
Efladechiararefecontra vno disfamatore fe
potrà procedere ad battaglra,quate dira vno ef
fere f uo fubdito,ouero fenza nobilita,& an//
chora dicendo che vn eaualiero e fugito dela
battaglia che per f ua colpa e fiato fupefato,ourr che le
bau
dere delo exercito abandono ,8£ che ferine alo exercito ini/
inìco.doue per intendere tale cafo,dico che doue il infama
Co non potrà tale infamia purgare prr teramonii,8c altre p
ne chel infamatore retti bufardo,& cofi anchora il prouo/
catore folle fenza proua , fe po tale a u fa decidere per la bat
Caglia dicendo il prouocato al iniuriante tu me hai donata
tale infamia de ini uri : , io te voglio prouare per battagli*
non eflere in me tale macula
mia tu me
hai oppofta &C
,
& che traditamente tale infa/
la
fpata farà teitìmonio, mio»
fereplica Io iniuriante io teloprouarope* teffimonii corno
quello che iu
ho dieta e il vero, & "Ih méte io ho parlato»
i
fe la proua fe po fare,ceflà in ole cafo la battaglia Quale (o
lo feojeede
per trouareja^erila
,
8£ non prouandole in iu/
ìcio tale mlamla Te debbe venire ale
proue iudicial',8£
far
fe lo proceuo fopra tale libello, 8: fadi gli adi iuridiJ ,qua
le voleno che tale infamia fia purgata per la fententia,& <{l
to che ha ramato e rimafo caluniatore,8£ métitore,8£ pie
no de vergogna, &debbefe purgare la pena ale foi coftitu/
i"
Oondefcripta,8f anotata^qllochefetroua p la f&tia
purgato delo fuo honore,po rralmete dimadare alo iudice
la
punì clone dela fatuità pena douerfe donare ad
qUo che
SEXTO
tale infamia ha oppolta
ad quello che per
la fenteoa fe to»
ua innocente, 8£ coli per Io contrario punire Io in fomato fe
iufaméte ha Io deli&o ad epfo oppofto,8C anchora potria
lo iniuriatore pentito dire hauere malamente ciò oppofto
Ci in quefto fenza fententia lo iniuriato retenere fatisfado
g£ faria pero arbitrio fuo po volere la punìtione dal indice
fi,onon de tale cal umniaJa dienita della perfona inumata
quella e la veritaiTui dimandato da vno nobile caualiero
fe in tale cafo fe poteflè procedere ad Io dipingere del inia
dante quando confate de la f ua innocentia,& donai il vo
to mio de non,che le facre lege veleno che vna pfona no fia
iudice in la cau fa propria, &quefto e per ragione de Impera
tori approbata per tale cau fa, corno che lo iudicio debbe ef
fere in tre pfone, cioè lo auétore,lo reo,& io iudice,6£ da/
dofe potefa ad una perfona enere iudice in caufa propria,
feguitaria che confìafie
il iudicio tra doi cioè lo aueìore,8C
ìudice,o lo conuer.to,8£ lo iudice,& cofi la iuftìtia non ara
daria bene: attento che mai fe faria iuflitia anchora ogni p/
fona quado gli toccalTe dina io voglio edere iudice dela cau
faroia:^
le
antique heredita depredate
le
fpoglie„le rapi/
ne: li incendii,& altri beni pertinenti a legipmi- pofléflòri
de
uentariano féza legiti mo ponéiTore farianofe de molti ma/
homicidii nafceriano,& le guerre! la citate:
la iuftt
tia (bandita dela terra corno legiamo de molti tyrannirquaji
&
non volendo iudice loro robauano viduc,pupille,8C pofe/
no ad incendio loro o'tate,donafe in ciò anchora exemplo
de Neroneche facendo molte crudelitate in Roma fe ven/
dico il nome de crudele: che &nche il feculo durera,tale no
me Tara abhomincuole ali nomini tanto giudei: farraceni
ouiTO cht iftiani;
quello per lui enere fato crudele tvrano
&. non volere edere contento dela iuftitia:8C efière folo co/
gnofritore deli beni,& faculta deli Rornani;& corno folo
iudice:
rapace lupo poi che fo morto edere iudice in cau)
fa propria: 8£ pero no potere pced? re ad tale dipingere 8£
elìere iudice co Tua autorità (tate la f ma delo iudice abfo
lutoria I do j? jpua dela l'uà inocetia:& nulla ragione de ca
&
&
1 it
LIBRO
rtalaria vote
\
uata
che vna volta elecìa
la verità fé porta
la via
de la ragione ,
& tra/
&
ado deping? re fo
venire ala fpata
ylofefaquandovnocaualierorecufala battaglia iurta »
fugge la querela che fe cerca examinare che con ordine iudi
Ciale non fepo prouare,ne trouaralìe la veritafet pero tali
improperii folo fe fanno per folo venire ale mano » 8C non
per punitione, concludendo duque non venire ad battaglia
qn vna volta fono f acri li acri iuridici Ma li moderni caua
hanno il fangue calido,&; la chol ra accefa non
.
fieri, quali
curano andare in iudicio per tale iniurie,8£infamie,ma fo/
rio defiderofi venire ala fpatadebodo folo per vendi carfe
deleiniurie loro,8C lefententie iudi ciale dicono non balla/
ma la fpata douere eflère U vera fatjsfadion? per fiilo 4e
arme,dico che in tale afo con gran temperamento, di fere/
tione 8C maturi ta,perche po feguire in do deshonore perdi
mento danima,6i de corpo del rechiedi tore, delo rechie/
re,
&
flo,8£(comohabwmodefbpra
fcripto )deueria ballare la
comò an/
chora in deli altri cafi mondani fe pradHca donando in eia
anchora ala iaftiua equale tutela, 8C fecura polla in mezzo
ckle parte litigante corno nullo de propria mano debia aU
venckfo per fua autorità venire»
fententia iudicialein fatisfatfionedela iniuria,u
i<
-
•
-
Jn che modo vno che ha iniufla querela po^enire a
glia
AD
batta/
Capitulo.XXlX,
con Io rechieditorc,
vera decifione detalecafo refta de deuere de/
chiarare la qualità dele parole fopra lequale
li
ca/
fondaroloro que/
re/eperlaiuftiria,6chonorede caualaria ;8C pcc
vera dechiararemo co
quello volendo dare dodrina vtile,
certi exempli con liquali accadendo il cafo fe potrà proce/
ualieri rechiedi tori, &rechieffi
&
'
ckre a guagio de battaglia . Pico dunque nel primo exem/
plochefevncaualiero chiamara vnaltro traditore, quale
hauerafcomeflò tradimento contra il fuofignore,8£dapo il
principe per fua cjementia gU hauera perdonato,
& ccftiaji/
SEXTO
telo honore ,& la fama, 8z fopra ciò vno afte caualiero fa
voleflc combattere ch»amanck)lo traditore delo fuo fignore»
fenza altra iufta caufa folo per iniuriare,dico che tale que/
rela, 8£ iniuria faria
indebitamente oppotta,attento che ft£
de tradimento fe
ben dire che la batta/
glia proceda debbedire tu fufti traditore de lo tuo fignore>
8£ Te quello tu vorai ne gire io te Io voglio prouare c5 la fpa
te laremàffione delo fignore tale difTecto
t purgato, ma' fe lo iniuriato
ta in
voleiìè
mano, 8£ fottenere come bon caualiero,& più fevno
vno altro con la fpata,& lo infoltito c5
Caualiero infultera
vco battone gli dara'dele baftonate,quelIo dela fpata,& qf
lo che recepete le baronate volefle dire malamente me hai
donate quelle battonate,8£ centra ogni iuftitia, tale ragione
non faria ben fondata,pero che con iuflitia gli dono batto/
nate, attento che chi va per donare coltellate, 8£ leua
bado/
nate non fe ha da lamentare facendolo per fua defenfione*
Et più vno che dira che fono ruffiano de mia mogIiere,qua
le ttando in afa mia fe ha Iafiata maculare da altre donne*
io refpondero che non e lo vero,como che mai hebbe noti
r
de tale diflecto,ne de tale adulterio,^ fe tu vorai meco
Combattere non hauendo notitia deb mìo confentimento
tia
delo adulterio combatterai fenza iuftitia,perche più Ce me
che io ho facto la moneta falfa,replicaro non eflere ve
dirai
mai la fecenela cognofco,8£ fc fu vorai fet
Genere che io fia f alfatore de moneta,non fapendo la veri/
tate che io Ihabia facta tanto dico che hauerai iniufta que/
rela , 8C fe me chiamarai traditore dicendo che io habbia re/
rita,attentoche
Ceptato lo rebello del Re,8£ io replicaro non eflere vero,CO
che io non fapia tale eflere in tale mancamento dela le/
mo
fa maiefta ne fappi mai
lui efiere traditore,
donde
fe vorai
fottenere che io ne habia notitia no cóftido dela verità tu
c jbetterai fenza iufta qreIa,8£poteralìè defenfare con iufti
tia.Et più fi me prouocarai ad iniuria dicendomi ba(hrdo
f
&
io replicaro non enere cofi che io fono Iegitimato dalo
principe volendo fottenere tale querela inattamente com/
tw Crcrraj, faluo fe tu
dirai
che io fu nato baftardo,o de con/
LIBftO
Cub?na,piu medirai che io publicamente ho conflato queV
fta noéte hauere fcalato lo cartello delo Re, %L intrato den
non e il vero, 8£ tu che hai audita taleconfef
onr, da me dirai io te lo voglio prouare che fei traditore co
mo che Ihabbi confefiàtao foftenendo ti le querela e contri
rro,8£ quefto
de
iuftitia, fatuo
Tedicene che hai cófefiatochede
node Tei
intrato in cartello nefando ta'e intrata,la querela fina iurta
&
pero fe debbeno le parole fondare (òpra la iuftitia,8£ vie
tu,8£douefo(Tenodi<fte alcune parole vere,& falfe,deb/
benodunque fondare la mia querela fopra le falfe:& fein
deloproceifo,
& replicatione dele
tere fondare ta iulbtia
litere fe monflra non po
mia perle colorate refpofte dela par
te fe potrà fondare nele replicatione
che fe faranno,cioe
fe io te rechiedo de battaglia dicédoti corno mi fei venuto
meno de la fede che me promettifti venire in tale giornata]
te io replico dicendo io fui impedito de iufto impedimen
pero n5 ho pofiuto venire eflèndo ftata tempeftate,o
to,
altro iufto impedimento, replicaraffè non enere il vero:3c
io replicante tu menti corno traditore fe potria dire io laf/
fo la prima abrazando quefta dico che non fono traditore
voglio la fpata ne fia iudice:altro cafo fe I battaglia vno
dira ad uno altro defandete traditore potrà lo iniuriato di/
re,io me defendo, SC voglio combattere che mai fui ne fo
&
&
no
traditore,altro cafo
5 io diro
ci,& non
& farà
vno dira
i I
che menti, replicara eflere
mio cflère dato traditore,
flato con litere
a
li
inimi
vero,& fopra de q netto pigliaro la querela,
i ufta, fono quefti exépli da
defendere le querele iu/
farà
ùcidc aiutare le falfe.
Finittè
il
fexto Libro.
SETTIMO
Incomindi itTeptimo libro doue ff tracia deh nobilita de
caunlieri che veneno a battaglia doue fe tracia in ma/
teria deb nobilita.
CajU,
jf
;
E Irge imperiale dando dodrina Vfra,8£
copiofa vn vilano,ouero plebeio non de
uere intrare in querela de oltranza, o de
arme,o de virtù con homini che fiano no
bili
J
SC caualieri
non de fangue chiaro: co
mo che in tale cafo fe recerca
la
equaliti
quando infimflecafo fe vene il
più dele volte reproaano li homini ruftid corno non degni
venire a fimile experimétation e darme co nuenientcala no
del fangue nobile, BC però
biuta %C generalità de caualiariJo? pero neceftario prima in
tendere la nobilita checofa e,K donde proceda,8C che pri/
uilegii habbia volendo feguirejn do il fent-ntiofo, 8C rno
ralepoeta Fiorentino Dante in la co media fui in vno canto
fubrilifumo che incominda,le dolce rime de lamore folea
trouare imei penfieri,lui tracia che vn Jmperatore
difiè
che
la nobilita e antiqua ricchezza acompagnata da boni coftu
tni. Dante
reproba
tal fententia del
Jmperatore dicendo;
che attento che le ricchezze fono vile non poflòno pero af
tri nobiUtare^owa) che U animi deli homini non poflòno
contentareiBarthoIo dice che le ricchezze giouano a dare
nobilita: oi giouano a magni ficf ntie, quale e virtù conclu/
dendo che pollòno aiutare a don are nobilita, ma non pof/
fono aiutare a conferuare/vnaltra autìorita dice che li an/
tiqui boni toltami donano nobilita/reprobatale quella fen
lentia per Dante che cóclude che feguiria che da vile patre
non potria defeendere figliolo the fia nobile.Et de do fe
guitariache tutti fiano nobilito ignbili,como fo il noflro
primo parente Adam, perche mai In perfona de alcuni non
po nobilita piinapiareiSTaTchuni teneno la prima opini/
one che coitami boni,& antiqua ricchezza fa Ihomo no/
Bartholo,U
bile.&T lo Porca damna quella opinion
ffgweio^
diccCheanchorada
uili patri
non Pofa na//
1
un
LIBRO
fiere figlio nobile, ma fe quefto fig'io!o viuera per ani viti
ti in boni coftumi farà nobile/Sfimpero fo altra opinione
che quelli fono nobili che dffcenderanno da patre,o auo
non e irera fecondo il Poeta, per
che presuppone che non fianobilùexcepto chi nafceda no
|>ili,8£ quella opinione Dante la damna,8£ dice che quello
che hauera nobilita parata dali foi ar.teceflòri,& no la fer/
ua e da vituperare, ma Bartholodice che fe dalo patre nobz
!e,fe nafcera vno figliolo virtuofo qurfto farà' nobile,
nobili. Et quella opinione
1
fe hauera mali coftumi farà ignobile,
po hauere la
8>C
dice più che vno
nobilita per natiuifate,8£ allega gli prouerbi£
de Salamone che dice che la gloria deli figlioli fono li pa /
tri loro,& ii.Iibro delo ecclefiafticodice bra ta e la terra che
(
lia
il
Re nobile nato de ftirpe regiafe ipeco Bartholo
dif/
feche lanobilita'laquale vene per natiuiMte non dura fe
non fin oal terzo grado.Et chi nafce po lo t rzo grado non
^cnobili^laltrà opi nione fo delo poeta Dante loqUale difiè.
cEedoue e la virtu,e la nobilita intendendo ór la virtù che
lhomo felice, &c5clude che lanima da Dio predetti/
nata in felicita che ogni tempo faza bene,e nobili,^ quella
opinione la danna Barthob,pcrchefeguitterebbe che vno
faccia
feruo virtuofo potrebbe eflère nobile, 6C cofi di.vno rulb'co
efiere nobile fiando virtuofo , 8£ Jnnocen/
chi potrebbe
Jjfl^ue^ efière dignità
laqualefi reputa elTere digni/
artholo dice che la nobilita quanto alle opinioni della
mmuna gente e alla fimilitudine di quella nobilita chi e
Dio,dauatiaIqualeqlloenobileadcuiDio dona la fua
&tàa>8C coti al modo quello e nobile che lo principe,oue/
ro lelegge il fanno nobile,
dice Bartholo, la nobilita elle
re vna grada d it i per lo principe perlaquale fi dimonftra no
bile più che gli honefli popuhri,& dice la nobilita efiere
vna qualità chi poi efiere
non eiTere,como fi monftra fri
&
&
vna donna nobile,che
nobilita:
fi
marita ad vno plebeio chi perde la
& in vna plebeia maritata ad vno nobile che nobi
homo chi per.deli do perde la nobilita,^ co
me fe dimonftra in vno faraceno nobile fatto feruo per ca/
le
fi
fdTnTfio
SEPTIMO
£tJu?ta cW perde la nobilita,&: in vno nobile chriftmnò (et
uo de inficili qual perde fua nobelezza, Se nullo da fe me
defimo poi hauere dignità fe da altri non glie data,o
dal pri
ripe, 8£ imperilo conclude fiatinolo quello fie nobile chie
£er nobile acceptato dal principe,donde dice Bartholo che
non baffariaeflere diledo dal
principe per cento anni,rrtt
glie necefiario chel principe gli
lita
doni alcuna dignita,onobi/
perlaquale fiadiffintìodali plebei fazzandolo nobile
fcxpreflamente,o co ferendoli oflfo ftde digita opheudo no
bile che habia dignità annexa^ma Baldo tene che la virtù*
^lafdenthfazzalhuórnonobile,8^diceche
là nobilita
anchorafxevna dignità difeefa, dalli, patri 8£ aui„in altro
loco dice che alchunt fonno nobili, virtuofi, &C acchiudi
cono che virtù non f e dice nobilitale fola ricchezza,^; al
chuna e nobilita che principia in vno,alcuna che crefeie 8£
àugmenta,& alchuna e perfetta^Sfconclude che vno fi di/
èro nobile in tre rnodi,primodi natura,odi ftirpe,ouer di
lignagio,&queftodeneilvulgo.Secondo,alchuno e nobi
le de virtu,& quello tiene el philofopho. Tcrtio, alchunO
e nobile di natura,8£ virtù miftà,& quella fie la perfetta no
bilita con generofita,^ magnitudine adornata,^ queftaé
fia morige
la naturale nobilita recerca boni còftumi,8£ che
ratoj'&e^afaperechetrefonnogliftatidegli ho mini al/
chuhi fonno magiori,8{ quefti fonno quetli che fonno ve>
liuti ad dignità dalla fortuna, SC àlcunij fonno mediocri, SC
queffi fonogli nobili fenza dignità, &alchuni li minimi 82
quelli fonno gli plebei,&: la opinione di Bartholo e vera*
ma no e generalesche fono alchuui nomini nobili p nata
li reputa,^
ta de U anteceflòri nobbi li liquali il prlcipe n5
extimi p nobili &feranO nobili , n5 pene lo pricipe lito/
per delitto gli potrebbe prillare
g] ii la natura humana,ma
de nobilita,doue dico che vno,di nobel patre fie nobile an/
chora chel principe non lo extirmnòbiie,8£quclb dice el
libro della fapientiaal terzo capito!o,che la gloriadelhò/
tno viene da Ihonoredil fuopatre,mac5 Ogni nobilita deb
virtù fecondo Tullio elqual dice che fpeflé Uà
be correre la
LIBRO
te nafcono da gli nobili patri quelli che gli far» vituperio*
impero dice Bortio, f e la propria virtù no fa vno nobile
no lo farà nobile la nobilita patema,^ pche Ihomo e a tale
rónàle fe deue appellar
homo della virtù |>pri a & no di ql/
no Ihatifra no fera homo ronale,
la daltrui,laqual virtù fe
ne nobile, Kimpo vno ignobile t 6Tvitiofo no potrà diète
nobilitato dala virtù
ali
;na, ma dalla ,ppria virtù 4>ncorrert
do la natura pattrna,&diceOuidio,che qlla virtù laqual
no habiamo da nui no fe pol^dir noftra &: qllo ilquale de/
t
f&
feede de nobel patte fe pfumeeflèredi" bona natura
di
"qfla nobilita d?genere,o di natura non parla Bartholo
ma
dice di quella che e caufata grada del prldpe,& qlla
nobi
p
lita laqual e della natura,ogenere,e la vera
nobilita quado
glie
actópagnata co gli boni portameo,& co adi virtuofi
f
di natura puene naturai
& bon cofrumitdalla qual nobilita
mete la virtù laqual e ornameto dela nobilita, fenza laqua/
po edere chiara vera nobilita, pche la nobilita di na
tura preueniente da vna nobile femènza in vn homo
fenza
virtù, SC fenza bon coltami fera corno vno bel grano
femi/
&
le no
&
nato nel terreno fecco o trillo
arrido,ilquale,g!i nafee di
vétura vn trifto frumeto:& de altra fpecie di feméta di qlla
che fo feminata:& la nobilita n5 po eflére fenza miftura
de
virtu,& impodice loanandrea,Ia nobilita dr Ihomo e vna
.ppagationede virtu,&: la nobilita e virtù che no teme fe no
le cole turpe^dishonefte,&: la nobilita fi e tenere
ragione
d-Ila natura/fi: lìcet molte fieno le nobiliti, ma quella e
la
rera nobilita laqual j>cede dalla natura cocurréte la virtù
la
quale fie caufa della natura bona,&: :he qfto fia el vero Bar
tholo no parla di qfta nobilita
le, pche
Dio creo tutt
•
le
fi móftra per ragione
natura
cofe della natura in fua generaliti,
o fpedalita co alcuna e xcellétia,obonitn t 8C vna più perfe
ta,8£ pciofa che laltra in vna nobile vnaltra vile come fedi
moftra nelle pietre p:iofe,che vna pietra pciofa e di più ex/
celléoadevrap5mice,8£ infralepietrepciofee difìiclione
che v na fi e più ti* Ua de ialtra& vr a di magior colore de la!
tra,ferra
vno
zaflf
mo,o
balatio di gra colore, QC gli altri dì
^EPTIMO
•
poco colore ,& altro biacho fenza colore, qlli de gran cofo
re in fua fpede fonno più predofi che gli altri di meno co/
Iore,8£ cofi in g!ianimali,che vno facro falcone gentile lai/
delle piecore gétile in le herbe,8£ in tutte co
tro villano,
&
>
fe della natura metitamete eflèndo quefta diftindionr di
f>/
cìofita nelle cofe materiale: quato più deue elTere nelli ho;
mini liquali Dio gli ha creati differèti alcuni più di bona ru
tura che e li ufa la gratia,& le virtù più ad vno che allaltro:
vna pietra pdofa quanto fera più colorata, lucida,& n°tta
che laltrajdi
qlla fpecie tato fera più nobile Qc di più gran
virtù che laltra
ta,8£ fe la virtù
meno ben colorata ne ben lucida ne ben net
fi
extima nelle pietre preriofe per elTere vna
di più excellentia che laltra che
non fera lucida &
nettareo
nomini humani quello e più nobile loquale defeen
dera da patte nobile di bona natura concupente la Aia vir/
tu lucida 8£ netta,che quello chi vene di patte vile, fera vno
monte de diamanti elqualeproducera diamanti vili 8é im/
perfetti, laltto gli produceraperfedi ffimi &: boni,& que/
fto etiam ne Ili nomini fi ha da confiderare,& imperilo er>
rano quelli che dicono non eifere nobilita di natura, perche
fi vede per experientia che di vna progenie nafeeranno ho
fi
nelli
mini tutti virtuofi, forti,ftrennui, fapienn\coft\imati,8£ ani
mofi naturalmente inclinati ad virtu,adhonore,8£ ad ben
fare,& da vnatoprogenìc tutti virtuofi declinano ad vili/
de viòiflEtdeclaro che la nobilita e vna virtù innata 8C
ta
&
generata nelihomo inclinato alle cofe virtuofe,pch2 di fpre
za gli vidi:8C tende al ben
fare ornata
de faculta, imperho
dico che la nobilita e virtutperche lhomo nobile deue ha/
nere la virtù cardinale, SC la virtù dela forteza de no fi lafcia
re fuperare dalli vicii,& dalle cofeaduerfe,8£e detta virta
perche glie lanima della mente, SC vince li vicii
,
& viue re/
lai limo loro tentato da molte battaglie de vidi , 8C
imperho gli huomini nobili deueno hauere vna virtù <pba
vencere
Uj&expimcUU Con vita laudabile,altramcte f erano igno
LIBRO
bili,& infami
&da efcre cazzati dal confpetto de ogni bo
principe virtuofo, fecondo che vole la lege ciuile:& deue/
no anchora hauere quefti nobili Li virtù della iuftitia in
&
fe,
che fogliono eflere deputati alla iuftitia,8£ allo
regi mento delle cita,8£ dice Tullio che la parte di queffo ta/
nelli altri
le iuftitia fie:hauere
religione,pieta,gratia,wndida,obfer/
uatione,8£ verita.Macrobio de fomno Sci^ionis fcriue che
iuftitia deue hauere fepte virtù integrale, fab'cet innocen
b
tia,affabilita,:oncordia,pieta,refigione, arTetto,&
huma/
fonno le parti della iu/
ftitia, veniere honeftamente,n5 ledere altro,8£ darai ad tut
ti la fua ragione: debbean:hora il nobile hauere la virtù
humana,cioe la prudentia,per laqualerega feinftefo,8£ la
moltitudine fubiecta a fe:d:bbono 8C gli nobili efièfedota
ti della predetta virtù della fortezza laquale ha fuoi prece/
riita,ma fecondo li'Jurifconfulti tre
pti,ciocderefiftereagb"nimici,8Cche fieno fenza timore,
eiìere patienti nel male,8£ perfeuerare nel ben fare,& ha
&
&
ner fiducia nel imprendere le cofe diffìcile 8£ grande,
q/
e la magnanimità fecondo Tulio, SC fonno altre parte de
fta
la fortezza, cioè laConftantia,laqualefotto magnificétia,
& etiam Ianimofita,laquale;ia
nuita,& fecondo
fecurita,la virib'ta,& laftre/
Ariftotile la fortezza bquale'f e
adopera
per la difciplina militare e per arte,8£ per experientia delle
cofe bellice,laqual opera e per paffion de i:a,8£ per còTue/
tudine che la vidoria e per ignoranza di pericuh , anchora
:
nelli nobili
debbe concurrere la virtù della temperantia
la /
quale halefueparte,cioetoverecundia,8£lhonefta,8£ q/
fta temperantia lì debbe adoperare,per Ihomo nobile circa
gli
óbifdC la caftita:& U pudicitia moderando gli moti inte
de lhomo,8£ fi ha a operare circa clementia,a modera
riori
re
gli
che
motti della
fe
ira cerca la
\
endetta,8£ circa
la
modelli*
ha a moderare £li motti :o/porali,&: operar fi debbe
la temperantia cerca la
grauka p:r laquale gli nobili
fi
deb/
bono moderare nelli colloquii,& in mal parlar de borsari
chora hauere
la
virtù della fede,perche cerca lapprobatio/
ne della fede loro fonno aifii obl/gati, fijdice Gregorio che
SEPTIMO
parole di vno nobile fe debbono tenere per pegno, &" at/
tendere quello che promettono, che la loro prometta fi deb
le
be tenere per
fatto, BC debbono crefcerein far
generalmente
le vir tù
beneficili
fonno innate a gli nobi li dela naturaX
come Adam chTEebbe Tevirtu nella creationefe feguen/'
do nella diffnitione della nobilita dico che
dera
& appetire
la
nobilita deli
cofe honefte:8C dicefe,hoefto colui che
ierueilftatode lhonore,8£ quello che non ha in fe parte
le
che male vfa la none
lta:& lhonore della dignità ad honefta gli homini,8£ quel/
li fonno honefti nelli quali glie il premio, &honorefecon/
di turpitudine ad di flerentia di quello
do Ariftonle,8£nonfe dice dignità quella che fe conferine
a lhomo inhonefto, olimpo gli ho! honefti fono da efler p
pofti alli officii,che lhonore n5 fi debbe dare alli vili,& no
per hauer gran dignitari poi dire eflère honefto perche qllo
e honefto elquale e virtuofo,8£ non e vile dC adiecto,& al/
fa nobilita anchora bi fogna honefta,hqual e parte della iu
(litia,& debbe la nobilita difprezar gli vidi,perchegli vidi
fonno contrarii alla virtu,8£ ogni virtù ha gli vidi che gli
fonno contrarii .Primo la virtù della fede ha per oppofta fai
infidelita
glialtri ,
de Dio,& la blasfemia de Dio,& herefia,& coli
&: imperho gli vidi fonno oppofti alla nobilita,p/
che il nobile fi detto quafi non vile, ma notabile, perche fa/
cilmente vno conte e noto eie infamia per gli vidi fecondo
&
digni;liquali fonno in
Tulio,8£ tutti quelli fono nobili
bona fama: pero gli vidi fonno oppo
(li della virtu,perche per loro fi perde la dignità laquale fe
tegri,virtuofi,8£di
acquifta per
le
&
virtu:& fi perdono gli priuilegii della nobili
ta per falfo teftimonio,8C periurio,8Ì
altri
grauif fimi deli/
tìi:6idiceiinobile quafi grandi,&bono,& lo vile fe dice
addifièrentiadcl nobile,g£ del digno, imperho li cauaglieri
debbono enere alieni dalle cofe vile, perche la vilita obfcu/
ra la nobiliti, 8£ per la vilita vno cauj^liero debbe e dere ca
zato dal loco doue fera lo principeAecondo la lege duilet
debbe anchora la nobilita eflère ornata de faculta,& richea
sa ngnpaiUndo fecondo lo philofopho; maiecondo altro
r
'
l
"1
/
O
»
3
*
LIBRO
authore,& fecódo la le ge ,8£ la facra fcriptura che la pouer
ta demolirà vilita,&
Ihomo deietto, & humile.Et dice Sa/
lomoneche Dio manda la pouerta in caf a de Ihomo impio
f£ dice la lege che la pouerta
e
ad punitione delli peccati,8£
&
debilita la con/
prr exemplo de fe abftinere del mal fare:
dirionede lhomo,&richeaze adornano la nobilitai fon
no de bene eflere dele virtu,& de ogni dignità, lequale fen/
za richezze no Te póno bene adminiftrare eh* la charìta fe
exerdtahauendo richezze: &pouerifonno fubleuati per
li
nobili richi,8£ la pouerta fa
li
nobili efière difprezati
,
8C
dice lo Decreto che li prelati fenza le faculta non fanno vd
lita ad altro come lanima fenza lo corpo: &C di ce Caffiodo/
ro che per la pouerta rende grande incommodita perche no
ponno aiutare quelli che hanno neceffita,8C dice Salomo/
ne
alli
prouerbiitche le richezze acquiftano molti amici,
ftanno da longadal pouero:&: Confiatino Imperatore per
fecódo
adornare la Tua dignità edifico de molti palazzi,
dice lo Decreto,dice Tullio che la dignità fenza vtilita non
Ti poi fuftentare,le richezze fono adiutatrice alli boni, a He
&
Ambrofio,& dice Auguftinode ciuita/
8£boni:& li poueri fempre
^/C Ibnno defidcranti 8t auari,impero le richezze in vno nobì
le non auaro,8£ operandole nel bene f onno da lodare : 8C
non in mangiare,iocare,8£ luxuriare,& dice la Decretalef
virtù fecondo dice
/
te dei: li
r
chi fauii fonnoiufti
*
che lericheze,la nobilita,honore,8£ potentia fono fimile.
titìTtai la divininone della nobilita corroborata con que/
tfe aucìorita feguendo le altre opinioni dela nobilita dico
che alcuni doétori dicono che la nobilita fie caufa de noue
/<tt
cofe.Primo dalla fapientia nella quale e la vera nobilita fe
condo dice lo libro della fapientia delli nobilito più nob j/
le e Io fapi Jte,&T perche lo fapiente e fopra le feggie:8£ fo/
prali
Re. Impero li iurifti fonno detti nobili ffimi che le le
ge fanno Ihomo nobile,8C fazandolo clarif fimo li princr/
pi mòftranoreuerétia alli iurifti fecódo le lege ciuili;8£ feri
ue Caffiodoro che no po efière alcuna fortuna laquale non
augméte
la gloriofa feientia
dele littore. Et
Salomone fai/
SEPTIMO
Beynegho e fapìentia die tutte le richezze predofiflirne,8£
impo li iurìdi fonno appellati homini grandiroTnonfedeb
beno appellare da nullo fratelli,ma Signori fecondo la le/
ge ciuile vole,licet Cefaro Augufto fecondo Orofio
(lino haueflè prohibito che
condo
la nobilita
non fe nominaftero
Augu/
Signori fe/
comenzo ad caufarfe dalla virtù. Et feco
do Saluftio,& Hieronymo dine la fumma nobilita dauan/
te Dio fie eflère claro de virtu,8£ le opere virtuofe fanno gli
homeni eminenti in quefta vita:& narra Seneca che la ve/
ra virtù fenza nobilita non e altro fe non la operationedel/
la virtù in
Ihomo,8C quefta include
la
nobilita Iaquale
prò
cede da boni coftu mi, donde dico che gli homini per gÙ vi
di mutano la loro natura 8d fannofi vili,& la virtù exalu
la nobilita della natura,^ impero quello che fera nato di
patre clariffimo per la dignità hauera la clarìta paterna per
&
generatione cioè la nobilita,
quefta darita etiam va dal
figlio nobile al patre che il patre fi nobilita per la dignità
del figliolo come fe ferine de Catone ilqual fo nobilitato
il
figlioj^di qfto feguita che
la
nobilita de virtù e
p
da pfe
rireJttdiceTe luno enere nobile anchora per riccheze ariti/
queVie li Coi anteceflòri,8£ la lege affimila Ihonore alle fa/
eulta amplifìime
p lequai li ricchi fe fanno honoratiflìmi,
fono doni acqftati,9£ Caffiodoro tene che tari
Co vno e nobile quato e coftumato
fp ledi do de faculta,
ma quefta no e vera nobilita che la dignità della pecunia no
cc5méfurataalIainobilitavera,Ucetlc richeze copranola
viltà de Ihomojbéche Ambrofio dica che nullo fi poi repu
tar digno di honore excepto il richo,ma la nobiliD delc ri
della gloria e fragili b virtù e chiara OC eterna,
cheze
&dice Liuioche doue cócorre la fapictia le richeze qfta
fele richeze
&
&
&
nobilita e da defiderare,8£ Lecclefiaftico pia che la fapièna
c5 le richeze e più vale:8£ ql che cófida nelefLheze crede
do haucr vera nobilita caderaJSicefe ancora, vn nobile p ra
gione de la cita fplgdida deb f oa origine p bqual e nobile fe
codo il decrero/diceEet vno nobile p la eoe opione n5 delle
gétfjtna qfta no e vera nobilita, pche qfte opinione no fono
.LIBRO
fempre verefina alchuni dodori dicono che gli nobili pe*
fcientia 8£ per virtù
& per bon coftumi
fi
debbono proferì
reagii nobili de lignagjo OC riccheza,ma Ioan Andrea die?
Che la nobilita per natura fie quella che adorna lanimo de
lhomo de virtufalchuni fonno nobili per prilli legio,8£ q/
(lae lanobilitachediceBartholoCcome habbiamo detto)
ma in ogni nobile la virtù e quella che adornala nobilita 3C
vidi
obfCurano.Et impero dice
,
quello e
nobilif limo elqualee bono,& fecondo dice Tulio
lhuomo
gli
la
virtuofo con
la
fua virtù
fi
la Politica
preponealli fuoi magiori, 8C al/
hora fa hauere principio de memoria e più degna cofa effe/
ce felice per propria.virtu e
bon coftumi che per la opinio/
antecelìori,8£ più laudabel cofa efiere principio di
(lobilitainli defeendenti
polirti, 8£exemplocjc virtù in,
fie delli
&
loro che h?bbeepfoprincipio,omezo,o fine de nobilita,
&
Boetio fcriue che alle dignità vene honore dalla propri*
virtu,& non vene honore dalla dignità alle virtù, ma la no/
Milita de natura non fa accepto lo nobile
a Dio, ma
{ua,& dice Saluftio che gli nobili alhora erano
la virtù
per la
&C fcriue Valerio de
Gneo Scipione figlio di Africano maggiore qual fu quali
monftro attenta la vita del patre dala quale fi degenero , 8£
impero fi debbe reputare vilif fimo quello che fera di gran/
4e honore fe non f upcrera gli.altri in virtu,per la qual virta
QC per la ragione de langue ne habiamo fauorire,8C il vero
ornamento ck lhuomo none la dignità de gli anteceflori nel
fplendore de gli vestimenti, ma le virtù
bon coftumi feco
do che fe Icnue nel Decreto Oc impero la vera nobilita c5/
virtù nobilitante venire ala nobilita
foliti
;
&
fifte
pela fcientia:
tu
in
e
fola& vnica
virtù & bon coftumi, che dele vie
non fi dobiamo laudare ne vitupe
p chiari & fcriue Polkrato che la nobi/
rare ne far obfcuri
lita
le
deli vieti deli patri
virtù, lume del claro fangue.Et
fecondo
Salufiio,meglioe hauere parturita la nobilita che.hauerc
corrotta quella nobilita che
hauemo dalli patri.Et Augnili
donna virtuofa che la nobilita,©^ opu /
len iu delli anteceffori e ioro,& non e tua,
quello firma
r,p fcriue a 1 uliana
&
laiche
SEJTTO
che quello che io acqfto per propria virtù e pia mia
che quello che me vene dalli mei pfedecefibri,& perho pi«
degna nobilitai quella che e acquiftata per propria virtù che
la lege
quella che vene dalli patri, dellaquale loro
1
;
'
fonno da lauda/
re.Etfumma nobilita e quella che vene dalle
chiare virtu f
donde e più eflere nobile p virtuppria che p{li antecefìòri fen
za tua virtù, &I femp Gè da venire ala virtù che no fé poi dir
nobile per naturalo per fangue, fe non glie la virtù mifta co
la nobilita per naturalo per (angue, per priuilegio,per feien
&
ti a
per virtu,lequa! fono neceflàrie ad ogni nobilita p effe
renqbile,peroe più degno Ihomo nobile per la propria vir
tu. Et dalle fopradette audorita feguica vna cóclufione che
li figlioli delli dodoji de lege liquali viueranno in virtù ££
bon Coftumi, 8£ corno nobili potranno combattere con gli
nomini nobili di natura: Qc non potranno eflere ref u tari per
non fieno flati nobili per natura, ma p feien/
,& per virtù che loro patri forono nobiUflìmi,perche la
caufa de patri
tia
ùe nobi!ita(come difopra habiamo fcritto)& non
folamente quefti dottori fonno nobili ffimi, ma habiando
letto in Audio per v intanni vno dodore de lege fi appellar»
feientia
fonte,
& la lege da priuilegii de eonte,& edam quelli dodo
aduocatione loro exercitato p
longo tempo non lo esercitando più fonno darifùmi,& ha
no honore,8£ titillo de conte, Et impero loro figli fcranno
nobili poi che li loro patri forono nobilif fimi,anchora fez
ranno quelli tali figli nobili di fangue , che fonno nati di
fangue nobile paterno chel patre f o nobilifftmo:& la natu
ra paterna non fe pole immutare,& li priuilegii paterni paf
fano al figlio,& gli figli Te honorano dello honore paterno
Et dice Andrea de 1 fernia che gli figli delli dodorrie appel
lano homi ni militari anchora che loro non exerciteno la mi
ri liquali finito lorficio della
Ma
tia,perche gli loro patri forono militanti in feientia,
SaluÒio in Catelli nario dice, che Ihomo militare fie quello
li
che per vintanni e flato duca dello esercito con gloria,^ li
figli delli
più altri
dottori hanno
altri
pnuilegji per
la
lege dati
priuilegii delia nobilita habbiaflho ferità nel
K
,
&
Uè
/
•
/
.
'
f^ltéU
\\ 0
.
yr
.
LIBRO
•ro ordinato ne! tatmo,ma alcuni vltramontani nobili per
natura dicono che gli nobili per feientìa non fonno nobili
di pane querendoqueua opinione no e vera,che feguitereb
be abfurdo grandi f fimo: che gli nobili per natura non fof /
fero nobili di fangue,perche loro anchora vfano la militia
armata cercar il panet 8C vanno a gli offìcii con pochi falarii
ti ferueno nelle corte delli prìncipi foloper la vita,& più
1
vanno con gran pericoli al fo!do,alla morte,8£ alle ferite p
hauere dil paneranno alle battaglie per acquiftare il pane.
Et impero quefta opinione £ie falfa perche lalege imperia/
le laq naie ha indutta, & dirTinita,8£ prluilegiata la nobilita
per natura, etiam ha indutta
priuilegi ifiniti agli declori
gli
la nobilita per feientia, arditi
corno nobili ffimi,& vole che
docìori fieno nobili ffimi,8C Te quefta opinione fotte ve
ra feguiterebbe che loro achora non far/ano nobili perche
loro fonno nobili de acquiftare el pane OC più fe fanno fub
diti
per haueregli feudi per
gli quali
fonno ferui de
gli fi/
obligati,8t formo fchiaui compa
gnori de formo tenuti
rati per gli frutti de gli pheudi &c impero non e da tenere ta
le opinione: perche quello che ha fatto nobile te,ha fatto
nòbile me,& fe io non fonnobile,tu no fei nobile,8C fó/
nò de nobiuta equali gli litterari corno gli nobili di natura,
corno dicono tutte le fcripture, licet fu grande difputa qua
le di lorodebbe federe inanti y cte)a qualnon apertiene par/
larcalprefente.
Seeleétì doi imperatori in difeordia fe fi douerebbe venire
'
Cap.lJ.
per loro a battaglia da perfora a perfora,
'
j.
.
.
,
morto
gran queftione
SEguita da vedere vna
gli declori de limperio f crono eie
eflèndo
lo imperatore per
étìdoi Imperatori :& luna parte elelfc Alphonfo de
Hifpania,8i Ultra parteeleflè Ricardo conte de Cor/
ràuaglia fratte dil Re de Anglia,8i il regno de Boemia era
fai diuifione che la chisfia fauoreggiaua elcgendo Locbrio
CcCorrado in ditcordia/AlphonCo fecondo
la decretale
J
narra:
SEXTO
.;?\/,.
& pff non enere longa guerra infra loro perche
...
futtff
admìniftrauano,8£ hauiano parte de obedicntia forono
In concordia de combattere perfonal mente, SC
& molte
il
vincitore
foron madateper a me
dna per fare la battaglia,©? pervia delle parte f da poi fo
refultato in dubio fe far fi potefle de iuftitia,perche il PaV
haueflè lo Imperio,
littore
pa:& gli eledori no volfero confentire alla
battaglia,©? pe
Ro
dubitatione dico che emendo gran guerra infra
8C Albani per caufa che gli Albani nonconfenteano
ir© in tal
mani
efléte fottolo Imperio Romano conuenne che fe tro
uaflerovna vìa che fenza troppo eflìifionedi fangue quefla
diflérentia fi v*defc,©?elefl"eroche tre de Romani gli quali
«rano fratelli pugnaflèro contra tre altri Albani pur fratelli
uolér
©?que^icevinceanoimperaflènoagli vinciuri,©? vinfero
Romani,8£cofigli albani forono fubieéri alo Imperio
gli
Romanoicomofivederain vnahiftoriaal
fine di lopera.
6? per tale exemplo ©? auctorita antiqua fi potrebbe dire
poterfé pugnare infra doi Imperatori, delo Imperio , &?
p
tal ragione perche lo Imperio fo acquiftato per fcjrza
me,comodice
de
air
Salu(tio,©?gli Imperatori per arme acquifta
tx>ilmorido:©?ncnfetrouaper altra via gli Imperatori,
hauere acquiftato fe non con le arme,©? con la* virtù,©? la
tutòria de gli regni fe confitte nellarme,©? più licita cofa e
lo Imperio venire per potenria:&: virtù de arme che venire
per elecb"one,laqual fi potrebbe fare per di nari >o per ami/
ào"a,©?elegerft indigno Imperatore,©? quefto eflendo prò/
uato nellarme:©? hauere hauuta vidoria, tato più douereb
be eflère confirmato nelimperio per f ua virilità,©? parerei
be per diuinaiuftiaadfa-e tato vickore,laquale aliai fi mo/
ftra nelle battaglie ( corno habiamo detto di fopra
) ©? di /
ce il Salmo che Dio ha datta la jerra a gli figlioli delho //
mo,&: ad quello che fe lacquifta , $C dille Dio nella prima
creatione, quello che Calchara
1 mperkyprocéde da Dio,
il
tuo pede fera tuo ©? lo
fortuna corno fe feri/
& dalla
cera allo Capitulo fequente,©? dice Baldo cfìe
non e Po/
no che fempre lo Mondo fa in tribulatione* ©? Anguftia;
ic
ti
U
LIBRO
la fortuna dell» battagliaci
poi dir^prouifta da Dio, fé'
condo che dice la lege ciuile,8$ colui chi perde pare hauere
renundato limperio,8C impeto douerebbe edere del vincita
re ilquale parte nehauia:& da qtta battaglia ueneria bene/
fido che faru punito quello di loro elquale non fofle bene
cletto,perchcel\erenco,&fdfmatico,8i non e bene che
fofó (ottenuto per la diuifione,8£ fcifma,tamen fecondo
non debbe combattere per imperio in tal ca
fo, ma fe dsbe andare al Papa onero a gli electori de limpe
rio,8£ quella parte fi monftra efler vera, perche lo Impera/
tore non debbe perfonalmente combattere perche in epfo
eUfalutevrauerfaleconxidicenrllibrode bello Iudayco
6£ Q.uintiliano,&dice Onexandro che roo Imperatore,
debbe più per confilio,& prud?nda combattere per benefi
la lege canonia
ciò della republica che co la propria
perforo^ lo imperio
Dio dalqualee ogni potefta,& impero non fi debbe
dare per fortuna, ma per volunta di uina, Svenendo da Dio
fie da
debbe poncre al dubio & euento della battaglia
& hauendo limperio per caufa drla
8Z non per U
non
fi
,
battaglia,
porta de la fantìi chic fia feria tyranno,& damnofoa tolle
care a limperio del mondo: per la regione di uina che dice»
quello che
non entra per la porta e ribaldo, 8£ latro."
Se e loco di battaglia infra vno Re, & Imperatore. Ca
.
1 1 1.
ESfendograncontrouerfiainfravnoRe,& limpe/
il regno di pollooia vennero al guagio
de battaglia,^ il Re primo prouoco limperatore
volendogli monftrarcon la fpata il regno eitere fuo
Como fece Carolo Martello figliolo dil Re Carolo fecon/
do,quale pretendendo iuftitia fopra il Regno di Vngariap
ratore fopra
tuccrffione della marre, che teneua vno
Re Vngaro venne/
ro ad bona conuentione de combattere da per fona ad per/
fona, 3£ Carolo Martello era giouene de vinti anni,8t noi»
esercitato l arroe,8£ ha ira iuftitia.laltro era di magi oc era»
in acme longaoiente altueto,&
impetho lo contenta ci
SEPTIMO
battere con Carolo Màrtdlo gbumelIo,&c!e^
il
Red?
Angh*aperiudice,ilquale Ridete il capo in vna infula dif
fuo regno,# andarono alla giornata deputata,
Lungaro
andò prima con vna fua barcheta,8£ afpetto Caroto Mar//
&
andò con vnaltra barchetta,©? difmotata
in terra Carolo Martello fpinfe la fua barchetta con il pie/
dille a quello che era nella barchetta andari con Dio;
de
telloilquale gli
&
il
Re VngardiftV,percherimandate la voftra barcha:8C Ca/
ro!o .refpofeVvno di nei ha da reftare qua viuo,& quello
chereftara viuo balta-agli la voftra barena che reftaqua per
andarfene,& fe io vincerò anderomene con la voftra bar//
cha,& alhcra quel Vngaro comincio a dubitare infra lé
nvdefinx>,&cornindarono la battaglia^ vinfe Carolo
Martello,&: orafe quello re Vrtgaro,&:tolfegli vna cime/
ra che porta ua che era vna tefta di Garzo con vn catenazzo
al nafo,& andando Carolo Martello di poi in Vngaria,8C
per tutto il regno, ZI quella cimerà portarono tutti
fuccefiori,&il
gli fiioi
Re Linzislao,& vogliando quello Record
battere con limperatore da perfona a perfora limperatore
repulfaua digirido chegliera fuo fuprriore,8cnon doucua
combattere con epfo perche gliera fubi? do del Imperio,!/
pero fo dubitato fe lo potea rebrozare,potrebefe allegare
che fi perche limperatore e fignore del moixk>,& ha lmpe
rio Copra gliRe:8£ fopra tutti gli fegnori,el Redi Vngaria
e fubdito al Imperio,^ limperatore ha iurisditione dupli
cata,&e Re de Rcmani,8£ imperatore,8£eDio interra,
6C non gli pare iufto di douer combattere con vno di meno
contrario fi determina la qu?(b*oneche non lo
po refutare,perch? liperio^ officio che n5 palla alla herede
re* dignità*. in
de limperatore, 8£ la dignità regale va a gli fucceflòri
im
péro il regno e più digno,& quefto farebbequando quello
regno delqualevolelìè combattere non
foflé del
imperio,
pretendete limperatoreeiièredi fuo patrimonio o per
akra ufti eia, perche alhora combatterebbe corno Re non
fi£
i
Como Imperatore, & prima foronogli Rechegli Impera/
tori;coirofcdimor^a^^^
Poni
K
Iti
(
•
LIBRO
pitfo,imperodapoi IulioCeCiro concludendo gli Re ha/
uere autorità di far noue lege:8£ fucceflèro a gli Re gli Ir»
peratoridagandoindoeuangelica dodrina digando fiate
obedienti agli Re che fonno monache alo regno loro:8£
ponno combattere con gli Imperatori per caufa de honore
de iniuria o per officio delo Imperio,o cau(a dela fede
o per terre della chiefia doue lo Imperatore e fuperiore no
ponno venire a battaglia con lo Imperatore.
1
Se e cafo di battaglia infra doi
regno.
DOi
Re che Cotenderono di vno
Cap.
Re rebatteno,& fanO guerra di imo regno, Iu
parte, La Itro altra: ma ndafe guagio
da vno a laltro, che per non damni/
vniuerf alita con loro perfone combat/
noregevna
I
di battagia
fìcare la
tcnOrSC quello che fera vincitore habia lo regno, fe dubita
fi fera cafo di battaglia, molte ragione fanno che fi: lo decre
to dice che le battaglie fe fanno per acquiftarfi la pace, 3C
la tranquilita,6Z gli principi hanno acquiftato loro Jmpe/
&
le gran/
rio con larme ( corno habiamo ferito di fopra )
de dignità non fonno da fpartire per mezzo, li reami fo/
no indiuifibili per la moltitudine che ne:efiàriamente fi deb
&
be gouernare per vno OC non per molti,oZ fcriue lo philo/
fopho che vno debbeeflere lo principe,perchc la diuerfi/
ta d? gli principi fi e mala:8£ vno debbe dtere lo redore 8&
non piu,come fi vede nelle ape,8£ eùam nelle grue, 8C ne
gli altri animali quali per vno fe conduceno , Oc imperho
per espediente battaglia fi ha da conftituire vno principe,
&C la iuftitia de gli principati, 8i delle fignorie fta in le arme
quando non e fuperiore che poilà togliere la guerra,& al/
mano di fare la
a
8C
de ar/
megli vinceranno, 8£ il libello:8£la fpata,8£dice limpera
tore che prima forono le arme a dominare cha le legge, 8£
lhora glie
alhora
licito
armata
iuftitia
tutti ,
ù concedono gli regni a quelli che per forza
prima che foij:
confteutta Roroa,il
popolo hauea
il
Re:
J
SEPTIMO
& no
le
!egr,& anchora
li
regni
ma a Ila fpata: & la potetti dr
regni fe
1
no erano fubietti alla fcge
delle arme fie equa
le lege
&
debbono vincere co le arme, & tutti gli re/
gni fono fati venduti per forza di arrne,perpotetia,8£ po
co per fentétia:8£ Dioopa,& la fortuna in gli,' imperii(co/
ine habiarno detto difopra)8: fecódo Auguftino perpui/
détia de
Dio fr ordinarono gli regni,& dice la lege che il bel
le arme forino fimi li: &:
impero glie neceflario'nó potédofediflinireper iudido che
fi debba diffìnire per battaglia,©^ qfto fedimoftra
per au/
thoritadcgli antiqui^ primo del Re Dauid che pugno c5
tra Golia,& del Re Saul,8£de Romani che feceno batta
lo iudidaleiffc quello che fi fa con
glia partìculareper di {finire di
che doueua eflère limperio,
C9me habiarno moftratodi fopra a li precedati
del re
capitoli,^
Holofeme,8£ habiarno tetto del re Carolo co
il re
de Vngaria, anchora il re Carolo co il re Pietro di Ragona
venero ad guagio di battaglia p il regno di Sicilia p mano
Papa Martino quarto, come habiarno ferito nel libro fu
deb giornata dela battaglia,& nella età noflra il re
Alphofo véne ad guagio di battaglia co il re R aniere fenza
di
periore
cfletto,8£ in qtti di
fe
il
re
de Spagnia co
il
re di Portogallo
hano ,puocato c5 litrere di battaglia pfonalerfcV general/
méte tutte le dinerétiede gli impii,reami,&
altri dominiì
fpata,# no per libello,^ impero e
di fapu'na militare altra mente faria annichilata,^
liberi fe deddeno co la
fatta
U
nel cielo fo la battaglia infra gli angeli,&:diaboli,per lim/
perio del módo,& del delo ilquale voleua occupare ludfe
ro f ma liiurilti dicono che fe
il
Regno fe teneflè dalla chie/
romana,n5 fi potrebe dibattere fenza licétia dil papa,i!
quaI(come habiarno foittc di(bpra)Iadono al re Pietro di
fa
ra gona,8c al re
Carolo che pugnaf>èro,& dicédo che
fe gif
no volejfcro no fi potrebe fare fioro piudido,& ha
biado fìg'io primogenito fi mei méte no potrebe in fuo più/
vafalli
dicio acceptare la battaglia pfonale: ne anche il potrebe fa/
re in piudido degi altri fuccefiòri deila progenie
que/
&
& dicono che yno re non po ce/
K UH
,
fio farà alienare
il
regno:
LIBRO
Kgnoinprcìudiciodf gli vafalli,&: della RepubliV
ea, quello Re che in tal modo intraflè al regno (ària tvran>
no,8£ per non ponere tutta la vnìuerfalita de] Regno in pi /
Culo delb fortuna, vno Re nondebbe combattere in perfo>
madareanimofita,audada,cofiglio,&fortezaa gli foi
f
cauaglieri,8£ ordinare con prudentia le battaglie,8C fera ma
gior vtilitache pugnare con fuaperfona,pfrche jmedetut/
te le parte de lexerdto,8£ gouerna integralmente le fue co/
dfcrcil
m
pie, ma
quando fe faceflè battaglie campale alhora il
vinci /
tore haueria il regno per ragione di arme, BC per diuina prò/
uidentia,
& per ogni
i
uftitia,
& de ciò più ampiamente ha/
biamo ferino nel latino.
Se vno Re non coronato potrà prouocare vnaltro Re coro/
Cap.V.
nato a battaglia.
de doi Re quali vogliono co/
SEgulta vna
con la loro perfora per vno
queftione
li
regno , luno dira
Re corona/
to,3£ fei Iatrunculo,Ktyrano non dei poter combat
Cere con meco 9
quello diflé vn Capitario vecchio
pra/
ètico 'di quello regno vogliando combattere doi Re per que
battere
a laltro io fon coronato Re 8£ tu non fei
&
&
fto regno de Sicilia che
luno era
non gliera cafo di
inueftito per il
battaglia
,
perche
Papa,& laltro non.Etper refolue/
Re de gfi
coronano quattro perHo Papa , ciò
re quella queltione dico che quatordici forino gli
chriftianideliquali fene
lo re di Pranzalo re di Gierufalem, lo re di
di
Sicilia
,
& lo re
A ciglia, & gli altri obferuano la loro confuetudine', che
coronano per loro prelati, 8£ la corona nel tettarne"
gli Re:&appellauafi diadema), 8£ era
di oro con molte pietre preci c fe, corno fe fcriue al libro fez
condo de gli Re al.xiì .capitulo,& quella corona no da no/
ua dignità a gli Re,8£ e ligno reale ma non Éa Re , fignifica
di grande honore, fecondo Seneca
plenitudine di potefta
non eia corona de neceffita che fenza lei non fieno re,
pero che gli Re fonno per virtù,
debbeno in virtù eflér ta
alcuni
fi
to vecchio era data a
&
&
SEPTIM O
che iapwno regere fe,& Io populo per abundantìa de v?r
tu laquale d?bbeno hauere,8C non fe habiano a fare per al
lì
trai regere,8£ impero la
corona non augumenta la dignità
magior dignità che *gli re non
coronati, perche la corona fe di a gli Re in fegno cfce fon/
reale, ne gli re coronati h ano
no virtuofi, Srdfbbe la loro virtù fplendere com? le pietre
predofeche fonnonella corona, 8£eflcr fenza vifio,& fen
za di fetto come quelle pietre fonno fenza taccia\&C tal coro
na fe da al re per grauita, per illuftratione de virtù, per
chiarita de la fua vita,&T per preciofita de intellètto,
deb
be precedere tutti gli fubditi fecodo che dice il philofopho
&ditalconditionehogi pochi Refitrouano,8£ gli roma/
ili dauano la corona a molti caualteri,& drenili nomini gli
quali non erano re,8£ fpedabter fe daua corona de oro a ql
li che erano attillati,^ combateano da perfona a perfona,
SC erano vincitori,8£ la corona aurea fediua alle regine nel
teftamento uecchio,8£ dauafi la corona ohanigena,cioe de
oliua a quelli che haueano procurato lo triumpho ; 8£ non
erano flati nella battaglia, era la corona di o ro laquale fi do
naua ad quello che primo entraua a gli lochi de lhofte,o de
quello che primo entraua a lhofte,ouero lo cam
inimici,
laltra graminea fe conceda ua al duca che li
po de inimici
beraua lexercito della obfidione,& la nauale a quello che
primo entraua alle naue de gii inimici
la corona ederale
la noftra a gli confuti triumphanti fecondo
a gli poeti ;
Valerio,& impero fe conclude che uno re non coronato po
&
&
&
&
&
tra
prouocare uno coronato a battaglia chela corona non fa
re,ma glie figno,& honore,& iudica la uirtu laquale debbe
eflere unita quata debbe eflere ; ma quando el prouocatore
forte tvrarmo che uenelf? al regno contraiuftitia fi potrebe
refutare per altro che hauelfriuftitia nel regno
ueni tvTanicamente,& centra
battere della
mia
i
iuftitfa
;
8C dire;tu
non intendo ffioq de/
urtiti.7
Se uno Conte che non recogno fce fupcriore pole
eflere prouocato di un Conte chereco/
gnofea fuperiore, Cap.Vl.
r
•E
LIBRO
mo Conte elquale e libero, 8£ non recognofce
Ai/
periore per priuilegio,o antiquita,o longa confuetu/
din?,8£ tene lo;o de principe
al
fuo contato,& ha le
regag'ie recercando a guagto di battaglia
rno Ducato
Marchete, o principe che non e libero ma fubdito ad alai/
no Re, fé ppl da lui cnere recufato per caufa che il titulo
del Ducac.9,9 principato,© March fe fia più grade che il ti
tulo del copto, 8£ P la derilione lie da fapere che fecondo
la L"g^ ci ui{e per antiquo tempo quelli che hogi fonno in/
titutacLduca erano tribuni
gli
quali
conduCeano lexercito
de Limperio, Merano anchora maeftri della militia
fecondo Valerio,gli quali haueano da conducere gli exerci/
felice
ti,&: gli
le era
amaeftrauano,&gU monftrauano
da fare il
le vie
per lequa/
tranfito del loro exercito,& quelli hogi
fon
no detti capetanei di guerra,o grande coneftauuli gli quali
hanno pocefta di fare tregua,^ inducie, ma non ponno re/
ccuere alchuno Signore in confederatane,© pace fenza li/
centia dil loro principe,^ quello dice Liuio ab vrbe condi
ta al
nono capitalo doue fo reuocata la confederatione
fat
taper vno confule fenza licentia del fenato: QC quefti tene/
uano el fecondo loco apprelTo gli Re per che erano prin/
cipi della militia, Merano inu/ftiti con vna fpata di oro in
mano ad gouernare tutta la mi litia, fecondo Saluftio in Jii
Mario che erano in tal
gurtino ìlquale fcriue di Metello
officio con piena potefta de imperare a gli centurioi:i,& ha
&
uiano vna parte della poL'fta imperatoria fecondo Quin/
tiliano:& quefti potrebbono combattere con ogni Conte*
con ogni Du:a,o Marchefe,o prinripe fubdi co che ten/
#
gono il principato defila militia , 8C quelli Duchi gli quali
fonno duchi con adminiftratione,8£ non di exercito impe/
riite: 8C no fono liberi: qtb tali no pot. e Jbor.o cóbattere co
vuocoteilqualeteneiPeinfuocoDtoloco deprincipe,o dt
Re che hauclie le reale,& fenza fupiore,& ìtitulatì dei gra
che no recognofeono fupior fe nò dio,òw la fpata, &C hano
no deferifeono da li Re
poretfa,8£
la fupma potefta,
qlli c5tiliqualifonofubditialRe } oalimp/o fi ippdl*
&
m
SÉPTIMO
no Coti che debbono efiere di cótinuo in copagnia del toro
Re al imentario fuo ilquale-era il locodoue li pricipi cele
brauano gli configli, ouero Tonno detti Conti dalla corte
del principe laquale fe dice comitato:&: quefto e nome de
dignitateollata dal principe loro,& quefta dignità debbe ef/
fere ornata di molte virtù: perche fonno compagni del prin
c^eckbbenoeflérehjomiui di honore grandi,
quelli che
fòfléro fenza virtù douerebbono efler cazzati de ogni cor/
te di hono principe per non efiere in fua focieta, perche di/
ce la lege che nomini infami non ponno entrare in corte de
&
principiane habitareappreflòii palazzo fuo,ne
ponno ha/
ucre tal'dignita hornini indigni,& in tempo Romani'gli co
fuli
Romani feappellauanoConti,8Cetiamgli
prouiforf
dello exercito fe appellavano Conti gliquali eranò[Capitay
de arme,tamen fecondo il noftro tempo vno 'Conte in,
Capi tanfo di arme, gli Marche /
ft fonno più degni de gli Conti che non fonno liberijmajn
Francia,in Alemanie gli Cori fonno più degni che'gli Mar/
chefi,& nel taftamento vecchiola dignità del Cote era gra/
nii
dignità glie più che vno
&
de,che(come e detto)srano principi della militia come fon
no gli duchi, & erano compagni defu Re come fe fcriue ne^
lib.deli re al fecódo libroni. xx.cap,doue Jacob era cote
copagno del re Dauid,& era Duca dd exercito,3£ fono dee
ti coti che d.beno elier cópagni de li Re in bcilo,& nel fuo)
comitato,8£ erano alchuni Conti dei conceftorodel princi/
pe,&:quefti erano proconfu li quali erano fpectabili,&<i l/
li conti che erano del configlio del Imperatore,o del li Re
erano illufòri, erano anchora gli Conti &; tribuni gliquali
hauiano cura delle viuande,8£ del cibo Jmperiale fct certi
Conti che hauiano cura del ftabulo Jmperiale . fct alchuni
che hauiano cura del pallnzo imperiale,^ quelli- luno era
più digno che JaJrrorerano alchuni Coti del primo ordine,
gli quali adduceano li exerciti nelle parte vltramarindliqua
U erano fimil a glipeonfuli,fl£ quelli q uando veniano al c5
cedono de Ltmperatore:gli confuli che fedeno in quel con
.
ceftorig fe
debbano leuarc in piedi
& honorarli,8t hp# ^/
L
IBRO
de arme;g i qual? fonrio equali t'
gli duchi che regono le prouincie &C cita,como fonno gli du
chi di quello regno che Tonno regitori delle dta,anchora
erano conti che regeano le prouincie,como e in Italia il co
tede rormgnia,& de Campagnia;& fono alcuni conti per
folotitulo,como li Conti Palatini ;& quelli fono abufiui
fio officio e delli capetanìi
f
che non hanno adminiftratione fe non el
titulo
;
8C quelli
potrebbeno^eflèrerefutati da altri Conri,o duchi ;SC gli prin
dpi
fubditi
fono al primo ordine aprefio lo imperatore;^
duchi fonno in fecondo;li Marchelì nel terzo ; li conti
tutti quelli officiali de limperio po/
nel quarto ordine ;
altri gran Signori;
trebbono combattere con gli duchi
gli
&
&
perche fonno equali a loro;& anchora gli officiali della ca
fa del re»como fonno gli detti offidi combattano co ogni
ducha,Marchefe,8£Conte che fonno fimili &pari,8£ fon/
compagnia della perfona imperiale;^
farebbe facondo lalegeduile cheuo/
le fia parità 8£ equalita nelle battaglie pfonale;& habiamo
detto di fopra doue fcriui mode gli campionijche uno con
te potrebbe dar campione equale a quello che lo <puocaflè"
fofie de inferior dignita,ma fecondo laxte militare 8£ in
iudidodi caualeria un conte oflefo da uno duca,o per fede
no del comitato
cfuella differentia fe
&
rota,oper altro criminegrande per ilquale foflè. maculato
dil conte potrebbe per tal caufa di honore prono /
Hionore
&
uno principio duca, o marchefe ala battaglia ,
ql/
mancamento di fuo honore $c fama,
dice la legechevn homoilquafe non exrima la fua fa/
Care
Io recitandolo faria
&
ma & honore e traditore di fe medefimo:8£ douerebbé ef/
fer concetto a cobattere 8C defendere
il
fuo honore,
fare etiain tal cafo vn cótedouerebbe a ogni
homo
&
'fati f
nobile
Se honorato refpondereper fe,opercàpionequado richic
fio fon* e per guagio di battaglia in cafo di honore,
habia
mo detto nel libro de li capìoni che vno Cote poi dare»cam
pione: fe debbe intédere quado fóflè «puocnto da vn fimpli/
&
ce caualiero,o nobile excepto in cafo de infidelita cómefla
cetra il vaftUojnu eflèndopuocato da vnaltra pfona'hqu*
•
SEPTI
MO
haueffe fimili offidi douerebe cobattere co Tua perfora
& fimelmétedico de vn prìndpe fubdito a limpatore
,
,
&
o a
Re,che nopotrebe refutarr vno duca Grjuliter fubdito,p/
che araendùa fonno equali de dignità &/iurifdi rione 8Z po
tefta,an:hora che largumcto fu del prindpe
tega il pri/
mo loco aprdfo limperatore,ouero Re,& 8C no glie difièrc
&
ria infra duca, o principe fe no nel nome del ritulo,che ame
dua fonno baroni:&iI nome del prìndpe licet fia conue/
niente a Limperatore
&
&
Re,tamen quando e fubdito ,
non e libero,e quanto vno du:a,licet preceda il du:a in vno
grado apreflò Limperatore come più altamente habiamo
fcritto nel libro latino,& vide nel capitolo fequente.
Se vno nobile di natura potrà prouocare vno Conte,o ba/
rone.Cap.VJJ.
VNo
nobile dì natura,&: di quattro gradi defeen/
dente de nobilita oflèfo,o iniuriato da vn Conte,
o barone, il prouoca ad guagio di
battaglia, quel/
Iolori7iutìcu'cendo,iofonConte con ti tu Io di
Contato,^ tu fei fe non vno fimplke genti Ihomo, non in/
tendo contendere con tecoper non ti fare paro $C equale a
me: fo dubitato fel conte i l pole refutare,o vero fe gli potrà
dancapione,gli nobili di natura dicono che no pono edere
ref utati da nullo fignore,o cote,gli fignori dicono che lo
p5
no ref utare per rifpetto della dignitt,li araldi officiali de
&
le arme dicono
che vno nobile di natura no po edere ref uw
to da nullo cote,oduca,ofignore,6Z quello dicono cria gli
&
armìgeri,gU iurifti dicono che la nobilita p natura
p vie/
tu epiu ferma che la dignitaipche quella dignità fi di Qc to/
glie come vna vefte:&: la nobilita
fta ferma perpetualméte,
fecódo che dice mefler Baldo:& la dignità e accidctalnvtc,
&
&
la
nobilita e inata da gli antece(fori,& dalla generatione
la nobilita
no nafee in vn momèto:8£ Ha in mola ante/
cetfbri nobili,8:
che
impho fe dice la nobilita più eifere ferma
la dignità, laquak
no ha cadiwe,& facilmente fc abrade
LIBRO
R
toglie*
R
la nobilita
no
fi
po facHmete togtiere che
tura e coftante,Rperpetua exceptoper gran delido
fa
na
& la
,
il fanio che la gloria de Ihomp
e dela nobilita paterna,R la dignità nò da più che nobilita,
la virtù e nobilita fie da edere ppofta alla digrrita,po dice
dignità fie acddétale,R dice
&
il
Decreto,
R dice
ferife al fapiéte
el libro
de lecclefia(bco,che la fapiétia co
fopra li princfpi della cita,# nella fapien/
?
denota la nobilita,R fecodo Boetio,il nobile per virtù
fi debbe anteponere a gli nobili pefdignita,R qfto fi dimo/
tia
fi
ftra,perche la nobilita e
honore fupremo ilquale e coueniè*
Re Ra qlli che vogliono |>uenire alla dignità gran/
de,R fcriue Lecclefiaflico,Beata la terra che ha il Re nobi/
te agli
de ftirpe regia,R dico che non fi troua officio,
honore,ne altra excelletia che fia più che la
nobilita co virtù mifta:R n5 glie cofa fopra la nobilita,per
che Limpatore no e più che nobile,o nobili f fimo, ne lo re
le cioè nato
ne
dignità, ne
e più che nobile ,R lo Papa fole fcriuere a gliiRe nobili vi/
ro,R dice la lege duile che gli nobili fe elegeno alle digni/
ta,R qfte nobilita téporale fono da Dio inftkuitoe, come dif
Bartholo,R allega lo libro de li re,R quefta nobilita e la
còti
baro
ni hano nobilita,perche dominano gli vaflàlli in copia no/
bile,R nónobili,R qfta ragion no tene,pche feglicotì ha
no qfta nobilita data dal pnncipe,R lo nobile etiam ha la
nobilita data dala natura &dala virtù fua,R qfti allegano
el libro de li feudi, che dice: vno^che no e caualiero no potè
re co battere co vno caualiero,ne vno runico potere cobatte/
induceno che gli coti fioreggiano gli
ce co vno nobi le,
nobili del fuo c5tato:R fanno homini nobili dagado feudi
fe
porta ad ogni dignita,R alchuni dicono che gli
R
R
nobi li,
R
la dignità
del còte e regale data dal re, &: e
compa
R
gno del re,d5de non pare che in piudiciodel flato dela re
publica,Rdela dignità comitale che debba exponere la p/
pria per fona obligata aia dignità
a periculo di morte,elTen/
do epfo pfona publica,8£ miniftro dela fua republica, (co /
medifopra detto habiamo parbndo de li lmpatori , Rdi /
icmo apreflò)R tale dignità va carico di tutu la vniuerfita
del contato
SEPTIMO
& per caufa priuata non debbe fare
fi
prandi/
do a le cofe pub!ice,&impo douerebbe poter dare capio/
&
ne equale al nobile che fia pfona priuata,
moiri formo li
pfone pofte in dignità, SC fpeaalméte che ,in
le cauf e criminale litigano per p uocatore doue le altre pfo
ne priuate debbeno venire pfonafméte,8£ no pono efier po
priuilegii dele
di a tortura,exCepto in graui(Timi delidi,
&
mo habiamo detto difopra)e vna che fi fa p
virtù, SC
La
pugnia ( co/
manìfeftare la
no pono enere carceratane eflere iudicati fenza iu/
loro:& habiamo detto difopra che gli
dia" pari,8£ equali a
Coti fecodo la legeciuile &C ISgobarda pono dar il capione
excepto quado cóbattere fe doueflèper infidelita comefia al
vanallo,ma aedo che hogì per iadicio de arme n5 fi obfer
uarebbe tal lege che vno cote per oflèfa,o carico fatto per
cpfo douefte recufare vno nobile di quattro quarti de nobi
lita per le prime ragione che habiamo fcritto,8£ dira que/
fto nobile,io n5 curo della tua dignità: ma del mio honore
#
io no te disfido come Contorna come tale,ne ,puoco U
dignità tua: Iaquale e ad paro,che (ci più obligato alla Cam
&
hria,8£ a Ihonore militare che ala dignità Comitale, laquaf
dignità fi perde per infamda(come detto di (opra habbia/
iw))& eftèndo quello ado de militia vno C5te non lo deb/
be potere fchi fare: perche glie fuo officio a exerdtare li adi
Ihonore proprio,& elTendo compa/
nelle battaglie e temi
to opare la militia in moftrar ardiméto di fatisfare alla fua
fama,&: honore:altraméte fera tenuto 8£ reputato vilifli/
militari,8C defendere
gno de Re glie obligato accopagnarlo
mo.Et feCodo la lege: quello che no ftima la fua
traditore
ad fe medefimo.Et dice
che Vno cauagtiere ilqual
fama,glie
Angelo di Perofia
fchifa,8£euitadi cóbattere doue
mifièr
bifogna incorrere in infamia glande fra gli altri cauagliert>
8£ baroni,8£ dice la lege che fe a vno cauagliero fera detto,
fe non farai tal pmefia io non te faro combattere,©^
che per timore de no efière prillato del cóbattere la farà q/
,pmefla fi potrà ropere come glie fatta per iufto meto,8C
anchora q uado foffe. cofiretto di promettere de no cóbatte/
tta
LIBRO
e potrà rruocare quella promifiìone comò fofle fatta per
forzai centra il f no honoce,perche glie obligato nelli ca
fuo officio militare, altramente commete
impero vno conte n5 pò
refutarede non combattere con vno nobile per natura che
glie obligato per officio de militia farlo: ma per ragione de
lege potrebbe dar campione vnaltro nobile excepto in cafo
di tradimento di Reo della patria,o de homicidio,8£ de
fx neceflàrii
fare il
defalta alla miliare difciplina,8£
infidelita al vafalo che
fe
non folle vecchio,o
combatterà con la propria perf ona
indi fpofto alla battaglia.
Se vn duca,o capitaneo de arme rechieftoda vn caualiere fe
polrefutare.
Gap. Vili.
vno duca, o capitaneo generale de
lexercito
im/
SEra
penale, o reale,ochltro gran principe, 8C vn caualiero
el richi ede di volere
co l ui combattere per guagi o di
battaglia, fe dimanda fr fera
tenuto combattere corj
perche lexercito non deb^
bereltare fenza ilfuoduca,8£ lo duca che fa battaglia,o
lato lexercito fenza licentia del f uperiore glie tenuto a pe/
lo richiedkore Qc dicefi che no
,
SC quefto achora fi douerebbe obferuare in vno
off ciale di vnacita,orepublicaobfefia da li foi inimici, 9
ria capitale
die patiife aichuna oppreff:one perche non debbe reftar fé/
za il fuo r^cìoreper (o periculo di quella republica,8£ dice
Jofeph debeiloiudaicoche limperatore non deue pugna/
reconlafuaperfonaper lo periculo vniuerfale ,
narra
Onexandro che limperatore debbe combattere più con au
dacia, 3C con configlio,& con temperanza, che con fua per
fona,
& abftcnerli dalla pugna particolare, 8£ habiamo det
to di fcpradoue ha uemo parlato della battaglia delli
3m/
&
queftoquado qut ito orTìciale fofièppctuo,per
piatoti,
che f crebbe tenuto dar campione : ma quello elquale foflé
off/Vale temporale feafpettarcbbe il fine del fuo officio,
porche
i.)
lege vele che
puma fe'dcbbeno explicare le
faaincumbenteal fuo ouicio,& da poi
gli
necef
proprii,o uero
douera
SEXTO
I
dottóra hìtiere ticenrla,fc fecondo la lege vno
officiale die
nante la fine dil fiio officio lafa loffido glie tenuto
a gran pe
na,&quandonon haueflé lidta oppreffione,ne foflè afiè/
diata,& la fua perfora no foflé periculo vniuerfale
fareb/
be iufta cofachecobatteflfe,* fatìsfaceilè al, proprio
hono/
regalia difdplina militare,8:eflèndoilfuorignore
abfen
tedalla prouincia in imprefa,o vero fe
folte infermo,opre/
lo,alhora tutti gli oflìdali formo excufati
dalla battagliai
partìculare,alla quale non farebbonoaftredi
fenza licétia
del loro foperiore infino che ceflàffe
necefìita,&
U
quefta'e
gran ragione,perche efiendo aflediata vna cita
potrebbe lini
mico prouocare lo redore a battaglia per fe ò per altri
, SC
combattendo con quello,& vencendolo,o vero ocddendo,
o ferendolo fepotria fadlmente perdere le dta,&
tutti Tei
guìriano q uefta via per obtenere le dtate che aflediate
foflè/
no,& quello anchora dico de vn ambafciatorc ilquale foflé
rechieffo per guagio de battaglia
da vnaltro caualiero che
non faria tenuto combattere durante,la fua ambafdata,p/
che e perfora pubu"ca,& non fe po prouocare a alchuno
ita
U fua ambafdata,^ fe legede Sfife
pione africano ducade Romani,^ de Mario
8C de Marco
Antonio confuh Romani che prouocati a pugna fingulare
ref utorono,come vederiti infra vno
capitulo che prindpia
appreso fe dimanda vna quefuonc.
dicio, finche farà finita
Se vno nobile po refutare a guagio de battaglia
vno armige
roveteraiK>,qualer»fttdcraturanobilc. Cap.IX.
No nobile homo per natura e rechieflo
tere per guagio
de cobat/
de battaglia da vno armigero exer/
longo tempo in arme: non de natura nobile
exiftendonotuttidoiinloexerdto;quefto nobile
Io refuta con dire che lui non e nobile,ne paro
co lui conte
dere, lo armigero replico io no intendo
cotrahere
citato
parentela
con teco,ma intédo per talecaufa coceménte
lo mio hono/
ic cóbattere,c¥ prouare la tua fortezza
laquak aie hai ©He/
L
libro
forufri/
fo,8f falifaU tua federo nobile repltafuòpatre
tf,chf io fono nobil
clqualead
altro
vil,trtuiavno
co,
per natura,!© armigero replica,» io fono nobile,perche lo
&
go tempo ho exercitato la militia,» larte militare per la re
fono fatfo nobile,» ho hauuto honore in le ar
me,» impero non me poi refutare,perche in lamie fe re/
publica
»
ftrenuita,» non
cerca la virilità,» la experimentatione,»
nobilita,nedelitie,» quello e nobile che ha la exerdtatio/
larme:» non fe buda homo che
ma la laude debe eflere propria
ailnobileperfiftcrKloinfuopropofito,dicefeDio ha fa/
ne,» h
militare virtù in
a virtute
da
foi progeni tori,
do te non nobile,» me nobile: non intendo guadare quel/
ignobi
lo che Dio ha fado:» le opcratione deta naturalo
de àmido, a
le replica la tua excu Catione e dedona,ouero
me e più quello che ho per mìa virtute requiftato che quan
te vai allo
to tu hai da toi anteceflori daliquali degenerilo
anteceflori g?
gando da quel la virtù che hanno fado gli toi
te a ogni mfa
nerofi,» nobili,imperoprocedero contra de
miUtare officio prodigo de tua fama
mia ilquale repudi! lo
armigero,» io armigero^ quello exera/
non poi refutare,» efcndo collede q/
iudicio de cauallana fe q/
ficai ledere fe debe ìudicare per
non combattere co
nobi le per natura potrà refutare de
K honore,tu
fei
to fono a equale
»
fio
cjuefto
eilendolui virtuofo
armigero nato da patre ignobile
in exercitio dorme con bona none/
K longamente verfato
militare di/
poterfe refutare,perche m
la
llate,» dico non
fciplina
non
fe attende
più ala naturarne ala virtu(fe con/
per au
exeraUo
dobbiamo fcripto fopraal primo capituio>ioue e
longo
Contate monftrato che la exercitatione,»
bonocauagli ero,
dela militia,» battaglie fa vno etere
laquale gioui/
non lo:io,» le df Uàe,ne la natura paterna
de larme,perche li nobili fono più arìimou,
»
ria al meftiero
predettati » vocaa alar
» dala natura fono generalmete
ex/
gioua,perche debbe
me,ma afta fola natura non
elìere
vacare in ocio nel
ercitato,»operar quello exercitio,» n5
quale deiede larme vacando qfta nobiliti
* «ettui»
SEPTIMO
laudafa,& impo quello e nobile ìlquafe e nobilito
dagli progerutori(fecódoche vederimo appretto^ dice la
lege rìuilechela militia armata, 8£etiam la difciplina mi li/
tire forono prima che foflé la lege della nobilita indutfiua
fio fera
lexerdtiodellarme,ilqual principalmente fe exerdtap
nobili, fé attende più alla flrenuita che edere nobile fenza
qlla virtu,8T ix)n fe rifgnarda alla nobilita naturale, ma alla
nobilita della ftrenuita8£ virtù militare,&ad quella virtù
laqual e più cóueniente alla militia armata,quefto fe proua
per le lege impiale,che vole vno feruo in arme valorofo do
uere cffeire aggregato per lo principe nel numero de gli caua
p fua arditaza,licet fie nato obfcuro,8c igno
vno illegitimo alla militia,ilquale fera prouetfo,8c
exerdtato lógo tempo in quella:apto fera extimato bon ar/
mìgero:& nel numero de li altri,perche la militia armata
la fa,& produce larte,8C la feientia,
prudentia militare,
BC nó fola nobilita de natura, & perdo fe reputa habele:8C
lieri
militanti
bile,8£
&
digno,#approbato a exerdtare
le
arme, lequal donano no
bilita,& fano nobile quello che fera domito in epfe:& di/
ce Tullio che qllo che Sdpione molti anni merito'p la viti
tu,adefib lo pofiède la militia armata, &t lo Papa noia no/
vno armigero verfato in larme,&: