ATTI DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA ROMANA DI ARCHEOLOGIA
(SERIE Ill)
REND I CONTI
VOLUME XXVII
fASC.
Ill-IV
ANNI ACCADEMICI 1952-1953
E
1953-1954
TIPOGRAFIA POLIGLOTTA VATICANA
1955
ARCIIEOLOGIA
1USICALE DEL RINASCIMENTO
NEL PARNASO DI RAFFAELLO*
DI
EMAKUELE WINTER TtTZ
Gli affreschi della Scgnatura in Vaticano non appartengono certo
a l numero delle opere ignorate dalla storia dell'arte e fiumi d' inchiostro
sono stati versati a proposito del Parnaso di Raffaello. E specialmente
su quest'affrcsco chc gli studiosi, nell'esaminarc l'influsso dei modelli
a ntichi sul Rinascimento, hanno portato la loro attenzione. I risultati
concreti di questi studi sono spesso scarsi. Essi si Jimitano in genere ad
osservazioni quali « l'antichita e presente nellc composizioni di Raffaello», oppurc accenna no a qualche somiglia nza o rclazione tra l'atteggiamento e le vesti di una figura dell'affresco e quclle di qualche
statua antica. i
Questa piccolo saggio si propane di mostrare l'esistenza d'una
rclazione diretta tra l'affresco dcl Parnaso ed un ben noto sarcofago
Romano, relazione non limitata a qualche particolarc delle vesti o
delle figure, ma riconoscibile in tutto un gruppo di caratteristiche meto• Dern ringraziare virnmente per la loro prcziosa assistcnza ii Dolt. Deodecio R edig
cit' Campos, ii Prof. Ludwig Curtius, ii Prof. Richard Krautheimcr, ii Dott. Filippo Magi,
ii Prof. Charles Rufus Morey, la Dott.ssa Olga Raggio, ed ii Prof. Martin Weinberger con
i quali ebbi ii piacere di discutere piu ,·olte vari aspetti di qucsto studio.
1 0. F1sc11EL, Raphtuls Zeichmmgen, Bertino 1913-41, p. 255: •.\ polio in Marc Anton's
Stich blieb dem a ntiken \'orbild naher und die Gewander dc:-r Dichter und Musen nach klassischcn M ustern sind noch nicht \'Om H auch des Zcitlosen durchwcht, der in das \\"andbild
so Yicl poetischc H citnkcit bringt •· Lo stcsso studioso ossrn a un'altra somiglianza tra la
'.\(usa alla destra di , \ polio (che egli chiama Erato) e la suonatrict" di cetra di un sarcofago
dcl Lou\'re rapprcscntante Apollo in Skyros. A. M 1c11AE1.1s, Gtschichlt des Staluenhofs im Vaticanischm Befredert in : Jahrbuch des kaiser/. Deutschen Archaeol. Inst. V ( 1890), osscrrn, come gia
fece ii Passavant, la somiglianza tra lo schizzo di Raffaello per la Calliope n ell'Albcrtina di
Vienna c la stalua della cosidetla C leopatra in Belvt"derc. Io stesso mi chicdo sc Erato non
possa vcnir allo stesso modo paragonata al tipo di donna seduta rappresentato da una figura
ncl Palauo <lei Conservatori (Catalogo tav. 122). L'atteggiamento ed alcuni particolari del
costume sono motto simili, specialmente n ell'incisionc del Raimondi. Raffaello piu tardi
trasformo l'intcra figura in un'immaginc d ' intcnso udire c di ncrvosa, appassionata devozionc, Yisibilc soprattutto in un grande scbizzo ora nt"ll'Albcrtina con l'orccchio fortemente
marcato c sottolincato dall'onda dell'abbondantc capigliatura FISCHEL, ta\'. 25 1 .
360
RENDICONTI DELLA PONT. ACCAD. ROM. o'ARCH. -
VOL. XXVII
dicamente derivate da questo monumento grazic all'interesse dimostrato da Raffaello o dai suoi consiglieri verso gli strumenti musicali
antichi ed il problema della loro ricostruzione. E appunto nella luce
d'una ricerca nel poco studiato campo dell'archeologia musicale chc
l'autore si c convinto dclla teoria qui presentata.
Ncll'affrontare il problema che qui ci proponiamo bisogncra cominciare con l'esaminare le fasi prcliminari della composizione dell'affresco :
l'incisione di Marcantonio ed ii disegno di Oxford, i documcnti piu
importanti riguardo alla gcnesi del dipinto (figg. r-3 ). Un'analisi ed
un confronto degli strumenti musicali rivclera immedia tamente dcllc
strane discrepanze tra l'affresco, l'incisione ed il disegno. Queste, come
vedremo, non si spicgano che con l' intcrvcnto di determinati modelli
antichi che dovettero ad un ccrto momento imprcssionare in modo
dccisivo la fantasia di Raffaello a quel tempo « studiosissimo dell'antichita » ed entrarc nel processo creativo.
Questi modelli antichi si son potuti tutti individuare con precisione
in un sarcofago romano di tipo asia tico della fine del secolo m d. C.
Un accurato csame dei particolari del sarcofago e dell'affresco rivelera
non solo chc tutti gli strumenti musicali del rilic\'O furono trasportati
nel Parnaso, ma anchc chc Raffaello trovo nel sarcofago ispirazionc
per a ltri p articolari quali la maschera tragica e lirica ed alcuni motivi
delle vesti e delle acconciature. Grazie ad alcune fortunate scoperte,
spero che non mi sara difficile dimostrare chc il sarcofago stesso era
noto ai tempi di Raffaello e quale era ii suo stato di conservazionc.
Rimarra quindi il problema piu difficile ma anche piu interessante:
spiegare perchc mai Raffaello con apparcnte an acro nismo, abbia messo
nelle m ani di Apollo uno strumento moderno ad arco c perchc gli altri
strumenti, presi a prcstito dall'antichita, differiscano in certi particolari
strutturali dai modelli antichi fino al punto di giungere all'assurdo
funzionalc. Le ragioni, come vedremo, sono moltcplici: intenti allegorici, sbagli d'interpretazione dell'artista nel copiare il sarcofago, credenze ed errori della moderna archeologia degli strumenti musicali cd
infine, circostanza ultima ma non priva di significato, le intenzioni
didattiche di Raffaello, il suo desiderio di rappresentare degli autentici
strumenti antichi, vale a dire archcologicamente corretti, ed allo stesso
tempo carichi di valore simbolico per l'intera composizione, in un modo
destinato ad esser compreso non soltanto dai dotti, dai Bembo e dai
Castiglione, ma da tutto ii pubblico.
***
Cominciamo con un rapido sguardo preliminare all'affresco dcl
Parnaso. Vi sono dipinti cinque strumenti, alcuni antichi, altri moderni,
Fig.
Fig.
セ@
1 -
II Parnaso di Raffaello. \ 'aticano, 'itanza ddla Segnatura.
.\nderson)
- Incisione di Marcantonio, copia di un primo studio di Ralfadlo per ii
p。イョセ
ッ@
362
RENDICONTI DELLA PONT. ACCAD. ROM. D' ARCII. -
YOL. XX\'ll
Fig. 3 - Copia antica di uno studio di Raffaello per ii Parnaso. Oxford
tutti pcro sembrano esscrc affiitti uniformcmcntc da stranc rncong-ruenzc, insolitc sia nellc rappresentazioni di strumenti antichi chc m
quelli in uso ai tempi di Raffaello.
Lo strumento chc si avvicina maggiormcntc ai modclli antichi e la
ricca cctra che Erato 2 ticne sulle ginocchia (fig. 4). Il corpo sonoro e
fOrmato da due casse ben distinte, c la faccia della cassa inferiore prcsenta tre fenditure. I bracci decorati con cinquc piccoli dischi s'incurYano elcgantemente verso il giogo. Quest'ultimo C inserito nei bracci
c puo evidentemente venir girato dalle solite rotelle laterali, una dcllc
quali e visibile. Vi sono, come al solito, sette corde che partono dalla
cassa inferiore. La cornice che sporge dalla cassa superiore funziona
da ponticello e modifica la loro direzione, ma dove le corde stesse raggiungono ii giogo non troviamo alcun segno di fermatura: mancano
• 0 meglio Tersicore? L'identificazionc delle nove Muse o, piuttosto, la loro nomenclatura sulla base dei loro attributi c dcllc loro funzioni secondo i canoni fissati dall'arte c dalla
INteratura degli antichi, non e cosa semplice. La lctteratura critica sul Parnaso di Raffaello
prcsenta una divertente molteplicita di opinioni. Tanto per citare qui un solo esempio, delle
due Muse sedute ai lati di ,\polio, Deoclecio Redig de Campos (Lt Stan::e di Raffaello, Firenze
1950, p. 26) chiama la sinistra «Calliope, la Musa della poesia cpica », c la destra «Terpsicore, quella della poesia lirica », mentre Oskar Fischel (Raphae/s Zeichnrmgen, op. cit., p. 263
chiama la prima Euterpe, forse pensando ad Ausonio (dulctloquis calamos Euterpe jlatibus urgtl
,. la seconda Erato, forse pcnsando ad un altro verso dello stesso poeta (plectra gertns Erato
saltat pede, carmine, m/tu). Ma perchc criticare gli studiosi moderni se perfino gli antichi non
furono sempre d'accordo? Tersicorc, per cscmpio, secondo Ovidio suona la tibiam dupliwn
(!rataque Terpsichore calamos irif/are paratit), mentre secondo Ausonio essa suona la cetra (Ter/1sichore affectus citharis motet, imperat, auget). Per quanto Raffaello fossc rispcttoso dcll'iconoセイ。ヲゥ@
degli antichi, non si picco ccrto di pedanteria, e la Musa seduta alla destra di Apollo
scambia facilmcnte la siringa dell'incisione di Marcantonio per la piu nobilc cctra del discgno
di Oxford e dell'affrcsco.
E. WINTERNJTZ -
ARCHEOLOGIA MUSICALE DEL RINASCIMENTO
363
infatti i bastoncini che di regola
Yengono saldati al giogo per facilitarc l'attaccatura delle corde
c variarc a piaccrc la Joro tensionc sccondo l 'accordatura desiderata.
:\on meno problcmatico c lo
strumcnto a fiato tenuto da Euterpe 3 (fig. 5). Esso c costituito
da un unico tubo di metallo leggermcnte allargato verso la sommita dove esso termina prima in
un rigonfiamento a forma di
bulbo, quindi in un piccolo padiglione insolitamente appiattito.
L'estremita inferiore del tubo
sonoro presenta chiaramente un
bocchino a forma di vasetto, del
Fig. 4 _ Particolare dell'affresco.
La cetra antica di Erato
tipo usato nelle trombe di tutti i
tempi. In altre parolequestostrumento ha tutta l'apparenza di una tromba, sc non fosse per le quattro
strane protuberanze dalla parte destra, sotto al braccio di Euterpe.
Qucste non hanno nessun significato funzionale c la loro presenza non
e in alcun modo giustificata in una tromba 0 in qualsiasi altro ottone.
11 piu enigmatico di tutti c lo strumento a corde tenuto da Saffo
fig. 6). Una cassa sonora ricurva piu rassomigliante allo scudo di una
tartaruga che alla testa di un animale, porta un macchinario complesso, una specie di montatura con quattro rotelle delle quali tre sono
visibili. Esse sembrano aver la stessa natura c funzione di quelle sulla
cetra di Erato e quindi dovrebbero servire a volgere il giogo o piu precisamente i gioghi. セ。@
perche due gioghi? Ed inoltre non si vede chiaro
come tutto questo macchinario venga attaccato allo scudo della tartaruga. Ben distinti sono invecc i bracci chc partono dallo scudo c in
certo modo ne continuano ii profilo; sembrercbbe quasi che due corna
animali siano inserite nelle cavita occupate pnma dalle zampe antcriori della tartaruga.
A prima vista la mano di Saffo sembra tcnere uno di quei gross1
plettri che troviamo spesso rappresentati nell'arte antica. Ma guardando piu attentamente si scoprc che questo grosso oggetto a forma
di corno fa parte dello strumcnto stesso e chc senza di esso lo strumento
cadrcbbe a terra. Ne si comprende affatto sc lo strumento sia in qua!• Tersicore secondo ii De Campos. Vedi nota prcccdente.
36{
R EN DI CONTI DELLA PONT. ACCAD. RO.\I. D' ARCH. -
\"OL. XXVll
chc modo collcgato con questo ッセ ᆳ
getto oppurc se questo raggiunga pii1
a dcstra una sporgenza minore chc
puo csscrc un'altra delle rotelle descrictc piu sopra. Indubbiamente ii pictorc non aveva Jui stesso un'idca
chiara dclla struttura dello strumcnto.
lnoltrc Jc cinque corde partono da un
complicato regoletto di profilo ricurvo
c si fcrmano a mezz'aria poco prima
di raggiungerc ii punto in cui dovrebbcro csscre a ttaccatc, un segno di pit1
dcll'inccrtczza dcll'artista. 1
C'c una tcrza セQオ ウ。@ che ticnc uno
strumento musicale: la bellissima figura chc gira le spalle allo spetla torc,
all'cstrcma destra. Per quanto mi risulta lo strumcnto e stato appena 110tato dagli studiosi. II Fischel 5 lo chia1
Numt·rosi autori <ld Sciccnto chc trattarono di strumenti musicali antichi e considcrarono Raffaello come fontc a utore\·olc in proposito
si tro,·arono imbarauati quando si tratto di dan·
ddlc incisioni precise, poichc ii contorno linearc
Ii obbligava a risoh<•rc a qualunque costo ogni
confusione o dubbio. Considerando i noti danni
Fig..'i - Particolare dell'affrcsco.
subiti dall'affrcsco (quelli per es. durantc ii
Lo strunwnto a fiato di Euterpe
sacco di Roma de! 1527) ed i successi,·i restauri, c lccito chiedersi se questa sezione dclla pittura conscn-i ancora la supcrficie originale, oppure se lo strumcnto sia stato guastato o,
per dir piu cortescmente, male intcrpretato dalla mano di qualchc ben intenzionato rcstauratore. Si potrcbbe tracciare infatti un lungo elenco di opere de! Rinascimento in cui strumcnti musicali sono stati in questo modo セ@ corretti t e セ@ rimodcrnati t sopprimendo parttrnlari fuori d'uso quali bordoni, piroli etc. Qucsto tipo di restauro si trova soprattutto in
opcrc posscdute da grandi musei o in operc famosc, mentrc rimangono intatti molti dipinti
cd affreschi in collezioni di pro\'incia ed in chicsc mcno note dove, grazie a Dio, mancarono
.telo c denaro. Fortunatamente per<'> lo strumC'nto di Saffo non prescnta alcuna traccia di
rcstauro o di pittura sovrapposta. II suo aspetto c interamente dovuto a ll'incertezza dell'artista. A questo punto voglio ringraziare vivamentc l'Amministrazione dei Musei Vaticani,
speeialme ntc i dottori Filippo Magi e Deocleeio R edig De Campos, per avermi eoneesso di
rimanere per ore intere sulle impalcature, a csaminare le sezioni dell'affresco che m'inten:·,.
savano. A eonferma eontro l'ipotesi di antichi rcstauri possiamo pure citare le parole dd
Bcllori nella sua Discussione de/le invenzioni dipinte da Raffaello d' Urbino: セ@ Colla d estra Sappho
si appiglia sotto ii corno della lira », una dcscrizione chc coincide perfettamente con lo strumento quale lo vediamo tutt'ora.
$ Raphael's .<::.eichnungen, cit., p. 265.
E. WINTER:NITZ -
ARCHEOLOGIA MUSICALE DEL RINASCIMENTO
365
ma un liuto. L'ombrcggiatura infatti
suggcriscc un oggetto rotondo, di
superficic simile a quella del dorso
di un liuto. Questa tuttavia e sempre indicata da un tratteggio ,·crticale indicantc le doghe c possiamo
rendcrci conto del come Raffaello
usassc discgnarc un simile particolarc, sc guardiamo un suo schizzo
di suonatorc di liuto (fig. 7).
セ」ャッ@
studio di Raffaello per
qucsta :\fusa (FISCHEL, 252 ) , lo
strumcnto rapidamcnte schizzato fa
im ccc pcnsarc piuttosto ad una cetra (fig. 8), la comunc cetra dcl
Rinascimcnto che conosciamo dallc
sue innumcrcvoli rapprcscntazioni,
come nclla cantoria di Luca della
Robbia, ncllc tarsie dcllo studiolo
di Fcdcrigo da :\fontefeltro in Gubbio (ora al セQ」エイッーャゥ。ョ@
セQオウ」ュ@
di New York), c non l'antica « kithara » chiamata ugualmcntc ai
tempi di Raffaello « cetra ». Si potrcbbc aver la tcntazione di scorgcrc
ncl cliscgno ii piano armonico di
un liuto con le corde segnate. セヲ。@
contra qucsta ipotesi vale ii fatto
fゥセL@
()
Panirnlare ddl'affresco.
che ncl Rinascimento le corde dcl
I .a lira di セ。ヲッ@
liuto crano attaccatc ad un rcgolctto c non all'estremita della cassa di risonanza. 6 Tra i liuti del Rinascimcnto conscr\'ati fino ad oggi cd in quclli trasmcssi dall'immenso
rcpcrtorio iconografico del Rinascimcnto non conosco alcuna eccczionc. Sara meglio quindi lasciarc questo problema aperto per piu
tardi.
Vcniamo ora allo strumento di Apollo (fig. 9). Essa e una lira da
braccio ed il solo strumento suonato nell'affrcsco, mentre gli altri rimangono in rispcttoso silenzio.
8
Vedi per es. ii liuto nella pala d'altare di Gio,·anni Bellini ndl'.\ccadcmia di Venezia,
quello nclla ta\'ola rapprcsentante la l\fadonna col Bambino <lei Carpaccio in S. Maria de'
Frari, o ancora nella Cantoria di Luca della Robbia.
Fig. 7
,\ntica copia di uno schizzo
di Raffadlo pc:r un suonatore di liuto.
Chantillv
Fie;. 8 - Disegno di Raffaello per la
musa a dt·>tra di ,\polio.
Vienna. . \lbertina
Fig. g - Parlicolar(' dell'affn."sco. La lira da braccio suonata da Apollo
セ@
cc:
"E0
368
RENDICO:\TI DELLA PONT. ACCAD. ROM. D'ARCII. -
\'OL. XX\"11
La lira da braccio e uno
dei piu interessanti strumenti
del Rinascimento italiano c
forsc ii fiore piu bello e piu
delicato dell'enorme instrumenlarium del tempo. Essa e il risul tato di una lenta, gradualc
cvoluzione attraverso tre sccoli 7 giunta al suo culmine
intorno all'cpoca di Raffaello,
quando la lira da braccio ha
raggiunto la sua piu perfctta
c pitt complessa forma e funzione: la cassa di risonanza c
schiacciata con tavola armonica appcna incul'\'ata c fondo
appiattito, tutti e due in aggctto sulk parcti laterali, le
spallc arrotondate nettamente
staccate dal manico, i tasti assenti, tutte caratteristiche chc
preannunciano il moderno violino. L'antico cavigliere semplice c piatto c ora diventato
.Fig. 11 - II sarcofago delle Must'.
una bella scatola a forma di
Particolare della lira
cuorc o di foglia con i piroli
pcrpendicolari ed un bastonono a parte per sostencrc i bordoni. Al tempo di Raffaello ii numero regolare di corde era sette, vale a dire cinque cordc melodichc
da fermarsi contra il manico e due bordoni.
7
.\1 prinC"ip10 di quest'c,·oluzionc trodamo la lira bizantina, un piccolo strumemo ad
arco a forma di zucca o di pera, intagliato in un solo p<'zzo di lcgno, con in gcncre tre corde
attaccatc <la piroli anteriori ad un caviglierc a forma di disco o foglia piatta rotonda od ovate.
t qu<'slo lo strumcnto che vediamo nt"ll<' mani dt"gli anziani nd timpano di Moissac o in
qucllo di San Giacomo di Campostella. Piu tarcli, al principio de! Trccento, ii corpo dello
strumcnto diH·nta piu complicato: csso vienc a comporsi di un piano armonico, di parcti
latcrali c di un fondo. Mcntre al principio lo strumt•nto pr<'scntava un contorno ovate, piu
tardi csso sviluppa un'incavatura mediana, a volte lcggcrmcntt• inn1rvata, altre segnata da
spigoli acuti. Le corde erano in gencrc cinquc di numero, alcunt' potendo fungere da borcloni, St'bbenc nclla maggior parte dei casi tulle le corde, compresi i bordoni, vcnisscro tcsc
sul manico. In certi casi, tuttavia, troviamo un bordonc , ·olante attaccato ad un bastoncino
s1>0rgente sul Jato del cavigliere. E in questa forma che \Cdiamo la lira nclla mani di tanti
angdi nt'i concerti cclcsti sia italiani sia fiamminghi del Quattrocento.
E. WINTERNITZ -
ARCHEOLOGIA MUSICALE DEL rャnascAセQeto@
369
La versione piu semplice di questo
strumento appare in una tarsia dello studiolo dcl Palazzo Ducale di Urbino, senza dubbio ben noto a Raffaello. Altre
\'ersioni tipichc si trovano nelle mani degli angcli nelle pale d'altare di Giovanni
Bellini a San Zaccaria a Venezia e del
Carpaccio ncll' Accademia, pure a V cnczia. 8 Il piu bcll'esemplare di lira <la
braccio conservato fino ad oggi e quello
costruito da Giovanni d'Andrea a Verona
nel I 5 Ir, ben decorato e scolpito, ora
nella collezione di Vienna, 9 ed originariamen tc nella collezione Obizzi di
Catajo vicino a Padova. 1 0
Sara forse opportuno a questo punto
inserirc alcuni cenni per chiarire una confusionc di termini riguardante tanto la
lira quanta la cetra. Ambedue questi termini hanno significato diverso sia nel
Quattro chc ncl Cinquecento.
Il termine lira 0 lyra e di frequcntc
usato come abbreviazione della lira da
braccio. l l Quando il Vasari ci dire rhc
• .\ proposito di una lira <la braccio nella J<ista
dtgli Dei di Giornnni Bellini nella Xational Gallery di
Fig. 12 II sarcofago delle Muse.
\\'ashington, vcdi E. \\'1NTERN1Tz, .1 lira da braccio i11
Particolarc della lira
(;iornnr1i Bellini's Feast of the Gods in: Art Bulltlin,
XXVIII ( 1946 ' p. I q ss.
• J. SCHLOSSER, Die Sammlung alter .Uusikinstrummte, Vienna 1920, C. 94.
0
Tutti qucsti rapporti e soprattutto la sopran·i,·enza di antichi strumcnti musicali
•
ncllc loro varic trasformazioni nel primo Rinascimcnto sono argomento da molti anni di
approfondita riccrca dell'autore ed uno studio specialc
in corso di preparazione.
11
E singolare che proprio questo raffinato ed important<• strumento del Rinascimento
sia rimasto piuttosto trascurato nella moderna leueratura organologica. Curt Sachs nella
sua opera fondamentalc, The History of Musical Instruments, !\('w York 1940, non da neppure
una descrizione dclla lira da braccio. E grazie al IIajdecki ii qualc per la prima ,·olta tratto
l'argomcnto nel suo Die ltalienische Lira da Braccio, Moslar 1892, che l'attenzionc fu richiamata verso qucsto strumcnto come precursore del violino. Tuttavia questo prege,·ole ed originalc libretto non i: ancora pienamcnte coscientc della vasta diffusione della lira, dclla sua
importanza p<"r la cultura dcl Rinascimcnto, specialmentc ncl suo valore simbolico ed artistico c ncmmcno dclla musica scritta per essa. La migliore trattazione sulla lira da braccio
finora si lrova in G. K1NsK1, Katalog mセオウゥォィャッイ」・@
A.fuseum von Wilhelm He;·er, Koln vol. 2, pp. 383423. Non i: questo ii luogo di trallarc in particolarc ni: clella musica composta per la lira da brae-
c
:no
RE:\DICONTI DELLA PO'.'IT. ACCAD. ROM. D'ARCH.
VOL. XXYH
Leonardo suonava la lira
cgli senza dubbio pensa alla lira da braccio.
Ma la parola lira denota
spesso anche l'antica lira
c quando alcuni autori
fanno occasionalmente la
distinzione tra « lira dcgli antichi » e « lira con
l'archctto », questo non
sempre implica che qucst'ultima non aveva nulla
a chc fare con gli antichi, poichc, come accenniamo altrove in questo
studio, agli antichi si attribuiva spesso l'in\·cnzione dell'archetto
. \I trettanto ambiguo
c ii termine cetra. Questa
parola indica nell.a letteratura del QuaLtro e
Cinq uecento tan to l'antica « kithara » quanta
II sarcofago delle Muse.
Fig. 13
la cetra contemporanea,
Particolare della lira
del tutto diversa da quella antica e chiamata in
Francia cistre, in Germania :<:,ister cd in Inghilterra cittern o guittern.
Quest'ultima C uno Strumento a Contorno di pera con piano e fondo
piatti, pareti perpendicolari e corde metallichc destinate ad esser pizzicate da un plettro o dalle dita. Il piu bell'esemplare che ne rimanc
e la cetra costruita da Girolamo de V irchis da Brescia nel 1574, oggi
nella collezione di Vienna. 12
La situazione viene ulteriormente complicata da due fatti: tan to
la lira da braccio che la cetra del Rinascimento rappresentano ii coronamento di una lunga evoluzione e, da un punto di vista morfo-
cio, nc del modo di suonare queslo strumento. Basti dire solo chc csso si adaua,·a tanto alla
piu raffinata musica polifonica che alla parte di solo strumcntalc rd a quella di accompagnamento nella recitazione. Testi de! primo Scicento citano ancora con grande rispello tricinia
suonate sulla lira da braccio.
I! J. SCHLOSSER, op. cit., c. 61.
E. \\'INTER:\ITZ
ARC HEOLOGIA MUSICALE DEL RINASCIMENTO
37 1
logico, sono gli ultimi prodotti di uno sviluppo che s'inizia nel Medio
Evo cd a sua volta si ricollega all'eredita degli strumenti degli antichi.
Probabilmente i nomi si sono conservati attraverso le diverse fasi di
quest'evoluzionc, nel caso della lira da braccio specialmente a causa
della presenza di due corde volanti che sono caratteristiche dello strumento. A cio s'aggiunge il fatto che gli uomini del Rinascimento, malセイ。、ッ@
il loro gusto per i motivi a ntichi econ le loro pose anticheggianti
avevano pur bisogno di Yeri strumenti che suonassero e percio presentarono e trattarono le contemporanee cetra e lira da braccio come
セ エイオュ・ョゥ@
an tichi, il che per noi oggi aumenta ancora la confusione. 13
***
Tanto basti per g li strumenti musicali dell'affrcsco. \'cdiamo ora
come troviamo rappresentati quelli dell'incisione di :\,farcantonio e
del disegno di Oxford. II Fischel 11 senza stabilire espressamente la
susseguenza delle due composizioni si limita ad osservare chc « in der
.\nordnung der Figuren in der Oxford z・ゥ」ィョオセ@
die Komposition
'chon ihrem Abschluss entgegen ging ». Essendo pero la cronologia
essenziale alla mia interpretazionc, mi soffermero in particolare su
questo punto.
La prima questione che si propone alla nostra attenzione e quella
del rapporto cronologico delle due composizioni. A prima vista ii problcma puo apparire complicato dal fatto che l'incisione di Marcantonio
presenti sette figure di piu che il disegno di Oxford, la maggior partc
delle quali riappare piu o meno modificata nell'affresco. Un confronto
dei particola ri rivela tuttavia il disegno di Oxford come il predecessore
immediato della versione final e dell'opera. Tutte le figure vi hanno
gia assunto g li atteggiamenti dell'affresco: Apollo e ora seduto come
nella Segnatura, la Musa all'estrema destra ha voltato le spalle ed il
poeta barbato vicino a lei che nell'affresco e spesso identificato con
Baldessar Castiglione, si e girato verso destra.
O sservazioni di questo genere si possono fare anche per minim i
*
'" Nel Cinque c Seicento strumcnti antichi t furono ricostruiti tanto per esser suonati
chc per servire sulla scena in rappresentazioni teatrali. A quanto mi e noto solo uno di questi
otrumenti si conserva ancora oggi: la piuttosto fantas tica lira-chitarra della collezione di
Vienna illustrata ncl catalogo dello Schlosser, op. cit., n. 69, tav. X. Ma ne dovette esisterr
un gran numero se dobbiamo credere a Francesco Sansovino che ancora nel 1580 fa m en£ione ncl capitolo Studi di Jfusica della sua Vmezia, Cilia nobilissima, di numerose stanze da
mwica con strumenti musicali che si trovavano in quella citta, e specialmente di una, appartcncnte ad un certo Agostino ,\madi, dove •vi sono strum enti non pure alla moderna, ma
a lla Greca ct all'antica in numcro assai grande セN@
11 Raphatls Z:,eiclm1111ge11, cit., p. 255.
372
RENDICONTI DELLA PONT. ACCAD. ROM.
o' ARCH.
-
VOL. XXVII
particolari. Vediamo cosi la mano destra del poeta Ennio: mentrc ncl
Raimondi essa e parallela alla spalla, nel foglio di Oxford la troviamo
gia nettamcnte staccata verso la destra con la direzione dello stilo leggermente modificata, proprio come nell'affresco della Segnatura. Ed
il braccio sinistro su cui si appoggia languidamente Euterpe: esso si
scorge per intero nella stampa, ma scompare nel mirabile scorcio identico nel disegno e nell'affresco. Un'eccezione e ii barbato eloquente
sulla destra a pie del Parnaso nel disegno di Oxford: esso e ripetuto
nell'incisione ma non nell'affresco e riappare invece leggermente modificato nclla Disputa del Sacramento, nel primo piano a destra.
La stessa conclusione vienc suggerita dal confronto tra i due gruppi
delle Muse in piedi nelle tre composizioni. Nel disegno le teste di ogni
gruppo formano due linee discendenti che convergono verso Apollo c
nel gruppo a destra le due Muse di mezzo sembrano collegate tra loro
c staccate dalle altre. Tutti questi particolari sono identici nel disegno
e nell'affresco, ma differiscono nell'incisione.
Oltre le differenze di questi particolari c'e un altro aspetto della
composizione che rivela come l'incisione di Marcantonio appartcnga
ad una sfera spirituale completamente diversa da quclla dell'affresco.
:Mentrc nell'incisione i singoli gruppi rimangono statici e come isolati
l'uno dall'altro e le figure sono fermamcnte impostatc sul terreno, nell'affresco tutti i poeti sembrano partecipare ad un soave e quasi impercettibile moto chc dal primo piano a sinistra sale su per il monte c
ridiscende a destra. 15 E come un'eterna processione attraverso le eta
che parte dall'antichita e continua nel futuro, la comunione dei tempi
nella bellezza. Nel contemplare questo pensiero profondo e nostalgico
tornano all a men te (e chissa se non pure a Raffaello?) i bei versi del
Petrarca:
E Greci e nostri, che son jatti eredi
Del monte di Parnaso e per quei gioghi
Mosser piu tar di, non men pres ti, i piedi ... 16
Avendo cosl stabilito che il disegno di Oxford rappresenta rispetto
all'incisione di Marcantonio uno stadio molto piu avanzato della composizione, possiamo accingerci ad un esame degli strumenti musicali
m essi rappresentati. 17
15 Tra tutti i commentatori del Parnaso ii solo che accenni a qucsto moto e ii De Campos in Le Sta11ze di Raffaello chc, nclla forma di una piccola guida, conticne notizie preziosc c
molte idee originali.
16 F. PETRARCA, Trio11fi, III, '" 61 sgg., altra rcdazionc, pubblicata in Letteratura Italia11a,
Storia t Testi, Milano 1951, vol. 6, p. 575.
1 ' Non vi e bisogno di riprendere qui i11 e\tenso la questione ripetutamcntc discussa se la
descrizione vasariana del Parnaso sia basata sull'incisione dcl Raimondi o direttamenlc sul-
E. WINTERNITZ -
•
ARCHEOLOGIA :.1USICALE DEL RINASCIME:\TO
373
Cominciamo con l'incisione di Marcantonio: quattro figure, Apollo
e tre Muse, tengono strumenti musicali, due strumenti a fiato - la
tromba di Euterpe e la siringa di Erato - e due strumenti a corde - la
lira di Apollo e quella della Musa dietro Erato. Tutti e quattro sono
evidentemente strumenti all'antica, ma non autenticamente antichi.
Per quanto riguarda le due lire esse non hanno piu in comune con
veri strumenti セイ・」ゥ@
e romani di quel che non lo ebbero le lire-chitarre
cosi di moda durante l'impero napoleonico. Anzi, mentre le lire-chitarre si potevano almeno suonare, queste schematiche lire pseudoantiche, maneando di una cassa sonora, sono assolutamente inservibili.
Le due lire di Marcantonio, una con corde ed una piccola base, l'altra
addirittura senza corde e con una base un po piu accentuata non sono
che vaghe stilizzazioni create per fini puramente allegorici. Ton dobbiamo tuttavia dare la colpa di tali imprecisioni al Raimondi. Queste
lire stilizzatc potrebbero appartenere benissimo a Raffaello, poiche
era questo ii modo comune di rappresentare l'antica lira intorno al
1500. :Mantegna nel suo Parnaso diede uno strumento simile ad
. \polio 18 e Raffaello stesso segul quest'uso dando una fantastica lira
(chiamata dal Vasari « un suono antico ») ad Apollo che sconfigge
.Marsia nel soffitto della Segnatura, alla Poesia nello stesso soffitto e alla
セイ。ョ、・@
statua di Apollo figurata in una nicchia nell'architettura della
Scuola d'Atene. Ben altrimenti preciso si mostra invece Raffaello
quando si tratta di dipingere strumenti a lui noti, come ii salterio
tenuto da Re Davide nella Disputa o la lira da braccio dell' Apollo
del Parnaso, due strumenti che egli dovette vedere ed udire spessissimo
tanto a Urbino che a Roma. 1 9
l"a!Tresco. Gli studiosi ritengono ,-era ora l'una ora l'altra ipotesi. Per me la solm:ione sembra
trovarsi nella \'ia di mezzo. JI \'asari ammira i putti ( « una infinita d'Amori ignudi nell'aria •
<he si vedono solo nell'incisione, ma parla della « dotta Sappho » che appare soltanto ncll'a!Trcsco. Quindi ii Vasari chc naturalmcnte conosceva l'affresco dovette con tulta probabilita sen·irsi dell'incisione di l\[arcantonio ad juvandam memoriam.
18 Sebbene rgli copiasse strumenti militari <lei Romani nd Trionfo di Cesare di
l fampton Court.
19 Egli do,·ette pure \Cdcre quotidianamente le mirabili e precise tarsie di Giovanni da
Ycrona che una volta ornavano la maggior parte <lei pannelli inferiori delle porte della Stanza
della Segnatura. Le porte, oggi le sole conservate, rappresentano unicamente strumenti contemporanei, un'arpa, una spinetta, un liuto, flauti dolci, cromorni, viole, ma non una sola
lira da braccio, nc un saltcrio e nessun ottone. II De Campos nel suo libro Le Stanze di Raffaello ebbe la felice idea di servirsi di alcune di queste tarsie come vignette all'inizio dei suoi
capitoli, ma manca ancora un'analisi di queste raffigurazioni sia nella letteratura storicoartistiea sia in quella storico-musicale. ,\ltrO\·e pero, per ragioni puramente compositive,
Ra!Tacllo non csito a dipingere l'organetto scivolante dalle mani di Santa Cecilia invertito
<la sinistra a destra, vale a dire contro natura, colle canne di basso dalla parte destra.
374
RENDICONTI DELLA PONT. ACCAD. ROM. D'ARCH. -
VOL. XXVII
Non meno vaga e convenzionale e la siringa di Erato. Essa e il tipico
strumento pastorale, attributo frequente di pastori, satiri e di Polifemo,
come vediamo per esempio nel languido Polifemo di Sebastiano del
Piombo alla Farnesina, tanto per non allontanarci troppo dall'orbita
di Raffaello. La vera siringa tuttavia, (un bell'esempio ne troviamo
nel Fauno Danzante del Museo Capitolino) deve essere tagliata proporzionalmente con le canoe diminuenti di lunghezza. Nessuna traccia
di questo nell'incisione del Raimondi.
Finalmente lo strumento di Euterpe c una tipica tromba, assai
comune ai tempi di Raffaello, e l'attributo allegorico per eccclicnza
della Fama. 11 bocchino non e visibile, ma la forma del tubo ed il padiglione non lasciano alcun dubbio sull'identita dello strumento.
In conclusione possiamo dire che tutti gli strumenti rapprcscntati
nell'incisione di Marcantonio, per quanto si ritrovino nelle convenzioni allegoriche del tempo, hanno poco in comunc con gli strumenti
degli antichi o, per lo meno, non possono dirsi derivati dall'osservazione
dei monumenti antichi assurti a tanta importanza proprio ncgli anni
in cui Raffaello lavorava a Roma.
Se ora ci volgiamo verso il disegno di Oxford, la situazione apparc
radicalmente mutata. Gli strumenti pscudo-antichi sono scomparsi.
Euterpe tiene un doppio tubo sonoro e, sebbene l'estremita superiore
non sia tracciata e quella inferiore rimanga nascosta dietro alle gambc
della Musa come nell'incisione di Marcantonio, e chiaro che csso rappresenta un'antica tibia lidia. Erato tiene una cetra identica a quella
dell'affresco, con la sola differenza che la sua mano afferra il braccio anteriore dello strumento invece di quello posteriore. La .Musa
all'estrema destra tiene uno strumento di cui e visibile solo la parte
inferiore. Esso non si distingue con chiarezza, ma certo non e la pseudolira dell'incisione. Molto probabilmente si tratta di una moderna cetra.
Apollo, infine, ha anche sostituito la sua pseudo-lira con una cetra.
Lo strumento e indicato in modo molto sommario, ma e chiaramente
riconoscibile per le caratteristiche alucce non funzionali ma pur sempre
presenti nello strumento, le stesse che appaiono come grandi proiezioni
nelle cetre del Quattrocento e poi si atrofizzano nel Cinquecento trasformandosi in piccolc volute. 20
La presenza di elementi senza funzione ncgli strumemi musicali ha le sue ragioni c
la sua storia. Queste «alucce » mi scmbrano essere, dopo a\·er csaminato un gran numero
di forme anteriori, rudimenti atrofizzati degli originali bracci della lira degli antichi. Questa
evoluzione si puo seguire ossc1Tando monumcnti de! pcriodo post-classico, documenti di
scultura romanica, ii Salterio di Utrecht, lino agli strumenti rappresentati nella Hypnerotomachia Polyphili e nei due dipinti de! Costa per la grolta d'Isabclla d'Este. Possiamo forse
formularc l'ipotcsi che una memoria collcttiva o qualcosa come una memoria collettiva si
•0
E.
WJNTERNITZ
ARCHEOLOGIA .\tUSl(;ALE DEL RINASClMENTO
375
Da questo paragonc tra l'affresco c gli stadi precedenti della composizionc scaturisce quindi un'interessantc osservazione. Mentre nel
progetto primitivo riflesso dall' incisione de! Raimondi gli strumenti
musicali crano vaghe stilizzazioni pseudo antiche, nel disegno di Oxford
chc pur non c chc uno studio compositivo di nudi, vcdiamo introdotti,
gia cos\ vicino alla versione definitiva, due nuovi strumenti che rivclano uno studio accurato di modelli antichi greco-romani. Come mai,
possiamo chicderci, questa nuova prcoccupazione di carattere quasi
archeologico intervienc ad uno stadia gia cosi avanzato de! lavoro, e
perchc questi strumenti non entrarono prim a nell a composizione?
**
Zセ@
E un fatto chc gran parte degli strumenti musicali rappresentati
nell'artc an tica e che potevano scrvire come modclli ai tempi di Raffaello non sono sopravvissuti fino ai nostri セ ゥ ッイョゥ@
oppure si trovano in
condizione molto danneggiata come, per csempio, le dccorazioni della
Domus Aurea. :\c di maggior aiuto ci e la lettcratura sulla musica degli
a ntichi anteriore al 151 I. Questa infatti c costituita specialmcnte da
trattati che ripetono ad usura la spiegazione degli antichi modi ed i
luoghi comuni delle teorie classiche. Vi c molto poco sugli strumcnti
c, soprattutto, non una sola illustrazionc che abbia potuto servire di
modello per l'artista o d' indicazione per gli um anisti che lo g uidavano.
In quanto ai monumenti antichi essi sono costituiti soprattutto da
gemme, monete, o decorazioni murali trattatc in stile sommario e dove
non si sono conservate ne lire ne cetre. Finalmcnte, tra le antiche statue di Apollo e delle Muse portanti strumcnti , non esistono quasi piu
csempi in cui le parti delicate o sporgcnti non sia no andate perdute
o non sia no state restaurate in modo erroneo. E solo nei bassorilievi
che i particolari piu fragili si son potuti conservarc piu facilmente. 21
:\fulla di strano quindi che proprio un sarcofago, in istato di quasi
pcrfctta conservazione a i tempi di R affaello, ab bia servito da modello
per gli strumenti del Parnaso. Qucsto sarcofago c, a mio parere, ii Sarcofago M attei dcl Musco delle Terme di R oma (fig. 10), un pezzo nc
oscuro nc sconosciuto, pubblicato e riprodotto piu volte. 22
....
sia conservata in qucsta tradizione. Sebbcnc qursto non sia ii luogo di approfondirc maggiormcntc l'argomento, osserviamo qui solo la strana coi ncid<.'nza che proprio al momento
di un rinascimcnto di fa natico amorc per l'antichita, Apollo, l'antico suonatore di lira, riceva
uno strumcnto chc porta le vecchie tradizionali « a luccc », \'ale a dire i bracci della lira,
anche sc in forma atrofizzata.
" Un cscmpio di esperto ed intclligentc rt'stauro c !".\polio Musagcte della Sala dellc
1\fuse in Vaticano. IL troncone di un braccio della cetra mostra,·a due gambc in rilie,·o, fino
al ginocchio; ii rcstauratorc complcto col corpo di Marsia sos peso.
Eruditat .1ntiquitntis, p. 44 ss.; セヲッG\tf
L |ャBco]^
L@ L'.lntiquiti Expli• 1 J. Srosn;i;, aヲゥウオャ。ョセ@
RENOICONTI DELLA PO:-.:T. ACCAO. ROM. D'ARCI!.
VOL. XXVII
Qucsto sarcofago, uno dei piu begli esemplari asiatici del tipo di
Sidamara, 23 mostra sulla fronte cinque Muse e su ognuno dei due
lati due Muse accompagnate da un Pocta. E la frontc che qui ci interessa maggiormcnte, poiche vi ritroviamo tutti gli clcmcnti che, sc la
mia ipotcsi c giusta, dovcttero attirare l'attenzionc di RaffaeJio: gli
strumenti musicali c le mascherc tragica e lirica chc accentuano cosi
mirabilmentc il caratterc monumcntale del nicchione centralc. Gli
strumcnti corrispondono a qucllo dell'affresco c si riconoscono ncIIo
steSSO ordinc da sinistra a dcstra (figg. l l-15): qucllo a sinistra C passato ncllc mani di Saffo, qucllo a destra, una bclla cetra antica, in
quelle di Erato, la tibia, in forma Icggermente modificata che discuteremo piu avanti, a Euterpe, alla sinistra di ApoIIo. E cosi pure le
mascherc scmbrano esser passatc neJl'affresco con Io stesso caratterc
simmctrico, quclla barbata tenuta daIIa :M usa aII'cstrema sinistra,
quella imbcrbc tenuta dalla Musa alla destra di Apollo. Qucst'ultima
si ritrova pure ncl disegno di Oxford, ma tenuta daJia prima Musa a
destra. In quanto al motivo della spalla scopcrta dal peplo nella suonatrice di cctra, csso si ritro\'a ncl Parnaso ben trc volte, neIIa musa
con Ia maschcra Iirica, c nella figura di Euterpe, c in qucIIa di Saffo.
Invano pcro Io si cercherebbc ncIIa incisione del Raimondi, una prova,
forsc, chc csso vcnnc ispirato da una conoscenza postcriore del sarcofago.
Stabilita cosi la coincidenza di tutti questi particolari, rimangono
alcuni problemi da risolverc: perche lo strumento di Saffo porta un
corno rncntrc Io strumento corrispondcnte ncl sarcofago non ne ha
affatto? Pcrche alla tibia antica corrisponde Ia strana tromba di
Euterpe? Gli strumenti dcl sarcofago sono oggi rnutili e sulla frontc
mancano tuttc le tcstc eccetto qucIIa deIIa :M usa ccntrale. Quale era
lo stato di conscrvazione dcl sarcofago quando RaffacIIo o chi per Jui
nc fece uno schizzo? E quale prova abbiamo, oltrc le coincidenzc con
il Parnaso, che il sarcofago fosse noto prima del r 5 r 1? A quanto mi
risulta la critica artistica ed archcologica tace su qucsto punto.
E possibilc fortunatamcnte rispondere a tutte queste domandc
poiche posscdiamo rapprescntazioni del sarcofago che ce lo mostrano
in uno stato di migliore consen·azionc e tra questc anche un discgno
anteriorc a Raffaello.
Ben nota c naturalmcnte l'incisione de! sarcofago nei Monumenta
quie, ed. 1724, Tonw I, Part II, Tab. LVI, p. 112; Mon. Matthaeiana III, Tab. XVI, XVII;
\VrncKELMA'<'1, Lib. V, cap. 3, note 25 e 37, Lib. VIII, cap. 3; E. GERHARD, Ueber ein Jfusmreluf des Kgl. ,\1useums zu Berlin in Archiiol . .<?:tit. 1843, p. 115, nota 11 g; MATz-Du11N, Antike
Bildwerke, n. 3268, p. 4o6; C. R. MOREY, Sardis, vol. 5, Part I, The Sarcophagus of Claudia
Antonia Sabina and the Asiatic Sarcophagi, 1924, p. 26, Tab. XVI.
23 Per un confronto con altri sarcofagi asiatici vedi C. R. l\lOREY, op. cit., p. 49 sgg.
E. \\'INTERNITZ -
ARCHEOLOGIA MUSICALE DEL RINASCIMENTO
377
Fig. 14 - II sarcofago dellc Muse. Particolare ddla tibia
Ji1allhaeiana (fig. 16). Si tratta di un discgno accademico c piuttosto
impreciso, ma che ci rivela alcuni elcmcnti importanti: lo strumento
a sinistra apparc con un corno c la mano delta l\1usa lo tocca esattamente come quella di Saffo nell'affresco; la tibia prcscnta quattro protubcranze; ii braccio destro e la mano della Musa che suona la cetra
sono ancora intatte e perfino il grosso plcttro. Una divertente confusionc ha colpito la musa tragica: le dita che sostcngono ii mento dell a
maschera sono state fuse dall'incisorc con un lembo dclla manica della
:M usa chc la maschera ora sputa comicamentc. Piu importante ancora,
RENOICONTI DELLA PONT. ACCAO. RO!>f. D' ARCH.
VOL. XXVH
tutte le teste, eccetto quell a all'estrema
dcstra, sono ancora in situ. Per quanto
schematica sia la loro rappresentazione, la loro direzionc s'indovina chiaramentc.
U na riproduzione piu antica dcl
sarcofago, l'incisionc pubblicata in J.
SPoNrus,
lvfiscellanea eruditae antiquitatis,
Sect. II, art. IX, p. 44, e ancora piu
interessa nte e piu precisa. Vi si scorge
ii coperchio del sarcofago con ii tondo
della coppia dei coniugi defunti, un
particolare che non appare in nessun'altra riproduzione de! sarcofago. Yi
'>i vedono pure tutte le teste delle セAオ
ウ・L@
compresa quella della セ{オ
ウ。@ all'estrema
destra che manca nell'incisione dei
セャッョオュ・エ。@
l\Iatthaeiana. La stessa
incisio ne c ripetuta dal l\fontfaucon,
I' . lntiquite Expliquee et Reprisentee en Figures, Paris 1724, tome I, Pt. II, Tab.
LVI, p. l 12 (fig . 17).
Il disegno anteriore a Raffaello
appartiene niente di meno che a Francesco di Giorgio (Uffizi, 326 A. R .) .
Fig. 1 5
II sarcofago delle Muse.
II suo rapporto con il sarcofago MatParticolare dclla cctra
tei c sfuggito totalmente finora all'attenzione degli studiosi de! grande Senese. 21
Si tratta evidentemente di un foglietto di schizzi da un taccuino da
Yiaggio con p iante di edifici antichi, misurazioni ed un'epigrafe. L'angolo a sinistra de! foglio e occupato da lla suonatrice di cetra de! sarcofago セi。エ・ゥ[@
piu a destra troviamo le teste delle a ltre quattro muse .
. \Ila sommita de! foglio l'annotazione asanpauolo c r ipetuta due volte:
una al di sopra della figura di sinistra, l'altra al di sopra delle teste.
21
.\.
S.
\\°ELLER,
Franasco di Gior,i:io, Chicago 1943, p. 263 commenta cosi questo foglio:
« In the upper left corner is a sketch of a figure in transparent flowing drapery playing a
lyre, labelled "a sanpavolo ". In the Uffizi Catalogue, Ferri says that this is an .\polio on a
sarcophagus at San Paolo fuori le Mura. It appears, howc·,·cr, that thC' figure is no Apollo
but one of the Muses. Four other female heads, in ,·arious attitudes, also appear. T he heads
havC' proportion lines added, in a fashion found also in man: of tll<' Trattato illustrations ... t.
R. PAPIN!, Francesco di Giorgio ArchiUtto, Firenze 19i6, ,·ol. II, fig. 26 riproduce solo la parte
supcriorc· dt•lla pagina con le parole: «Donna che suona la cetra, studii di teste e di una
pianta di \"ilia • .
E. WINTERNITZ -
ARCHEOLOGIA MUSICALE DEL RINASCIMENTO
379
La figura della suonatrice di cetra c una meravigliosa abbreviatura (fig. r8). Francesco dovette esser colpito dalla posa graziosa del
piede alzato e dalla soave curva della spalla scoperta dal peplo - caratteristichc di una figura prediletta dagli antichi che la ripeterono sola,
indipendentemente dalle Muse, in altre rappresentazioni, come per
Fig. 16
L
II sarcofago delle Muse, incisionc pubblicata m•i , ifo1111mmta i1att1raeiana.
T ab. XVI
esempio nel mito di Fato e Sonno. Lo strumento c tracciato con segno
sicuro, la mano destra tiene il plettro e la sinistra fa vibrare le corde
con le dita fortemente incurvate.
Per una felice coincidenza le altre due Muse portatrici di strumenti
nel sarcofago ci sono pure conservate (fig. 19) in un disegno del taccuino \Volfegg. 25 Le due figure portano scritto « in santo paulo » e non
vi e dubbio che esse rappresentino la l\Iusa di sinistra c quella centrale
del sarcofago Mattei.
Lo strumento della figura a sinistra e discgnato con molta cura
ed in molti particolari corrisponde allo strumcnto tenuto da Saffo nell'affrcsco. Tuttavia osservazione precisa c fantasia sono combinate in
modo leggermente diverso chc in Raffaello e mcno timidamente. Riconoseiamo cosl ancora una volta ii complesso macehinario in cima allo
strumcnto, ma esso include anche i bastoncini. Bisagna quindi pensare
'° 11 Pror. Richard Krautheimer, quando qucsto studio era giil portato a termine, ha
gentilmenlt' attirato la mia attcnzione su due articoli, uno <lei Fabriczy (Un taccuino di Amico
Aspertilli in L'Arte 1905, p. 401 ss.) chc attribuisce ii taccuino ad Amico Aspertini, l'altro
dcl Robert ( Uebtr ein dem M U;lulangelo zu,i:escltriebenes Ski::;;e11buc/1 auf Scltloss JI 'olfegg in ,\1itteilungm des Kaiser/. Deutsclten Arcltaeol. Inst., Roemisc!te ,1bt., vol. XVI, p. 237, n. 1J, che fuggcvolmcntc osscrva la relazione tra lo schizzo qui considcrato, ii sarcofago M attei ed ii disegno
di Francesco di Giorgio.
380
REN'D!CONT! DELLA PO;-.;T, ACCAD. ROM.
o' ARCll.
-
\'OL. XXVJl
chc essi crano ancora visibili nel sarcofago, oppure chc cssi vennero
complctati dall'artista sulla base dei tronconi bcn visibili ancora oggi.
Inoltre lo strumento porta un solo corno, quello di dietro, csattamcntc
come vcdiamo ncll'incisione dei J1onumenta A1attlzaeiana. L'artista non
pcnso ncccssario aggiungerc anchc il corno di davanti dove rimane ii
Fig. 1 7 - II sarcofago dcllc Muse, incisionc pubblicata dal MONTFAt:CON,
L'.lntiquiti Expliqule et Reprlsmtie m Figures, Tome I, Pt. II, Tab. LVI, p. 112
セオッ@
tronconc. La mano chc suona non tiene ii corno come ncll'incisionc
dei Jfonumenla ma arriva fino al « macchinario » per cui ii braccio si
trova allungato sproporzionatamentc. La rosetta disegnata per analogia
con il liuto e un « inserto » di pura immaginazionc. Le corde, trc in
numcro, sono segnate, ma, incrociando la proiezione orizzontalc dcl
piano armonico lo trasformano in una specie di ponticcllo.
Piu precisa e la raffigurazione della tibia, evidentemcnte ben conscrvata quando l'artista vidc il sarcofago. Riconosciamo le scodclleuc
con i rigonfiamenti inferiori e le sci protuberanze a forma di \'asetto
trc dcllc quali ancora rimangono intattc nel sarcofago, mentrc le altrc
trc al di sopra di esse hanno lasciato tracce chiaramente individuabili
(fig. 14). D'altra parte le estremita infcriori dei tubi sonori furono
dimenticatc dall'artista ma si vedono ancora oggi nel sarcofago.
Sc confrontiamo ora ii disegno di Francesco di Giorgio, quello dcl
taccuino Wolfegg e le incisioni del Montfaucon c dei J1onumenta Matthaeiana con il sarcofago stesso diventa possibile ricostruirc la storia dei
diversi stati di conservazione del monumento. IL loro esame rendera
possibile giudicare fino a chc punto Raffaello si sia effcttivamentc
ispirato al sarcofago c se le discordanzc tra la versione antica ed ii
E. WINTERNITZ -
ARCHEOLOGIA \IUSICALE DEL RINASCIMENTO
381
Parnaso siano dovute a ragioni
di carattere archeologico o di
altra natura. 26
***
fili
Raccogliendo quindi
della nostra indagine, veniamo
agli strumenti dell'affre"sco. Il
caso piu semplice che si presenta alla nostra attenzione e
quello dell a cetra: essa e un
esempio di pura e semplice trasposizione. La sola differenza
di carattere funzionale tra lo
strumento rappresentato da Raffaello e quello tenuto dalla
セQオウ。@
ncl セ。イ」ッヲァ@
e costituita
clalla presenza dci bastoncini:
alcuni di essi si riconoscono ancora nel sarcofago (fig. 15). Nel
disegno di Francesco di Giorgio essi si vcdono tutti e tale era
evidentemente la condizione del
sarcofago al tempo di Raffaello
poiche tanto nel disegno di
Oxford che nell'affresco trovia21 Esistono, come c ben noto, anchc
altri sarcofagi con rappresentazioni deUe
Fig. 18 - Particolare di un disegno di
novc Muse. Mi sembra per<'> che solo ii
Francesco di Giorgio. Uffizi, 326 A- R.
sarcofago con no,·e Muse della Villa 1\fontalto ora nel British Museum e in molti aspetti simile al sarcofago Mattei. La fronte presenta
nove Muse con una Musa in una piccola nicchia centrale e le ahre otto a due per due in quattro nicchie piu grandi a destra e a sinistra. La Musa con la lira ai piedi c Ia terza da destra.
La Musa con Ia tibia c al centro e la 1\1usa con la cetra si tro,·a a destra. Tulle le Muse
sono simili a quelle de! sarcofago Mattei ed i loro strumenti sono in molti particolari simili a quelli de! sarcofago Mattei. Nondim!'no non possiamo pensare che questo sarcofago
ispirassc Raffaello ed i disegni di Francesco di Giorgio e della collezionc \\'olfegg. II drappcggio della Musa con la lira differisce da quello della Musa corrispondcntc dcl sarcofago
Mattei c lo schizzo clella collezione Wolfegg corrisponclc perfettamente al sarcofago
:\fattei ma non a quello Montalto. La Musa con Ia tibia nel sarcofago Montalto alza la
mano destra fino all'altczza della testa, mentre nel sarcofago Mattei e nello schizzo della
rnllezione V\'olfcgg la mano raggiunge solo l'altezza della spalla. Finalmente la Musa con
la cetra si cun·a nel suonare verso l'indietro nel sarcofago Montalto, mentre nel sarcofago
:\fattei come nel disegno di Francesco di Giorgio essa si piega Ieggermente in avanti.
382
RENDl(;ONT! DELLA PONT. . \CCAD. ROM. D'ARCH. -
VOL.
xxv n
mo indicato con grande accuratezza , ii braccio anteriorc
della cetra con ii suo disco
girevole impostato sul giogo,
mentre oggi esso e invece scomparso dal sarcofago. La mancanza dci bastoncini non si
spicga quindi che come un' incomprcnsione del funzionamento dclla cetra antica e la
conscguentc omissione di un
particolare che non trova,·a
spicgazionc logica nella mentc
dcll'artista.
I l:n altro c empio d'incomprensionc tecnico-funzionalc.
ma risolto in modo de! tutto
divcrso, ci appare nel caso
della lira di Saffo. Di nuorn
ii modcllo antico e uno strumcnto funzionalc copiato d al
vero (figg. r 1-13). L'impostaFig. 18 Particolare da un taccuino di disegni
attribuito ad Amico .\spertini. Collez. Wolfcgg
zione e ancora nettamente visibile ed ii giogo che e rimasto ben conserva to e di forma perfettamente regolare e porta
in bella vista i suoi bastoncini. E lecito supporre che gia all'epoca di
Raffaello fosse rimasto un solo corno come vediamo nel foglio di Wolfcgg e nei Jlfonumenta Matthaei_ana. Quest'incongruenza dovette renderc
perplesso ii copista il quale, intento a copiare lo strumento, forse crcdette di doverlo interpretare come un grosso plettro, sebbene la セャオウ
。@
ne a lzi uno ancora ben visibile nella mano destra (fig. 10). II risultato
di questa perplessita dell'artista fu lo strano e fantastico macchinario
della dotta Saffo e Raffaello, imba razzato Jui stesso dalla sua ricostruzione pittorica, non oso avvolgere le corde del mostruoso strumento
intorno al giogo.
Assai piu complesso e ii caso della tromba di Euterpe (fig. 5) . All'inizio di questo studio abbiamo osservato che la forma tubulare e soprattutto il bocchino a forma di vasetto riposante sul ginocchio destro di
Euterpe indica una tromba. M a il padiglione e stranamente piccolo
e piatto ed ancora piu strani sono il rigonfia mento sotto il padiglionc
e le quattro protuberanze all'inizio del tuba. Confrontando ora lo strumento con quello del sarcofago, le incongruenze si spiegano: i parti-
E. \\'INTERNITZ -
ARCHEOLOGIA :MUSICALE DEL RINASCIMENTO
383
colari illogici in una tromba appartengono invece alla tibia. Il risultato
di questo singolare connubio e un assurdo acustico: una tromba con
fori da coprire con le dita ed una tibia con bocchino a vasetto; due
strumenti che non sono mai esistiti. Inoltre la tibia del sarcofago presenta due ancie con i relativi rigonfiamenti volti verso l'alto, mentre
la tromba nell'affresco e rappresentata con ii bocchino all'ingiu. :Mi
sembra che in questo caso la spiegazione di queste incongruenze non si
trovi in una mancata comprensione dello strumento. Strumenti del
tipo oboe - la tibia e un doppio oboe
crano assai comuni nel Rinascimento e perfino doppi oboe si trovano spesso rapprcsentati in concerti angelici. E non solo doppi oboe de! tempo erano ben noti. Sappiamo pure che l'antica tibia era ben compresa nella cerchia di Raffaello. Di Perin de! Vaga, per esempio, che lavoro nella Stanza della
Segnatura per sostituire le intarsie di Fra Giovanni da Verona con
storie dipinte a fresco 27 conosciamo un disegno, conservato nel Gabinetto degli Uffizi, chc rappresenta un gruppo di Muse con mascherc
e strumenti musicali. Una delle Muse tiene una maschera ed uno strumento a due tubi che indicano una tibia antica assai simile allo strumento nelle mani di Euterpe nel Parnaso, ma funzionalmente corretto
e con le protuberanze laterali segnate. Ancar piu significativo e il fatto
che Raffaello stesso, secondo quanta ci rivela ii disegno di Oxford,
rappresenta uno strumento formato da due tubi sonori. Dobbiamo
quindi concludere che l'apparente assurdita dello strumcnto di Euterpe
non puo essere addebitata ad ignoranza, ma e piuttosto da supporre
che la logica funzionale venne intenzionalmente subordinata a ragioni
di carattere allegorico.
Fino ad ora abbiamo chiamato la Musa portatrice della strana tromba
Euterpe, 28 poiche l'antica iconografia <lava ad essa uno strumento a fiato,
la tibia. Vi era tuttavia bisogno di una Musa epico-eroica Calliope
gesta canens ed ii suo attributo inconfondibile era la tromba. Forse la
presenza di due strumenti a fiato sarebbe apparsa sconveniente nell'aria dell'Elicona, piena del suono argenteo della lira da braccio. 29
E cosi alla tibia venne innestata una tromba ed un'apparenza di correttezza archeologica combinata con piena plausibilita allegorica. Ne
nacque quindi una figura nuova: Euterpe-Calliope.
Lo strumento di Apollo non presenta alcun problema di carattere
archeologico. Fatta eccezione per ii numero delle cordc, c una rappreCfr. Vasari, Vite, ed. Milanesi, IV, p. 337 c v, p. 130. Per le tarsie vedi pure la nota 19.
" Vcdi nota 2.
11 Con molta logica Raffaello abbandono la troppo pastorate c faunt'Sca siringa chc si
vecle ancora nell'incisionc di Marcantonio.
21
384
RENDICONTI DELLA PONT. ACCAD. ROM. D'ARCH. -
VOL. XXVII
sentazione dal vero della comune lira da braccio dell'epoca (fig. 9).
Come osservammo all'inizio del nostro studio, la cassa dello strumento,
la scatola a forma di cuore sulla qualc sono fissati i piroli perpendicolarmente al piano dello strumento ed i due bordoni sono tutti di
forma assolutamente tipica e perfettamente regolare. Questi particolari
sono identici a quelli della lira da braccio suonata da uno degli angeli
nell'Incoronazione della V ergine di Raffaello nella vicina Pin acoteca
Vaticana. 30
Raffaello c stato spesso criticato per aver posto in Parnaso nelle
mani di Apollo uno strumento contemporaneo 31 e per di piu anche
uno strumento ad arco, esempio di una tecnica addirittura ignorata
dall'antichita greco-romana. Quest'accusa di anacronismo e tuttavia
affatto speciosa. Non fu infatti appunto questo ii proposito di Raffaello
ed anzi l'essenza stessa del suo « concetto » nclla Segnatura e piu specialmente nel Parnaso, di attuare una fusione tra ii mondo dell'antichita e quello moderno, mostrandoci le nobili figure <lei passato in
conversazione con i loro seguaci, presentandoci « e Greci e eredi »
quali protagonisti di una medesima trama storica? Gia Dante scelse
come suo duce Virgilio. Perche il Petrarca e !'Ariosto non potrebbero
accompagnare Saffo? Xella Scuola d'.\tene la fusione attuata e ancora
piu intensa. Platone riappare sotto le sembianze di Leonardo, Bramante
sotto quelle di Euclide, Eraclito sotto a quelle di Michelangelo. Xella
Stanza di Eliodoro Giulio II e contrapposto ad Eliodoro ed, inversamente, Enea, evocato dalle eta mitiche, salva Anchise dall'incendio
del 1x secolo in Borgo.
Nella lctteratura del Rinascimento troviamo spesso affermato chc
so Lire da braccio molto piu ornate sono spesso state costruite o si vedono nci dipinti.
La lira da braccio di Giovanni d',\ndrea nella collezione d'Este c la piu riccamente ornata
delle lire che si conscrvano oggi. Una dclle piu fantasiose e suonata da un angclo in una tela
di Gaudcnzio Ferrari nella Pinacoteca di Torino, rappresentantc la ,\fadonna col Bambino Ira
angeli e sant'Anna. Un'altra, dipinta dal vcro, si vede nel Davide <lei Passerotti nclla Galleria
Spada a Roma. La versionc piu semplice appare invccc nelle tarsie dello Studiolo <lei Palazzo
Ducale di Urbino, ccrtamente noto a Raffaello. Per Apollo ii sarcofago Mattei non offriva
nessun modello. L'Apollo dell'incisione di Marcantonio sembra avcre qualchc somiglianza
con ii tipo di suonatore seduto, Apollo od Orfco, al centro di un sarcofago riprodotto nei
Jlfonumen/a Matthaeiana tab. XIII, sotto ii titolo Metropolis cum diis tulelaribus. ?\on i.- privo
d'intercsse ii fatto che questo rilievo mostra in un gruppo di figure che circondano ii suonatore due personaggi laureati in profilo paragonabili in certo modo a Virgilio e Dante nell'incisione del Raimondi.
31 Si veda per cscmpio ii Goethe ncl Wilhelm Meister's Theatralische Sendung, fib. 6, cap. 9.
Do po aver lodato la bellczza del violinista Horatio ii poeta osserva: セ@ und wenn er gar sein
Instrument ergriff, so verzieh man Raphaelen, class er scinen Apollo statt der Leier mit der
Violine vorgcstellt habe.
E. WJNTERNITZ
ARCHEOLOGIA MUSICALE DEL RINASCIMENTO
la lira da braccio non era un'invcnzionc modcrna, ma derivava direttamentc dall'antichita o, ancora meglio, era addirittura uno strumento
antico, come, de! resto, anche la viola e piu tardi ii violino. L'invenzione dell'archctto vcniva attribuita a Saffo. 32 Questa credenza pote
giungcrc fino al punto di crcarc <lei falsi archeologici. Silvestro Ganassi
nclla sua Regola Rubertina, pubblicata a Venezia nel 1542 (Parte I,
Cap. VIII}, parla addirittura di antichi marmi come fonte d'informazionc sugli strumenti ad arco presso gli antichi: « Nota bcnc come ii
\'iolone e composto di sei cordc, et piu volte io pensava qua! fosse piu
antico o il leuto o ii violone per pater discrivere l'origine della cosa
del che parlando con piu persone somm i arricordato da uno haver
vista nelle a ntighita di Roma in una historia di molte figure sculpitc
in marmo esscrgli una dclle figure chc havcva in mano una viola d'arco
セゥュ
ャ ・@ a queste, ct subito conobbi ch' ! fossc piu antico ii violonc che ii
leuto per l'autorita ancora cavata d'Orfeo non si dice che lui usasse
ii lcuto: ma bcn lo istromento di Corde, et arco chc e la lira laqual C
conforme di corde, ct archetto come c ii violone: ma ancora nel suo
nome che e lira o lirone a ben chc il piu diccano violonc: ma motto piu
c conforme al suo suggctto il nominarlo li rone et lironi molti insieme,
chc viole nc violoni; perche l'autorita si cava di orfco per la sua lira
basta di qucsto puoco di prologo torniamo al nos tro raggionamento
cerca ... ».
Ancora ncl 1550 troviamo nei Hieroglyphica di Pierio Valeriano 33
un'incisionc chc ci mostra un'ara antica con una lira da braccio scol-
S
セ@ BERNARU1, Ragionamenti ,\1usicali, Bologna 158 1, p. 45 scri,·c: • Il violino fu invcntato
da Orfeo, figliuolo d'Apollo. t' di Calliope. Safo Erista Poetessa antica im·ento l'.\rco con
Ii crini di Camilo c fu la prima che suonasse ii Violino e Viola. com<• s'usa hoggidi, c qucsto
fu 624 anni avanti la \'entura <lei Signor セッウエイ@
Giesu Christo •· La ktteratura cmblernatica
del Ci nque e Seicrnto nel parlarc della lira cita spesso c senza discrirninazione di sorta fonti
tan to amichc chc modernc c perfino quanclo distingue tra la セ@ lira con l'archctto • c la セ ャゥ イ。@
toccata dal plcttro • considera ambedue qucstc forrne antichr. \ ·ccli per cs. P .. \BB. P1c1:.:ELLI,
Dtl A1ondo Simbolico . lmpliato, Lib. XXlll, Cap. \'. In una placchrua padm·a:1a dclla line·
de! Quattrocento o principio del Cinquce<·nto E. R. D. l\fc LAGAN, Catalogue of the plaquel/e;
of the Victoria and Albert Museum, n. 95-1 865, tav. IX rapprcsentant<' la \•ittoria di ,\polio su
:\farsia, Apollo suona la cctra, ma tiene anchc uno strumcnto ad arco in riserva. La questionc
'e gli antichi in rcalcit conoscrsscro l'uso dcllo strumento ad arco rirnasc dubbia lino alla fim·
Violinschult,
cld Scucccnto. L<'opold Mozart nell'introduzionc a l suo l'ersuch t iner セLNゥQ、ャ」オ@
')alzburg 1756, dopo a\·cr citato Zarlino e Tevo, aggiunge con una punta di scetticismo:
• Und \\Cnn cndlich Merkur ... das R t'cht zu seiner Ll'ycr behah, solche auch nach ihm er>l
in die H ande des .\polio und Orpheus gekommen ist: wic liisst sich solche mit <:inem unscrn
hcutigen Instrumcntcn ,·erglcichen? l st uns denn die cigcntliche Gestalt dicscr Lcycr bekannt ·?
lJnd ki:innen wir ctwa den M<'rkur zu elem Urhchcr der Gciginstrumcntcn angcbcn ? ... *·
30 Ed. Ba•ilcae, 1567, p. 316.
RENDlCONTl DELLA PONT. ACCAD. ROM. D'ARCH.
VOL. XXVll
pita in rilievo sui quattro lati, 31 evidentemente un'imitazione del tipo
di ara con lire e cetre sui fianchi, come, per esempio, nell'ara rinvenuta
a Vejo ed oggi al Musco Lateranense. 35 Questa confusione era senza
dubbio favorita dall'identita del terminc lira e dalla presenza <lei due
bordoni.
Cosi pure la Musica de! Pinturicchio negli Appartamenti Borgia
c la Musica del Pollaiuolo nella tomba di Sisto IV hanno ambeduc
una lira da braccio ed anche la lunga schiera degli Orfei, degli Apolli,
<lei Re David ed innumerevoli angeli in concerti celesti come, per
esempio, nell'Assunzione della Vergine del Perugino nell'Accademia
a Firenze.
In tutti questi casi, eccezion fatta per i concerti angelici che seguono
una speciale tradizionc iconografica, la Jira da braccio era lo strumento
del solista che in genere nel canto si accompagnava sullo strumento.
Tale era precisamente l'uso dclla lira e della cetra nell'antichita e Raffaello ne era pienamente COSCiente nc SI allontano In questo dall'uso
comune.
In un sol punto tuttavia Raffaello si permise una deviazionc. La
sua lira da braccio possiede nove corde invece delle solitc sette. L'accordatura comune consisteva di cinque corde melodiche che venivano
fermate contro al manico e due bordoni volanti destinati a vibrarc
quando pizzicati o toccati dall'archetto in tutta la loro lunghezza.
Altrove abbiamo accennato al fatto chc Raffaello dovette conosccre
assai bene la lira da braccio. Non possiamo dunquc pcnsare ad un
errore nel caso del numero delle cordc.
La spiegazione si trova solo sul piano allegorico: nove era spesso
detto il numero <lei modi greci 36 e novc era il numero delle Muse.
Se Baldassar Castiglione fu qui il consigliere di Raffaello, egli era probabilmente troppo esperto di musica per simboleggiare i nove modi
con nove corde, una metafora troppo superficiale. 37 fa ii l\1usagete
3l II testo suona: + huic autcm a singulis angulis Lyrac appcnsac sum, corymbis ct S('rti,
m('dio intervallo dcpendentibus... ».
3S Anderson No. 24114.
u In realta qucsto numero Yaria nclla lettcratura antica e quindi in quella dcl Rina\Cimcnto sulla musica dcgli amichi. :\on (; privo tuua,·ia d'intercsse chc lo Zarlino scri,·a
ncllc SU(' lslitutioni llarmoniche, Venezia 1558, p. 367: + Gaudentio filosofo numera nove modi
nella musica ».
37 Nel Rinascimcnto la lira spesso apparc carica di significato simbolico. Un lungo dcnrn
di c.sempi derivati da fonti tanto antiche che modernc si trova per cs. in P •• \BB. P1c1'IELl.I,
op. cit. Un esempio di simbolismo numcrico riguardo le cordc dell'antica lira si trova in G. ZARLINO, Istitutioni Ham1oniche, Venezia 15 73, p. 2 1 : • Questa tale hannonia troppo bene conobbero Mercurio ct Tcrpandro; conciosia chc l'uno havcndo ritrovata la Lira, overamente la
Cctra, pose in cssa quattro chorde ad imitatione dclla Musica mondana (come dice Boctio t'l
E. \>\'INTERNITZ
r
ARCHEOLOGIA MUSICALE DEL RINASCIMENTO
ispiratorc dellc nove nobili sorelle non sarebbc estraneo ai concctti
cinqucccnteschi di allegoria numerica. ::-\on scriveva forse un contemporaneo: 38
«Mentis Apollinea vis has movet undiquc Musas
In media rcsidens complectitur omnia Phoebus »?
Se allora contempliamo il Parnaso nella luce di qucste idee ci scmbra mcno importante sapere se, come spcsso e stato ripetuto, Raffaello
abbia dato o meno al suo Apollo le sembianze di Giacomo San Secondo,
il celebre virtuoso della lira da braccio alla carte di Leone X. E un
fatto che al tempo di Raffaello solisti come il San Secondo erano tra
i musicisti piu famosi e piu generosamente pagati. 39 Ma questa e, a
quanta mi risulta, la sola prova finora addotta per questa idcntificazione, 10 poiche un'cffige del San Secondo non sembra esserci stata
conservata, sebbene un ritratto di musicista nella Galleria Sciarra sia
-;tato a volte creduto tale. 11
Puo scmbrarc singolare che ne ncl Parnaso ne nella Scuola d' Atene,
ambedue cosi liberali nell'inclusione di pensatori e letterati contemporanei, non si trovi nemmeno un compositore, sebbene maestri quali
Okeghem, Obrecht, Isaak, Josquin des Pres, Pierre de Larue, Anton
Brumel, Agricola, Orto, Mouton , fossero a llora nel fiore della loro
e;loria . Due ragioni sembrano presentare qualche probabilita. Prima
di tutto i grandi compositori contemporanei erano soprattutto famosi
per la loro musica sacra che, come polifonia, non sembrava molto
adatta per ii Parnaso. In quanta alle frottole secolari ed ai madrigali,
:vtacrobio la qualc si scorgc nc i quattro Elementi, ovcro nclla ,·aricta de i quallro tempi
<lcll'anno; et l'altro la ordino con sette corde all a similitudinc- de i scllc- Pianeti *· Lo stesso
,imbolismo e osseryato da G. M . LANFRANCO, Scintille di ,\'111sica, Brescia 1533 che parla di
una corrispondcnza tra le selle corde della lira ed i sctte Pianeti. Un altro tipo di parallelo
, i trova in G. C. CARPACC10, Trattato de/le Imprese, Napoli 1592, p. 23 verso: l'imprcsa di
:-.lapoli i: rapprescntata da una Sirena c he si spreme latte <lal pelto con una lira da braccio
in primo p iano. II tcsto spiega che la • lira » e simbolica c che le sue sei corde simboleggiano
l'unionc <li « cinque piazze di nobili cd una popularc ».
38 .Nata/is Comitll'is Mytholo.i:iae, libri decem, PataYii 1616, p. 583 .• \nche Franchini Gafw i
Theorica ;\/usice, Lib. I , p. 2.
39 Su qucsto argomcnto Ye-d i E. P. R ooOCANAClll, La premiere Renaissa11ce, Rome au temps
·le Jules JI et de uo11 X, Paris 19 12, p. 107; J. BuRCKllARDT, Die Kultw der Renaissance in Italim,
Leipzig 1926, p. 3.i.2; jAN LAtITS, Isabella d'Este, H amburg 1952, p. 55 sgg.
'" Qucst'idcntificazionc do,·eva gia scmbrarc sospetta al Burckhardt che scrive,·a: • \\'er
an d er Viotine Anstoss nimmt, mag nur Raffael sclbsl zur Vcrantworlung zichen, denn cine
erzwungene Huldigung fi.ir den Ruhm eincs damaligen Geigenvirtuosen, aus welcbem cinige
,ogar dc-n Kammerdiener des Papstcs machcn, ist diescr Anachronismus gewiss nicht.
Wahrschcinlich gcw<lhrtc <las Instrumt"nl dem Maler ein lebcndigeres, sprechendercs Moth
flir seine Figur, als cine antike Lyra hatle tun kiinnen t (Der Cicerone, Le ipzig 1925, p. 865 ..
" Cfr. E. P . R oDOCANAC111, op. cit. ,p. 1o8.
388
REND!CONTI DELLA PONT. ACCAD. ROM. D'ARC 11. -
VOL. XXVll
oltre ad essere anche polifonici, sarebbero apparsi come musica troppo
leggera per essere rappresentata in si augusta assemblea. La seconda
ragione e nel fatto che i consiglieri archeologi di Raffaello poterono
aver giustamente pensato che la musica antica gravitava intorno alla
poesia e che ii rapsodo, vale a dire it solista, era ii vero prototipo dell'antico musico. La figura allegorica nel soffitto della Segnatura al di
sopra del Parnaso mostra la Poesia alata con un libro nella destra, una
lira nclla sinistra ed it busto di Omero come ornamento sul suo trono.
Abbracciando ora in un solo sguardo tutti gli clemcnti di qucsta
monumcntalc allcgoria del Bello, vcdiamo come Raffaello, ii nuovo
sovraintendcnte alle antichita dcl Papa, seppe staccarsi in modo cosi
radicale ed ingegnoso dal vecchio concetto tradizionale e Medievak
dclla Musica come una dellc Arti Liberali c ritrovare con mirabik
intuizione un concetto molto piu antico. Per la prima volta egli pens(>
di usarc i modelli degli strumcnti antichi con coscientc intento archeologico. Questo non fu solo un importantc passo nel simbolismo pittorico
del Rinascimcnto, ma segno anche una tappa importante net campo
dell'archeologia umanistica, assai prima che la lctteratura contemporanca giungesse a tanto e prima chc apparissero disegni od incisioni
precise di antichi strumenti. qオ・ウエG。イセッュョ@
non fu trattato in modo
セ・イゥッ@
e sistematico che dalla letteratura dcl '600 cd ogni \'Oita che セiゥ@
セエイオュ」ョゥ@
antichi vi sono mcnzionati non c mai senza un preciso rifcrimcn to agli strumcnti del Parnaso di Raffaello. Ma cio apparticnc
ad un altro studio.