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Rivista Plexus, 2017
Using analogy with music, this paper develops from a clinical case - centered on separation and divorce – some reflections on the psychotherapist's ability to "tune his instruments" in relation to the understanding, orchestration of the network operational and collaborative devices of several professionals aimed at a shared therapeutic project and the "rewrite a new score" of the patient's history.
La crescente complessità sociale ed economica della vita urbana contemporanea, riassunta in modo eloquente dalle riflessioni sulla post-metropoli, ha messo in crisi, in America come in Europa, l'efficacia delle forme tradizionali del governo del territorio. Come anche il caso elementare dell'area urbana torinese può a mostrare, gli strumenti consueti di pianificazione spaziale alla scala metropolitana e comunale appaiono incapaci di interpretare la varietà di occasioni di trasformazione urbana, che altre forme autonome e mirate di governance territoriale si sono fatte carico di coordinare. Di fronte allo scenario post-metropolitano, ci si domanda se gli strumenti della pianificazione spaziale non vadano riconsiderati, in particolare assegnando l'elaborazione e la gestione dei piani d'uso del suolo ad ambiti "municipali" di governo del territorio, ridotti rispetto al consueto livello comunale e più prossimi alle comunità locali, lasciando ai livelli superiori di governo il compito di coordinare le politiche e i progetti di trasformazione.
Dal momento che le motivazioni non sono quelle dell'antiquario o dello storico dilettante, occuparsi di Ippodamo a venticinque secoli di distanza dal suo apparire sulla scena della città greca può sembrare una stravaganza. La ragione è che il tema di Ippodamo può essere un punto di partenza per una definizione 'ostensiva' della pianificazione territoriale, cioè per una definizione ottenuta risalendo storicamente dai casi di pianificazione al problema generale della possibilità di una considerazione teorica delle pratiche di pianificazione. Ippodamo da Mileto è il primo pianificatore urbano, di cui rimanga documentazione letteraria, sia pure indiretta, e che abbia argomentato sullo spazio della polis nel duplice significato della parola greca: città-stato e città fisica. Le proposte di Ippodamo sono citate da Aristotele in due brevi passi della Politica. Ippodamo è presentato come un filosofo politico e un pianificatore. Molti studiosi di Ippodamo sono inclini a trascurare la sua duplice attività e a considerarlo solo o soprattutto un pianificatore, mentre l'associazione di costituzione e piano può essere la chiave del passo aristotelico. Nelle pagine che seguono si sostiene che l'interpretazione del testo di Aristotele è stata ostacolata dalla persistenza fra gli studiosi di un'idea della pianificazione urbana come puro strumento di ordinamento dello spazio senza specifici legami con la politica. Non che questa idea non sia legittima, ma non aiuta ad esplorare l'essenza della pianificazione. Con singolare anticipazione Aristotele nel trattare di Ippodamo pone in relazione controllo sociale e controllo spaziale: in questa prospettiva la pianificazione non è solo arte di costruzione della città, è strumento di governo, e l'ordinamento spaziale prodotto dalla pianificazione si presenta come strumento di controllo sociale. Al nome di Ippodamo è associato un impianto urbano a scacchiera, la cosiddetta 'griglia ippodamea'. Ippodamo non è l'inventore della griglia che era in uso molti secoli prima di lui, ma potrebbe essere considerato l'inventore della pianificazione se definita come strumento di controllo sociale attraverso il controllo spaziale. L'invenzione di Ippodamo è rintracciabile nella sua proposta costituzionale che prevede una distribuzione dei profitti degli usi del suolo funzionale alla organizzazione delle classi sociali. L'assegnazione differenziata ai diversi gruppi sociali si articola con il carattere isonomico della griglia in un intreccio tutt'altro che lineare. L'esercizio svolto su Ippodamo è rivolto a sottolineare l'associazione tra griglia e costituzione, e ad Ippodamo è presentato da Artistotele come un filosofo politico e un pianificatore. Molti studiosi di Ippodamo sono inclini a trascurare la sua duplice attività e a considerarlo solo o soprattutto un pianificatore, mentre l'associazione di costituzione e piano può essere il punto di partenza per una ridefinizione della pianificazione territoriale. Con singolare anticipazione Aristotele nel trattare di Ippodamo pone in relazione controllo sociale e controllo spaziale: in questa prospettiva la pianificazione non è solo arte di costruzione della città, è strumento di governo, e l'ordinamento spaziale prodotto dalla pianificazione si presenta come strumento di controllo sociale. L'esercizio su Ippodamo è parte di una ricerca dedicata ai rapporti tra pianificazione e cittadinanza, rivolta a riprendere una riflessione sull'essenza politica della pianificazione in quanto tecnica, senza per questo escludere la considerazione della città come 'oeuvre'
Plan C - Editorial, 2022
Since the outbreak of COVID-19, the evolving pandemic has repetitively cast threats to public health and has induced various cultural political and socio-economic calamities, tuning today’s society toward an increasingly permanent state of crisis. While noting that the COVID-19 crisis is mov- ing away from the biological origin of the virus itself, recent debates have also referred its causalities to some structural deficiencies of our modern society. Comparing to COVID earlier kindred, a major consensus points at the subversive social and spatial aftermath. The comparative studies dis- covered how crises are intertwined in today’s globalised but fragmented society, and therefore, how complex it is to solve them. Evidently, all those societal crises have vital impacts in spaces. For architects and urbanists, it’s especially exi- gent and inevitable to engage with the knowledge domain of Crisis Management, in order to provide an adequate and ef- fective solution in space. Yet, it is only possible based on an integral cooperation beyond existing disciplinary borders, institutional frameworks, cultural believes, and possibly, moral constraints; upon which, it calls for a Plan C.
Gianni Contini, 2021
Gli ultimi quattro anni li ho passati a Parigi su un imbarcazione della flotta umanitaria del Ordine di Malta dove ho steso il "piano terra" cosi l'ho chiamato! In sostanza il piano ha preso forma alla fine degli anni 90 del secolo scorso, ero a Chicago li ho incontrato un amico Chef di cucina Antonello Fornasari, lui mi ha spinto a immaginare una struttura manageriale che formasse e certificasse la cucina italiana nel mondo. Sono convinto che i patrimoni culinari possiedono le naturali proprietà, d'abbattere ogni barriera e catalizzare la specie. Valorizzando tutte le culture culinarie è del tutto logico concepire una società a misura di tutti i popoli. La complessità dei nostri tempi, è mia opinione si sia generata attraverso la sovrapposizione di alcuni modelli professionali "marginali" su altri di vitale e fondamentale importanza. La soddisfazione dei bisogni primari è e sarà nei secoli la questione reale che ci assicura alla vita. Nel panorama produttivo quale altra funzione merita d'essere posta al centro di un governo planetario se non chi ci prepara la cena… È stato automatico integrare alla nostra cultura culinaria tutte le altre cucine regionali del pianeta. In sostanza pensai di capitalizzare a priori il valore economico del capitale umano, incluso i profitti al netto dei costi di gestione che gli Chef professionisti generano con le loro attività! Una scuola che forma mentre lavorano! Una brigata di Allievi giovani e meno giovani in prospettiva di una carriera che li assicura per tutta la vita! Nel rispetto degli accordi con il governo del Sistema, e vale per tutte le discipline in cui operano gli Ufficiali del sistema medesimo. Avevo bisogno di un simbolo che rappresentasse epopea della umana navigazione, che ci riconciliasse con Dio, e fosse sede ideale di scambio di conoscenza tra i popoli, pensai a una imbarcazione-edificio ancorata alla terra ferma che naviga in verticale su due vasi comunicanti i vasi d'Archimede. La convergenza tra le leggi di Dio e il genio dell'illustre scienziato mi ha indotto a definirlo il piano: Arca dell'Alleanza Nel 2006 tornai dove sono nato nella casa dei miei nonni a Tula in un piccolo paesino del Logudoro in Sardegna e ingegnerizzai l'Arca! L'imperativo era che l'imbarcazione fosse indipendente sul piano energetico! Tale esigenza ha spostato i miei limiti! Una intuizione mi orientò (canalizzare la forza di un peso che cade sulla superficie terrestre) preciso che l'Arca cade verticalmente e risale nei vasi grazie alla spinta idrostatica dettata dall'acqua; qui è cominciato la mia avventura nel mondo della fisica. La messa in opera è un importante test scientifico, per la prima volta si può dimostrare simultaneamente la duplice facoltà della forza d'inerzia, sia quale forza d'impulso che di resistenza!
Corredi aurei da una tomba della basilica di papa Marco sulla via Ardeatina a Roma , 2017
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IJSREM Journal, 2022
Esboços, 2021
Middle Eastern Studies, 2020
Revista de Filosofia, 2006
Nigerian Journal of Technology, 2016
Marginalia, 2018
University of Wolverhampton, 2019
29.Uluslararası Kazı, Araştırma ve Arkeometri Sempozyumu, 25. Araştırma Sonuçları Toplantısı - 29 th International Symposium Of Excavations, Surveys and Archaeometry , 3. Cilt. , 2008
JPMA. The Journal of the Pakistan Medical Association, 2007
Creating Citizenship Communities
Revista chilena de pediatría, 1998
Biodiversitas Journal of Biological Diversity, 2022
Multidimensão e territórios de risco
European Journal of Medical and Health Sciences, 2021