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L'Endocrinologo
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L'Endocrinologo, 2020
L'Endocrinologo, 2021
SommarioIl carcinoma non midollare della tiroide (non medullary thyroid cancer, NMTC) è generalmente sporadico ma può presentarsi in forma familiare (familial non medullary thyroid cancer, FNMTC) in circa il 10% dei casi. Negli anni si sono accumulate evidenze a favore di una predisposizione genetica ereditaria del FNMTC, come la scoperta di alcuni loci di suscettibilità, la presenza di alterazioni molecolari a carico del complesso telomero-telomerasi e l’evidenza di polimorfismi a singolo nucleotide (SNPs) associati statisticamente al rischio di sviluppare la malattia. Molti studi clinici concordano nell’attribuire al FNMTC un fenotipo più aggressivo rispetto alla controparte sporadica, supportando l’ipotesi che esso rappresenti una entità a sé, clinicamente distinta dalla forma sporadica. Sebbene la presenza di possibile familiarità per carcinoma tiroideo debba essere sempre valutata attraverso un’accurata anamnesi familiare, le attuali linee guida non si esprimono a favore o cont...
L'Endocrinologo, 2007
L'Endocrinologo
L'Endocrinologo, 2014
Sommario La maggior parte dei pazienti con carcinoma tiroideo guarisce con i trattamenti convenzionali (chirurgia e iodio radioattivo). Tuttavia, alcuni tumori tiroidei sono resistenti al radioiodio, perché perdono le caratteristiche della cellula follicolare da cui originano o perché originano dalle cellule C (carcinoma midollare della tiroide). Fino al 2011 nessuna terapia efficace era approvata per il trattamento di queste neoplasie. Di recente, una nuova classe di farmaci, gli inibitori tirosino-chinasici, che agiscono sul prodotto degli oncogeni che determinano lo sviluppo tumorale (es. BRAF V600E e RET) e sui recettori che favoriscono la proliferazione dell'endotelio vascolare (es. VEGFRs), ha offerto nuove prospettive terapeutiche per i pazienti con malattia avanzata e in progressione. Proposta da Paola Fierabracci. Materiale elettronico supplementare La versione elettronica di questo articolo
2009
Introduction: Patients with multinodular goiter are traditionally considered patients with lower risk of malignancy respect to patients with solitary nodule of the thyroid. Aim of the study: This study is a retrospective analysis of the patients submitted to total tiroidectomiy for multinodular goiter with the purpose to appraise the incidence of the thyroid carcinoma and to recognize a possible difference in comparison to the patients operated for uninodular goiter. The study has regarded 66 patients submitted to total tiroidectomy in the O.U. of General Surgery “G. Marinaccio” of the University of the Studies of Bari. Results: The histological diagnosis of carcinoma of the thyroid is had in 29 cases (43,9% of the operated patients); 18 carcinomas were present in the 38 patient affected by multinodular goiter (47,3%) and 11 carcinomas have been shown in the 19 patient affected by uninodular goiter (57,8%). Conclusions: The elevated incidence of thyroid carcinoma (47,8% of this expe...
L'Endocrinologo, 2017
L'Endocrinologo, 2009
ilgiornale.gise.it
I n seguito alle prime osservazioni dell'esistenza di una certa associazione tra i polimorfismi genetici e le più comuni manifestazioni della malattia cardiovascolare quali l'infarto miocardio (1-3) e la restenosi dopo angioplastica , noi cardiologi clinici scoprimmo l'interessante campo degli studi di associazione genetica . Polimorfismi frequenti, talora associati a fenotipi facilmente determinabili, che possono ragionevolmente modulare patologie di frequente riscontro sono infatti i candidati ideali per lo studio di una delle più assodate verità in cardiologia: la predisposizione familiare alla malattia vascolare aterosclerotica. Lo studio dei presupposti genetici della restenosi coronarica post-angioplastica è stato vissuto con grandi aspettative, nell'intento di identificare a priori i candidati a terapie alternative o particolarmente aggressive. Oggi, quell'iniziale entusiasmo è più contenuto per due ragioni principali che hanno reso apparentemente superflua la precoce identificazione dei soggetti a rischio di restenosi: da un lato, i risultati piuttosto inconcludenti degli studi di ricerca dei fattori di rischio genetici nell'ambito della cardiologia interventistica; dall'altro, la diffusione di potenti strumentazioni capaci di annullare la restenosi dopo angioplastica, rendendo apparentemente superflua l'identificazione dei soggetti a rischio. Nonostante queste concrete ragioni, alcuni dei presupposti teorici che hanno originariamente motivato la ricerca clinica di associazione genetica delle malattie car-diovascolari restano ancora validi. In primo luogo, l'identificazione di individui a rischio di malattia ed eventualmente di una peggiore progressione e quindi prognosi; dall'altra, la prospettiva di attuare interventi terapeutici misurati su un profilo di rischio individuale. Studi clinici di associazione genetica hanno contribuito a sviluppare il moderno concetto di «farmacogenomica», che offre un fondamento teorico alla più semplice classificazione di responders/non-responders basata sulla variabilità degli effetti ottenuti con una stessa terapia, in soggetti apparentemente simili. In questo modo, ad esempio, si è capito che i dosaggi di ACE inibitore efficaci in alcuni pazienti possono non esserlo in altri , che non tutte le donne in menopausa beneficiano della terapia ormonale sostitutiva (9,10) o che le statine possono avere maggiori effetti anti-ristenotici in soggetti portatori di specifici polimorfismi che in altri . La possibilità di attuare terapie individuali è un importante obiettivo per l'utilizzo ottimale delle risorse e per la prevenzione. Analogamente ad altre risposte biologiche alla terapia, la restenosi non si manifesta con una distribuzione normale, bensì presenta picchi di incidenza che suggeriscono una predisposizione individuale non vincolata esclusivamente alle caratteristiche della lesione, diversamente da come si era soliti pensare . Tale osservazione, supportata anche dalla frequente ricorrenza di restenosi in pazienti trattati su lesioni multiple , ha contribuito a conoscere meglio l'epidemiologia della restenosi che, «Molto ragionamento e poca osservazione conducono spesso all'errore. Molta osservazione, anche con poco ragionamento, conduce alla verità» Alexis Carrel Premio Nobel di Medicina e Fisiologia, 1912
The Conversation, 2019
isara solutions, 2020
TEORIJA USPOSTAVLJANJA DNEVNOG REDA KROZ ANALIZU SADRŽAJA DNEVNE ŠTAMPE U SRBIJI – NA PRIMERU NEREDA U ĐENOVI, 2024
Jurnal Ushuluddin, 2017
Μητρόπολη Τριμυθούντος, 2021
L’economia della conoscenza: innovazione, produttività e crescita economica nei secoli XIII-XVIII / The knowledge economy: innovation, productivity and economic growth, 13th to 18th century, 2023
Revista Macrohistoria, 2024
Revista Brasileira de Filosofia e História
Revista Colombiana de Obstetricia y Ginecología, 2006
Journal of Thoracic Oncology, 2018
Epistemic modality and evidentiality and their determination on a deictic basis, 2010
arXiv (Cornell University), 2008
Anaesthesia and intensive care, 2005