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Gli scavi Borghese nella Vigna Lucidi a Frascati

2004, Lazio & Sabina

L'editore si dichiara pienamente disponibile a soddisfare eventuali oneri derivanti da diritti di riproduzione.

v no. SAMN"I'TE S . •...Apenmnus motu .. AEGV'rIAN I. ree)',,} ,,~~ .Lrl"'''' fft"f+ii ADIECTVM LATIVM i-'.~' •••• MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ SOPRINTENDENZA CULTURALI PER I BENI ARCHEOLOGICI DEL LAZIO Lazio & Sabina 2 a cura di GIUSEPPINA GHINI Atti del Convegno Secondo Incontro di Studi sul Lazio e la Sabina Roma 7 -8 maggio 2003 DE LUCA EDITORI D'ARTE MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVIT A CULTURALI SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DEL LAZIO a cura di Giuseppina Ghini Coordinamento Giuseppina Ghini Cura redazionale Livio Crescenzi Segreteria di redazione Micaela Angle L'editore si dichiara pienamente disponibile a soddisfare eventuali oneri derivanti da diritti di riproduzione. È vietata la riproduzione, con qualsiasi procedimento, della presente opera o di parti di essa. © 2004 Soprintendenza Archeologici per i Beni del Lazio © 2004 De Luca Editori d'Arte S.r.l. 00193 Roma - Via E.Q. Visconti, 11 Tel. 0632650712 - Fax 0632650715 e-mail: [email protected] ISBN 88-8016-631- X Immagine di copertina Carta storica di Abramo Ortelius 1595 (1624). Gli scavi Borghese nella Vigna Lucidi a Frascati Massimiliano Valenti Il20 settembre 1891 Enrico Stevenson, impegnato nell'esplorazione del versante nord-occidentale dei Colli Albani, giungeva alla «Vigna J anari collocata dopo il secondo ponte della ferrovia della via del Cimitero [di Frascati] dove è un casale segnato nella p(ianta di) St(ato) Magg(iore) alla quota 235 precisa(mente) a cavallo fralla [sic!] strada cisternole e quella che va verso Vagnolo [odierna via di S.Croce]. «lvi asserisce e insiste anche dopo le mie asserzioni Gustavo J anari esservi trovata la Leda che sta a Parigi. La vigna era di Lucidi diverso credesi dal propr(ietario) della villa di Monte Porzio. Indi im- magino la confusione e l'opinione che sia stata trovata in questa villa. La vigna è stata scassata da precedenti proprietari in grandissima profondità e si crede appunto per trovarci altre statue dopo la scoperta della Leda». l Il brano è tratto dagli appunti, ancora inediti sebbene noti e talvolta analizzati negli studi di topografia antica, raccolti dall'insigne archeologo nel corso delle sue ricognizioni. La vigna menzionata è facilmente localizzabile grazie alle precise coordinate descrittive fornite dallo stesso Stevenson e, soprattutto, grazie alla verifica condotta sul Catasto Gre- Fig. 1. Dettaglio del territorio tuscolano tra Frascati e Monte Porzio Catone del toponimo 5. Croce. 187 (IGM 150 III NE, stralcio). Si noti la posizione topogra/ica MASSIMILIANO VALENTI Fig. 2. Localizzazione delle vigne Luczdi -]anarz; Coromaldz; Campoli e Graziosi su base cartografica moderna (CTR Lazio, sez. n. 375130 - Frascati, straICZo). 1823 11 e invece più precisamente da ricondurre ai primi mesi del 1821.12 Il riconoscimento del luogo esatto di rinvenimento della Leda, coincidendo data e nome del proprietario del terreno nel quale furono condotte le esplorazioni, consente di localizzare anche il luogo nel quale furono recuperate altre sculture, recentemente identificate grazie alla pubblicazione di preziosi documenti d'archivio inediti, e anche queste oggi esposte alla Galleria Borghese: 13 una statua acefala di Claudio divinizzato nelle sembianze di Giove 14 (fig. 4), una statua seduta, acefala, di Tiberio 15 (?) e uno splendido busto-ritratto di Tiberio.16 Si trattò dunque di un'unica e "approfondita" indagine, condotta nel 1820-182117 su precisa commissione dei Borghese, in un terreno concesso in enfiteusi a Cesare Lucidi che portò al rinvenimento, tra le altre, delle 4 statue sopra ricordate e che, nella fase finale, venne personalmente diretta da Luigi goriano e nei relativi Brogliardi, dalla consultazione dei quali si è potuto evincere che, nella prima metà dell'Ottocento, le particelle catastali nn. 905908 di Frascati (figg. 1-2) risultano essere di tale Cesare Lucidi,2 enfiteuta dei Borghese, che ne erano i diretti proprietari.} Le perplessità dello Stevenson circa le asserzioni di Gustavo J anari erano giustificate dal fatto che, proprio in quegli anni, si era andata consolidando una vulgata secondo la quale la statua in questione, splendida replica marmorea di età adrianea del gruppo di Leda col Cigno (fig. 3), derivata dall'originale del 380-370 a.c. attribuito allo scultore greco Timothéos,4 era stata trovata a "Villa" Lucidi,5 nel territorio di Monte Porzio Catone.6 Non trova riscontro anche la notizia del suo trasferimento a Parigi/ poiché la statua è in realtà ancora visibile nella Galleria Borghese a Roma,8 facente parte della nuova collezione assemblata dalla nobile famiglia dopo il 1807 9 e proveniente proprio dagli scavi promossi dal principe Camillo Borghese nella vigna Lucidi, fino a pochi anni fa, sulla base di quanto tramandato da Antonio Nibby, riferiti al Canina.18 Recentemente si è proposto di attribuire agli stessi scavi 19 un torso di Apollo seduto (delfinio?) di proporzioni ridotte, già presente nella guida del- lO 188 GLI SCAVI BORGHESE NELLA VIGNA LUCIDI A FRASCATI la Galleria Borghese redatta nel 1832 e per il quale è indicata la stessa provenienza della summenzionata statua di Tiberio seduto,2° e, ancora, i ritrovamenti, che Nibby riconduce al 1826, di altri due torsi: uno, colossale, di un Apollo/Dioniso nudo21 e l' altro, di Ercole, nudo,22 entrambi «da una vigna tra Frascati e Monte Porzio». Nell' area oggetto di questi scavi, caratterizzata da un modesto risalto collinare con pianoretto superiore, incombente sulle sotto stanti località Cisternole e Quarto di Perazzeta, non si vede più nulla di antico. Non è nemmeno chiaro il contesto di rinvenimento, cioè se l'incredibile numero di statue sia stato trovato in una fase di crollo e di abbandono di un edificio o in una sorta di deposito (ipotesi per la quale, eventualmente, propenderei). Nel 1821 vi era comunque segnalata una cisterna con pareti in opera reticolata, nuovamente osservata prima della guerra,2J posizionata nella parte più alta della collinetta e inserita all'interno di un complesso di rovine più ampio, del quale si distinguevano «muraglie rozzamente dipinte, e di spazio in spazio con vestigia di mezze colonne lavorate in materiale colorito rosso, con altre scanalate di color giallastro».24 Nella seconda metà dell'Ottocento nella vigna J ana- ri (già Lucidi) viene scoperto un ambiente nel cui pavimento si apriva l'imboccatura di un pozzo, celata da un chiusino, nel fondo del quale si diramavano alcuni cunicoli; si recuperano anche losanghe di marmo per pavimenti in opus sectile, e un rilievo marmarea sul quale erano scolpite due maschere sceniche.25Sullo stesso rilievo orografico, nel 1976, quando cominciarono i lavori di trasformazione dell' area, in uno sbancamento edilizio vennero intercettati quattro muri paralleli in opera cementizia.26 Rovine ben più consistenti sono invece ancora visibili nella retro stante balza collinare,27 denominata vigna Spinetta o più genericamente loc. Cacciano (jig. 5), distante circa m 300 a sud-ovest dal pianoro su cui si sviluppava la vigna Lucidi-Janari. I ruderi evidenziano la presenza di una piattaforma artificiale di m 165 x 117 ca (pari a mq 19300), della quale si intuisce però un'estensione che poteva raggiungere 40000-50 000 mq. Il limite nord-ovest del terrazzamento inferiore era sostenuto da una fila continua di 36 ambienti a pianta rettangolare (m 3,83-4,10 x 4,23), coperti da volte a botte, ancora parzialmente accessibili. Un secondo livello, superiore e arretrato rispetto al precedente, era sostenuto da altri vani sostruttivi che si sviluppano in corrispondenza di un piccolo casale-torre, Fig. 3. Gruppo statuario di Leda col cigno (da Valenti 2003). Fig. 189 4. Statua di Claudio divinzzzato (da Valenti 2003). MASSIMILIANO VALENTI Fig. 5. Carta archeologica della loc. Cocciano (da Valenti 2003). per m 37 x 17 ca. (pari a mq 700 ca.), ma che in antico erano assai più estese, sia verso nord-est che verso sud-ovest. A sud-ovest di questi ultimi si apriva una piscina a cielo aperto a pianta circolare (m 40 ca.), il cui invaso, delimitato da un muro continuo in opera cementizia, sebbene in più punti nascosto dalla vegetazione e parzialmente interrato, è ancora intuibile. Un altro breve settore, con funzione forse termale (?), è stato infine recentemente riportato alla luce dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazi028 all'interno di un' area interessata da un' espansione edilizia che, iniziata negli anni Settanta del sec. xx, ha sicuramente devastato il settore nordorientale dell' edificio residenziale. Fig. 6. Carta archeologica del territorio tuscolano nel quale ricadono le proprietà imperiali della prima metà del sec. I d.C: a. Vigna Lucidz> b. villa di Cocciano - Spinetta; c. villa di Frascatz> d. complesso archeologico del Barco Borghese (con il quadratino delineato sono indicate le strutture non più visibili o documentabilz> a retino gli areali occupati dalle ville). 190 Il complesso è da tempo attribuito a Tiberio e Livia Drusilla, seconda moglie di Augusto adottata nella gens Iulia per volontà testamentaria dello stesso, a causa del rinvenimento nella Vigna Campoli, precisamente posizionabile (fig. 2), di una /istula plumbea con marchio ([T]i. Caesaris et Iuliae Augu[stae)) .29 Che 1'edificio sia rimasto di proprietà imperiale è confermato da un'altra/istula con marchio (Imp. Vespasiani Aug.), trovata proprio nella Vigna Spinetta.3o Altri rinvenimenti consentono di comprovare quanto suggerito dal ritrovamento delle /istulae acquarie. Nella vigna Spinetta, per esempio, era segnalata in passato, murata nel casaletto, un'iscrizione menzionante un C. Iulius.31 In una vigna immediatamente a nord di Spinetta, erano inoltre segnalate nel sec. XVIII un'iscrizione funeraria nella quale è ricordato Verrius Fronto, e un' altra iscrizione 0ve compare C. Iulius Eros, verosimilmente liberto imperiale.32 La riconosciuta corretta posizione della "Vigna" Lucidi, ricadente nella località S. Croce di Frascati, ha posto il problema del posizionamento di quest'ultima, poiché a essa sono associati vari rinvenimenti segnalati in passato e di particolare interesse. È evidente il posizionamento di quest'ultima immediatamente a valle della loc. Cocciano e non, come erroneamente indicato nella cartografia moderna (fig. 1), a est del tracciato di via di Prataporci (odierna via di Pietra Porzia). Tale constatazione consente ora di collocare correttamente in quest'area le notizie di vari ritrovamenti connessi a questo toponimo.33 Mi riferisco in particolare alla settecentesca segnalazione, nella tenuta S. Croce, di un'iscrizione funeraria nella quale è menzionato Pantagathus Augusti libertus) peculiaris34 e al rinvenimento nella Vigna Graziosi, nel sec. XIX, di un/istula con marchio: Ti. Cl. Fot[m] (liberto imperiale?).35 La presenza di numerose iscrizioni funerarie immediatamente a valle e a ridosso del complesso non deve sorprendere, poiché l'area era lambita da un asse stradale basolato, più volte segnalato in passato e ancora parzialmente visibile, che, diramandosi dalla via Labicana, risaliva verso Cocciano in direzione di Tusculum.36 Alla luce di quanto evidenziato, assume particolare valenza la notizia del rinvenimento di una iscrizione funeraria di un liberto di Messalina (vilicus Messalinae) nella proprietà di A. Benedetti, ricadente nella loc. Cisternole,37 ma in realtà assai prossima all' area di pertinenza di questa articolata proprietà giulio-claudia (fig. 2). La vicinanza dei due complessi archeologici, l'incredibile serie di statue rinvenute e le incerte notizie sul luogo di ritrovamento delle stesse, riconducibili comunque, in linea di massima, alla zona di S. Croce - Cocciano, il singolare silenzio delle fonti ufficiali, che registrano il solo rinvenimento della GLI SCAVI BORGHESE NELLA VIGNA LUCIDI A FRASCATI statua di Leda, fanno sorgere il sospetto che la particolare concentrazione di sculture è possibile e verosimile solo se ci si imbatté in una sorta di ripostiglio-deposito, afferente all'insieme dei complessi dell' area, o se, per le stesse, vadano ipotizzati differenti luoghi di ritrovamento distribuiti nell' area in questione (in tal senso troverebbero maggior giustificazione le differenti date di ritrovamento tramandate dalle varie fonti archivistiche: 1820-1821; recuperata la sopra ricordata iscrizione funeraria.38 Gli elementi fin qui raccolti confermano dunque con maggior evidenza la presenza di una proprietà imperiale in questo settore del tuscolano.J9 I dati a disposizione sembrano suggerire inoltre che tale possedimento sia particolarmente legato al ramo claudio della famiglia e che, tramite questo, sia poi entrato nel patrimonio dell'imperatore. Con Agrippina il tusculanum imperiale si arricchirà della villa su cui è costruita l'odierna Frascati 40 ed è pertanto assai probabile che anche il monumentale complesso sostruttivo del Barco Borghese,41 nella sua fase di sec. I, incuneato com'è tra i due edifici, fosse in qualche modo compreso in questa vasta tenuta, articolata in corpi di fabbrica distinti e separati, con funzioni probabilmente differenziate (fig. 6). È all'interno di questo ampio settore del tuscolano (forse anche più esteso verso nord di quanto qui proposto) che va quasi sicuramente calata la funzione ricoperta da quel Titus Plavius Epaphra, liberto imperiale e procurator villa rum tusculanarum menzionato in una iscrizione rinvenuta in un punto per ora non ben identificato del territorio di Frascati.42 1823; 1826). Le datazioni proposte per le statue attestano un excursus cronologico che va dalla metà del sec. al sec. II d.C., evidenziando da una parte una sorta di celebrazione del ramo claudio della famiglia imperiale, dall'altro un interesse all'abbellimento e all'utilizzo del (o dei) complessi almeno fino alla media età imperiale. La concentrazione di statue di carattere sacro potrebbe infine, forse, essere messa in relazione con la notizia, piuttosto incerta per la verità sia dal punto di vista della dislocazione topografica sia della sua corretta interpretazione, relativa al rinvenimento nel 1682 del pavimento a mosaico "d'un antico Tempio", al centro del quale era collocata un' ara di marmo con teste di ariete in metallo (bronzo?) sugli spigoli, in una zona prossima al complesso archeologico di vigna Spinetta e al punto in cui fu I ) MASSIMILIANO VALENTI Settore Museale di Monte Porzio Catone Massimiliano [email protected] Note IOCanina 1828,5 (<<unaLeda trovata negli scavi operati nelle falde Tuscolane unitamente ad altre pregiate statue»); Nibby 1832, 112-113 (dove non si parla della provenienza), tav. 32; Canina 1841, 104 (<<Sonoincirca venti anni che, facendosi uno scassato nella vigna Lucidi di diretto dominio del principe Borghese e corrispondente nella indicata parte inferiore del colle tusculano verso la terra di Monte-Porzio, si rinvennero le diverse opere di scoltura che servono ora di bell'ornamento al museo della villa Borghese di Roma, tra le quali distinguonsi alcuni torsi di statue di eccellente lavoro, ed una statua quasi intera di Leda»), 146, tav. xxxv (<<rinvenuta negli scavi eseguiti nella vigna Lucidi situata nella falda del colle tuscolano tra la città di Frascati e la terra di Monte Porzio, ed ora serve di bell'ornamento al nuovo museo della villa Borghese»); Mac Cracken 1939,470, n. 68, fig. 71 (che non si esprime sul luogo di rinvenimento). ]Stevenson, Cod. Vat. Lat. 10572, f. 111v. ASR, Catasto Gregoriano, Comarca, mappa 17 (Vermicino) e relativo Brogliardo, mappali nn. 905-908. ) Sulla diretta proprietà dei Borghese cfr. in/ra (soprattutto no- 2 te lO, 12). Cfr. nota lO; LIMe 73c, taf. 119). 4 VI, Munchen 1992, 238-239 (in part. 239, n. 5 Così furono già in Tomassetti 1886, 372,sculture nota l,antiche, (<<villaLucidi [...] nella quale escavate parecchie l'anno 1822, che ora nel portico museo BorgheseAshby di Roma. Fra queste(che, v'è una stanno bellissima figura didel Leda col cigno»); 1910,377-378 pur bito non delladichiarandolo descrizione delle esplicitamente, antichità correlate inserisce alla la notizia ricordata nell'amVilla Lucidi; è stranodetto che lo non nota abbialO)tenuto conto di quanto esplicitamente da studioso Canina (cfr. e, soprattutto, da Stevenson, che pure aveva consultati); Tomassetti (1926) 1976, 464 (è da notare che, come vedremo più avanti, nell'opera di quest'ultimo - ma forse si tratta di un'aggiunta del fratello Francesco che completò l'opera incompiuta di Giuseppe - seguendo un altro filone bibliografico, si reduplica la stessa notizia, attribuendola, commettendo però un nuovo errore, anche a un altro settore del territorio tuscolano: cfr. Tomassetti (1926) 1976,359; cfr. nota 12). 6SU Villa Lucidi bibliografia in Valenti 1995, 146, cui vanno aggiunti: Raggi 1844, 109-110; Mascherucci 1987,165-166. Sulle antichità in tale località cfr. ora: Valenti 2003, 210-216, nn. 362-379 (con bibliografia precedente). 7 Le ragioni di questo errore sono probabilmente da imputare alla confusione (verosimilmente più dello Stevenson che del meno erudito sig. Janari) cha associava la statua a quella parte della Collezione Borghese finita in Francia all'epoca di Napoleone; sulle vicende della Collezione cfr. nota 9. 8 Moreno - Stefani 2000, 166, n. 18; Moreno - Viacava 2003, 234, n. 223 (inv. CVIIC). 9 Costamagna 2000, 13; Valenti 2002, 44-45; Moreno - Viacava 2003, 14. Il Nibby nel 1841, 922, n. lO (<<Gruppo di una Ledavigna col Cigno [...],Frafu trovata 1823 in alcuni scavi fatti in posta tra scati e Monte Porzio»); Moreno - Sforzini 1987, 350 (che accettano la data del Nibby e localizzano gli scavi nella soprastante zona di Cocciano); Valenti 2003,170-171, n. 216 (dove si segue quanto proposto in Moreno - Sforzini 1987). Scavi ar- cheologici vengono persoprastante conto della loe. famiglia Borghese nel effettivamente 1823, ma nella condotti zona della Cocciano, nella vigna di Lorenzo Coromaldi, loro enfiteuta: ASR, Arch. Camerl., parte I, titolo IV, b. 45, fase. 371 (vi è segnalato solo il primo rinvenimento di un pavimento a mosaico e di lastre marmoree, ma non è riportato il risultato degli scavi che si dice esplicitamente di voler condurre in tutta la vigna); per la localizzazione di quest'ultima: ASR, Catasto Gregoriano, mappa 17 "Vermicino", partt. catt. nn. 684-686. "Diario diRama, 1821, n. 22 -17 marzo, 1-2 (<<Neimesi scorsi di gennajo, e febbrajo continuando lo scavo S. E. il Sig. Principe D. Camillo Borghese, come padrone diretto, si sono rinvenuti diversi pezzi di capitelli di peperino intonacati di stucco, un braccio di piccola statua, che si regge il manto colla mano, di marmo greco; molti frantumi di marmi di varie qualità, e colori; e una statua in marmo di palmi 6, rappresentante Leda, che si alza 191 MASSIMILIANO da sedere, e leva la mano sinistra, involta nell'abito, per nascondere, e riparare dagli artigli dell'aquila il cigno, che le si nasconde in grembo; ben conservata quasi in tutto»). Il prezioso contributo fornito da questo giornale era già segnalato nell'opera dei Tomassetti, ma era riferito a tutt'altra zona, per lierrata dislocazio ne topografica della contrada S. Croce (cfr. infra): Tomassetti (1926) 1976,359 (zona a est di via Prataporci). VALENTI 32crL XV,2755 e CILXV, 2716. Valenti 2003,169-170, n. 211 (con bibliografia precedente). JJGrossi Gondi 1908, tav. f.t.; Tomassetti (1926) 1976,359. 3'CIL xv, 2731. Valenti 2003,133, n. 124 (con bibliografia precedente). 35 Valenti 2003, 133, n. 125 (con bibliografia precedente). 36Valenti 2003,101 (tracciato "i"), 173, nn. 223-224, fig. 21 (con bibliografia precedente). l7 CIL XV,2751. Valenti 2003, 129, n. 110 (con bibliografia precedente). 3'CIL XV,2755. Mattei 1711, 86-88; Valenti 2003,172, n. 222 (con bibliografia precedente). J9Valenti 2003,61 (con bibliografia precedente). "Valenti 2002a; Valenti 2003, 238-255, nn. 437-487. Valenti 2003, 230-236, n. 426 (con bibliografia precedente); Valenti c.s. "Valenti 2003,62; Lega 2003, 588. IJ ASR,Camerlengato, parte til. IV, b. 43, fase. la concessione di scavo del l,1821 e relazione di 242 FA. (richiesta Visconti, delche descrive le strutture rinvenute); ASV,Fondo Borghese, B. 2141, n. 195; b. 8096, p. 143, n. 195 (<<unastatua creduta di Domiziano, mancante però di testa, parte delle braccia, e parte dei piedi, e della base, più un Torso semicolossale per metà e creduto un Bacco sedente, una Testa creduta di un Tiberio, ed altri frammenti di piedi, e di piccole Figure, con un frammento di tazza e di un candelabro con varj frantumi di marmi, ed altri oggetti antichi, come mattoni, lumi perpetui, e qualche iscrizione»: cil. 41 in Moreno - Sforzini 1987,348, non affrontano in maniera specifica il problema del che posizionamento dellaperò vigna, genericamente dislocata lungo la strada che dalla Labicana conduce al teatro di Tuscolo). In Canina 1841,104, si faceva già cenno ai torsi di statue portati nel Museo di Villa Borghese; cfr. nota lO. Sono questi probabilmente gli scavi ìin grandissima profondità! ricordati allo Stevenson dal sig. J anari. Nibby 1832, 43 (Tiberio; non si parla della sua provenienza); Nibby 1841, 912, n. 7 (Tiberio sotto le sembianze di Giove coll'aquila ai piedi); Moreno - Stefani 2000, 49, n. 8a; Moreno Viacava 2003, 115, n. 79 (Inv. XXXIX: Statua di Claudio quale Giove; 54 d.C.). 15 Nibby 1832, 17 (<<rinvenuto insieme con quello di Apollo in villa Lucidi»), tav. 2; Nibby 1841, 910, n. 22 (Torso di statua colossale rinvenuto nel 1826, in una vigna tra Frascati e Monte Porzio); Moreno - Viacava 2003,59-60, n. 59 (Inv. XXVII:Statua di Imperatore seduto; dagli scavi a Vigna Lucidi; 14-37 d.C.). 16 Nibby 1832, 101 (Tiberio); Nibby 1841, 921, n. 9 (Busto di Tiberio); Moreno - Stefani 2000, 191, n. lO; Moreno - Viacava 2003, 258-259, n. 253 (Inv. CLXXV:Ritratto di Tiberio; trovata nel 1820 a vigna Lucidi; 13 a.C.). "L'errore di datazione dello scavo riportato dal Nibby (cfr. nota. 15) - 1826 anziché 1820 - è verosimilmente da imputare ad una banale errata lettura di documenti o ad un errore di trascrizione, essendo lo O facilmente confondibile con il 6. 18 Canina 1841, 104 (<<per quanta cura mi presi nel dirigere le scavazioni che si fecero di poi [cioè dopo il rinvenimento della Leda] con ordinato metodo»). 19 Moreno - Sforzini 1987, p. 348. 2°Nibby 1832, 16-17 (<<rinvenuto a villa Lucidi nelle dipendenze tusculane»), tav. 2; Nibby 1841, 910, n. 28 «<Frammento di una statua sedente, che proviene dagli scavi sunnominati», per i quali cfr. nota 15); Moreno - Sforzini 1987,348, fig. 4 ("Torso di Apollo Delfinio"); Moreno - Viacava 2003, 65, n. lO (Inv. II: Torso di Apollo seduto). 21 Nibby 1841, 909-910, n. 14 «<Torso di Diadumeno rinvenuto nel 1826 in una vigna tra Frascati e Monte Porzio»); Moreno Sforzini 1987, 348, fig. 5; Moreno - Stefani 2000, 38, n. 7; Moreno - Viacava 2003,84-85, n. 37 (Inv. XV: Statua colossale maschile nuda). 22 Nibby 1841, 910, n. 15 «<Torso virile della medesima provenienza» del n. 14: cfr. nota precedente); Moreno - Sforzini 1987,348, fig. 6; Moreno - Viacava 2003, 85-86, n. 39 (Inv. XVI: Statua di Ercole). 23Ashby 1910,318; Mac Cracken 1939, n. 41, 398 (che, più vicino al sentiero, segnala anche un ambiente sotterraneo), fig. 47. 24 Asr, Arch. Camer!., p. I, til. IV, b. 43, fase. 242 (relazione di FA. Visconti sugli scavi condotti a Vigna Lucidi nel 1821). "Stevenson, Cod. Val. Lat. 10572, f. 111v. 26SBAL,Arch. doc., Frascati IIIA, 5, 001; SBAL,Arch. fot., a1372, 1374-1378, 1380-1381, 1387. 27 Valenti 2003,168-172, nn. 208-217 (con bibliografia precedente). 28 Valenti 2003,171, n. 217 (con bibliografia precedente). "CIL XV, 7814. Valenti 2003,76,85,170, n. 214. (con bibliografia precedente) 30 CTL XV, 7272. Tale toponimo indicava nell'Ottocento proprio l'uliveto nel quale ricadono le rovine: sulle diverse denominazioni assunte dallo stesso nel corso dei secoli: Valenti 2003, 168, nota 284; 170, n. 212 (con bibliografia precedente). "crL XV,2718. Valenti 2003,172, n. 220 (con bibliografia precedente). Bzbliografia ASR:Archivio di Stato di Roma ASV:Archivio Segreto Vaticano SBAL:Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio 14 ASI-IBYTh. 1910: "The Classical Topography of the Roman Campagna. III (The Via Latina). Section II'', PBSR V, 213-432. CANINA L. 1828: Le nuove fabbriche della Villa Borghese denominata Pinciana, Roma. 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