Academia.eduAcademia.edu

Lo sguardo sulla narrazione

2023, Lo sguardo sulla persona Psicologia delle relazioni umane (4.a ed)

Descrizione del libro Lo sguardo sulla persona propone una visione psicologica e fenomenologica delle relazioni umane attraverso la narrazione di storie dell'esistenza e del Sé, integrate da racconti, esperienze, riflessioni e ricerche, disposte secondo un'ottica umanistico-esistenziale. Lo sguardo appassionato dell'autore contempla la condizione umana e si sofferma dapprima sulla fragilità dell'essere, piegata tra egoismo e altruismo. Quindi si volge al prendersi cura, prospettando una relazione di aiuto autentica ed empatica, inderogabile quando lo sguardo diventa abusante e si degrada; oppure quando diviene mistificatore e genera relazioni familiari confuse e alienanti. Lo sguardo poi spazia tra Eros e Thanatos, insinuandosi tra l'amore profondo e l'angoscia esistenziale

| Libri universitari € 21.75€ 22.90 Lo sguardo sulla persona Psicologia delle relazioni umane di Renato Vignati • • • • • • • Editore: libreriauniversitaria.it Collana: Lezioni fondamentali Edizione: 4 (Quarta edizione rivista e aggiornata) Data di Pubblicazione: 28 luglio 2023 EAN: 9788833596266 ISBN: 8833596265 Pagine: 324 Formato: brossura Descrizione del libro Lo sguardo sulla persona propone una visione psicologica e fenomenologica delle relazioni umane attraverso la narrazione di storie dell’esistenza e del Sé, integrate da racconti, esperienze, riflessioni e ricerche, disposte secondo un’ottica umanistico-esistenziale. Lo sguardo appassionato dell’autore contempla la condizione umana e si sofferma dapprima sulla fragilità dell’essere, piegata tra egoismo e altruismo. Quindi si volge al prendersi cura, prospettando una relazione di aiuto autentica ed empatica, inderogabile quando lo sguardo diventa abusante e si degrada; oppure quando diviene mistificatore e genera relazioni familiari confuse e alienanti. Lo sguardo poi spazia tra Eros e Thanatos, insinuandosi tra l’amore profondo e l’angoscia esistenziale di morte. Pertanto, si proietta sulla solitudine e sull’isolamento, tentando di superare la parete di vetro dell’incomunicabilità. Infine, si concentra sulle emozioni e sulle dinamiche dell’affettività, ripercorrendo le espressioni del cuore, dispiegate nei luoghi dell’intersoggettività, dove il volto dell’altro ci ri-guarda. Indice Introduzione 1. Lo sguardo sulla fragilità umana 2. Lo sguardo si prende cura della persona 3. Lo sguardo abusante 4. Lo sguardo mistificatore 5. La tensione dello sguardo tra Eros e Thanatos 6. Lo sguardo sulla solitudine 7. Lo sguardo sulle emozioni Bibliografia Indice analitico Estratto: Cap. 4. Par. 8.1 La narrazione dell’esistenza fragile Che cosa spinge alla narrazione di storie che riguardano l’esistenza? […] Nasce dal nostro universo di esperienze e attività cognitivo-relazionali il bisogno di narrare e di coltivare un pensiero narrativo, una delle capacità della mente umana indispensabile per riportare in primo piano la persona, riflettere sul Sé e le relazioni sociali, inseguendo un possibile ordine degli eventi e quel senso dell’esistenza, implicito nella condizione umana seppure sfuggente e indefinibile. In campo letterario sono numerosi gli scrittori1 che propongono racconti e testimonianze, che riguardano la problematicità dell’essere e le principali questioni esistenziali, riconsiderate nei momenti più critici della malattia e dei tentativi di cura. Tra le narrazioni, per citare qualche autore di riferimento, appare esemplare il lungo racconto di Lev Tolstòj La morte di Ivàn Il'íč, che rivela il dolore, i pensieri e gli aspetti più fisici della malattia e del destino di morte di un giudice, che alla fine della vita si rende consapevole di una scoperta sorprendente, ossia che “sta morendo male perché ha vissuto male”. […] Così il saggio di Virginia Woolf dal titolo Sulla malattia, rivendica la bellezza della malattia come opportunità per riscoprire il corpo, pur nelle sue vulnerabilità e nei tentativi di resistenza, tanto che all’autrice appare «davvero strano che la malattia non figuri insieme all’amore, alla guerra e alla gelosia tra temi principali della letteratura». […] Lo scrittore Jon Krakauer, autore di libri sull’alpinismo come “ Aria sottile” riporta le vicende del giovane Chris McCandless, che vengono ricostruite tramite gli scritti del suo diario e i racconti delle persone incontrate durante il suo percorso di ricerca del suo vero Sé. Scrive Krakauer, che nelle terre estreme dell’Alaska, dove troverà la sua tragica fine nell’isolamento più totale: «Chris voleva mettere alla prova le sue risorse interiori, senza alcuna rete di sicurezza, per guadagnarsi una migliore prospettiva su questioni come l’autenticità, il fine ultimo della vita e il proprio posto nel mondo». Così anche l’ultimo messaggio, scritto prima di morire di fame all’interno del Magic Bus dove si è rifugiato, rispecchia il suo impegno e la sua ricerca: «Ho avuto una vita felice e ringrazio il Signore. Addio e che Dio vi benedica!». Tolstòj, L. La morte di Ivàn Il'íč, Milano, Adelphi, 1996; de Beauvoir S. Una morte dolcissima, Torino, Einaudi, 2015; Woolf, V. Sulla malattia, Torino, Bollati Boringhieri, 2006; Cousins, N. La volontà di guarire. Anatomia di una malattia, Roma, Armando, 1982. 1 La narrazione diaristica di un’esperienza personale di Irvin Yalom2 in Una questione di vita e di morte, rivela tutto il dolore straziante per la perdita della sua compagna Marilyn, descrivendo l’amore, l’invecchiamento, la fragilità e la condivisione degli ultimi momenti di vita, dopo aver trascorso insieme 65 anni. Lo stesso Yalom, eminente psichiatra americano, nel corso degli anni ha proposto una narrativa psicologica e saggistica centrata su autori di filosofia europei come “La cura Schopenhauer”, “Le lacrime di Nietzsche”, e “Sul lettino di Freud”. Inoltre, ha scritto opere indispensabili come The theory and practice of group psychotherapy (1970) ed Existential psychotherapy (1980), contribuendo alla formazione specialistica, in oltre quaranta anni, di numerose generazioni di professionisti dell’aiuto. Anche Oliver Sacks, nel raccontare le esperienze di salute e sofferenza dei suoi assistiti, come avviene in “Risvegli”(1973), impiega un genere di discorso colloquiale, poetico e filosofico, che pone la centralità delle domande metafisiche, del tipo “come stai?” e “come va?”, per stabilire una relazione io-tu, così come definita dal filosofo Martin Buber3. […] Un esempio appassionante di questa tipologia di dialogo, presente nella letteratura psicologica, sono i casi clinici descritti da Freud4, che dimostrano come la «natura storica della malattia nevrotica e del suo trattamento» può essere raccontata attraverso la biografia. La narrazione integrale di una serie di colloqui, centrati sulla persona e realizzati nel trattamento clinico di un soggetto, chiamato Herbert Bryan5, sono stati documentati da Carl Rogers negli anni ’40, rendendo così disponibile al pubblico per la prima volta lo scambio verbale e l’interazione che avveniva durante una psicoterapia. Altri esempi di storie cliniche biografiche, che fondano un nuovo genere letterario dove la scienza diventa nemica di ogni riduzione della realtà a schemi astratti, sono quelle fornite dal neuropsicologo A. R. Lurija, collaboratore di Lev S. Vygotskij, che si distinguono per essere studi biografici rigorosi, analitici e completi della totalità degli individui - della loro vita, mente, mondi abitati e tentativi di sopravvivenza - e per il loro svolgersi nell’arco di circa trenta anni. Lurija scrive due “romanzi neurologici” principali6: il primo La mente di un mnemonista, uscito nel 1968, […]; il secondo, Un mondo perduto e ritrovato, del 1971. […]. Entrambi i testi sono l’espressione di una scienza romantica, che nella sua narrazione centrata sullo svolgimento storico dell’individuo, intende conservare la ricchezza della realtà vivente. Ma la svolta narrativa nelle scienze, determinata fin dagli anni Ottanta dalle conquiste delle neuroscienze, si è affermata con l’emergere di una medicina narrativa, avanzata da Rita Charon e basata sulle storie dei pazienti nella pratica clinica, considerate parte del lavoro di cura. 7 In psicologia, è Jerome Bruner, che partendo dal cognitivismo e dalla psicologia culturale, ha proposto una prospettiva inerente il pensiero narrativo e lo studio delle storie, centrate sulla costruzione del significato delle vicissitudini umane e del Sé.8 Nell’ambito di un approccio narrativo, le esperienze di malattia e di cura sono restituite da una serie di racconti clinici di Arthur W. Frank, raccolti nel testo Il narratore ferito9, che invita a «imparare a pensare con le storie, a sentire quello che genera e percepire la verità che c’è dietro». […] Ma solo nella narrazione di ricerca, precisa Frank, esiste una storia da raccontare, che riduce il caos e trasforma l’individuo malato in un narratore, contribuendo a fare emergere la sua prospettiva, come avviene per John Donne, che trasforma la propria malattia in un viaggio spirituale, oppure per Friedrich Nietzsche, che soffriva di disturbi cronici e chiamava cane il proprio dolore, 2 Yalom, I. D. Yalom M. Una questione di vita e di morte, Vicenza, Neri Pozza, 2022. Buber, M. Il principio dialogico e altri saggi, Ed. San Paolo, Milano, 1993, pag. 59 4 I principali casi clinici descritti da Freud riguardano: Il caso di Dora, Il piccolo Hans, L'uomo dei topi, Il caso Schreber, L'uomo dei lupi, Un caso di paranoia. In: Freud, S. Opere, vol. 6, Casi clinici e altri scritti (1909-1912), Torino, Bollati Boringhieri, 1985. 5 Il caso Herbert Bryan (nome di fantasia) è riportato in: Rogers, C. R. Counseling and Psychotherapy, 1942, trad. It. Psicoterapia di consultazione, Roma, Astrolabio, 1971. 6 Lurija, A. R. Viaggio nella mente di un uomo che non dimenticava nulla, Roma, Armando, 1979; Lurija, A. R. Un mondo perduto e ritrovato, Milano, Adelphi, 1979. 7 Charon, R. Medicina narrativa, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2019. 8 Bruner, J. La fabbrica delle storie, Bari, Laterza, 2002. 3 9 Frank, W. F. Il narratore ferito, Torino, Einaudi, 2022, p. 114. attribuendogli le stesse caratteristiche (fedele, molesto, divertente e intelligente) e sfogando così i propri malumori. […] In tempi più recenti, nell’ambito delle neuroscienze, che si occupano di ricerche sul cervello, lo psicologo Adrian Owen10si è avventurato nell’esplorazione scientifica di un nuovo campo di indagine, meglio definito come la zona grigia della mente, una “terra delle ombre” posta tra la piena consapevolezza e la morte cerebrale, riuscendo così a stabilire sperimentalmente un contatto, sempre tramite tecnologie di monitoraggio e scansioni cerebrali, con numerosi pazienti che hanno avuto gravi lesioni al cervello e vittime di traumi o malattie. In particolare, Owen racconta la storia di Scott, un paziente rimasto in stato di coma vegetativo per dodici anni a seguito di un incidente stradale. […] Pur rimasto chiuso dentro il suo corpo a lungo, in silenzio, a osservare il mondo passargli accanto, Scott in seguito riuscì a trasmettere che sapeva chi era, dove era e quanto tempo era trascorso dall’incidente, confermando nelle sue comunicazioni che non soffriva. La natura onnipresente della coscienza e la capacità di comunicare sono aspetti sorprendentemente vivi anche nell’autobiografia Lo scafandro e la farfalla, scritta da Jean-Dominique Bauby, che è rimasto completamente paralizzato a causa di un ictus devastante, e quindi costretto a indicare alla sua assistente le parole del libro con l’unico gesto che riusciva a compiere, ovvero muovere la palpebra dell’occhio sinistro. «Una sorta di scafandro racchiude tutto il mio corpo».11 Si può ordinare online a: https://edizioni.libreriauniversitaria.it/libro/lo-sguardo-sulla-persona/ • libreriauniversitaria.it Lo sguardo sulla persona di Renato Vignati € 21.75 € 22.90 10 11 Owen, A. Nella zona grigia, Milano, Mondadori, 2019, p. 156. Bauby, J. D. Lo scafandro e la farfalla, Firenze, Ponte alle Grazie, 1997.