Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2011, Colli Albani. Protagonisti e luoghi della ricerca archeologica nell’Ottocento, Catalogo della mostra (Montre Porzio Catone, 2011) a cura di M. Valenti, Frascati Cavour Libri ed. 2011, pp. 61-63.
…
16 pages
1 file
Università degli Studi di Milano, 2023
Catalogo delle principali opere note di Giovanni Antonio Cucchi (1690-1771), nato a Campiglia Cervo – frazione gli Ondini – e morto a Milano. Rispetto all'ultima tesi sul pittore redatta nel 1995-1996, sono riuscito ad aggiungere al catalogo del pittore un discreto numero di dipinti fino ad oggi assegnati ad altri pittori od a sconosciuti artisti. Ringrazio tutte le istituzioni che hanno appoggiato questa mia ricerca.
Estudis Romànics, 2011
Alberto Zamboni è morto a Mestre il 24 gennaio 2010. Aveva studiato all'Università di Padova, dove si era laureato in Lettere nel 1966 discutendo con Giovan Battista Pellegrini una tesi in Storia Comparata delle Lingue Classiche dal titolo Contributo allo studio del latino epigrafico della X Regio Augustea (Venetia et Histria). E' stato assistente alla cattedra di Glottologia nella Facoltà di Lettere dell'Ateneo patavino, docente incaricato di Filologia germanica a Verona, quindi professore di Glottologia a Padova, dove ha anche tenuto corsi di Filologia germanica, Fonetica e Dialettologia italiana. Allievo di Giovan Battista Pellegrini, primeggiava, come il maestro per l'interesse etimologico, che costituisce una costante della sua produzione scientifica, ma non trascurava, sollecitato da istanze delle più recenti ricerche nel campo della linguistica storica e dalle nuove frontiere della linguistica teorica, la speculazione su tematiche a largo raggio, tra cui un progettato confronto con Mario Alinei sull'origine e sulla continuità dell'indoeuropeo. La trattazione dell'argomento costituiva infatti uno dei suoi molteplici interessi, dato che si era occupato a metà degli anni '80 dell'individuazione di discusse evoluzioni fonetiche che pertengono alle lingue indoeuropee, nell'articolo: Tra latino e neolatino: l'evoluzione delle medie aspirate indoeuropee e le successive ristrutturazioni del consonantismo, apparso in due puntate su Indogermanische Forschungen, (1986, 1987) ed anche recentemente era ritornato sul tema, rivedendolo alla luce di nuove acquisizioni di fonetica acustica e percettiva: Su alcuni aspetti fonomorfologici dell'indoeuropeo, in Voce canto parlato. Studi in onore di Franco Ferrero, Padova, 2003, 303-311. Ma una gran parte della sua produzione scientifica è incentrata sulla cosiddetta 'transizione' dal latino alle lingue romanze, da cui la sua opera di sintesi: Alle origini dell'italiano. Dinamiche e tipologie della transizione dal latino, Roma, Carocci, 2000, un manuale che prospetta una storia linguistica complessa e non lineare, a partire dalla stessa terminologia che mette a nudo i contrasti tra il tipo 'tardo latino' e i suoi continuatori protoromanzi. Si collocano in quest'ambito i suoi numerosi studi di morfologia, sia nominale che verbale tra i quali il rilevamento di un sistema arcaico a tre casi nell'iberoromanzo e nell'Italia meridionale e insulare, esemplificato in: Premesse morfologiche e tipologiche del composto italiano capinera, pettirosso. Parallela 4, Narr, Tübingen, 1990, 97-109, la diffusione dei plurali arcaici dell'italiano in-ora, derivati da neutri latini; l'ampliamento verbale in-idio,-izo di due coniugazione latine (I e IV), la trafila storica dei verbi incoativi in-isco ecc. La sua competenza dialettologica contribuisce a spiegare inoltre formazioni morfologiche, solo apparentemente anomale, di parole entrate nell'italiano. E' il caso di elementi suffissali che trovano la loro ragion d'essere nei dialetti, come l'uscita in-òsta del termine italiano batosta da
Ulrico Hoepli nacque il 18 febbraio del 1847 a Tuttwil in Turgovia (Svizzera). Sin dall'adolescenza manifestò una propensione verso il mondo dei libri e della cultura, cosa che spinse i genitori ad affidarlo, nel 1862, alle cure di J. Schabelitz, di Zurigo, per apprendere il mestiere di libraio, dove si trattenne dal 1862 al 1866. In seguito si spostò presso librai di Magonza, Trieste, Breslavia e persino al Cairo, arrivando infine a Milano il 7 dicembre del 1870, dove acquistò per 16.000 lire, provenienti per gran parte dall'eredità del padre, la libreria Laengner, già proprietà dei viennesi Tendler e Schaefer, posta nella galleria De Cristoforis, con annesso laboratorio di legatoria.
Tesi di laurea triennale in Cartografia volta a comprendere le ragioni della scelta di un eminente archeologo di cimentarsi in un'impresa di cartografia
2005
A stampa in Naples, Rome, Florence. Une histoire comparée des milieux intellectuels italiens (XVII-XVIIIe siècle), Rome, 2005. ______________________________________________________________________ Distribuito in formato digitale da «Storia di Firenze. Il portale per la storia della città» <http://www.storiadifirenze.org> MARIA PIA PAOLI ANTON MARIA SALVINI (1653-1729). IL RITRATTO DI UN « LETTERATO » NELLA FIRENZE DI FINE SEICENTO « DALLE MUSE ALLATTATO » : UN PROFESSORE DI GRECO NELLA REPUBBLICA DELLE LETTERE « Converso co' libri come colle persone, non isdegnando nessuno, facendo buon viso a tutti, ma poi tenendo alcuni pochi buoni e scelti più cari ». Con queste parole Anton Maria Salvini si congedava dall'amico Antonio Montauti, scultore fiorentino, nella lettera indirizzatagli il 18 novembre 1713 i . A quella data nell'Europa colta si erano fissate da tempo le convenzioni che regolavano, attraverso simboli, istituzioni, lessici, spazi ideali e spazi reali, la grande galassia della cosiddetta « Repubblica delle lettere ». Alla definizione di questa galassia, Salvini aveva offerto un contributo personale che gli storici non hanno mancato di sottolineare : i confini idealmente labili della Repubblica delle lettere si estendevano per Salvini ovunque si trovassero « gentilezza, buoni costumi, civiltà » ii . La scelta di questo personaggio, quale rappresentante tra i più significativi del milieu intellectuel fiorentino del tempo, è motivata, oltre che dalla qualità del suo impegno culturale, dalla sua costante riflessione sulla propria esperienza e sul proprio statuto di « letterato » ben inserito in una comunità internazionale di dotti. Questo permetterà di seguire l'evoluzione Maria Pia Paoli -Anton Maria Salvini (1653-1729
Il capitano di Porta Pia. Il verucchiese fu il primo che superò la breccia con un reparto del 12° Battaglione dei Bersaglieri
«Dizionario Biografico degli Italiani», Istituto della Enciclopedia italiana, vol. XCVII, 2020
UGO, ANTONIO.-Nacque il 22 gennaio 1870 a Romagnolo (Palermo), da Giuseppe e da Rosa Guerrera, due piccoli proprietari terrieri originari del comune palermitano di Altavilla Milicia. Il precoce interesse per la pratica scultorea emerse da bambino, quando, ad appena cinque anni, in una fabbrica di laterizi vicina alla propria casa «abbozzava un pupazzo di creta che [...] recava trionfante alla mamma in ansiosa attesa» (Pottino, 1956, p. 5). Nel gennaio del 1884 fu ammesso nell'atelier, a pochi passi dalla chiesa palermitana della Martorana, dello scultore e ceramista Francesco Griffo-Saporito, direttore dello stabilimento di ceramica Florio e Varvano. Nei locali dell'ex monastero adiacente, in parte occupati dall'istituto di belle arti, il giovane scultore ottenne anche «un bugigattolo per sé» (Comitato, 1936, p. 39), non distante dagli ambienti di lavoro di altri importanti artisti siciliani, tra cui i pittori Francesco Lojacono e Pietro Volpes. Nello studio sarebbe tuttavia rimasto solo un anno, scegliendo già dal 1885 di mettersi in proprio. Nel 1889 una commissione speciale, composta anche dall'architetto Giuseppe Damiani Almeyda e dallo scultore Benedetto Civiletti, decretò Ugo vincitore del pensionato artistico nazionale. Il successo fu raggiunto grazie al busto marmoreo di Gaetano La Loggia, giudicato notevole «per somiglianza, per larghezza di fattura e per assoluto merito d'arte» (Pottino, 1956, p. 10). La pensione concessa dal Comune di Palermo consentì all'artista di risiedere a Roma per due anni, riconfermati nel biennio successivo (1889-93). Ugo poté così seguire i corsi di scultura di Ercole Rosa all'Accademia di belle arti. Il realismo neobarocco del maestro romano sarebbe stato, qualche anno dopo, attentamente rimeditato dallo scultore nel marmoreo Ritratto del cardinale Michelangelo Celesia (1895), di impianto monumentale e di vivace tocco veristico, esposto alla Biennale di Venezia del 1903 e in quell'occasione acquistato dal Consiglio superiore di antichità e belle arti per la Galleria nazionale d'arte moderna di Roma. Nel biennio 1891-92 Ugo conseguì un primo importante riconoscimento ufficiale: all'Esposizione nazionale di Palermo-alla quale partecipava con tre opere di sapore storicista-fu uno degli artisti premiati con la medaglia d'argento per la scultura. Parallelamente, nel monumento dell'ingegnere Pietro Neri a S. Maria dei Rotoli (1892), il calligrafismo lineare del partito decorativo, unito alla fluidità dell'angelo ghirlandoforo bronzeo, rivelò la ricettività dello scultore poco più che ventenne di fronte alle prime novità dell'Art Nouveau. Al definitivo rientro nella città natale dopo il quadriennio romano, il 29 marzo 1894 Ugo sposò Teresa Delisi, figlia del celebre scultore di formazione neoclassica Benedetto. Dal matrimonio sarebbero nati quattro figli: Rosa (1895), Giuseppe Vittorio (1897)-in seguito uno dei più importanti architetti a Palermo tra le due guerre-, Giuseppa Valentina (1899) e Bice (1900). Dal 1895 al 1926 Ugo partecipò su invito a tutte le edizioni della Biennale di Venezia, dapprima con singole opere e, a partire dal 1905, con alcuni nuclei selezionati. La toccante personificazione marmorea Pubescit, presentata all'esposizione lagunare nel 1901, mise in luce il suo livello di aggiornamento sulla sensiblerie di matrice simbolista. In quest'opera lo scultore siciliano, fedele «alla tradizione di nobile e calma compostezza di linee»-così lo definì Vittorio Pica-«nel volto pieno di languido smarrimento e nel corpo di una formosità ancora acerba della ignuda fanciulla [...] ha espresso assai bene i primi fremiti voluttuosi della pubertà» (1901, pp. 201, 207). Se, in occasione della stessa biennale, l'influente sala di Auguste Rodin poté fornire all'artista interessanti spunti tematici, ancora ravvisabili nella testa marmorea del Cristo deposto (1934), la scultura di Ugo a inizio secolo sembrò prediligere indirizzi di gusto differenti. Accanto a episodiche prove veriste (La massaia, in bronzo) egli si cimentò nello storicismo romantico, in opere di soggetto storico o di tema dantesco (come il frammento marmoreo Francesca da Rimini, presentato nel 1905 all'Internationale Kunstausstellung di Monaco). Seppe però dominare a pieno anche il realismo accademico, soprattutto in campo ritrattistico (ne è prova il Busto di Giuseppe Verdi, bronzo del 1902 al teatro Massimo di Palermo). Non si precluse, infine, nemmeno caute
Orbis Mediaevalis 4, 2024
Concepción Camarero Bullón, Ángel Ignacio Aguilar Cuesta, Mario Corral Ribera (dir.) Fuentes geohistóricas, nuevas tecnologías, nuevos retos, Editorial Universidad de Cantabria: Santander, p. 245-258., 2024
Design Research Society: LEARN X DESIGN 2023, 2023
Revista Rural & Urbano, 2023
International Journal of Health, 2016
Fundamentos en los procesos básicos de los cuidados de enfermería. Tomo II
Aquileia dalle origini alla costituzione del ducato longobardo. Territorio – Economia - Società (Atti XXXVIII Settimana di Studi Aquileiesi. Aquileia, 18-20 maggio 2006), Trieste, 2007
Phi Delta Kappan, 2010
Psicanálise e Política: uma nova leitura do populismo, 2018
Cuadernos de Investigación de Fondos del Archivo UCA
Wildlife Research, 2024
Asian Social Science, 2012
AIMS Environmental Science, 2015
Archeologia Classica LXXV, 2024
Polymers for Advanced Technologies, 2015