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2021
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Hanno scritto nella Collana punto org www.puntoorg.net Finito di stampare nel mese di febbraio 2021 dalla Vulcanica srl-Nola (NA)
Intrecci D Arte, 2013
Il collezionare, dal latino colligere, ha origini antiche e si rinnova ad ogni nuova nascita. Già nell'infanzia si raccolgono piccoli oggetti, ciottoli, conchiglie, gomme, francobolli, modellini di macchine, figurine. Talora un viaggio sollecita l'azione del ricordare e si inizia una nuova raccolta. Ciò che distingue una collezione dal semplice accumulo è la presenza di una logica che regola la scelta e che stabilisce un legame tra gli oggetti e le emozioni del collezionista. I tesori dei santuari nell'antichità e nelle chiese medievali sono le prime testimonianze certe. Agli albori dell'Umanesimo e del Rinascimento i principi europei crearono in una dimensione laica le camere delle meraviglie. Oggetti d'arte, strumenti scientifici e curiosità naturali fornivano una rappresentazione enciclopedica del mondo e testimoniavano la magnificenza della corte e la grandezza del principe, ne magnificavano il potere e la ricchezza. Restavano privilegio di pochi. L'idea di museo come patrimonio della collettività nasce in Europa tra il Settecento e l'Ottocento. Si nazionalizzano le raccolte di origine principesca (Uffizi, Prado, Louvre, Ermitage). I privati cittadini donano o vendono le loro collezioni che vanno a costituire le nuove realtà museali (British Museum, National Gallery, Musée de Cluny) e talora fanno delle loro case una nuova realtà museale (a Milano, Gian Giacomo Poldi Pezzoli; a Parigi, i Jacquemart-André). Petrolieri ed industriali statunitensi nel corso del Novecento non sono da meno per qualità delle collezioni e per generosità (John Pierpont Morgan, Henry Clay Frick, Jean Paul Getty). Hanno incontrato l'arte viaggiando e guardando dal vero, visitando le botteghe dei restauratori, consultando i primi storici dell'arte. Nuovi protagonisti del Grand Tour, riconoscevano all'Italia la qualità del suo patrimonio e al desiderio di acculturazione univano la consapevolezza del valore economico della sua arte, se ne appropriavano, talora senza inibizioni. Sono consapevolezze di cui è priva la nostra classe politica invischiata nella palude dell'inefficienza e della disonestà intellettuale
Indiscipline, 2023
Recensione del volume di Thomas Poell, David B. Nieborg, Brooke Erin Duffy, Piattaforme digitali e produzione culturale, a cura di Fabio Guarnaccia e Luca Barra, pre-fazione di Valerio Bassan, minimum fax, Roma, 2022, pp. 357
Infinitimondi.eu, 2020
Negli ultimi anni l’espressione “Ripartire dalla cultura” è stata spesso impiegata per indicare il potenziale supporto che un’adeguata considerazione di beni ed attività culturali avrebbe potuto garantire a tutto il contesto sociale, aiutando un equilibrato sviluppo economico-sociale. A volte in maniera polemica contro i teorici del “con la cultura non si mangia”, altre volte per dimostrare che la forza di certi territori, gravati da problemi antichi e moderni, poteva venire anche da un elemento troppo sottovalutato, l’idea ha guadagnato consensi e raggiunto risultati. Improvvisamente, la drammatica evenienza determinata dalla pandemia COVID 19 ha reso questo, come altri temi importanti, di fatto marginali. Eppure, anche aiutati dall’ottimismo della volontà, è necessario tentare di riprendere, adesso, quelle riflessioni, e proprio a partire dai danni specifici che alla cultura la pandemia sta procurando, sviluppare idee che saranno forse utili quando questa tremenda congiuntura sarà superata.
Il metodo di analisi dell'antropologo americano Geertz ha dato forte impulso al lavoro teorico sulla cultura attraverso l'adozione di un concetto, da lui definito "semiotico", calibrato sostanzialmente sul significato. Dopo la sua proposta, l'approccio interpretativo, semiotico, si è imposto per molto tempo come la modalità più adeguata per esplorare la sfera culturale. Come il simbolo, però, anche il termine "semiotico" può dar luogo a fraintendimenti, a seconda se lo si consideri solo segno o anche metafora, tassello del linguaggio o anche tassello dell'esperienza. È possibile individuare dei passaggi critici che hanno portato gradualmente alla definizione di cultura come "sistema di simboli e significati". Verso quest'espressione, in particolare, era stata rivolta l'accusa di suggerire una visione integrata, troppo coerente della cultura. Se i sistemi culturali si presentano come totalità armoniose, infatti, scompare l'elemento fondamentale se si vuole avere una visione dinamica della società, vale a dire la contraddizione, il contrasto, il conflitto. La proposta di Geertz inoltre produce un effetto di astrazione quando il termine semiotico combacia con uno strumento formaleil linguaggionella sua versione testuale. Il testo per Geertz è qualcosa che va al di là del materiale scritto, e perfino al di là di quello verbale. La principale obiezione mossa alla proposta di Geertz, comunque, è quella che si riferisce alla "descrizione densa" che rivela un carattere contratto e statico. Al termine del libro Interpretazione di culture Geertz conclude affermando che tutto è già stato detto, l'interpretazione è già fatta e che basta soltanto trovarla. La cultura si riduce così a un dato implicito, chiuso, mentre le sue cause e i suoi effetti risultano prigionieri in un circolo privo di svolgimento.
Scambio fra culture come strategia di cambiamento sociale non violento Conference: Time, Person and Culture "Scambio Fra Culture Come Strategia di Cambiamento Sociale Nonviolento" ("Cross--Cultural Exchange as a Strategy of Nonviolent Social Change") Cammarata, Sicily. June 2008. Autore: Zara Maria Zimbardo Traduzione: Cecilia Galiena La mia intenzione con questo intervento e' di esplorare il tema di come lo scambio e la comprensione fra culture possa fare da potente strategia di resistenza non violenta alla minaccia di catastrofe violenta. In questa sede presentero' due esempi di questo fenomeno che provengono da due contesti diversi e tuttavia sono tutti e due in rapporto, nella misura in cui sono forme di resistenza al bisogno statunitense di controllare l'accesso alle riserve petrolifere, una dipendenza che ha giustificato estreme forme di violenza di governo e privata. Per poter giustificare la presa di potere della terra di un altro popolo dotata di risorse preziose, come il petrolio, occorre disumanizzare e demonizzare la gente e le culture di quella regione (El--amine 2005), in un costrutto dell'"altro", che viene ritratto come maligno, arretrato, primitivo e sub-umano. Nella resistenza creativa alla disumanizzazione culturale, la circolazione delle storie di vite, speranze, paure, prospettive e saggezze dell'"altro" costituisce una strategia non violenta che risveglia i cittadini all'umanita' di coloro che vengono minacciati dagli Stati Uniti e celebra espressioni culturali diverse. Un esempio che presentero' e' una storia di successo di una tribu' indigena che vive nella foresta pluviale dell'Amazzonia in Colombia e che e' riuscita ad espellere una compagnia petrolifera americana dai suoi territori ancestrali e l'altra, che continua tutt'ora, e' di un movimento atto a prevenire che gli Stati Uniti muovano guerra contro l'Iran.
2015
Il presente lavoro si pone l'obiettivo di indagare la consistenza delle elargizioni volontarie alla cultura in Italia, mediante un'analisi descrittiva dei principali incentivi tributari per i contribuenti Irpef in Italia nel periodo 2001-2012. Successivamente, si tenterà di spiegare l'inconsistenza quantitativa delle donazioni da persone fisiche sulla base di una letteratura multidisciplinare sul significato di dono e processo di scambio. Le riflessioni finali metteranno in evidenza come il sostegno da parte dei privati sia strettamente legato al ruolo dello Stato in quel settore, dal momento che la donazione sembra aver il ruolo di supplire ad un'offerta di beni e servizi pubblici che appare inadeguata. In tal senso, la preferenza che i donatori mostrano nei confronti di altri settori di intervento quali salute e povertà rivela la necessità di promuovere la cultura come bene comune e relazionale al fine di stimolare l'elemento di reciprocità che è alla base dell...
Ragion Pratica, 2018
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2018
Cultura: chiuso per inventario E’ ora di un inventario delle pratiche culturali e degli operatori, per far rendere conto della fioritura di buone pratiche, esperimenti e attività reali, per reagire alla pseudocultura degli slogan e dei fantasmi non verificabili. Le 4 C della cultura Nella cultura personale la sequenza di critica, cooperazione, conservazione è naturale. Per cogliere un frutto sinergico di queste fasi della cultura occorre lavorare insieme, come in una cucina. Pretendere il piacere vero Un predicozzo ai giovani, il nuovo proletariato che non ha da perdere che le proprie incertezze, che può (deve) ribellarsi a quanti, accampati come i pecorai nella Roma di Piranesi, governano senza idee un paese sempre più indebitato e sempre meno disponibile a qualificare il futuro usando le proprie radici culturali. Per saperne di più visita: https://landscapefor.eu/
1995
International Affairs and Global Strategy, 2017
Revista de Interpretación Bíblica Latinoamericana, 2019
Revue française de science politique, 2013
The Oxford Handbook of Zooarchaeology, 2017
il tesoro delle città, 2003
Miscellanea on Encephalopathies - A Second Look, 2012
Cell Journal (Yakhteh), 2020
Proceedings, 2018
Clean Energy, 2021
Brief Treatment and Crisis Intervention, 2003
Journal of Medicinal Chemistry, 2012
Nordic Studies in Science Education, 1970