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2006, Zakhor. Rivista di Storia degli Ebrei in Italia
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in «Zakhor. Rivista di storia degli ebrei in Italia», IX (2006), pp. 13-43
in Ebrei nella Terraferma veneta del Quattrocento, Atti del Convegno di studio (Verona, 14 novembre 2003), a cura di Reinhold C. Mueller e Gian Maria Varanini, Firenze, Reti Medievali - Firenze University Press, 2005 (Già "Quaderni di RM Rivista, 2") <http://www.rm.unina.it/rmebook/index.php?mod=none_Varanini_Ebrei> A group of Jewish families lived in Vicenza between the end of the 14th century and their expulsion from the city and the district in 1486. At first bankers and pawnbrokers held the leading position, and kept a prominent role in the local credit market until the 40s, when religious and economic conflicts with the Commune and the Vicentine élite forced them to leave and move to the towns in the district. Thus the following period was characterized by the rise of those Jewish families who reconverted their profession to second-hand trade, in order to maintain a role in the local market despite the laws that forbade lending on collateral.
Judaica Minora Sicula, 2006
La città di Vicetia diede i natali a Caius Salonius Matidius Patruinus, un personaggio di rango senatorio del quale sappiamo che aveva fatto parte del collegio sacerdotale dei fratres Arvales, essendone stato il presidente nel 78 d.C., come risulta dagli Atti dei fratelli Arvali di quell'anno 1 . La sua famiglia era entrata a far parte dell'ordine senatorio con il padre, che era stato ammesso in senato nel 48 d.C. dall'imperatore Claudio nelle vesti di censore. Questo dato si ricava dalla seguente iscrizione: * Le abbreviazioni dei periodici sono quelle dell'Année philologique; le sigle epigrafiche sono quelle della Guide de l'épigraphiste 4 , Paris 2010.
Trasmodavano le giudaiche pretensioni nelle quali, come oggi tuttavia, in que' dì raccolta era la potenza del dinaro; esorbitavano le pretensioni contro de' poverelli e de' bisognosi che accorressero a prestito di quella somma qualunque, cui richiedessero le distrette maggiori, ond'è che in fatto la facoltà e il poter dell'azione qua e là sparsamente si concentravano negli usurai; e l'Europa anco a dì nostri non ha mestieri di parole; poiché a prova di ciò abbastanza parlano i fatti dolorosi. Non è che Bernardino [il beato Bernardino da Feltre, 1439-1494, come vorrebber parecchi, per odio di partito o per altra causa indiretta, perseguisse gli ebrei; perseguitava i delitti che commettevano, perseguitava le usure di che erano i principali fautori, perseguitava i soprusi sotto mondaci apparenze astutamente esercitati. Ma non è da descriversi a parole l'odio che si provocò egli da quella casta pervicace come si trovò assalita dall'armi del Tomitano nel proprio cuore. Era però mestieri sopperire alle molte necessità, e chiusa l'avvelenatrice sorgente ebrea, sorgente di micidiale invasione, aprirne un'altra di benefi cenza e di comune profi tto 1 .
Ramḥal: pensiero ebraico e kabbalah tra Padova ed Eretz Israel, a cura di Gadi Luzzatto Voghera e Mauro Perani. Padova: Esedra, 2010
GLI EBREI A PADOVA NEL SETTECENTO Il Settecento nella storia degli ebrei a Padova non costituisce un'unità cronologica a se. Si può dire che abbia una fine ma non un inizio. È parte del periodo del ghetto, nel quale furono costretti a vivere dall'inizio del secolo precedente e fino all'arrivo dei francesi nel 1797, periodo che fu in generale un capitolo amaro nella storia degli ebrei padovani. Vediamo alcuni esempi. Dal 1603 il loro quartiere era delimitato da quattro porte che di sera venivano chiuse con catenacci: una al termine di via dell'Arco su via Marsala, la seconda in via delle Piazze poco prima di S. Canziano, le ultime due in via San Martino e Solferino, una all'incrocio con via dei Fabbri, l'altra su via Roma. Uno spazio limitato ed angusto, uno spazio chiuso che costrinse gli ebrei ad elevare le loro case aggiungendo piani su piani come si vede ancora oggi in via dell'Arco. Dal ghetto gli ebrei uscivano di giorno, per lavorare sì, ma anche per recarsi ad ascoltare le prediche in chiesa, obbligo a cui continuarono ad essere sottoposti perlomeno fino al 1715. Nelle loro case non potevano lavorare cristiani o cristiane, come servitori o balie, anche se il divieto non era sempre rispettato. Quando moriva qualcuno, doveva essere sepolto nel cimitero di via Campagnola, tragitto non breve, durante il quale il cadavere rischiava di essere rubato dagli studenti di medicina che se ne impadronivano per effettuarne l'autopsia. E questo, nonostante la comunità pagasse ogni anno una tassa speciale agli studenti proprio per evitare il ratto e l'autopsia dei cadaveri. In caso che scoppiassero incendi in città, gli ebrei dovevano fornire secchi e coperte di lane, come contributo al lavoro di spegnimento 1 .
in Ermanno Finzi, "Il giusto, come palma, fiorirà. Demografia ebraica sabbionetana", Mantova, Di Pellegrini, 2014
“Storia Economica”, 1/2014, pp. 85-100
SHARE Libri, 2020
JESSICA DELLO RUSSO Early Explorations of the Maddalena Hill: From Ancient Travelers to the Rediscovery of the "Santa Rufina" Catacombs 139-182 MAURIZIO LAZZARI Geologia, geomorfologia e vulnerabilità strutturali dell'area ipogea della Collina della Maddalena di Venosa 183-196 GIANCARLO LACERENZA Le iscrizioni delle catacombe ebraiche di Venosa. Dove eravamo, a che punto siamo 197-222 VITO MUSCIO L'applicazione delle nuove tecnologie per lo studio e la conoscenza delle catacombe venosine: primi rilievi in TLS 223-243 ENGLISH ABSTRACTS 245-249
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Randazzo, tra la fine del Medioevo e l'inizio dell'età moderna, è uno dei più rilevanti centri del Valdemone, situato ai piedi dell'Etna domina la Valle dell'Alcantara ed è tappa di passaggio degli itinerari mercantili interni alla Sicilia. Sin da Trecento ospita un'importante comunità ebraica formata da medici, mercanti e allevatori. A seguito dell'editto di Grana-da del 1492 un buon numero di ebrei si converte al cristianesimo per non lasciare la Sicilia, mentre altri ancora accettano il battesimo in un secondo momento per farvi ritorno dal Regno di Napoli assediato dai francesi. Il centro etneo diviene così sede di un buon gruppo di neofiti che si integra pienamente nella società cittadina restando quasi indenne dalla spirale persecutoria dell'Inquisizione spagnola.
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