mele cotogne
studi filologici, storici, letterari
7
Comitato scientifico
Annalisa Andreoni (IULM – Milano), Thomas Beebee (Pennsylvania State), Paulo Butti de Lima (Bari/San Marino), Stella Castellaneta (Bari), Carla Chiummo
(Bari), Emanuele Cutinelli Rendina (Strasbourg), Antonella De Jure (ISIME – Roma), Marco Dorigatti (Oxford), Luciano Formisano (Bologna/Accademia dei
Lincei), Jean-Louis Fournel (Paris 8), Frédéric Gabriel (CNRS – Lyon), Pierre Girard (Lyon 3), Alexander Kosenina (Hannover), Manfred Lentzen (Münster), Tobias Leuker (Münster), Ida Gilda Mastrorosa (Firenze), Bruno Méniel (Nantes),
Adriano Prosperi (Normale di Pisa/Accademia dei Lincei), John Roe (York),
Emilio Russo (La Sapienza Roma), Arbogast Schmitt (Marburg), Onofrio Vox
(Salento – Lecce).
Responsabile
Raffaele Ruggiero, Aix Marseille Université, Centre Aixois d’Études Romanes
(CAER), 29 av. Robert Schumann, 13621 Aix-en-Provence (France)
Redazione
Michela Fantacci (Università Calabria/Aix Marseille Université), Ettore Grandoni (Aix Marseille Université/Sorbonne Nouvelle), Enrico Moretti (Roma Tre),
Carla Pensa (responsabile).
I volumi pubblicati nella collana sono approvati dal comitato scientifico e sottoposti a duplice revisione anonima.
Questioni di autorialità
fra Medioevo ed Età Moderna
Questions d’auctorialité
du Moyen Âge à l’époque moderne
a cura di
Ettore Maria Grandoni e Enrico Moretti
Volume pubblicato con il cofinanziamento del
Centre Aixois d'Études Romanes, CAER, Aix Marseille Université
ISBN volume 978-88-6760-995-6
ISSN collana 2611-1365
2023 © Pensa MultiMedia Editore s.r.l.
73100 Lecce • Via Arturo Maria Caprioli, 8 • Tel. 0832.230435
www.pensamultimedia.it •
[email protected]
Indice
Premessa
Raffaele Ruggiero
7
Introduzione/Introduction
Enrico Moretti, Ettore Maria Grandoni
9
Filologia senza autore
1. Raffaele Cesaro
Le serie proverbiali e la questione della frottola
21
2. Francesca Pilan
Un (plus long) envoi. Réflexions et propositions sur onze vers anonymes
43
3. Emma Belkacemi-Molinier
La tradition de la Queste del Saint Graal (XIIIe-XVe siècle):
essai de philologie de la réception
57
4. Ettore Maria Grandoni
Entre la poésie municipale et la tradition classique: le Teseida delle nozze
d’Emilia d’Adriano de’ Rossi, poète florentin du XIVe siècle
75
5. Raphaëlle Meugé-Monville
La «brigata laurenziana» comme laboratoire littéraire collectif:
amitié et création poétique collective aux marges du concept d’autorialité
93
6. Giulia Lanciotti
Interferenze orali nelle stampe del primo Cinquecento:
il caso di Notturno Napoletano
109
Parole altrui
7. Sebastiano Valerio
Fonti, modelli e mosaici nella tradizione umanistica italiana:
tra Boccaccio, Petrarca e Alberti
129
8. Laurent Baggioni
Conjurer la corruption des textes en volgare:
quelques exemples de transcriptions dans l’entourage de Salutati
149
9. Enrico Moretti
I protesti di Bono Boni fra retorica umanistica e cultura mercantile
165
10. Ilenia del Gaudio
Al crocevia tra antico e moderno: l’Eneide travestita
di Giovan Battista Lalli (1572-1637)
183
11. Diogo Maia
Variation textuelle, traversée maritime et passage du temps.
Lectures du Pergaminho Vindel
201
12. Maria di Martino
215
Quintiliano lettore di Cicerone: punti di incontro e di distacco
fra l’Institutio oratoria quintilianea e i libri rhetorici e oratorii ciceroniani
Abstract
235
Indice dei nomi
243
Indice dei manoscritti
249
Introduzione / Introduction
Questo volume raccoglie alcuni dei contributi presentati dai relatori al convegno
Variances textuelles et streategies scripturales tenutosi ad Aix-en-Provence il 24 e 25
giugno 2022. Il convegno aveva l’obiettivo di avviare una riflessione sul concetto
di autore tra il Medioevo e l’età moderna che avesse come base di partenza l’esame
del dato storico e filologico, l’analisi dei testi nella loro materialità. Questo elemento, a nostro avviso, era fondamentale per garantire un giusto ancoraggio e
concretezza alle nostre riflessioni; si è cercato però allo stesso tempo di valorizzare
la fase interpretativa del dato così acquisito, per evitare i limiti di uno sterile filologismo che si ritrovasse a ragionare astrattamente su singole varianti o riprese testuali senza cogliere il contesto culturale che se ne poteva dedurre o le motivazioni
ad esse sottese.
Per questo motivo è sembrato naturale partire da casi di studio riguardanti
testi «a basso gradiente di autorialità», secondo una felice definizione coniata da
Alberto Vàrvaro, in cui la presenza dell’autore si rivelava debole o inesistente. Proprio la loro natura, infatti, mette in crisi il metodo lachmanniano tradizionalmente inteso e impone necessariamente al filologo un doppio movimento
opposto, di analisi minuta del testo e di riflessione più ampia sul contesto di produzione e ricezione di queste opere. Un doppio movimento, dunque, auspicabile
in verità per tutti i tipi di testo, ma per quelli in esame veramente imprescindibile.
D’altra parte, si ricorderà come Pasquali, avviando la Storia della tradizione e critica
del testo, avesse sottolineato quanta importanza i fattori storici e geografici avessero
avuto proprio per il Lachmann editore del Nuovo Testamento.
Diversi sono i saggi qui raccolti che si concentrano su opere anonime, legate
alla cultura popolare e canterina, per le quali l’impostazione ecdotica tradizionale
si rivela insufficiente e impone allo studioso di confrontarsi con l’azione di quelle
forze centrifughe che caratterizzano a vario titolo la trasmissione delle opere, in
9
Introduzione/Introduction
particolar modo nel periodo storico considerato: l’incuria dei copisti, le innovazioni provocate dall’incontro con differenti ambienti di ricezione, l’influenza esercitata dal mercato editoriale con l’avvento della stampa. Ognuno di questi
elementi, infatti, finisce per condizionare in maniera significativa la struttura e le
finalità di un’opera, a maggior ragione laddove non sia presente una chiara impronta autoriale, secondo delle linee fondamentali che si è cercato di far emergere.
Fin da subito, però, si è aperto un secondo filone di indagine, relativo ad una
delle caratteristiche che nel mondo contemporaneo sono idealmente legate al concetto di autorialità, ossia l’originalità di ciò che si scrive: anche in presenza di un
autore certo, di una volontà chiaramente affermata, infatti, l’utilizzo di parole e
frasi altrui potrebbe apparire all’occhio moderno come una parziale rinuncia, in
questo caso attiva e consapevole, da parte dell’autore alle proprie prerogative. Ancora una volta le pagine che seguono mostrano l’importanza del contesto storicoculturale tanto delle singole opere quanto, verrebbe da aggiungere, dello stesso
concetto di autore per poter comprendere e dare il giusto significato a dinamiche
di composizione e intertestualità che sono spesso lontane dalle nostre.
Per questi motivi, nell’allestire il presente volume, si è deciso di abbandonare
l’ordinamento meramente cronologico, che aveva sostanzialmente regolato la successione degli interventi durante la giornata di studi, a favore di una bipartizione
che potesse fornire una prima chiave di lettura trasversale dei contributi, tra le
molte possibili. La prima sezione, intitolata Filologia senza autore, riunisce gli interventi che avevano come oggetto quei testi in cui la presenza autoriale è più sfumata e in cui, quindi, le riflessioni sul contesto di produzione e ricezione sono
preponderanti; la seconda invece, dal titolo Parole altrui, raccoglie quei saggi che
riguardavano i rapporti tra un autore e l’altro, in termini di riprese letterali, tacite
o dichiarate, di rifacimenti, ma anche di riletture e reinterpretazioni culturali.
La prima sezione è aperta dal contributo di Raffaele Cesaro sulle serie proverbiali, classico esempio di testo a basso gradiente di autorialità, di matrice popolare
e giullaresca, e pertanto connotato da tracce di oralità. Attraverso l’analisi di un
testo in particolare, la serie A Dio a Dio, Fortuna! di cui l’autore fornisce l’edizione
in appendice, si cercano di individuare gli strumenti più adatti per ovviare a quelle
problematiche filologiche non affrontabili con l’applicazione meccanica del metodo lachmanniano e ci si interroga sulle relazioni che questo genere intesse con
quello della frottola.
Il contributo di Francesca Pilan si concentra su un breve testo non solo anonimo ma privo anche di uno statuto e una trasmissione autonomi: si tratta di undici versi tramandati in alcuni manoscritti in calce alla canzone cavalcantiana
10
Introduzione/Introduction
Donna me prega. L’analisi della struttura e del contenuto di questi versi, e soprattutto del rapporto che essi intessono tanto con la canzone quanto con il commento esegetico che la accompagna in alcuni testimoni, permette all’autrice di
riflettere sui diversi livelli di autorialità che si intrecciano in questo breve componimento. Ne emerge l’importanza di esaminare il testo non singolarmente ma in
relazione con quelle opere a cui proprio la tradizione manoscritta lo lega strettamente.
Sullo stesso binario si pongono le riflessioni portate avanti da Emma Belkacemi-Molinier riguardanti un gruppo di poemi cavallereschi a tema arturiano costituenti il Ciclo di Lancelot-Graal. Lo studio si sofferma infatti non tanto sui
singoli poemi ma sul contesto culturale che ha portato alla nascita del ciclo stesso.
Attraverso un procedimento proprio della «filologia delle strutture» si valutano i
rapporti tra i diversi testi e si propone un’applicazione degli strumenti lachmanniani, opportunamente aggiornati, all’intero Ciclo, in quanto organismo sostanzialmente unitario nell’ottica della trasmissione testuale.
Anche il contributo di Ettore Grandoni si concentra sul momento della ricezione come chiave per poter comprendere le dinamiche di diffusione e corruzione
di un testo. Sebbene l’opera in questione, il Teseida di Boccaccio, non si possa
certo definire a basso gradiente di autorialità, il contributo è dedicato infatti all’analisi di un particolare manoscritto del poema, il codice 180 (921) conservato
presso la Bibliothèque Méjanes di Aix-en-Provence. Ciò permette di mostrare
l’influenza che l’orizzonte culturale del copista ha esercitato sul testo boccacciano,
sia nelle peculiari varianti testuali da esso tramandate sia nelle caratteristiche materiali del testimone considerato.
La difficoltà di definire univocamente l’autore di un’opera è nuovamente al
centro del saggio di Raphaëlle Meugé-Monville sul poemetto Uccellagione di starne
attribuito a Lorenzo de Medici. L’esame della varia lectio e dei rapporti tra questa
e le altre opere nate all’interno della brigata laurenziana mette in luce come quest’ultima finisca per assurgere al ruolo di vero e proprio autore collettivo e insieme
di destinatario ultimo del componimento. Allo stesso tempo, l’attribuzione del
poema a Lorenzo recata dai codici sembra qualificarsi in definitiva come un’etichetta fissata a posteriori che finisce, però, per oscurare la complessità di un processo creativo costituito dallo scambio continuo e consapevole all’interno della
brigata stessa.
La prima sezione è chiusa dal contributo di Giulia Lanciotti sul poeta Notturno Napoletano, vero best sellers dell’editoria primo cinquecentesca ma di cui
si ignorano le vicende biografiche. L’analisi dettagliata di un ciclo di strambotti
11
Introduzione/Introduction
del poeta canterino, trasmesso da diverse stampe, permette di mettere in luce i
caratteri peculiari di una produzione nata probabilmente in origine per essere declamata e solo successivamente pubblicata in cinquecentine. Proprio questo passaggio fondamentale può però comportare in determinati casi una diminuzione
del controllo dell’autore sulla propria produzione, la quale risulta soggetta in definitiva alle esigenze del mercato editoriale: ne deriva il possibile paradosso per
cui una produzione orale, effimera e variabile, potrebbe effettivamente godere di
un tasso di autorialità maggiore rispetto alla successiva sua pubblicazione a mezzo
stampa.
Enrico Moretti
Università degli Studi Roma Tre
* * *
Parmi les questionnements inhérents à la figure de l’auteur, les problèmes de la
réécriture et de la re-sémantisation d’un matériel déjà existant occupent une place
de premier rang. Au cœur de notre problématique, ils permettent d’isoler un
groupe d’articles dans la partie de ce volume intitulée Parole altrui (paroles d’autrui). En effet, les chercheurs y ont mené des analyses visant à comprendre la manière dont l’auteur peut, à partir de ses modèles, réélaborer le matériel poétique
et littéraire pour formuler un nouveau discours. L’intention auctoriale et le public
visé priment dans ce procédé où l’auteur vient à agencer des éléments préalables
et hétérogènes afin de promouvoir l’originalité de sa voix. Les chercheurs qui interviennent dans cette partie du recueil souhaitent identifier, parmi les différents
éléments qui concourent à l’acte créateur, le rôle prépondérant des sources et du
public, deux pôles au cœur desquels se place l’intentio auctoriale.
Le rapport problématique de l’auteur à ses modèles, parfois taxé d’imitation
par trop fidèle et partant stérile, émerge avec netteté de l’article de Sebastiano Valerio qui analyse le rapport des humanistes à leurs sources littéraires. Citant un
passage des Profugiorum ab ærumna, Valerio souligne la manière dont les humanistes – dans ce cas Leon Battista Alberti – concevaient leur rapport aux sources:
à l’instar d’un architecte qui agrémente le sol d’un temple à l’aide de rebuts en
marbre, l’écrivain humaniste emprunte des éléments pour les charger d’un nouveau sens en les re-sémantisant dans un autre contexte que celui de départ. Malgré
l’idée que De Sanctis avait de la culture «cortigiana e letteraria» qui, d’après le
12
Introduzione/Introduction
critique italien, privilégiait la forme à la substance, ce procédé n’est jamais exempt
d’originalité puisque l’écriture humaniste était une «imitation créative», un processus qui combinait d’anciens éléments dans un discours chargé de nouvelles significations. À ce propos, pour mieux saisir l’opération créatrice de sens qu’est
l’écriture humaniste, nous ne saurions omettre la notion d’«arte allusiva» forgée
par G. Pasquali qui définit le dialogue constant de l’écrivain avec la tradition en
vue de la réception d’un lecteur apte à déceler les unités de sens qui parsèment
son œuvre (cf. G. Pasquali, Arte allusiva, in Pagine stravaganti di un filologo, a
cura di C. F. Russo, 1994, Le Lettere, Firenze, pp. 275-282). Pour Valerio, la réécriture de la nouvelle X, 10 du Décaméron de la part de Pétrarque est emblématique en ce que le poète traduit et re-sémantise l’histoire de Grisélidis en lui
conférant une valeur théologico-religieuse qu’elle n’avait guère au départ. Intitulée
désormais De insigni obedientia et fide uxoria par l’auteur du Canzoniere et fortement influencée par le De obedientia et fide Abrahæ d’Augustin d’Hippone (cf.
De civitate Dei, XVI, 32), l’histoire de Grisélidis n’est plus un exemplum de patience à l’usage des femmes en général, mais elle devient une métaphore de l’âme
qui reste fidèle à Dieu quand bien même elle serait accablée par le mauvais sort.
Comme le souligne Valerio, il faut ainsi rechercher l’intention auctoriale dans le
contexte où se greffe désormais la nouvelle œuvre, à savoir les lettres qui forment
le corpus des Res seniles rédigées à la fin de la vie de Pétrarque. Ainsi, tout élément
ancien, emprunté à un discours qui, autrefois, véhiculait un certain message, acquiert de nouvelles significations s’il est agencé dans ce que l’on pourrait appeler
un ‘nouvel ordre scriptural’ plié désormais à la loi et à l’intention d’un autre auteur. Si l’écrivain écrit pour son/ses lecteur(s), il est évident qu’une œuvre rédigée
au sein d’un contexte précis, ayant ses lois socio-culturelles bien définies et reflétant un certain stade de la pensée auctoriale, accueille de nouvelles potentialités
interprétatives en raison du nouveau cadre qui vient jeter une lumière différente
sur son contenu.
Néanmoins, la transmission d’œuvres plus anciennes, recherchées par les humanistes afin de nourrir leur écriture, peut être problématique en raison de l’état
de la tradition manuscrite. Dans son article, évoquant l’exemple de Coluccio Salutati, Laurent Baggioni montre en effet que les premiers humanistes se heurtèrent
à un problème fondamental concernant la copie des textes vernaculaires. Figure
éminente du premier humanisme, membre de la chancellerie florentine et lecteur
assidu de Dante, de Pétrarque et de Boccace, dans une lettre à Niccolò da Tuderano, Salutati déplore la qualité extrêmement mauvaise des copies d’auteurs «modernes». Demandant à son correspondant un exemplaire de la Comédie jadis
13
Introduzione/Introduction
appartenu à Menghino Mezzani et censé être une copie plus fidèle au texte original, Salutati finit par évoquer une générale corruption des manuscrits contemporains qu’il cherche à pallier par la recherche du meilleur exemplaire, quête à
laquelle tout véritable humaniste doit visiblement s’adonner. L’opération de Salutati est compréhensible si l’on songe à la place qui revient à la pensée de Dante
à l’intérieur d’œuvres telles que le De fato et fortuna et le De tyranno où la vision
politique dantesque se lit en filigrane. En effet, pour nourrir leur culture et mener
leurs études, les écrivains humanistes avaient besoin d’exemplaires fiables indemnes de la corruption générée par des copistes ‘distraits’ dont nous avons des
traces, en guise d’exemple, dans la transmission du Purgatoire (cf. Dante Alighieri,
Commedia, éd. G. Inglese, Firenze, Le Lettere, 2021, t. 1, p. CXVIII). Pour les
membres de l’humanisme naissant, la solution semble être la recherche méticuleuse de l’optima lectio qui devait être effectuée par la collation de différents témoins manuscrits. Ce procédé permettait aux humanistes de retrouver la lectio
adoptée par l’écrivain, et l’œuvre ainsi reconstituée représentait dès lors un instrument de travail fiable. Au-delà de la contribution du chancelier à l’affermissement du culte de Dante à Florence – amorcé, comme nous le savons bien, par les
lecturae et le commentaire de Boccace – ce travail sur les textes vernaculaires de
la Comédie hisse l’auteur moderne «au rang de la figure classique» si bien que les
copies du «sacrato poema» (Par. XXIII, 62) réalisées dans l’entourage de Salutati
acquièrent finalement la forme et les dimensions de mss. plus anciens conservant,
entre autres, les œuvres des poètes de l’Antiquité.
L’écriture qui émerge des contributions recueillies dans la deuxième partie de
cet ouvrage est donc un phénomène qui montre l’extrême versatilité des textes,
leur mobilité, mais aussi l’importance que les sources (ré)employées détiennent
dans l’affirmation du discours auctorial. À une moindre échelle, loin des scriptoria
humanistes où les auteurs méditaient sur les grands classiques, ce phénomène est
également visible à l’intérieur de textes destinés à un usage à la fois quotidien et
politique. En effet, l’étude d’Enrico Moretti sur les protestationes de Bono Boni,
marchand devenu membre de plusieurs magistratures florentines, dès 1434, grâce
à sa fidélité aux Médicis, témoigne de l’importance de la ‘parole d’autrui’ en vue
de l’élaboration d’un discours personnel. Dans les trois discours de Bono Boni
qui nous sont parvenus, essentiellement conservés dans les mss. 2330 de la Bibliothèque Riccardiana et Capponi 10 de la Bibliothèque Apostolique Vaticane,
Moretti reconnaît l’écho de voix plus anciennes, comme les traces de l’Oratione
de 1408 de Filippo Magalotti et l’Orazione I de Stefano Porcari. Rien d’étonnant
à cela, car, comme le rappelle Moretti, l’un des phénomènes les plus diffus à Flo14
Introduzione/Introduction
rence durant le XVe siècle est la réalisation de mélanges manuscrits recueillant des
lettres et des discours politiques en langue vernaculaire. Concourant à la formation
personnelle de l’aspirant orateur, ces recueils avaient essentiellement une fonction
préparatoire à la prise de parole face à un nouveau public. Aujourd’hui, ils livrent
aux chercheurs d’importantes informations quant à l’horizon culturel des hommes
politiques de l’époque. Au cœur de l’action créatrice demeure l’individu avec son
arrière-plan culturel, ses intentions et surtout son interprétation de la matière
existante, si bien que les opérations de réception, de sélection et de réécriture ne
peuvent qu’être un indice précieux en vue de la reconstitution de sa personnalité.
Peut-on donc recourir à la notion de «travestissement» dans ce phénomène de
reprise constamment renouvelée de ce qui a déjà été dit («Nihil dictum, quod
non dictum prius», comme le rappelle Valerio)? Ilenia del Gaudio montre que
l’imitation créatrice des auteurs est un dialogue constant avec la tradition, un phénomène qui permet d’appréhender l’objet littéraire en tant que «réseau» de sens.
Néanmoins, dans certains cas, l’intertextualité sous-jacente à la création scripturale
demeure problématique en ce que la reprise entraîne une redéfinition des genres.
Par exemple, dans la réécriture des poèmes chevaleresques opérée au cours des
XVIe-XVIIe siècles, la ‘transgression’ des canons rhétoriques qui régissaient la poésie épique médiévale entraîne un bouleversement des genres fondamental en ce
que la même matière littéraire, revêtue d’un style burlesque et comique, acquiert
une nouvelle identité. Ce «travestissement», cette perte d’aura des héros épiques
médiévaux que Villoresi avait appelés «paladini di carta», (cf. M. Villoresi, Paladini
di carta. Il modello cavalleresco fiorentino, Firenze, Bulzoni, 2006) sont révélateurs
de l’opération auctoriale visant à «thésauriser» la tradition pour proposer au public
un nouveau genre de poème, sans doute plus adapté à ses goûts et à son horizon
culturel. Cette fascination pour l’objet hybride dont on reconnaît encore les
contours originels malgré sa nouvelle parure est bien visible dans la lettre apologétique de Giovanni Tommaso Giglioli insérée dans la réédition de l’Eneide Travestita de Giovan Battista Lalli imprimée en 1635. L’étude du poème de Lalli
permet à Del Gaudio de soulever une question importante qui concerne tout type
de réécriture, à savoir la réalisation des potentialités de sens cachées dans l’œuvre
originale. Autrement dit, la réécriture peut être appréhendée comme le passage à
l’acte d’un ‘réservoir’ de sens qui existait déjà en puissance dans l’œuvre de départ.
Ce qui change, dans ce phénomène de reprise et de transformation de la matière
existante, est le nouveau regard que l’on peut promener sur l’œuvre «travestie»:
comme une parure qui mettrait en valeur telle ou telle partie du corps, le nouvel
arsenal rhétorique déployé permet de faire ressortir quelque chose qui existait déjà
15
Introduzione/Introduction
en puissance et qui pouvait passer à l’acte par le concours de l’inventio artistique.
Cette conceptualisation de la réécriture en tant que passage de la puissance à
l’acte d’un ‘réservoir’ de sens est bien visible dans la reprise contemporaine des
traditions artistiques plus anciennes. Dans sa contribution, Diogo Maia, doctorant en «Pratique et théorie de la création artistique et littéraire», analyse les variations qui peuvent affecter le texte de l’une des Cantigas de amigo, chansons
galégo-portugaises écrites à cheval des XIIe et XIIIe siècles. À l’instar d’un prisme
en verre recevant de la lumière, le texte du Pergaminho de Vindel, lu par une artiste contemporaine, produit des effets de sens originaux et inusités en raison aussi
de l’éloignement spatio-temporel du contexte d’appropriation de l’œuvre par rapport à l’environnement d’origine. La lecture de Maia montre également que ces
«variations» peuvent être reproduites à l’infini, chacune avec ses spécificités et autant que le prisme en verre recevra de la lumière, du moment que chaque artiste
– mais aussi chaque lecteur – aborde l’œuvre littéraire à partir de son horizon culturel. Aussi, l’œuvre demeure ouverte et le(s) lecteur(s) y apporte(nt) à chaque
fois un nouveau regard, une nouvelle interprétation, car telle lecture, telle réécriture mais aussi telle traduction reflètent autant de manières d’être au monde du
sujet. Ces phénomènes créateurs de sens peuvent être appréhendés comme les
principes qui rendent la littérature «vivante», cette dernière étant un espace, un
«réservoir» de potentialités que l’on pourrait se figurer comme la Bibliothèque de
Babel de Jorge Luis Borges (cf. Finzioni, Milano, Mondadori, 1981, pp. 680689).
En ce sens, l’étude de Maria di Martino apporte des éléments fondamentaux
pour préciser les modalités de réception d’une œuvre de la part du lecteur-écrivain.
Ce dernier, en dialogue constant – avoué ou non – avec la tradition peut tout à
la fois suivre ses modèles ou s’en écarter, reproduire les mêmes schémas et démonstrations que ses prédécesseurs ou bien les briser pour en créer d’autres. C’est
le cas de Quintilien qui, dans l’Institutio oratoria, tout en reconnaissant l’importance de Cicéron dans la définition de la rhétorique, prend les distances des modèles conceptualisés dans les libri rhetorici et oratorii de son maître. Outre qu’une
divergence dans l’élaboration de la théorie de l’initium artis, à savoir de la naissance de la rhétorique que Cicéron faisait remonter aux bâtisseurs des villes et aux
premiers législateurs («conditores urbium et legum latores»), Quintilien semble vouloir corriger le grand orateur latin, eu égard aux objectifs et à la fin ultime de la
rhétorique. Néanmoins, à bien y regarder, Quintilien ne fait qu’extraire des passages du De oratore et du De inventione pour appuyer ses propos en affirmant,
par exemple, dans l’Institutio oratoria, que la tâche du bon orateur ne saurait se
16
Introduzione/Introduction
borner à la persuasion. Cet exemple est fondamental pour répondre à la problématique qui a motivé l’organisation d’une journée d’étude sur la figure auctoriale:
que ce soit pour nourrir sa pensée ou bien pour la construire en s’écartant du modèle, l’auteur a toujours besoin d’une ‘parole d’autrui’ à partir de laquelle il peut
élaborer son discours. L’inventio, l’acte créateur à partir duquel le sujet-écrivain
agence des éléments anciens et nouveaux afin d’élaborer son discours se fait toujours de manière spéculaire vis-à-vis de l’autre; par ailleurs, et ce de manière spéculaire, il n’existe pas d’interprétation qui ne soit en soi un acte de création, la
recréation d’un monde littéraire et d’un monde de sens produisant une image de
la réalité pourvue de signification pour le lecteur. C’est pourquoi il serait juste,
ce me semble, de dire que le regard porté sur autrui – phénomène qui est, par ailleurs, toujours problématique – demeure la conditio sine qua non de l’affirmation
de l’originalité de l’auteur.
Ettore Maria Grandoni
CAER-AMU/CERLIM-Sorbonne Nouvelle
Desideriamo ringraziare il professor Claudio Milanesi, direttore del CAER, per aver sostenuto
fin da subito la nostra iniziativa e aver finanziato la pubblicazione di questo volume; le editrici Carla e Simonetta Pensa e il professor Raffaele Ruggiero per averlo accolto in questa prestigiosa collana.
17
Abstract
Raffaele Cesaro, Le serie proverbiali e la questione della frottola
Il contributo analizza le cosiddette serie proverbiali, catene di proverbi in distici
a rima baciata che intendono ammaestrare il pubblico di lettori-uditori attraverso
le strategie dell’ironia e del cinismo. In particolare, si indagheranno le origini di
questa tipologia testuale (forse connessa alle compilazioni di proverbi in latino e
in volgare), le caratteristiche della tradizione manoscritta e i legami con il genere
della frottola. In appendice allo studio si pubblica l’edizione critica e annotata di
A Dio, a Dio fortuna!, serie trasmessa da un manoscritto di tardo Trecento.
The paper analyzes the so-called proverbial series, chains of proverbs in rhymed
couplets intended to instruct the reading and hearing public through the strategies
of irony and cynicism. In particular, the origins of this textual typology (possibly
connected to Latin and vernacular proverb compilations), characteristics of the
manuscript tradition, and links to the frottola genre will be investigated. The critical and annotated edition of A Dio, a Dio fortuna!, a series transmitted from a
late XIVth-century manuscript, is published as an appendix to the study.
Francesca Pilan, Un (plus long) envoi. Réflexions et propositions sur onze vers
anonymes
La contribution se veut être un repérage d’éléments utiles à une première réflexion autour de l’origine d’un court texte anonyme transcrit à la suite de la chanson de Cavalcanti Donna me prega dans quatre exemplaires du poème datant des
XIVe-XVe siècles. Après une analyse des rapports entre les témoins et un examen
des onze vers qui composent le texte, on conclut que celui-ci est lié au commentaire à la chanson de Cavalcanti du pseudo-Egidio. La main du copiste qui a rédigé
la copie la plus ancienne du texte suggère aussi la probable circulation du commentaire dans le milieu culturel de Coluccio Salutati.
235
Abstract
The paper aims to identify useful elements for an initial consideration of the
origin of a short anonymous text transcribed after Cavalcanti’s song Donna me
prega in four copies of the poem dating from the 14th-15th centuries. After an
analysis of the relationships between the witnesses and an examination of the eleven verses that make up the text, it seems probable that it is related to the commentary on Cavalcanti’s song by the pseudo-Egidius. The hand of the copyist
who drafted the first copy of the text also suggests the commentary’s probable
circulation in Coluccio Salutati’s cultural milieu.
Emma Belkacemi-Molinier, La tradition de la Queste del Saint Graal (XIIIeXVe siècle): essai de philologie de la réception
Caractérisés par une forte mouvance et un faible degré d’auctorialité, les romans cycliques en prose d’oïl du Lancelot-Graal (premier tiers du XIIIe siècle)
constituent un défi à toute pratique éditoriale qui ne renonce pas aux apports de
la stemmatique. Prenant ici le point de vue d’une «philologie de la réception»,
cet article s’intéresse à un groupe de manuscrits qui aménagent des stratégies de
réélaboration textuelle totalisante ou partielle.
Characterized by a high degree of mobility and a low degree of auctoriality,
the cyclical novels in oïl prose of Lancelot-Graal (first third of the 13th century)
constitute a challenge to any editorial practice that does not renounce the contributions of stemmatics. Taking the point of view of a «philology of reception»,
this article focuses on a group of manuscripts that develop strategies of total or
partial textual re-elaboration.
Ettore Maria Grandoni, Entre la poésie municipale et la tradition classique: le Teseida delle nozze d’Emilia d’Adriano de’ Rossi, poète florentin du XIVe siècle
Le manuscrit 180 (921) est le plus ancien témoin pourvu de gloses du Teseida
de Boccace. Il est transcrit en 1394 par un autre poète, Adriano de’ Rossi, et demeure autour de 1400 dans la bibliothèque du marchand Litti di Bernardo Corbizi, actif dans la région de Montpellier entre la fin du XIVe et le début du XVe
siècle. À partir des spécificités textuelles et para-textuelles, cette étude apporte
quelques jalons en vue de la reconstitution de l’histoire du manuscrit et de la
236
Abstract
compréhension des rapports existants entre l’auteur du poème, le copiste et son
public.
Manuscript 180 (921) is the oldest witness provided with glosses of Boccaccio’s
Teseida. It was transcribed in 1394 by another poet, Adriano de’ Rossi, and remained around 1400 in the library of the merchant Litti di Bernardo Corbizi,
active in the Montpellier region between the end of the 14th and the beginning
of the 15th century. Based on textual and para-textual specificities, this study provides some elements fort the reconstruction of the history of the manuscript and
the understanding of the relationship between the author of the poem, the scribe
and his public.
Raphaëlle Meugé-Monville, La «brigata laurenziana» comme laboratoire littéraire collectif: amitié et création poétique collective aux marges du concept
d’autorialité
Cette contribution se propose d’étudier les variations textuelles des manuscrits
du poème de Laurent de Médicis, l’Uccellagione di starne, à la lumière du contexte
amical de la brigade laurentienne. Un tel contexte d’écriture permet de mesurer
l’influence de pratiques littéraires récréatives et collectives sur la création poétique.
Dans un milieu où l’écriture est une activité fortement socialisée, les différentes versions du poème pourraient témoigner d’une circulation interne au groupe d’amis.
This paper aims to examine textual variations in the manuscripts of Lorenzo
de’ Medici’s poem, the Uccellagione di starne, in the light of the friendly context
of the Laurentian brigade. Such a writing context allows us to measure the influence of recreational and collective literary practices on poetic creation. In an
environment where writing is a highly socialized activity, the different versions
of the poem could testify to an internal circulation within the group of friends.
Giulia Lanciotti, Interferenze orali nelle stampe del primo Cinquecento: il caso
di Notturno Napoletano
Con l’avvento della stampa la poesia performativa abbandona progressivamente la pubblica piazza per trovare posto nelle tipografie o nei mercati delle
237
Abstract
città, dimostrando sempre di più come la definizione di autore risulti difficile da
individuare quando mancano notazioni o commenti autoriali o quando non si è
in grado di stabilire l’apporto del tipografo o dell’editore. In questi casi il “gradiente di autorialità” dello scrittore subisce variazioni? Partendo dall’assunto di
Vàrvaro, per il quale l’importante non è sapere «se si è o non si è autori ma quanto
si è autori», il presente intervento intende riflettere sul concetto di autorialità in
una serie di strambotti continuati scritti da Notturno Napoletano, poeta canterino
attivo nel Cinquecento, analizzandoli in quanto esempi del rapporto tra oralità e
scrittura e di come questo cambi nelle nuove dinamiche editoriali.
With the advent of press, performance poetry gradually abandoned the public
square to find its place in print shops or city markets, increasingly demonstrating
how the definition of authorship is difficult to pin down when authorial notation
or commentary is missing or when the contribution of the printer or publisher
cannot be established. Does the writer’s «authorship gradient» undergo variations
in these cases? Starting from Vàrvaro’s assumption that the important thing is not
to know «whether one is or is not an author but how much one is an author»,
the present talk aims to reflect on the concept of authorship in a series of continued strambotti written by Notturno Napoletano, a canterino active in the sixteenth century, analyzing them as examples of the relationship between orality
and writing and how this changes in the new publishing dynamics.
Sebastiano Valerio, Fonti, modelli e mosaici nella tradizione umanistica italiana:
tra Boccaccio, Petrarca e Alberti
Il saggio è dedicato al rapporto degli Umanisti con le loro fonti, attraverso un
percorso che si snoda tra i principali testi letterari e critici che hanno riflettuto sul
concetto dell’imitazione e della produzione artistica quattrocentesca. Si esemplifica
quindi il fenomeno a partire dall’analisi della traduzione/riscrittura petrarchesca
dell’ultima novella del Decameron, di cui si sottolineano i nuovi significati assunti
anche in virtù della sua collocazione all’interno della raccolta delle Seniles.
The essay is devoted to the relationship of the Humanists with their sources,
through a path that winds its way through the main literary and critical texts that
reflected on the concept of imitation and fifteenth-century artistic production.
The phenomenon is then exemplified starting from the analysis of Petrarch’s translation/rewrite of the last novella of the Decameron, whose new meanings assumed
238
Abstract
also by virtue of its placement within the collection of the Seniles are emphasized.
Laurent Baggioni, Conjurer la corruption des textes en volgare: quelques exemples
de transcriptions dans l’entourage de Salutati
L’article est une analyse des enjeux culturels et intellectuels capables d’affecter
la tradition d’un texte dans la période qui précède l’éclosion des studia humanitatis
à Florence. Coluccio Salutati, figure de proue de cette génération, était à la fois
tourné vers les textes anciens et vers la tradition florentine en langue vernaculaire,
s’inscrivant ainsi dans le sillage de Pétrarque et de Boccace au sein de l’humanisme
naissant. Ses œuvres offrent un observatoire privilégié pour mieux comprendre
l’histoire de la transmission des textes en volgare.
The article is an analysis of the cultural and intellectual issues capable of affecting the tradition of a text in the period that preceded the birth of the studia
humanitatis in Florence. Coluccio Salutati, leading figure of this generation, was
both turned to ancient texts and to the Florentine tradition in the vernacular,
thus following in the footsteps of Petrarch and Boccaccio within the nascent humanism. His works offer a privileged observatory to better understand the history
of the transmission of texts in volgare.
Enrico Moretti, I protesti di Bono Boni fra retorica umanistica e cultura
mercantile
I testi dell’oratoria quattrocentesca in volgare pongono diverse questioni in
merito alla loro autorialità, in quanto tramandati spesso anonimi o con false attribuzioni e soggetti a fenomeni di plagio. Il presente contributo intende affrontare questi problemi attraverso l’esame di tre discorsi attribuiti a Bono Boni,
banchiere fiorentino della metà del Quattrocento: si analizzerà la loro tradizione
manoscritta e il reticolo delle fonti, con particolare attenzione a due citazioni,
una petrarchesca e una boccacciana, che vi compaiono, per indagare le tracce di
cultura umanistica e mercantile che in essi si esprimono e interrogarsi sulla fisionomia del codice di «pistole e dicerie» su cui Bono affinò probabilmente la sua
tecnica retorica.
239
Abstract
The texts of fifteenth-century vernacular oratory pose several questions regarding their authorship, as they are often handed down anonymously or with false
attributions and subject to plagiarism. The present contribution intends to address
these problems through the examination of three speeches attributed to Bono
Boni, a Florentine banker of the mid-15th century: their manuscript tradition
and the network of sources will be analyzed, with particular attention to two quotations, one Petrarchan and one Boccaccian, that appear in them, in order to investigate the traces of humanistic and mercantile culture expressed in them and
to question the physiognomy of the codex of «pistole e dicerie» on which Bono
probably refined his rhetorical technique.
Ilenia del Gaudio, Al crocevia tra antico e moderno: l’Eneide travestita di Giovan
Battista Lalli (1572-1637)
Il contributo si apre con un rapido excursus sulla nascita dell’eroicomico e del
travestimento, due generi che, posti da Genette tra la letteratura di secondo grado,
dimostrano come l’inventio sia inseparabile dalla traditio. Il sistema culturale italiano di inizio Seicento registra soluzioni sperimentali a più livelli e tra queste
emerge l’Eneide travestita (1633) di Giovan Battista Lalli, il quale non compie
una traduzione bensì una riscrittura giocosa del poema virgiliano di cui conserva
«la sostanza dell’original sentimento dell’Autore». Attraverso un uso camaleontico
della parola, Lalli compie un reimpiego innovativo delle fonti classiche e promuove a modelli alcuni autori anticlassicisti con un risultato smaccatamente parodico.
The contribution opens with a quick excursus on the birth of heroicomics and
travesty, two genres that, placed by Genette among second-degree literature, demonstrate how inventio is inseparable from traditio. The Italian cultural system
of the early seventeenth century records experimental solutions on many levels,
and among them emerges Giovan Battista Lalli’s Eneide travestita (1633), which
does not perform a translation but a playful rewriting of the Virgilian poem of
which it preserves «the substance of the original sentiment of the Author».
Through a chameleonic use of the word, Lalli accomplishes an innovative reuse
of classical sources and promotes a number of anti-classical authors as models
with a blatantly parodic result.
240
Abstract
Diogo Maia, Variation textuelle, traversée maritime et passage du temps. Lectures
du Pergaminho Vindel
L’article propose une lecture analytique et créative du Pergaminho Vindel,
feuille volante datée du XIIIe siècle. Elle contient les sept cantigas d’amigo attribuées à Martin Codax – troubadour et jongleur de la tradition lyrique galegoportugaise. Cette lecture s’est élaborée grâce à la consultation in loco de ce
manuscrit à la Morgan Library où il est actuellement conservé. Le contact rapproché avec lui a permis ainsi de construire le fil rouge de cet article – les variations qui y ont lieu. Elles sont de nature graphique, formelle, contextuelle,
matérielle et vocale. La dernière variation est abordée à travers la lecture à
voix haute que la poétesse canadienne Erín Mouré fait des vers de Martin Codax.
Au croisement entre le regard philologique et la recherche en création littéraire,
cet article interroge la réception contemporaine que nous pouvons faire du Pergaminho Vindel.
The article offers an analytical and creative reading of the Pergaminho Vindel,
a loose folio from the 13th century. It contains the seven cantigas d’amigo attributed to Martin Codax, a troubadour and juggler in the Galician-Portuguese lyric
tradition. This reading was developed through on-site consultation of the manuscript at the Morgan Library, where it is currently stored. Close contact with
it enabled the construction of the main thread of this article: the variations that
occur in it. They are graphic, formal, contextual, material and vocal. The last variation is addressed through the reading aloud of Martin Codax’s verses by Canadian poet Erín Mouré. At the intersection of philological research and creative
writing, this article questions the contemporary reception of Pergaminho Vindel.
Maria di Martino, Quintiliano lettore di Cicerone: punti di incontro e di distacco
fra l’Institutio oratoria quintilianea e i libri rhetorici e oratorii ciceroniani
La ricezione quintilianea delle opere retoriche ciceroniane rappresenta una fase
della circolazione di quei testi. Le allusioni a Cicerone contenute all’interno dell’Institutio oratoria in merito all’origine della retorica (Inst. or., 3.2.4), al suo finis
(Inst. or., 2.15.5-6) e all’esercizio del vertere (Inst. or., 10.5.5) costituiscono dei
casi di ripresa e rielaborazione di passi tratti dalle opere retoriche ciceroniane, le
quali sono distinte da Quintiliano in libri rhetorici e oratorii (Inst. or., 3.1.20).
241
Abstract
The Quintilian reception of Ciceronian rhetorical works represents a phase in
the circulation of those texts. The allusions to Cicero contained within the Institutio oratoria regarding the origin of rhetoric (Inst. or., 3.2.4), its finis (Inst. or.,
2.15.5-6) and the exercise of vertere (Inst. or., 10.5.5) constitute instances of taking
up and reworking passages from Ciceronian rhetorical works, which are distinguished by Quintilian into libri rhetorici and oratorii (Inst. or., 3.1.20).
242
Indice dei nomi
Acciaiuoli Niccolò, 169
Accursio Francesco, 152
Achillini Claudio, 186
Adamietz J., 219, 226
Agostinelli E., 82, 84
Agostino Aurelio, santo, 13, 142, 153, 157
Alamanni Pietro, 96
Albanese G., 139, 141
Alberico da Rosciate, 173
Alberti Leon Battista, 12, 132-137
Alderotti Tommaso, 44
Alfonso X il Saggio, re di Castiglia e León,
202
Andrea di Giovanni, 84
Angeli da Scarperia Jacopo, 151, 156-157
Angiolini Monte d’Andrea, 86
Antonio di Guido, 95
Antonio di Manetto da Filicaia, 173
Antonio Marco, 220-221
Apuleio Lucio Madaurense, 49
Aretino Pietro, 189-190, 192, 194
Ariosto Ludovico, 136, 195-196
Aristotele, 50, 131, 228
Avalle D’A. S., 69
Bachtin M., 184
Baldini A., 110
Balducci Pegolotti Francesco, 88
Barberi Squarotti G., 185
Basile B., 158
Beccuti Francesco, detto il Coppetta, 195
Belcari Feo, 131
Benci Antonio, detto il Pollaiolo, 167
Benjamin W., 149
Benvenuto da Imola, 157, 159
Berni Francesco, 185, 188, 190-191
Bettarini Bruni A. M., 45
Bianca C., 150
Bientina, vd. Del Polta Iacopo
Blumauer Aloys, 196
Boccaccio Giovanni, 11, 13-14, 44, 49,
75-76, 78, 80, 82, 89, 95, 118, 131,
136-142, 144-145, 150-154, 158, 161,
179, 190
Boezio Anicio Manlio Torquato Severino,
145, 170
Bogdanow F., 62, 66
Boissier Sauvages de la Croix F., 215
Boni Andrea di Bono, 169
Boni Antonio di Bono, 169
Boni Bono di Giovanni, 14, 166-179
Boni Giovanni di Bono, 168
Boni Matteo di Bono, 168
Boni Smeraldo di Bono, 169
Bonichi Bindo, 44
Borges Jorge Luis, 16
243
Indice dei nomi
Bracciolini Francesco, 185-186, 191-192
Bracciolini Poggio, 151
Branca V., 137
Brunelleschi Ghigo, 101
Brunetti G., 84
Bruni Antonio, 186
Bruni G., 46
Bruni Leonardo, 131, 151-152, 166, 173,
176
Buonaccorso da Montemagno il Giovane,
172, 175
Buoni Tomaso, 37
Burchiello Domenico di Giovanni detto,
190-191
Busby K., 65
Corbizi Antonio di Paolo, 85
Corbizi Filippo di Paolo, 84
Corbizi Litti di Bernardo, 84-87
Corbizi Luti di Michele, 86
Corbizi Niccolò di Paolo, 84-85
Corbizi Paolo di Niccolò, 85
Corbizi, compagnia, 86
Cortesi Paolo, 142-144
Cotta Carlo Aurelio, 220
Crasso Lucio Licino, 217-218, 220-221,
223-225
Crescimbeni Giovanni Mario, 187
Cristoforo Fiorentino, detto l’Altissimo, 95
Croce B., 132, 187
Curzio Rufo Quinto, 173
Cabani M. C., 114, 116
Cambini Bernardo, 21
Campani Niccolò, 193
Canfora L., 64
Cannata N., 109
Caporali Cesare, 188
Cardini R., 133
Cardona G. R., 112
Carducci G., 133
Caro Annibale, 191-194, 197
Castelvetro Ludovico, 184
Cavalca Domenico, 36, 49
Cavalcanti Guido, 43-45, 48-51, 152
Caxton William, 66
Cederni Bartolomeo, 168
Chastel A., 187
Chaucer Geoffrey, 142
Chiari A., 97
Cicerone Marco Tullio, 16, 49, 136, 143,
145, 172, 177, 208, 215-228
Cino da Pistoia, 152
Codax Martin, 203-204, 207, 209, 212
Coleman J. K., 102
Coleman W., 82, 85
Conte G. B., 183
Da Tempo Antonio, 30-32
Dante Alighieri, 13-14, 43, 49, 77-78, 95,
130-131, 137, 139, 150-153, 155,
157-158, 160, 170, 185, 187-188
Datini Francesco di Marco, 85, 88
Datini, compagnia, 84, 86
De Sanctis F., 12, 129-130, 132, 185
Decaria A., 31, 45
Degl’Innocenti L., 100
Del Polta Iacopo, detto il Bientina, 31
Della Stufa Sigismondo, 96
Dino del Garbo, 44, 48
Dione Cassio Cocceiano, 215
Dionigi, re del Portogallo, 202, 205
Dolce Lodovico, 190
Drumann W., 215
244
Egidio Romano (pseudo), 44-46, 48-52
Ermagora di Temno, 220
Facciotti Pietro, 186
Favati G., 44-46
Fera V., 136
Ferreira M. R., 203
Ferreira M., 202, 209
Indice dei nomi
Ferrero G., 215
Ficino Marsilio, 98
Filelfo Francesco, 156, 177
Flavio Francesco, 118
Folengo Teofilo, 186, 190
Francesco da Barberino, 38, 49
Franco Giacomo, 192
Frappier J., 61
Frescobaldi Giovanni di Lambertuccio, 76
Frescobaldi Matteo di Dino, 77
Frescobaldi Soave, 76
Furetière Antoine, 196
Garzo dell’Ancisa, 22
Genette G., 133, 184, 193
Gherardi Pietro Ercole, 33
Ghirardacci Cherubino, 33
Giglioli Giovanni Tommaso, 15, 189
Gini Giovanni di Zanobi, 171-172
Giordano da Pisa, 49-50
Giovanni del Virgilio, 44
Giovanni di Lambertuccio vd. Frescobaldi
Giovanni di Lambertuccio
Giunta C., 30
Gonnot M., 62, 66, 70
Grey Barnard George, 208
Griffoni Matteo, 32
Guinizzelli Guido, 152
Haas Otto, 208
Hegel G. W. F., 58
Hutcheon L., 184
Ilicino Bernardo, 156
Inglese G., 43, 158
Isidoro di Siviglia, 58
Jacques d’Armagnac, 62
Kennedy E., 64
Kotliarevsky Ivan Petrovy , 196
Kristeva J., 132-133
Lachmann K., 9
Ladislao d’Angiò Durazzo, re di Napoli,
174
Lalli Giovan Battista, 15, 186-197
Lambardi N., 225
Lapo Gianni, 21
Lasca Antonfrancesco Grazzini detto, 185
Lecoq J., 112
Leeman A. D., 219-221
Leonardi L., 60-61, 63, 69
Leporatti R., 32
Levi E., 76-77
Lionello d’Este, marchese di Ferrara, 167
Lodovico di Cece da Verrazzano, 170-171,
178-179
Loschi Antonio, 151
Lot F., 65, 67
Machiavelli Niccolò, 131
Magalotti Filippo, 14, 174, 176-178
Malatesta Pandolfo, 176
Malory Thomas, 66
Manetti Antonio, 48
Manetti Giannozzo, 176, 178
Mangiatroia Jaopo, 48
Mannelli Francesco d’Amaretto, 179
Marcelli N., 169
Marchesini U., 159
Maria di Nazareth, 137
Marie de France, 137
Marino Giovan Battista, 186
Marsili Luigi, 154
Marsuppini Camilla, 168
Marsuppini Carlo, 170
Martelli Braccio, 96
Martelli M., 97
Martim de Ginzo, 204
Mattioli N., 45-46
Mazzetti M., 78
Mazzuoli Giovanni, detto Stradino Fiorentino, 98
245
Indice dei nomi
Medici Cosimo de’, 167
Medici Giuliano de’, 97
Medici Lorenzo de’, 11, 93-94, 96-99,
101, 103, 105, 167, 169
Medici Piero de’, 167
Medici, famiglia, 94-96, 165-166
Mengaldo P. V., 133
Mezzani Menghino, 14, 153, 156
Michaelis C., 204, 209
Michaelis Johann David, 196
Michel A., 225
Middleton R., 69
Mitjana Rafael, 208
Mommsen T., 215
Monteagudo H., 205-207
Moore E., 158
Moran P., 58-59
Morelli Matteo di Morello di Paolo, 170
Mouré Erín, 211-212
Muratori Ludovico Antonio, 33
Napoleone III, re di Francia, 215
Neumahr U., 166
Niccoli Niccolò, 151-152, 155
Niccolò da Tolentino, 176
Niccolò da Tuderano, 13, 153-154, 160
Niccolò V (Tommaso Parentucelli), papa,
176
Notturno Napoletano, 11, 109-110, 112114, 117, 119
Novati F., 22, 31, 111, 159
Orazio Quinto Flacco, 131, 143-145
Orsini Clarice, 167
Osipov Nicolaj Petrovy , 196
Ovidio Publio Nasone, 44, 49, 189
Oviedo y Arce E., 202, 209
Palmieri Matteo, 173, 176, 178
Pasquali G., 9, 13
Pasquazi S., 136
246
Pauphilet A., 62
Pazzi Guglielmo de’, 96
Pedanio Fusco Salinatore Gneo, 196
Perrault Charles, 196
Perrault Claude, 196
Perrault Nicolas, 196
Petrarca Francesco, 13, 21-22, 32, 43, 51,
95, 118, 136-142, 144-145, 150-156,
165, 169, 173-174, 190
Petrocchi G., 158
Picone M., 137
Pietro Alfonso, conte di Barcelos, 205
Pinkster H., 219-221
Pio II (Enea Silvio Bartolomeo Piccolomini), papa, 168
Pitti Luca, 167
Plinio Cecilio Secondo il Giovane, 195196
Poliziano Agnolo Ambrogini detto, 98,
129, 131, 142-144
Ponceau J.-P., 61, 63
Poncelet R., 225
Popper K., 60
Porcari Stefano, 14, 165-166, 172-173,
175-178
Porro Girolamo, 192
Pucci Dionigi, 96
Puccini D., 101
Pulci Luca, 101-102
Pulci Luigi, 89, 96, 98, 101-103, 185
Quintiliano Marco Fabio, 16, 215-219,
221-222, 224, 226-227, 229
Quondam A., 131
Rabano Mauro, 58
Rajna P., 116
Raschieri A. A., 220
Renato d’Angiò, 168
Rizzo S., 149-150
Rossi Adriano de’, 75-79, 81, 89
Indice dei nomi
Rossi Frosone de’, 76
Rossi Pino de’, 179
Rubbi Andrea, 196
Rucellai Bernardo, 96
Russo C., 170
Russo E., 186
Sacchetti Franco, 86, 154
Salina Borello R., 195
Salutati Benedetto, 167
Salutati Coluccio, 13-14, 46, 52, 150-161
Salvatore T., 32
Salviati Iacopo, 174
Sanguinacci Francesco, 30
Sanguineti F., 158
Santini E., 166, 171, 178
Santoro M., 117
Scarron Paul, 196
Seneca Lucio Anneo, 79, 144, 153
Serafino Aquilano, 118
Serra Zanetti A., 110
Sforza Francesco, 167
Sforza Galeazzo Maria, 95, 168
Shaw P., 158
Sommer H. O., 66
Spada Bernardino, cardinale, 187
Stazio Publio Papinio, 79
Stones A., 63
Stradino Fiorentino vd. Mazzuoli Giovanni
Strinati degli Alfieri Belfradello di Niccolò,
169
Strinati Neri, 169
Strozzi Filippo, 169
Sulpicio Rufo Publio, 220, 223
Tani I., 45
Tanturli G., 46, 52, 159, 165
Tasso Torquato, 191-192, 195
Tassoni Alessandro, 185
Tateo F., 137
Teofrasto di Ereso, 228
Terenzio Afro Publio, 129, 134
Tommaso d’Aquino, santo, 50, 131
Trachsler R., 59
Trucchi Francesco, 31
Uberti Farinata degli, 21
Uberti Lapo Gianni degli, 21
Valori Niccolò, 98
Varvaro A., 9, 117
Ventura Giovanfrancesco, 96
Vergerio Pier Paolo, 151
Vespasiano da Bisticci, 176
Villani Filippo, 158-161
Villani Nicola, 187
Villoresi M., 15, 109, 117
Vindel Pedro, 16, 202, 205, 208
Virgilio Marone Publio, 79, 131, 145, 157,
159-160, 187-189, 191-192, 194-196
Vitruvio Pollione Marco, 133-134
Wilamovitz U., 215
Witt R. G., 154, 157
Witte K., 158
Zamponi S., 157, 159
Zanobi da Strada, 152
Zumthor P., 67
247
Indice dei manoscritti
AIX-EN-PROVENCE
BIBLIOTHÈQUE MÉJANES
180 (921): 11, 75-77, 79-83, 86
BERGAMO
BIBLIOTECA CIVICA ANGELO MAI
Cassaforte 6 01 (Delta.9.16): 26
BONN
UNIVERSITÄTSBIBLIOTHEK
S 526 (B0): 62-63, 66-67
CITTÀ DEL VATICANO
BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA
Barb. lat. 3953 (Ba): 45, 48-49
Capponi 10: 14, 169-172
Chigi L IV 131: 77
Chigi L V 176 (Ch): 44, 48
Chigi L VII 253: 159
Chigi L VIII 305: 152
Vat. lat. 3195: 155
Vat. lat. 3199: 158
Vat. lat. 4803 (V): 204-206
Vat. lat. 5337: 179
CORTONA
BIBLIOTECA DELL’ACCADEMIA ETRUSCA
89 (Cn): 83
FIRENZE
BIBLIOTECA MARUCELLIANA
C 155: 25, 31
BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA
Acquisti e Doni 137 (Fl1): 26-29
Acquisti e Doni 264: 97
Acquisti e Doni 325 (Aut): 83
Conventi Soppressi 122 (Fl2): 26, 31
Pluteo 26 sin. 1 (LauSC): 156, 158, 159,
161
Pluteo 40.49 (Le): 44, 46
Pluteo 41.10: 154-155
Pluteo 41.20 (Lb): 48
Pluteo 41.25: 97
Pluteo 42.1: 179
Pluteo 90 sup. 92 (L3): 83
Redi 150 (L7): 83
Redi 184: 77
BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE
Conventi Soppressi C 1 1588: 169
II.I.397: 31
II.I.398: 97
II.II.188: 173
Landau Finaly 89: 26
Magliabechiano VII.375 (Fn1): 26, 31
Magliabechiano VIII.1282 (Fn2): 26, 31
Magliabechiano XXXV.113: 31
Palatino 206: 97
Palatino 208: 97, 100, 102
Palatino 680: 25
Palatino Panciatichi 24 (Pan): 44, 46-47,
52
BIBLIOTECA RICCARDIANA
1057 (R3): 83
1094 (Rf ): 45-46
249
Indice dei manoscritti
1651 (Rc): 45, 48-49
2196 (Fr): 26-28
2330: 14, 169-172, 174, 177-178
2599: 97-98, 100, 102
GENÈVE-COLOGNY
FONDATION MARTIN BODMER, BIBLIOTHECA BODMERIANA
147: 65
LISBOA
BIBLIOTECA NACIONAL DE PORTUGAL
10991 (B): 204-206, 211
LONDON
BRITISH LIBRARY
Additional 10294-10294/1 (S’): 62-63,
67
Additional 26772 (Add): 44
Royal 14 E III (S): 62-63,66
Royal 20 A II (L2): 62, 67-69
NEW YORK
PIERPONT MORGAN LIBRARY
979 (Pergaminho Vindel): 16, 201-202,
204-205, 208-209, 211
OXFORD
BODLEIAN LIBRARY
Ital.e.6: 156, 158
PADOVA
BIBLIOTECA DEL SEMINARIO VESCOVILE
4: 26, 31-32
PARMA
BIBLIOTECA PALATINA
286: 26, 31
PARIS
BIBLIOTHÈQUE NATIONALE DE FRANCE
Fr. 110 (P): 62-63
Fr. 112 (G): 62, 66
250
Fr. 113-116 (N): 62-63, 66
Fr. 344: 66
Fr. 837: 65
Fr. 1422-1424 (Y): 62, 65-66
Fr. 12581: 65
Fr. 19152: 65
It. 551: 154-155
It. 557 (Par): 44, 52
Nouvelles Acquisitions Latines 1745: 2526
PRATO
ARCHIVIO DI STATO
Fondo Datini, b. 184, ins. 25, cod.
317198: 85
Fondo Datini, b. 897, ins. 6, cod.
702151: 87
Fondo Datini, Memoriale B, 193: 86
ROMA
BIBLIOTECA CORSINIANA
44 B 7: 22
BIBLIOTECA CASANATENSE
884: 31
TREVISO
BIBLIOTECA COMUNALE
1582: 30
VICENZA
BIBLIOTECA BERTOLIANA
521: 26
YALE
BEINECKE LIBRARY
229 (Ya): 62-63, 66
“mele cotogne”
studi filologici, storici, letterari
1. Riccardo Viel, «Quella materia ond’io son fatto scriba». Hapax e prime attestazioni
della Commedia, 2018
2. Francesca Fistetti, Umberto Eco e gli ipotesti della modernità, 2018
3. Onofrio Vox, Per saturam. Raccolta di pagine sparse, 2020
4 Guillaume Alonge et Raffaele Ruggiero (sous la direction de), Relations diplomatiques franco-italiennes dans l'Europe de la première modernité. Communication politique et circulation des savoirs, 2020
5. Grazia Maria Masselli (a cura di), I sentieri del sapere tra antico e moderno, 2020
6. Chiara Natoli, Petrarchismo politico (1525-1565). Modelli, forme, temi della
lirica civile nel Rinascimento, 2021
7. Ettore Grandoni e Enrico Moretti (a cura di), Questioni di autorialità fra
Medioevo ed Età Moderna / Questions d’auctorialité du Moyen Âge à l’époque
moderne, 2023
Finito di stampare
MAGGIO 2023
da Pensa MultiMedia Editore s.r.l. ‐ Lecce ‐ Brescia
www.pensamultimedia.it
Il volume privo del simbolo dell’Editore sull’aletta
è da ritenersi fuori commercio