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Comune di Arnesano 3 SOMMARIO 5 Uno sguardo nuovo sulla persona in condizione di disagio Larissa Owena Pagliara 7 Praesepe: motivi e poetica di una mostra Massimiliano Cesari 12 Identità e presepe: interconnessione culturale e letture creative. Chiara Romano 17 Opere 38 Biografi e degli artisti 39 Bibliografi a 40 Ringraziamenti Note 1 D. Birnbaum, 53. Esposizione Internazionale d'Arte, in Fare Mondi. Making Worlds, catalogo della mostra (Venezia, 7 giugno-22 novembre 2009), a cura di D. Birnbaum, Marsilio, Venezia 2009, s.p. 2 I lavori, collocati al piano terra del settecentesco Palazzo Di Lorenzo a Galatina, cercavano di affrontare proprio gli eventi, come la guerra, l'emigrazione o le disuguaglianze sociali, che solitamente interrompono i processi di integrazione, escludendo dalla comunità. Per maggiori informazioni sulle opere e sulle fi nalità della prima edizione della mostra, si veda Praesepe, pieghevole della mostra (Galatina, Palazzo Di Lorenzo, 22 dicembre 2015-22 gennaio 2016), a cura di M. Cesari, testi critici di M. Cesari e C. Romano (s.l. e s.d., ma 2015). Colgo l'occasione per ringraziare il dott. Di Lorenzo che ha messo a disposizione gli ambienti del palazzo dove la mostra è nata. 3 Il pensiero è stato esposto da Glissant nella bella intervista concessa allo scrittore e amico Claudio Magris, Vivere signifi ca migrare: ogni identità è una relazione, in «Il Corriere della Sera», 1 ottobre 2009. 4 A proposito di identità, vedi sempre É. Glissant, Una nuova regione del mondo, in Poetica della Relazione, Quodlibet, Macerata 2007, p. 7: «La particella elementare dell'identità non la concepiamo più entro lo stesso, ma nel gioco delle differenze , scoprendo con stupore che le nostre identità giocano il gioco delle differenze, tanto almeno quanto riposano sull'immanenza dell'identico. In questa nuova regione del mondo le differenze non contrappongono, raccordano». Quanto il pensiero dello scrittore, legato soprattutto al concetto di «cultura arcipelagica» e di mondialitè, abbia ispirato l'allestimento di mostre, lo dimostra il noto curatore Hans Ulrich Obrist, Fare una mostra, Utet, Novara 2014, pp. 25-27. Per ulteriori informazioni sullo scrittore, si veda anche il sito uffi ciale www. edouardglissant.fr [02/12/2016]. Al pensiero dello scrittore, da una raccolta del quale prende anche il titolo, La Terra inquieta, sarà ispirata anche la prossima mostra a cura di Massimiliano Gioni, vedi l'intervista di D. Pappalardo, La sfi da di Gioni "L'arte è politica è fi nito il tempo delle provocazioni", in «La Repubblica" del 16 dicembre 2016. 5 Scrive A. Del Puppo, L'arte contemporanea. Il secondo Novecento, Einaudi, Torino 2013, p. 7: «Oggi il linguaggio dell'arte è il linguaggio del mondo. E il primo problema è il quesito su quanto resta dell'autenticità individuale. Un tempo il compito dell'artista era quello di giungere alla responsabilità del proprio lavoro, defi nendosi in un contesto culturale, sperando (o illudendosi) di controllare o trasformare il mondo. Oggi sempre più l'artista deve fronteggiare due sfi de. Deve accettare il multiculturalismo che ha infranto l'eurocentrismo, offrendo nuovi mondi al mondo». Per un approfondimento su fatti artistici contemporanei in Puglia (all'interno del quale sono annoverati anche Sava e Spedicato), si veda L. Galante, Scritti ad arte. Contributi alla storia dell'arte contemporanea scelti per i suoi 40 anni di attività artistica, a cura di M. Guastella, Congedo Editore, Galatina 2015 6 Per la lettura delle singole opere esposte in mostra, si rimanda al testo in catalogo di Chiara Romano. 7 Sull'opera site specifi c, The queens and the crown (2014), realizzata per il Dipartimento di Beni Culturali dell'Università del Salento, si veda: C'è un campus artistico visivo. Andrea Buttazzo, Marco Mariano, pieghevole della mostra (Lecce, Dipartimento di Beni Culturali, 8 luglio -30 ottobre 2014), ideazione e coordinamento progetto di L. Gaeta, cura scientifi ca di M. Guastella, testi di F. Coi, L. Gagliardi, D. Rucco, s.l., s.d. (ma 2014). Sull'artista si veda anche: D. Rucco, Arte e sacralità nelle creazioni scultoree di Marco Mariano, in XXVII edizione pro arte pro deo 2014, catalogo della mostra (Monteroni di Lecce, chiesa Madre, agosto 2014; Lecce, chiesa san Luigi di Gonzaga, ottobre 2014), a cura di M. Cesari e D. Rucco, Monteroni di Lecce, Edizioni Esperidi 2014, pp. 30-32. Una ricerca, quella sulla forma cubica, presente anche nella recente installazione Praesepe 2 (2015), per la quale si può vedere: Praesepe, pieghevole della mostra, cit. Sull'artista è in corso di stampa il testo Scultura e ambiente. Le steli di Marco Mariano, a cura di M. Cesari e C. Romano, Edizioni Accademia Fidia. 8 Sulla tematica delle diseguaglianze sociali e dell'integrazione è fondato il video Dreams (2016), esposto ad una recente mostra veneziana. L'opera affronta la problematica, oramai epocale ed ineluttabile, dell'emigrazione e dalla conseguente accoglienza. Per un'ulteriore conoscenza della produzione dell'artista, che include anche la scultura, si rimanda (in particolar modo per la pittura) a M. Cesari, La realtà e i segni nella pittura di Pantaleo Musarò, in XXVIII edizione pro arte pro deo 2015, catalogo della mostra (Monteroni di Lecce, chiesa Madre, agosto 2015; Lecce, chiesa santa Maria della Grazia, ottobre 2015), a cura di M. Cesari e M. Agostinacchio, Monteroni di Lecce, Edizioni Esperidi 2015, pp. 31-34. 9 Sulle opere citate, si rimanda al testo di M. Guastella, Etica ed estetica di Salvatore Sava, in Follie barocche, pieghevole della mostra (Lecce, Monastero degli Olivetani, 1 settembre -16 dicembre 2014), Sull'arte contemporanea metodologia e ricerca nei luoghi dell'Università, ideazione e coordinamento progetto di L. Gaeta, cura scientifi ca di M. Guastella, testi di M. Guastella
in La nuova guida alla bibliografia archeologica di Praeneste - Palestrina, a cura di A. Pinci, 2017
Scrivere una storia della città di Palestrina in età antica significa scendere nella narrazione del racconto dei fasti e delle gesta di Praeneste, città fiorentissima alle porte di Roma, arroccata su una propaggine del monte Ginestro (l'antico mons Arentinus). Scrivere la storia di Praeneste, richiede attingere notizie dalle fonti letterarie, cioè dalle voci del tempo che hanno tramandato fatti ed eventi che l'hanno vista protagonista, nel bene e nel male, nei secoli dell'antichità. Ma anche attingere alle testimonianze archeologiche, architettoniche, epigrafiche, che sebbene mute rispetto alle parole dei letterati antichi, spesso sono più esaurienti e procaci di informazioni. Il tessuto che viene a delinearsi così nasce da una miscela di dati che le diverse fonti tendono a mettere in risalto, ponendo nelle condizioni lo storico di dover sintetizzare questa sequela di notizie, senza disdegnarne alcuna, almeno se si vuol prestare la penna ad uno scritto scientifico e non di sola erudizione. La Nuova bibliografia archeologica redatta da Angelo Pinci spinge lo studioso sempre di più verso questa direzione, alimentando così la maniera di intendere le discipline umanistiche nella corrente scientifica delle stesse. Lo studioso che affronterà d'ora in avanti lo studio della città antica di Praeneste e dei suoi numerosi ambiti di ricerca non potrà fare a meno di orientarsi nella giungla di voci bibliografiche che Angelo Pinci ha raccolto nel corso di trent'anni e ancor di più, a partire dal suo primo contributo e giungendo fino ad oggi con questa ancora più esauriente summa bibliografica. Non ci sarà da meravigliarsi di fronte a questa vastissima letteratura, essendo essa il risultato di cinque secoli di studi sulla città, che hanno preso avvio con i primi testi cinquecenteschi e seicenteschi finendo con le ultime recentissime pubblicazioni dell'anno 2016 e dell'inizio del 2017. Un lavoro monumentale di cui dobbiamo essere grati allo studioso Angelo Pinci, che instancabilmente ha raccolto forse ciò che nessun'altro avrebbe fatto, una mole incredibile di voci bibliografiche che affrontano la trattazione antica della città. Questo processo di trasmissione e raccolta dei dati permette oggi allo studioso di conoscere, preliminarmente a qualsiasi avvio della sua ricerca, la bibliografia edita relativa al tema che va ad approfondire, con la consapevolezza di aver saltato un passaggio, anzi, di essere stato assistito nel giungere direttamente alla meta del suo percorso di avvio, legato alla raccolta di una bibliografia edita sull'argomento, che trova già confezionata in questo splendido volume. Forse inevitabilmente poco divulgativo, ma essenziale per un approccio alla disciplina archeologica prenestina.
Quanto può fare l'abbigliamento nel farci guarire, o ammalare? Evidenze consolidate indicano come tessuti sintetici, coloranti, ma anche detersivi e ammorbidenti i cui residui permangono nei tessuti, possano concorrere a causare e/o mantenere patologie cutanee di tipo infiammatorio, allergico e irritativo. In positivo, crescenti ricerche evidenziano come i tessuti naturali, opportunamente trattati, possano invece diventare strumenti integranti di un progetto terapeutico multimodale.
Fabrizio Plessi The Secret of Time, 2019
Text for the show "The Secret of Time" at Terme di Caracalla, summer 2019, Electa Edition
Joy Nwosu, Cinema e Africa. L’immagine dei neri nel cinema bianco e il primo cinema africano visti nel 1968, 2014
Testo introduttivo alla seconda edizione di "Cinema e Africa", saggio edito originariamente nel 1968 da Tindalo col titolo "Cinema e Africa nera".
Ladinia XLVI (2022), 5-13, 2022
L’ediziun XLVI dla “Ladinia” contëgn n necrologh (1), dui articui leterars (2–3), cater contribuc linguistics (4–7), na relaziun de laur sön la catalogaziun de documënc (8), n test leterar (9) y cin’ rezenjiuns de libri che á da nen fá cun la Ladinia/Ladinistica (10). En chësc iade vëgnel adoré, pro le todësch (3, 5, 6, 7, 10) y le talian (1, 2, 8, 9, 10), ince l’inglesc (4). Tla pert iadedô ciafon i inserac de presentaziun dles ultimes publicaziuns dl Istitut Ladin (2017–2022), la seria de publicaziuns “Ladinia monografica” y les misciuns de contat de düc i 19 auturs y auturies che á daidé mëte adöm chësc liber. Der vorliegende Jahrgang XLVI der “Ladinia” umfasst einen Nachruf (1), zwei literaturwissenschaftliche Aufsätze (2–3), vier linguistische Beiträge (4–7), einen Arbeitsbericht zur Urkundenkatalogisierung (8), einen literarischen Text (9) sowie fünf einschlägige Buchbesprechungen (10). Als Publikationssprache kommt diesmal neben dem Deutschen (3, 5, 6, 7, 10) und dem Italienischen (1, 2, 8, 9, 10) einmal auch das Englische (4) zum Einsatz. Im Nachspann finden sich die Einschaltungen zu den jüngsten Publikationen des ladinischen Kulturinstituts (2017–2022) und zur Begleitreihe “Ladinia monografica” sowie das Verzeichnis aller 19 an diesem Band beteiligten Autorinnen und Autoren. L’edizione XLVI di “Ladinia” comprende un necrologio (1), due saggi letterari (2–3), quattro contributi linguistici (4–7), una relazione di lavoro sulla catalogazione di documenti (8), un testo letterario (9) e cinque recensioni di libri attinenti alla Ladinia/Ladinistica (10). Questa volta, oltre al tedesco (3, 5, 6, 7, 10) e all’italiano (1, 2, 8, 9, 10), viene eccezionalmente utilizzato anche l’inglese (4). Nella parte conclusiva si trovano le inserzioni che illustrano le recenti pubblicazioni dell’Istituto Ladino (2017–2022) e la collana “Ladinia monografica” nonché l’elenco di tutti i 19 autori e autrici che hanno contribuito alla realizzazione di questo volume.
Credo che sia necessaria una breve premessa metodologica, come si usava scrivere qualche tempo fa quando ci si esponeva nella lettura di un 'mostro sacro' che, con le sue pieghe, facilita interpretazioni discordanti ed eterogenee, mai definitive e talvolta necessariamente prive di un anacronistico copyright. La premessa è in realtà multipla: viene da una congerie che, a mano a mano che negli ultimi anni vanno avanti gli studi sul romanzo, fa pensare al romanzo stesso come a una forma perennemente in cerca di sé e d'una sua definizione, forma precipua per adattarsi, proteicamente, a tempi, luoghi, emittenze e destinazioni differenti e variegate; come se, fin dapprincipio, l'avventura della cronaca e l'avventura del romanzo, incrociate con questioni poetiche legate all'universale e al problema della verosimiglianza-altro punto critico-, fossero una cosa sola e dovessero confliggere, viste le diverse esigenze di affabulazione delle comunità destinatarie di Eliodoro o, per darci un limite, di Cervantes. D'altro canto c'è un'incolmabile distanza che separa i destinatari che ricevono in ascolto da quelli che ini-ziano a disporsi chini su un libro e, persino, magari cominciano ad affacciarsi di fronte a una tipografia che restituisce il senso pertur-bante del doppio e della riproducibilità dell'unico, come accade proprio a don Quijote a Barcellona quando vede comporsi presso la stamperia la seconda parte di Avellaneda, già di per sé simulacro (Quijote, I, 62), o, nella polverosa istanza della cronaca, nella festa per Santa Teresa, quando gli studenti (prima addirittura che il se-condo tomo uscisse?), insieme all'apocrifo per colmo di mise en abyme, si divertivano sui carri studenteschi mascherati da Chi
THEORIA. An International Journal for Theory, History and Foundations of Science, 2012
Hts Teologiese Studies-theological Studies, 2009
Studi e materiali di storia delle religioni, LVI, 393-402, 1990
Agenda 2030: gatopardismo o transformaciones, 2019
Sánchez Muñoz, R., Robles Luján, C. C., (coord.) Filosofía de la religión. Problemas y enfoques contemporáneos, 2023
Morfometría geométrica.
Dao-a Journal of Comparative Philosophy, 2018
Burning Down the House Latin American Comics in the 21st Century, 2023
Review of International Studies, 2005
American Journal of Physics, 1992
Advances in Animal and Veterinary Sciences
New England Journal of Medicine, 2005
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Cell Research, 2018